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PARTE 10
La mia ragazza si raddrizzò e guardandomi dritto negli occhi mi chiese: - Ok, dimmelo chiaramente, senza girarci intorno. A te ecciterebbe essere guardato da loro mentre scopiamo? -.
Per quanto mi riguardava avevo già un pensiero preciso sulla questione, ma finsi una faccia pensosa per qualche secondo.
-Certo, sarebbe davvero una cosa strana e che va oltre a tutto quello che abbiamo finora, però… - iniziai.
-Però cosa, ti avevo detto di non girarci intorno. Rispondimi di getto, senza pensarci troppo – fece lei.
-Ok ok, in effetti il pensiero della cosa un po’ mi fa eccitare. Ma non so se ne sarei in grado, ci sarebbe una differenza fondamentale con loro, cioè che lo stavano facendo senza sapere di essere spiati. Noi invece sentiremmo i loro occhi puntati, onestamente non so come potrei reagire laggiù. E tu cosa ne pensi? – risposi.
-Io? Io penso che tu sia davvero perverso. Ma non è un caso che mi piacesse così tanto stare in compagnia di Alessia prima e che ora sia finita insieme a te. A me piacerebbe provare una cosa del genere, sono curiosa – concluse.
Il discorso si chiuse così e poco dopo i nostri amici fecero ritorno all’accampamento. Il viaggio di ritorno vide cambiate le coppie, stavolta Marco ed Alessia camminavano fianco a fianco poco distanti da noi. Il gruppetto però, forse per la stanchezza o forse per altri pensieri, era molto più silenzioso.
Raggiungemmo l’hotel quando ormai i raggi del sole iniziavano ad essere bloccati dalle montagne che racchiudevano la vallata e, come se ci fosse bisogno di dirlo, finimmo poco dopo nel centro benessere.
Quel giorno le ragazze si divertirono molto a mettere a confronto i loro seni fra una sauna e l’altra, a quanto pare durante la lontananza qualche volume era cambiato.
Durante queste conversazioni, alla risposta della mia ragazza che probabilmente tutto era dovuto alla pillola che aveva iniziato a prendere da un annetto, Alessia la colse alla sprovvista. Mentre il suo sguardo evitava l’amica per l’imbarazzo dell’argomento e i nostri sguardi fissi sull’oggetto della disputa, due mani si appoggiarono alle sue tette e iniziarono a tastarla in malo modo.
La mia lei fece un gridolino mezzo scandalizzato e scacciò le mani dell’amica.
-Scusa scusa, volevo solo verificare come erano cambiate. In effetti prima non erano mai state così sode, sembra che stiano per scoppiare ora! – fece Alessia.
-Ma ti pare! Non abbiamo più vent’anni, queste cose non le dovremmo più fare! -.
Cercai di intromettermi innocentemente nell’accesa discussione: - Ehm, scusa amore, cosa intendi dire? Quando eravate giovani passavate le giornate a toccarvele? -.
-Tu sei ancora più scemo di lei invece! No, cosa pensi, non passavamo le nostre giornate a lesbicare! È normale farsi qualche confronto quando si è più giovani, non credo ci sia nulla di male! – rispose stizzita.
- Ah, certo- feci io, con l’aria di avere finalmente compreso – scusa Marco, dopo quando andiamo a sciacquarci vuoi che ci tocchiamo le palle a vicenda? È solo per fare qualche confronto, non c’è nulla di male-.
La sauna si riempii di risate, seguite dai miei soffocati gemiti di dolore quando la mia futura moglie prese la sua salvietta e la uso a mo’ di frusta sulla zona che avrei dovuto confrontare con Marco. Me l’ero cercata, ma il pensiero delle esperienze giovanili di quelle due mi turbò non poco.
Pensai che il mio commento un fondo di verità l’avesse tutto sommato. Per quanto le relazioni fra ragazzi e ragazze siano diverse, sia fisicamente che mentalmente, non mi ci vedevo proprio qualche anno prima a toccare i pettorali di un mio amico per “confrontarli”. Se una cosa del genere era davvero avvenuta fra la mia ragazza e Alessia, sicuramente le loro intenzioni erano state meno innocenti di quanto ammettessero.
Tornammo nelle nostre stanze mentre ancora riflettevo sulla cosa. Marco e Alessia decisero che quella sera avrebbero usufruito della doccia insieme, mentre io e la mia lei aspettammo pazientemente il nostro turno distesi sul letto, con gli accappatoi ancora umidi.
La cena quella sera si rivelò molto più pesante della precedente, il menù richiedeva assolutamente un buon vino rosso come accompagnamento e non potemmo dire di no ai suggerimenti del cameriere. Fu così che alla fine della serata ci ritrovammo tutti abbastanza allegri, complice anche l’ottima amicizia che ormai si stava instaurando fra tutti e quattro.
Mentre tornavamo in camera il buio era ormai totale e a differenza della notte prima le temperature non erano più così permissive, nonostante la stagione estiva.
Fu durante il breve tragitto fra la struttura principale dell’hotel e le nostre stanze nella dependance che Alessia, stringendosi il maglioncino leggero che teneva sulle spalle, disse: - Cavolo, mi sa che stasera il nostro momento da guardoni salta, col cavolo che sto ad aspettare sul terrazzo per guardarvi! -.
Probabilmente anche senza alcool non avrebbe avuto problemi a fare quella battuta, ma mentre noi ridevamo ancora di gusto la mia ragazza prese per la prima volta Alessia in contropiede rispondendole a tono: - Ma povera, figurati se vi facciamo stare fuori con questo freddo. Venite direttamente in camera nostra no? C’è un divanetto ai piedi del letto che sembra messo lì apposta -. E rivolgendosi a me concluse la sua uscita: - Per te è un problema amore? Non credo che un vetro di mezzo o meno faccia tanta differenza-.
Mentre pensavo a cosa rispondere, vidi per la prima volta una cosa di Alessia che non avevo mai osservato prima: la sua faccia, per la prima volta, imbarazzata.
La mia ragazza si raddrizzò e guardandomi dritto negli occhi mi chiese: - Ok, dimmelo chiaramente, senza girarci intorno. A te ecciterebbe essere guardato da loro mentre scopiamo? -.
Per quanto mi riguardava avevo già un pensiero preciso sulla questione, ma finsi una faccia pensosa per qualche secondo.
-Certo, sarebbe davvero una cosa strana e che va oltre a tutto quello che abbiamo finora, però… - iniziai.
-Però cosa, ti avevo detto di non girarci intorno. Rispondimi di getto, senza pensarci troppo – fece lei.
-Ok ok, in effetti il pensiero della cosa un po’ mi fa eccitare. Ma non so se ne sarei in grado, ci sarebbe una differenza fondamentale con loro, cioè che lo stavano facendo senza sapere di essere spiati. Noi invece sentiremmo i loro occhi puntati, onestamente non so come potrei reagire laggiù. E tu cosa ne pensi? – risposi.
-Io? Io penso che tu sia davvero perverso. Ma non è un caso che mi piacesse così tanto stare in compagnia di Alessia prima e che ora sia finita insieme a te. A me piacerebbe provare una cosa del genere, sono curiosa – concluse.
Il discorso si chiuse così e poco dopo i nostri amici fecero ritorno all’accampamento. Il viaggio di ritorno vide cambiate le coppie, stavolta Marco ed Alessia camminavano fianco a fianco poco distanti da noi. Il gruppetto però, forse per la stanchezza o forse per altri pensieri, era molto più silenzioso.
Raggiungemmo l’hotel quando ormai i raggi del sole iniziavano ad essere bloccati dalle montagne che racchiudevano la vallata e, come se ci fosse bisogno di dirlo, finimmo poco dopo nel centro benessere.
Quel giorno le ragazze si divertirono molto a mettere a confronto i loro seni fra una sauna e l’altra, a quanto pare durante la lontananza qualche volume era cambiato.
Durante queste conversazioni, alla risposta della mia ragazza che probabilmente tutto era dovuto alla pillola che aveva iniziato a prendere da un annetto, Alessia la colse alla sprovvista. Mentre il suo sguardo evitava l’amica per l’imbarazzo dell’argomento e i nostri sguardi fissi sull’oggetto della disputa, due mani si appoggiarono alle sue tette e iniziarono a tastarla in malo modo.
La mia lei fece un gridolino mezzo scandalizzato e scacciò le mani dell’amica.
-Scusa scusa, volevo solo verificare come erano cambiate. In effetti prima non erano mai state così sode, sembra che stiano per scoppiare ora! – fece Alessia.
-Ma ti pare! Non abbiamo più vent’anni, queste cose non le dovremmo più fare! -.
Cercai di intromettermi innocentemente nell’accesa discussione: - Ehm, scusa amore, cosa intendi dire? Quando eravate giovani passavate le giornate a toccarvele? -.
-Tu sei ancora più scemo di lei invece! No, cosa pensi, non passavamo le nostre giornate a lesbicare! È normale farsi qualche confronto quando si è più giovani, non credo ci sia nulla di male! – rispose stizzita.
- Ah, certo- feci io, con l’aria di avere finalmente compreso – scusa Marco, dopo quando andiamo a sciacquarci vuoi che ci tocchiamo le palle a vicenda? È solo per fare qualche confronto, non c’è nulla di male-.
La sauna si riempii di risate, seguite dai miei soffocati gemiti di dolore quando la mia futura moglie prese la sua salvietta e la uso a mo’ di frusta sulla zona che avrei dovuto confrontare con Marco. Me l’ero cercata, ma il pensiero delle esperienze giovanili di quelle due mi turbò non poco.
Pensai che il mio commento un fondo di verità l’avesse tutto sommato. Per quanto le relazioni fra ragazzi e ragazze siano diverse, sia fisicamente che mentalmente, non mi ci vedevo proprio qualche anno prima a toccare i pettorali di un mio amico per “confrontarli”. Se una cosa del genere era davvero avvenuta fra la mia ragazza e Alessia, sicuramente le loro intenzioni erano state meno innocenti di quanto ammettessero.
Tornammo nelle nostre stanze mentre ancora riflettevo sulla cosa. Marco e Alessia decisero che quella sera avrebbero usufruito della doccia insieme, mentre io e la mia lei aspettammo pazientemente il nostro turno distesi sul letto, con gli accappatoi ancora umidi.
La cena quella sera si rivelò molto più pesante della precedente, il menù richiedeva assolutamente un buon vino rosso come accompagnamento e non potemmo dire di no ai suggerimenti del cameriere. Fu così che alla fine della serata ci ritrovammo tutti abbastanza allegri, complice anche l’ottima amicizia che ormai si stava instaurando fra tutti e quattro.
Mentre tornavamo in camera il buio era ormai totale e a differenza della notte prima le temperature non erano più così permissive, nonostante la stagione estiva.
Fu durante il breve tragitto fra la struttura principale dell’hotel e le nostre stanze nella dependance che Alessia, stringendosi il maglioncino leggero che teneva sulle spalle, disse: - Cavolo, mi sa che stasera il nostro momento da guardoni salta, col cavolo che sto ad aspettare sul terrazzo per guardarvi! -.
Probabilmente anche senza alcool non avrebbe avuto problemi a fare quella battuta, ma mentre noi ridevamo ancora di gusto la mia ragazza prese per la prima volta Alessia in contropiede rispondendole a tono: - Ma povera, figurati se vi facciamo stare fuori con questo freddo. Venite direttamente in camera nostra no? C’è un divanetto ai piedi del letto che sembra messo lì apposta -. E rivolgendosi a me concluse la sua uscita: - Per te è un problema amore? Non credo che un vetro di mezzo o meno faccia tanta differenza-.
Mentre pensavo a cosa rispondere, vidi per la prima volta una cosa di Alessia che non avevo mai osservato prima: la sua faccia, per la prima volta, imbarazzata.