Esperienza reale L’ex vergine, una cosa a tre e i primi incontri con mia moglie.

Panettiere89

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Partiamo dal principio, parliamo di circa 10 anni fa, io 21 anni e lei 18, io già lavoravo lei frequentava ancora il liceo linguistico.

Ah, piccolo appunto, cercherò di romanzare quel che basta la storia per renderla più interessante a voi lettori ma attenendomi al 100% alla realtà dei fatti!

D’altronde, secondo il mio punto di vista è proprio la realtà dei racconti la cosa più eccitante di questo forum!

A quel tempo, tramite degli amici in comune, durante il periodo natalizio conobbi Elena.

Le prime uscite furono sempre in compagnia, finché una sera chiacchierando ci scambiammo i numeri di telefono.

Lei mi piaceva molto e quindi passato un po’ di tempo la invitai ad uscire soli.

Era ragazza normalissima, acqua e sapone, mai sopra le righe sia nei comportamenti che nel vestirsi/atteggiarsi
Aveva dei lunghi capelli castano chiaro che teneva quasi sempre raccolti con una coda, occhi verdi scuro quasi marrone e delle belle labbra carnose. Un visino dolce tipico della brava ragazza.

In mezzo alla gente era timida, schiva e un po’ per le sue. Non attirava di certo l’attenzione, anzi passava quasi inosservata.

L’unica cosa che non passava inosservata era la sua quarta di seno. Pur non usando vestiti succinti era impossibile non notare la sua grandezza e bellezza.

Essendo poi lei una ragazza piccola e minuta, sembravano ancora più grandi di quel che erano.

Un giorno, in uno dei nostri primi appuntamenti parlando del più e del meno, mi fa capire che lei non ha mai avuto un ragazzo e non era mai andata oltre il bacio.

Baci che oltretutto, mi disse di aver dato durante qualche gioco che si faceva da adolescenti, come il gioco della bottiglia.

Non eravamo ancora fidanzati e non avevo nemmeno provato a portarla a letto o cose simili, ma forse avendo 3 anni in più di lei e sapendo che io avevo già avuto qualche storia, prima o poi sarei arrivato a quel punto.
Presumo volesse già mettere le mani avanti, come per dire “con me devi andarci piano oppure ciao”.

Non fu un problema l’attesa, anche se inutile nascondere che in quel periodo tutte le volte che mi masturbavo pensavo a lei. E la cosa a quell’età succedeva spesso.

Dopo qualche appuntamento nel quale non siamo mai andati oltre al bacio, una sera la riporto a casa in macchina e prima di scendere come al solito ci scambiamo un bacio, bacio più caloroso ed appassionato del solito.
Anche se era una serata bella fredda dovetti aprire un po’ il finestrino per prendere aria. Iniziavano a sudarmi persino le mani.

Le carezze sul sedere mentre camminavamo o la mano sulla coscia mentre parlavano al bar poco prima forse l’avevano stuzzicata. O forse, più semplicemente il suo interesse nei miei confronti, mescolato con gli ormoni di una diciottenne fecero scattare qualcosa.

Fino ad allora non presi mai l’iniziativa. Il nostro primo bacio per esempio me lo diede lei. Io di certo non mi tirai indietro.

Per la prima volta decisi quindi di provare a condurre io il gioco e durante il bacio provai ad alzargli leggermente la maglia.

Non fece resistenza e quindi con la mano riuscì ad arrivare fino al suo seno.

La mia mano faceva fatica a contenere tutto quel ben di dio. Erano veramente piene e sode, meglio di come me le fossi immaginate.

Pur avendo il reggiseno, potevo sentire i sui capezzoli belli turgidi ed eccitati. Lo accarezzai per un po e vedendola presa dalla situazione cercai di andare oltre.

Lentamente feci scivolare la mia mano sul suo addome fino alla cinta. I pantaloni che indossava erano belli stretti ma con un po’ di fatica riuscì a infilare la mano. Oltre che nei suoi pantaloni ero riuscito ad entrare anche nelle sue mutandine.

Ero a pochi centimetri dal traguardo ma appena le sfiorai il monte di venere mi bloccò.
 
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Continuo continuo 😁 fortunatamente non finì così la serata 😉
Purtroppo non sono una scheggia nella stesura dei testi, un po’ di pazienza, appena ho un po’ di tempo butto giù 2 righe in maniera sensata e le condivido.
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Continuo continuo 😁 fortunatamente non finì così la serata 😉
Purtroppo non sono una scheggia nella stesura dei testi, un po’ di pazienza, appena ho un po’ di tempo butto giù 2 righe in maniera sensata e le condivido.
 
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Nell’istante in cui mi bloccó i miei polpastrelli sentirono del pelo. Non sentì molto, ma ero sicuro non fosse completamente depilata.

Non me la facevo una ragazza da fighetta pelosa, anzi. Ci teneva molto alla cura e pulizia del suo corpo, e vista la frequenza con la qualche frequentava parrucchiere ed estetiste, era sempre perfetta ed in ordine dalla testa ai piedi.

Evidentemente mi sbagliavo, l’estetista li sotto non ci aveva messo mano.

Non so perché ma tutte le volte che mi sono toccato pensando a lei l’ho sempre immaginata liscia come il sedere di un bambino.

Inutile nascondere il fatto che io da sempre preferisco non aver a che fare con peli vari, ma pazienza, il fatto che non fosse completamente depilata non mi faceva di certo schifo. Anzi, una diciottenne non completamente depilata mi incuriosiva, era una novità oltre che una rarità!

Al suo segnale di stop comunque ritrassi la mano e continuai a baciarla.

Pur avendomi fermato sul più bello, la situazione che si era creata era più eccitante del solito. Forse era solo una mia impressione ma dubito visto che non mi aveva mai baciato così a lungo e con tanta passione!
Era proprio lei che affondava alla lingua sempre più a fondo e tenendomi la testa con le mani non mi lasciava nemmeno rifiatare. La sua saliva mi colava fino a giù per il mento. Non avevo nemmeno il tempo d pulirmi un po’ con la mano.

La serata come detto non era delle più calde, ma con gli ormoni a palla iniziai a sudare e di conseguenza mi tolsi la camicia. Fuori era freddo ma la situazione in macchina era veramente bollente.

Provai a fare lo stesso con lei e quando provai ad alzarle la maglia non oppose resistenza, mi lasciò fare e finalmente la sua quarta di seno ora sembrava essere a mia completa disposizione.

I quattro/cinque piccoli nei che aveva sul seno mi eccitavano da morire.
Sarò strano ma i nei quelli piccoli, i puntini per intenderci, sul corpo di una donna li trovo molto sexy, sopratutto se si trovano su cosce e seno come in questo caso!

Dal reggiseno in pizzo nero riuscivo a intravedere i suoi capezzoli turgidissimi. Uno di questi ricordo che le fuoriusciva appena appena dalla coppa.

Non resisto più, mi rifiondai su di lei e mentre le spingevo la lingua fino in gola con le dita le slacciai il reggiseno.

Muovendo leggermente lei stessa le spalle, si fece cadere le spalline e se lo sfiló.
Mi staccai dalle sue labbra, arretrai con la testa e finalmente riuscì a vedere le sue tettone nude. La mia faccia sembrava quella di un bambino che entra per la prima volta a gardaland!

Ad oggi (30 anni passati) sono ancora le tette più belle che abbia mai visto.
Seppur grandi, erano dure e sode e vista la giovane età non accennavano a cadere.
La forza di gravità non aveva effetto su quelle tette! L’eccitazione aveva reso l’areola piccola e ben definita e i suoi capezzoli duri e sporgenti.
Una proporzione tetta/capezzolo perfetta.

Mente con la mano destra le accarezzavo i capelli con la sinistra le strinsi il seno e afferrai tra il pollice e l’indice il suo capezzolo.Una smorfia seguita da un sospiro profondo mostrava il suo apprezzamento.Il suo capezzolo tra le mie dita diventava sempre più duro e sensibile.

Avvicinai poi faccia al centro di queste tettone e iniziai a baciare i suoi piccoli nei.
Il seno ora mi avvolgeva il viso e la sua pelle setosa mi accarezzava le guance.

Se dovessi immaginare com’è il paradiso, io me lo immagino proprio così!

Con il naso sempre attaccato al suo corpo per assaporare al meglio pure il suo profumo mi spostai e iniziai giocare con la lingua sui suoi capezzoli. Li presi poi in bocca e inizia a succhiarli, prima delicatamente e poi sempre con più vigore.
Più forte succhiavo e più forte spingeva la mia testa al suo seno con le mani.

La sentivo contorcersi leggermente dal piacere mentre il suo respiro si era fatto ansimante.

Ad un certo punto mise la mano sopra la mia e mi invitó, aiutandomi, a stringere forte la mano al suo seno. In quel momento le uscì dalla bocca un urletto di piacere misto dolore.

Immaginavo stesse provando un piacere che non aveva mai provato. Era completamente travolta dalla passione.

Non attesi un secondo e provai a riaffondate il colpo. La mia mano questa volta attraversó il suo intero boschetto e arrivò fino alla sua fighetta….
 
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Ragazzi scusate l’attesa, ma nel fine settimana sono stato molto impegnato…tra oggi e domani avrete il seguito 😉
 
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Finalmente dicevano ero riuscito ad arrivare a toccar la sua fighetta….Con il palmo della mano accarezzavo il suo monte di venere ricoperto di una bella peluria mentre con le dita arriavi a sentire il clitoride.

Non fu difficile trovarlo. Appena sotto gli ultimi peletti, lo sentì sporgere leggermente dalle grandi labbra anch’esse ricoperte da una graziosa peluria.
Lo accarezzai piano piano con la punta delle dita ma era talmente sensibile che sembrava quasi darle fastidio più che piacere.

Non sapevo come procedere, sentivo solo il mio cazzo che stava letteralmente per esplodere dentro i pantaloni. Nonostante immaginassi che non volesse andare oltre mi slacciai i pantaloni e lo tirai fuori.
L’eccitazione era tale che avevo già bagnato le mutande si sperma. Dovevo sborrare a tutti o costi!

Con poche speranze, sempre durante un appassionato bacio le presi la mano e l’accompagnai piano piano verso il mio pene. Appena lo sentì, con mio grande stupore non si tirò indietro e lo afferrò. Con un movimento un po’ impacciato iniziò a segarmi.
Anche se non l’aveva mai fatto, sapeva come fare una sega la signorina.
Il movimento ripeto, era un po’ impacciato ma per nulla doloroso. Evidentemente il liquido preseminale aveva contribuito a lubrificare sopratutto la cappella quanto basta per rendere la sega più che piacevole.
Gli ormoni erano a mille, volevo che me lo prendesse in bocca. Mi misi il più comodo possibile e abbassando un po’ lo schienale del sedile (ora non ricordo le parole esatte) le chiesi tipo “vuoi provare a baciarlo?”
Lei mentre andava su e giù con la mano non smetteva di fissarlo. Era evidentemente eccitatissima pure lei, infatti non disse nulla, si chinó e lo prese in bocca.

Sentì le sue labbra avvolgermi prima la cappella e poi parte dell’asta. Andó su e giù un paio di volte, riprese leggermente fiato e ricominció ingoiandolo un po’ più a fondo. La mia mano tra i suoi capelli accompagnava i suoi movimenti.
Sembrava voler prendere pian piano confidenza con la lunghezza del pene.
La sua saliva mi colava giù fino alle palle.
Il movimento che compiva era monotono, ma piacevole. Niente male insomma per essere la prima volta, visto sopratutto l’impegno con il quale cercava di ingoiarlo il più a fondo possibile.
Con lei piegata sul mio cazzo, buttai lo sguardo verso il suo sedere e notai fare capolino dai pantaloni un minuscolo perizoma nero. Allungai una mano, la infilai sotto i pantaloni e iniziai a palparle con vigore il sedere.
Mentre stringevo fortemente una chiappa si fermó un secondo, alzó lo sguardo verso di me, mi sorrise e si rifiondó subito sul cazzo.

Quel sorriso fu la goccia che fece traboccare il vaso; poco importava se il pompino non era un granché, il mio piacere stava arrivando al culmine.
Le afferrai i capelli e cercai di accompagnarla verso il il mio orgasmo.
La voglia di venirle in bocca era tanta, ma in quel momento onde evitare traumi le spostai la testa e le dissi di continuare con la mano indicandole il ritmo da tenere. Chiusi gli occhi, mi lasciai completamente andare e dopo un paio di volte di su e giù con la mano iniziai a sborrare.
Non so dove finirono con precisione i primi schizzi, di sicuro gli ultimi belli densi le colarono giù per la mano mentre finiva il suo lavoro.
Il ero al settimo cielo e speravo di ricambiare immediatamente il favore ma appena molló il cazzo, con la mano piena di sborra inizió come a vergognarsi.
Non disse nulla, si pulì subito la mano, prese le sue cose, mi bació e con la scusa di doversi svegliare presto per scuola rientró in casa.
Non sapevo se fermarla, cosa dirle o cosa fare infatti rimasi li fermo immobile con il cazzo fuori senza far nulla.

Una volta arrivato anch’io a casa, abitavamo ad un paio di chilometri di distanza, aspettavo come minimo un suo messaggio che non arrivò mai.

La storia comunque continua e per fortuna non finisce qui 😉
 
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La mattina andai a lavoro e ricordo che in pausa pranzo le stavo per scrivere quando in quel momento mi scrisse lei. Ora il contenuto del messaggio esatto non lo ricordo, in poche parole il senso era “Mi è piaciuto ieri sera, sono stata bene, scusami se sono scappata di corsa”.
Il giorno successivo ci sentimmo solo per messaggio, mentre il giorno dopo ancora, ovvero il mio giorno libero, le chiesi di venire a cena da me e accettó.

Al tempo i miei genitori e i miei nonni abitavano in una grande casa. Quando i miei nonni morirono, i miei genitori ebbero l’idea di sistemare parte del primo piano ricavandone un piccolo appartamento per me. Una piccola cucina, un salottino con tavolo per mangiare, una camera matrimoniale e un piccolo bagno ad uso personale.

Quel giorno passai l’intero pomeriggio a pulire, sistemare e a preparare qualcosa di commestibile per cena. Essendo un amante della buona cucina e del buon vino non me la cavo male tra i fornelli.

Alle 20.00 era tutto pronto, cibo sul fuoco, candele sul tavolo accese, una bottiglia di spumante in frigo pronta da stappare e una di vino rosso di una vecchia annata già aperta e versata nel bicchiere per farla ossigenare. Ritardando di quasi mezz’ora arrivó.
Io badai poco a prepararmi, in quando la aspettai in t-shirt e pantaloni della tuta. Appena entrata si tolse il lungo cappotto e rimase con vestitino blu scuro, leggermente scollato, spalline sottili, gonna da sopra il ginocchio e sneakers. Già da a quel momento il mio cazzo non rimase indifferente e iniziò a far sentire la sua presenza. Non perdiamo tempo e ci sediamo a tavola, antipasto mangiato e prima bottiglia di vino finita. Pausa sigaretta, qualche bacio e carezza e via con il secondo e il vino rosso.

Di quel che fosse successo l’altra sera in macchina non se ne parló mai. Non che io non volessi, ma speravo fosse lei a iniziare il discorso, invece nulla.

Finita la cena ci spostiamo sul divano per guardare un po’ la tv. Io sdraiato sul fianco e lei si sdraia davanti a me.
Lei era interessata a cercare un canale nel quale sperava di trovare un programma di suo gradimento mentre a me non poteva importarne nulla di quello che c’era in tv. Le mie intenzioni erano alte come poteva dimostrare la mia perenne erezione dal momento in cui la vidi entrare.
Speravo che l’alcol delle 2 bottiglie di vino appena bevute la aiutassero a lasciarsi un po’ andare. Finalmente dopo non so quanto tempo di carezze e grattini si giró verso di me, e dando le spalle alla tv iniziamo a baciarci. Neanche il tempo di iniziare ad accarezzarla per farla un po’ eccitare che si sposta, si alza e si toglie il vestito con la scusa di mettersi comoda. Wow, stasera non si perde tempo pensai. Un reggiseno blu dello stesso colore del vestito le copriva le tette mentre una minuscola brasiliana dello stesso colore lasciava poco spazio all’immaginazione.
Si ributtó sul divano e ricominciammo a baciarci con passione.
Questa volta volevo essere io a darle piacere e così dopo essermi messo sopra di lei, mi tolsi la maglia e feci lo stesso con il suo reggiseno. I piccoli e numerosi nei mi indicavano i punti dai quali iniziare a baciare quello splendido corpo. I suoi capezzoli reagirono immediatamente e diventarono subito belli turgidi. Succihiavo quei meravigliosi capezzoli, li bagnavo con la saliva, con la lingua continuavo leccarli con vigore e nel mentre le mani le stringevo forte il seno fino a fargli quasi male. Un dolore piacevole che apprezzava alla grande.
Dal seno passai a baciarle il ventre fino ad avvicinarmi al suo frutto proibito. Iniziai a baciarle le cosce, l’inguine e le mutandine. Lei con le mani sulla mia testa sembrava indicarmi la strada verso il piacere.
Mi sa che voler andare fino in fondo, pensai. Con le labbra appoggiate sul pizzo delle mutandine riuscivo a sentire il suo pelo. Ero eccitato come non mai. Pian piano iniziai a sfilargliele e finalmente riesco a vedere per la prima volta la sua giovane e stupenda vagina.
Il pelo era ben curato, corto e profumato. Tutte le ragazze con le quali ero stato (non moltissime a dire il vero a quell’età) o erano completamente rasate o avevano una piccole striscia di pelo, invece il suo occupava gran parte del suo pube mentre l’inguine era perfettamente depilato.
Avendo una carnagione abbastanza scura si intravedeva anche un leggero segno dell’abbronzatura dell’estate precedente che delimitava perfettamente il suo boschetto.
Non esitai, ci appoggiai le mie labbra e iniziai a leccare dolcemente.
Le grandi labbra erano gonfie, sode e anch’esse ricoperte di una leggera peluria dalle quali sporgevano leggermente le piccole labbra. Iniziai proprio da queste, le presi in bocca e iniziai leggermente e succhiarle. Erano già umidicce. Sembrava piacerle. Adoro le piccole labbra un po’ sporgenti, imaginavo già il mio cazzo che si strusciava su e giù tra di esse.
Passai poi a perlustrare l’interno della sua vagina con la lingua. Iniziava a contorcersi e a bagnarsi a dovere. L’interno infatti era bello umido e sembrava già piuttosto accogliente seppure vergine.
Non contento andai a stimolare anche il suo secondo buchetto. Prima mi dedicai solo al contorno, anch’esso leggermente peloso ma bello pulito, e poi cercai di perlustrare appena appena l’interno con la punta della lingua. Non sapevo se gradisse o no così decisi di andare sl sodo e con una lunga leccata attraversai per intero la vagina fino ad arrivare al clitoride.
Il suo ansimare era sempre più frequente. Iniziai a leccarlo sempre più velocemente e a succhiare sempre più forte nel tentativo di farla venire ma da un momento all’altro con le mani mi spostò la testa da in mezzo alle sue gambe. Ricordo di aver pensato una cosa tipo “ma come?! Perché?!” I miei pensieri durarono poco, infatti mi infiló subito la lingua in bocca.
Le mie labbra erano ancora bagnate dai suoi succhi, e la mia bocca piena del sapore della sua vagina, ma ciò non la infastidì, anzi mi bació sempre con più trasporto.

Ora era lei sopra di me e senza dirle nulla, dandomi due baci di numero sul corpo arrivó veloce a trovare il mio amichetto. Non ebbe nemmeno il tempo di togliermi i pantaloni e le mutande, li abbassó solo quanto bastava per tirarlo fuori e ingoiarlo. Evidente non voleva perdere tempo. Io ovviamente ero già bello in tiro.

Quello che a inizio serata era solo una speranza stava per diventare realtà. Oggi avrebbe perso la sua verginità, ne ero certo!

Gradisco i lunghi preliminari ma quella volta non avevo tempo da perdere. Ricordo come fosse ora, la voglia che avevo di farglielo sentire dentro. Nel tentativo di togliermi completamente i pantaloni recupero il preservativo che mi ero preparato in precedenza. Mentre stavo cercando di aprire il preservativo mi vede e capisce subito quali fossero le mie intenzioni. Mi bació e con un filo di voce mi disse “non serve, se vuoi possiamo fare a meno”. Non me lo feci ripetere due volte. (Capì subito che prendeva la pillola!)
Mentre lei era sempre sopra di me,mi sputai sulla mano e con la saliva cercai di lubrificare il più possibile la cappella. Accompagnandola verso di me iniziai a strofinare la cappella leggermente sul suo pelo e poi su e giù nella fessura, le piccole labbra la avvolgevano e la lubrificarono ulteriormente con il suo liquido vaginale. Ora era tutto pronto e con un po’ di pressione iniziai a penetrarla.
La cappella entrò senza grosse difficoltà ma subito dopo mi accorsi dal suo viso che provava del dolore.
Io rimasi così fermo. Era lei ora che si muoveva su e giù sopra di me facendolo entrare ed uscire quanto basta per non farle troppo male. Nel frattempo che lei si concentrava a prenderlo io con le mani io non perdevo l’occasione per giocare con quelle tettone. Non con molta facilità, tra un misto di dolore e piacere riuscì pian piano a infilarselo quasi tutto. Ora le mie mani stringevano forte le sue chiappe e aprendole per bene accompagnavo i suoi movimenti. Con le dita arrivai a sfiorarle il buco del culo. I suoi liquidi correvano lungo il cazzo fino a bagnarmi il pube e le palle. Seppur dolorante la sua figa era calda e accogliente, stretta ma al tempo stesso bagnata a dovere che rendeva la penetrazione piacevole e per nulla dolorosa. Il ghiaccio era rotto, e il piacere prese il sopravvento sul dolore iniziale.
La presi per mano la portai in camera e dopo averla sdraiata comodamente sul letto iniziai a leccargliela di nuovo.
Pure il suo pelo, tra sudore, saliva e succhi vaginali era ormai fradicio. La bagnai lo stesso con più saliva possibile.
Mi misi sopra di lei, e baciandola iniziai a penetrarla con la maggior delicatezza possibile. Infilata solo la cappella e entrando e uscendo appena appena era quel che le bastava per darle piacere.
Sembrava provare meno dolore e accompagnandomi con dei movimenti del bacino pian piano lo infilai tutto. Dei versi di dolore mi fecero rallentare e desistere dal continuare, ma fu proprio lei a dirmi di non fermarmi che le piaceva e che stava godendo. I miei movimenti divennero sempre più veloci, profondi e carichi di passione. Ora stavo godendo veramente anch’io, la stavo sbattendo come si deve! Le sue unghie mi graffiarono leggermente la schiena e i suoi sospiri erano diventati delle urla di piacere!
Non so se fosse riuscita ad avere un vero e proprio orgasmo, io di sicuro dopo un po’ che la sbattevo raggiunsi l’apice del piacere e penetrandola sempre più profondamente le inondai la figa di sborra. Sicuramente riuscì a sentire il mio cazzo che pulsava dentro di lei.
Ad ogni pulsazione uno schizzo le riempiva quella meravigliosa cavità. Dopo essere venuto mi alzai, lo tirai fuori lentamente, era appena appena sporco di sangue, ma pazienza, e spremendo letteralmente la cappella feci cadere le ultime gocce di sborra sul pube ricoperto di pelo e glie la spalmai per bene usando il mio cazzo ancora in tiro.
Mentre finivo di provare piacere dalla sua fighetta usciva un rivolo di sborra che le coló attraverso i peletti fino in mezzo alla chiappe.
Distesa con le braccia e gambe aperte sul letto era sfinita ma al settimo cielo. E io forse più di lei!
La presi per mano per accompagnarla in doccia, non appena si alzó si fermó e esclamò “madonna!”. La sborra le stava colando giù per le gambe e alcune gocce caddero sul pavimento. Scoppiammo a ridere e “tappandola” con la mano arrivammo fino in doccia.
Con qualche cooccola e qualche bacio sotto l’acqua che bagnava i nostri corpi terminó la nostra serata….

La serata terminó così ma il racconto prosegue 😉
 

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