Esperienza reale La prima vacanza trasgressiva - Introduzione

marcoforte

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Diana sempre più al top!
Intraprendente, sensuale e con una voglia di giocare con pochi eguali.
Impossibile non rimanere affascinati dalla lettura delle sue avventure.
Così come è impossibile non avere già voglia di leggere il prossimo capitolo!
Grazie Selpot!!
 

Gekkho

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Diana sempre più al top!
Intraprendente, sensuale e con una voglia di giocare con pochi eguali.
Impossibile non rimanere affascinati dalla lettura delle sue avventure.
Così come è impossibile non avere già voglia di leggere il prossimo capitolo!
Grazie Selpot!!
Concordo in pieno. Situazioni stupende con corpo stupendo.....è sempre più eccitanti questi racconti.
 

Charlie-82

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@selpot come sempre i complimenti per i tuoi racconti non sono mai sufficienti a descrivere quello che trasmetti.
se tornerete mai in Sardegna sarebbe un piacere accompagnarvi in giro per l’arcipelago di La Maddalena (casa mia è una vera perla del mediterraneo)
 

Lucrezonio

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Si starà godendo una vacanza all'estero lontano da zone rosse e coprifuoco, con Diana, dando origine a nuove emozionanti esperienze
che ci racconterà con i suoi classici metodi cadenzati, pieni di precisi e minuziosi dettagli.
 

Gekkho

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Ah se si potessero immortalare cos’han visto I pesacatori.....il bagnino sotto la sua postazione......lo scafista😂.....il ragazzino sugli scogli......il pizzaiolo....e SELPOT quando la vede di ritorno dal mare. 🤪🤪🤪
 

lewis_48

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Ragazzi Secondo me SELPOT ci ha abbandonato non e mai sta assente per tanto tempo un po mi dispiace perchè scriveva molto bene e suoi racconti erano molto intrigante
Giò
 
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selpot

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Spregiudicatezza ed incandescenza dominavano l'atmosfera, incontrastate, sottoponendomi ad una strenua resistenza e ad un sovraccarico di autocontrollo ai limiti dell'umana sostenibilità.

Pronosticavo nella mia mente che la spavalderia e la disinvoltura di Diana avessero i secondi contati in un ambiente così diverso da una spiaggia: temevo che quella stessa mano impegnata a massaggiare delicatamente una delle sue abbronzate ed impudiche tettone, riafferrasse molto presto la zip della felpa e la sollevasse di nuovo nella sua posizione originaria, per porre fine allo spettacolo.

Pienamente consapevole che il momento di grazia potesse terminare da un istante all'altro, mi godevo quindi ogni minimo movimento, ogni dondolio di quel seno generoso e spudorato, bramando con trepidazione che la sua areola ed il suo capezzolo facessero capolino prima che il tempo scadesse, divincolandosi dal palmo che li copriva con una certa costanza, a dispetto di un moto perpetuo e rotatorio della mano non sempre affidabile. Una sbadataggine o un errore di precisione parevano continuamente dietro l'angolo, eppure quell'insolito muro difensivo rappresentato da una mano in movimento reggeva senza alcuna negligenza, purtroppo.

Le mie previsioni, tuttavia, vennero inaspettatamente disattese: invece di ricomporsi, Diana all'improvviso liberò il seno dalla sua mano, esponendolo in piena libertà, in tutta la sua straripante indecenza. Non ancora sazia di arraparmi, tirò fuori anche l'altra tetta, continuando a rimanere voltata all'indietro, con un accattivante sorriso sbarazzino appena accennato. Stavo assistendo incantato ad un topless in piena regola. Rinunciando ancora a girarsi verso di me, afferrò con entrambe le mani le sue tettone, lateralmente, stringendole una all'altra dapprima con delicatezza, poi con crescente energia. L'esplosiva collisione durò interminabili e magici istanti, nei quali mi assentai totalmente da qualunque altro aspetto o particolare. Nel ridestarmi, volli allargare la mia inquadratura visiva, includendo nel panorama anche il contesto retrostante. Mi eccitai tremendamente nell'ammirare quelle tettone in primo piano, completamente di fuori, mentre alle loro spalle decine di uomini di ogni età cenavano o conversavano ignari di quanto stesse accadendo a pochi metri da loro. Chissà come avrebbero reagito nel trovarsi frontalmente una scena simile, chissà se il loro appetito gastronomico sarebbe rimasto invariato o magari si fosse tramutato in ben altri stimoli o in una fame di genere ben diverso...

L'unico potenziale fortunato era il nostro pizzaiolo: a proposito, in quegli istanti di estasi totale avevo completamente tralasciato di osservarlo, di analizzare la sua mimica facciale, le sue espressioni, il suo livello di attenzione. Grave omissione, accidenti: non mi ero goduto il lato più erotico e stimolante dell'esibizione.

Combattuto e pervaso da una miscela di malincuore e di eccitazione, scelsi di distogliere i miei occhi dalle tette ancora sfacciatamente nude; con una misurata nonchalance direzionai con lentezza il mio sguardo verso di lui, evitando rotazioni troppo brusche con la testa: era voltato di spalle, con la pala tra le mani, intento a girare alcune pizze all'interno del forno per una cottura a regola d'arte. Che peccato! Cosa si stava perdendo...

Chissà da quanto tempo non ci osservava... In quel momento avrei pagato oro pur di sapere con certezza se la sua vogliosa visione si era dovuta interrompere per esigenze di lavoro alla prima scena, con l'esposizione di un solo seno, o se invece era riuscito a godersi l'intero show fino al topless completo, senza badare alle sue pizze. La tentazione di indurlo, con una scusa, a girarsi verso di noi, era fortissima: morivo dalla voglia di analizzare i suoi sguardi su quelle tettone sfacciatamente in mostra per lui, prima che il gioco finisse. Con la coda dell'occhio notai che Diana aveva roteato la sua testa verso il nostro tavolo per donarci anche i suoi occhi birichini ed ammalianti. Mi voltai subito per guardarla, quasi con furore: i suoi seni continuavano a rimanere prepotentemente scoperti, fieri e giunonici. Nessun pudore, nessuna paura, nessun ripensamento: sembrava di essere al mare, peccato solo per quella felpa che, seppur completamente aperta davanti, nascondeva tanta sfrontatezza ed audacia a chiunque sedesse alle nostre spalle.

Diana, gesticolando, tentò di domandarmi se il pizzaiolo avesse visto tutto il suo spettacolo; mimai di non esserne certo, poiché il mio stesso ipnotico incanto nel venerare le sue tette non mi aveva permesso di prestare attenzione ad ulteriori dettagli.

Mi sorrise compiaciuta, cercando di poggiare i suoi meravigliosi ed ingombranti seni sul bordo del tavolo per scatenare in me un'eccitazione fatale. Neanche il tempo di perfezionare l'ennesima provocazione, che udimmo in lontananza la porta d'ingresso aprirsi, varcata da una nutrita combriccola di mezza età. Repentinamente Diana riposizionò le tette all'interno della felpa, coprendole in maniera adeguata, ma senza risollevare la zip. Anche il pizzaiolo si girò in direzione del gruppo appena arrivato, cercò di individuare la posizione del cameriere per invitarlo ad un'accoglienza professionale ma i suoi occhi caddero nuovamente sulla vertiginosa scollatura di Diana che restava mozzafiato nonostante la dovuta ricomposizione.

Il cameriere sopraggiunse agilmente, a passo deciso, salutando la comitiva con un affabile benvenuto. Le mie preghiere affinché rimanessimo isolati o almeno ben distanziati da loro furono purtroppo inefficaci. Vedemmo il giovanotto indicare i quattro piccoli tavoli che seguivano il nostro e congiungerne tre in tutta fretta per creare un'idonea sistemazione di fortuna, che incontrò il pieno gradimento del gruppo, dal marcato accento lombardo.

Diana scrutò con attenzione il comportamento di ogni vicino, pronta con la mano destra a sollevare la zip della felpa. L'assenza di qualunque forma di intrusione e di curiosità, unite alla rinuncia alla socializzazione da parte del gruppo, la rassicurarono, incoraggiandola a mantenere inalterata la sua apertura da capogiro. Un unico tavolino ancora vuoto ci divideva dalla combriccola. Si dedicò ancora a qualche ispezione a distanza su eventuali forme di interesse o di invadenza nei confronti del suo estremo e provocante decolleté: nessuno sguardo fastidioso, nessuna morbosità, anzi assoluta indifferenza e discrezione da parte dell'intera comitiva, già immersa e concentrata nella silenziosa lettura dei menu.

"Adesso mi conviene fare le vostre, prima che le ordinazioni aumentino", preannunciò il pizzaiolo, dedicandoci un'occhiata cordiale e fugace, che si trasformò all'istante in una vera e propria radiografia alla scollatura estrema di Diana. Mi accorsi subito che l'approfondita sbirciata era assolutamente opportuna: nonostante la felpa celasse il minimo indispensabile, le tettone rimanevano debordanti, pronte a saltare fuori da un momento all'altro, anche per il più innocuo ed impercettibile dei movimenti del corpo, vista la posizione molto abbassata della zip, all'altezza dell'ombelico.

"Dai, ci affidiamo a te, hai carta bianca", scherzò Diana. Un leggero avanzamento delle sue braccia fece allargare la felpa: le areole tornarono ad affacciarsi nemmeno troppo timidamente, anzi con una decisa voglia di uscire per intero. Il pizzaiolo cambiò volto, passando da un sorriso compiaciuto ad una evidente eccitazione negli occhi.

Diana abbassò lo sguardo verso la sua scollatura e si accorse dello sconfinamento: "Ops, scusami: sono ribelli ed indisciplinate, ma fa veramente troppo caldo, rischio di svenire con questa felpa addosso". Palesando una marcata insofferenza all'aria rovente, separò ulteriormente la felpa dal suo corpo, quasi a sventolarsi, provocando intenzionalmente la definitiva fuoriuscita di un capezzolo. Si ricoprì in tutta fretta con simulata foga, consentendo al pizzaiolo di riprendere l'affannosa e distratta stesura delle nostre pizze.

Il giovane cameriere irruppe con decisione a disturbare il quieto approfondimento dei menu da parte della comitiva lombarda. Alcuni elementi fecero intendere di necessitare di qualche altro minuto per decidere, altri iniziarono a chiedere informazioni su pietanze a loro sconosciute. Il giovanotto, dapprima alle spalle di Diana, ne approfittò per cambiare posizione, con la scusa di avvicinarsi agli incerti ed ai curiosi, piantandosi quasi frontalmente a lei. Uno sguardo al menu, uno al cliente, uno alla scollatura, anzi due, anzi tre. Lei si accorse dell'interesse riscosso e volle ricompensarlo con la stessa generosità adoperata nei confronti del pizzaiolo. Spostò la sedia all'indietro di qualche centimetro, poi si chinò leggermente come per sistemare l'orlo dei pantaloni o raccogliere qualcosa. Le tettone esondarono all'istante, con i capezzoli turgidi puntati verso il basso, completamente in mostra. Il ragazzo stentava a rispondere alla clientela, sprofondato in quel panorama di altissimo tasso erotico. Dopo interminabili secondi, Diana si risollevò con la schiena, donandoci un altro topless di rara potenza. Si ricompose con calma olimpica, concedendo al ragazzo il tempo necessario per ammirarla con il massimo desiderio.

La porta d'ingresso si aprì nuovamente, varcata da due ragazze che si lanciarono verso il tavolo che ci divideva dal numeroso gruppo lombardo. Diana stavolta fu costretta a risollevare la zip in tutta fretta, mentre il giovane cameriere fece segno alle due fanciulle di potersi accomodare, in attesa del suo arrivo.

Le pizze si rivelarono veramente strepitose, tra le migliori mai mangiate.

"Complimenti davvero, ti verremo a trovare di nuovo prima di ripartire", promisi al pizzaiolo

"Vi aspetto molto volentieri... e magari ci incontreremo anche a Cartoe, non escludo di farci un salto domani mattina, vedremo..."

"Noi domani ci andremo sicuramente: porta un paio di pizze in più, se deciderai di venire..."
 

DoubleDuck

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1 Anno di Phica.net
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Ti avrei commentato ieri notte ma appena messo il racconto il sito è andato in tilt 😂😂 comunque è un piacere leggere la tua storia e di Diana ovviamente continua cosi.
 

marcoforte

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Quanto mi mancavano i tuoi racconti...

L'eccitazione che riesci sempre a trasmettere ha pochi eguali. Bravo! :love:
Spero di rileggere di Diana il prima possibile.
Grazie!
 

Strady2

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Selpot... l'avranno già chiesto in tanti... ma una condivisione della visione paradisiaca delle tettone di Diana non sarebbe possibile? ci hai già deliziato con il suo bel popò...

Detto questo; commento all'ultima parte del racconto.. bello... ma non ci hai descritto molto delle tue sensazioni. Facile immaginare fossi arrapato e "duro", ma come mai non hai attirato l'attenzione del pizzaiolo sbadato?
E come hai fatto a non allungare una mano per toccarle i seni?
quanto self control... :D io mica riuscirei
 

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