Racconto di fantasia Lezione da estetista

Alex666

"Level 5"
Messaggi
1,576
Punteggio reazione
1,704
Punti
124
Giorgia arrivò al lavoro trafelata: era rimasta addormentata e di conseguenza aveva perso l’autobus, e così quando aveva varcato la soglia del centro estetico in cui lavorava da meno di un anno erano già le 9.12.
Si precipitò verso lo spogliatoio sperando che nessuno avesse notato la sua assenza.
“Giorgia!”.
Ecco, quella era proprio la voce che non avrebbe voluto sentire.
“Giorgia!”.
Era Elisa, la responsabile del centro..
“Scusa Elisa, il pulmann non passava mai!”.
“Basta svegliarsi per tempo”, rispose acida. Elisa aveva trentatre anni, era single, e con lei Giorgia non era ancora riuscita ad instaurare un rapporto positivo, anche a causa di quelle dinamiche che suo padre aveva definito “cose che capitano solo tra donne”.
Da quanto si vociferava in giro, infatti, Elisa aveva una cotta per Roberto, il titolare del centro estetico, sentimento purtroppo non ricambiato, forse anche per via del fatto che l’uomo era sposato con una bellissima donna, cosa che Elisa non era.
Se ne sarebbe forse fatta una ragione, se qualche mese prima non avesse sentito Roberto parlando al telefono con un amico definire Giorgia “una deliziosa ragazzetta”.
Questo aveva generato in lei una immotivata gelosia - Giorgia neppure era a conoscenza di quella conversazione telefonica e non era interessata al suo capo - che soleva sfogare proprio contro la ragazza, forte del suo ruolo e del fatto che la ragazza fosse ancora contrattualmente all’interno del periodo di prova.
“Non stare a cambiarti - le disse - oggi andiamo alla scuola di formazione”.
Prese una borsa e si avviò verso l’uscita, seguita passivamente da Giorgia.
Montarono sulla Smart aziendale e si immisero nel traffico.
“Cos’è questa cosa della scuola di formazione?”, chiese Giorgia lungo il tragitto.
“Abbiamo una collaborazione con un istituto professionale: noi li aiutiamo per qualche lezione e dimostrazione pratica, in cambio loro ci segnalano i loro migliori allievi”.
“Non lo sapevo”.
“Certo, di solito coinvolgiamo Simona, che è più brava di te, ma stamattina non sta bene”.
Era l’ennesima frecciatina che Giorgia scelse di ignorare; si stupì invece di Simona, visto che l’aveva sentita la sera prima e non aveva accennato a nessun malessere.
Lasciarono l’auto davanti ad un vecchio edificio ed entrarono di buon passo all’interno dell’istituto.
Elisa salutò con familiarità le signore in segreteria e proseguì spedita verso una serie di porte, tallonata a fatica da Giorgia.
Entrarono in una specie di laboratorio al cui centro era disposto un lettino, contornato da un piano di lavoro e da un separè.

Una dozzina di allievi erano seduti in silenziosa attesa.
“Scusate ragazzi, ma la collega è arrivata in ritardo”, spiegò Elisa prendendo posto accanto al piano di lavoro.
Giorgia diede una rapida carrellata verso gli studenti, notando con stupore come per la metĂ  circa fossero composti da maschi, fatto piuttosto inconsueto per il suo mestiere.
“Oggi siamo qui per una dimostrazione pratica - stava proseguendo Elisa - quindi partirei senza indugi. Oggi parleremo di depilazione”.
Giorgia trasse un sospiro di sollievo: era piuttosto brava in quello, non avrebbe fatto brutta figura. Si augurò solo di non dover depilare nessuno dei ragazzi, perchè sarebbe stato un lavoro molto lungo e doloroso per il soggetto.
Elisa collegò l’apparecchio per scaldare la cera ad una presa elettrica e vi dispose accanto le strisce di carta.
“Giorgia, intanto che la cera si scalda puoi spogliarti”.
“Come spogliarmi?”, balbettò.
Elisa la guardò come se fosse deficiente: “Siamo qui per una dimostrazione sulla depilazione, io sono quella che depila, tu cosa pensavi di essere venuta a fare? A guardarmi?”.
“Io non lo sapevo, non sono neppure preparata…”.
“E in cosa ti saresti dovuta preparare, a farti crescere i peli? Smettila di dire stupidaggini, vai dietro quel separè e togliti i vestiti. Rimani in biancheria intima, spero che tu la indossi”.
Alcune risatine si levarono dagli astanti.
Giorgia si portò dietro al separè sentendosi molto umiliata, Elisa la stava trattando come una stupida in pubblico.
Si tolse i pantaloni e maglietta, rimanendo in perizoma e reggiseno a fascia, oltre tutto spaiati tra di loro.
Se l’avesse avvisata prima si sarebbe portata un bikini, o almeno non si sarebbe presentata con un perizoma così succinto.
Uscì in punta di piedi dal divisorio e si sdraiò sul lettino, provando ad ignorare gli occhi puntati su di lei.
Giorgia era bassa di statura ma prorompente nelle forme: una terza giusta di seno, un bel sedere tornito.
“Partiamo da quella che è la zona più richiesta, anche per motivi di igiene. Giorgia,per piacere solleva le braccia e incrocia le mani dietro alla testa, in modo da lasciare le ascelle scoperte”.
Giorgia eseguì il compito.
“L’operazione è molto semplice, anche se, per quanto una possa essere brava, necessariamente dolorosa”.
Elisa cosparse la zona di cera calda servendosi dell’apposito bastoncino, poi vi applicò la striscia di carta e la fece aderire premendoci sopra.
Giorgia curava giĂ  regolarmente la propria depilazione e si chiese per quale motivo dovesse essere lei il soggetto di una dimostrazione pratica.
“In questo caso non dovete avere pietà - stava proseguendo Elisa - e ricordatevi: più lo strappo Giorgia rapido, meno Giorgia doloroso per il soggetto”.
Come a suggello di quelle parole strappò la striscia di carta, provocando un’ esplosione di dolore in Giorgia, che istintivamente portò le braccia al petto.
Mentre si riprendeva dal male le balenò la risposta alla domanda: Elisa l’aveva chiamata per farle del male.
“Giorgia, credo che tu stia decisamente esagerando, non è corretto nei confronti dei colleghi che potrebbero spaventarsi. Abbiamo ancora un’ascella, meglio evitare che tu reagisca di nuovo così”.
Guardò verso gli studenti, poi ne chiamò uno: “Per piacere, puoi venire ad aiutarmi?”.
Un ragazzo tarchiato si alzò dalla sedia e si portò accanto a Giorgia.
“Ecco, prendile i polsi e immobilizzali sopra la testa, per piacere”, dispose Elisa.
“Elisa, guarda che basta dirmelo, non sono una bambina”, protestò Giorgia.
“A volte dovresti essere trattata come una bambina, invece. Prendile i polsi!”.
Il ragazzo strinse con le mani i polsi di Giorgia e li immobilizzò contro il lettino, provocandole una maggiore distensione della spina dorsale, e di conseguenza i capezzoli di Giorgia fecero capolino dal reggiseno a fascia.
“Fermo, mi stai spogliando!”, protestò.
“Tirala un po’ più su”, dispose invece Elisa.
Il ragazzo eseguì, facendo sì che il reggiseno si abbassasse ulteriormente scoprendo entrambi i seni.
“Fermo, ho le tette di fuori!”, lamentò ancora Giorgia.
“Avevi solo da metterti un reggiseno più consono. Anzi, questo togliamolo, che è solo di impiccio”.
Elisa sganciò con abilità la chiusura dietro alla schiena di Giorgia e le tolse il reggiseno, nonostante i vani tentativi di Giorgia di abbassare le braccia.
“Proseguiamo con la depilazione, allora”, annunciò Elisa come se nulla fosse e cospargendo di cera anche l’altra ascella di Giorgia.
“Avvicinatevi, così potrete vedere meglio”, li esortò.
I ragazzi si alzarono dalle loro postazioni e circondarono il lettino di Giorgia, che ora si sentiva particolarmente esposta: con le braccia in quella posizione non erano solo le ascelle ad essere in vista, ma anche e soprattutto le sue tette.
“Vi consiglio di scattare delle foto, così potrete replicare il trattamento”, suggerì Elisa.
Ciascuno estrasse il suo telefono e lo puntò verso il corpo di Giorgia, inquadrando le ascelle ma facendo attenzione che anche le tette fossero nell’immagine.
Giorgia, rassegnata all’idea di essere immortalata in topless, cercò piuttosto di far sì che la sua faccia non venisse ripresa, ma avendo pubblico sia da destra che da sinistra per quanto voltasse la testa dalla parte opposta aveva sempre qualcuno che la inquadrava frontale.
Sentì i telefonini scattare diverse volte, poi Elisa attirò nuovamente l’attenzione.
“Ma la depilazione non è finita, ovviamente. Tralasciamo le gambe che abbiamo visto la volta scorsa, passiamo al pube”.
Giorgia provò ad abbassare le braccia per proteggersi, ma i polsi erano sempre bloccati dal ragazzo.
“Qualcuno mi fa la gentilezza di toglierle il perizoma?”, chiese Ellisa.
Giorgia urlò un “no!”, ma due ragazzi, uno a destra e uno a sinistra, afferrarono l’elastico dell’indumento intimo e glielo fecero scorrere lungo le gambe.
Ora era completamente esposta, con un rado ciuffetto di peli a coprirle il pube.
“Giorgia, siamo qui per lavorare! Mi prometti che starai ferma?”.
La ragazza chiuse gli occhi, ma annuì.
“Ok, lasciale le braccia”, ordinò Elisa al ragazzo dietro di lei, che mollò la presa.
“Tienile dietro la testa”, le intimò.
Giorgià obbedì, sentendo gli sguardi di tutti su di lei.
“Allarga bene le gambe, che devono vedere”.
Eseguì l’ordine, aprendo leggermente le cosce.
“Fai cadere le gambe giù dal lettino, che così non si vede niente!”, la rimproverò Elisa.
Giorgia fece come le veniva detto, esponendo il suo inguine allo sguardo di tutti.
“Ecco, ora si vede bene!”.
Con una mano accarezzò i peli pubici di Giorgia.
“Come vedete lei non è molto irsuta, però ora come ora non si usa più il pube peloso, è anche una questione di igiene”.
Continuava ad accarezzarla.
“Vi invito a filmare la procedura, vi sarà di aiuto quando toccherà a voi farla”, disse.
La accarezzava ancora, sfiorandole il clitoride, mentre tutti estrassero nuovamente il telefonino e lo puntarono sul suo inguine.
“Affinchè il lavoro venga bene - disse estraendo un paio di forbici - è neccessario che il pelo sia lungo, ma non cortissimo, diversamente si rischia solo di fare male alla ragazza e perdere molto tempo”.
Accostò le forbici al pube di Giorgia e con mestiere ridusse il ciuffetto di alcuni millimetri.
“Ora dobbiamo applicare la cera fusa”.
Giorgia chiuse gli occhi.
Lei non amava depilarsi l’inguine, e quando lo faceva usava il rasoio.
Elisa prese il bastoncino di legno, lo immerse nella cera e lo passò sulle grandi labbra di Giorgia.
Era caldissimo e dovette mordersi le labbra per non urlare.
Elisa preparò un nuovo bastoncino e le applicò la cera sull’altro labbro, poi prese le strisce di carta.
“Qualcuno vuole cimentarsi?”.
Due ragazzi alzarono la mano a velocitĂ  record.
“Bene, uno a destra e uno a sinistra”, dispose Elisa consegnando loro una striscia a testa.
I due ragazzi non si fecero pregare e appoggiarono le strisce sulle grandi labbra di Giorgia.
“Premete bene, che deve aderire bene”, raccomandò Elisa.
Giorgia sentiva le dita dei due frizionarle la topa per favorire l’adesione della carta, con una solerzia decisamente superiore al necessario.
“Bravi, ragazzi, ora strappate!”.
Giorgia serrò i denti, soffrendo in anticipo per il dolore che sarebbe arrivato.
Strapparono contemporaneamente, provocandole una specie di incendio alla topa.
Si rannicchiò sul tavolo, provocando le ire di Elisa.
“Cosa fai? Rimettiti in posizione!”.
Con le lacrime agli occhi Giorgia si distese nuovamente e portò le mani sotto la nuca, mentre Elisa si chinava sul suo inguine.
“Non male, anche se è rimasto qualche pelo”.
Prese una pinzetta e, con movimento rapido, strappò i pochi peli rimasti.
Giorgia, con le lacrime agli occhi, guardò tra le gambe: ora era tutto liscio, si sentiva estremamente nuda.
Elisa immerse due dita in una vaschetta di crema e la passò sul pube di Giorgia, che ricevette un parziale conforto.
“Direi un bel lavoro - commentò Elisa senza staccare lo sguardo - Controllate, per piacere”.
Un ragazzo allungò la mano e passò un dito su una delle grandi labbra di Giorgia.
“Ma cosa fai, hai paura? Tutta la mano!”, gli intimò Elisa.
Il ragazzo appoggiò la mano in modo da coprire la topa di Giorgia.
“E’ liscia?”, chiede Elisa.
“Certo”.
“Non siate timidi, toccate tutti”, li invitò Elisa.
Giorgia chiuse gli occhi per non vedere quella piccola coda che si era formata di fronte alla sua figa.
Uno dopo l’altro le passarono la mano sull’inguine, il tutto sotto le lenti dei telefonini che riprendevano.
Più di una volta sentì un dito insinuarsi dentro di lei furtivo, approfittando della situazione.
Il supplizio durò diversi minuti, poi Elisa rimandò tutti a posto.
“Per oggi abbiamo finito, vogliamo fare una foto ricordo?”.
I ragazzi annuirono.”Ok, mettetevi tutti lungo la parete allora”.
Mentre i ragazzi e le ragazze si disponevano Giorgia si mise a sedere sul lettino.
Le bruciava la topa e non vedeva l’ora di andare a casa e mettersi nella vasca da bagno.
“Giorgia, cosa fai lì? Mettiti in fila con loro!”.
“Non pensavo di dover partecipare anche io”.
“Pensavi male. Muoviti!”.
Giorgia scese dal lettino e si avviò verso i vestiti.
“Ed ora cosa fai?”.
“Mi vesto”.
“Non essere stupida, mettiti lì in mezzo a loro. Tanto è un’ora che ti riprendono nuda”.
Rassegnata a subire l’ennesima umiliazione si portò al centro del gruppo.
Le presero le braccia e le portarono attorno alle spalle dei due ragazzi che la affiancavano, senza che lei potesse coprirsi in nessuna maniera.
Elisa si portò davanti a loro e con il suo telefono scattò diverse foto.
“Le carico poi nella chat comune, così le avrete tutti”, annunciò dopo aver terminato.
Guardò verso Giorgia.
“E tu cosa fai ancora nuda? Vai a vestirti, che dobbiamo andare via”.
 
G

Galadriel

Guest
Mi auguro che possa vendicarsi, per quanto potrebbe averle dato gusto l'umiliazione pubblica, Elisa è una bastarda. 🤣🤣🤣
 

Top Bottom