Nell’ultimo post che ho scritto, ho detto di come piano piano Susy riallacció i contatti con la vecchia compagnia, mentre io avevo ormai un’altra vita che mi portarono lontano da quel giro di amici.
La spiegazione é banale: durante il periodo vissuto "con" Susy, preferivamo passere i fine settimana a casa tra di noi. In un annetto ci limitammo veramente a poche sporadiche uscite con "gli amici". Mentre nulla mi vietava la mia settimanale partitella di calcetto del lunedì sera. E fu in quei post partita che conobbi Diego.
Alt! Chi sta pensando ad una parentesi gay, cambi pure pagina. Non è una storiella nella quale vi debba raccontare di esperienze gay, bisex o simili solo per ampliare "il bacino di utenze"! È la mia vita e se vi va, leggerete anche quest’altra lunga parentesi.
Avevo un collega nello studio con cui lavoravo, un ragazzo di qualche annetto più grande di me. Era un figlio di papà che era finito lì più per fare un dispetto al padre che per reale necessità. Ma Luca mi aiutò ad integrarmi e fu lui che mi presentò al
gruppo del calcetto. Dopo qualche mese però lasciò il nostro studio e anche le sue presenze al lunedì sera si fecero rare. Io invece, grazie ai famosi gruppi whatsapp, rimasi nella compagnia del calcetto e piano piano riuscì ad integrarmi. Spesso, dopo la doccia, Diego lasciava lo spogliatoio con la solita domanda "Io mi fermo in pizzeria; qualcuno si aggrega?"
Non alla prima, non alla seconda e forse nemmeno alla terza, ma una sera gli dissi "dai, ti faccio compagnia".
Diego era un ragazzo/uomo di 40 anni…scoprì in seguito, sposato. E fu proprio il fatto che fosse sposato, ma che tutte le sere si fermasse a mangiare la pizza, che mi incuriosì. Così, quando entrammo in confidenza, seppi che nonostante le apparenze, forzate, il suo era un matrimonio di facciata. Lui si concedeva costantemente delle scappatelle. In quel momento pensavo che la sua vita fosse invidiabile. Tra lui e la moglie i rapporti erano inesistenti. Io la moglie non l’avevo ancora conosciuta. Ma l’occasione non tardò ad arrivare.
Uno dei tanti lunedì sera mi disse se mi andava di mangiare la pizza a casa e io accettai. Avrei finalmente conosciuto la moglie. Ed il "finalmente" lo aggiungo solo perché, nelle settimane precedenti, la voglia (inteso come curiosità) di dare un volto a questa poveretta (io pensavo…) si era fatta grande. Avevo immaginato di tutto: una ragazza bruttina, magari appesantita dalla noia del suo matrimonio, trascurata; o magari una donna di classe, sofisticata, schizzinosa.
Arrivati a casa, Diego aprì il cancellino ma giunti alla porta, non riuscì ad infilare le chiavi e così suonammo. Quando Sonia venne ad aprire la porta, rimasi impietrito!
Nulla di quello che avevo immaginato! Sonia era una ragazza sui 35anni (forse meno), fisicamente curata ma per nulla schizzinosa, anzi si mostrò subito simpatica, e, visto che ci venne ad aprire in accappatoio, aveva due tette della madonna!
"Scusate ragazzi, ero in doccia. Tu sei Matteo, giusto? Io sono Sonia. Dai venite dentro".
Dopo un po’ scoprì il motivo del cambio di routine: Diego e Sonia sarebbero partiti per una vacanza e mi chiesero se, durante quella settimana, sarei potuto passare da casa loro per dare un’occhiata: più che dei i ladri, avevano paura dei continui sbalzi di corrente che si stavano verificando in zona e che avrebbero potuto far saltare il salvavita.
Con la promessa che sarei ripassato per vedere casa, accettai e ci lasciammo.
Tornai a casa e ripensando a Sonia (o alle sue tette), le dedicai una sega: meritava!