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<blockquote data-quote="Virgil Hilts" data-source="post: 17738812" data-attributes="member: 36615"><p>Qualche settimana dopo quella doccia, ebbi occasione di spiare la camera di mia sorella. Non mia sorella nella sua camera, ma proprio la stanza.</p><p></p><p>Mio padre non era ancora tornato dal lavoro e mia madre aveva accompagnato Arianna dal dentista, o qualcosa del genere. Ero solo in casa, e lo sarei stato almeno per un paio d'ore.</p><p></p><p>Andai in camera di mia sorella con l'intenzione di "requisire" una qualche mutandina per masturbarmici dentro. Aprii qualche cassetto e finalmente trovai quello della biancheria intima.</p><p></p><p>Avevo davanti una collezione di tanga e perizomi di prima categoria. Ogni tipo di colore e tessuto, varie gradazioni di trasparenza, tante decorazioni diverse. Guardai per qualche secondo quella biancheria, poi allungai le mani e cominciai a rigirarmela tra le dita, osservando lo stato di logorio, la consistenza del tessuto, il taglio...</p><p></p><p>Scelsi un piccolo perizoma bianco con i bordi rosa e la curiosa scritta "pin-up" in lettere glitterate altrettanto rosa - che ho custodito gelosamente per tanti anni - quando notai una cosa che in realtà non aveva posto in quel cassetto: un libro.</p><p></p><p>No, non era un libro. Era un quaderno, un diario. Chiuso a chiave da un piccolo lucchetto.</p><p></p><p>Ora, a fianco del letto di mia sorella c'era la vecchia testiera del letto matrimoniale dei nostri genitori. Non ho idea se ci fosse dentro qualcosa o meno, però sopra questa testiera Arianna ci aveva appoggiato di tutto. Compreso un orsacchiotto di peluche che aveva al polso un piccolo braccialetto di raso rosso a cui era appesa una piccola chiave metallica.</p><p></p><p>Ovviamente era la chiave del diario.</p><p></p><p>Lo aprii all'ultima pagina.</p><p></p><p>«Oggi mi sono fatta Andrea.»</p><p></p><p>Non c'era data, non avevo modo di sapere a quando si riferisse quell'episodio.</p><p></p><p>Mi sedetti per terra e mi misi a leggere. Quello che segue è, a grandi linee, secondo la mia memoria, ciò che mia sorella aveva scritto.</p><p></p><p></p><p>«Oggi mi sono fatta Andrea.</p><p></p><p>Ero brilla perché avevo bevuto tre birre. Non riuscivo a smettere di ridere, e ho continuato a ridere anche quando mi ha chiesto di accompagnarlo in bagno.</p><p></p><p>Gli ho fatto un pompino (mi ha fatto meno schifo di quello che credevo)</p><p></p><p>Quando siamo tornati dagli altri non mi dava fastidio che sapessero cos'avevamo fatto, perché sono anni che gli vado dietro. Però quando Marco mi ha chiesto di accompagnare in bagno anche lui gli ho detto che l'avevo fatto solo perché Andrea mi piace.</p><p></p><p>Sono scoppiati a ridere, e nessuno ha più detto una parola sull'argomento.</p><p></p><p>In macchina io e Andrea eravamo seduti dietro. Lui continuava a darmi baci sul collo e cercava di portarmi le mani nei suoi pantaloni. Gliel'ho lasciato fare. Gli ho infilato una mano nelle mutande e l'ho massaggiato finché non è venuto.</p><p></p><p>Nessuno parlava più, si sentiva solo la radio a palla. Andrea se ne stava appoggiato alla portiera con ancora i pantaloni aperti. Io ero seduta lì con le mani che puzzavano di sperma.</p><p></p><p>Ci siamo fermati a far benzina e mentre aspettavamo che il serbatoio si riempisse mi sono ritrovata seduta in mezzo tra Andrea e Marco. Stavolta è stato Marco a prendermi la mano, e io non ho fatto resistenza.</p><p></p><p>Gli ho aperto i jeans e gliel'ho tirato fuori. Ce l'aveva più grosso di quello di Andrea.</p><p></p><p>Ero scomoda, così mi sono messa quasi a quattro zampe e ho sentito Andrea sbottonarmi i pantaloni.</p><p></p><p>Ho avuto paura che volesse scoparmi lì in macchina, nel piazzale del distributore, invece mi ha fatto un ditalino. Non sentivo niente, ero troppo ubriaca, ma mi è piaciuto lo stesso.</p><p></p><p>Marco mi ha preso la testa e ha cercato di farmi scendere. Mi sono avvicinata un po' e ho alzato il sedere per stare più comoda. Andrea c'ha infilato un dito, come mio fratello l'anno scorso. Ho lanciato un urletto e Marco mi ha spinto più giù.</p><p></p><p>Ho fatto un pompino anche a lui.</p><p></p><p>Ho sentito Paolo che da fuori gli diceva di non sporcargli la macchina. Credo di non aver lasciato cadere nulla.</p><p></p><p>Meglio se mi metto a dormire, adesso. Ho mal di testa.»</p><p></p><p></p><p>Richiusi in fretta e furia e rimisi a posto tutto, tranne il perizoma "pin-up".</p><p></p><p>Non ho fatto mai parola con nessuno, di ciò che avevo letto nel diario di mia sorella. Fino a oggi.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Virgil Hilts, post: 17738812, member: 36615"] Qualche settimana dopo quella doccia, ebbi occasione di spiare la camera di mia sorella. Non mia sorella nella sua camera, ma proprio la stanza. Mio padre non era ancora tornato dal lavoro e mia madre aveva accompagnato Arianna dal dentista, o qualcosa del genere. Ero solo in casa, e lo sarei stato almeno per un paio d'ore. Andai in camera di mia sorella con l'intenzione di "requisire" una qualche mutandina per masturbarmici dentro. Aprii qualche cassetto e finalmente trovai quello della biancheria intima. Avevo davanti una collezione di tanga e perizomi di prima categoria. Ogni tipo di colore e tessuto, varie gradazioni di trasparenza, tante decorazioni diverse. Guardai per qualche secondo quella biancheria, poi allungai le mani e cominciai a rigirarmela tra le dita, osservando lo stato di logorio, la consistenza del tessuto, il taglio... Scelsi un piccolo perizoma bianco con i bordi rosa e la curiosa scritta "pin-up" in lettere glitterate altrettanto rosa - che ho custodito gelosamente per tanti anni - quando notai una cosa che in realtà non aveva posto in quel cassetto: un libro. No, non era un libro. Era un quaderno, un diario. Chiuso a chiave da un piccolo lucchetto. Ora, a fianco del letto di mia sorella c'era la vecchia testiera del letto matrimoniale dei nostri genitori. Non ho idea se ci fosse dentro qualcosa o meno, però sopra questa testiera Arianna ci aveva appoggiato di tutto. Compreso un orsacchiotto di peluche che aveva al polso un piccolo braccialetto di raso rosso a cui era appesa una piccola chiave metallica. Ovviamente era la chiave del diario. Lo aprii all'ultima pagina. «Oggi mi sono fatta Andrea.» Non c'era data, non avevo modo di sapere a quando si riferisse quell'episodio. Mi sedetti per terra e mi misi a leggere. Quello che segue è, a grandi linee, secondo la mia memoria, ciò che mia sorella aveva scritto. «Oggi mi sono fatta Andrea. Ero brilla perché avevo bevuto tre birre. Non riuscivo a smettere di ridere, e ho continuato a ridere anche quando mi ha chiesto di accompagnarlo in bagno. Gli ho fatto un pompino (mi ha fatto meno schifo di quello che credevo) Quando siamo tornati dagli altri non mi dava fastidio che sapessero cos'avevamo fatto, perché sono anni che gli vado dietro. Però quando Marco mi ha chiesto di accompagnare in bagno anche lui gli ho detto che l'avevo fatto solo perché Andrea mi piace. Sono scoppiati a ridere, e nessuno ha più detto una parola sull'argomento. In macchina io e Andrea eravamo seduti dietro. Lui continuava a darmi baci sul collo e cercava di portarmi le mani nei suoi pantaloni. Gliel'ho lasciato fare. Gli ho infilato una mano nelle mutande e l'ho massaggiato finché non è venuto. Nessuno parlava più, si sentiva solo la radio a palla. Andrea se ne stava appoggiato alla portiera con ancora i pantaloni aperti. Io ero seduta lì con le mani che puzzavano di sperma. Ci siamo fermati a far benzina e mentre aspettavamo che il serbatoio si riempisse mi sono ritrovata seduta in mezzo tra Andrea e Marco. Stavolta è stato Marco a prendermi la mano, e io non ho fatto resistenza. Gli ho aperto i jeans e gliel'ho tirato fuori. Ce l'aveva più grosso di quello di Andrea. Ero scomoda, così mi sono messa quasi a quattro zampe e ho sentito Andrea sbottonarmi i pantaloni. Ho avuto paura che volesse scoparmi lì in macchina, nel piazzale del distributore, invece mi ha fatto un ditalino. Non sentivo niente, ero troppo ubriaca, ma mi è piaciuto lo stesso. Marco mi ha preso la testa e ha cercato di farmi scendere. Mi sono avvicinata un po' e ho alzato il sedere per stare più comoda. Andrea c'ha infilato un dito, come mio fratello l'anno scorso. Ho lanciato un urletto e Marco mi ha spinto più giù. Ho fatto un pompino anche a lui. Ho sentito Paolo che da fuori gli diceva di non sporcargli la macchina. Credo di non aver lasciato cadere nulla. Meglio se mi metto a dormire, adesso. Ho mal di testa.» Richiusi in fretta e furia e rimisi a posto tutto, tranne il perizoma "pin-up". Non ho fatto mai parola con nessuno, di ciò che avevo letto nel diario di mia sorella. Fino a oggi. [/QUOTE]
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