"Hai indovinato a non venire, il caldo è infernale, ci siamo ancorati sotto l'ombrellone da stamattina "
Non riuscii ad assegnare un significato chiaro o un'interpretazione precisa allo scialbo messaggio di Diana. Mi aspettavo di non sentirla più, onestamente, almeno per qualche giorno: nei rari istanti in cui invece avevo immaginato un riavvicinamento con lei, prevedevo circostanze o modalità decisamente diverse. In quel momento non seppi comprendere se a predominare fosse la felicità o il sollievo per un fievole lumicino di comunicazione oppure la rabbia e la delusione per un tentativo di dialogo inappropriato ed inferiore alle mie aspettative.
La voglia di ignorarla fu piuttosto istintiva e travolgente. Gettai il telefono sull'asciugamano e mi dedicai ad un bagno rigenerante, che tuttavia non riuscì a raffreddare l'inquietudine e l'iperattività del mio cervello.
Uscii dall'acqua ben prima del previsto, afferrando il cellulare con le mani ancora inzuppate. Non fui capace di opporre resistenza alla tentazione di rispondere: "Io ho appena fatto un bagno e mi sono rinfrescato". La sua replica fu quasi immediata: "Quindi sei al mare anche tu!? Subito pronto a riconsolarti..." Risposi di getto che in un certo senso mi stavo riscattando, ma in totale solitudine, circondato unicamente da una natura meravigliosa. Dapprima stizzita e scettica, Diana volle sapere su quale spiaggia mi trovassi, incuriosita dal mio fervore descrittivo. Infine ci salutammo in maniera serena e distaccata, almeno apparentemente.
Mi sentii soddisfatto della composta indifferenza con cui avevo affrontato la conversazione; la calma tornò a impadronirsi nuovamente di me, tanto da permettermi di addormentarmi al sole. Ebbi l'impressione di aver riposato per settimane, ma quando riaprii gli occhi, controllando l'orario, mi accorsi che era trascorsa appena un'ora dai saluti finali con Diana. Decisi di rifocillarmi subito in acqua immergendomi solo con il corpo ed individuai qualche timido movimento in lontananza sulla battigia. Qualcuno si era finalmente scrollato di dosso la propria pigrizia avventurandosi in una passeggiata e ne valeva davvero la pena: il tratto che avevo scelto per la mia sosta era a dir poco suggestivo e meritevole di essere esplorato ed ammirato.
Tornai a sedermi sul mio asciugamano, consumando tardivamente il mio misero pranzo a base di frutta. Durante la masticazione continuavo a guardarmi intorno, accorgendomi che le tonalità dei colori della macchia retrostante erano diventate più tenui e sfumate. Anche le poche trasparenze del mare andavano gradualmente dissolvendosi mentre timide increspature esordivano dopo ore di calma piatta.
Notai avvicinarsi una figura umana, che camminava sul bagnasciuga a distanza ancora notevole. Dal suo incedere che appena distinguevo, azzardai a scommettere che si trattasse di una donna, ma non riuscivo a focalizzare la tipologia ed il colore del suo costume. Per sfidare la noia, mi concentrai incuriosito su quella sagoma in movimento: aveva appena superato il tratto più affollato, ma la sua passeggiata proseguiva anche sulla spiaggia deserta a passo convinto: anzi no: si fermò di colpo, notai un suo braccio muoversi prima lungo il collo, poi dietro la schiena, l'altro era probabilmente occupato da un asciugamano e da altri capi di vestiario meno voluminosi. Riprese il suo cammino, verso di me. I miei soliti occhi perversi iniziarono ad inquadrare due belle tettone, in libero movimento. Il sole mi aveva dato alla testa e mi sentii spaventato da me stesso: erano trascorsi appena due giorni e già vedevo Diana in altre donne, un po' troppo precocemente. Anche la cinquantenne che mi aveva puntato era in topless, poteva trattarsi benissimo di lei, ma quelle tette non avevano nulla a che vedere con le sue e nemmeno il suo portamento. Il cuore cominciò ad impazzire, colei che scorgevo sempre più nitidamente stava passeggiando con disinvoltura a seno nudo, un seno prorompente, abbronzato, senza inibizioni.
Poterla mettere sempre più a fuoco mi convinse inequivocabilmente della familiarità di quella figura: il colore dell'asciugamano, la capigliatura, il passo erano identici ai suoi. Dopo qualche secondo potei distinguere anche il suo viso senza la minima possibilità di errore, mentre le sue tettone ballavano in tutta la loro esuberanza. Indossava un inedito slip bianco, probabilmente il nuovo e ridottissimo perizoma di cui le avevo fatto dono. Cercai di incontrare il suo sguardo ma la vedevo ammirare con apparente interesse la vegetazione alle spalle della spiaggia. A circa 30 metri da me si fermò nuovamente, posando a terra l'asciugamano ed i vestiti. Mi diede le spalle, regalandomi un'inquadratura magistrale di uno strepitoso lato B, la cui perfetta abbronzatura era resa ancora più arrapante dal contrasto con il bianco del succinto perizoma. Diana lo sfilò con sensualità, gettandolo sull'asciugamano, poi si immerse lentamente, rimanendo vicina alla riva. Permise alle sue tettone di giocare con le increspature del mare, abbandonandole all'andamento delle onde, a pelo d'acqua. Continuava ad ignorarmi con lo sguardo, ma non con il suo corpo. Tornò sulla battigia e senza sostare per la solita asciugatura riafferrò le sue cose e completò la passeggiata in nudo integrale, proprio davanti a me.
"Ciao, scusami se ti disturbo: mi chiamo Diana, piacere di conoscerti innanzitutto: avresti per caso della crema solare? Temo di essermi scottata, puoi dare un'occhiata alle mie spalle?"
"Il piacere è tutto mio, Diana: purtroppo i tuoi timori sono fondati, ti stai bruciando, accidenti. ... Puoi accomodarti vicino a me, se vuoi: penserò io alla crema"
"Grazie, sei gentilissimo, mi spiace per l'invasione, immagino volessi goderti questa spiaggia da solo, visto che ti sei allontanato così tanto..."
"Avrei voluto... ma ora ho cambiato idea, vorrei godere insieme a te di tutti i piaceri che questa spiaggia può regalare, sempre che tu sia d'accordo"
"Mi piacerebbe molto"
"Bene, in questo caso puoi sdraiarti... ma prima di tutto ti cospargerò un pò di crema nelle zone più arrossate"
"Sono troppo sfacciata se ti chiedo di spalmarla ovunque? Sai, riesco a ustionarmi nei punti più impensabili..."
"Nessun problema: ma prima di iniziare, con il tuo permesso, mi metto in libertà anch'io..."
Mi liberai impetuosamente del mio costume, mentre Diana si distese a pancia sotto e aprì immediatamente le gambe, complimentandosi per la mia intraprendenza. Iniziai la mia insolita spalmatura, prima sulle cosce, passando poi al sedere sul quale mi soffermai a lungo. Proseguii con la schiena, mentre il mio membro sfiorava ripetutamente la passerina spalancata fino a penetrarla. Continuai imperterrito la mia opera di protezione solare dedicandomi al collo ed alle braccia, mentre sentivo la fica di Diana bagnarsi ed allargarsi sempre di più.
Aumentai i giri e la potenza del motore: il suo turbamento e la sua eccitazione divennero incontrollabili, Diana riuscì a venire in un lampo urlando a squarciagola e lasciandomi di sasso, in piena fase crescente. Subito dopo si girò, ordinando un bis immediato. Le mie cartucce erano ancora cariche al massimo e fu meraviglioso poter trascorrere qualche minuto avvinghiati e bestiali, prima di raggiungere l'orgasmo simultanemente, ammirando le sue tettone rimbalzare impazzite, al sole, su una spiaggia solo nostra.
Non pensammo nemmeno a parlarci, a chiarirci, a riprendere il dialogo da dove lo avevamo lasciato... un defaticante e giocoso bagno nudi sancì una nuova consacrazione ed un nuovo inizio.