Racconto di fantasia Nuovi orizzonti di coppia

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alfredoa

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PARTE 14

Conclusa l’operazione, guardando Marco in faccia ed ignorando me ed Alessia, dando per scontato il nostro assenso disse: -Così dovrebbe andare, sarà più o meno come la bocca di Ale prima che la aiutassi a pulirsela un secondo fa...-.

E senza aspettare troppo prese la faccia della sua amica e se la calò in mezzo alle gambe. Alessia non fece troppe resistenze e iniziò a usare la sua lingua sulla mia lei, con molta lentezza inizialmente.

Nonostante l’orgasmo di poco prima a quanto pare la mia ragazza aveva ancora abbastanza voglia, dal momento che iniziò a mugolare di piacere dopo poche leccate.

O forse più semplicemente voleva ricambiare la sua amica per quella serata, una della due. Avrei dovuto indagare con calma nei giorni seguenti, ma per ora potevo solo godermi lo spettacolo.

La cosa durò ancora per qualche minuto, fino a che la mia lei si ribellò alla posizione in cui era dicendo: -Adesso basta Ale, facciamo cambio! Eri tu quella che doveva ancora venire!-. E così dicendo sfilò il suo sesso dalle grinfie della sua amica, invitandola a prendere il suo posto.

Alessia non si oppose troppo alla richiesta, allargando gentilmente le sue gambe e dandomi modo di rivedere per un breve momento in tutto il suo splendore la sua vagina. Non che quella della mia lei fosse brutta, anzi, ma qui si sfiorava la perfezione estetica.

Le sue grandi labbra erano piccole, delicate e perfettamente simmetriche, mentre il clitoride era di dimensioni ancora contenute, pur essendo così eccitata. Sembrava più l’organo sessuale di una vergine, piuttosto di quello di una persona che sapevo con certezza avesse visto almeno una decina di attrezzi in una memorabile estate.

La visione venne velocemente nascosta dalla testa della mia lei, che pareva non si limitasse solo alla parte del corpo che attirava tanto la mia attenzione. Alessia infatti ebbe un breve momento di sorpresa quando quella testa che conoscevo bene si tuffò un po’ più sotto del dovuto, leccando parti meno consone, ma la nostra amica parve apprezzare dopo pochi secondi e si lasciò andare ancora sempre di più.

A quanto pare la cosa non eccitava solo la protagonista della scena, Marco infatti in quei momenti in cui i miei occhi erano rimasti fissi solo sul letto aveva recuperato egregiamente dalla sua stanchezza e non solo.

Senza farsi troppi problemi infatti, aveva iniziato in maniera molto lenta a masturbarsi di fronte alla scena delle due ragazze. Uno sguardo della mia lei, che aveva interrotto per un secondo le operazioni per inziare ad usare anche le sue dita, mi fece capire che era una cosa più che apprezzata.

Con una punta di invidia continuai a guardare l’asta di Marco che scompariva e ricompariva alla fine del suo pugno. I suoi tempi di recupero erano evidentemente inferiori ai miei e la mia ragazza pareva apprezzare molto questa caratteristica.

Tutti ormai erano impegnati in qualcosa tranne me, chi leccava, chi riceveva piacere, chi si dava piacere da solo, e a me non rimaneva che guardare e fissare nella mia testa più dettagli possibile di questa scena.

Ad un certo punto Alessia inizio ad ansimare pesantemente, probabilmente era vicina alla fine. Anche Marco contemporaneamente iniziò ad aumentare il ritmo e si affrettò a cercare con la mano qualcosa che potesse evitargli di sporcare tutto.

Con fare fraterno, gli porsi la mia camicia già disastrata che era stata usata poco prima per pulire le mie tracce e Marco con aria dubbiosa chiese con un tono di voce molto basso:- Sicuro?!-.

-Vai tranquillo, abbiamo fatto già di peggio stanotte, questo è il meno- risposi, cercando di disturbare il meno possibile le ragazze.

Non feci neanche in tempo a finire la frase che la camicia mi venne strappata dalle mani, avvolta sul suo membro e una chiazza scura iniziò ad farsi strada sul tessuto bianco.

In contemporanea, Alessia iniziò a mugolare sempre più forte e a cercare la mano di Marco al bordo del letto. Marco gliela porse prontamente e le due mani si avvinghiarono in una morsa di ferro, più a causa di lei che di lui ovviamente.

La mia dolce metà era passata ad usare solo le dita nel frattempo, allontanando la faccia dall’inguine dell’amica che ormai stava per raggiungere il suo apice.

Fu a quel punto che capii la reale funzione dell’asciugamano bagnaticcio che la mia lei aveva voluto mettere sul letto. Inizialmente avevo pensato che la sua intenzione fosse quella di raccogliere eventuali miei liquidi che inevitabilmente sarebbero usciti dalla sua vagina una volta cambiata posizione, e forse in parte era anche così.

Ma la sua reale utilità doveva essere stata fin dall’inizio pensata per raccogliere i fiotti che di liquido che Alessia stava rilasciando durante il suo orgasmo. Non era propriamente uno squirting, sembrava più un eccesso di liquidi che stava venendo rilasciato lentamente e ricopriva il suo sesso e la mano della mia lei (che aveva una faccia a metà fra il divertito e il disgustato).

Tutto si era così concluso. Marco era venuto due volte nel giro di mezz’ora, Alessia aveva appena riempito il nostro asciugamano e la mano che la stava masturbando di tutti i suoi liquidi e ora stava ricevendo un tenero bacio conclusivo dalla mia lei, mentre stringeva ancora la mano del suo ragazzo.

Io stavo provando un mix indescrivibile di sensazioni e la stanchezza iniziava a farsi sentire.

Ci fu un breve momento di imbarazzo, nessuno sapeva bene dove guardare, ma fortunatamente Marco ruppe il silenzio dicendo: -Magari io e Ale ci facciamo una doccia velocissima, che dite? Poi lasciamo subito il bagno a voi-.

E così dicendo, senza staccare la mano dalla sua compagna, la aiutò ad alzarsi dal letto e insieme si incamminarono per il bagno.

Una volta soli io e la mia lei, la prima cosa che feci fu gettarmi sul letto e iniziare un bacio dolce e appassionato. La sua bocca aveva all’interno tanti sapori che non conoscevo, ma era ormai troppo tardi per eccitarsi di nuovo.

Dopo una breve tappa in bagno anche per noi due, ci salutammo tutti insieme prima di andare a dormire, in un clima ancora di leggero imbarazzo.

-So che vuoi parlare ora, ma possiamo aspettare domani per farlo?- disse la mia lei con la mano già sull’interruttore della lampada del comodino.

-Niente in contrario- risposi -l’unica cosa che volevo dirti prima di dormire era che ti amo…-.

-Anche io, tantissimo- fu la sua risposta. E spense l’ultima luce.

(FINE DEL PRIMO CICLO)
 

lewis_48

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Non ricordo su che sito ho letto i capitoli restanti ma se vuoi metto il tuo prossimo capitolo oppure posso mettere le prime quattro o cinque riga Giò
 

lewis_48

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Io ho questo racconto perche lo tengo copiato ( in una cartella ) perche tutti i racconti avvincenti e intriganti li metto in una cartella ora non ricordo dove l'ho trovato appena riesco a capire te l'ho faccio sapere. Giò
 
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alfredoa

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Ah ottimo, grazie mille! Te ne sarei davvero grato!
 

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