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Capitolo 1: Bar Mario
Racconti Erotici
L'ARTISTA (Racconto su Laura)
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<blockquote data-quote="ks421" data-source="post: 16268042"><p>Si alzò in piedi e in un nanosecondo era nuda, praticamente un sogno.</p><p>Come sospettavo la donna in carriera iperattiva e spesso arrogante svanì per lasciare il posto a una femmina sottomessa e totalmente a disposizione del maschio. Ancora non immaginavo quanto sottomessa e quanto a disposizione, ma sto correndo troppo.</p><p>Ci guardammo per un attimo che sembrò lunghissimo, aveva un corpo da dea. Era chiaramente una sportiva ma senza gli eccessi di chi pratica sport con fanatismo. Era altrettanto chiaro che il cibo e la cucina non erano i suoi interessi principali.</p><p>Quello che sapevo di lei veniva da un amico comune che avevo ripreso a frequentare dopo molti anni. Era lui che mi aveva consigliato di farci 2 chiacchiere, del resto per come stavano andando i miei affari non avevo niente da perdere.</p><p>In breve 43 anni vissuti a tutto gas, sposata, 2 figli, abile e spietata nel lavoro, una rete infinita di amicizie e conoscenze su scala internazionale, smartphone e tablet perennemente in funzione, mai ferma neanche per sbaglio.</p><p>Il marito viveva in Svizzera dove aveva preso in gestione una discoteca a Locarno. Si vedevano non più di una volta al mese, a volte in Svizzera altre volte scendeva lui.</p><p>Da 3 o 4 anni, spronata da un' amica che doveva rimettersi in forma, si era messa a correre per farle compagnia. Dopo circa un anno si iscrisse a una gara per curiosità, staccò molta gente ben più navigata; alla seconda corsa, una nota 10 km del centro Italia capì che pur avendo 40 anni le ventenni e le trentenni non le facevano paura. La terza fu una gara di trail running, finì prima tra le donne e quarta assoluta. Il mio amico era il marito dell' amica che l'aveva spronata a correre insieme. Ripeteva spesso che Laura era la star del club podistico del quale anche lui faceva parte.</p><p>Raccontava che i top e i pantaloncini che esibiva erano "leggendari", roba che anche una ventenne avrebbe esitato ad indossare.</p><p>Si passò una mano tra i capelli e abbassò lo sguardo mentre le mettevo prima uno, poi 2 dita nella fica perfettamente depilata. Era bagnata oltre ogni immaginazione e non mancai di farglielo notare mentre divaricava le gambe per favorirmi.</p><p>Neanche io sono più ragazzo, e non serve essere particolarmente svegli per capire che con una donna del genere non te la cavi solo con una scopata. Per quello le basta schioccare le dita e i volontari arrivano in massa.</p><p>La feci inginocchiare sul divano, si appoggiò allo schienale e che dire... Era super, un culo perfetto, un corpo perfetto.</p><p>Il primo sculaccione partì da solo, lei sobbalzò ma non disse niente e restò in posizione. Ne seguirono molti altri fino a che mi facevano male le mani; le avevo fatto il culo rosso. Voltò la testa e sorrise, mi sedetti accanto e iniziai la pomiciata più bella della mia vita. Poi mi salì a cavalcioni e ci baciammo a lungo mentre si strusciava sul cazzo ancora dentro i pantaloni.</p><p>Quando le nostre lingue si staccarono iniziò a sbottonarmi la camicia, poi cintura e pantaloni. Non ebbi neanche il tempo di togliermi i pantaloni che lo stava già leccando. Quando riuscii a spogliarmi lo prese in bocca e anche se le tenevo forte la testa per un face fuck piuttosto deciso si impegnò al massimo, era chiaramente in difficoltà tra conati di vomito e una respirazione simile a una specie di apnea ma non si tirò indietro neanche per un attimo.</p><p>Poi ci baciammo ancora mentre continuavo a toccare ovunque quel corpo meraviglioso; nessuno aveva più detto una parola, non era necessario, l' intesa era perfetta.</p><p>Su quel divano ci baciammo in tutte le posizioni possibili, e non potei non notare che Laura era sempre molto attenta a tenere sempre le gambe ben aperte. Non mi era mai capitato niente del genere e solo successivamente ebbi modo di sapere perché e cosa significasse.</p><p>Mi misi sopra di lei e il cazzo entrò con facilità, si aggrappava a me e quando le bloccai i polsi iniziando ad alzare il ritmo sembrò apprezzare parecchio.</p><p>Devo essere sincero, durai poco e le inondai la fica con una sborrata colossale, ben piantato dentro di lei i getti sembravano non finire mai. Lei era in estasi, mi baciava e leccava sul petto e sul collo. Ero ancora dentro quando mi disse "bravo", poi un'ultima leccata sul collo e stop. La quarantenne troia era svanita e la donna in carriera era tornata.</p><p>Non era più lasciva e remissiva, era sorridente ma ora era lei la padrona della situazione.</p><p>Mentre si puliva alla meglio, sorridendo, mi fece i complimenti per la sborrata notevole; poi in un attimo era già vestita, già con lo smartphone in mano. In poco tempo si era persa, mi disse, un numero esagerato di telefonate per non parlare delle mail che aspettavano una risposta.</p><p>Aggiunse che avrebbe preso volentieri un caffè, aveva ancora un po' di tempo; con un buon caffè mi avrebbe spiegato le prossime mosse per organizzare il lavoro al meglio. Ovviamente ero d'accordo, ma lei ridendo disse che sentiva ancora la mia sborra che continuava a scendere e che il mini perizoma non era in grado di trattenerla. Quindi lo tolse e riprese a pulirsi sotto i miei occhi, poi abbassò la gonna e propose di andare in un caffè storico non troppo lontano. Andiamo con 2 auto aggiunse, dicendo che aveva di fronte una giornata infernale con un paio di impegni inderogabili.</p><p>Stava per mettere il perizoma oramai inutilizzabile nella borsa quando le dissi "no, questo resta qui; lo riavrai la prossima volta". Per un attimo mi sembrò pensierosa, poi con un sorriso che toglieva il fiato annuì maliziosamente.</p><p>Ero ancora in estasi mentre seguivo il suo grosso suv fumando una sigaretta guidando la mia vecchia utilitaria.</p><p>Le cose non si stavano mettendo male; avevo un assegno con una bella cifra, mi ero appena divertito con una donna strepitosa e con una minigonna del genere probabilmente il caffè sarebbe stato memorabile.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="ks421, post: 16268042"] Si alzò in piedi e in un nanosecondo era nuda, praticamente un sogno. Come sospettavo la donna in carriera iperattiva e spesso arrogante svanì per lasciare il posto a una femmina sottomessa e totalmente a disposizione del maschio. Ancora non immaginavo quanto sottomessa e quanto a disposizione, ma sto correndo troppo. Ci guardammo per un attimo che sembrò lunghissimo, aveva un corpo da dea. Era chiaramente una sportiva ma senza gli eccessi di chi pratica sport con fanatismo. Era altrettanto chiaro che il cibo e la cucina non erano i suoi interessi principali. Quello che sapevo di lei veniva da un amico comune che avevo ripreso a frequentare dopo molti anni. Era lui che mi aveva consigliato di farci 2 chiacchiere, del resto per come stavano andando i miei affari non avevo niente da perdere. In breve 43 anni vissuti a tutto gas, sposata, 2 figli, abile e spietata nel lavoro, una rete infinita di amicizie e conoscenze su scala internazionale, smartphone e tablet perennemente in funzione, mai ferma neanche per sbaglio. Il marito viveva in Svizzera dove aveva preso in gestione una discoteca a Locarno. Si vedevano non più di una volta al mese, a volte in Svizzera altre volte scendeva lui. Da 3 o 4 anni, spronata da un' amica che doveva rimettersi in forma, si era messa a correre per farle compagnia. Dopo circa un anno si iscrisse a una gara per curiosità, staccò molta gente ben più navigata; alla seconda corsa, una nota 10 km del centro Italia capì che pur avendo 40 anni le ventenni e le trentenni non le facevano paura. La terza fu una gara di trail running, finì prima tra le donne e quarta assoluta. Il mio amico era il marito dell' amica che l'aveva spronata a correre insieme. Ripeteva spesso che Laura era la star del club podistico del quale anche lui faceva parte. Raccontava che i top e i pantaloncini che esibiva erano "leggendari", roba che anche una ventenne avrebbe esitato ad indossare. Si passò una mano tra i capelli e abbassò lo sguardo mentre le mettevo prima uno, poi 2 dita nella fica perfettamente depilata. Era bagnata oltre ogni immaginazione e non mancai di farglielo notare mentre divaricava le gambe per favorirmi. Neanche io sono più ragazzo, e non serve essere particolarmente svegli per capire che con una donna del genere non te la cavi solo con una scopata. Per quello le basta schioccare le dita e i volontari arrivano in massa. La feci inginocchiare sul divano, si appoggiò allo schienale e che dire... Era super, un culo perfetto, un corpo perfetto. Il primo sculaccione partì da solo, lei sobbalzò ma non disse niente e restò in posizione. Ne seguirono molti altri fino a che mi facevano male le mani; le avevo fatto il culo rosso. Voltò la testa e sorrise, mi sedetti accanto e iniziai la pomiciata più bella della mia vita. Poi mi salì a cavalcioni e ci baciammo a lungo mentre si strusciava sul cazzo ancora dentro i pantaloni. Quando le nostre lingue si staccarono iniziò a sbottonarmi la camicia, poi cintura e pantaloni. Non ebbi neanche il tempo di togliermi i pantaloni che lo stava già leccando. Quando riuscii a spogliarmi lo prese in bocca e anche se le tenevo forte la testa per un face fuck piuttosto deciso si impegnò al massimo, era chiaramente in difficoltà tra conati di vomito e una respirazione simile a una specie di apnea ma non si tirò indietro neanche per un attimo. Poi ci baciammo ancora mentre continuavo a toccare ovunque quel corpo meraviglioso; nessuno aveva più detto una parola, non era necessario, l' intesa era perfetta. Su quel divano ci baciammo in tutte le posizioni possibili, e non potei non notare che Laura era sempre molto attenta a tenere sempre le gambe ben aperte. Non mi era mai capitato niente del genere e solo successivamente ebbi modo di sapere perché e cosa significasse. Mi misi sopra di lei e il cazzo entrò con facilità, si aggrappava a me e quando le bloccai i polsi iniziando ad alzare il ritmo sembrò apprezzare parecchio. Devo essere sincero, durai poco e le inondai la fica con una sborrata colossale, ben piantato dentro di lei i getti sembravano non finire mai. Lei era in estasi, mi baciava e leccava sul petto e sul collo. Ero ancora dentro quando mi disse "bravo", poi un'ultima leccata sul collo e stop. La quarantenne troia era svanita e la donna in carriera era tornata. Non era più lasciva e remissiva, era sorridente ma ora era lei la padrona della situazione. Mentre si puliva alla meglio, sorridendo, mi fece i complimenti per la sborrata notevole; poi in un attimo era già vestita, già con lo smartphone in mano. In poco tempo si era persa, mi disse, un numero esagerato di telefonate per non parlare delle mail che aspettavano una risposta. Aggiunse che avrebbe preso volentieri un caffè, aveva ancora un po' di tempo; con un buon caffè mi avrebbe spiegato le prossime mosse per organizzare il lavoro al meglio. Ovviamente ero d'accordo, ma lei ridendo disse che sentiva ancora la mia sborra che continuava a scendere e che il mini perizoma non era in grado di trattenerla. Quindi lo tolse e riprese a pulirsi sotto i miei occhi, poi abbassò la gonna e propose di andare in un caffè storico non troppo lontano. Andiamo con 2 auto aggiunse, dicendo che aveva di fronte una giornata infernale con un paio di impegni inderogabili. Stava per mettere il perizoma oramai inutilizzabile nella borsa quando le dissi "no, questo resta qui; lo riavrai la prossima volta". Per un attimo mi sembrò pensierosa, poi con un sorriso che toglieva il fiato annuì maliziosamente. Ero ancora in estasi mentre seguivo il suo grosso suv fumando una sigaretta guidando la mia vecchia utilitaria. Le cose non si stavano mettendo male; avevo un assegno con una bella cifra, mi ero appena divertito con una donna strepitosa e con una minigonna del genere probabilmente il caffè sarebbe stato memorabile. [/QUOTE]
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