Esperienza reale La prima vacanza trasgressiva - Introduzione

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selpot

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Prendere sonno fu un'ardua impresa quella notte. Eppure di adrenalina ne avevo scaricata fin troppa. Il dopocena si era puntualmente colmato ancora una volta di passione ed esuberanza: mi piaceva l'idea di premiare Diana a regola d'arte, dopo una giornata traboccante di provocazioni e di disinvoltura sfrenata nella quale si era pienamente meritata un'appagante gratifica per tutte le emozioni che aveva saputo regalarmi.

"Mentre eri sotto la doccia sono andato da Luca di nascosto, mi ha detto che domani è disponibile ad accompagnarci su qualche spiaggetta che in pochi conoscono, principalmente frequentata da giovani del posto, ma soltanto in alta stagione. Raccomanda a te in particolare di munirti di scarpe adatte ad un'escursione e di scegliere un abbigliamento comodo e pratico. Scommetto che impazziresti se ti facesse esattamente quello che sto facendo io in questo preciso istante". Sentivo la sua fica dilatata e fradicia, non rispose ma l'espressione del suo volto acquisì un desiderio ed una libidine ai massimi livelli. Aumentai i giri del motore, sempre di più fino a dominarla. Non oppose resistenza, rinunciando dopo qualche istante a reprimere i suoi sonori, assordanti gemiti, incontrollabili.

Nel rivestirci mi rivelò con il suo sorriso accattivante ed irresistibile di essersi accorta eccome del mio allontanamento. "Ti ho chiamato tre o quattro volte, volevo che mi insaponassi la schiena ma non rispondevi. A proposito: anch'io ho fatto qualcosa di nascosto e forse anche di proibito in tua assenza, ma fino a domani non potrò spiegarti meglio, non aggiungo altro e per favore non chiedermi nulla."

Non volli insistere e stetti al gioco: impazzivo per i suoi sensuali rebus intriganti e non volevo saperne di dormire, non prima almeno di aver risolto quell'indovinello ad altissima carica erotica. Cosa poteva aver combinato di così eccitante in pochi minuti di abbandono? Un orgasmo in solitudine sotto la doccia o sul letto? Possibile, ma a giudicare dalla sua voglia repressa al mio ritorno lo ritenevo abbastanza improbabile. Una telefonata al nostro marinaio? Da escludere, solo io avevo il suo numero e tenevo ben custodito il cellulare nella tasca dei bermuda che indossavo, mentre ero andato a bussare alla porta di Luca. Quindi Diana non avrebbe potuto reperire il contatto telefonico di Stefano da nessuna parte. Era uscita sul cortile mezza nuda o forse in topless, magari per asciugarsi i capelli, per prendere qualcosa in macchina o per stendere il bucato che nel frattempo aveva provveduto a lavare? Niente di più facile, ma perché aspettare per forza l'indomani per confidarmelo!? Non avrebbe avuto senso.

Mi scervellai a lungo, ma invano. Morfeo mi costrinse ad arrendermi in piena notte, dopo una strenua e piacevole resistenza.

L'acuto scricchiolio quasi gracchiante di una porta mi ridestò da un sonno tardivo ma profondo: Diana, immagino in punta di piedi, si era allontanata dalla camera da letto, chiudendosi in bagno. Scoccavano le nove in punto, tra un'ora esatta Luca ci avrebbe aspettato in cortile per l'appuntamento concordato, ma il mio cervello non suggerì di alzarmi in fretta, bensì di divertirmi a riprendere mentalmente il quiz che avevo mio malgrado dovuto sospendere qualche ora prima. Rispetto alle mie elucubrazioni notturne, il mistero si infittiva maggiormente per il sopraggiungere di un nuovo ed inspiegabile particolare su cui riflettere: pur ancora intorpidito ed in piena fase di carburazione, avevo ben distinto la chiave della porta del bagno girare: Diana si era "barricata", operazione resa del tutto enigmatica ed inconsueta dalla sua proverbiale paura di imprigionarsi che avevo imparato a conoscere, a meno che...

Attento ad evitare il minimo rumore, accesi la luce e raggiunsi il cassetto del comodino in cui aveva sistemato accuratamente i suoi bikini, lo aprii con lentezza esasperante ma...
 

Ciccio9911

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Prendere sonno fu un'ardua impresa quella notte. Eppure di adrenalina ne avevo scaricata fin troppa. Il dopocena si era puntualmente colmato ancora una volta di passione ed esuberanza: mi piaceva l'idea di premiare Diana a regola d'arte, dopo una giornata traboccante di provocazioni e di disinvoltura sfrenata nella quale si era pienamente meritata un'appagante gratifica per tutte le emozioni che aveva saputo regalarmi.

"Mentre eri sotto la doccia sono andato da Luca di nascosto, mi ha detto che domani è disponibile ad accompagnarci su qualche spiaggetta che in pochi conoscono, principalmente frequentata da giovani del posto, ma soltanto in alta stagione. Raccomanda a te in particolare di munirti di scarpe adatte ad un'escursione e di scegliere un abbigliamento comodo e pratico. Scommetto che impazziresti se ti facesse esattamente quello che sto facendo io in questo preciso istante". Sentivo la sua fica dilatata e fradicia, non rispose ma l'espressione del suo volto acquisì un desiderio ed una libidine ai massimi livelli. Aumentai i giri del motore, sempre di più fino a dominarla. Non oppose resistenza, rinunciando dopo qualche istante a reprimere i suoi sonori, assordanti gemiti, incontrollabili.

Nel rivestirci mi rivelò con il suo sorriso accattivante ed irresistibile di essersi accorta eccome del mio allontanamento. "Ti ho chiamato tre o quattro volte, volevo che mi insaponassi la schiena ma non rispondevi. A proposito: anch'io ho fatto qualcosa di nascosto e forse anche di proibito in tua assenza, ma fino a domani non potrò spiegarti meglio, non aggiungo altro e per favore non chiedermi nulla."

Non volli insistere e stetti al gioco: impazzivo per i suoi sensuali rebus intriganti e non volevo saperne di dormire, non prima almeno di aver risolto quell'indovinello ad altissima carica erotica. Cosa poteva aver combinato di così eccitante in pochi minuti di abbandono? Un orgasmo in solitudine sotto la doccia o sul letto? Possibile, ma a giudicare dalla sua voglia repressa al mio ritorno lo ritenevo abbastanza improbabile. Una telefonata al nostro marinaio? Da escludere, solo io avevo il suo numero e tenevo ben custodito il cellulare nella tasca dei bermuda che indossavo, mentre ero andato a bussare alla porta di Luca. Quindi Diana non avrebbe potuto reperire il contatto telefonico di Stefano da nessuna parte. Era uscita sul cortile mezza nuda o forse in topless, magari per asciugarsi i capelli, per prendere qualcosa in macchina o per stendere il bucato che nel frattempo aveva provveduto a lavare? Niente di più facile, ma perché aspettare per forza l'indomani per confidarmelo!? Non avrebbe avuto senso.

Mi scervellai a lungo, ma invano. Morfeo mi costrinse ad arrendermi in piena notte, dopo una strenua e piacevole resistenza.

L'acuto scricchiolio quasi gracchiante di una porta mi ridestò da un sonno tardivo ma profondo: Diana, immagino in punta di piedi, si era allontanata dalla camera da letto, chiudendosi in bagno. Scoccavano le nove in punto, tra un'ora esatta Luca ci avrebbe aspettato in cortile per l'appuntamento concordato, ma il mio cervello non suggerì di alzarmi in fretta, bensì di divertirmi a riprendere mentalmente il quiz che avevo mio malgrado dovuto sospendere qualche ora prima. Rispetto alle mie elucubrazioni notturne, il mistero si infittiva maggiormente per il sopraggiungere di un nuovo ed inspiegabile particolare su cui riflettere: pur ancora intorpidito ed in piena fase di carburazione, avevo ben distinto la chiave della porta del bagno girare: Diana si era "barricata", operazione resa del tutto enigmatica ed inconsueta dalla sua proverbiale paura di imprigionarsi che avevo imparato a conoscere, a meno che...

Attento ad evitare il minimo rumore, accesi la luce e raggiunsi il cassetto del comodino in cui aveva sistemato accuratamente i suoi bikini, lo aprii con lentezza esasperante ma...
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meditneo

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Prendere sonno fu un'ardua impresa quella notte. Eppure di adrenalina ne avevo scaricata fin troppa. Il dopocena si era puntualmente colmato ancora una volta di passione ed esuberanza: mi piaceva l'idea di premiare Diana a regola d'arte, dopo una giornata traboccante di provocazioni e di disinvoltura sfrenata nella quale si era pienamente meritata un'appagante gratifica per tutte le emozioni che aveva saputo regalarmi.

"Mentre eri sotto la doccia sono andato da Luca di nascosto, mi ha detto che domani è disponibile ad accompagnarci su qualche spiaggetta che in pochi conoscono, principalmente frequentata da giovani del posto, ma soltanto in alta stagione. Raccomanda a te in particolare di munirti di scarpe adatte ad un'escursione e di scegliere un abbigliamento comodo e pratico. Scommetto che impazziresti se ti facesse esattamente quello che sto facendo io in questo preciso istante". Sentivo la sua fica dilatata e fradicia, non rispose ma l'espressione del suo volto acquisì un desiderio ed una libidine ai massimi livelli. Aumentai i giri del motore, sempre di più fino a dominarla. Non oppose resistenza, rinunciando dopo qualche istante a reprimere i suoi sonori, assordanti gemiti, incontrollabili.

Nel rivestirci mi rivelò con il suo sorriso accattivante ed irresistibile di essersi accorta eccome del mio allontanamento. "Ti ho chiamato tre o quattro volte, volevo che mi insaponassi la schiena ma non rispondevi. A proposito: anch'io ho fatto qualcosa di nascosto e forse anche di proibito in tua assenza, ma fino a domani non potrò spiegarti meglio, non aggiungo altro e per favore non chiedermi nulla."

Non volli insistere e stetti al gioco: impazzivo per i suoi sensuali rebus intriganti e non volevo saperne di dormire, non prima almeno di aver risolto quell'indovinello ad altissima carica erotica. Cosa poteva aver combinato di così eccitante in pochi minuti di abbandono? Un orgasmo in solitudine sotto la doccia o sul letto? Possibile, ma a giudicare dalla sua voglia repressa al mio ritorno lo ritenevo abbastanza improbabile. Una telefonata al nostro marinaio? Da escludere, solo io avevo il suo numero e tenevo ben custodito il cellulare nella tasca dei bermuda che indossavo, mentre ero andato a bussare alla porta di Luca. Quindi Diana non avrebbe potuto reperire il contatto telefonico di Stefano da nessuna parte. Era uscita sul cortile mezza nuda o forse in topless, magari per asciugarsi i capelli, per prendere qualcosa in macchina o per stendere il bucato che nel frattempo aveva provveduto a lavare? Niente di più facile, ma perché aspettare per forza l'indomani per confidarmelo!? Non avrebbe avuto senso.

Mi scervellai a lungo, ma invano. Morfeo mi costrinse ad arrendermi in piena notte, dopo una strenua e piacevole resistenza.

L'acuto scricchiolio quasi gracchiante di una porta mi ridestò da un sonno tardivo ma profondo: Diana, immagino in punta di piedi, si era allontanata dalla camera da letto, chiudendosi in bagno. Scoccavano le nove in punto, tra un'ora esatta Luca ci avrebbe aspettato in cortile per l'appuntamento concordato, ma il mio cervello non suggerì di alzarmi in fretta, bensì di divertirmi a riprendere mentalmente il quiz che avevo mio malgrado dovuto sospendere qualche ora prima. Rispetto alle mie elucubrazioni notturne, il mistero si infittiva maggiormente per il sopraggiungere di un nuovo ed inspiegabile particolare su cui riflettere: pur ancora intorpidito ed in piena fase di carburazione, avevo ben distinto la chiave della porta del bagno girare: Diana si era "barricata", operazione resa del tutto enigmatica ed inconsueta dalla sua proverbiale paura di imprigionarsi che avevo imparato a conoscere, a meno che...

Attento ad evitare il minimo rumore, accesi la luce e raggiunsi il cassetto del comodino in cui aveva sistemato accuratamente i suoi bikini, lo aprii con lentezza esasperante ma...
Erotico e misterioso come solo tu sai scrivere.....
 
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selpot

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Incredibilmente semivuoto. Quel poco che in penombra riuscivo ad intravedere mi pareva impossibile: nel disfare le rispettive valigie al nostro arrivo, ero sicuro di aver distinto per qualche istante almeno dieci/dodici bikini appoggiati sul letto, che stavano per essere riposti in quell'intrigante cassetto; ma adesso ne contavo soltanto tre, i più succinti peraltro. Ricordai la confessione di Diana, proprio il giorno della partenza: "Di costumi micro ne ho portati pochissimi e non ti prometto affatto che li metterò: è la prima volta che approdiamo in Sardegna e devo capire quale tipo di contesto troveremo: non vorrei che il popolo sardo gridasse allo scandalo"... e difatti quelle tre arrapanti rarità giacevano in fondo al comodino, tristemente escluse. Ma tutti gli altri, invece? Dov'erano finiti? Sembrava ne fossero spariti parecchi, a parte quei tre o quattro lavati la sera precedente e con ogni probabilità rimasti stesi ad asciugare. Mantenendo l'assoluto silenzio, sbirciai nell'altro cassetto del comodino, nel quale fui certo di distinguere solamente slip, calzini e reggiseni, oltre ad un pigiama estivo: passai allora ad ispezionare il comò, nel quale erano sistemate soltanto t-shirt ed alcuni maglioncini di cotone nei primi due cassetti, mentre il terzo era vuoto. Anche nell'armadio non rilevai traccia di bikini, nemmeno nella valigia ormai vuota.

Quatto quatto raggiunsi la sala in cui Diana aveva collocato lo stendibiancheria dalla sera precedente: come immaginavo, i quattro costumi utilizzati (spesso ben poco) nei giorni addietro erano ancora in procinto di asciugarsi del tutto; diedi una rapida occhiata anche nei dintorni ma non scorsi altri bikini disseminati in giro, a parte un perizoma rosa floreale piuttosto coprente nello zaino, lasciato intenzionalmente come cambio, in caso di necessità.

Ricalcolando velocemente l'assortimento dei costumi che avevo regalato a Diana, mancavano all'appello almeno quattro bikini: non potevano che farle compagnia in bagno, non c'era altra soluzione. Ma che senso aveva chiudersi addirittura a chiave, considerando che in mia presenza aveva sempre e tranquillamente indossato i costumi selezionati davanti ai miei occhi? E soprattutto perché provarli di nuovo??? Avevamo già riscontrato a suo tempo che la dimensione dei minuscoli triangolini posteriori dei vari perizomi era più o meno la stessa, questione di pochissimi millimetri l'uno dall'altro.

Alimentai il mio ottimismo, fantasticando sogni strabilianti: Diana non aveva mai nascosto, fin dall'inizio, il suo interesse e la sua attrazione per Luca, accennando spesso e senza peli sulla lingua alle sue reali intenzioni ed alle fantasie che il corpo ed il fascino di quel riservato ragazzo mediterraneo scatenavano nella sua mente: speravo quindi che la giornata appena iniziata fosse particolarmente stimolante e carica di aspettative per lei: forse questa frizzante consapevolezza l'aveva convinta a scegliere il meglio ed a studiare i minimi dettagli per riuscire a far breccia nell'eros del nostro giovane accompagnatore, rivelatosi finora davvero disinteressato, serio ed imperturbabile, nonostante la sua fiorente perfezione fisica e la freschezza dei suoi anni.

La curiosità di vederla uscire da quella porta insolitamente serrata prese il sopravvento in maniera impetuosa: erano fortissimi la curiosità ed il desiderio di sapere quale abbigliamento avesse scelto per l'occasione: per irrompere nella freddezza e nell'indifferenza di Luca, Diana doveva offrire il meglio di se stessa: stavolta più che mai avvertivo quanto fosse necessario scuotere, sorprendere, stuzzicare, forse addirittura traumatizzare quell'attraente giovanotto per convincerlo ad accantonare la sua educazione e la sua impassibilità, pur di accendere i suoi sensi , la sua disinvoltura ed il suo istinto sessuale apparentemente sconosciuto, inviolato o forse non ancora sbocciato.

Decisi di sdraiarmi nuovamente sul letto, fingendomi addormentato ed ignaro, in attesa della sua uscita mai così agognata...
 

pollino88

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L'unica cosa che mi sarebbe venuta in mente al tuo posto è che volesse portare tutti i costumi per poi provarli davanti al ragazzo e chiedere quale le stesse meglio.. sarebbe stato un pretesto per spogliarsi davanti a lui..


Però forse non ha molto senso..
 

pollino88

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Ma anche se non si scopa nessuno qual'è il problema? I racconti erotici non devo per forza finire a orge o alle cose più assurde ma sono le sensazioni che trasmette.
Anzi, personalmente quelli eccessivi con mega orge mi piacciono meno.. mi sanno o di cazzate o di mercenari
 

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