Esperienza reale La madre del ragazzo a cui insegno

DaviDeviL

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Inizio Settembre, il giorno in cui apro questo thread

Le vacanze giungono ormai al termine, quindi dopo il mese di ferie aspetto la chiamata per tornare a fare ripetizioni. Di fatti un giorno vedo una notifica di Laura (che mi scriveva solamente per comunicarmi data e ora delle lezioni, non ci siamo mai spinti a parlare di altro: lei è sposata e io convivo con la mia ragazza, troppo rischioso). Tutto contento sblocco il telefono, leggo il messaggio per scoprire data e ora ma scopro un dettaglio tristissimo (almeno all'inizio): Luca avrebbe passato 3 giorni dai suoi zii, quindi sarei andato a casa loro a fargli le ripetizioni. Questo perché il marito era fuori casa da mattina fino a sera per lavoro, quindi per non lasciare il ragazzo a casa da solo per la maggior parte della giornata lo avrebbero fatto stare 3 giorni dagli zii, con i cugini. In questo modo Laura, che lavora part-time, sarebbe stata a casa da sola per la maggior parte della giornata. Solamente che io non avevo l'opportunità di andare lì, e di certo non potevo presentarmi lì, sfondare la porta e sfondare la donna. Mi stavo mangiando le mani per questa assurda opportunità persa, chissà cosa sarebbe potuto succedere da soli a casa, solo io e lei. Però, all'improvviso, l'illuminazione: sapendo che Luca è scemo come la merda, ho pensato che probabilmente non si sarà portato dagli zii tutti i libri necessari per le lezioni. Scrivo a Laura, le chiedo di controllare se Luca si sia portato via il libro di italiano con gli esercizi. Mi risponde di no, che è lì a casa, ma che mi avrebbe mandato le foto degli esercizi così avremmo potuto farli comunque. Al che mi gioco il tutto e per tutto scrivendole: "Tranquilla, passo pure io a prendere il libro quando sei a casa, così andiamo meglio, dimmi quando posso trovarti che passo". Mi risponde con data e ora. Bingo! Avevo il pretesto per andare da lei con la casa interamente per noi.
Arriva la data e l'ora fatidica, erano circa le 2 di pomeriggio, faceva un caldo afoso. Parcheggio, suono al campanello, mi apre senza nemmeno chiedere chi fossi. Si affaccia alla porta, sbuca solo con la testa: sorride, spalanca la porta. Mi manca il fiato quando vedo com'è vestita, pensando che siamo solo io e lei a casa: era scalza, i piedini ben curati erano ornati da uno smalto color rosa cipria. I polpacci affusolati, liscissimi, portavano a delle belle cosce quasi completamente nude e abbronzate, coperte solo alla loro sommità da un paio di pantaloncini da palestra neri, cortissimi e attillatissimi, quasi dei boxer, che evidenziavano la forma del suo pube ma che, purtroppo, non facevano vedere la forma della fighetta. Salendo ancora con lo sguardo si incontrava parte della sua pancetta, semicoperta da una canottierina bianca che direi essere vecchia e usurata da quanto era sottile e trasparente, e poco più su ecco le sue tette, con i capezzoli già incredibilmente duri che erano evidentissimi attraverso quella canottiera fatta di nulla. Infine, arrivando alla sua faccia, noto che è leggermente truccata sugli occhi e sulle labbra, trucco che incorniciava la sua espressione felice e peperina.
Mi si avvicina e mi saluta con due baci sulle guance, mi fa entrare nel salotto e, come al solito, iniziano i convenevoli, parlando di più e del meno. Io ero agitatissimo, e nonostante la carica erotica che emanava Laura il mio cazzo era ancora a riposo, probabilmente per la tensione e per l'ansia. Del libro che avrei dovuto recuperare non c'era traccia. Mi faccio coraggio e, dopo qualche minuto di conversazione, durante i quali eravamo passati a sederci sul divano, inizio il mio gioco. Mi appoggio allo schienale del divano con il gomito, e accavallo le gambe, fingendomi a mio agio e rilassato, avvicinandomi così a lei. Con il gomito sono a pochi centimetri dal suo collo. La mia idea era quella di iniziare a parlare di argomenti un po' più piccanti e di giocare un po' con i suoi capelli, per poi spingermi oltre. Un'idea del cazzo da inesperto quale sono, lo so, ma per fortuna l'esperienza e la troiaggine di Laura hanno compensato la mia goffaggine. Stavamo parlando delle vacanze e mi stava raccontando di aver fatto rafting con la famiglia qualche giorno prima, che le aveva causato dolori un po' ovunque. Al che mi chiede: "Carlo, sei bravo a fare i massaggi?". Io ovviamente rispondo di sì, quindi lei sorride, si gira dandomi le spalle e si avvicina a me con il corpo in modo da facilitarmi il massaggio. Raccoglie i capelli con un elastico lasciando il collo e la parte alta della schiena scoperti. Dopodiché, in un istante, abbassa le spalline della canottiera, lasciandole penzolanti sulle braccia. Ecco che il mio cazzo, alla buon'ora, si sveglia e diventa durissimo. Inizio il massaggio inizialmente con delicatezza, accarezzandole il collo e le spalle nude, per poi afferrarla con forza e spremendola per bene. Laura ansimava come se la stessi scopando, questa cosa mi mandava in fibrillazione e quindi aumentavo il vigore del massaggio. Non capivo più un cazzo, con le mani mi spingevo sempre più giù verso il suo petto e lei ansimava sempre di più. Da dietro riuscivo a vedere i capezzoli attraverso la canottiera, erano due chiodi, e le mie mani erano a una decina di centimetri da loro. Senza dire una parola, Laura si tirò giù la canottiera. Io fermai il massaggio, incredulo. Era appena rimasta con il seno scoperto. Da dov'ero io, dietro di lei, vedevo chiaramente il capezzolo scuro, finalmente nudo. Laura si giustifico subito dicendomi "scusa, ho tirato giù la canottiera così andiamo meglio, tanto da lì dietro non vedi niente, vero?". Io vedevo tutto e la troia lo sapeva, le risposi "Si tranquilla, non vedo niente" e ricominciai il massaggio. Questa complicità mi stava facendo esplodere la testa e il cazzo. Ora, ad ogni colpo di massaggio, vedevo le tette che ballavano e rimbalzavano dolcemente tra loro. Con le mani ormai ero quasi interamente sul suo petto e non più sulle spalle, iniziavo a sentire la morbidezza del suo seno. Lei ansimava sempre di più, io scendevo sempre di più. Finché, di colpo, mi afferra le mani e me le abbassa sulle sue tette, facendomele stringere. Le mie dita affondano in quelle tettone morbidissime, sento il capezzolo duro spingere sui palmi delle mie mani, inizio anche io ad ansimare, avrei potuto sborrare anche senza toccarmi il cazzo da quanto ero eccitato. Lei continua a godere, i suoi mugolii diventano quasi urletti di piacere e, nonostante mi stesse dando le spalle, sento il suo braccio che cerca alla cieca qualcosa sul mio corpo: inizia a toccarmi il torace, si abbassa alla pancia e finalmente arriva al mio cazzo durissimo. Me lo afferra sopra ai pantaloni e inizia a massaggiarlo con foga, stringendolo come se volesse spremerlo. Data la posizione scomoda per maneggiare l'uccello, si gira e finalmente siamo faccia a faccia, così finalmente vedo le sue tette bellissime nella loro interezza. Il suo sguardo era tutto un fuoco, non capiva più un cazzo nello stesso mio modo. Ricomincio a toccarle le tette stuzzicandole il capezzolo, lei fa smorfie di goduria mentre lentamente mi sbattona i pantaloni, tira giù la zip, abbassa le mutande e come una molla salta fuori il mio cazzo. Alla sua visione la troia sorride senza smettere nemmeno un secondo di fissarlo, avevo la cappella gonfia e pronta ad esplodere. Delicatamente me lo prende in mano e...
[CONTINUA...]
Racconto meraviglioso 😍
 

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