Esperienza reale Non c'è cosa più divina...

tonebank

"Level 1"
1 Anno di Phica.net
Messaggi
67
Punteggio reazione
178
Punti
39
Premessa: racconto assolutamente reale, in più capitoli che comprende un arco di tempo di più di 20 anni.
Gli episodi non saranno in ordine di tempo, ma sparsi per creare una sorta di racconto a flashback.

Primo episodio:
Il riavvicinamento inaspettato

Ero a lavoro, una giornata di marzo di un paio di anni fa.
Io, all'epoca poco meno di quarant'anni, sposato e padre.

Era un periodo un po' così, un po' strano psicologicamente visto che, seppur mai avevo tradito mia moglie prima, mi ero ritrovato ad avere delle avance da una mia ex, che mi avevano creato confusione visto ciò che era stata per me.
Ma non è della ex e del suo ritorno dopo ben 12 anni di buio totale che sto scrivendo.

Dicevamo,
ero a lavoro, guardo whatsapp, leggo qualche messaggio e infine mi metto a spulciare gli stati.

Mi colpisce uno stato in particolare, per due motivi:
Il primo motivo è che lo stato era pubblicato da mia cugina, e lei praticamente non pubblica stati.
Il secondo motivo era l'argomento: la trasformazione dei locali di una vecchia discoteca in supermercato.
Una discoteca di quelle non per tutti. Una discoteca di quelle dove ci si sballava con l'aiuto della chimica.
Passione della chimica che avevo da ragazzo e che sapevo aveva anche lei.

Allora le rispondo scrivendo: "certo che comunque in quel posto ci sarà ancora modo di comprare delle caramelle!!!"

Risponde di rimando: "quante ne abbiamo mangiate!!!"

E da li classici messaggi di circostanza su come sta chi, come va la vita eccetera, visto che, cugini si, ma non che ci vedessimo o sentissimo, se non a qualche evento di famiglia.
Nonostante in passato invece avevamo condiviso molto, siamo stati molti anni in standby, sapendo che al bisogno ci saremmo stati.

Il numero di messaggi che ci scambiamo va oltre la normale circostanza.
Indaghiamo un po' l'uno dell'altro.
Perché le nostre esperienze passate fanno si che tra noi due, oltre a non esserci segreti, non c'è minimamente giudizio delle azioni dell'altro. Siamo così, possiamo dire tutto, qualsiasi cosa, che tanto non ci stupirà.

Quindi le racconto del ritorno della mia ex, le ho ricordato chi era, cosa avevo passato e come mi aveva fatto sentire il fatto che si fosse rifatta avanti.

Alla fine quello stato su whatsapp da parte di mia cugina mi ha permesso di contattarla per poter parlare dei miei problemi con lei, lei che ascolterà asettica, non giudicherà ma mi farà sfogare.

Poi, sapendo che convive da molti anni con lo stesso ragazzo, ma sapendo anche che tra noi non ci sono questi problemi, mi faccio avanti.
Mi faccio avanti, e non so perché, forse proprio perché era un periodo così.
E le scrivo: "certo che non mi dispiacerebbe tornare a farmi una bella scopata con te come ai vecchi tempi".

E lei: "la tua ex ti ha sbloccato la monogamia?" e manda emoticon sorridenti.

Le rispondo: "Può darsi"

Mi risponde: "sei sicuro di quello che scrivi?"

E io: "perché no?

Da li succede quello che deve succedere.

Viene fuori che io ho i miei problemi. Lei ha i suoi.
Entrambi abbiamo bisogno di parlare e stare con quella persona speciale che va oltre ogni cosa.

E iniziamo a scriverci, tonnellate di messaggi aiutandoci l'un con l'altra aspettando di poterci vedere quando le restrizioni tra comuni per la pandemia lo avessero permesso.

Passano le settimane ed il legame tra noi si rafforza. Possiamo parlare di tutto.
Dal lavoro, ai problemi con i rispettivi partner, per arrivare a cosa ci saremmo fatti una volta insieme.
E non mancavano le porcate dicendo che a laoro si bagnava pensandomi, o che io lo avessi duro pensandola.
Qualche foto di riscaldamento e poi finalmente possiamo vederci.
Incastriamo un appuntamento compatibile con i nostri lavori, una scusa credibile per i rispettivi compagni e finalmente ci vediamo.

continua...
 
OP
tonebank

tonebank

"Level 1"
1 Anno di Phica.net
Messaggi
67
Punteggio reazione
178
Punti
39
Ci vediamo si, ma non appartati.

Perché alla fine, nonostante la parentela, era da un po' che non ci vedevamo, sicuramente qualche anno di troppo tra l'altro.

Quindi decidiamo di vederci in un parco, per vedere se eravamo sempre noi, se c'era sempre quel rapporto che andava avanti, seppur con delle pause, da quando eravamo ancora ragazzini.

Un innocente saluto con bacini sulla guancia come da prassi, guadagniamo una panchina e cominciamo a parlare di noi.

Quasi una sorta di primo appuntamento, anche se le circostanze erano altre.

Anche se sapevamo, come già era accaduto in passato, che c'era del fuoco tra noi. Che bastava poco per incendiare la situazione.

Ed infatti, se per una buona parte del tempo tutto era nella normalità, accade che seduti accanto comincia il contatto.

Prima le braccia che si sfiorano, poi ci accarezziamo le mani, e piano piano ci troviamo a sfiorarci viso contro viso, ad abbracciarsi, a sentire qualcosa che cresce.

Ci baciamo, appassionatamente, senza andare oltre a quello che può succedere in un fine pomeriggio di maggio su una panchina di un parco, abbastanza affollato da madri con figli e compagnie di ragazzetti.

Ma il bacio è profondo, voglioso, uno scambio di lingue che cresce, che accentua il desiderio. Cominciamo a sospirare, ad accarezzarci, ma sempre senza andare oltre quel che si può in pubblico.

Anche perché quando comincio ad accarezzarle i piccoli seni mi riporta alla pubblica realtà.

Però entrambi ci siamo accesi. Però entro una decina di minuti ci dovremo salutare per tornare dai nostri rispettivi partners.

Ci alziamo, ci accontentiamo del riparo che può darci un pino nel parco, appoggio la sua schiena contro l'albero e mi appoggio a lei.

Le nostre bocche si incontrano ancora, le sue braccia al mio collo, le mie mani che vanno a sondare un corpo che non tocco da troppo tempo.
La sorpresa di sentire un corpo che mi riporta alla gioventù, abituato come sono al corpo di mia moglie, un po' in carne, seppur piacevole e soddisfacente da toccare.

Con lei invece torno alle piccole forme, un corpo esile, un sedere sodo e piccolo, dei seni che stanno in una mano ma molto duri al tatto.
Glielo dico, mi sembra che per lei il tempo si sia fermato alla gioventù ed i suoi trentasei anni siano in realtà venti di meno, come all'epoca dei nostri primi incontri.

Le prendo i glutei con entrambe le mani e la attiro a me, ho bisogno del contatto tra la mia parte bassa che oramai si bagna in punta e la sua, che tra i miei pantaloncini, ed i suoi pantaloni leggeri di una tuta, poco nascondono il tatto e permettono un contatto sensibile.

Come sempre il suo respiro da eccitazione, molto marcato, mi manda in estasi, e anche questo è un ricordo che riaffiora, una cosa che non è cambiata.
Oso, perché so che con lei è tutto permesso, ed infilo una mano nei pantaloni, le accarezzo i glutei e poi vado nel solco alla ricerca del buco proibito del desiderio.
Con lei so che si può, conoscendola so che il suo frutto anteriore sarà un fiume in piena, so che è molto eccitata, e quindi senza passare dal via, le infilo un dito dietro.
Va in estasi, e io con lei. Rischiamo di perdere il controllo. Ma non possiamo.
Ci stacchiamo. Riprendiamo. Ci diciamo che dobbiamo salutarci per questa volta.
Con estrema tristezza ci convinciamo.
Qualche altro bacio, qualche altra carezza, e chiudiamo questa tortura.

Per questa volta è andata così, ma non è stata inutile.
Perché abbiamo constatato che noi siamo ancora noi.
E che presto torneremo a fonderci insieme nella passione che da molti anni è presente tra noi.
 

Top Bottom