"Ho capito, ho capito: sei tutta nuda in mezzo ai tuoi prediletti, ora puoi anche riabbassare le braccia, altrimenti non sarò l'unico a notarlo quaggiù!" Diana sembrò attivare la nostra telepatia e nascose bruscamente i suoi polsi in acqua, continuando a puntarmi con audacia ed insistenza. Senza gesticolare in maniera eccessiva, cercai di mimarle di avvicinarsi un pochino alla riva, perché l'altezza dell'acqua non permetteva di ammirare il suo corpo: rifiutò con la testa il mio invito, accennandomi con una mano di attendere e di pazientare. Mi voltai verso la spiaggia, fingendo di controllare la nostra postazione: l'indifferenza e la disattenzione generali parevano regnare ancora sovrane: inoltre la comitiva di trentenni era in procinto di andarsene ma il loro semplice rivestirsi aumentava a dismisura i decibel di ogni singola voce, al punto di ridestare dal sonno l'intera famiglia dietro di noi: marito e moglie miravano in cagnesco la combriccola per la troppa confusione, mentre i due figli tentavano ancora mezzi addormentati di spostare i loro asciugamani dall'ombra al sole. Diana nel frattempo aveva iniziato a predisporre una curiosa barriera a semicerchio intorno a sé, lasciando una maggiore apertura visiva solo a favore della mia prospettiva; i ragazzi obbedivano a menadito ai suoi ordini di posizionamento, in quel momento ebbi la sensazione di assistere ad una sorta di scena calcistica prima della battuta di un calcio di punizione ed oltre ad una eccitazione sempre crescente mi trovai a sorridere di gusto nel vedere quei giovanotti muoversi millimetricamente a comando, secondo le indicazioni di Diana.
"Chissà cosa avrà in mente", iniziai a pensare arrapatissimo, ma il tempo non mi fu sufficiente per immaginare qualche opzione possibile. Vidi Diana distendersi in un morto a galla a gambe aperte, con le sue tettone affioranti a pelo d'acqua, riuscii a distinguere nitidamente anche i suoi capezzoli turgidi ed esplosivi che puntavano dritti verso il sole. Dopo qualche minuto di perfetta staticità i ragazzi avanzarono uno alla volta avvicinandosi a lei per guardare ogni centimetro del suo corpo ancora più da vicino, mantenendo una perfetta posizione di copertura da eventuali e retrostanti sguardi indiscreti. Diana iniziò ad agitare le gambe con leggeri movimenti di apertura e chiusura, spalancandole di tanto in tanto; subito dopo toccò il suo seno sinistro con la mano, stringendolo con energia mentre guardava i ragazzi di fronte con espressioni provocanti, senza perdere il sorriso.
Notai che alcuni giovanotti perdevano talvolta l'equilibrio e la stabilità, soprattutto a causa di impercettibili sollecitazioni delle mani sui loro membri. Uno di loro, meno vivace ed interessato in fase conoscitiva, era invece il più convinto e stimolato in quel momento ed a differenza degli altri non sembrava in grado di mascherare agli occhi della gente la sua masturbazione in corso, a causa della sua irruenza.
Molti di loro durarono davvero pochissimo, qualche decina di secondi forse, evidentemente la loro fase di arrapamento era iniziata ben prima del morto a galla di Diana che d'improvviso cambiò posizione, dopo aver parlato e sorriso a lungo ad uno dei "ritardatari": si piazzò di fronte a lui ed iniziò a saltellare, consentendo alle tettone di apparire moderatamente, con balzi sinuosi e straripanti. Vidi il ragazzo scattare tre o quattro volte e contorcersi su se stesso dopo qualche istante, era impossibile resisterle a lungo. Mancava solo un giovane per completare l'opera: Diana si rivolse anche a lui, quasi a chiedergli cosa desiderasse vedere per un'erezione soddisfacente: il ragazzo sorridendo indicò con un dito verso la riva, subito dopo tutti gli altri arretrarono di qualche metro senza girarsi, continuando a nasconderla più che potessero, lei li seguì: il suo corpo lentamente venne liberato dall'acqua: prima le tette, poi l'addome, dopo i fianchi, stop: Diana sembrò concordare qualcosa con il ragazzo e si fermò davanti a lui, in attesa: si guardò intorno, prima di avanzare di qualche passo, esibendo la sua fica al giovanotto che scoppiò all'istante. Poi tutti insieme si tuffarono per un bagno ricostituente. Vidi Diana slacciare dal polso il suo perizoma e indossarlo con circospezione, il reggiseno continuava invece a rimanere al proprio posto. Si allontanò da loro con alcune bracciate più energiche, i ragazzi invece virarono a nuoto con calma ed accortezza dalla parte opposta, in vicinanza del loro ombrellone e uscirono in verticale, raggiungendolo senza deviazioni. Notai che miracolosamente non venivano sommersi da sguardi di rimprovero o di condanna: possibile che nessuno si fosse accorto di una scena del genere? Non capii se esserne sollevato o dispiaciuto.
Mentre Diana proseguiva il suo bagno al largo, mi alzai dalla battigia ed entrai in acqua, spalle al mare. Avvertii l'esigenza di capire quante persone potessero aver visto e giudicato l'accaduto, ma il mio stupore non si interruppe: nessun volto mi puntava, nessun altro rideva di me, gli sguardi di alcuni furono assolutamente, innocui, sfuggevoli ed inespressivi.
Tornai allora al mio asciugamano, per attendere impaziente l'uscita dall'acqua di Diana, che nel frattempo si era spostata nuotando verso sinistra. Erano quasi le 16.30: secondo i programmi concordati, avremmo dovuto già essere ripartiti verso casa, ormai, ma poco mi importava: il mio unico pensiero era di chiudere in bellezza, godendomi il sedere e le tettone svergognate di quel capolavoro che non avrei mai lasciato per nessun'altra...
Diana ancora una volta sembrò leggermi nel pensiero e dopo aver mirato in direzione dei nostri posti, iniziò il suo riavvicinamento, muovendosi trasversalmente. Avrei prosciugato il mare per poter vedere il suo culo, ma era inutile smaniare, entro pochi istanti il suo eccitante lato B sarebbe emerso con totale naturalezza. A rilento raggiunse la riva, si sollevò mostrando le tettone all'intera spiaggia, senza accennare a coprirsi. Sostò sulla battigia per iniziare ad asciugarsi. Mi chiese che ora fosse e nel girarmi verso la borsa per afferrare il telefono notai che uno dei ragazzi dietro di noi la stava puntando con un'espressione a dir poco libidinosa.
"Le quattro e mezza!?!? Di già! Dobbiamo andare, si sta facendo troppo tardi". Il ragazzo avanti a noi distinse la sua voce e immediatamente si alzò dalla posizione sdraiata, aprendo gli occhi: i capezzoli di Diana esplodevano di fronte a lui: cercò di desistere, di guardarsi intorno, di incrociare lo sguardo della sua distratta compagna, ma fu inutile: dopo pochi secondi le tettone di Diana riempirono nuovamente il suo panorama ravvicinato. Frattanto avvertii alcuni granelli di sabbia colpirmi sulla schiena: uno dei figlioli alle nostre spalle si era evidentemente svegliato in via definitiva, passando a pochi centimentri da me e, strana coincidenza, andò a sistemarsi sul bagnasciuga, con i piedi in acqua: mirò l'orizzonte per pochi attimi, prima di girarsi con il preciso intento di analizzare ogni centimentro del sedere di Diana e del profilo delle sue tette. Lei avvertì la sua presenza, si girò consentendogli anche un'attenta e nitida valutazione dei suoi seni gocciolanti. Rimosse il reggiseno dal suo polso senza indossarlo, si avvicinò al suo asciugamano rovente e lo stese ad asciugare, prima di tornare sulla battigia: si piegò in avanti per sciacquarsi le mani, regalandoci una spettacolare inquadratura del suo culo già abbronzato: "L'acqua oggi è davvero calda, sono appena uscita e si sta meravigliosamente, sei ancora in tempo per un tuffo". Il ragazzo sembrò assolutamente sorpreso ed impacciato nel parlare per la prima volta nella sua vita con una tettona in topless e perizoma a brevissima distanza, che mostrava il suo seno con una disinvoltura disarmante: "No no, mi bagno solo i piedi per abbassare la temperatura corporea, non mi va di entrare in acqua... proprio adesso." Diana gli sorrise compiaciuta, continuando a mostrarsi senza ritegno: "Capisco capisco, fai pure! Per noi questo è l'ultimo giorno... tra poco la nostra vacanza sarà finita, purtroppo" Il ragazzo la guardò con un'intensità ancora maggiore: "Già... purtroppo, è un vero peccato... e dove ti abbronzerai da domani?"
"Bella domanda" rispose Diana: "Con queste vesti... da nessuna parte probabilmente. In altre vesti non mi va più di rientrare: quindi è un gran dilemma, chissà!"
Il giovanotto venne richiamato severamente dalla sua famiglia, in particolare dalla madre che con ogni probabilità captò il suo evidente interesse alle forme di Diana. Lo seguimmo anche noi, raggiungendo i nostri asciugamani, dopo aver regalato un sorriso al ragazzo fidanzato che aveva assistito imbambolato all'intera chiacchierata di Diana con il giovane. Si sdraiò per alcuni minuti con i seni al vento e con le gambe abbastanza aperte, noncurante degli sguardi allupati ed ininterrotti dei nostri vicini, poi si voltò a pancia sotto, per circa mezz'ora, quasi addormentandosi: il suo sedere al sole, visto da così vicino, incentivava ed autorizzava le mie mani ad affondare, ma lo sguardo rude ed ispettivo della mamma dietro di noi scoraggiò il mio intento. "Mi prendi il costume giallo nella borsa? Non posso ripartire tutta bagnata, devo cambiarmi" Obbedii sull'attenti, Diana si girò di nuovo con il seno in mostra, nello stesso istante in cui anche il ragazzo fidanzato proiettò il suo sguardo verso di lei: "mi dai anche qualcosa per coprirmi? Una delle magliette magari... ". Le consegnai la mia: Diana la appoggiò sopra il suo perizoma, nascondendolo. Poi lo sfilò senza esitare. Un generoso scorcio della sua fica per qualche istante venne catturato dalla perfetta traiettoria visiva dell'incredulo ragazzo che non riuscì a staccarle gli occhi di dosso. Diana scelse allora di indossare con un minimo ritardo lo slip di ricambio, regalandoci molti secondi in più di libidine assoluta.
"E ora a casa, coraggio: può bastare così, non sei d'accordo!?" Le risposi con un'eloquente smorfia di dispiaciuta approvazione. Finimmo di rivestirci e raccogliemmo i nostri bagagli da spiaggia, prima di avviarci verso il parcheggio... Diana dispensò gli ultimi sorrisi e saluti a tutti coloro che l'avevano ammirata durante il giorno, con particolare riguardo al suo
gruppo di malandrini prediletti che ricambiarono con espressioni di estrema riconoscenza e venerazione.
L'accensione del motore dell'auto fu preceduta da un bacio lunghissimo, colmo di piacere, di appagamento e di riconoscenza reciproca: il sipario su quella vacanza indimenticabile potè finalmente calare.