Esperienza reale La prima vacanza trasgressiva - Introduzione

marcoforte

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altri due pezzi spettacolari, a ogni nuovo racconto, apprezzo sempre di piu' la storia e divento sempre piu' Diana-dipendente! ;)
grazie! (y) ;)
 
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selpot

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"Vuoi capire che non è possibile provarli davanti a te? I tuoi genitori girano indisturbati in casa, sei pazzo!? Non ci penso nemmeno... e non ti azzardare a chiudere a chiave la porta, fraintenderebbero; al massimo mi barrico in bagno quatta quatta e li misuro da sola. Che poi, a pensarci bene...che scema, non c'è nemmeno bisogno di indossarli... guarda qui". Accennando un sorrisino misterioso, Diana aprì la zip del suo zaino permettendomi di intravedere il suo meraviglioso bikini a perizoma, indiscusso protagonista delle nostre vacanze. "E' sufficiente confrontarli con questo, ma presta attenzione se arriva qualcuno, mi raccomando".

Meticolosamente mise a confronto la lunghezza dei lacci di ogni nuovo reggiseno con quelli del costume già utilizzato, poi sovrappose i triangoli... stessa procedura anche per i perizomi: "Sono stupendi e sono perfetti, amore, grazie davvero! Ho solo un piccolo dubbio su questo a fantasia rosa, che è bellissimo, ma forse leggermente grande, però va bene lo stesso, l'importante è che non siano troppo stretti in vita, mi darebbero fastidio"

Il mio arrapamento era alle stelle: la afferrai tastando il suo culo con vigore: "Dimmi un po'...che cosa ci fa quel minuscolo bikini nel tuo zaino?"

"Beh... avrei voglia di mare, mi auguro che non ci rinchiuderemo in casa per tutto il week-end... ed al mare si va in costume, almeno inizialmente... Dovevo pur munirmi di un bikini qualunque per andare in spiaggia!"

La sua voce scaltra e provocante istigò ulteriormente la mia eccitazione: "Quindi dovrei credere che hai pescato a casaccio, chiudendo gli occhi e, per pura coincidenza, hai arraffato il costume più piccolo di tutti, giusto?

"Sei un veggente: come hai potuto indovinare al primo colpo? E' andata esattamente così"

"Ti senti proprio tranquilla dalle mie parti!!! Pensa se incontrassimo qualcuno dei miei amici! Oppure, che so, un mio collega, un mio ex compagno di scuola, uno dei ragazzi del supermercato o qualche conoscente del condominio o del quartiere...

"Pazienza... se proprio dovesse accadere, speriamo che almeno sia giovane, carino e soprattutto interessato..."

"Le spiagge più vicine sono piene di pescatori, oppure di giovani... hai preferenze per oggi?"

"Mmmh... vediamo... l'ideale sarebbe un mix tra le due caratteristiche: giovani pescatori. Pensi di potermi accontentare o chiedo troppo?"

"Se la buona sorte ci aiuta, potrei soddisfare la tua richiesta: conosco un posticino terrificante da un punto di vista naturalistico, ma occupato stabilmente da pescatori"

"Dai, scherzavo: oggi puoi decidere tu su quale spiaggia andare, sono ospite nel tuo territorio, sicuramente conosci la tua zona molto meglio di me. Certo, se proprio vorrai scegliere quel posto così raccapricciante, non mi spavento affatto"

Terminato di pranzare, un ardente cenno di intesa sollevò simultaneamente i nostri corpi dalle rispettive sedute e ci sospinse a preparare velocemente il necessario per un pomeriggio di mare...

"Ho messo il costume che ho portato, spero non ti dispiaccia... quelli nuovi vorrei prima lavarli, per motivi igienici... li avranno provati altre ragazze, meglio essere prudenti"

Il parcheggio su strada, retrostante la spiaggia, si presentava abbastanza gremito: nel corso della mia ultima manovra prima di spegnere il motore, girandomi verso Diana, cercai di cogliere con la coda dell'occhio eventuali espressioni di imbarazzo o di disappunto pronosticabili per la presenza di molte macchine e moto e quindi di molta gente in spiaggia che l'avrebbe guardata in perizoma. Tuttavia non sembrava minimamente scossa o agitata dalla moltitudine di automobili che avrebbero fatto compagnia alla nostra.

"Per essere una spiaggia terrificante, sembra comunque gettonata", esclamai con l'obiettivo di innescare un suo commento.

"Direi proprio di si... sono troppo curiosa di vedere se è davvero così orribile". Diana continuava ad apparire a suo agio e di ottimo umore.

Un brevissimo e pianeggiante sentiero di sabbia e ramoscelli, contornato da arbusti spontanei e piante di cardo aprì gradualmente il panorama. Rispetto alla quantità di vetture parcheggiate, gli ombrelloni erano pochissimi ed anche le persone con i soli asciugamani al seguito non compensavano il divario. Mi voltai verso la mia macchina, notando alcuni gruppi di case simili a dei piccoli consorzi privati: pensai che probabilmente il parcheggio venisse utilizzato anche dai residenti che non disponevano di uno spazio per le auto all'interno delle loro proprietà.

"Povera spiaggia: non sei così brutta, ti immaginavo molto peggio... sei molto estesa, profonda, hai persino un certo fascino... e poi sei ben frequentata, da quello che vedo..."

Proprio frontalmente alla nostra prospettiva, ci stavamo avvicinando a poco a poco a due vivaci ed abbronzatissimi giovanotti alquanto paffuti e rotondeggianti, intenti a lanciare le loro canne in acqua, tra uno schiamazzo e una risata, voltandoci le spalle. Dalla loro postazione, abbastanza distaccata, aveva inizio sulla battigia una lunga fila di pescatori di ogni età e corporatura, molto più silenziosi e concentrati. Alcuni erano accompagnati da fidanzate, mogli o intere famiglie che, da dietro, seguivano scrupolosamente l'esito di ogni operazione oppure oziavano del tutto indifferenti alle loro gesta.

Rallentai volutamente il passo per consentire a Diana di guidarmi: ho sempre provato libidine nello studiare la direzione dei suoi sguardi, le sue propedeutiche valutazioni visive che precedono la scelta del punto esatto in cui sostare.

Notai la sua tendenza a voler approfondire testardamente una difficoltosa analisi della catena umana più distante e numerosa, composta da almeno 15 pescatori . I suoi sguardi si protraevano oltremodo nella loro traiettoria: ciò nonostante Diana non dimostrava convinzione né accennava al minimo slancio per raggiungerli. Al contrario, le rare e sfuggevoli occhiate all'indirizzo dei due giovanotti di poco più vicini alla nostra vista apparivano cariche di intensità e di compiacimento.

"Questa spiaggia non è niente male, invece. E ti dirò di più...". Si arrestò bruscamente e senza voltarsi verso di me sostenne: "E' l'ambiente giusto per ringraziarti dei tuoi regali esaudendo una delle tue fantasie più tenaci"

Abbassò il tono della sua voce, nonostante fosse impossibile per chiunque ascoltarci.

"Io tra un pochino vado a mettermi laggiù, in quella zona, vicina a quei due ragazzotti: tu intanto puoi sistemarti altrove, ovviamente cerca di vedermi e di sentirmi ma non avvicinarti troppo a loro: io e te, da questo momento, non ci conosciamo!
 

SonuStrunz

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"Vuoi capire che non è possibile provarli davanti a te? I tuoi genitori girano indisturbati in casa, sei pazzo!? Non ci penso nemmeno... e non ti azzardare a chiudere a chiave la porta, fraintenderebbero; al massimo mi barrico in bagno quatta quatta e li misuro da sola. Che poi, a pensarci bene...che scema, non c'è nemmeno bisogno di indossarli... guarda qui". Accennando un sorrisino misterioso, Diana aprì la zip del suo zaino permettendomi di intravedere il suo meraviglioso bikini a perizoma, indiscusso protagonista delle nostre vacanze. "E' sufficiente confrontarli con questo, ma presta attenzione se arriva qualcuno, mi raccomando".

Meticolosamente mise a confronto la lunghezza dei lacci di ogni nuovo reggiseno con quelli del costume già utilizzato, poi sovrappose i triangoli... stessa procedura anche per i perizomi: "Sono stupendi e sono perfetti, amore, grazie davvero! Ho solo un piccolo dubbio su questo a fantasia rosa, che è bellissimo, ma forse leggermente grande, però va bene lo stesso, l'importante è che non siano troppo stretti in vita, mi darebbero fastidio"

Il mio arrapamento era alle stelle: la afferrai tastando il suo culo con vigore: "Dimmi un po'...che cosa ci fa quel minuscolo bikini nel tuo zaino?"

"Beh... avrei voglia di mare, mi auguro che non ci rinchiuderemo in casa per tutto il week-end... ed al mare si va in costume, almeno inizialmente... Dovevo pur munirmi di un bikini qualunque per andare in spiaggia!"

La sua voce scaltra e provocante istigò ulteriormente la mia eccitazione: "Quindi dovrei credere che hai pescato a casaccio, chiudendo gli occhi e, per pura coincidenza, hai arraffato il costume più piccolo di tutti, giusto?

"Sei un veggente: come hai potuto indovinare al primo colpo? E' andata esattamente così"

"Ti senti proprio tranquilla dalle mie parti!!! Pensa se incontrassimo qualcuno dei miei amici! Oppure, che so, un mio collega, un mio ex compagno di scuola, uno dei ragazzi del supermercato o qualche conoscente del condominio o del quartiere...

"Pazienza... se proprio dovesse accadere, speriamo che almeno sia giovane, carino e soprattutto interessato..."

"Le spiagge più vicine sono piene di pescatori, oppure di giovani... hai preferenze per oggi?"

"Mmmh... vediamo... l'ideale sarebbe un mix tra le due caratteristiche: giovani pescatori. Pensi di potermi accontentare o chiedo troppo?"

"Se la buona sorte ci aiuta, potrei soddisfare la tua richiesta: conosco un posticino terrificante da un punto di vista naturalistico, ma occupato stabilmente da pescatori"

"Dai, scherzavo: oggi puoi decidere tu su quale spiaggia andare, sono ospite nel tuo territorio, sicuramente conosci la tua zona molto meglio di me. Certo, se proprio vorrai scegliere quel posto così raccapricciante, non mi spavento affatto"

Terminato di pranzare, un ardente cenno di intesa sollevò simultaneamente i nostri corpi dalle rispettive sedute e ci sospinse a preparare velocemente il necessario per un pomeriggio di mare...

"Ho messo il costume che ho portato, spero non ti dispiaccia... quelli nuovi vorrei prima lavarli, per motivi igienici... li avranno provati altre ragazze, meglio essere prudenti"

Il parcheggio su strada, retrostante la spiaggia, si presentava abbastanza gremito: nel corso della mia ultima manovra prima di spegnere il motore, girandomi verso Diana, cercai di cogliere con la coda dell'occhio eventuali espressioni di imbarazzo o di disappunto pronosticabili per la presenza di molte macchine e moto e quindi di molta gente in spiaggia che l'avrebbe guardata in perizoma. Tuttavia non sembrava minimamente scossa o agitata dalla moltitudine di automobili che avrebbero fatto compagnia alla nostra.

"Per essere una spiaggia terrificante, sembra comunque gettonata", esclamai con l'obiettivo di innescare un suo commento.

"Direi proprio di si... sono troppo curiosa di vedere se è davvero così orribile". Diana continuava ad apparire a suo agio e di ottimo umore.

Un brevissimo e pianeggiante sentiero di sabbia e ramoscelli, contornato da arbusti spontanei e piante di cardo aprì gradualmente il panorama. Rispetto alla quantità di vetture parcheggiate, gli ombrelloni erano pochissimi ed anche le persone con i soli asciugamani al seguito non compensavano il divario. Mi voltai verso la mia macchina, notando alcuni gruppi di case simili a dei piccoli consorzi privati: pensai che probabilmente il parcheggio venisse utilizzato anche dai residenti che non disponevano di uno spazio per le auto all'interno delle loro proprietà.

"Povera spiaggia: non sei così brutta, ti immaginavo molto peggio... sei molto estesa, profonda, hai persino un certo fascino... e poi sei ben frequentata, da quello che vedo..."

Proprio frontalmente alla nostra prospettiva, ci stavamo avvicinando a poco a poco a due vivaci ed abbronzatissimi giovanotti alquanto paffuti e rotondeggianti, intenti a lanciare le loro canne in acqua, tra uno schiamazzo e una risata, voltandoci le spalle. Dalla loro postazione, abbastanza distaccata, aveva inizio sulla battigia una lunga fila di pescatori di ogni età e corporatura, molto più silenziosi e concentrati. Alcuni erano accompagnati da fidanzate, mogli o intere famiglie che, da dietro, seguivano scrupolosamente l'esito di ogni operazione oppure oziavano del tutto indifferenti alle loro gesta.

Rallentai volutamente il passo per consentire a Diana di guidarmi: ho sempre provato libidine nello studiare la direzione dei suoi sguardi, le sue propedeutiche valutazioni visive che precedono la scelta del punto esatto in cui sostare.

Notai la sua tendenza a voler approfondire testardamente una difficoltosa analisi della catena umana più distante e numerosa, composta da almeno 15 pescatori . I suoi sguardi si protraevano oltremodo nella loro traiettoria: ciò nonostante Diana non dimostrava convinzione né accennava al minimo slancio per raggiungerli. Al contrario, le rare e sfuggevoli occhiate all'indirizzo dei due giovanotti di poco più vicini alla nostra vista apparivano cariche di intensità e di compiacimento.

"Questa spiaggia non è niente male, invece. E ti dirò di più...". Si arrestò bruscamente e senza voltarsi verso di me sostenne: "E' l'ambiente giusto per ringraziarti dei tuoi regali esaudendo una delle tue fantasie più tenaci"

Abbassò il tono della sua voce, nonostante fosse impossibile per chiunque ascoltarci.

"Io tra un pochino vado a mettermi laggiù, in quella zona, vicina a quei due ragazzotti: tu intanto puoi sistemarti altrove, ovviamente cerca di vedermi e di sentirmi ma non avvicinarti troppo a loro: io e te, da questo momento, non ci conosciamo!
E' ufficiale io amo questa DONNA
 

Poncharell

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Minuscoli lembi di stoffa che rappresentavano un tesoro dal valore inestimabile. In attesa del week-end, il momento più piacevole della giornata era diventato, nel corso della settimana, quello del ritiro nella mia camera, dopo cena. Aprire l'armadio, cercare nascosta tra le mie magliette la busta dei nuovi bikini di Diana, estrarli lentamente, appoggiarli sul mio letto e sfiorarne i bordi con l'indice della mano destra, quasi a solleticarli. Queste insensate operazioni abitudinarie riuscivano da sole ad eccitarmi: immaginavo quei triangolini ridottissimi incorniciare il suo sedere, su spiagge libertine, oppure deserte, o semplicemente condivise con "affinità elettive" a noi dedicate.
(...)

Pazzesco, è la descrizione di me stesso qualche tempo fa...
:p :p :love: (y)
 
Ultima modifica:

Poncharell

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(...)
Ne rimandammo la visione e la prova alla settimana successiva: "Verrò io da te Sabato e Domenica prossimi, almeno potrò trascorrere un pò di tempo anche con i tuoi genitori, non li vedo da troppi giorni".
(...)

Diana rimane "la ragazza della porta accanto".
E questo è un moltiplicatore di erotismo.
 

Poncharell

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(...)
La scelta non poteva che ricadere tra le due spiagge da me ispezionate la settimana precedente, che mi avevano maggiormente convinto: quella colonizzata da pescatori anche giovani, pur se circondata dal degrado più desolante, oppure quella avvolta in un contesto più curato e piacevole, ricca di localini a ridosso dell'arenile e frequentata da molti ragazzi.
Bel dilemma!!!

Foto di repertorio, dal web.

Immagine.jpg
 

mr.pinky

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"Vuoi capire che non è possibile provarli davanti a te? I tuoi genitori girano indisturbati in casa, sei pazzo!? Non ci penso nemmeno... e non ti azzardare a chiudere a chiave la porta, fraintenderebbero; al massimo mi barrico in bagno quatta quatta e li misuro da sola. Che poi, a pensarci bene...che scema, non c'è nemmeno bisogno di indossarli... guarda qui". Accennando un sorrisino misterioso, Diana aprì la zip del suo zaino permettendomi di intravedere il suo meraviglioso bikini a perizoma, indiscusso protagonista delle nostre vacanze. "E' sufficiente confrontarli con questo, ma presta attenzione se arriva qualcuno, mi raccomando".

Meticolosamente mise a confronto la lunghezza dei lacci di ogni nuovo reggiseno con quelli del costume già utilizzato, poi sovrappose i triangoli... stessa procedura anche per i perizomi: "Sono stupendi e sono perfetti, amore, grazie davvero! Ho solo un piccolo dubbio su questo a fantasia rosa, che è bellissimo, ma forse leggermente grande, però va bene lo stesso, l'importante è che non siano troppo stretti in vita, mi darebbero fastidio"

Il mio arrapamento era alle stelle: la afferrai tastando il suo culo con vigore: "Dimmi un po'...che cosa ci fa quel minuscolo bikini nel tuo zaino?"

"Beh... avrei voglia di mare, mi auguro che non ci rinchiuderemo in casa per tutto il week-end... ed al mare si va in costume, almeno inizialmente... Dovevo pur munirmi di un bikini qualunque per andare in spiaggia!"

La sua voce scaltra e provocante istigò ulteriormente la mia eccitazione: "Quindi dovrei credere che hai pescato a casaccio, chiudendo gli occhi e, per pura coincidenza, hai arraffato il costume più piccolo di tutti, giusto?

"Sei un veggente: come hai potuto indovinare al primo colpo? E' andata esattamente così"

"Ti senti proprio tranquilla dalle mie parti!!! Pensa se incontrassimo qualcuno dei miei amici! Oppure, che so, un mio collega, un mio ex compagno di scuola, uno dei ragazzi del supermercato o qualche conoscente del condominio o del quartiere...

"Pazienza... se proprio dovesse accadere, speriamo che almeno sia giovane, carino e soprattutto interessato..."

"Le spiagge più vicine sono piene di pescatori, oppure di giovani... hai preferenze per oggi?"

"Mmmh... vediamo... l'ideale sarebbe un mix tra le due caratteristiche: giovani pescatori. Pensi di potermi accontentare o chiedo troppo?"

"Se la buona sorte ci aiuta, potrei soddisfare la tua richiesta: conosco un posticino terrificante da un punto di vista naturalistico, ma occupato stabilmente da pescatori"

"Dai, scherzavo: oggi puoi decidere tu su quale spiaggia andare, sono ospite nel tuo territorio, sicuramente conosci la tua zona molto meglio di me. Certo, se proprio vorrai scegliere quel posto così raccapricciante, non mi spavento affatto"

Terminato di pranzare, un ardente cenno di intesa sollevò simultaneamente i nostri corpi dalle rispettive sedute e ci sospinse a preparare velocemente il necessario per un pomeriggio di mare...

"Ho messo il costume che ho portato, spero non ti dispiaccia... quelli nuovi vorrei prima lavarli, per motivi igienici... li avranno provati altre ragazze, meglio essere prudenti"

Il parcheggio su strada, retrostante la spiaggia, si presentava abbastanza gremito: nel corso della mia ultima manovra prima di spegnere il motore, girandomi verso Diana, cercai di cogliere con la coda dell'occhio eventuali espressioni di imbarazzo o di disappunto pronosticabili per la presenza di molte macchine e moto e quindi di molta gente in spiaggia che l'avrebbe guardata in perizoma. Tuttavia non sembrava minimamente scossa o agitata dalla moltitudine di automobili che avrebbero fatto compagnia alla nostra.

"Per essere una spiaggia terrificante, sembra comunque gettonata", esclamai con l'obiettivo di innescare un suo commento.

"Direi proprio di si... sono troppo curiosa di vedere se è davvero così orribile". Diana continuava ad apparire a suo agio e di ottimo umore.

Un brevissimo e pianeggiante sentiero di sabbia e ramoscelli, contornato da arbusti spontanei e piante di cardo aprì gradualmente il panorama. Rispetto alla quantità di vetture parcheggiate, gli ombrelloni erano pochissimi ed anche le persone con i soli asciugamani al seguito non compensavano il divario. Mi voltai verso la mia macchina, notando alcuni gruppi di case simili a dei piccoli consorzi privati: pensai che probabilmente il parcheggio venisse utilizzato anche dai residenti che non disponevano di uno spazio per le auto all'interno delle loro proprietà.

"Povera spiaggia: non sei così brutta, ti immaginavo molto peggio... sei molto estesa, profonda, hai persino un certo fascino... e poi sei ben frequentata, da quello che vedo..."

Proprio frontalmente alla nostra prospettiva, ci stavamo avvicinando a poco a poco a due vivaci ed abbronzatissimi giovanotti alquanto paffuti e rotondeggianti, intenti a lanciare le loro canne in acqua, tra uno schiamazzo e una risata, voltandoci le spalle. Dalla loro postazione, abbastanza distaccata, aveva inizio sulla battigia una lunga fila di pescatori di ogni età e corporatura, molto più silenziosi e concentrati. Alcuni erano accompagnati da fidanzate, mogli o intere famiglie che, da dietro, seguivano scrupolosamente l'esito di ogni operazione oppure oziavano del tutto indifferenti alle loro gesta.

Rallentai volutamente il passo per consentire a Diana di guidarmi: ho sempre provato libidine nello studiare la direzione dei suoi sguardi, le sue propedeutiche valutazioni visive che precedono la scelta del punto esatto in cui sostare.

Notai la sua tendenza a voler approfondire testardamente una difficoltosa analisi della catena umana più distante e numerosa, composta da almeno 15 pescatori . I suoi sguardi si protraevano oltremodo nella loro traiettoria: ciò nonostante Diana non dimostrava convinzione né accennava al minimo slancio per raggiungerli. Al contrario, le rare e sfuggevoli occhiate all'indirizzo dei due giovanotti di poco più vicini alla nostra vista apparivano cariche di intensità e di compiacimento.

"Questa spiaggia non è niente male, invece. E ti dirò di più...". Si arrestò bruscamente e senza voltarsi verso di me sostenne: "E' l'ambiente giusto per ringraziarti dei tuoi regali esaudendo una delle tue fantasie più tenaci"

Abbassò il tono della sua voce, nonostante fosse impossibile per chiunque ascoltarci.

"Io tra un pochino vado a mettermi laggiù, in quella zona, vicina a quei due ragazzotti: tu intanto puoi sistemarti altrove, ovviamente cerca di vedermi e di sentirmi ma non avvicinarti troppo a loro: io e te, da questo momento, non ci conosciamo!
non farci aspettare per il seguito........
non resistiamo a lungo😅😅😅
 

pallelisce

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stupendo questo post....tanta naturalezza nelle tue descrizioni quanto eccitanti le situazioni e le reazioni di Diana...risultato veramente eccitante!
 
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selpot

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Diana si guardò intorno furtivamente, aprì la borsa con frenesia, estraendo il mio asciugamano: me lo porse, lasciandomi in consegna anche l'ombrellone, prima di richiudere la zip: "Un paio d'ore, non di più: abbiamo parcheggiato alle tre e mezza, quindi saranno quasi le quattro ormai". Non aggiunse altro e retrocedette a passo sostenuto verso il parcheggio, per prepararsi ad una nuova entrata in scena, stavolta in totale solitudine.

La freddezza e la lucidità necessarie per valutare un posizionamento ottimale vacillarono tremendamente in me: avvertii la consapevolezza che d'improvviso uno dei miei traguardi più desiderati ed inarrivabili era vicino, in modo del tutto inatteso e sorprendente.

Controllare i miei battiti in quel momento sarebbe stata un'impresa sovrumana, ma cercai di mantenere la calma, ipotizzando mentalmente quali potessero essere le angolazioni migliori per inquadrare appieno lo spettacolo a cui sognavo di assistere fin dalla mia adolescenza con precise modalità e in un contesto ben definito.

L'incertezza e la concitazione presero a dominarmi, ma dovevo fare presto, prima che qualcuno potesse notare il mio impaccio e la mia scarsa nonchalance. Subito a sinistra rispetto alla postazione dei due ragazzi, il tratto di spiaggia era adibito per circa 10/15 metri ad uno sparpagliato rimessaggio di vecchi pedalò ormai abbandonati e barchette scolorite o capovolte. Mi parve evidente che un'occupazione così disordinata ed immersa nel degrado avesse tutte le caratteristiche di un ostentato abusivismo mai punito a dovere, che nessuno aveva interesse a rimuovere.

Mi avviai con decisione verso quella sorta di sfasciacarrozze fronte mare, cercando di individuare una sistemazione strategica. Mi convinsi di lasciare liberi per Diana i pochi metri ancora non occupati dalle barche, prossimi ai pescatori e di piazzarmi tra due pedalò a moderata distanza, uno completamente rovesciato, l'altro ancora nella sua posizione naturale, ma con una lieve inclinazione su un lato e pieno zeppo di sabbia al suo interno. Tra i due rottami lo spazio per il mio asciugamano e per piantare eventualmente l'ombrellone era appena sufficiente. La visuale era straordinaria, mentre nutrivo più di qualche dubbio sull'acustica, vista la distanza non proprio ravvicinata rispetto ai pescatori. Tuttavia mi sentivo ottimamente protetto ed indisturbato, grazie alle due "carcasse" che offrivano un anonimato ed una privacy insospettabili, senza neppure la necessità di nascondermi totalmente.

Sistemai le poche cose al seguito, notando, subito dopo l'accampamento di barche, un pittoresco stabilimento deserto con stigliatura anni '70: rinunciando inizialmente a piantare l'ombrellone, provai a stendere l'asciugamano per metà sulla sabbia, adagiando la metà superiore in sollevamento sul pedalò ribaltato. Mi sedei appoggiando la schiena e la testa su quel che rimaneva della struttura dell'imbarcazione. Non potevo chiedere di meglio: prospettiva nitida e perfetta, da prima fila. I due giovanotti non si erano neppure accorti del mio arrivo, fin troppo chiassosamente impegnati in infruttuosi tentativi di cattura. Era lampante il loro comportamento da pescatori improvvisati: oltre alla carenza di attrezzature, spiccava in maniera macroscopica la difformità del loro approccio alla disciplina, rispetto alla diligenza e compostezza del numeroso gruppo a seguire.

Mi voltai verso il sentiero da cui eravamo sbucati: Diana ancora non riappariva, immaginai quanto fosse spazientita dalle mie lungaggini nel posizionarmi. Ma nel pieno della mia riflessione la vidi spuntare, alla sua consueta andatura naturale, equilibrata, invisibile ai più. Realizzai quanto sapesse recitare meglio di me. In compenso l'espressione sfrontata e sbarazzina del suo viso prometteva decisamente bene.

Anche lei direzionò i suoi passi verso il discutibile deposito di barche, fermandosi nel punto che avevo pensato di tenere sgombro in previsione del suo arrivo, circa tre metri dietro i ragazzi, spostata a sinistra rispetto a loro, più o meno della stessa distanza. Appoggiò la borsa sulla sabbia ed estrasse l'asciugamano: guardò per un secondo i giovani pescatori, che mirando il mare non avevano potuto accorgersi della sua presenza. Diana allora posò il telo sulla sabbia ancora piegato, senza stenderlo. Si girò di spalle rispetto a loro e tolse la maglietta. Poi sfilò i pantaloncini, simulando due sonori starnuti nel riporre i suoi vestiti nella borsa, chinata in avanti. Constatai che l'audio, tutto sommato, era più che accettabile. I due ragazzi si voltarono di scatto, rimanendo folgorati all'istante dal suo sedere in primo piano. Si guardarono vicendevolmente, sorridendo stupefatti ed ammutoliti. Uno dei due portò le sue mani sulle guance, senza smettere di ammirarla. Subito dopo Diana stese l'asciugamano, continuando ad esibire le sue chiappe in direzione dei due giovanotti. Terminato di sistemarsi, la vidi spostare di nascosto, ma intenzionalmente, uno dei triangoli del suo reggiseno. Tornò in posizione eretta, si girò per un attimo verso di me: una delle sue tettone abbronzate era fuoriuscita quasi completamente e non certo in maniera fortuita. Poi iniziò a raggiungere la battigia, senza ricomporsi, sfilando a poco più di un metro alla loro sinistra. Si chinò ancora per bagnarsi le mani, mostrando il suo culo nella massima esposizione possibile, a pochissima distanza dai loro occhi sgranati. Si girò nuovamente e prima di raggiungere l'asciugamano, con una tetta praticamente al vento, li salutò, chiedendo se la sua presenza alle loro spalle potesse essere di disturbo per i lanci delle canne da pesca. "E' la prima volta che vengo qui e, tra barche e pescatori, non immaginavo fosse così difficile trovare un posticino in cui sistemarmi". I ragazzi ovviamente la rassicurarono affermando di non provare il minimo fastidio. "Staremo attenti noi, tranquilla: non ti preoccupare... ma hai fatto bene a farcelo notare, potevi rischiare di essere infilzata"

"Dai, vi lascio pescare e torno al mio posto, devo provare a mettermi la crema sulla schiena: senza le mie amiche sarà un problema riuscirci da sola, non sono affatto snodata" Uno di loro si offrì volontariamente di aiutarla, con spirito angelico e caritatevole. "Ti ringrazio ma non preoccuparti, non voglio che ti scomodi, sicuramente abboccherebbe il mostro di Lockness in tua assenza, succede sempre così, mi spiacerebbe farti perdere un'eventuale cattura soddisfacente" Il ragazzo insistette, minimizzando con gentile intraprendenza.

Diana fece strada verso il suo asciugamano, mentre il giovane seguendola analizzò con meraviglia il suo culo in movimento. Ancora in piedi, camminando, si slacciò sensualmente il reggiseno, lanciandolo sul telo. Coprì le tette con l'avambraccio sinistro, prima di liberarle nello sdraiarsi a pancia sotto. Poi si allungò verso la borsa, afferrando il tubo di crema solare: "Grazie davvero e scusami ancora". Il ragazzo, forse appena maggiorenne, diede il via alla sua opera di spalmatura con imprevedibili capacità, almeno a giudicare dalla mia distanza di qualche metro.

I suoi movimenti apparivano misurati ma decisi, senza timore di sconfinamenti. Lo notai soffermarsi lungo i fianchi fino a raggiungere i suoi seni con sollecitudine e meticolosità.

Diana si sollevò sui gomiti con moderazione, consentendogli una maggiore visuale e soprattutto una palpazione laterale più morbida e gradevole. Poi gli disse qualcosa a bassa voce, prima di riabbassarsi. Il giovane la osservò quasi sconvolto, poi distribuì equamente una discreta quantità di crema su entrambe le chiappe e iniziò a toccare il suo culo con insistenza, a mani aperte, centimetro per centimetro senza lasciare nulla al caso. Anche il suo amico non perdeva occasione di gustarsi la scena, probabilmente fomentato anche da una buona dose di comprensibile invidia.

Per la prima volta su una spiaggia non fui capace di resistere alla tentazione di masturbarmi, seppur in maniera accennata e carezzevole. Vidi Diana allargare le gambe e simultaneamente il ragazzo infilare entrambe le mani nel suo interno coscia, dopo essersi rifornito di crema. Soltanto dopo alcuni lunghissimi secondi completò il suo servizio, dedicandosi approfonditamente anche alle gambe ed ai polpacci. Si dissero ancora qualcosa sottovoce, il giovane indicava chiaramente a Diana di accostarsi alla sua postazione, evitando di rimanere alle loro spalle. Il suo amico intervenne "Ma si, dai, ha ragione lui: vieni qui, almeno non correremo alcun rischio per lanciare le lenze..."
 

Poncharell

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L'impennata erotica per eccellenza.
La ragazza della porta accanto, che capisce di non essere solo quello.

E quando lo capisce è il tappo dello spumante che parte, ma dietro si lascia la scia di vino che esce fuori con le bollicine da tutte le parti.
Quando parte il suo, di tappo, perché finalmente capisce che il metro di giudizio maschile e femminile sono diversi e che le sue tettone, si, piacciono ai maschi, allora si porta dietro gli spruzzi (allusione freudiana?) e le bollicine dei desideri, delle voglie, delle fantasie, sempre confessate dal suo uomo, ma mai comprese. E chiuse, sigillate in quel collo di bottiglia.
Quando lei gli da la stura mica si limita alla tintarella in topless. Capisce che ha tante cose da recuperare: tutte le fantasie del suo maschio.
E non è che possa esaudirle tutte e subito. Ma ormai è pronta, è un'aquila che vede la preda all'improvviso e non se la lascia sfuggire. Decide e agisce.
Quindi manda il suo uomo a mettersi comodo, se ne va e poi torna sulla scena per l'azione.
E se ne va, esclude il fidanzato, perché sul palcoscenico va da sola.
Ora a Selpot la faccenda sfugge di mano. Voleva suscitare il canovaccio, suggerire dalla buca sul palcoscenico.
Ma invece finisce in platea e la sua donna prende tutta la luce dei riflettori: non si mette in topless; no, si leva il reggiseno mentre il ragazzo eccitato è alle sue spalle e glielo fa vedere bello e buttato lì sull'asciugamano.

(...) Una notte insonne e piacevolmente agitata diede inizio ad una settimana di ricerche... e di ricerca: ricerca innanzitutto di un equilibrio e di una compostezza che si rivelarono molto più difficili da instaurare di quanto prevedessi: una carrellata impazzita di immagini inebrianti quasi mi ossessionò per intere giornate e non smise di tormentarmi se non per brevi momenti (...)

Che anche Selpot abbia qualcosa chiuso e costretto in una bottiglia?

(...) le tettone saltellanti di Diana durante il suo percorso di avvicinamento a me ed ai pescatori per il suo primo topless (...)

Ma ora non comanda più lui. Se n'era mai accorto?

(...) il nudo integrale sul lettino, il suo secondo topless ad occhi chiusi circondata dai giovanotti di Napoli, il bagno insieme a Valerio e Davide che la stringevano o palpavano il suo corpo (...)

Invitare i ragazzi a seguire Diana in acqua è un gesto di volontà che è stato già anticipato, suo malgrado da due iniziative fatte e finite della sua tettona.

(...) Ragazzi, scusate per l'invasione ma devo proporvi una cosa, non prendetemi per matto (...)
(...) se qualcuno di voi ha voglia di fare un bagno, potete raggiungerla e scambiare due chiacchiere: di sicuro apprezzerà, complimentatevi per il suo corpo, penso sappiate come si fa (...)


Ma è una rondine, non la Primavera.
La piccola aquila, ha cominciato a battere le sue ali

(...) Ho capito, ho capito: sei tutta nuda in mezzo ai tuoi prediletti, ora puoi anche riabbassare le braccia, altrimenti non sarò l'unico a notarlo quaggiù! (...)

E diventata adulta, spicca il volo.

(...) Diana si guardò intorno furtivamente, aprì la borsa con frenesia, estraendo il mio asciugamano: me lo porse, lasciandomi in consegna anche l'ombrellone, prima di richiudere la zip: "Un paio d'ore, non di più: abbiamo parcheggiato alle tre e mezza, quindi saranno quasi le quattro ormai". Non aggiunse altro e retrocedette a passo sostenuto verso il parcheggio, per prepararsi ad una nuova entrata in scena, stavolta in totale solitudine. (...)

E a Selpot non rimane che assistere dal palco reale.
E' ancora padrone del suo destino e prende una decisione che fino a quel momento non gli era balenata nella testa.

(...) Per la prima volta su una spiaggia non fui capace di resistere alla tentazione di masturbarmi, seppur in maniera accennata e carezzevole. (...)

Ma il suo comportamento influisce solo su di lui. Il controllo sulla sua Diana Tettona ormai non c'è più.
E non solo tettona, con il culo esposto e... in qualche modo dolcemente profanato.

(...) Poi gli disse qualcosa a bassa voce, (...)
(...) Si dissero ancora qualcosa sottovoce (...)


C'è quella faccenda degli elettrodomestici.
Compri un frullatore e si rompe. Ma tu non hai fatto niente.
Torni dal venditore prevenuto a una polemica fastidiosissima, ma invece lui non fa una piega, si gira, allunga la mano e ti da un'altra scatola.
<< E' la regola della vasca da bagno. Se un elettrodomestico deve rompersi lo fa nei momenti iniziali del suo uso, poi le possibilità che si rompa diminuiscono fino quasi a 0. Poi, col tempo, quando diventa vecchio, le probabilità che si rompa aumentano di nuovo. Se disegna questa curva vedrà che ha la forma di una vasca da bagno. >>
Diana, per fortuna, ha tettone belle, sode e femminili. E' umana. E con lei la "vasca da bagno" ha funzionato al contrario.
Una volta avviata, la curva si è innalzata, e la ragazza della porta accanto, dopo aver chiesto alla futura suocera come ha cucinato il pollo, va al mare, mostra una zizza, si libera del reggiseno e lo lancia davanti al suo ammiratore ("hai capito cosa ci stava dentro? lo sai ora cosa si vede, se tu fossi davanti a me?"), si fa accarezzare, toccare, palpare.
(...) Constatai che l'audio, tutto sommato, era più che accettabile (...) , parla a bassa voce con chi la crema la sa spalmare davvero, non come quel primo ragazzo sugli scogli. Due volte.
E poi riceve l'offerta: vieni vicino a noi?

Che bello, che le donne non le fa la Indesit.
 

marte195

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Mi fai morire , L'ATTESA(😁) della storia è snervante.... poi arriva la notifica, una botta di adrenalina di euforia ed eccitantazione tutto insieme pervade nel mio corpo,come un ragazzino corro il prima possibile nel divano, mi rilasso e mi GODO il racconto,
vorrei farti una domanda se posso, premetto non ho letto tutti i commenti, può essere già stato chiesto, ma i 3 napoletani l'ultimo giorno non sono venuti, Dopo che Diana ha chiesto loro di spalmare la crema nelle sue tettone?
Ultima cosa , ma una foto a viso coperto o anche presa dal web per capire indicativamente come sono le tette ma soprattutto per i capezzoli è fattibile 😁
Ciao e grazie 🙏😀😀😀
 

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