Racconto di fantasia Nel camerino della conduttrice

Alessio Lucci

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Era la musa delle mi seghe quotidiane da quando ero solo un adolescente. Dopo tanti anni finalmente quel pomeriggio sarei stato seduto in platea tra il pubblico della sua trasmissione. A invitarmi era stata lei stessa dopo una lunga serie di messaggi privati che ci eravamo scambiati su Instagram. Le avevo raccontato della mia venerazione nei suoi confronti e, nonostante non fossi stato mai troppo diretto, ero certo che lei avesse capito che le dedicavo parecchie sessioni di masturbazione.

Durante la nostra discussione social era stata lei stessa a chiedermi cosa mi piacesse di più fisicamente di lei. Ed io, ovviamente, l'avevo riempita di complimenti soffermandomi soprattutto sulle sue lunghe gambe e su quello sguardo, un po' da scugnizza e un po' da signora, che mi aveva sempre fatto impazzire.

Dopo aver indagato un po' su di me fu una sua iniziativa propormi di partecipare come pubblico alla trasmissione che conduceva ogni giorno e di cui io non mi perdevo una puntata. Chiuso in camera, cazzo in mano, le dedicavo lunghissime seghe fino a raggiungere l'orgasmo che arriva puntuale e potente come se fosse la prima volta.

Quel giorno, quindi, arrivai allo studio con ampio anticipo e mi accomodai insieme agli altri. Lei entrò una prima volta vestita casual, occhiali da sole, leggins larghi, canottiera. Era bellissima anche così, pensai. Vide che scrutava il pubblico finché non incrociò il mio sguardo. Sorrise e fece un breve cenno di saluto proprio nella mia direzione. Feci per alzarmi ma un uomo della redazione mi bloccò prontamente: "Non puoi alzarti, tra poco iniziamo".

"Volevo salutare ******, lei mi conosce, ci siamo sentiti" provai a giustificarmi.

L'uomo si allontanò un attimo raggiungendola, scambiarono poche parole, quindi tornò verso di me: "Potrai raggiungerla in camerino dopo la puntata, ora deve prepararsi". La guardai, mi sorrise di nuovo e sparì velocemente dietro le quinte.

Quando rientrò era pettinata, vestita e truccata come la vedevo sempre in tv. Indossava un miniabito nero molto aderente, ai piedi tacchi alti di vernice nera. Le sue gambe erano lucide e già un po' abbronzate. Non so se si fosse vestita così per me, però mi piaceva pensarlo. Non le staccai gli occhi di dosso per tutta la durata della puntata. L'erezione sotto i pantaloni era sempre più difficile da contenere. Avevo il mio sogno erotico a pochi metri da me. Contavo i minuti che ci separavano dalla fine della puntata quando l'avrei finalmente incontrata. Cosa ci saremmo detti? Cosa sarebbe successo?

Probabilmente mi avrebbe solo salutato velocemente e firmato un autografo, pensai. Anche se ovviamente nei miei sogni succedeva tutt'altro. Avevo immaginato quella scena per anni.
 

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