Racconto di fantasia La vita parallela di mia madre

Merkur

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Salve amici phicomani....inizio questo racconto, di pura fantasia, su ipotetiche esperienze in cui ho immaginato che
mia madre si sia trovata in passato.
Ribadisco che tutto ciò è solo frutto della mia creatività ed immaginazione,ma spero possano eccitarvi.

La vita parallela di mia madre :

Capitolo 1 "Lincidente"

Tutto iniziò una fredda mattina di novembre di diversi anni fa.
Quel giorno,mio padre come tutte le mattine, uscì di casa per andare a lavoro.Sfortunatamente però, accadde qualcosa che avrebbe
cambiato la nostra esistenza...
Entrato in auto,mio padre iniziò la manovra per uscire dal parcheggio,ma a causa di una disattenzione, finì per urtare l'auto che era
parcheggiata appena dietro la sua. Il danno procurato, non fu particolarmente grave e mio padre, da onesta e corretta persona, lasciò
sul tergicristallo dell'auto lesionata, il suo numero di telefono, in maniere tale da permettere al proprietario di quell'auto,
di contattarlo.
Poi risalì in macchina e si recò a lavoro. La sera stessa, rientrato a casa, ricevette la telefonata del proprietario dell'auto che aveva
urtato.Sembrò essere una persona gentile e disponibile ad incontrare mio padre per accordarsi sul risarcimento del danno, che essendo
di lieve entità, non implicava il coinvolgimento delle assicurazioini. Mio padre e l'altro uomo si accordarono per incontrarsi la sera
successiva alle 19.30 presso un bar vicino casa nostra.
Il giorno seguente, mio padre si recò, come di consueto a lavoro, ma a causa di un problema, fu costretto a restare in uffucio più a
lungo del solito. Ricordatosi dell'appuntamento col proprietario della vettura danneggiata, telefonò a mia madre,dicendole che essendo
bloccato in ufficio, sarebbe dovuta andare lei a quell'incontro.
Inconsapevolmente, mio padre avrebbe generato quel vortice osceno e perverso dal quale mia madre sarebbe stata travolta.

"Prima di proseguire col racconto, passo ad una breve descrizione di mia madre :
Mia madre si chiama Rosa e a quel tempo era una donna di 44 anni, alta circa 1,60 m,capelli corti castano chiaro, cosce sode,
culo panoramico una generosa 4a taglia di seno."

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E così, alle 19,30 in punto, mia madre si recò al bar dove era stato fissato l'appuntamento.
Per farsi riconoscere, l'uomo comunicò a mio padre che si sarebbe dovuto recare nella saletta sul retro del locale, dove c'era la sala
giochi e chiedere di Don Alberto...
In realtà, in quel bar c'èra una bisca clandestina gestita da una delle più potenti famiglie criminali della città.
Inconsapevole della trappola in cui stava per cadere, mia madre entrò in quella saletta, al cui interno vi erano alcuni uomini di diversa
età. Un pò intimidita, mia madre si avvicinò ad un tavolo dove 5 uomini stavano giocando a poker, e facendosi coraggio chiese ad uno di essi :
"Scusi potrebbe indicarmi chi è il signor Alberto?"
ma l'uomo imperturbabile continuava a giocare a carte senza curarsi di mia madre. Così, la donna con voce più decisa si rivolse di nuovo
all'uomo :
"Mi scusi stò parlando con lei, sarebbe così gentile da indicarmi il signor Alberto?"
A quel punto l'uomo, appoggiò le carte sul tavolo, si voltò verso mia madre e iniziò ad osservarla dalla testa ai piedi. Quella sera, mia
madre non era vestita in un modo particolarmente provocante, ma nonostante ciò, le sue generose curve erano più che intuibili...
Ebbe la sensazione che quell'uomo, osservandola, la stesse letteralmente spogliando con gli occhi.E quando gli altri uomini seduti a quel
tavolo inisìziarono a fare lo stesso, mia madre ,imbarazzata ed infastidita si voltò con l'intenzione di andarsene da quell'affumicato e
asfissiante loculo di pervertiti. Ma, giunta quasi alla porta un uomo le si avvicinò e le chiese :
"Perchè sta cercando Don Alberto?"
e mia madre, rispose spegandogli il perchè avrebbe dovuto incotrarlo. A quel punto, l'uomo disse a mia madre di seguirlo e la consusse in un'altra
stanza, sempre sul retro del bar.Era uno stanzino con una lercia brandina da un lato e un minuscolo tavolino con un paio di sedie dall'altro.
Quell'uomo disse a mia madre di accomodarsi su una sedia e di aspettare.
Mentre attendeva, mia madre continuava ad osservare disgustata il sudiciume di quella stanza, pensando di essere capitata , suo malgrado, in
una lurida bettola.
Trascorsero circa 5 minuti e poi, finalmente, la porta dello stanzino si aprì, ed entro un uomo di circa 65 anni, grasso e con i capelli brizzolati
e grassi.
Fece il giro del tavolino e si accomodò di fronte a mia madre.
Poi si rivolse a lei dicendo :

- Don Alberto : "Buonasera signora.Piacere di conoscerla.Sono il proprietario dell'auto che suo marito ha urtato ieri."
- Mamma : "Buonasera sig.Alberto. Mio marito si scusa per non esser venuto di persona, ma è stato trattenuto a lavoro.
- Don Alberto : "Non si preoccupi,capisco."
- Mamma : "Bene, allora, veniamo alla questione...."

mia madre, era impaziente di lasciare al più presto quel posto che le appariva così ambiguo, e cercò di giungere subito al dunque, ma fu interrotta
dall'uomo...

- Don Alberto : "Aspetti, signora.Quanta fretta?! Prima lasci che le offra qualcosa da bere."
- Mamma : "La ringrazio,molto gentile, ma a quest'ora non bevo alcolici."
- Don Alberto : "No, insisto!Lei è mia ospite.Voglio farle assaggiare un liquore di mia produzione.Vedrà, è squisito."
- Mamma : "Davvero, la ringrazio molto. Come se avessi accettato."

ma a quel punto l'espressione dell'uomo si fece cupa, come se fosse stato offeso...

- Mamma : "Se proprio insiste, allora un pochino lo gradisco."

accettò per evitare di contrariarlo e per sbrigare la faccenda.
Così l'uomo, si chinò e da uno scatolone posto ai piedi del tavolino, estrasse una bottiglia del suo liquore.Poi prese un paio di bicchierini da uno
scaffale e iniziò a versarlo. Porse uno dei bicchieri a mia madre e disse :

- Don Alberto : "Prego, assaggi e mi dica."

mia madre, sentendosi quasi costretta, prese il bicchiere e fece un breve sorso. Ma quel liquore aveva una gradazione alcolica elevata e mia madre,
reggeva poco l'alcol. Quindi iniziò a tossire e si fece rossissima...

- Don Alberto : "Allora?Come è?Non lo trova delizioso?"
- Mamma : "Si....ehc...ehc...è davv...davvero buono."

Compiaciuto, l'uomo iniziò ad entrare nel discorso.

- Don Alberto : "Allora,veniamo a noi.Quello che è capitato ieri è stato molto spiacevole.La macchiana è nuovissima, l'ho appena ritirata dal
concessionario. E' stato devvero un peccato vedere quel graffio sul paraurti..."
- Mamma : "Lo so, mi rincresce molto. Mio marito è davvero desolato, ma è disposto a risarcire il danno,come lei ben sa."
- Don Alberto : "Capisco,signora. Però, non è così semplice..."
- Mamma : "Non è semplice? Mio marito mi ha spiegato che non è così grave il danno. Quanto può essere alta la cifra per ripararlo?"
- Don Alberto : "No, non si tratta di soldi, signora.
- Mamma : "Allora? Qual è il problema?"
- Don Alberto : "Veda,signora, non è il danno materiale che deve esser risarcito."
- Mamma : "Si spieghi meglio."
- Don Alberto : "Va bene...E' evidente che lei e suo marito, non sapete chi sono e cosa rappresento in questo quartiere, e questo mi stupisce.
Quì, tutti sanno chi sono. E sanno che quando viene fatto un torto a Don Alberto, ci sono delle conseguenze...
Bisogna assumersi le responsabilità."
- Mamma : "Mi perdoni se io non conosco ciò che lei rappresenta nel quartiere, ma non era certo intenzione di mio marito farle un torto.
Avrebbe potuto andarsene ieri, e lei non avrebbe saputo chi fosse l'autore del danno. Invece le ha lasciato il numero di
telefono."
- Don Alberto : "Ci mancava che non lo facesse...."
- Mamma : "Mio marito è una persona onesta, e....

prima che mia madre potesse finire la frase, l'uomo alzò la mano per farle capire di fermarsi.

- Don Alberto : "Lei si chiama Rosa e ha 2 figli.La più grande ha 15 anni e va al liceo, l'altro, il più piccolo ha circa un anno_O sbaglio?"

Come raggelata dall'affermazione dell'uomo, mia madre ebbe appena la forza di rispondere...

- Mamma : "Ma...ma lei come fa a sapere queste cose?"
- Don Alberto : "Signora....io so tutto di lei, di suo marito, della sua famiglia."

poi, accortosi che mia madre rimase impietrita, aggiunse

- Don Alberto : "Io conosco tutta gente importante, ma conosco anche delle nullità, come tuo marito!"

a quel punto mia madre reagì, alzandosi :

- Mamma : "Come si permette?!? Mio marito non è una nullità! E poi chi le da il diritto di frugare nella nostra vita?"
- Don Alberto : "Calmati Rosa! Ancora non hai capito chi e cosa sono,vero? Io sono un uomo che può disporre della vita degli altri a mio
piacimento. Posso fare del bene alla gente...ma posso fare anche del male. Io mi aspettavo che venisse tuo marito questa
sera. E invece, quel cacasotto, a mandato la mogliettina...Mi ha mancato ancora di rispetto perchè non ha mantenuto la parola!
Non è un uomo!"
- Mamma : "Basta così! Voglio andarmene da questo lurido buco e da lei!"
- Don Alberto : "No, tu non vai da nessuna parte! Tu continui a non capire. E continui a mancarmi di rispetto! Te ne andrai solo quando sarò
stato pienamente ricompensato!"
- Mamma : "Quanto vuole per finirla quì?!"
- Don ALBERTO : "Ancora con questi soldi? Stammi bene a sentire, credi che io sia una persona che ha bisogno dell'elemosina di una borghesuccia
come te? Io il danno alla mia macchina l'ho già fatto riparare! Non voglio i tuoi soldi!
- Mamma : "Cosa vuole ,allora?

l'uomo, mettendosi una mano sul cazzo, iniziò a toccarsi e disse :

- Don Alberto : "Sono stato offeso da tuo marito! E per lavare l'offesa, voglio te!"
- Mamma : "Cosa??? Lei è impazzito! Adesso me ne vado!"
- Don ALberto : "Se esci da quì adesso, sappi che potrebbe capitare qualche cosa di molto spiacevole alla tua famiglia! E non si tratterà di un
graffietto al paraurti della macchina di tuo marito. Come ti ho già detto, io so molte cose di te, dei tuoi figli...
Quindi, pensa bene a quello che fai...."

Adesso, mia madre aveva capito tutto. Era capitata nelle grinfie di un malavitoso. Quell'uomo che pareva essere una persona qualunque, in realtà
era un Boss. Avrebbe voluto scappar via...fuggire il più lontano possibile da quella situazione e da quel perfido essere, che nel frattempo,
continuava a toccarsi. Sapeva però, che se fosse andata via, una minaccia avrebbe gravato sulla sua famiglia. Quindi, a malincuore, ritornò sui
suoi passi e chiese all'uomo :

- Mamma : "Cosa vuole che faccia?"
- Don Alberto : "Brava, hai preso la decisione giusta! Inizia a spogliarti, ma fallo lentamente e voglio che mi guardi mentre lo fai!"

Con la morte nel cuore, mia madre obbedì. Era devastata. Mai si era denudata per un uomo che non fosse mio padre. All'umiliazione si aggiunse
però una flebile speranza. Ossia, che a quel flaccido ultra sessantenne, potesse bastare solo la vista di un corpo voluttuoso come il suo.
Che si fosse accontentato. Che si limitasse solo a guardarala e, nella peggiore delle ipotesi, masturbarsi.
Speranza che ben presto svanì....
L'uomo infatti, si slacciò la cintura e abbassandosi pantalone e mutanda, estrasse il suo cazzo che, era già in tiro. La sola vista del corpo
di una splendida donna come mia madre, lo aveva eccitato. Mia madre notò la spaventosa erezione dell'uomo e ormai nuda, cercò di coprirsi il
seno e la fica con le mani, cercando anche di distogliere lo sguardo da quel losco individuo.
Don Alberto, si alzò di scatto dalla sedia e le si avvicinò. Poi, tolse la mano di mia madre che copriva il seno e l'altra che copriva la fica,
la mise sul suo cazzo e disse :

- Don Alberto : "Fammi una sega!"

Senza resistenza alcuna, mia madre iniziò a masturbare l'uomo. Ma quello fu solo l'inizio...

- Don Alberto : "Adesso baciami! Ma voglio un vero bacio,profondo e passionale!"

Mia madre esaudì anche questa richiesta. Stava Masturbando e baciando un uomo diverso da mio padre. Un estraneo. Un lurido criminale le affondava
la sua lingua in bocca, iniziando poi a palpeggiare il suo corpo. Le sporche mani dell'uomo raggiunsero ogni parte intima di mia madre. Sembrava
quasi una belva che si avventava sul corpo esanime della sua preda. Perchè questo era ciò che mia madre era in quel momento. Una preda indifesa
nelle grinfie di quel porco.
Poi l'uomo,trascinò mia madre sulla brandina e urlando si rivolse al suo scagnozzo che era fuori dallo stanzino :

- Don Alberto : "Pasquale!? Non fare entrare nessuno che sono molto occupato!"
- Pasquale : "Certo, Don Alberto!"

Poi guardando mia madre negli occhi le disse :

- Don Alberto : "Adesso io e te ci divertiamo!"
- Mamma : "Prima dimmi che con questo è tutto risolto e che la mia famiglia non avrà probelmi!"
- Don Alberto : "Questo dipende da te! Se mi farai godere come si deve, allora vedremo. Adesso però stai zitta e usa la tua bocca per succhiarmi il
cazzo!"

Ancora una volta, mia madre accettò questa ennesima onta e, iniziò a succhiare il pisello di quell'uomo. Mentre succhiava, non poteva fare a meno di
pensare a mio padre e a noi figli. Era la peggior umilizione che avesse subito in vita sua. Ma non c'era possibilità alcuna di opporsi alle pretese
di quel criminale.

- Don Alberto : "Datti da fare! Impegnati, non sai fare di meglio?! Succhia con più gusto, questo non è il cazzetto di quella checca di tuo marito!
Il mio è un vero cazzo! Fammi godere, troia!"

Allora mia madre, cerco di fare del suo meglio. Aveva fatto pompini in passato. Oltre a quelli fatti a mio padre, ebbe delle esperienze con alcuni
compagni di classe al Liceo e, fece un pompino anche ad un suo professore alle Magistrali. Ma mai, in nessuna di quelle volte,era stata forzata a
farlo e mai si era trovata al cospetto di un cazzo di quelle dimensioni. Infatti, il pisello di Don Alberto, doveva esser lungo oltre 30 centimetri
e con un diametro di almeno 7/8 centimetri. Ad aggravare il tutto, il sapore di quel cazzo, la stava disgustando. Un orribile gusto di urina e carne
rancida, invadeva la sua bocca. Ma doveva farlo. Doveva succhiare quel cazzo.

- Don Alberto : "Brava! Così! Prendilo tutto in bocca! Succhialo bene! Ti sta piacendo, vero?"

Poi, ad un tratto, Don Alberto afferrò i capelli di mia madre e le sollevò la testa, facendole sgusciar via il suo cazzo dalla bocca e disse :

- Don Alberto : "Abbiamo capito che sei una buona pompinara tutto sommato. Adesso voglio scopare! Voglio fottere la tua fica pelosa! Mettiti a
pecora!"

Col capo chino mia madre si voltò di spalle, offrendo a quel maiale, la vista fantastica del suo culo e della sua fica pelosa.

- Don Alberto : "Fantastico! Ti scoperò come non sei mai stata scopata in vita tua! Ti farò dimenticare il cazzetto di tuo marito! Vedrai come,
ti farò godere!"
- Mamma : "Come credi che mi possa piacere farmi prendere da un essere come te?"
- Don Alberto : "Come mi hai chiamato, puttana?!"

e prima che mia madre potesse dire qualcosa, l'uomo affondo in un colpo il suo pisello nella sua fica. A quel punto mia madre gemette, e si rese
conto che l'uomo la stava scopando senza preservativo...

- Mamma : "M...ma il preservativo?! Ti prego mettilo!Ahhhh...aahhh!"
- Don Alberto : "Pfz...ma che vai dicendo!? Ti pare che possa scoparti col guanto?!? Che gusto ci sarebbe?! AHAHAHAH!"
- Mamma : "Ti prego...Ahhhh!Mettilo....AHHHH!"

Ma le suppliche di mia madre non avevano effetto, anzi. Ad ogni lamento o richiesta di mia madre, l'uomo affondava con veemenza i colpi. D'altronde,
veder ballonzolare le tette di mia madre, lo eccitava ancora di più.
Don Alberto poi, girò con furia mia madre scaraventandola sul letto e, una volta spalancate le sue coscie, riaffondò il suo cazzo nella fica.
Mentre la scopava, l'uomo leccava le gambe di mia madre e soprattutto, le succhiava i piedi.
Mia madre, ad occhi chiusi, cercava di sottrarsi almeno mentalmente a quel momento. Ma ogni colpo della penetrazione brutale di quell'uomo, la
rigettava ogni volta in quella realtà. Ma, qualcosa stava cambiando. Per quanto non volesse ammetterlo, mia madre stava iniziando a provare piacere...

- Don Alberto : "Merda, hai partorito 2 volte, ma hai una fica sterttissima! Quel cornuto di tuo marito, deve avere un grissino tra le gambe!"
- Mamma : "Ahhh...!!Smettila di nominare mio marito, animale!Ahh..aaahhh!!!"
- Don Alberto : "Oh capisco...So perchè non vuoi sentirlo nominare...Perchè adesso finalmente stai assaggiando il cazzo di un vero uomo!Ahahaha!"

Si distese quindi sul corpo di mia madre e iniziò a leccare e morderle il seno. Succhiava i suoi capezzoli con estrema foga. Poi, riprese a baciarla
affondando la sua lingua fino in gola. Mia madre, nauseata dall'alito pestifero di quell'uomo, era completamente alla sua mercè. Non riuscia a spiegarsi
come fosse possibile godere. Per quanto si sforzasse, non riusciva a provare il piacere così forte che quell'individuo le stava dando...

- Don Alberto : "Guardami puttana! Voglio che mi guardi sempre! Dimmi che sono un vero uomo! Dimmi che il mio è un vero cazzo! Dimmi che ami me e non
quella checca di tuo marito!"
- Mamma : "Aahh...!!!No!Mai!"
- Don Alberto : "Avanti troia! Dimmelo! Il tuo corpo scandaloso merita un cazzo come il mio! Tu sei fatta per un vero uomo come me! Tu sei mia!
Sei tutta bagnata, ti sta piacendo! Stai godendo,vero?Avanti,dillo!"

alla fine mia madre si arrese all'evidenza. Era impossibile negarlo ormai :

- Mamma : "S...si..Ahhh! Sto godendo! Sei un vero uomo!Ah..ahh!"
- Don Alberto : "Dimmi che ami il mio cazzo! Dimmi che ti sto soddisfacendo! Che quel cornuto di tuo marito non ti ha mai fatta godere così!"
- Mamma : "E' vero..aahhhh! Tu mi fai godere! Solo tu! Ahh..aahh!!!"
- Don Alberto : "Sono felice di sentirlo, perchè sto per farti mia! Sto per arrivarti dentro! Voglio riempirti tutta la fica! Voglio ingravidarti!"
- Mamma : "Cosa?! No, non farlo ti prego! Non prendo la pillola! No...nooo!!"
- Don Alberto : "Preparati troia! Adesso sborro!Ahhhhhh!!!!"
- Mamma : "Noooo!!!Ahhh!!!"

Don Alberto le esplose dentro tutto se stesso. Mia madre sentì la sua fica riempirsi del caldo seme di quel criminale. Come se un vulcano stesse
eruttando dentro di lei. Mai aveva ricevuto così tanta sborra. Doveva esser piaciuta davvero tanto a Don Alberto, che l'uomo eiaculò come un cavallo.
Mia madre sentiva pulsare il cazzo dell'uomo, ancora e ancora e ancora, producendo un quantitativo di sperma tale, da sembrare la somma di tutte le
sborrate da lei ricevute fino ad allora.
Il peso dell'idea di rischiare di esser ingravidata era maggiore del peso del corpo flaccido e sudato del viscido uomo che le era sdraiato addosso...
Finalmente l'uomo si alzò estraendo il suo pisello dalla fica di mia madre.

- Don Alberto : "Fiù...che scopata!"
- Mamma : "Non dovevi venirmi dentro....Rischio una gravidanza!"
- Don Alberto : "E sai quanto me ne può fregare?! Puoi sempre dire che il marmocchio sia del cornuto!Ahahaha!"

e mentre la fica di mia madre colava come fosse una cascata di sborra, aggiunse :

- Don Alberto : "Bhè, come inizio non c'é male!"
- Mamma : "Inizio?! Cosa intendi?! Avevi detto che possedermi ti avrebbe soddisfatto! Che saresti stato risarcito! Mi hai avuta, quindi ora
questa faccenda è chiusa!"
- Don Alberto : "Chiuso un cazzo! Stammi bene a sentire! Credi di esser nella posizione di avanzare richieste?! Ti sbagli! Pensi di esser una donna
tutta casa, chiesa e famiglia, ma in realtà sei solo una cagna che vuole farsi scopare da veri uomini! E' stata la tua fica bagnata
che ti ha tradita! Adesso sei mia e farai tutto quello che ti dirò di fare, capito?!"
- Mamma : "Sei solo uno schifoso porco! Cos'altro vuoi da me?"
- Don Alberto : "Presto lo scoprirai. Da questo momento, tieniti a mia completa disposizione! Ora, rivestiti e vattene che ho da fare!"

Così, mia madre, tramortita da quell'oscena esperienza, si rivestì di fretta e scappò via da quel lurido covo. Voleva rientrare a casa al più presto,
per lavarsi via il fetore e lo sperma di quel criminale. Ma ciò che più la spaventava era il piacere datole dall'idea di trovarsi di nuovo in una
situazione come quella appena vissuta.
Come avrebbe potuto guardare ancora negli occhi mio padre e noi figli?
Come avrebbe potuto sapendo che ciò che Don Alberto le aveva detto, aveva un fondo di verità? L'esser stata posseduta da quell'uomo, ad un certo punto,
ha iniziato piacerle. Il suo corpo non mentiva. Per quanto cercava di ribellarsi, non riusciva a rifuggire la sensazione di piacere e godimento che
nemmeno mio padre, unico, grande amore della sua vita, era stato capace di darle.
Salendo le scale del nostro palazzo, si sentiva in colpa per tutto questo, mentre un rigagnolo di sperma, lentamente le scorreva tra le coscie...

Fine capitolo 1

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La vita parallela di mia madre :

Capitolo 2 "Belvedere"


Trascorsero diversi giorni dalla volta in cui mia madre fu scopata duramente da Don Alberto...Da allora, diversi erano i pensieri che attraversavano la
mente di mia madre. A tormentarla era il fatto di aver provato piacere nel farsi chiavare da quel perfido criminale.
Si chiedeva come fosse stato possibile godere nell'esser presa da quel viscido, flaccido uomo...
Era possibile dunque, che mia madre, una donna devota al lavoro, alla famiglia, in realtà avesse un'anima perversa?
La brutalità e l'impeto con cui Don Alberto usò il corpo di mia madre, aveva forse provocato in lei sensazioni mai provate in passato?
Ciò che però la tormentava di più, era sicuramente il rischio di esser rimasta gravida dopo quel rapporto...
Il suo utero fu letteralmente colmato dallo sperma di quel sadico, ed essendo mia madre particolarmente fertile in quel periodo, le possibilità di restare
incinta di lui, erano elevatissime.
Per scongiurare ciò, mia madre colse ogni occasione possibile per fare l'amore con mio padre. Ma avendo due figli, di cui uno piccolissimo (cioè io), i
loro lavori, e altre faccende, il tempo a disposizione era pochissimo. Le chance si riducevano infatti, solo alla notte, poco prima di addormentarsi.
Ma in quei giorni, i miei genitori copularono appena una o due volte. In entrambi i casi, mio padre venne dentro di lei, anche se la portata delle
sborrate, non fu minimamente paragonabile all'esplosione di sperma che mia madre ricevette da Don Alberto. Nemmeno sommandole!
Inoltre, in tutte e due le volte che i miei copularono, mia madre avvertì un piacere quasi impercettibile. Nulla a confronto dei ripetuti orgasmi provati
con quel flaccido bastardo...
Come se la chiavata con Don Alberto, avesse resettato i piaceri sessuali di mia madre, che suo malgrado, non riusciva a rinnegare il fatto di aver goduto
come mai prima di allora.
Tutto questo, non poteva però gravare su quella che doveva esser la vita di mia madre. La casa, il lavoro, i figli, tutto avrebbe dovuto continuare, anche
se lei sapeva che nulla sarebbe più stato come prima...
Poi, una sera, all'uscita da lavoro, mentre attendeva alla fermata del bus, mia madre venne avvicinata da un ragazzo. Un tipo all'apparenza discreto, vestito
come il classico ragazzo della sua età in quel periodo.
Una volta avvicinata, il ragazzo le si rivolse dicendo :

- Genny : "Buonasera signora Rosa."

e mia madre, un pò stupita e incuriosita rispose :

- Mamma : "Bu...buonasera. Ci conosciamo?"
- Genny : "Lei non mi conosce, ma io si! Le porto i saluti di Don Alberto...."

mia madre capì che si trattava di uno scagnozzo di quel viscido verme. Si trattava infatti di Gennaro S. detto "Genny l'aspide", appartenente al Clan di
Don Alberto. Uno dei suoi più fidati tirapiedi che, nonostante la giovane età, 23 anni, aveva alle spalle una serie assortita di reati vari, che gli
permisero di scalare le gerarchie del Clan con una certa facilità e di conquistarsi quindi la fiducia del suo boss.

- Mamma : "Ho capito...Cosa vuoi da me?"
- Genny : "Venga...ho la macchina parcheggiata qui vicino...Mentre l'accompagno a casa, le spiego tutto."
- Mamma . "Aspetta! Io non ti conosco e non posso andare in macchina con uno sconosciuto! E poi, mi aspettano a casa..."

a quel punto il ragazzo, le si avvicinò con fare minaccioso, e incurante quasi delle altre persone presenti sulla fermata, le sussurrò all'orecchio :

- Genny : "Sentimi bene puttana, farai meglio a seguirmi altrimenti domani andrò a fare una bella visitina a tua figlia Cinzia, quando esce da scuola!"
- Mamma : "va bene...sta calmo! Verrò con te!"

Così, mia madre si allontanò dalla fermata insieme al delinquente e dopo un pò, raggiunsero l'auto. Una volta saliti in macchina, Genny si rivolse così
a mia madre :

- Genny : "Brava signora! Non sei tanto stupida allora...!"
- Mamma : "Vuoi dirmi adesso cosa vuoi da me? Cos'altro pretende da me quell'animale?!"
- Genny : "Calmati Rosa! Stai attenta a quello che dici! Potresti pentirtene..."

quasi sull'orlo di piangere, mia madre dovvette trattenersi. Avrebbe voluto esplodere in un tornado di insulti contro quel ragazzo e Don Alberto, ma,
ricordandosi con chi stesse avendo a che fare, dovette astenersi dal farlo. Il ragazzo poi proseguì dicendo :

- Genny : "Dovresti pensare alla tua famiglia prima di aprir bocca..."

mia madre quindi, abbassò lo sguardo e restò in silenzio. Il ragazzo, capì che di lì in poi, avrebbe ottenuto la totale collaborazione da parte sua
e non esitò quindi a sfruttare l'occasione per sottomettere mia madre alla sua volontà...
Mia madre però, si accorse che Genny, non aveva imboccato la via di casa nostra. Stava recandosi altrove. Così gli chiese :

- Mamma : "Dove mi stai portando?
- Genny : "Andiamo in un posticino riservato. Romantico...Ahahah!
- Mamma : "Avevi detto che mi avresti accompagnata a casa. Non posso far tardi, mio marito mi aspetta!"
- Genny : "Non m'importa un cazzo di tuo marito! Voglio passare un pò di tempo con te! Il cornuto può aspettare!"
- Mamma : "No, aspetta! Davvero non posso!"

Genny, accostò di colpo l'auto e urlando disse a mia madre :

- Genny : "Mi stai rompendo il cazzo! Non devi contraddirmi, è chiaro?!"

Spaventata, mia madre non replicò. Doveva sottostare a tutto ciò le veniva imposto da quel giovane criminale.
Di lì a poco, Genny arrivarò con l'auto nella zona dei cantieri dismessi. Un'area periferica, isolata e frequentata esclusivamente dalle
coppiette, o da amanti in cerca di privacy. Una zona meglio nota come "Belvedere".
Spenta l'auto, Genny si rivolse a mia madre :

- Genny : "Finalmente hai capito.Bene! Prima di tutto, come ti ha già detto Don Alberto, dovrai fare diversi lavoretti per lui..."
- Mamma : "Che intendi dire con "lavoretti"?"
- Genny : "Don Alberto è un uomo molto impegnato. Ha diversi affari con molte persone di un certo livello...Alcune volte, lui cerca di compiacere queste
persone facendo dei regali. Intendo dire che, per favorire la trattativa con qualcuno, cerca di convincerlo facendogli trascorrere dei
momenti in "buona compagnia" con belle ragazze o signore molto disponibili...."
- Mamma : "Vuoi dire che dovrei fare la puttana per lui?!"
- Genny : "Bhe...vedo che ci siamo capiti...Ahahah!"

Adesso divenne tutto chiaro a mia madre. Don Alberto, voleva trasformarla in una prostituta che avrebbe lavorato a comando. Ogni volta, con chiunque egli
desiderasse. Lo spettro di un'umiliazione continua, era apparso. Ma, stranamente, la prospettiva di doversi prostituire, non la mortificava. Inspiegabilmente,
mia madre, iniziò a provare una calda sensazione tra le coscie. Un brivido bollente di eccitazione le fece battere più forte il cuore. Non sapeva come.
Non riusciva a spiegarselo, ma a mia madre, l'idea di diventare una puttana al soldo di quel criminale, stava iniziando a piacerle. E, mentre avvertiva
questo mix di emozioni, ecco che Genny riprese a parlare...

- Genny : "Don Alberto, mi ha raccontato tutto quello che hai fatto con lui...Ogni particolare!

e iniziando a toccarsi il pisello, aggiunse...

- Genny : "Devo ammetere che sei una donna molto attraente...Di solito io preferisco le ragazze giovani, ma il tuo corpo mi attrae tantissimo. Dai,
mostrami qualcosa...Tira fuori quelle enormi tette che hai! Fammele vedere!"

Mia madre, senza dir nulla, iniziò a spogliarsi. Prima il maglioncino, poi la camicetta e, mentre si sganciava il reggiseno, Genny abbassò la cerniera
del suo jeans ed estrasse il suo pisello. E, iniziando a masturbarsi desse :

- Genny : "Cazzo! Hai un seno magnifico!"

Poi si avvicinò a mia madre, e tentò di baciarla. Lei dapprima si scostò, poi instintivamente, si voltò verso Genny e accostò le sue labbra alle sue.
Come se una forza soprannaturale la spingesse a farlo. Mentre la lingua di quel ragazzo si attorcigliava a quella di mia madre, lui le prese la mano e
la poggiò sul suo cazzo. Lei iniziò a masturbarlo e contemporaneamente si accorse che Genny le aveva ficcato due dita nella fica...
A quel punto il ragazzo si scostò da lei e disse :

- Genny : "Oh, merda! Sei già tutta bagnata lì sotto!"

Mia madre, guardò Genny senza dire niente. Non riusciva a proferire parola. Non sapeva, nell'imbarazzo, cosa rispondergli...Così, dopo un lieve ghigno di
compiacimento, Genny, mosse la manovella del sedile dove era seduta mia madre, e lo abbassò. Poi le tolse le scarpe, le sfilò i collant e quindi le abbassò
le mutandine. Iniziò a leccarle la fica, affondando la sua lingua sempre più dentro.
Mia madre, cercò di resistere ma dovette ben presto soccombere al piacere. Iniziò a dimenarsi dal godimento. La sua fica, continuava a versare "lacrime di
gioia"...

Ad un certo punto, Genny alzò la testa e disse a mia madre :

- Genny : "Direi che sei pronta adesso!"

si sdraiò su di lei, ed iniziò a penetrarla...

3.jpg

- Genny : "Hai una fica caldissima, Rosa!"

poi, aumentò con vigore gli affondi...

- Genny : "E' strettissima per una donna della tua età! Ma come cazzo è possibile?! Tuo marito ha un mignolo al posto del pisello!?"
- Mamma : "Ahh...Puoi fare a meno di parlare di lui?...Ahhhh!"

Genny sorrise lievemente e poi tornò a baciarla. Mia madre, veniva penetrata di nuovo da un uomo diverso da mio padre. Travolta da quelle sensazioni,
si accorse, non solo di non fare la minima resistenza ma, anzi, si ritrovò a stringere con le sue coscie il ragazzo. Come se volesse stringero a lei.
Come se volesse impedirgli di svincolarsi.
Il godimento che stava provando, era tale da portarla a reagire in quel modo.
Accortosi di come mia madre lo stringeva a lui, Genny esclamò :

- Genny : "Hei!? E' come ti dicevo! Sei solo una cagna. Una gran puttana che gode a farsi sbattere da uomini all'infuori di tuo marito!"
Non è così?! Rispondimi!"
- Mamma : "Ohh...Nnn...Io....mmm...io...Ahhh!"
- Genny : "Lascia stare...Ahahaha!Capisco!"

Genny, stringeva e mordeva le tette dei mia madre con forza. E, sempre con più vigore, affondava il suo cazzo nella sua fica. Mia madre, era quasi sul
punto di svenire dal piacere. Amava mio padre, ma accettò il fatto di amare ancor di più, l'esser scopata con risolutezza da altri uomini.

- Genny : "Non restisto ancora per molto,troia!" Dove vuoi la mia sborra?!"

e mia madre, distruggendo ogni minima inibizione, rispose :

- Mamma : "Ahh...de....DENTRO! VIENIMI DENTRO!!!Aaahh!!"
- Genny : "Come vuoi puttana! ECCOMI!!!AAHHH!!!"

poi, forse , vinta la frenesia e la lussuria impetuosa del momento, mia madre cercò di porre rimedio a quanto appena detto...

- Mamma : "No, aspett...Aspetta!!Fuori!FALLO FUORI!Nooo!!Aaahhh!VENGOOO!!

Troppo tardi ormai...I caldi gettiti di sperma del ragazzo le allagavano la fica mentre, contemporaneamente, anche mia madre veniva. Una generosissima
eiaculazione, degno coronamento di una scopata come quella...
Genny poi si alzò, e tornò al posto di guida...

- Genny : "Porca troia,Rosa! Mi hai svuotato!"

Mia madre rimase immobile per qualche secondo, mentre dalla sua fica pelosa, fuoriuscivano lentamente goccie di sperma. Poi, anche lei si alzò.
Adesso, il puro piacere di pochi istanti prima, lasciava spazio alla vergogna e al rimorso. Mia madre aveva baciato con assoluta passione quel ragazzo.
Lei aveva cinto, con le sue cosce, Genny. E, sempre lei, aveva voluto che le arrivasse dentro...

4.jpg

- Mamma : "Cosa ho fatto...?! Come ho potuto...?!"
- Genny : "Che blateri adesso?! Non dirmi che non ti è piaciuto!? Ahahah! Ascoltami Rosa, sei chiaramente una donna insoddisfatta di tuo marito!
Tra le cosce hai una fica paradisiaca, che merita di esser scopata a ripetizione! Ma non preoccuparti! Tra non molto, godrai di tutti
i cazzi che desideri!Ahahahah! Adesso sbrigati a rivestirti! Ti riporto a casa. Questa volta sul serio. Il cornuto si starà preoccupando!
AHAHAHAHH!!"

Nel tragitto verso casa, mia madre non disse una parola. Non poteva. Cercava solo di pensare alla scusa da raccontare a mio padre, una volta rientrata.
Ancora una menzogna. Dopo avergli mentito, dicendogli che aveva risarcito con 200.000 lire Don Alberto, per il danno alla macchina. Mentre escogitava una
giustificazione per il ritardo, non si accorse di esser arrivata all'imboccatura della strada dove abitavamo. E' lì che Genny l'avrebbe fatta scendere
dall'auto. Avvicinarsi ulteriormente, avrebbe destato sospetti ai nostri vicini. Quindi, accostata l'auto, Genny disse :

- Genny : "Bene tesoro...siamo arrivati. Ascoltami, domani sera, alle 6, riceverai una telefonata. Vedi di essere a casa per quell'ora e fai in modo di
rispondere tu. Non far rispondere il cornuto. Chiaro!?"
- Mamma : "Ti prego,non chiamarmi tesoro e smetti di chiamare mio marito, cornuto!"
- Genny : "Ok, dolcezza! Allora rispondi tu a quel cazzo di telefono e evita di far rispondere "MIGNOLINO"! Va bene così?! Ahahahah!"

Mia madre, senza dir nulla, scese dall'auto e si avviò verso casa consapevole che tanto altro doveva ancora accadere...

Fine Capitolo 2
 
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La vita parallela di mia madre :

Capitolo 3 "Svezzamento"


Quel giorno, mia madre si alzò presto. Erano circa le 5.30 di mattina, ma lei non aveva chiuso occhio tutta la notte.
Come avrebbe potuto? Non era stata l'angoscia a tenerla sveglia, ma quella forte eccitazione che ormai da giorni, si era impossessata di lei.
Poco più tardi, decise di telefonare in ufficio, per comunicare che non sarebbe andata a lavoro. Attese quindi, che mio padre e mia sorella uscissero di casa per andare rispettivamente a lavoro e a scuola e, accertatasi che io stessi ancora dormendo, si sedette sul divano per riflettere su tutto ciò che stava accadendo in quelle giornate. Ma, più ripensava ai momenti trascorsi, prima con Don Alberto e poi con il giovane Genny, più il suo corpo veniva attraversato da un brivido caldo. Una febbre di passione, cresceva in lei e l'idea di dover, ben presto, sottomettersi ad ulteriori imposizioni da parte di quei loschi individui, incrementavano la sua eccitazione. Quasi come se fosse impaziente di doversi piegare ad altre perverse richieste da parte dei criminali, mia madre si ritrovò, nuda, ad accarezzare il suo corpo.
Toccandosi il seno e infilandosi le dita nella fica, ripensava a quei momenti insieme ai due malviventi e, cosa che l'eccitava maggiormente, fantasticare su ciò che l'attendeva nel prossimo futuro...

fica.jpg

Era cosciente di non potersi opporre alle pretese di Don Alberto, ma per lei, a questo punto, non si trattava più di un ricatto. Ormai, si era arresa alla
realtà. Mia madre, voleva, anzi desiderava esser presa e scopata da uomini estranei. L' idea di dover continuare a tradire mio padre, un pò la spaventava.
Ma, sapeva anche, che solo mio padre non bastava a soddisfare le sue esigenze sessuali. Quindi, cercò di autoconvincersi, che tutto ciò che era accaduto e, che sarebbe successo in futuro, era stato provocato proprio da mio padre. Lui, aveva urtato l'auto di Don Alberto. Lui, l'aveva mandata in quel bar per incontrare quel criminale, ma soprattutto, mio padre non era mai stato capace di colmare pienamente le necessità sessuali di mia madre. Di non esser mai stato in grado si appagare pienamente i suoi desideri lussuriosi. Dunque, follemete, nel disperato tentativo di giustificarsi, mia madre riversò su mio padre ogni responsabilità.
Rivestitasi, attese che la sig.ra Maria (la balia che si prendeva cura di me mentre i miei erano a lavoro) arrivasse da noi. Mia madre, non l'aveva
telefonata per dirle che quel giorno sarebbe rimasta a casa. E così, una volta giunta a casa nostra, mia madre disse a Maria che aveva bisogno della sua presenza, perchè lei doveva assentarsi per fare delle importanti commissioni.
Salutata la balia, mia madre uscì di casa, ma le "importanti commissioni" in realtà, erano ben altro.
2 ore dal parrucchiere per un nuovo taglio e, soprattutto, un nuovo colore...Rosso. Poi, acquistò un nuovo abito, che risaltasse ancora di più, il suo
fisico voluttuoso. Nuovo paio di scarpe, con tacco alto e, per finire, calze autoreggenti nere.
Mia madre, non stava più affrontando un'odissea. Era infatti decisa a realizzare quel sogno erotico, che la vita, inaspettatamete, le aveva concesso. E lei, era intenzionata a viverlo fino in fondo.
Quando nel pomeriggio, mio padre rientrò da lavoro, ovviamente notò la nuova acconciatura di mia madre. Ma non fece domande. Si limitò soltanto a farle i complimenti, pensando, ingenuamente, che quel nuovo taglio, mia madre lo aveva fatto per lui...
Poi, finalmente, alle 18.00 in punto, squillò il telefono. In realtà, mia madre, si era appostata da circa 10 minuti nei pressi del telefono, nel timore di
esser anticipata da mio padre nel rispondere.
Così, dopo un paio di squilli, alzò la cornetta :

- Mamma : "Pronto?"
- Genny : "Ciao tesoro! Sono io, mi riconosci?"
- Mamma : "Oh, ciao Lucia... (Lucia era una collega di lavoro di mia madre)
- Genny : "Ahahah..e chi cazzo è Lucia? Un'altra troia come te?! Ahahah...capisco, il cornutaccio è vicino a te. Non puoi parlare...Vero?"
- Mamma : "Si, ma non preoccuparti cara, va tutto bene...."
- Genny : "Sei davvero una troia...ahahaha. Allora, fatti trovare questa sera alle 9 in punto in Piazza Municipio, nei pressi del bar..."
- Mamma : "Si, non preoccuparti, non mi ero dimenticata della cena. Ci vediamo da te, allora."
- Genny : "Ahahah, ma che brava! Oltre ad esser troia sei anche attrice! Ahahaha...mi raccomando, non mancare!"
- Mamma : "Certo Lucia! A più tardi."
- Mamma : "Ciao tesoro!Ahahahah...."

Ogni parola di Genny, sembrava soffiare sul fuoco che ardeva dentro mia madre. Quella voce, alimentava dentro di lei, la voglia, il desiderio, l'eccitazione al punto che la sua fica iniziò a bagnarsi. Ora però, doveva continuare la farsa con mio padre. Gli disse infatti, che quella sera, era stata organizzata una cena tra colleghe a casa di Lucia e, che lei non avrebbe potuto certo mancare. Queste cene, erano frequenti. Di solito un paio al mese, una volta a casa di una, una volta a casa di un'altra...Di solito, tra una chiacchiera e un'altra, si andava oltre mezzanotte.
Per evitare poi, che mio padre potesse insospettirsi vedendola uscire di casa con quell'abito così provocante, mia madre indossò un cappotto lunghissimo, che copriva praticamente tutto, arrivandole ben al di sotto delle ginocchia. Inoltre, idossò un paio di scarpe basse, mentre quelle col tacco alto, le nascose in borsa, con l'idea di cambiarsele in un secondo momento.
Piazza Municipio è distante circa 10 minuti a piedi da casa nostra, ma per rendere ancor più credibile la recita, mia madre uscì di casa alle 20.30, visto che la sua collega Lucia, abitava in una zona lontana. Così, allontanatasi da casa, mia madre entrò in un bar e, dopo aver ordinato un caffè, si recò in bagno a per cambiare le scarpe, indossando quelle col tacco. Nel tentativo di smorzare un pò la tensione, mia madre fumò un paio di sigarette e poi, finalmente, alle 21 precise, si fece trovare all'esterno del bar in Piazza Municipio, seguendo alla lettera le istruzioni ricevute da Genny...
Dopo un paio di minuti, ecco che un'auto le si avvicina accostandosi. Non era l'auto di Genny. Infatti, era la macchina di Salvatore P. detto "il Santo", altro componente del Clan di Don Alberto. 32 anni, e dall'aspetto curato, nascondeva in realtà la triste fama di esser uno dei killer più spietati del Clan.
Notata l'auto, mia madre si avvicinò e, ad un certo punto il finestrino del lato passeggeri si abbassò. Udì una voce severa rivolgersi a lei :

- Salvatore : "Sali!"

Un semplice, diretto ordine che mia madre, dopo una brevissima esitazione, eseguì. Una volta salita, non sapeva cosa dire a quel'ennesimo sconosciuto con cui si
trovava. Alla fine, decise di restare in silenzio, forse condizionata dall'imbarazzo e da un pizzico di paura. D'altra parte, anche Salvatore restò in silenzio
per tutto il tragitto. L'uomo, guidò per circa 20 minuti, fino ad arrivare ad un Motel appena fuori città.
Si fermò nel parcheggio della struttura e poi disse a mia madre :

- Salvatore : "Entra in hotel, alla reception devi dire che sei "l'amica del dottore" e che sei attesa alla camera n°7. Non aggiungere altro. Il portiere, chiamerà in camera per annunciarti e poi ti dirà di salire. Una volta arrivata, bussa per tre volte alla porta. Mi raccomando. Dovrai esser molto carina e disponibile. Se ci saranno problemi, se dovessi fare la stronza, sappi che ci saranno spiacevoli conseguenze...Capisci, vero?!"
- Mamma : "Si...Ho capito..."
- Salvatore : "Molto bene! Adesso vai! Io aspetterò quì, poi ti riporto dove ti ho presa."

Così, mia madre scesa dall'auto, entro nell'albergo. Avvicinatasi alla reception, si rivolse al portiere esattamente come le era stato ordinato. L'uomo, chiamò la
stanza n°7 e dopo pochi secondi, fece cenno a mia madre che poteva salire.
Saledo ogni singolo gradino delle scale che portavano al piano della camera n°7, cresceva in mia madre la curiosità di scoprire cosa l'attendeva. Chi, questa volta,
avrebbe sfruttato l'occasione di possederla? Chi sarebbe stato l'uomo o gli uomini che avrebbero disposto del suo corpo?
Giunta alla porta, come da istruzioni, mia madre bussò per tre volte. Dopo qualche istante, la porta si aprì. Comparve di fronte a lei, un uomo sulla quarantina, ben
vestito a dall'aspetto curato.

- Mamma : "Bu...buonasera. Sono l'amica del dottore..."

ma prima che mia madre potesse aggiungere altro, l'uomo le prese la mano e delicatamente, la trasse a se, facendola entrare in camera. Poi, le sfilò delicatamente il
lungo cappotto che indossava e, dopo averlo adagiato su una poltroncina, le si avvicinò e iniziò a baciarla.

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Senza nemmeno presentarsi, quell'uomo aveva ficcato la sua lingua nella bocca di mia madre. Ma a lei tutto questo non dispiaceva. Anzi...
Poi, d'un tratto, le si scostò e da una certa distanza iniziò a squadrarla, come un ghepardo pronto ad assalire la sua preda.
Mia madre, si chiadeva chi fosse quell'uomo. Le sembianze, non erano affatto quelle di un criminale. Nulla a che vedere con il truce aspetto di Don Alberto oppure Genny...
Ma la verità, era ben diversa. L'uomo in quella stanza, era Valerio B. Un dirigente della Dogana al Porto di Gioia Tauro. Un infedele, cinico e corrotto figlio di puttana,
al servizio del Clan. Valerio, era stato infatti "comprato" da Don Alberto, per favorire il transito di merci di vario tipo nel porto calabrese.
Corruzione che Don Alberto perpetrava non solo col denaro, ma anche organizzandogli degli incontri con donne compiacenti.
Mia madre, era una di queste. Tuttavia, smise ben presto di domandarsi chi fosse quell'uomo. La voglia di scopare era divenuta ormai insostenibile e, il pensiero di esser
posseduta da un perfetto estraneo, accresceva ancor di più questo suo perverso desiderio. Poi, l'uomo le si avvicinò di nuovo e, abbassatosi la lampo dei pantaloni,
si rivolse a mia madre dicendo :

- Valerio : "Spogliati!"

Finalmente l'ordine che mia madre attendeva spasmodica. Quindi l'uomo iniziò a masturbarsi guardando il magnifico corpo di mia madre. Poi, le pose la mano sulla testa,
portandola all'altezza del suo pisello. Mia madre non oppose la minima resitenza ed assecondò completamente la volontò dell'uomo.

- Valerio : "Adesso succhialo!"

Senza esitazione alcuna, mia madre iniziò a leccare e succhiare il cazzo di quell'uomo. Con sempre maggior enfasi e gusto, palpandosi il seno.

1.jpg

- Valerio : "Oh si! Sei meravigliosa! Continua così!"

Mia madre spompinava quell'uomo, come se fosse il suo reale lavoro. Come una prostituta navigata. Finchè, inevitabilmente...

- Valerio : "Si...siii!!!E' MAGNIFICO!!!VENGO...VENGO!!!AAHAHH!!!"

Valerio, ebbe il primo orgasmo della serata. Sborrò nella bocca di mia madre per diversi secondi. Poi, estrasse il pisello dalla bocca e mia madre ingoiò tutto lo
sperma, guardando l'uomo negli occhi. D'altronde, mia madre era lì per quello. Compiacere in tutti i modi quell'uomo.
Fù il primo atto di una lunga serie, durante quella serata. Valerio chiavò mia madre ripetutamente.

2.jpg 3.jpg

In ogni posizione possibile...

4.jpg 5.jpg

Ed, ovviamente, sborrando sempre dentro di lei.

sb.jpg

Si era ormai fatta mezzanotte. Mentre Valerio era in bagno a farsi la doccia, mia madre giaceva esausta sul letto. Intrisa di sudore e sperma. Il suo stomaco, e il suo utero,
erano colmi della sborra di quel cinico bastardo. Ma a mia madre, tutto ciò non importava. Aveva smesso di preoccuparsi dell'eventualità di restare incinta di un uomo che non
fosse mio padre. Così, si alzò dal letto, si sfilò le calze e si recò in bagno con l'intenzione di ricevere ancora una buona scopata.
La cosa, colse un pò di sorpresa Valerio, che comunque non esitò un attimo e prese a scoparsi mia madre sotto la doccia, dandole ,ancora una volta, una ricca dose del suo seme.

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Trascorse un'altra mezzora e poi mia madre lasciò la stanza. Uscita dall'albergo, ritrovò nel parcheggio Salvatore, che stava fumandosi una sigaretta all'esterno dell'auto.
La guardo e le disse :

- Salvatore : "Che è successo!? Ti sei addormentata, oppure, non riuscivi a staccarti da quell'uccello?!Ti si era incastrato??Ahahaha"

Mia madre, un pò infastidita, non rispose e salì in macchina. L'uomo gettò la sigaretta, e si mise al volante per riaccompagnarla al posto dell'appuntamento precedente.
Arrivati in piazza, Salvatore accostò e disse :

- Salvatore : "Sei stata brava! Continua così e vedrai che tu e la tua famiglia, non avrete problemi! Ci faremo sentire presto! Adesso scendi!"

Mia madre, scese dall'auto e si avviò verso casa. Infilò la chiave nella serratura e si accorse che mio padre era ancora sveglio a guardare la tv in salotto.
Resosi conto del suo rientro, chiese a mia madre come fosse andata la cena. Mia madre, sorridendo rispose :

- Mamma : "Al solito, amore. Abbiamo chiacchierato moltissimo e proprio per questo, mi è venuto un gran mal di testa. Sono davvero stanca."

Prima di coricarsi però, passò nella camera di mia sorella e, senza svegliarla, le diede un bacio sulla fronte. Poi, si avvicinò alla mia culla e fece lo stesso. Una volta a letto,
mia madre pose una mano sul suo grembo e iniziò a immaginare che, molto probabilmente, presto avrebbe ospitato un altro bimbo...
Ma, questa volta, non sarebba stato di mio padre.

Fine Capitolo 3
 
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La vita parallela di mia madre :

Capitolo 4 "Un'ombra dal passato"

Trascorsero due settimane da quella sera. In tutti quei giorni, mia madre e mio padre, ebbero modo di fare l'amore non più di 4/5 volte. Per lei comunque, si trattava ormai, di assolvere esclusivamente ai suoi doveri coniugali. L'amore che provava per mio padre, era diventato una mera questione sentimentale. Dal punto di vista sessuale, mia madre non riusciva o non poteva più esser soddisfatta dai rapporti con lui. Oltre che di breve durata, non le davano che una minima dose di piacere. Insignificante al cospetto degli orgasmi avuti durante le scopate fatte con quei farabutti...
Avvertiva la mancanza di farsi sbattere come una puttana. In crisi di astinenza, come un tossico ha bisgno della droga, avvertiva sempre più,l'esigenza di vere, impetuose e brutali chiavate...
Così, mia madre, ogni volta che il telefono squillava, si precipitava sempre a rispondere speranzosa che potesse esser qualcuno degli uomini di Don Alberto. Ma per tutti quei giorni, dal Clan, non arrivò alcuna chiamata.
Si mise persino in testa, di recarsi in quel lurido bar, dove venne posseduta da Don Alberto, con l'intenzione di incontrarlo di nuovo, facendosi scopare da lui per placare la sua smisurata voglia di sesso.
Era però combattuta. Sarebbe stato rischioso ripresentarsi in quel tugurio di criminali.
Come avrebbero reagito nel vederla ripresentarsi nel loro covo?
Poi, un pomeriggio, rientrata a casa da lavoro, mia madre congedò la sig.ra Maria, e dopo avermi dato la poppata pomeridiana, e messomi nella culla, si sdraiò sul divano per riposarsi dopo una giornata impegnativa in ufficio.
Mia sorella Cinzia, era rimasta a studiare a casa di una compagna di classe, mio padre era ancora a lavoro e i due, sarebbero tornati non prima delle 20.
Mentre guardava una telenovelas, suonò il citofono.
Mia madre si alzò per andare a rispondere...

- Mamma : "Chi è?"
- Angelo : "Ciao Rosa, sono io Angelo!"
- Mamma : "Angelo?!Angelo chi?"
- Angelo : "Si, Angelo..."nasello"..."

(prima di procedere col racconto, è bene fare un piccolo salto nel passato. Erano gli anni a cavallo tra la fine dei 60' e l'inizio dei 70'.
Periodo in cui i miei genitori iniziarono a frequentarsi. Mia madre, allora, aveva intorno ai 20 anni.

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Bellissima e attraente, aveva un nutrito gruppo di ragazzi che le ruotavano intorno come i pianeti fanno col Sole. Tra i vari spasimanti, c'era anche Angelo P., detto "nasello" a causa delle dimensioni generose del suo naso a patata. Figlio di un ricco commerciante, Angelo cercò di corteggiare mia madre in tutti i modi, potendo contare sulle sue notevoli risorse economiche. Infatti, Angelo, era di sicuro il più ricco tra i vari spasimanti di mia madre.
Pochissimi ragazzi, a quel tempo, potevano disporre di così tanto denaro...Possedeva una vespa, un' Alfa Romeo Spider Duetto, spesso usciva a farsi una giretto sul motoscafo di papà, indossava abiti fatti su misura e tutte le estati, si divideva tra una vacanza a Capri, Rimini e in Costa Azzurra.
Insomma, un rampollo che avrebbe potuto conquistare qualsiasi ragazza. Provava spesso a fare dei regali a mia madre, che lei puntualmente rifiutava.
Spesso le offriva un passaggio in vespa o in auto, ma lei gentilmente declinava. Finchè, una sera, Angelo decise di affrontare in duello mio padre. Come in alcuni film del tempo, pensò stupidamente che avrebbe potuto "vincere" mia madre, battendo mio padre in una scazzottata...Pensò che lei avrebbe notato la sua superiorità e finalmente, si sarebbe innamorata di lui...
Idea pessima.
Infatti, cercò di tendere un agguato a mio padre, che, una volta superata la sorpresa, gli diede una sonora lezione.
Il duello romantico, gli si era ritorto contro, trasformandosi in un pestaggio. Da allora, Angelo, pur se col cuore infranto, abbandonò ogni speranza e decise, anche spaventato dall'idea di un ulteriore pestaggio da parte di mio padre, di non insidiare più mia madre...)

Tornando al racconto di quel pomeriggio, appena mia madre sentì quel nomignolo, si ricordò tutto. E, trattenendo a stento le risate, si rivolse ad Angelo :

- Mamma : "Si...mm..Angelo! Ricordo adesso. Ma sono passati più di 20 anni!"
- Angelo : "Bhe si...in effetti è trascorso del tempo..."
- Mamma : "Che fai da queste parti? Perchè non sali per un caffè, così parliamo un pò della nostra bella gioventù?Ahahaha"
- Angelo : "Molto volentieri! Che piano?"
- Mamma : "Terzo! C'è l'ascensore!"
- Angelo : "Ok!"

Nell'attesa che Angelo bussasse alla porta, mia madre iniziò a ricordare i giorni della sua giovinezza. Uno dei periodi più belli della sua vita. E, ovviamente, ricordò
le volte in cui respinse tutte le avance dei vari ragazzi che la corteggiavano. Lei era follemente innamorata di mio padre. L'uomo che sarebbe divenuto suo
marito. Tra tutti i ragazzi respinti, di sicuro Angelo risultava essere il più goffo e anche il più brutto. A causa della scazzottata con mio padre, finita male, Angelo
divenne un pò lo zimbello di tutti. Spesso mia madre e mio padre, pensavano a lui per farsi delle grasse risate.
Soprattutto però, mia madre doveva anche trovare il modo di non ridergli in faccia . Anche rivedendolo dopo tutto quel tempo, quel naso sarebbe rimasto lo stesso...
Sarebbe stato poco rispettoso.
Così, ecco bussare alla porta...

- Mamma : "Arrivo! Eccomi!"

Tutto si sarebbe aspettata, aprendo la porta, tranne quello che le si materializzò di fronte...
Angelo non era solo. Con lui c'era nientemeno che Genny. Mia madre, rimase senza parole. Sbigottita dalla vista di quei 2. Come era possibile? Perchè quei due erano insieme, sull'uscio di casa sua?
Come potevano conoscersi?
Il silenzio e l'imbarazzo furono infranti dalle parole di Genny :

- Genny : "Ciao tesoro! Ti sono mancato?!"

e mia madre, ancora stralunata, non rispose...

- Genny : "Allora?! Non ci fai accomodare?!"

e mia madre, scostandosi dalla porta, li fece entrare. Poi, richiuse la porta e si appoggiò ad essa di spalle, mentre Genny e Angelo, attraversando il corridoio, si
avviarono in salotto. Mia madre, dopo un breve momento di smarrimento, li raggiunse e, rivolgendosi a Genny disse :

- Mamma : "Co...cosa ci fai quì,con lui?!"

e Genny, accomodatosi sul divano, appoggiò i piedi sul tavolino basso e rispose :

- Genny : "Visto che sorpresa ti ho fatto,tesoro?!

Angelo si sedette sulla poltrona, la preferita di mio padre e disse :

- Angelo : "Scommetto che quì si siede il tuo sposino, non è così?!"

E mia madre, ancora incredula per quanto stava accandendo gli rispose seccata :

- Mamma : "Che sei venuto a fare?! Cosa vuoi?!"

a quel punto intervenne Genny :

- Genny : "Bhè,Rosa!? E' questo il modo di rivolgersi ad un vecchio amico?!"
- Angelo : "Si, Rosa...Sei davvero inospitale!"
- Mamma : "Noi non siamo vecchi amici! E poi, come fate a conoscervi voi due?!"
- Genny : "Ahahhah...Si,hai ragione! Ora ti spiego. Vedi, il nostro amico Angelo qui, è un socio importante di Don Alberto! Non si conoscono da quando tu conosci lui, ma, si è comunque creato un solido legame tra i due...Angelo, fa parecchi lavoretti per noi e, Don Alberto, non manca di esprimergli la sua riconoscenza, delle volte col denaro e altre...bhè, sei una donna intelligente...penso tu possa capirlo sa sola...Ahahaha!"
- Angelo : "Ahahahaha!"
- Mammma : "No, non capisco! E vi prego di andarvene! Forse qualcuno dei vicini vi ha già visti!"

Genny, allora si alzò di colpo dal divano e le si avvicinò dicendo :

- Genny : "A noi non importa un cazzo dei vicini! E tu, dovresti trattare meglio due ospiti come noi! Comunque, stiamo perdendo troppo tempo e io ho da fare! Quindi, ascoltami bene! Comportati come sai, con lui. Fallo sentire come a casa sua. Mettilo a sua agio... Adesso vi lascio soli...avrete così tante cose da raccontarvi...Ahahahah"!

poi, rivolgendosi ad Angelo disse :

- Genny : "La tua amichetta quì è a tua completa disposizione...!"

prima di andarsene ,guardò mia madre e aggiunse :

- Genny : "Sai quello che devi fare! Fallo, senza storie!"

Rimasti soli, mia madre e Angelo, restarono per qualche secondo in silenzio. Poi Angelo si alzò dalla poltrona e dopo aver dato una breve occhiata alle tante foto della nostra famiglia, presenti in salotto, si sedette questa volta sul divano. Poi, fece cenno a mia madre di sedersi di fianco a lui.
Mia madre, imbarazzata e ancora incredula, si avvicinò al divano e lentamente sedette accanto ad Angelo.

- Angelo : "Sembra trascorsa un'eternità vero?"

mia madre, continuava a rimanere zitta...

- Angelo : "Sai, in questi anni ho fatto carriera! Ora dirigo l'azienda di famiglia. Ho tante persone che lavorono per me! Spesso sono in giro per affari. Viaggio molto in Europa, America. Ad Aprile, sono perfino stato in Giappone. Posto bellissimo. Ti sarebbe piaciuto,sai? Però!...Devo farvi i miei complimenti. Avete messo sù proprio una bella casa...
Certo non grande come la mia, ma, comunque accogliente!

Ma mia madre, restava ancora in silenzio ...

- Angelo : "Ti sei sposata con lui...Eh già! Ricordo le tue nozze. Sai, avrei voluto esserci io sull'altare con te quel giorno..."
- Mamma : "Smettila, Angelo!"
- Angelo : "Smetterla?! Tu nemmeno ti immagini le umiliazioni che ho dovuto sopportare per causa tua e di quel coglione! Ho sofferto moltissimo!"
- Mamma : "Credi che sia nostra la colpa? Persi il conto delle volte in cui rifiutavo i tuoi regali...le tue avance! Non ero una ragazza che potevi comprare con i tuoi soldi! L'amore è ben altra cosa! Avresti dovuto capirlo !"
- Angelo : "Adesso basta. Sta zitta! Non ho tempo da perdere! Oggi finalmente avrò quello che ho sempre desiderato in tutto questo tempo!"
- Mamma : "Sei solo uno dei tanti viscidi cagnolini da riporto al servizio di quel balordo...! Mi fai schifo!"
- Angelo : "Smettila ti dico! Altrimenti, riferirò la tua scortesia nei mie confronti a Don Alberto...Sai questo cosa potrebbe comportare! Don Alberto, mi fa spesso dei magnifici regali... ma quando mi ha parlato di te, non potevo crederci! Che magnifica coincidenza è stata! Quella ragazza acqua e sapone...dolce, solare e così tanto innamorata del suo boy, è diventata una vera puttana che prende i cazzi di chiunque...Un pò, mia hai delusa, lo sai? Però, non potevo certo perdermi questa occasione!
Io e Don Alberto abbiamo un paio di grossi affari in ballo e, quando mi è stata prospettata la possibilità di avere te, non ho esitato! Adesso smetti di fare la stronza, e vediamo di iniziare!"

Quindi, Angelo si avvicinò a mia madre e le mise una mano tra le cosce, iniziando a baciarla.

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Ma, accortosi che mia madre, continuava a tenere chiuse le labbra, le disse :

- Angelo : "Ho capito, Rosa! Forse vuoi usare la bocca in maniera diversa...Ti accontento! Vediamo se sei davvero così brava a succhiare il cazzo, come mi è stato raccontato!"

Ora, mia madre, aveva il cazzo di Angelo adagiato sulle sue labbra. Gli rivolse uno sguardo di disprezzo e disgusto...

- Angelo : "Allora? Che aspetti?! Apri quella bocca e succhiamelo!"

Mia madre apri lentamente la bocca e iniziò a succhiare...

- Angelo : "Forza! So che puoi fare di meglio! Fammi capire che ti piace! Succhialo con più passione!"

a quel punto, mia madre iniziò ad avvertire nuovamente quella sensazione di calore, attraversarle il corpo.
Anche in quella occasione?
Anche con quell'uomo?
"Nasello"? Bersaglio di scherno e di tante risate che lei e mio padre si facevano pensando a lui?
Eppure era così. Anche quella volta, per lei, fu impossibile resistere. Così, iniziò a succhiare il pisello di Angelo con più gusto, palpeggiandosi anche il seno...

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- Angelo : "Ecco, finalmente! E' così che si fa! Oh Dio! E' bellissimo! Hai una bocca meravigliosa! Ti piace davvero succhiare i cazzi! Ma questo è diverso...Questo è il mio cazzo e tu lo dovrai trattare meglio di tutti! Questo è il cazzo che ti sei persa, 20 anni fa...Adesso è tutto tuo! Brava, continua, sei Fantastica!"

poi, ad un tratto, Angelo afferrò la testa di mia madre e le disse :

- Angelo : "Basta adesso! Cosa credi di fare?! Vuoi farmi arrivare subito? Abbiamo più di 20 anni di arretrati...E io voglio godere come si deve!"

Fece distendere mia madre sul divano, ed iniziò a leccare il suo corpo. Partendo dai piedi, le cosce, la fica, il seno...Passando la sua lingua come un pennello, inumidì quasi completamente il corpo di mia madre. E poi, mordeva, baciava, come se volesse assaporarne ogni centimetro...

- Angelo : "Non hai idea di quante seghe mi sia fatto pensando a te! Ora , finalmente, ho l'occasione di averti completamente!"

Si mise quindi all'opera, penetrando mia madre con una certa foga...

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- Angelo : "Che ne dici Rosa?! Ti paice, vero?! Lo senti quanto e duro!? Questo è il cazzo che ti sei persa per tutto questo tempo!"

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- Angelo : "Cavalcami così! Brava Rosa! Sei davvero una puttana! Lo vuoi tutto il mio cazzo,vero!? Tuo marito, non potrebbe mai scoparti in questo modo! Non ha mai potuto scoparti così, vero?!"
- Mamma : "Ahh..nn...no! Tu mio marito non lo devi nemmeno nominare!Ahhh...!!"

Ma mia madre, suo malgrado, stava godendo davvero. Il cazzo di Angelo, le stava dando quel piacere di cui aveva bisogno. Il suo corpo vibrava ad ogni colpo. Gli orgasmi si susseguivano e mia madre in cuor suo, sapeva che ciò che Angelo le stava dicendo, era vero...

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- Angelo : "Avanti, ammettilo troia! A giudicare da come mi cavalchi, sei pazza del mio cazzo! Sei pazza di me!"
- Mamma : "Oh..ahh...S...si mi piace il tuo cazzo!Ahh!"
- Angelo : "Ti piace come ti riempie!Vero?!"
- Mamma : "Oh Dio..!!!Ahh...Si...mi..mi piace! Mi piace!!"
- Angelo : "Dillo che sei pentita di aver scelto quell'idiota invece che me! Dillo!"
- Mamma : "Ah..Si...sono pentita! Sono pentita!Ahh..ahh!"
- Angelo : "Adesso dimmi che mi vuoi dentro! Dimmi che vuoi fare un figlio con me! DILLO!!"
- Mamma : "No, aspetta...Non posso!Ahh"
- Angelo : "Non mentirmi Rosa! Tu vuoi che ti metta incinta! Lo so!"Avanti dimmelo!"
- Mamma : "Ahh..Si...siii!!!Ti voglio dentro! Mettimi in cinta Angelo!AAHHH!"
- Angelo : "Avrai un bel bambino da me!Ahh...si cazzo! E lo crescerai con amore?Ahh...Tanto amore?!"
- Mamma : "Si..ahh! Lo crescerò con am..aahh..AMORE!!Ahh!!"
- Angelo : "Va bene allora! Avrai il mio bambino! Sto per sborrare...sto per sborrare!!!Prendilo tutto,cazzo!!Sii..Aahhh!!!"
- Mamma : "AAHHhhh...è caldissimo!!!Aahhhh!!

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- Angelo : "Si..cazzo! Che scopata! Dio, Rosa! Se fossi stata mia moglie, ti avrei dato 5 o 6 figli...Merda! Passerei giornate intere a scoparti!"

Mia madre, in preda a continui spasmi di piacere, rimase a cosce aperte...Dalla sua fica, sgorgava un corposo rigagnolo di sperma. Infatti, in quella eiaculazione, Angelo sembrava aver condensato oltre 20 anni di frustrazioni e disillusioni. In quella ricca sborrata, sembravano esserci tutte quelle mancate con lei negli anni passati.
Insomma, Angelo addensò tutto se stesso il quell'orgasmo.
Finalmente il suo seme era dentro quella donna tanto desiderata e mai dimenticata in tutto quel tempo. Anche se consapevole che non sarebbe potuta comunque essere la sua donna, la compagna per la sua vita, a lui importava l'essersela finalmente scopata. E, c'erano adesso, ottime possibilità di averla addirittura ingravidata...

Rivestitosi, Angelo prima di andar via, salutò così mia madre :

- Angelo : "Bhe, adesso vado. Porgi pure i miei saluti a tuo marito...ahahahah! Ci si rivede presto!"

Stravolata sul divano, mia madre ebbe modo di accennare ad Angelo un breve sguardo di sdegno. Un mix di vergona e rassegnazione permeava la sua mente. Anche quella volta, era stata vinta dall'incommensurabile piacere. Sconfitta dall'assillante smania lussuriosa di cazzo. Travolta dalla sete sessuale, si era concessa a quell'uomo.
Non uno qualunque. Angelo!
L'uomo che in passato aveva sempre respinto.
L'uomo le cui avance la disgustavano.
L'uomo, zimbello di tanti scherni e risate.
L'uomo col quale mai e poi mai avrebbe immaginato di fare sesso, non solo l'aveva posseduta.
Ma di lui ne aveva anche accettato il seme nella sua fica.
In preda a quel turbinio di eccitazione, aveva detto e fatto cose che la convinsero sempre più, ad accettare la nuda e cruda realtà.
Mia madre, non era diventata una ninfomane...lo era sempre stata!
E presto, avrebbe avuto ulteriori occasioni di dimostrarlo...

Fine Capitolo 4
 
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Ribadisco che tutto ciò è solo frutto della mia creatività ed immaginazione,ma spero possano eccitarvi.

La vita parallela di mia madre :

Capitolo 5 "Lo scambio"

Eravamo ormai prossimi al Natale.
In piene vacanze natalizie. Mia madre e mia sorella, come ogni anno, provvidero ad addobbare abbondantemente la nostra casa, come ogni anno. Una domenica mattina, la mia famiglia al completo, si recò come di consueto in chiesa. Al termine della funzione, mia sorella si incontrò con
alcune sue amiche per fare la classica passeggiata in città. Mio padre, accompagnati me e mia madre a casa, si incontrò con i suoi amici al bar dello sport, per le classiche discussioni sul calcio e, per giocare, come ogni domenica, la schedina al totocalcio.
Quella mattina, restammo soli a casa io e mia madre. Messomi nel box, circondato da tanti giocattoli, mia madre si dedicò a preparare il pranzo in cucina. Poi, si recò in salotto per rilassarsi un pò.
Da quella volta in cui era stata posseduta da Angelo, mia madre non riusciva più a sedersi sul divano.
Adagiarcisi, anche per pochi secondi, le faceva venire in mente, i momenti nei quali si era concessa a lui.
Ma, soprattutto, le ricordava l'attimo nel quale Angelo, eiaculò dentro di lei.
Così, decise di sedersi su una sedia. Improvvisamente però, ecco ricomparire quella inspiegabile sensazione di calore.
Fu, sistematico per mia madre, iniziare a spogliarsi e ad accarezzare il suo corpo. Sfiorava il suo generoso seno e con le dita, lambiva il suo clitoride.

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Era in crisi d'astinenza.
Nei giorni trascorsi dalla scopata con Angelo, mia madre era stata solo un paio di volte con mio padre e, come al solito, non ne era per
nulla stata soddisfatta. Lei sapeva ciò di cui aveva bisogno. Ormai le era impossibile farne a meno. Mia madre bramava cazzi su cazzi.
Mentre, cercava di darsi piacere, ecco che squillò il telefono. Mia madre, coprendosi alla bene e meglio, si precipitò a rispondere...

- Mamma : "Pronto?"
- Genny : "Tesoro! Ciao! Come sta, la mia fica preferita?!Ahahah!"
- Mamma : "Ah...s...sei tu!"
- Genny : "Chi credevi che fosse?! Babbo Natale!? Ahahah! Allora, so che è andata molto bene con il tuo vecchio amico, l'altro giorno!
Ve la siete spassata!Ahahah!"
- Mamma : "Per favore...Non parliamone! Dimmi cosa vuoi!"
- Genny : "Fai ancora l'arrogante,Rosa?! Vabbè...visto che siamo in clima natalizio, ti perdono..Ahaha! Ma adesso ascoltami! Abbiamo un altro lavoretto per te!
Domani, quando andrai in pausa pranzo a lavoro, esci dalla porta sul retro, quella che sbuca nel parcheggio comunale. Attraversalo tutto e arriva alla fermata del bus. La stessa del nostro primo incontro...Poi aspetta lì."
- Mamma : "Chi devo aspettare?"
- Genny : "Non preoccuparti di questo, lo scoprirai al momento...Pensa soltanto a fare quello che ti viene detto, come al solito! Hai, capito?!"
- Mamma : "Si!Ho capito!"
- Genny : "Brava! così mi piaci! Ci risentiamo tesoro! Ahahah!"

Eccola!
Un'altra direttiva. Un ordine al quale mia madre, avrebbe dovuto per l'ennesima volta obbedire senza fare storie.
La domenica trascorse serenamente. Mio padre seguì le partite alla radio, mia sorella ascoltò i suoi Take That, io tra un capriccio e l'altro rompevo come al solito e mia madre, eccitatissima...già proiettata a ciò che sarebbe potuto accadere il giorno successivo.
Arrivò dunque il lunedì.
Inizio dell' ultima settimana di lavoro per entrambi i miei genitori, prima delle vacanze. La mattinata trascorse come di consueto. Mia madre
osservava , l'orologio nel suo ufficio, impaziente che arrivasse l'ora nella quale sarebbe andata in pausa.
Finalmete, ecco scoccare le 13.30.
Senza dare troppo nell'occhio, mia madre, celermente, si avviò all'uscita degli uffici, sul retro. Attraversò il parcheggio e, si appostò a breve distanza dalla fermata del bus. Nell'attesa, accese una sigaretta e iniziò a guardarsi in torno, cercando di individuare la persona o l'auto che stava
aspettando.
Passati circa 10 minuti, ecco che una macchina accostò. Mia madre, la riconobbe. Era la Mercedes di Salvatore "il Santo".
Senza tentennare, mia madre si avvicinò e salì in macchina.
A differenza della scorsa volta però, Salvatore sembrò esser più loquace...

- Salvatore : "Ti ho fatta aspettare un pò perchè dovevo assicurarmi che nessuno ti stesse seguendo. La fiducia non è mai troppa! Mi dicono che su di te si può fare affidamento, ma io sono un tipo scettico.
Cerco di evitare spiacevoli sorprese...Comunque, lo devo ammettere, stai facendo bene quello che ti viene ordinato!
Continua così e andremo d'accordo!"
- Mamma : "Devo farlo per forza...Quali alternative avrei?!"
- Salvatore : "Nessuna! Se ci giochi un brutto scherzo, tu e la tua famigliola siete finiti!"
- Mamma : "Questo lo so bene, purtroppo...Dove stiamo andando?!"
- Salvatore : "Tra poco lo scoprirai!"

Salvatore, imboccò l'autostrada e dopo pochi chilometri, si fermò ad un Autogrill.
Parcheggiata l'auto nell'area di sosta, sollevò il bracciolo ed estrasse un pacchetto. Prese la borsa di mia madre e lo mise dentro.
Poi le disse :

- Salvatore : "In questa stazione, ci sono delle camere per pernottare. Vai alla n°5. Bussa quattro volte alla porta. Sentirai qualcuno chiederti chi sei e tu dovrai rispondere dicendo , sono la "duchessa"! Hai capito bene tutto?!"
- Mamma : "Si! Ma cosa c'è nel pacchetto?!"
- Salvatore : "Questi non sono cazzi tuoi! E, non provare ad aprirlo, chiaro?! Se lo fai, giuro che ti sparo qui davanti a tutti!"
- Mamma : "N...no, non lo farò, tr...tranquillo!"
- Salvatore : "Non devi farle certe domande...! Adesso, vai che sei in ritardo!"

Così mia madre, entrò nell'hotel della stazione e, seguendo le istruzioni ricevute da Salvatore, giunse alla porta della camera n°5.
Busso quindi 4 volte, e dopo pochi secondi, udì una voce provenire dall'interno.

-- : "Chi sei?!"
- Mamma : "Sono la duchessa..."

La porta si aprì, e un uomo in abiti casual, si sporse lievemente dall'uscio, lanciando un paio di sguardi nel corridoio, per assicurarsi che non ci fosse qualcuno di sospetto. Poi, fece cenno a mia madre di entrare in camera e richiuse la porta alle sue spalle.

-- : "Hai qualcosa per me, vero?"
- Mamma : "Si..."

mia madre aprì la borsa ed estrasse il pacchetto, consegnandolo all'uomo.
Questi, prese il pacchetto ma non lo aprì. Lo mise nella sacca interna della sua giacca. Poi, si adagiò sul letto e iniziò a scrutare mia madre dalla testa ai piedi e le chiese :

-- : "Quindi... tu saresti il nuovo corriere?!"
- Mamma : "Corriere..? Veramente io..."
-- : "Ahaha...lascia stare! Però...! Vedo che i loro gusti stanno migliorando! Le scelgono sempre più bone!"

mia madre, arrossì lievemente, non sapendo cosa dire...

-- : "Sai, spero che tu sia migliore dell'altra! L'ultima volta, mi mandarono una perfetta imbranata! Dovetti fare tutto io!"

Mentre le parlava, l'uomo si abbasso la lampo dei jeans e tirò fuori il suo pisello...
Allora, mia madre capì tutto.
Non avrebbe solo consegnato quel pacchetto...
Avrebbe anche dovuto soddisfare quell'uomo.
Così, si sbottonò la camicetta e si tolse la gonna. Poi, si avvicinò al lettino e afferrò il pisello dell'uomo...

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- Mamma : "Vedrai...questa volta non sarai deluso!"

e dopo averlo baciato, mia madre iniziò a succhiargli il cazzo...

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In fondo, era ciò che stava aspettando da giorni. Proprio quello che desiderava. Lavorarsi il cazzo di un estraneo...

-- : "Se non rimarrò deluso, lo vedremo! Adesso girati troia! Voglio la tua fica!"

Parole paradisiache per mia madre.
Quel vortice caldo di piacere che era tornato ad attraversarle il corpo, schizzò alle stelle quando l'uomo, le infilò il cazzo nella fica.
Ovviamente, senza precauzione alcuna...

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-- : "Cazzo, quanto è calda! Hai una fica fantastica!"
- Mamma : "Si! Che bello! Continua, scopami! Scopami più forte!Aahh...Ancora!!"
-- : "Merda! Che puttana che sei! Ma, vediamo se sei davvero disposta a non deludermi..."
- Mamma : "Si! Sono una puttana! Sono una puttana!Non voglio deluderti!Ahhh!!"

L'uomo voltò mia madre come la pagina di un libro... Lei tolse il reggiseno, mostrandogli il suo generosissimo seno.

-- : "Adesso vediamo se sei una troia di parola!"

e inumidendosi con la saliva la punta del cazzo, iniziò a penetrare il culo di mia madre.

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Mia madre non aveva mai fatto sesso anale. Forse, perchè la rispettava troppo, mio padre non le aveva mai proposto di farlo...
Ma ora, quell'estraneo, le stava conficcando il pisello nel suo vergine ano.
All'inizio, mia madre avvertì dolore. Ben presto però il dolore, si trasformò in piacere...

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-- : "Hai un culo strettissimo! Ahhh!! Si!Cazzo!"
- Mamma : "Che bello!" Ahh...dai continua!!Dammelo! Dammelo tutto!"
-- : "Maledetta puttana! Ti piace davvero?!"
- Mamma : "Si..si!!!!Ahhh! Eì bellissimo! Sfondamelo! Sfondami il culo!Aahhh!"

Era la sua prima volta. La prima scopata anale della sua vita.
Ma quell'esperienza, le stava piacendo un mondo...

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-- : "Lurida cagna! Mi stai facendo godere di brutto!!Cazzo!!Adesso te lo spacco sto culone!Ahhh!"
- Mamma : "Si...dai!Ahhh! Continua! Continua!!! Spaccamelo!!Spacca il mio culo!!Ahhh"
-- : "Schifosa zoccola! Ora te lo riempio di sborra! Sei pronta, troia!?"
- Mamma : "Si..aaahh!! Riempilo! Riempilo tutto!!Ahhh!!"
-- : "Vengo...Vengo, puttana!!!AAAHHH!!!"
- Mamma : "AAAHHH...SIII!!!Lo sento....lo sento tutto!!!!AAAhhh!!!"

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-- : "Cristo! Che gran scopata! Sei stata meravigliosa...cazzo!"

Anche se il suo buco del culo era in fiamme, e dal quale veniva fuori un rivo di sborra, mia madre era in estasi. Finalmente, la sua voglia si sesso era stata appagata. Questa
volta, provando un'esperienza nuova. Ma estremamente soddisfacente. Mai nella sua vita era stata scopata nel culo. Quello era stato il suo esordio. E le era piaciuto tantissimo.

-- : "Porca troia! Mi farei volentieri un altro giretto con te! Ma non c'è tempo!

Poi, estrasse una valigetta nera, tipo una 24 ore, che aveva nascosto sotto il letto.
La aprì e prese dall'interno, una busta imbottita gialla, di quelle che si usano per le spedizioni postali.
Poi si rivolse a mia madre, che stava rivestendosi :

-- : "Mettila nella borsa e consegnala alla persona che ti ha portata qui!"

E mentre mia madre l'afferrò. Lui, però trattenne la busta e disse :

-- : "Sai che non devi aprirla,vero?!"
- Mamma : "Certo!"
-- : "Ok! Fammi dare un'occhiata al corridoio!"

Sinceratosi che non vi fossero altre persone, le permise di lasciare la camera, non prima di averle dato un profondo bacio con la lingua...
Poi mia madre, ritornò nell'area di sosta dell'Autogrill e risalì nell'auto di Salvatore.
Aprì la sua borsa e prese la busta gialla dicendogli :

- Mamma : "L'uomo nella camera, mi ha dato questa..."

Salvatore, prese la busta e la sistemò sotto il suo sedile. Poi, le si rivolse dicendo :

- Salvatore : "Molto brava! Stai facendo un buon lavoro! Don Alberto sarà felice di sicuro! Ahahah!"

mia madre, non replicò.

- Salvatore : "Adesso ti riporto al tuo ...lavoro principale...Ahahahah!"

Mia madre, doveva sbrigarsi.
L'ora di ritornare in ufficio era già scoccata da un pò. Non poteva assentarsi più di tanto. Era sempre stata un'impiegata modello.
Dedita al lavoro, precisa, attenta e puntuale. Una sua assenza, sarebbe stata notata dai colleghi e dal suo capo. Avrebbe destato sospetti.
Giunta in sede, mia madre entrò nell'edificio dalla porta sul retro e si affrettò a raggiungere il suo dipartimento. Finalmente, giunta nel suo ufficio, chiuse la porta alle sue spalle e si sedette alla sua scrivania.
Per la fretta, aveva avuto giusto il tempo di pulirsi con un fazzolettino. Ma dal buco del suo culo in fiamme, continuava a sgorgare lo sperma di quell'uomo.
Lei, lo avvertiva e, incurante che potesse entrare qualcuno nel suo ufficio, infilò la mano nelle mutandine intrise di sborra, e iniziò a toccarsi , infilando le sue dita, prima nell'ano e poi nella sua fica. Nell'assurda idea, di trasferire il seme di quell'uomo, dal culo alla sua vagina...
Fece questo per diversi minuti, poi decise finalmente di recarsi in bagno, dove avrebbe potuto lavarsi in maniera più appropriata.
Lo fece, non prima di essersi leccata le dita.
Sapeva di esser stata complice di un criminoso scambio. Ma, ignorava il contenuto del pacchetto e della busta che aveva maneggiato.
A lei, importava solo di aver vissuto un'ulteriore, travolgente, esperienza sessuale con un estraneo.
Mia madre, era sempre più consapevole di volere altre esperienze come quella.
Non poteva certo ritenersi già sazia...

Fine Capitolo 5
 
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La vita parallela di mia madre :

Capitolo 6 "Christmas Party"


Mattina di Giovedì 22 Dicembre 1994. Mia madre era in giro per fare gli ultimi acquisti in vista del cenone della viglia e del pranzo di Natale.
Sembrava non far caso alle vetrine dei negozi addobbati, alla gente che affollava le strade. Mia madre, non riusciva a smettere di pensare a tutti
quei magnifici cazzi, che aveva succhiato e da cui si era fatta scopare. Le bastava soltanto ricordare, anche solo per brevi istanti, le volte in cui fu
presa e chiavata da quegli estranei, per eccitarsi. Così, in quel formicolare di persone, lei sembrava un corpo estraneo. Del tutto alienata dalla frenesia
di quei giorni festivi. A lei, importava solo ed esclusivamente, un'altra occasione di farsi possedere...
Giunse quindi all'incrocio tra Via Rossi e Corso Nazionale, ma prima di attraversarlo, mia madre si accorse di trovarsi proprio dinanzi al bar Champagne...
Non un bar qualsiasi. Quello era il luogo dove tutto ebbe inizio. La sola vista dell'insegna del locale, suscitò in mia madre l'irresistibile voglia di entrare
in quel posto. Era quasi mezzogiorno. Aveva detto a mio padre che sarebbe tornata per quell'ora. Ma, nonostante ciò, era così grande il desiderio di
introdursi in quel bar, che le fu impossibile desistere. Così, speranzosa, mia madre rimise piede lì, dove era cominciata la sua nuova lussuriosa esistenza.
Come un vampiro è assetato di sangue, lei era bramosa di cazzo e sborra...
Una volta dentro, si avviò verso la saletta sul retro. Ma dopo pochi passi, fu richiamata da uno dei baristi...

- Barista : "Mi scusi signora...Posso aiutarla?"
- Mamma : "Ah...veramente io starei cercando...Don Alberto..."
- Barista : "Perchè lo sta cercando?"
- Mamma : "Ecco...io dovrei...dovrei parlargli..."
- Barista : "Don Alberto, adesso è occupato! Ripassi più tardi..."

il dialogo tra il barista e mia madre, fu interrotto da Don Alberto, che, riconosciuta la voce di mia madre, aveva sollevato la tendina che separava la sala principale del locale dalle stanze sul retro.

- Don Alberto : "Riposati pure, Mario! La signora è mia ospite!"
- Barista : "Come desiderate, Don Alberto!"
- Don Alberto : "Prego, venga pure signora..."

Mia madre, non se lo fece ripetere una seconda volta e, con passo spedito, si recò verso di lui. Don Alberto però, non la condusse nello stanzino dove fu consumato
il loro primo rapporto, bensi, in un'altra saletta sul retro. Lì, c'era un divanetto e un tavolino con un paio di sedie.
Giunti nella stanza, Don Alberto, chiuse la porta e poi, con aria seccata, si rivolse a mia madre :

- Don Alberto : "Che sei venuta a fare?! Non devi venire quì, senza che sia io o qualcuno dei miei a dirti di farlo!"
- Mamma : "Scusami, ma...ma io..."
- Don Alberto : "Ma,cosa?! Non dirmi che quel coglione di tuo marito, mi ha di nuovo graffiato la macchina?!"
- Mamma : "No, lui non c'entra..."
- Don Alberto : "Allora? Perchè cazzo sei qui?!"

Il tono severo di Don Alberto, suscitò in mia madre un lieve tremolio. Non era paura. Infatti, l'aria minacciosa del criminale, iniziò ad eccitarla notevolmente.
Proprio per questo, dopo aver appoggiato sul tavolino le buste della spasa, mia madre cominciò a spogliarsi. Prima il soprabito, poi sollevò la gonna e si sfilò le mutandine.
Mentre lo faceva, fissava Don Alberto con uno sguardo provocante, passandosi anche la lingua tra le labbra...

- Don Alberto : "Adesso ho capito! Sei venuta da me perchè non potevi più fare a meno del mio cazzo! Non è vero?!"

Mia madre rispose avvicinandosi lentamente. Appena fu a portata, Don Alberto l'afferrò e iniziò a palpeggiarle il culo...

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- Don Alberto : "Sai, fino a pochi secondi fa, avevo ancora qualche dubbio...Ma adesso sono completamente sicuro che tu sia davvero una grande troia!!"

Cominciò quindi a leccare la fica di mia madre, che fu come sbalzata in un nirvana di assoluto piacere...

- Don Alberto : "Mmm...sei tutta bagnata! Cazzo, non posso pensare che quell'idiota, possa toccarti! Quella checcha di tuo marito non merita una fica del genere!"
- Mamma : "No, non pensare a lui! Continua...continua a leccarmela...mmmm...si!"
- Don Alberto : "Dimmelo! Dimmi che quel porco non ti merita!"
- Mamma : "D...dai continua ti prego!Mmmm..."
- Don ALberto : "Avanti, dillo! Dimmi che sei solo mia! Dimmi che ti fa schifo quando lui ti tocca! Dillo!"
- Mamma : "Mmmm...S..si! Si, mi fa schifo....Mmmm!"
- Don ALberto : "Si! Mi piace quando lo dici! Se la mia puttana,Rosa!"
- Mamma : "Sono tua...sono tua! Continua, non fermarti!Continua a leccarmela! Mmmm...si!"
- Don Alberto : "Non hai idea di quanto mi piacerebbe scoparti adesso...Ma non ho tempo!"
- Mamma : "Cosa!? Perchè?!"
- Don Alberto : "Di là c'è gente!Ho da fare..."
- Mamma : "Aspetta...possiamo sempre divertirci un pò..."
- Don Alberto : "Ahahah...Sei proprio una gran troia! Allora, succhiamelo! Succhiami il cazzo che tanto desideri!"

E così, senza tentennamenti, mia madre iniziò a succhiare il pisello di Don Alberto. Sempre con maggior decisione. Sempre con più gusto...

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- Don Alberto : "Accidenti,Rosa! Hai fatto progressi! Sei migliorata molto dalla nostra prima volta! Oh cazzo,si! Sai una cosa?
Ora che ci penso, forse possiamo rendere questo incontro, ancora più fruttuoso!
Pochi giorni fa, sono usciti da galera un paio dei nostri. Bravi ragazzi. Hanno tenuto la bocca chiusa per tutto il tempo che
sono stati dentro...Ho intenzione di premiarli! Si, voglio fargli un bel regalo di Natale! Che ne dici? Vuoi aiutarmi?!Ahahaha"

e mia madre, succhiò con ancora maggior enfasi il cazzo del criminale...

- Don Alberto : "Dannazione! Lo prendo come un si! Ahahaha...Così, continua! Sei fantastica Rosa! Brava....aahh...Ora vengo!
Adesso ti do la crema che tanto ami! Ahh...vengo,vengo! Puttana!!AAAHHH!!"

L'uomo esplose una poderosa eruzione di sperma, che gettito dopo gettito, allagò totalmente la bocca di mia madre....

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- Don Alberto : "Aspetta! Non inghiottire ancora! Apri la bocca e fammi vedere come giochi con la mia sborra!
Così,brava! Ripassatela sulla lingua! Assaporala tutta!"

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- Don Alberto : "Brava,così! Voglio che la tua bocca sia intrisa del mio sperma!
Voglio, che quando torni a casa, tu dia un bel bacio a quell'idiota di tuo marito...Fagli assaporare tutto il gusto della mia sborra!Ahahaha...Ingoiala adesso! Forza! Guardami mentre la manda tutta giù!"

e mia madre, deglutì il generoso carico di sperma, in un paio di volte...

- Don Alberto : "Fantastico! Bene, ritornando al discorso di prima...tieniti libera per domani sera.
Organizzerò una bella festicciola di bentornato per i ragazzi. Un bel Christmas Party! Come dicono i giovani di oggi...Ahahaha! Come al solito, ti farò chiamare da qualcuno che ti dirà cosa devi fare! Ora rivestiti e vattene!"


L'idea di ritrovarsi nuovamente al cospetto di altri cazzi, inebriava la sua mente e non solo...Ancor più eccitata di prima, mia madre rientrò a casa e, appena vide mio padre, gli si avvicinò e gli diede un'appassionato bacio. Sperava quasi che lui, potesse avvertire il sapore dello sperma di Don Alberto. Le sue intenzioni perverse però, furono disilluse.
Infatti, mio padre, non si accorse di nulla. Dopo il bacio, si limitò a darle solo una carezza, senza fare altro.
Ma questo, non le importava più di tanto. Ora, mia madre, si focalizzava solo su ciò che l'attendeva la sera successiva.
Iniziò quindi ad escogitare un piano per rendersi libera per quell'importantissimo evento. Una solida e credibile scusa, che potesse darle la possibilità di realizzare il suo lussurioso incontro.
Realizzò quasi subito lo stratagemma.
Ogni anno, in occasione delle festività natalizie, l'azienda per cui mia madre lavora, organizzava una cena di beneficenza, alla quale, i vari impiegati sono invitati. Essi,possono parteciparvi, sia da soli che con le rispettive famiglie. L'anno precedente, mia madre decise di non andarci, perchè io avevo soltanto pochi mesi.
Combinazione volle, che quest'anno, la cena, si sarebbe tenuta proprio Venerdì 23. Decise così di parlarne a pranzo con mio padre e mia sorella. Dai due ottenne delle risposte non particolarmente entusiaste. Mia sorella aveva già organizzato la serata con i suoi amici.
A mio padre invece, l'idea della classica tombolata, non lo eccitava più di tanto, ma disse a mia madre, che se le ci teneva ad andarci, l'avrebbe comunque accompagnata. Magari avrebbero chiesto alla sig.ra Maria, di fare uno straordinario badando a me anche quella sera.
Mia madre, disse a mio padre di non preoccuparsi.
Non era il caso di scomodare la sig.ra Maria. Visto che l'idea non lo stuzzicava particolarmente, sarebbe rimasto lui con me a casa.
Tutto quindi quadrava perfettamente nelle intenzioni di mia madre. Il suo piano, si sarebbe concretizzato. Adesso, doveva solo attendere la telefonata in cui, avrebbe ricevuto come al solito, tutte le istruzioni del caso.
Telefonata, che arrivò il pomeriggio stesso. Alle 17.20, squillò il telefono e, come di consueto, mia madre si fiondò a rispondere...

- Mamma : "Pronto?"
- Genny : "Ciao,tesoro! Ti sono mancato,lo so...Ahahahah!
- Mamma : "Ciao Alba! (Alba era un'altra sua collega di lavoro)
- Genny : "Mmm...altro giro...altra troia! Questa volta Alba! Prima o poi me le dovrai presentare tutte le tue amichette...
Scommetto che ci sanno fare quanto te! Vero?!Ahahaha...!"
- Mamma : "Si, ci sarò anche io alla serata di beneficenza di domani. Che coincidenza! Ti avrei telefonata tra poco per dirtelo."
- Genny : "Beneficenza...?! Ma che cazzo...! Ahahah...Ma dove le trovi queste stronzate!?Ahhahah...Ok! Veniamo a noi! Domani sera, alle 8 in punto, ti dovrai far trovare al Chiostro Girasole! Naturalmente da sola!
Ah, vedi anche di indossare qualcosa di carino! Capito!?"
- Mamma : "Certo, allora mi darai uno strappo tu!?"
- Genny : "Se...altro che strappo! Vedrai cosa ti darò domani..Ahahahah!"
- Mamma : "D'accordo allora! A domani. Ciao cara!"
- Genny : "Vedi di esser puntuale! Ciao tesoro! Ahahahah!"

Mia madre riagganciò la cornetta, compiaciuta ed elettrizzata. Tutto era sato prestabilito. Tutto era organizzato, per quella che sarebbe stata di sicuro, un'altra avventura erotica.
Si trattava soltanto di attendere adesso.
Come accadde in occasione dell'incontro con Valerio, la mattina seguente, mia madre si dedicò a far shopping, acquistando qualcosa di speciale da indossare per la serata.
Poi, giunse finalmente il momento tanto atteso. Salutati me e mio padre, mia madre uscì di casa in tempo per trovarsi puntuale alle 20.00 nel luogo stabilito. Il Chiostro Girasole, era distante non più di un quarto d'ora a piedi da casa nostra e, così, si avviò con calma gustandosi la passeggiata che l'avrebbe condotta verso l'ennesimo vortice di lussurioso godimento.
Arrivata sul posto, attese appena 5 minuti, prima che giungesse Genny con la sua auto.
Salita in macchina, mia madre sbottonò il cappotto, lasciando intravedere un'elegante abito azzurro, acquistato proprio quella mattinata. Il vestito attillato e cortissimo risaltava le generose curve del suo corpo attraente. Genny, non potè non notarlo...

- Genny : "Wow! Che schianto che sei!"
- Mamma : "Ti piace?!L'ho comprato per l'occasione! Ma, perchè siamo soli? Non dovevano esserci altri due con te?!"
- Genny : "Non esser impaziente,tesoro...! Tra poco vedrai il festino che ti abbiamo organizzato...Ahahaha!"

Genny, guido per circa 20 minuti, lasciando la città ed imboccando una serie di vie secondarie che si addentravano sempre più nella campagna. Percorrendo quelle stradine buie, mia madre fantasticava su cosa la stesse aspettando. Cercava di immaginare come sarebbero stati gli altri due uomini che, avrebbero sicuramente approfittato di lei.
Bastava il solo pensiero di questo, per accrescere la sua eccitazione. Poi, finalmente, l'auto si fermò di fronte al cancello di un casolare rustico. Genny, dette 2 colpi di clacson accompagnati da altrettanti segnali luminosi con gli abbaglianti.
Era il segnale di riconoscimento. Il cancello si aprì, e l'auto percorse un breve viale, accostandosi di fronte all'ingresso del casolare.
Scesi dalla macchina, Genny e mia madre, furono accolti alla porta da Marcello, altro uomo di fiducia di Don Alberto, che li fece entrare.

- Genny : "Come va,fratello?"
- Marcello : "Bene, bastardo! Vieni quì, fatti abbracciare! E' tanto che non ci si vede!"
- Genny : "Per forza,Marcè! Te ne stai sempre rintanato in questo castello...Da quanto non fai un giro in città?!"
- Marcello : "Se,magari! Poi chi lo dice al capo? Se quello viene a sapere che ho lasciato questo posto senza permesso, mi taglia la testa!"
- Genny : "Hai ragione,fratello! E poi, nessuno è più bravo di te a fare la guardia a questo posto!"
- Marcello : "Chi è la pollastra?!"
- Genny : "Ah,gisto! Che maleducato che sono! Non vi ho presentati! Bhe, questa è Rosa! Rosa, questo è il mio carissimo amico Marcello!"
- Mamma : "Pi...piacere!"
- Marcello : "Mmmm...Quindi tu sei l'ospite speciale della festa?! Niente male!"
- Genny : "Non ti scaldare troppo,Marcè! Non è un regalo per te! I ragazzi sono di sopra?!"
- Marcello : "Si...è tutto pronto!"
- Genny : "Ok! Allora andiamo! Ci vediamo dopo,fratello!"
- Mercello : "Si, figlio di puttana!"

poi Marcello si rivolse a mia madre :

- Marcello : "Hei,signora! Se non gli si rizza, fammi un fischio che corro io da te!Ahahaha!"
- Genny : "Cazzone! Ahahahah!"

Poi, Genny e mia madre, salirono per le scale che conducevano al piano di sopra, fino a giungere ad una camera arredata di tutto punto. Nulla a che fare con l'aspetto scarno del casolare.
C'era una parete attrezzata con televisore di grandi dimensioni,stereo, videoregistratore. Un angolo bar, riccamente assortito. L'ambiente era caldo e accogliente.
Seduti sul divanetto, c'erano 2 individui, che si alzarono e si diressero verso Genny, il quale, a sua volta, andò loro incontro e i tre si salutarono affettuosamente.

- Genny : "Ragazzi! Che piacere rivedervi!"

poi si voltò verso mia madre e disse :

- Genny : "Rosa, non startene lì impalata! Vieni che te li presento!"

Si trattava dei due membri del Clan, appena scarcerati.
Uno era, Massimo F., 25 anni detto "Tappeto", per via dei tanti tatuaggi che ne ricoprivano il corpo.
L'altro era Gianni R., 30 anni, detto "Bazooka"e, ben presto mia madre avrebbe scoperto il perchè di tale appellativo. I due, erano stati arrestati perchè fermati ad un posto di blocco, a bordo di un'auto rubata. Bazzecola, in confronto ai ben più gravi illeciti commessi dai due. Infatti, la loro "carriera criminosa", era assortita con ogni genere di reato. Spaccio di stupefacenti, estorsione, gioco d'azzardo e almeno 3 o 4 omicidi a
testa...Tuttavia, mia madre ignorava chi fossero quei due. A lei importava soltanto dei loro cazzi...
Il gruppo, non si perse ulteriormente in chiacchiere. In poco tempo, mia madre si ritrovò nuda, alle prese con i tre...

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- Gianni : "Porca troia!Cazzo che bel culo stretto ha questa puttana! Ma dove l'avete rimediata?!Oh, merda!Uh..siii!"
- Genny : "Che te ne pare?! Meravigliosa vero?!"
- Gianni : "Non assaggiavo un culo come questo da secoli! Cazzo,che bello!"
- Massimo : "Ah...mmm..E lo succhia anche divinamente! Cazzo!Si!"
- Gianni : "Sento che stò per scoppaire...Ahh! Non posso più trettenermi! Sborro! Adesso ti riempio il culo, lurida troia!Ahhh!"
- Massimo : "Ci sono quasi anche io! Vengo, vengo!AAAHH SIII!!! Bevi! Bevilo tutto puttana!"

ORE 21.26

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- Massimo : "Merda! Ha una fica celestiale! Calda...Stretta! Come quella di una ventenne...! Cazzo,siii!"
- Genny : "E così stretta, perchè quel cornuto del marito, ha una matitina al posto del cazzo!"
- Gianni : "Avevi ragione, Max! Questa ha un'aspirapolvere al posto della bocca!Si, dai continua!Uhh...!"
- Massimo : "Allora il cornuto non avrà nulla da ridire se gliela ingravido sta puttana!?Mmmm...uh..si!"
- Genny : "Certo! Accomodati pure amico!Ahahah!"
- Massimo : "Bene! Allora, tieniti pronta! Ecco che arrivo!!!SIII!!MALEDETTA CAGNA!!TUTTO DENTRO!!!AAHHH!!"
- Gianni : "Spero che tu abbia ancora sete,troia! Stai per berti un bel boccale di sborra!!!AAHHH...VENGO!!!SSIII!!"

ORE 23.35

3.jpg

- Genny : "Quando finiremo con lei, ci passerà un treno in questo culo!Oh, si! Sei fantastica tesoro!Ahh..uuhh!"
- Gianni : "Come è possibile, aspide? Me lo sarà scopato 3 volte! E' ancora così stretto!?"
- Genny : "Strettissimo amico!Ahh..uhh...!"
- Gianni : "Hai sentito,Max?! Forse sarà ancora stretto anche per il tuo pistolino...Ahahahah!"
- Genny : "Ahahahahah!"
- Massimo : "Fanculo,coglioni!"
- Genny : "Dai,non prendertela!Ahahah"
- Massimo : "Eccomi!!Prendi ancora il mio seme! Scifosa puttana!!!AAAAHHH!SIII!"

ORE 01.42

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- Gianni : "Che fica,ragazzi! Ce la siamo scoapata per ore! Sembra che più la scopiamo più si restringe!Oh...merda!"
- Genny : "Sentito,tesoro? Gianni apprezza tantissimo la tua passera! Cosa hai da dire?!"
- Massimo : "Forse se le togli il cazzo di bocca,portebbe anche dire qualcosa...Ahahahah!"
- Genny : "Uh...sta succhiando più forte! Cristo!"
- Massimo : "Avevate ragione, ragazzi! Questo culo è stellare! Uh...mmm...!"
- Gianni : "Vai pistolino, è tutto tuo!Ahahah"
- Massimo : "Fottiti,bastardo!"
- Genny : "Ahahaha! Oh,cazzo! Sto per sborrare ancora! Vai, così tesoro! Si...SIIII...VENGOO!!!!"
- Gianni : "Adesso le do un bel carico di sborra! Di sicuro la metto incinta io sta cagna! Ah...uuuhh...AAAHHHH!!SI CAZZO!!!"

ORE 03.16

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- Gianni : "WOOOW! Cazzo,che chiavata!!"
- Massimo : "Porca miseria! Questa mi ha risucchiato l'anima..."
- Genny : "Ci, voleva vero?"
- Gianni : "Puoi dirlo forte, aspide! Questa è una troia di serie A!"
- Massimo : "Ma che?!Questa è come la Coppa Campioni...anzi,come vincere il Mondiale!"
- Gianni : "Non parlare del Mondiale,cazzo! Il giorno della finale col Brasile, mi hanno messo in isolamento punitivo!"
- Genny : "Meglio così, amico! Ti saresti beccato una bella delusione!"

Mentre i tre, parlottavano tra loro compiaciuti, mia madre rimase sul letto devastata. Totalmente colma di sperma. Utero,intestino e stomaco, gremiti all'inverosimile.
Straripanti della sborra dei tre criminali. Per sei ore piene, scopata come una baldracca da quattro soldi! Ingiuriata, sodomizzata, costretta ad ingurgitare immani dosi di sperma. Non c'era un angolo del suo corpo che non le dolesse.
Ma, tutto quello, in realtà era proprio ciò che desiderava. Ricevere 3 cazzi alla volta era stata per lei un'ulteriore esperienza. Per la prima volta, si era sentita come una preda messa all'angolo. L'esser stata travolta da diversi cazzi contemporaneamente, le fece perdere il conto degli orgasmi provati. In quei frangenti, le sembrò più volte di esser sul punto di svenire tanto dal piacere.
Poi Genny le si avvicinò e disse :

- Genny : "Tesoro, so che vorresti continuare la nostra festicciola, ma si è fatto tardi e devo riportarti a casa!Di là, c'è un bagno. E' il caso che tu ti dia una ripulita. Sei piena di sborra e puzzi da fare schifo! Su datti una mossa!"

Mia madre, si alzò a fatica da letto. Tremula come una foglia, si recò in bagno per farsi una doccia.
Vomitò anche, per via del troppo sperma ingoiato...
Poi, rifocillata e ripulita si rivestì e, ritornò a casa accompagnata da Genny.
Erano quasi le 5 del mattino. Tutti a casa dormivano. Mia madre, senza far rumore, si spogliò e indossato il pigiama, si mise a letto.
Per quanto sfinita dalla selvaggia esperienza appena vissuta, non riusciva a chiudere occhio.
Si mise a fissare mio padre, che dormiva beatamente, ovviamente ignaro di quanto accaduto. Questo, non le dava un senso di colpa, anzi. Risaltava ancor di più il suo stato d'animo, amplificandone l'eccitazione che ancora le attraversava il corpo.
Non potè quindi, fare a meno di toccarsi delicatamente la fica, ancora dolente e dalla quale, continuava ad affiorare un rigagnolo di sperma.
Poi, ad un certo punto, chiuse gli occhi e sperando di sognare ancora quei lussuriosi e concitati momenti della sera, mia madre, finalmente si addormentò.

Fine Capitolo 6
 
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Ribadisco che tutto ciò è solo frutto della mia creatività ed immaginazione,ma spero possano eccitarvi.

La vita parallela di mia madre :

Capitolo 7 "Dal Continente Nero"

Gennaio 1995. Nelle prime settimane del nuovo anno, mia madre ebbe ancora modo di quietare le sue voglie...Divenne infatti, molto popolare tra gli uomini del Clan. La fama acquisita ormai, di troia navigata, si era diffusa tra i ranghi di una delle più potenti famiglie criminali della zona.
Così, molte furono le occasioni nelle quali, mia madre si trovò sommersa dai cazzi di diversi delinquenti.
Non le importava chi fossero.Se spacciatori, assassini o altri...

3 Gennaio...

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11 Gennaio

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19 Gennaio

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Ogni singola scopata, si concludeva per mia madre, con ricche sborrate interne.
I criminali, infatti, non mancarono di venirle in bocca, nella fica e nel culo, più e più volte...

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Poi una fredda notte, le luci delle salette sul retro del bar Champagne, erano accese.
All'interno di una di queste, si stava svolgendo un summit, tra diversi esponenti del Clan di Don Alberto e altri loschi individui.
Tra questi, c'era anche Jack Kabanda, angolano di 45 anni, dedito al racket della prostituzione.
Figura di spicco nella tratta di esseri umani. In quegli anni, era il riferimento assoluto dei Clan per questo genere di affari...

- Don Alberto : "Non mi sembra un prezzo conveniente..."
- Jack : "E' quello che propongo a tutti,amico mio."
- Don Alberto : "Dai,Jack! Ci conosciamo da quanto...? 8...9 anni? Abbiamo sempre lavorato molto bene insieme. Il nostro, non lo puoi considerare solo un rapporto d'affari... Credo che ci possiamo definire...quasi fratelli!"
- Jack : "Ah...ecco che ricominci con la storia dei fratelli...Questa volta non mi freghi!"
- Don Alberto : "Ahahaha...Dai! Facciamo 500 al pezzo!"
- Jack : "No...700!"
- Don Alberto : "550..."
- Jack : "650...!"
- Don Alberto : "600! 600 è chiudiamo!"
- Jack : "Mmm...Va bene! 600, ma è l'ultima volta..."
- Don Alberto : "Oh! Molto bene! Sono felicissimo! Brindiamo!"
- Jack : "Ci riesci sempre a fregarmi..."
- Don Alberto : "Dai Jack. Lo sai che ti voglio un gran bene..ahahah!E, anzi! Voglio dimostrartelo facendoti un omaggio che credo tu gradirai moltissimo..."
- Jack : "Omaggio? Di che parli?"
- Don Alberto : "Si...ahahah! Vedi, da diverso tempo a questa parte, ho per le mani un capolavoro di femmina!"
- Jack : "Stai tentando di appiopparmi una delle tue puttanelle?! Ma io vedo decine e decine di fiche ogni giorno!"
- Don Alberto : "Mmm..no! Questa è davvero speciale! E' una donna sposata...ma si comporta come se non lo fosse! Ha una innata voglia di sesso e, dovresti vedere in che modo si lavora i cazzi!"
- Jack : "Ahahaha...Nulla che io non abbia visto..."
- Don Alberto : "Fidati di me! Assaggiala e...poi mi dirai!"
- Jack : "Non lo so...Resterò quì per un altro giorno ancora e poi, come sai, devo continuare il mio giro."
- Don Alberto : "Non preoccuparti di questo! La signora è a mia completa disposizione...Organizzo tutto per domani! Allora, ci stai?!"
- Jack : "Va bene, amico! Sai dove alloggio! Mandamela domani pomeriggio, diciamo... verso le 6!"
- Don Alberto : "Benissimo! Vedrai...Ti piacerà!Ahahahah!"

La mattina seguente, mia madre era nel suo ufficio. Ignara di quello che sarebbe accaduto quel giorno.
Mentre stava compilando alcuni moduli, squillò il telefono...

- Mamma : "Buongiorno. Ufficio Amministrativo."
- Genny : "Wow! Quanta professionalità! Mi piace! Ahahahah!"
- Mamma : "M...ma..Non devi chiamarmi in ufficio! E' troppo pericoloso!"
- Genny : "Non preoccuparti, tesoro! Pericolo è il mio secondo nome...Ahahahah!"
- Mamma : "Non posso parlare a lungo! Avanti, dimmi cosa vuoi!"
- Genny : "Rilassati, ti dico! Se viene qualcuno a lamentarsi...me ne occuperò io...Ahahahah!"
- Mamma : "Davvero! Mi metti nei guai!"
- Genny : "Ok!Ahaha...Allora ,ascoltami bene! Più tardi, dovrai fare una visitina per noi! Una cosa semplice, che a te sicuramente piacerà...Ahahaha! Fatti trovare alle 5.30, alla nostra fermata!"
- Mamma : "Oggi? Io, stacco alle 18.00! Non posso assentarmi! Ho anche molto lavoro arretrato..."
- Genny : "Mi sembra di averti sentito dire che...Non puoi?! Vuoi davvero che riferisca al nostro comune amico, che sei...indisponibile??!"
- Mamma : "....Va bene! Chiederò un permesso per uscire una mezzora in anticipo!"
- Genny : "Ah ecco! Vedi? Quando ti ci metti, trovi sempre la soluzione giusta! Ahahahah!"
- Mamma : "Adesso, lasciami lavorare, ti prego!"
- Genny : "Ok..ok! Che donna impegnata! Ti lascio alle tue scartoffie...Ci vediamo alle 5.30 alla fermata allora!
Puntuale come sempre! Ciao tesoro!Ahahahah!

Ottenuto il permesso, alle 17.25, mia madre si recò all'uscita posteriore dell'edificio.
Attraversò il parcheggio comunale e alle 17.30 precise, raggiunse la fermata del bus. Il tempo di accendersi una sigaretta, e l'auto di Genny si accostò per farla salire. Una volta a bordo, mia madre cercò di estrapolargli qualche informazione in più...

- Mamma : "Dove andiamo questa volta?"
- Genny : "Ma come? Credevo ti piacessero le sorprese...Ahahah!"
- Mamma : "Sul serio! Vuoi dirmi dove andiamo e cosa devo fare?!"
- Genny : "Ahahah...Va bene. Ti porto da un amico...un amico speciale! Credo che tu non abbia mai conosciuto un tipo così...Ahahahah!"
- Mamma : "Amico speciale? Che vuoi dire con "speciale"?!"
- Genny : "Lo vedrai...Abbi un pò di pazienza,tesoro! Sono sicuro che sarete contenti...molto contenti di conoscervi...Ahahahah!"

Ciò che Genny le disse, non fu per mia madre particolarmente esaustivo.
L'ennesimo viaggio verso l'ignoto. Tutto quello che lei già sapeva, era che si sarebbe trovata di fronte un altro sconosciuto.
Un ulteriore estraneo, di cui mia madre, avrebbe certamente dovuto lavorarsi il cazzo.
Genny, condusse l'auto fino a giungere all'Hotel Armony, che si trovava nella periferia Nord della città. Era una delle tante strutture gestite dal Clan, nel quale Don Alberto riciclava i proventi dei suoi traffici illeciti.
Entrati nel parcheggio, Genny, fermò l'auto e seguitò a fornire le dovute istruzioni a mia madre...

- Genny : "La camera è al terzo piano. La n°26. Non c'è bisogno che ti fermi alla reception. Dopo che sei entrata, prendi direttamente l'ascensore. Una volta arrivata, bussa 3 volte alla porta. Quando ti chiederanno chi sei, tu dovrai rispondere che sei "la zia Marta"! E' tutto chiaro?!"
- Mamma : "Ho capito! Camera n°26, terzo piano. Dirò che sono la zia Marta."
- Genny : "Bravissima! Ora vai! Ti aspetto qui!"

Così, mia madre, eseguendo nel dettaglio tutte le indicazioni di Genny, arrivò alla camera n°26. Bussò alla porta 3 volte e quando le venne chiesto di dire chi fosse, rispose col nome in codice scelto per l'occasione.
La porta si aprì e Jack Kabanda, rimase per qualche secondo sull'uscio, a scrutare mia madre.
Poi le disse di entrare. Richiusa la porta, Jack continuò ad osservarla, un pò come quando si ritrovava ad analizzare le ragazze che perfidamente, avviava alla prostituzione.
La cosa durò quasi un minuto, poi Jack si rivolse a mia madre :

- Jack : "Quel figlio di puttana! Ahahah...Quindi, sei tu la signora di cui si dice un gran bene...Togli quel cappotto e voltati! Fatti guardare meglio!"

e mia madre, senza dir nulla, tolse il suo cappotto e girò su se stessa molto lentamente, mostrando il suo munifico culo all'africano.

- Jack : "Si! E' molto bello quello che vedo...Adesso vieni qui e baciami!"

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Poi, Jack, abbassò la cerniera dei pantaloni e tirò fuori il suo gigantesco cazzo nero.
Mia madre, rimase per un pò ad osservarlo. Mai aveva visto un uccello di quelle dimensioni.
Certo, sapeva delle dicerie su come fossero dotati gli uomini di colore... Ma non se ne era mai trovata uno di fronte..
Quelle fattezze, un pò la spaventarono. Ne aveva presi di bei cazzi grandi in tutti quei giorni, ma uno così...mai!

- Jack : "Che te ne pare? Non ne avevi mai visto uno così, vero?!Ahahahah! Questo è il mio fratellino, Jerry!Ahahahah! Non restare lì ferma! Vieni a conoscerlo! Ahahah"

mia madre, iniziò ad esser sempre più attratta da quel pachidermico cazzo di colore...
Come una calamita attira il ferro! Ipnotizzata dalle dimensioni oltremodo generose dell'arnese di Jack!

- Jack : "Su...dagli un bel bacino! Non preoccuparti...non morde! Ahahahahah!"

e lei, si mise ad annusare, baciare e leccare il pisello nero del criminale...

- Jack : "Adesso voglio che me lo succhi! Fammi vedere se sei davvero così brava come dicono...!"

mia madre, lentamente spalancò la bocca e seguitò a succhiarglielo.

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- Jack : "Mmm...si! Non male! Stai andando bene per esser la tua prima volta con un vero cazzo! Adesso però vediamo anche il resto! Spogliati!"

Non conosceva il suo nome. Non sapeva chi e cosa fosse quell'uomo di colore e pure, quella circostanza la eccitava immensamente.
Chiusa in quella camera d'albergo, con un perfido criminale, mia madre più che obbedire agli ordini di Jack, assecondava in realtà, i continui stimoli che il suo meraviglioso corpo le lanciava.
Preda di impulsi lussuriosi, mia madre si denudò e si sedette sul letto, in attesa di ulteriori disposizioni di Jack.

- Jack : "Hai delle tette meravigliose! Sai, io ne ho viste a migliaia nella mia vita...Ahahaha! Ma le tue, sono davvero fantastiche! Vediamo se sono anche da mungere!Ahahah"

Era ancora il periodo in cui mia madre mi allattava, quindi nel suo seno, vi era una discreta quantità di latte materno.
La cosa non dispiacque affatto a Jack....

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Solo io e mia sorella potemmo fino ad allora, bere il latte di nostra madre.
Ma ora, quel perfido individuo, ne stava usufruendo. Jack, poppava come un neonato affamato! Sempre di più! Sempre più forte!
Mia madre, quasi sentiva il suo seno svuotarsi.
Prima una, poi l'altra mammella e, quando sembrava non potesse saziarsi, Jack si fermò. Guardò mia madre e disse :

- Jack : "Complimenti! Davvero delizioso! Ma adesso, si comincia a fare sul serio...!"

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- Jack : "Così, non ti fermare! Su e giù puttana! Uuhh...!"
- Mamma : "Ahh...E'..è grande!Troppo grande! Ahhh....aaahhh!"
- Jack : "Puoi dirlo forte! Fino ad oggi avevi preso solo degli uccellini....Adesso hai una vera anaconda dentro di te! Si...uuuhhh!"
- Mamma : "Aahhh....Fai...fai piano ti prego!Aahhh!"
- Jack : "Fare piano!? Cazzate!! Vedrai come ti spacco la fica adesso!Oh...si!!"
- Mamma : "AAAAhhhh!!!Piano...aaahhh!"
- Jack : "Merda! Sto per arrivare! Adesso sborro cagna!!Aahhh...uhhh!!!SSIIIIII!!CAZZO!ECCO CHE ARRIVA LA PRIMA!!!AAHHHH!!!"
- Mamma : "MMM..nnn!AAAHHHH!!"

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- Jack : "Inizia a piacerti,vero?!"
- Mamma : "Mmm..s..sii!Ahhh!"
- Jack : "Ahahaha...Non sei altro che una lurida puttana! Uh..sii! Forza, dimmelo! DIMMELO!"
- Mamma : "Ahh! Son...Sono una puttana!AAHHH!!"
- Jack : "Bene! E le puttane cosa vogliono? RISPONDI!!"
- Mamma : "Ahh...Sbo...Sborra!SBORRA!!!"
- Jack : "Bene! Adesso ti accontento allora!!!PRENDILA!PRENDI TUTTA LA MIA CAZZO DI SBORRAAAA!!!AAAHHH!!!

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- Jack : "Merda! La tua fica è ancora stretta perchè hai preso solo piccoli cazzi fino a oggi!E' così? Quanti ne hai presi?! Dimmi quanti!Uhh...si!"
- Mamma : "Aahh..N..Non so! Non so quanti ne ho presi!Aahhh!"
- Jack : "Ahahaha! Te lo dico io,troia! Puoi anche aver preso mille cazzi...Ma mai uno così grande!!
Uhh...Ecco...Arriva un'altra onda di sborra!AAHHH!"

7.jpg

- Jack : "Uh...Le tue tette me le sognerò per anni,puttana! Ti piace che te le stringa così forte!?"
- Mamma : "AAhh!!Si..mi piace!MI PIACE!!STRINGILE!STRINGILE!!AAAHHH!!"
- Jack : "Vacca schifosa! Queste tette sono fatte per sfamare marmocchi neri! Dimmelo! Dillo per cosa sono fatte!Aahhh!"
- Mamma : "Si...Ahhh! Sono per bam...aaahh! Sono per bambini neri!Ahhh!!
- Jack : "Allora,facciamone qualcuno insieme! Prendi ancora il mio seme!PRENDILO PUTTANA!!!AAAHHH...SIIII!!!"

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- Jack : "Mi hanno detto che sei sposata...vero!?"
- Mamma : "Ahh..Si...sono sposata!AAhhh!!
- Jack : "Allora tuo marito sarà felice di vederti partorire un bambino nero!Ahh! Si cazzo! Dimmelo!!"
- Mamma : "Aaahh! Si...sarà felice...SARA' FELICE!!!AAhhh!"
- Jack : "Dimmelo che vuoi dargli un bambino nero! Dimmelo!DIMMELO TROIA!!!"
- Mamma : "S..si! Voglio dargl...Aahh!Voglio dargli un bambino nero!Aaahhh!"
- Jack : "Dillo che vuoi ancora il mio sperma nero!DIMMELO!!"
- Mamma : "Ahh...!Si...si!Lo voglio! LO VOGLIO!!!AAAAHHHH!!!"
- Jack : "Ti accontento, lurida puttana! Prendi il mio cazzo di seme! PRENDI IL MIO SEMEEE!!!UUAAAHHH!!!"
- Mamma : "Nnn...AAAHHHH!!!"

Jack, scopo mia madre per più di due ore. Sborrò dentro di lei fino a prosciugare le sue enormi palle africane.
Lo sperma di quel perfido aguzzino, colava dalla fica stravolta di mia madre.
Un lurido sciacallo...Un vile sfruttatore di tante povere ragazze, aveva deposto il suo seme in profondità.
L'utero di mia madre ne era colmo. Nulla aveva fatto per impedire che accadesse.
Nulla avrebbe potuto e, quasi sicuramente, mia madre anche potendo, non l'avrebbe fermato...

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Senza dire una parola, mia madre si rivestì di fretta.
L'aspettavamo a casa per la cena ed, essendo già in ritardo, doveva sbrigarsi.
Lasciata la camera, raggiunse Genny nel parcheggio e i due lasciarono l'hotel.
Una volta a casa, mia madre trovò la cena già pronta, preparata da mio padre che le chiese perchè avesse tardato.
Lei rispose che era stata trattenuta in ufficio per via del lavoro arretrato.
Poi la mia famiglia al completo, si riunì per cenare. Mia madre, consumò il pasto con la fica grondante dello sperma di Jack.
Solo dopo aver finito, si recò in bagno per lavarsi.
Ma, sapeva, che le tante docce fatte, non sarebbero bastate a ripulire la sua anima, ormai intrisa di lussuriosa perversione...

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Un'altra sorpresa però, avrebbe di li a poco, sconvolto ulteriormente la sua vita.
E non solo la sua...

Fine Capitolo 7
 

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Ribadisco che tutto ciò è solo frutto della mia creatività ed immaginazione,ma spero possano eccitarvi.

La vita parallela di mia madre :

Capitolo 8 "Inevitabile"


Sabato 4 Febbraio.
Da diversi giorni, mia madre si sentiva spossata. Quando si svegliava, aveva sempre più difficoltà ad alzarsi, come se il letto la trattenesse.
Aveva continuamente la nausea e, le mestruazioni tardavano a venirle... Per via di tutto questo, mia madre acquisto un paio di test di gravidanza. Quella mattina, si chiuse in bagno e decise di dissipare ogni dubbio. Effettuò per ben due volte il test. Ma il responso fu sempre lo stesso...

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Ciò che aveva immaginato in quelle settimane, si era verificato.
Mia madre era incinta.
D'altronde, dopo tutti quei cazzi ma, soprattutto le tantissime, copiose dosi di sperma ottenute, era inevitabile che ciò accadesse.
Ora però c'era un problema. Mia madre iniziò a porsi una sola domanda...
Chi era il padre del bambino?
Era stata con decine di uomini. Più e più volte aveva ricevuto abbondanti dosi del loro seme...
Il bambino era di Don Alberto? Oppure di Angelo? Di Genny? Magari, di uno dei tanti componenti del Clan che se l'erano scopata in una di quelle gang bang... O, addirittura, il padre poteva esser persino Jack Kabanda.
Ipotesi più rischiosa perchè in questo caso , il bambino avrebbe avuto inequivocabili segni distintivi...
Emozionata e anche un pò intimorita, mia madre decise di nascondere a mio padre per il momento, la scoperta di essere incinta.
Era però troppo eccitata per non condividere la cosa con qualcuno e quindi, telefonò a sua sorella minore, Zia Veronica, chiedendole di incontrarsi.
Fin da piccole, mia madre e mia zia, condividevano i loro segreti, paure, pensieri, sogni...L'una era la confidente dell'altra e viceversa.
Zia Veronica, invitò mia madre a casa sua nel primo pomeriggio.
Così, alle 15.00 in punto, mia madre raggiunse il palazzo dove risiedeva mia zia e citofonò...

- Alfredo : "Chi è?"

a rispondere fu Alfredo, l' unico figlio di mia zia Veronica che allora aveva 19 anni.

- Mamma : "Ciao Alfredino, sono zia Rosa. C'è mamma?"
- Alfredo : "Ciao zia! Mamma è andata dalla signora che abita al terzo piano...Ma tornerà presto. Vuoi salire?"
- Mamma : "Si,grazie."
- Alfredo : "Ok, ti apro."

Entrata in casa, Alfredo fece accomodare mia madre in salotto.

- Alfredo : "Cosa posso offrirti? Un caffè?"
- Mamma : "Si, volentieri. Grazie Alfredino..."
- Alfredo : "Eh dai,zia! Ormai sono grande! Perchè mi chiami ancora Alfredino?!"
- Mamma : "Ahahah...hai ragione...Ma per me sei ancora il mio piccolo Alfredino...Ahaha"
- Alfredo : "Uffa...Ahhahah. Dai, accomodati sul divano. Tra poco assaggierai il mioglior caffè della tua vita!"
- Mamma : "Wow...addirittura!Ahhaha..aspetto impaziente allora!"

Alfredo si recò in cucina, e si mise subito all'opera. Voleva preparare a mia madre un caffè unico. Dall'aroma speciale.
Caffè corretto con un ingrediente, molto particolare...

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Così, quel piccolo bastardello perverso, ritornò in salotto e porse la tazzina col caffè intriso del suo ingrediente speciale, a mia madre...

- Mamma : "Allora...assaggiamo il miglior caffè della mia vita...ahahah!"

E, dopo aver mescolato 2 cucchiaini di zucchero, iniziò a sorseggiarlo, mentre Alfredo, l'osservava compiaciuto...
Quel piccolo stronzo però, non era a conoscenza del fatto che nella bocca di mia madre, in quei mesi, erano transitati litri e litri di sperma...
Il suo palato ormai era abilissimo a riconoscerne il gusto. In poche parole, mia madre, era diventata una sorta di sommelier di sborra...
Infatti le bastarono pochi secondi, per capire cosa, quel piccolo demonio, le aveva messo nel caffè.
Mia madre, poggiò quindi la tazzina sul tavolinetto, e con espressione accigliata e un pò disgustata si rivolse ad Alfredo :

- Mamma : "Non ti vergogni?!"
- Alfredo : "Verg...Vergognarmi? Vergognarmi di cosa?!"
- Mamma : "Non fare lo stronzo! Sai di cosa parlo!"

Alfredò capì che mia madre si era accorta di quanto aveva fatto...

- Alfredo : "Non so di cosa parli,zia!...Non...non ti piace forse?!"
- Mamma : "Non ci credo! Come hai potuto farmi una cosa del genere?! A me! Tua zia!?"
- Alfredo : "Davvero non capisco...zia..."
- Mamma : "Ancora continui a negare?! Poco fa mi hai detto di esser diventato grande...Ma sei solo uno stupido ragazzino! Un ragazzino che
si fa ancora le seghe! Non è così?!"

(Alcuni anni fa, mia madre sorprese Alfredo a casa nostra ,mentre si stava masturbando sniffando la biancheria intima di mia madre, in bagno...)

- Alfredo : "No! Non è vero!"
- Mamma : "Certo che è vero...Quella volta non dissi niente a tua madre! Ma quello che hai fatto adesso, è grave!"

Mia madre si alzò di scatto dal divano, con l'intento di raggiungere mia zia dalla signora al terzo piano.
A quel punto, quasi sull'orlo di piangere, Alfredo non potè più negare e cercò di persuaderla a non raccontare alla madre quello che aveva compiuto.

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- Alfredo : "Ti prego zia, non farlo! E' vero...Ho sborrato nel tuo caffè! Ma, l'ho fatto perchè volevo che tu finalmente prendessi una parte di me!"
- Mamma : "Una parte di te?! Che significa?! Che volevi fare?! E' il tuo sperma che intendi ?! Quella è la parte di te che volevi darmi?!"
- Alfredo : "Si...La verità è che tu mi piaci zia! Mi sei sempre piaciuta! Sono anni che penso a te!"

e poi sull'onda emotiva, quasi come se volesse liberarsi di un peso, aggiunse...

- Alfredo : "Mi sarò fatto migliaia di seghe pensandoti! Il tuo corpo mi fa impazzire!"
- Mamma : "Basta Alfredo! Smettila!"
- Alfredo : "Non posso zia! E' più forte di me! Mi dispiace per quello che ho fatto! Sto davvero male,credimi!"

Allora mia madre, smise di assumere un'aria severa. Quasi mossa a compassione, non riusciva più ad esser arrabbiata con lui.
E, anzi, sembrò iniziare ad apprezzare il fatto che Alfredo, la giudicasse ancora una donna attraente. Che fosse lei l'oggetto dei suoi desideri erotici. Dimenticando lo scherzetto che le aveva fatto col caffè, quasi commossa dalle "attenzioni" rivoltele dal suo nipotino, gli chiese :

- Mamma : "Davvero ti piaccio così tanto?!"
- Alfredo : "Si zia! Tantissimo!"
- Mamma : "Ma, non le guardi le ragazze della tua età? Loro sono giovani,così fresche...Non dirmi che non sei ti innamorato di una di loro ?!"
- Alfredo : "Le guardo,zia ma...Io...io sono innamorato di te!"
- Mamma : "Oh...il mio Alfredino....Adesso capisco. Non sei stato ancora con una ragazza...non è così?!"

Alfredo, arrossì come un pomodoro, e abbassò lo sguardo...

- Mamma : "Non ti preoccupare. Non devi vergognartene! Adesso, ci pensa la zia Rosa a te!"

Mia madre allora, sollevò il vestito e sfilò lentamente la mutandina. Poi si sedette sul divano e disse :

- Mamma : "Su! Vieni a sederti vicino a me."

e Alfredo, incredulo e un pò imbarazzato, le si sedette accanto.

- Mamma : "Dammi la mano! Ora ti faccio scoprire come le ragazze vogliono esser accarezzate..."

Prese la mano di Alfredo e iniziò a passarla delicatamente sulla fica

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Poi, mia madre, si sdraiò e aggiunse :

- Mamma : "Adesso, ti mostro come dovrai leccare una ragazza per farla godere davvero..."

Alfredo sembrava stesse vivendo in un sogno.
Innumerevoli erano state le volte in cui aveva immaginato tutto quello...Adesso era lì, a pochi centimetri dalla fica di mia madre.
La osservava...Ne sentiva il profumo....

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Seguendo le istruzioni di mia madre, Alfredo la leccò con grande gusto.
Mia madre gemeva e vibrava di puro godimento.
Farsi leccare la passera da suo nipote, non era altro che una delle tante cose perverse vissute in quei mesi...
Poi mia madre, disse :

- Mamma : "Bravo Alfredino! Impari alla svelta! Adesso sarò io a darti piacere!"

Abbassò pantaloni e mutanda di un sempre più incredulo Alfredo, e iniziò a succhiare il suo pisello...

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- Mamma : "Che bel pisellone che hai! Vuoi metterlo nella tua zietta preferita?!"
- Alfredo : "Io...io vorrei ma...Se poi torna mamma?!"
- Mamma : "Mmm...Lo sai? E' proprio un bel rischio...Ma la cosa mi eccita molto! Che ne dici? Vogliamo correrlo insieme?"
- Alfredo : "S...si!Rischiamo...Rischiamo!"

Così, mia madre gli si mise di spalle a pecora e allargandosi leggermente la fica, invitò Alfredo ad inserire il suo cazzo...

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- Mamma : "Uh...ahh..Senti come è calda la fica della zia?!"
- Alfredo : "Si! E'...è caldissima! Uhh...si...!"
- Mamma : "E' cosi che te l'eri immaginata?!"
- Alfredo : "Uh...E'...è molto, molto meglio di come l'ho sognata zia! Ah...uuhhh!"

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- Mamma : "Ti piace come la zia va su e giù sul tuo bel pisellone?!Ahhh...mmmm!"
- Alfredo : "Uh...mmm..Si...è fantastico! E' fantastico, continua zia!"
- Mamma : "Ahahah...Che tesoro che sei! Il mio Alfredino! Ahahah...mmmm!"
- Alfredo : "Però...uhh...Non chiamarmi Alfredino, zia!"
- Mamma : "No...Hai ragione! Non posso più farlo!...Uh...mmm...sii! Questo è il pisellone di un uomo ormai...!Ahh...mmm!"

Più passava il tempo è più Alfredino ci prendeva gusto.
Quella era la sua prima volta...
Ed era con l'oggetto dei suoi intimi desideri. Mia madre.
La sua zietta preferita....
Questo dava sempre più vigore ai colpi di cazzo che Alfredo le dava. Sempre più forti...sempre più veloci...

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- Mamma : "Hei! Pia...aah...fa più piano Alfredo!"
- Alfredo : "Uh...mmm! Scus...scusami zia ma ho paura che possa rientrare mamma...Ah...uuhh!"
- Mamma : "Devi...Devi rallentare...Se continui...Uuh..mmm...se continui così, rischi di venirmi dentro...Uhh..mmm!"
- Alfredo : "No...non preoccup...Ah..Uhh...AAAHHHH!SIIII!!CAZZO!"
- Mamma : "Cos..?!No, cosa fai?! COSA FAI?! FERM...FERMATI!!AAhhhh!!"

Alfredo, eccitatissimo per ciò che incredibilmente stava vivendo, non riuscì a trattenersi, ed esplose una considerevole dose di sborra nella fica di mia madre.
Gettito dopo gettito, mia madre sentì riempirsi del caldo seme del nipote...

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- Mamma : "Che diavolo,Alfredo!"
- Alfredo : "Cazzo! Scusami, scusami tanto zia! Non ho potuto resistere...e...era così calda!"
- Mamma : "Dovrai imparare anche a far questo! Non potrai venire dentro alle ragazze con cui farai l'amore! Le renderai gravide! Capisci?!"
- Alfredo : "Oh...Dio! Vuoi dire che ti ho messo incinta?!"
- Mamma : "No, non preoccuparti....Però ricordatelo le volte che sarai con una ragazza!"
- Alfredo : "Cert...Certo zia!"
- Mamma : "E un'altra cosa...quanto accaduto,deve rimanere tra noi...Chiaro?! Dovrà esser il nostro segreto!"
- Alfredo : "Si zia! Non preoccuparti! Non lo dirò a nessuno,fidati!"
- Mamma : "Bravo il mio Alfredino!Ahahah...!"
- Alfredo : "Uffa! Ancora?! Basta chiamarmi Alfredino,zia!"
- Mamma : "Ahahahah! Su, vieni a dare un bacio alla zia...Ahahaha!"

I due poi si dettero una sistemata in attesa che giungesse zia Veronica.
Aver preso la verginità di mio cugino Alfredo, servì a stemperare la tensione e l'impazienza di mia madre, nel dover comunicare a mia zia la lieta notizia. Quando infatti, le due sorelle si incontrarono, lei non fu affatto imbarazzata nel palesarle la sua gravidanza .
Ovviamente non le disse che non sapeva minimamente chi fosse il padre del bambino...
Non poteva dirle che , si era fatta scopare da tantissimi estranei in quei mesi.
Zia Veronica riamse felicissima della notizia. Immaginando, di sicuro, che il bambino fosse di mio padre. E così, allo scuro della verità e inconsapevole anche che mia madre si era appena scopata suo figlio, mia zia la salutò affettuosamente.
Mia madre, adesso era decisa.
Avrebbe tenuto il bambino.
Nonostante sapesse che le possibilità che fosse di mio padre, erano quasi del tutto nulle.
Nonostante potesse esserci la seria possibilità, che il bambino poteva esser di colore...
Voleva che quella nuova vita crescesse nel suo grembo.
Come si dice...? Il padre può esser incerto...ma la mamma è una sola...

Fine Capitolo 8
 

lewis_48

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Ci hai deluso credevamo che oggi avresti messo un altro capitolo cosi non e stato spero domani perche il racconto e molto eccitante . Giò
 
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Merkur

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Ribadisco che tutto ciò è solo frutto della mia creatività ed immaginazione,ma spero possano eccitarvi.

La vita parallela di mia madre :

Capitolo 9 "Ristrutturazione Aziendale"

Determinata ad informare mio padre della sua gravidanza, mia madre attendeva il momento più opportuno per farlo.
Voleva trovare un modo, non banale per dire a mio padre che la nostra famiglia, tra qualche mese, si sarebbe allargata. Così, la sera del 9 Febbraio, mia madre rientrò a casa in anticipo dal lavoro e, siccome mia sorella Cinzia sarebbe rimasta a dormire a casa di una compagna di classe, i miei genitori avrebbero avuto una seratina particolare, tutta per loro.
Me permettendo infatti, avrebbero avuto a disposizione qualche momento di intimità. Lì, in quelle poche ore nelle quali sarebbero stati quasi soli, mia madre avrebbe informato mio padre della grandiosa notizia.
A lei non importava l'esser quasi sicura che il bambino non fosse di mio padre. Voleva a tutti i costi, condividere con lui quella splendida novità e per farlo, preparò qualcosa di speciale. Mia madre, per l'occasione, comprò un completo che di sicuro avrebbe attirato le attenzioni di mio padre.
Lo indossò convinta che lui l'avrebbe certamente apprezzato...

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Così, verso le 19.00, mio padre rientrò a casa. Ma, per la delusione di mia madre, le rimase indifferente.
Non notò che quella sera, lei si fosse preparata di tutto punto, per stuzzicare le sue voglie. Mio padre, era tornato molto stanco.
Talmente disfatto da una lunga ed impegnativa giornata di lavoro, che disse a mia madre che non avrebbe neppure cenato.
Il tempo di fare una rapida doccia e si sarebbe messo a letto.
Questo deluse enormemente mia madre. Quella sera, avrebbe davvero voluto fare l'amore con lui ed invece mio padre, era lì a letto, che già russava...Mia madre, come al solito, era caricata a molla...
La sua irrefrenabile voglia di sesso non poteva non esser appagata. Anche se mio padre non era in grado di scoparla e farla godere come tutti gli uomini con cui era stata, era pur sempre suo marito. Il padre dei suoi primi 2 bambini...
Mentre l'osservava dormire beatamente, decise che la serata non doveva finire in quel modo. Quindi, si rivestì e dopo aver lasciato un biglietto in cucina, sul quale scrisse che usciva a fare una passeggiata, scese di casa già consapevole di dove invece sarebbe andata.
Con la fervida speranza di trovarlo in quel posto, mia madre si recò al bar Champagne.
Erano le 20.30, il locale come al solito, era sempre pieno di gente.
Una volta entrata, mia madre diede uno sguardo a Mario il barista, quasi come se volesse avere conferma della presenza di Don Alberto. L'uomo sembrò capire le intenzioni di mia madre e, le fece cenno di seguirlo.
L'accompagnò nel retro del locale e, bussò alla porta dello stesso stanzino dove mia madre e Don Alberto, si "conobbero".
Si udì quindi la voce austera del Boss :

- Don Alberto : "Cosa c'è"?!"
- Mario : "Mi dispiace disturbarla Don Alberto, ma quì c'è la signora dell'altra volta."
- Don Alberto : "Di quale signora parli?!E poi,dille che al momento sono occupato!"
- Mamma : "Sono io!Sono io Rosa! Ho bisogno di parlarti!"
- Mario : "Signora, prego, venga. Deve uscire. Don Alberto è occupato. Non può riceverla."

ma, proprio mentre Mario si accingeva ad accompagnare fuori mia madre, la porta si aprì di scatto.

- Don Alberto : "Vai Mario! Vai pure, ci penso io!"
- Mario : "Come desiderate, Don Alberto."

poi fece cenno a mia madre di accomodarsi nello stanzino.
Chiusa la porta, Don Alberto sembrò esser un pò seccato dalla sua presenza, ma prima che potesse dirle qualcosa, mia madre gli si avvicino e pose un dito sulle labbra dell'uomo, come se volesse zittirlo. La cosa lasciò sorpreso Don Alberto, che prò ebbe ben presto modo di capire le
reali intenzioni di mia madre. Senza dire nulla infatti, mia madre iniziò a spogliarsi...

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Nuovamente di fronte alla vista dello splendido corpo di mia madre, Don Alberto, ripose in una valigetta, alcuni quadernetti, che stava controllando e, seguitò anche lui a spogliarsi. Nel giro di pochi minuti, i due erano già all'opera sul lettino.

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- Don Alberto : "La mia dolce Rosa...Ahahahah! Non puoi davvero fare a meno del mio cazzo! Brava, continua a succhiare! Così, brava! Uh si!SIII! VENGO! BEVILA TUTTA!!!! UAAHHH!!"

Prima robusta dose di sborra. Giù per la gola di mia madre...

ORE 21.15

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- Don Alberto : "Hai delle tette meravigliose, Rosa! Davvero non capisco come quel cornuto non le apprezzi come dovgrebbe!"
- Mamma : "Schhh....Non pensare a lui! Questi momenti sono solo nostri! Ti piace come ti stringo il cazzo con le tette?!"
- Don Alberto : "Si! Sei fantastica! Brava così, tienile strette! Uh si che bello! Ci sono! Adesso te le innaffio tutte! UUUUAAAHH!!!"

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- Mamma : "Mmmm...quanta bella sborra calda che mi dai!"
- Don Alberto : "Se..Adesso vedrai quanta altra te ne dò, puttana!"

ORE 21.50

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- Don Alberto : "Sei una vera puledra in calore! Hai bisogno continuamente di veri cazzi!Non è così?"
- Mamma : "Si..uummm...SI! E' vero!!"
- Don Alberto : "Vai, continua, fammi godere! Ancora! Si...SIIIII!!!! VENGO ANCORA, SCHIFOSA TROIAAA!!!AAHHHH!!"
- Mamma : "Mmm...UUUHHH!!! E' davvero tanta! Aaahhhh!"

ORE 22.25

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- Don Alberto : "Non che me ne importi più di tanto, ma quel coglione di tuo marito, dove si trova adesso?!
- Mamma : "E'..ahhh! E' a casa che dorme!"
- Don Alberto : "Cosa?! Sta dormendo?! Ho ragione allora quando dico che è solo un coglione cornuto!Uhh...Si!!Dillo che ho ragione! Dimmi cos'e tuo marito!"
- Mamma : "Nnn...lui era...stanco...AAhhh! Era stanco è aveva bisogno di ripos...di riposare!Ahhh...uuhh!"
- Don Alberto : "Stanco?! Che cazzata! Lo sai Rosa che non puoi mentire! Non tentare di giustificarlo! Lo sai che è un coglione e anche impotente secondo me!Ahahah! Avanti! Dimmi che ho ragione!"
- Mamma : "Mnn...si! Si...ahai ragione! Aaahhh! Hai ragione tu!"
- Don Alberto : "Ahahah! Così mi piaci! Adesso ti premio con un'altra bella dose di sborra!!!AAAHHH! SIIIII, CAZZOOO!!!UUUHHH!!!

ORE 23.36

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- Don Alberto : "Sai che penso? Che quella checca, si è svegliata! Non ti ha vista a casa e ha iniziato a piangere...Ahahahah!"
- Mamma : "Nnn..no, non credo! Ahhh...mmm...!"
- Don Alberto : "Si, ti dico che è così! Forse si starà chiedendo tu dove possa essere...Forse lo sa che sei qui!Ahahaha!"
- Mamma : "Che dici?! No...è impossibile! Ahh...mmmm..aah!"
- Don Alberto : "Oh si che lo sa,invece! Ma non verrà quì a riprenderti! Ahhh..E' troppo rischioso per Lui! Quella checca si starà facendo una sega, pensando a come ti stò scopando!! Ahhhahahaha!!Non è come dico?!"
- Mamma : "Nnn...No...non è possibile!Ahh...uuhhh!"
- Don Alberto : "Si è così,Rosa! Il tuo maritino si fa le seghe pensando a come i veri uomini si scopino sua moglie!E la cosa non gli dispiace...Ahahahah!"
- Mamma : "Smet....Smettila! Aaaahhh...mmmnn...uuuhhh! Che...Che dici?!"
- Don Alberto : "Si, gli piace! E sai cosa gli piace di più?! Sapere che i veri uomini le sborrino dentro!!COME FACCIO IO ADESSOOO!!!SIIIII!AAAHHHH!!"

ORE 00.10

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- Don Alberto : "Quel cornuto, non capisce la fortuna di avere una donna con un corpo come il tuo! Dovrei farlo pestare per quanto sia stupido! Che dici? Lo faccio pestare?!"
- Mamma : "No! No..ti prego! Aaahh...mmnn..uh..Non farlo! Lascialo stare!"
- Don Alberto : "Riecco che riappare la mogliettina amorevole....Ahahahah! Tranquilla...non mi sporco le mani con una checca del genere! Ahahaha!Mi accontento solo di scopargli la moglie e venire dentro di lei! COME ADESSO!!!PRENDI IL MIO CAZZO DI SEME SCHIFOSA PUTTANAAA!!!AAAHHHHHH!!!"
- Mamma : "AAhhh!!!DIO!!!QUANTAAAA!!!!AAAAHHHH!!!"

ORE 1.24

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Con la fica riccamente ricolma del suo sperma, mia madre osservava soddisfatta Don Alberto.
Quel truce criminale, le aveva dato ancora una volta godimento assoluto.

- Don Alberto : "Dovresti rivestrirti adesso...Il locale deve chiudere! Mi hai sentito?! Che hai da guardarmi in quel modo?!"
- Mamma : "Sono incinta..."

Don Alberto rimase per qualche secondo in silenzio e poi...

- Don Alberto : "....AHAHAHAHAHAHAHA! Ma che bella...sorpresa....!AHAHAHAHAHAH!
- Mamma : "Di...dico sul serio! Non potrei scherzare su una cosa simile!"
- Don Alberto : "Ti credo...! Solo che la cosa non mi stupisce affatto! Dopo tutti i cazzi che hai preso....Sai chi è il padre?! Di sicuro non può esser la checca,no! Chissà, potrebbe esser il mio fratellino Jack...!Sai, hai fatto colpo su di lui...e quello è uno che di fica se ne intende! Diventerò zio!AHAHAHAAH!

A quel punto, mia madre, infestidita dalla reazione di quel criminale, si ripulì come potè con delle salviettine imbevute, si rivestì ma prima di andarsene fu fermata da Don Alberto che le disse :

- Don Alberto : "Questo però non cambia le cose...Sei ancora mia! Capito!"

mia madre rispose con un cenno con la testa e andò via seccata e di fretta.

La mattina seguente, i miei genitori si svegliarono e iniziarono a prepararsi per andare al lavoro.
Attesero che giungesse la sig.ra Maria e poi uscirono di casa. Mio padre, ignaro di quello che era successo la notte precedente, offrì un passaggio con l'auto a mia madre, quasi come se volesse farsi perdonare per come erano andate le cose tra i due la sera prima. Lei però, rifiutò dicendogli
che avrebbe preso, come di consuetudine, il bus. I due quindi, si salutarono e raggiunsero i rispettivi luoghi di lavoro.
Nel suo ufficio, mia madre ripensava a quanto accaduto quella notte. A come fosse stata delusa da mio padre e a come, per l'ennesima volta, fosse stata scopata con enorme vigore da Don Alberto che, anche in quella circostanza, non fece certo economia di sborra...
Mia madre, però, sapeva di dover trovare comunque il momento ed il modo opportuni per dire a mio padre della sua gravidanza. E, mentre, tra una pratica e un'altra, prendeva piccole pause per riflettere a riguardo, squillò il telefono del suo ufficio...

- Mamma : "Buongiorno. Ufficio Amministrativo."
- Giancarlo : "Buongiorno a lei Rosa..."

Era Giancarlo F., dirigente dell'Ufficio Amministrativo e diretto superiore di mia madre

- Mamma : "Oh, buongiorno direttore! Prego, mi dica."
- Giancarlo : "Mi spiace disturbarla, ma la prego di recarsi nel mio ufficio, appena possibile."
- Mamma : "Certo, direttore! La raggiungo subito!"
- Giancarlo : "La ringrazio."

Mia madre, mentre percorreva il lungo corridoio che separava il suo ufficio da quello del dirigente, cercava di immaginare il motivo di quella convocazione. Giancarlo, non chiamava personalmente i suoi dipendenti nel suo ufficio, anzi. Lo faceva di rado e, delegava l'onere delle comunicazioni , o alla sua segretaria, o attraverso le classiche, fredde circolari d'ufficio...
43 anni, tipo altezzoso, schivo e per qualcuno anche cinico, riduceva al minimo i rapporti con i suoi sottoposti.
Spesso però, mia madre ebbe la sensazione che nei suoi confronti, Giancarlo avesse, degli atteggiamenti diversi rispetto a quelli che aveva di solito con gli altri dipendenti. Lei, più volte, ebbe la sensazione che lui la osservasse con particolare "attenzione"...e la cosa, creava un pò di imbarazzo a mia madre.
Giunta presso l'ufficio del suo capo, mia madre fu annunciata a Giancarlo dalla sua segretaria e, dopo aver ottenuto il consenso, vi entrò.

- Giancarlo : "Prego! Si accomodi pure!"

poi si rivolse alla sua segretaria, dicendole che per nessunissima ragione al mondo, doveva esser disturbato. Non doveva passargli telefonate.
Non ci sarebbe stato per nessuno. Nemmeno per il Direttore Generale!

- Giancarlo : "Gradisce un caffè? Dell'acqua?"
- Mamma : "Oh, nulla.La ringrazio direttore."
- Giancarlo : "D'accordo. Allora veniamo al punto. Si starà chiedendo perchè l'ho convocata nel mio ufficio..."
- Mamma : "Mmm..Bhè, in effetti..."
- Giancarlo : "Lei lavora con noi, da quanto? Più di 10 anni, vero?"
- Mamma : "15, direttore."
- Giancarlo : "15 anni...Però...come vola il tempo...Questo rende tutto ancora più complicato..."
- Mamma : "Complicato? Non...non la capisco?"
- Giancarlo : "Veda, come dirigente di questo dipartimento, ho delle enormi responsabilità nei confronti dell'azienda...Mi trovo quindi a dover prendere delle decisioni, molto difficili. Decisioni, spesso spiacevoli per qualcuno..."
- Mamma : "E' il suo ruolo che glielo impone..."
- Giancarlo : "Vero! Mi creda, delle volte, vorrei non doverlo fare. Davvero! Quando riguardano, persone che hanno reso questa ditta ciò che è oggi. Proprio come nel suo caso..."
- Mamma : "Nel mio caso...? Non credo di seguirla..."
- Giancarlo : "Si, Rosa. Stiamo parlando di lei. Come lei sà, la società ha avviato un programma di rinnovamento aziendale.
Presto saranno installati i nuovi terminali, che consentiranno di velocizzare notevolmente le operazioni. Sono delle macchine incredibili. Computers eccezionali..."
- Mamma : "Capisco...noi dipendenti dovremmo rimetterci a studiare,vero? Nuovi corsi d'aggiornamento...Ma non si preoccupi!
Fa parte del lavoro!"
- Giancarlo : "Eh, no! Il problema è proprio questo invece...!"
- Mamma : "Problema? Lo abbiamo sempre fatto... Magari un pochino noiosa, ma non è una nvità per me!"
- Giancarlo : "Rosa...non ci sarà alcun corso di aggiornamento. L'ufficio del personale, mi ha comunicato che a breve ci saranno dei nuovi innesti. Nuovi addetti, nei vari dipartimenti, già con le dovute qualifiche. Formati per esser subito operativi a lavorare con i nuovi sistemi...
Ora capisce?"
- Mamma : "Nuovi impiegati? Già formati....Quindi mi sta dicendo che io, insieme con altri dipendenti, siamo obsoleti?
Che, dobbiamo fare posto ai nuovi?!Volete licenziarmi,dunque...?"
- Giancarlo : "La prego, Rosa...Non si agiti e mi ascolti. Il suo stato di servizio, fa di lei un'impiegata modello.
E anche se ultimamente, ho avuto modo di riscontrare qualche piccola mancanza nel suo impegno quotidiano, ho intenzione di oppormi al suo licenziamento. Il Direttore Generale, capirà che la nostra azienda, non può rinunciare ad una dipendente come lei! Ad una donna...come lei..."
- Mamma : "La prego! Ho una famiglia! Non so quando riuscirei a trovare un altro lavoro!
E per il tempo necessario a farlo, non saprei come potremmo cavarcela a casa! Le spese, il mutuo, le rate della macchina!
La scongiuro! Faccia qualcosa!"
- Giancarlo : "Io voglio aiutarla, Rosa! Mi creda! Ma lei non è l'unica ad esser interessata da questa ristrutturazione aziendale...
Come lei, ci sono almeno altre 20/30 persone nelle sue condizioni. Quindi...
perchè dovrei aiutare lei e non altri...?"
- Mamma : "Ma lei prima ha detto che sono un'impiegata modello! Che l'azienda non può rinunciare a me!"
- Giancarlo : "E' vero! L'ho detto! Ma per convincere il Direttore Generale, dovrò esser molto persuasivo...
Dovrò usare i giusti argomenti...E, se vuole che io l'aiuti, Rosa, lei dovrà usare...i giusti argomenti per convincere me..."

Una pausa di qualche secondo, avvolse l'ufficio in un gelido silenzio. Mia madre capì tutto. Capì quali fossero le intenzioni del suo capo.
Per convincerlo ad evitare che venisse licenziata, mia madre doveva offrirgli il suo corpo. Non certo una novità per lei, visto che negli ultimi mesi, si era concessa a decine di uomini...Ma sottomettersi al suo capo, la ripugnava.
Doverlo fare, confermò a mia madre i sospetti che nutriva su quell'uomo. Era davvero un viscido maiale che, probabilmente, stava attendendo da tempo un'occasione come quella...Ma per lei non c'era una alternativa. O si sarebbe concessa a lui, o sarebbe stata licenziata.
E così, mia madre, ancora una volta, iniziò a spogliarsi di fronte all'ennesimo profittatore...

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- Giancarlo : "Fantastico! Proprio come immaginavo! Ha un corpo meraviglioso,Rosa!"

e nel dir questo, il lurido porco, si abbassò i pantaloni e ordinò a mia madre di succhiargli il cazzo...

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- Giancarlo : "Brava, così! Mi convinca! Mi convinca a non farla licenziare! Me lo deve succhiare con passione! Brava, continui!"

poi, indurito a dovere, Giancarlo iniziò a scoparla, prima sulla sua poltrona...

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- Giancarlo : "Hai una fica che è una meraviglia! Cazzo! Muoviti lentamente! Non farmi arrivare subito! Devi convincermi lo sai!Uhh..si!
Bravissima! Dimmi! Ti piace il cazzo del tuo capo?!Rispondimi!"
- Mamma : "Mmmm...si! Mi piace! Mi piace!AAHH..NNN!"

passò dunque a sbattersela sulla scrivania...

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- Giancarlo : "Sono anni che ti osservo,lo sai?! Uh....si...!Sapevo che dietro l'aria da perfettina impeccabile, si nascondeva una vera troia!
UUhh!! Dillo che sei troia!Avanti!!!"
- Mamma : "AAhh...Nnn...So...sono una troia!Aaahh..nnnmm...!"
- Giancarlo : "Si,ahahah! Nemmeno ti immagini le seghe che ti ho dedicato,Rosa! Un'infinità di seghe, puttana!Devi esserne fiera!
Devi dirmelo! Dimmi che sei orgogliosa che il tuo capo si masturbi continuamente pensandoti! Dimmelo!Uhhh..sii!"
- Mamma : "Ahh..mmm...Si...son...Sono fiera...Sono fiera che il mio dirett...direttore si faccia le seghe su di me!AAhhh...nnn!!

Quindi, il gran finale...

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- Giancarlo : "Uh...Adesso, per convincermi completamente a preferire te agli altri, voglio che tu mi implori di venirti dentro!Uhh..si!"
- Mamma : "No...AAH! Asp...aspetti direttore! La prego! Tutto ma non questo! Aaaahh!"

Il viscido verme si fermò d'improvviso ed esclamò :

- Giancarlo : "Che cosa?! Allora vuoi andartene?! Vuoi davvero perdere questo lavoro?!"
- Mamma : "No...No la prego!"
- Giancarlo : "Allora scusati, chiedendomi di sborrarti nella fica! Avanti, dillo!"
- Mamma : "Mi...mi perdoni direttore! Mi venga dentro...sborri pure nella mia fica!"
- Giancarlo : "Benissimo! Ecco che è tornata la mia dipendente preferita! Ahahahah!"

e riprese a chiavare mia madre con maggior impeto...

- Giancarlo : "Dimmelo ancora! Dimmi che mi vuoi dentro!"
- Mamma : "Ahh..nnn! Dentro! La voglio dentro!AAhhh...!"
- Giancarlo : "Allora sta pronta, maledetta puttana! Adesso sborro! Eccomi! ECCOMI!!!CAZZOOO!!!!SIII!!!"
- Mamma : "NNnnn...mmmm...AAAAAHHHHH!!!"

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- Giancarlo : "Fiù! Ah, che bello! Si...si cazzo! Ci tieni davvero a mantenere il posto...Vedrò di accontentarti...Adesso, torni pure al suo lavoro...Non vorrà esser citata per assenteismo...?Ahahahah!"

Mia madre, stravolta, cercò di ricomporsi per evitare che qualcuno dei colleghi, potesse sospettare qualcosa.
Giancarlo, le passò, con un ghigno compiaciuto, un fazzolettino per asciugare la fica grondante di sborra. Mia madre, accettò convinta che quell'uomo la stesse ulteriormente umiliando. Poi, lasciò velocemente l'ufficio, ma incrociò lo sguardo di Sabrina, la segretaria di Giancarlo.
Si accorse che le stava sorridendo maliziosamente, e mia madre ebbe la spiacevole sensazione, che la ragazza, sapesse cosa si fosse appena consumato nell'ufficio del capo...
Prima di ritornare al suo posto, si recò in bagno, per ripulirsi dalla sborra, meglio che poteva.
Poi quella allucinante giornata in ufficio terminò e mia madre finalmente potè rientrare a casa.
L'esser stata posseduta dal suo viscido capo, la fece sentire per la prima volta sporca.
Quella sera, mio padre cercò, invano, di fare l'amore con mia madre. Ma lei lo respinse, forse per punirlo per quanto accaduto la sera precedente o forse perchè non potè rinnegare che, gli energici colpi di cazzo, vibrati da Giancarlo, le avevano stranamente, comunque suscitato piacere...
Almeno per quella giornata, la sua voglia di sesso era stata soddisfatta!

Fine Capitolo 9
 
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Merkur

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Ribadisco che tutto ciò è solo frutto della mia creatività ed immaginazione,ma spero possano eccitarvi.

La vita parallela di mia madre :

Capitolo 10 "Compagni di scuola"

Trascorsero un paio di giorni da quando si concesse al suo capo in ufficio.
Mia madre, ebbe modo di riflettere su quanto stava accadendo nella sua vita. Innumerevoli erano stati gli episodi che stravolgevano la sua esistenza e, molto altro ancora sarebbe avvenuto. Sabato, mio padre decise di portare mia madre fuori a cena.
Quella sera, mia sorella Cinzia rimase a casa insieme a Loredana, una sua amica. Loro avrebbero badato a me mentre i miei genitori, avrebbero goduto di un pò di tempo per star da soli. Al ristorante, dopo aver ordinato, mia madre si assentò per andare in bagno.
Uscita dalla toilette, mentre stava raggiungendo mio padre al tavolo, si sentì chiamare da qualcuno...

- Michele : "Rosa...?"

mia madre si voltò di scatto, ma non riconobbe l'uomo che aveva attirato la sua attenzione...

- Michele : "Rosa, sei proprio tu? Sono Michele! 5a C al Liceo..."
- Mamma : "Michele...? Oh,Dio! Si,certo! Michele! Adesso ricordo! Come stai? Ne è passato di tempo...!"
- Michele : "Io benone! Con molti capelli in meno però...Ahahaha!
- Mamma : "Ahahah! Dai, ti trovo benissimo!"
- Michele : "Anche io ti trovo benissimo! Sono passati più di 20 anni, e sei ancora più bella!"
- Mamma : "Smettila, sciocchino!"
- Michele : "Davvero! Dico sul serio!"
- Mamma : "Bhe, che mi racconti? Cosa fai adesso?"
- Michele : "Ricordi che il mio sogno era quello di aprire un concessionario auto?"
- Mamma : "Mmm...si...vagamente...Allora, ci sei riuscito?"
- Michele : "Non proprio...Adesso sono proprietario di 3 concessionari! Ma in Nord Italia però..."
- Mamma : "Wow! Complimenti! Ho sempre saputo che dietro quella maschera da svogliato che avevi al Liceo, si nascondeva un ragazzo dalle mille potenzialità!"
- Michele : "Eh...Hai ragione...Da ragazzo ero una vera frana...Ho fatto qualche progresso...Ahahaha!"
- Mamma : "Hai detto Nord Italia, giusto?"
- Michele : "Si, ne ho due in Lombardia e uno in Piemonte!"
- Mamma : "Accidenti! Che bravo! E dimmi, sei sposato?!Mi ricordo che facevi strage di cuori a scuola..."
- Michele : "Bhe...ecco...sto separandomi dalla mia seconda moglie...Finalmente forse ho capito che il matrimonio non fa per me...!"
- Mamma : "Oh...mi dispiace!"
- Michele : "E tu, invece?Lavoro? Famiglia?"
- Mamma : "Sono impiegata presso una ditta di Import Export, con sede quì in città. Sono più di 15 anni che lavoro lì ormai. E sono sposata da più di venti anni. Ho due figli meravigliosi. La più grande ne ha 15, mentre il piccolo, ha poco più di un anno."
- Michele : "Fantastico! Certo, la ragazza stupenda che non riuscii a conquistare al Liceo, è diventata una stupenda donna realizzata!
Moglie e madre! Meraviglioso!"
- Mamma : "Così, però mi fai arrossire! E dimmi...perchè sei tornato giù al Sud?"
- Michele : "Purtroppo, non per una ragione piacevole...E' da poco venuto a mancare un mio parente. Un fratello di mio padre..."
- Mamma : "Oh...scusami...non volevo. Perdonami..."
- Michele : "No, non devi scusarti...Non potevi sapere!"
- Mamma : "Senti, perchè non vieni un attimo al mio tavolo? Voglio presentarti mio marito."
- Michele : "Ma...non vorrei disturbarvi..."
- Mamma : "Dai, che dici?! Vieni, seguimi!"

Mia madre presentò mio padre al suo ex compagno di classe del Liceo. I tre rimasero a chiacchierare per qualche minuto, finchè Michele non si congedò e ritornò al suo tavolo.
Per il resto della serata,i due continuarono a lanciarsi sguardi e, mia madre non potè fare a meno di ricordare gli anni del Liceo...
Soprattutto il quinto anno...

Facciamo un salto nel passato...al 1969

Mancava poco ormai alla fine dell'anno scolastico. Gli alunni si preparavano ad affrontare la maturità.
Tra i banchi di scuola, nascevano amicizie, amori, invidie e, non mancavano anche, le classiche storielle tra compagni di classe.
Una di queste piccole avventure, riguardò proprio mia madre e Michele...

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- Mia madre giovane : "Sei contento?! Adesso però andiamo via! Se ti trovano nel bagno delle ragazze, passiamo un brutto guaio!"
- Michele giovane : "Dai, Rosa! Non preoccuparti ti ho detto! C'è Silvana che fa la guardia di fuori e poi, quel rompiscatole del bidello è impegnato in cortile!"
- Mia madre giovane : "Volevi vedere il mio seno? Ti ho accontentato, ma adesso andiamocene! Non voglio farmi sospendere per colpa tua!"
- Michele giovane : "Hai davvero un bellissimo seno,Rosa! Però, adesso...vorrei un bacio..."
- Mia madre giovane : "Cosa? No...perchè dovrei baciarti adesso?"
- Michele giovane : "Perchè desidero un bacio dalla ragazza più bella del Liceo..."
- Mia madre giovane : "Se...Scommetto che lo dici a tutte..."
- Michele giovane : "Le altre per me non contano...Ora sono quì con te. E ti desidero davvero!"
- Mia madre giovane : "Che imbroglione che sei! Ahahah...Però...mi sei simpatico! Vieni qui! Solo un bacio però!"

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- Mia madre giovane : "Dai! Adesso fammi rivestire e andiamocene da qui!"
- Michele giovane : "No, aspetta Rosa! Non possiamo fermarci adesso...sarebbe un peccato per entrambi.Sento sbattere forte il tuo cuore!"

poi,prese una mano di mia madre e se la mise sul cuore, l'altra la mise...più in basso...

- Mia madre giovane : "Dai, Michele! Fermati! Che fai?"
- Michele giovane : "Lo senti? Senti, Rosa come mi sbatte il cuore? E senti anche come sono pazzo di te?!"

mia madre avvertiva l'eccitazione di Michele...Imbarazzatissima, cercò in un primo momento di togliere la mano dal "pacco" del ragazzo.
Ma quando Michele riprese a baciarla, ad accarezzarle dolcemente il seno, mia madre continuò a testare la generosa erezione del suo compagno di classe...

- Michele giovane : "Anche tu vuoi rendere questo momento, ancora più magico...Vero?"
- Mia madre giovane : "S..si.."

allora, Michele si sbottonò i pantaloni e tirò fuori il suo uccello gonfio. Mia madre, arrossì molto, ma più cercava di distogliere lo sguardo,
più non poteva fare a meno di osservare il generoso affare del compagno.

- Michele giovane : "Visto che effetto mi fai, Rosa...? Sono pazzo di te!"
- Mia madre giovane : "Michele...ma...ma è pericoloso! Se ci beccano, siamo spacciati!"
- Michele giovane : "Non preoccuparti! Fidati, ho tutto sotto controllo...Dai, lo so che anche tu desideri continuare..."

mia madre, non aggiunse altro. Un pò tentennante, si mise in ginocchio...
Avvicinò la bocca al pisello di Michele e lievemente appoggiò le sue labbra sullo scroto...

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- Michele giovane : "Ti piace il sapore...?"
- Mia madre giovane : "Mmm..s...si..."

poi, prendendo sempre più confidenza con la situazione, mia madre iniziò a leccare quel cazzo con maggior enfasi.
Quasi come fosse un Cornetto Algida...

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- Michele giovane : "Adesso...mettilo tutto dentro..."
- Mia madre giovane : "Ver...veramente io...non saprei..."
- Michele giovane : "Coraggio Rosa! So che ti piace! Non ti sto obbligando a farlo...So che lo vuoi anche tu..."

Senza titubare più di tanto, mia madre, accolse il pene di Michele nella sua bocca iniziando a succhiarlo dolcemente.
Mentre lo spompinava, mia madre si accorgeva che quel già gigantesco pisello, diventava sempre più duro...sempre più duro...

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Finchè, diversi minuti dopo, Michele esplose una considerevole eiaculazione nella bocca di mia madre.
Di scatto, lei si alzò e sputò lo sperma nel lavandino del bagno. Quello, fu il suo primo pompino.
Michele, se così si può dire, sverginò la bocca di mia madre...

Tornado alla cena dei miei genitori, mia madre quasi non si curava di ciò che mio padre le dicesse.
Sembravano monologhi...discorsi a senso unico. Mia madre gli rispondeva limitandosi a brevissime risposte disinteressate.
L'incontro con l'ex compagno di scuola , le aveva non solo, fatto ricordare quel giorno in quel bagno a scuola, ma rivederlo da uomo
maturo, suscitò in lei un'attrazione fortissima nei suoi confronti...Se avesse potuto, se lo sarebbe scopato nel bagno del ristorante quella sera stessa...
Quasi tramortita da quell'incontro, mia madre stava dimenticando, quello che avrebbe dovuto esser l'argomento principe della serata.
Quella era l'occasione per dire a mio padre che era incinta. Se ne ricordò, quando la cena era ormai prossima a finire. La reazione di mio padre però, non fu quella che lei si aspettava.
Rimase molto contento all'inizio, ma poi mia madre ebbe la sensazione che la notizia, in realtà, l'avesse un pò spiazzato.
Come se la cosa fosse anomala. E pure, i due, ebbero modo di fare l'amore diverse volte in quelle settimane.
Certo, nulla a che fare con le innumerevoli scopate con cui mia madre ebbe modo di godere in quel periodo...
Così, dopo aver pagato il conto, i miei genitori rientrarono a casa.
La domenica trascorse tranquilla come al solito. Mia madre, desiderosa, attendeva che arrivasse la telefonata "giusta";
mio padre, tutto preso ad ascoltare le partite alla radio e, mia sorella a cazzeggiare con la sua inseparabile amica Loredana, che aveva passato la notte da noi.
Arrivò quindi Lunedì. L'inizio di una nuova settimana. Mia sorella a scuola, e i miei ai rispettivi lavori...
Ma, dal momento in cui si concesse al suo capo, mia madre era consapevole che lavorare in quella azienda, non sarebbe stato più come prima.
In ufficio, ebbe la sensazione che i suoi colleghi , i fattorini, e persino i suoi sottoposti, la stessero osservando.
Come se tutti sapessero cosa fosse accaduto nell'ufficio di Giancarlo, pochi giorni prima...
Già...quel maledetto ufficio.
Mia madre, sperava non doverci mettere mai più piede. Ma la sua speranza, risultò subito vana.
Infatti, indaffarata a sistemare delle pratiche nel suo ufficio, squillò il telefono. Era Sabrina, la segretaria del suo capo. Mia madre, fu nuovamente convocata da quel viscido profittatore...
Giunse quindi presso l'ufficio del capo e, Sabrina la fece accomodare una volta annunciata...Mia madre ebbe ancora lo strano presentimento che quella ragazza fosse al corrente di tutto. Questo sarebbe stato estremamente pericoloso per lei.
Sabrina aveva fama di esser una gran pettegola...La cosa terrorizzò mia madre.
Ma, ciò che più la spaventava in quel momento, era il fatto di trovarsi di nuovo al cospetto di quel lurido verme del suo capo...

- Giancarlo : "Buongiorno Rosa!"
- Mamma : "Salve, Direttore..."
- Giancarlo : "Prego, si accomodi pure. Ho delle grandiose novità per lei!"

Poi, il bastardo, comunicò alla sua segretaria di non voler esser dissturbato per nessuna ragione, almeno per una mezzora...

- Giancarlo : "Allora. Ho fatto presente il tuo caso, al Direttore Generale. Gli ho parlato di te proprio Sabato scorso. Sai, io e Nicola (Dir. Generale) siamo amici da lunga data e abbiamo trascorso il weekend in un agriturismo, insieme alle nostre famiglie. E, nonostante lui non sia particolarmente propenso a parlare di questioni di lavoro nei giorni liberi, si è mostrato comunque interessato alla questione.
Gli ho spiegato che lei è una impiegata dedita al lavoro. Precisa, attenta e puntuale e, gli ho ribadito che in tutti questi anni lei,ha svolto un ruolo fondamentale per la crescita della nostra azienda e sicuramente sarà ancora importante per la nostra espansione..."
- Mamma : "La ringrazio,direttore...Le sono davvero molto grata per questo..."
- Giancarlo : "Aspetti...Non ho finito ancora. Come le dicevo, io e Nicola ci conosciamo da oltre 20 anni. Abbiamo fatto l'università insieme. E, insieme abbiamo condiviso tante avventure...Sa, le classiche esperienze di gioventù. E, grazie a questo, ho avuto modo di scoprire i suoi gusti e certe sue preferenze...Quindi, per stuzzicare ancora di più il suo interesse nei suoi confronti, gli ho parlato anche delle sue...particolari abilità...Quelle che lei, mi ha ampiamente dimostrato in questo ufficio, Venerdì scorso..."
- Mamma : "Cosa?! Ma...ma perchè ha fatto una cosa del genere?!"
- Giancarlo : "Lei mi sorprende, Rosa! Dovrebbe capirlo da sola...Come le dissi, lei non è l'unica a rischiare il posto. Ci sono stati altri suoi colleghi che mi hanno esposto il suo stesso problema...Ma io, come le ho già accennato, mi sono impegnato a trattare il suo caso, personalmente...Diciamo, concedendole una corsia preferenziale. Ma, affinchè si possa giungere ad una risoluzione soddisfacente, l'impegno deve esser costante e soprattutto...reciproco!"
- Mamma : "Ho capito dove vuole arrivare...Ma non capisco ancora la ragione per cui lei ha dovuto raccontare al Direttore Generale, ciò che c'è stato tra noi...!"
- Giancarlo : "Semplice! Nicola, è un dirigente preparato e molto attento sul lavoro. Tiene davvero moltissimo all'azienda. In fondo, la ritiene una sua creatura...Quindi, deve preoccuparsi continuamente di tutto quello che può esser funzionale oppure no. Di chi può esser produttivo e di chi non lo è...Ma, come le ho appena detto, il suo caso, non è l'unica mia cara Rosa. Nicola ha recentemente visionato lo stato di servizio di decine di altri dipendenti...le loro mansioni...come e quanto hanno lavorato da quando sono stati assunti...
Insomma, quello che voglio dirle Rosa, è che il suo operato nella nostra azienda, per quanto impeccabile, non è stato sufficiente a convincerlo a preferire lei, piuttosto che altri suoi colleghi...Ecco perchè, conoscendolo, ho accennato a Nicola le sue "altre" qualità. Sapevo che questo avrebbe accresciuto il suo interesse in maniera decisiva..."
- Mamma : "Ora capisco...E, adesso? Cosa succederà...?"

Allora, Giancarlo prese da uno dei cassetto della sua scrivania un bigliettino. Tipo biglietto da visita, con su scritto il nome di un rinomato albergo di lusso...

- Giancarlo : "Ecco, prenda questo! Nicola, sta ristrutturando casa e, insieme alla sua nuova compagna, alloggia provvisoriamente in una suite di questo albergo. E' segnato tutto quì. Compreso il numero della camera. Domani, lei si recherà li e avrà modo di presentarsi ed esporre il suo caso al Direttore personalmente."
- Mamma : "Ma, ho tantissimo lavoro arretrato...!"
- Giancarlo : "Non si preoccupi per questo. E' ampiamente giustificata...Per ragioni di forza...maggiore!Ahahahah!"
- Mamma : "B...bene! Adesso posso tornare al mio posto...?"
- Giancarlo : "Eh no! Così mi offende! Ma come?! Io, mi sono esposto in prima persona per lei. Mi sono preso la briga di parlare di lei al mio amico Nicola, rompendogli le palle in un giorno libero... e lei Rosa, non mi esprime un minimo di...riconoscenza...?!"
- Mamma : "Comprendo...."

Provare a divincolarsi per mia madre, era impossibile.
Se avesse lasciato l'ufficio di Giancarlo, deludendolo, avrebbe comportato certamente il suo licenziamento.
Doveva piegarsi ai ricatti di quel porco, ogni volta che Giancarlo lo desiderava...

Nel frattempo, nel parco dell'Università, mio cugino Alfredo stava chiacchierando con Anna, una sua amica dai tempi delle elementari nei confronti della quale, aveva da sempre una cotta. Timido ed estremamente introverso, Alfredo non aveva mai avuto il coraggio di palesare il suo interesse nei confronti della ragazza. Si limitava sempre, come quella mattina, a scambiare con lei poche innocenti parole, in delle fugaci conversazioni occasionali. Le aveva persino scritto delle lettere anonime, nelle quali, in maniera fin troppo sdolcinata, le esprimeva tutto il suo interesse, convinto che, prima o poi, la ragazza potesse accorgersi di lui.
Mentre i due conversavano, arrivò una coppia di ragazzi che, riconosciuto Alfredo, non esitarono ad avvicinarsi.
Si trattava di Mirco e Bartolo che, fin dalle elementari, bullizzavano Alfredo.
Mio cugino, totalmente incapace di difendersi, era il loro bersaglio preferito di scherzi, anche piuttosto pesanti...
E, non mancarono anche quella volta di schernirlo incuranti della presenza di Anna, iniziarono il loro fastidiosissimo spettacolino...

- Bartolo : "Hei,Mirco! Guarda chi abbiamo quì! Il nostro mitico Alfregna..."
- Alfredo : "Oh,merda! Questa non ci voleva....!"
- Mirco : "No! Non può essere! Non vedi che con lui c'è una ragazza...? Alfregna, è ragazze-repellente!"
- Bartolo : "Ma è lui ti dico! Dai dici qualcosa Alfregna! Fatti riconoscere!"
- Alferdo : "Ci...ciao ragazzi...Che..che ci fate da queste parti...?"
- Bartolo : "Siamo venuti ad iscriverci all'università anche noi.....AHAHAHAHAHAH!"
- Mirco : "Ahahaha! Già...Buona questa! Ahahahah!"
- Alfredo : "Ah...ahah..ah..."
- Mirco : "Tu invece?! Perchè bazzichi nel parco? E' un posto pericoloso per le Alfregne come te...Ahahah!"
- Bartolo : "Già! quì c'è il lupo cattivo!AHAHAHA!"
- Anna : "Smettetela ragazzi! Non è divertente!"
- Mirco : "Aspetta! Ma, tu sei...sei...Anna! Anna della 5a B dell'Commerciale!"
- Anna : "S..si! Ma, tu come fai a sapere chi sono?!"
- Mirco : "Io ero nella sezione G! Tu eri in classe con mia cugina Lia!"
- Anna : "Tu sei il cugino di Lia?! Ah...si adesso ricordo! Tu sei il ragazzo con il motorino rosso!"
- Mirco : "Esatto! E mia cugina mi scroccava sempre il passaggio per tornare a casa...!"
- Anna : "Ahahah....si mi ricordo!"
- Alfredo : "An...Anna, la lezione inizia tra poco...forse dovremmo rientrare..."
- Bartolo : "E, dai! Non fare il virus come al solito! Non lo vedi? I due stanno rimembrando i bei tempi! Non disturbare il loro momento romantico...ahahahah!"
- Anna : "Eh Dai! Smettila Bartolo! Di te mi ricordo bene invece! Che dici...Quest'anno riuscirai a prendere il tanto agognato diploma,finalmente?"

poi, la ragazza si rivolse ad Alfredo...

- Anna : "Avviati pure Alfredo. Io ti raggiungo tra poco..."
- Bartolo : "Si Alfregna, vieni che ti accompagno io in classe...Lasciamo da soli i piccioncini...Ahahahah!"
- Alfredo : "Ma...ma io..."

e Bartolo, sfruttando a pieno la sua superiore prestanza fisica, trascinò via Alfredo, mentre Anna e Mirco continuarono a conversare...

Ma di questa vicenda, nella quale suo malgrado si troverà coinvolta anche mia madre, torneremo a parlare in futuro.

Adesso, ritorniamo nell'ufficio di Giancarlo....

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- Giancarlo : "Uh...Si! Dovrai fargli un'ottima impressione,Rosa! Ah....si cazzo! Nicola non è un tipo che si accontenta facilmente...Uuuhhh!"
- Mamma : "AAhh! S..si...farò...Ahhh! Farò del mio meglio...Ahhh!"
- Giancarlo : "Lo spero proprio! Ah...uuh..si!

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- Giancarlo : "Continua, brava così! Tienile strette quelle tette! Gioca con i capezzoli! Così,puttana!"Ahh...siii!"
- Mamma : "Aahhh! Mnn...Ahh!
- Giancarlo : "Devi esser una perfetta impiegata devota! Si, devota...devota al mio cazzo! Si! Uuh...Merda, che fica che hai!"
- Mamma : "Ahh...Si...Sarò devota...Sarò devota!! Ahh...!"
- Giancarlo : "Brava! Adesso girati! Voglio vedere le tue enormi tette ballonzolare!"

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- Mamma : "Piano! Faccia piano...Ahhh! La...la prego! Ahhhh!"
- Giancarlo : "Eh,no! Uh...! Un' impiegata modello e troia coma te, non va scopata piano! E tu lo sei, vero?! Dimmelo, cazzo! Dimmi che sei un'impiegata modello e troia!!Ah...cazzo,si!!"
- Mamma : "S..si! Sono un'impiega....aahh...un'impiegata modello e...troia! Aaaaahhhh!"
- Giancarlo : "E come vuoi esser scopata?!"
- Mamma : "Ahh...For....forte! Scopata forte!Ahhh!"

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- Giancarlo : "Così! Che spettacolo quelle tette! Puttana! UUUhhh...si! Cazzo!"
- Mamma : "MMnn! Si continui! Continui a scop...Ahhh...a scoparmi forte!AAhhh!"
- Giancarlo : "Uh...ci sono quasi, stronza schifosa! Uhh!"
- Mamma : "Ahhh..nnn! Vuole...vuole venirmi dentro?! Ahhh!"
- Giancarlo : "Che domande??! Certo che si! Preparati maledetta cagna! Eccomi! ECCOMI CAZZO! PRENDI LA MIA SBORRA, LURIDA PUTTANA!!!AAAHHHH....SIIII!!!!"
- Mamma : "NNnnn....AAAhhhh!!!"

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- Giancarlo : "Uh...cazzo che gran scopata! Sai, una cosa? Sono sicuro che con quella fica che ti ritrovi, farai di certo un figurone domani...Ahahahahaha! Hai un'arma letale tra le gambe...Ahahaha!"

Mia madre, non riusci a replicare al viscido verme...
Si limito solo a lanciargli un breve sguardo di disgusto, subito celato, per evitare che l'uomo potesse reagire male non gradendo la cosa...
Poi Giancarlo aggiunse soddisfatto :

- Giancarlo : "Bene! Ora può tornare alle sue mansioni "convenzionali"! E mi raccomando...si impegni a fondo, Rosa! La nostra azienda, crede sentitamente in lei...Non mi deluda! Ahahahahah!"

Così, con la fica nuovamente colma della sborra di quel lurido profittatore, mia madre ripetè l'ormai classico iter prima di ritornare nel suo ufficio...
Corsetta in bagno per ripulirsi dallo sperma di quello stronzo.
Poi, cercando di acquisire una parvenza di normalità credibile, raggiunse il suo ufficio e nonostante, l'assillante pensiero di ciò che l'attendeva la mattina seguente, mia madre riprese con il lavoro.
Tornata a casa, quella sera mia madre non cenò. Non aveva appetito. Rimase chiusa in bagno per oltre un'ora.

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Fu la doccia più lunga della sua vita...
Infine, stravolta, si mise a letto. Impossibilitata a dormire a causa di mio padre che russava, ma, soprattutto, per l'incontro col Direttore Generale del giorno successivo...

Fine Capitolo 10
 

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