Racconto di fantasia Quando si è insolente

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Passavo la stragrande parte delle giornate al cazzeggio assoluto, specie nelle vacanze estive, senza scuola. La casa dei miei, era in una contrada, in aperta campagna: ogni podere la sua casa , chi occupata , chi no. In tutta la frazione, al massimo potevamo essere una cinquantina, tra vecchi e marmocchi, e ci conoscevamo tutti.
Ecco, io ero, diciamo in una sorta di limbo: diciassette. Nessuno che si avvicinasse alla mia età: troppo poppanti o più grandi che neanche mi cagavano per una partita di calcetto, magari. Non è che mi deprimeva: avevo i miei hobby come la pesca? Andando a un fiumiciattolo li vicino, oppure la musica, dimanandomi a schiamazzare con la chitarra in aperta campagna modalità far west. Avendo la possibilità mi dilettavo all'equitazione con uno splendido quarter horse di nostra appartenenza.
Spazio e tempo, dunque, non mi mancavano, eccetto la figa: non avevo una ragazza e a quell' età è una cosa frustante. Vivendo in provincia, si sa che le possibilità scarseggiano: l'unico appiglio e quando tornavo al paese per la remota possibilità di quantomeno fantasticare per qualcuna, magari vacanziera.
Scontato che di amici e compagni in paese ne avevo, ma pochissimi mi assecondavano per le passioni che avevo: comunque li frequentavo senza complicazioni, considerandomi abbastanza socievole.
 
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Fra le poche presenze che vivevano nella mia contrada, quella che più mi "stimolava " era una Sara, 20 anni superfiga, neanche lontanamente avvicinabile per quei livelli di bellezza, top model mancata: alta, bionda, fisico da dea. Scontato che fosse supercorteggiata. Ebbi la possibilità di quantomeno frequentarla in quanto decise di imparare a suonare la chitarra è mi offrii di insegnarle qualcosa, almeno le basi: aveva anche una bella voce...magari in un futuro un bel duetto ci poteva stare!
Quando si poteva, per le lezioni andavo a casa sua. Non avendo benché minima speranza di fare colpo, rimanevo tranquillo accontentandomi di ammirare la sua straordinaria bellezza era già il massimo che potessi desiderare: non facendomi "cattivi pensieri" acquistai la sua fiducia, la sua amicizia.
La molla, comunque scattò, tempo dopo, ma non nei confronti di Sara, ma bensì nei confronti della madre: 45 anni , rossa capelli corti, non alta e bellacome la figlia ma tozza e formosa, molto desiderabile...aveva il suo fascino da milf, specie agli occhi di in diciasettenne arrapato.
Come accennato, per un po' la signora passò inosservata dal sottoscritto, non so perché.
Un giorno,di pomeriggio, come da programma, mi diressi a casa di Sara con la mia chitarra. La signora, Matilde, si affaccio' e mi disse di attendere un po' in quanto Sara era appena entrata in doccia. Mi venne comunque incontro scendendo e facendomi accomodare intorno a un tavolo sotto il pergolato dinanzi casa dove noi abitualmente ci strimpellavamo. Uscì Sara per salutarmi: "scusami ancora un po'...dovrei fare una telefonata abbastanza urgente..."
"Fai...tranquilla...abbiamo tempo"risposi.
A quello si aggiunse Matilde dicendo che aprofittare per preparare il caffè che io accettai.
La signora tornò con il vassoio e tre tazzine: non aspettammo la ragazza per bevercelo.
Fu allora che "scatto la molla": Matilde indossava una gonna larga fin su al ginocchio e una canottiera bianca facendo notare, specie per la vicinanza, che non indossava reggiseno, le tette erano abbastanza libere e appese. Erano abbastanza grosse, ma la larga canotta le rendevano più esplosive. Non so come, sbadatamente, si rovescio' addosso dell' acqua mentre stava bevendo dal bicchiere, andando ad inumidirle uno dei promontori: gli occhi mi uscirono dalle orbite al notare l'enorme aureola che comparse sotto il capo bagnato. Cercai di rimanere tranquillo, la stessa cosa la fece lei, non curandosi della cosa: questo fu strano per me, specie dopo che reagendo all' acqua fresca, comparse anche il turgido capezzolo. Al momento pensai che l'avesse fatto apposta. Appena arrivò Sara notando che si copriva l'enorme chiazza sul petto. Inutile dire che rimasi pietrificato per un bel po'.
La settimana successiva, sempre per l'ora di svago/lezione tornai a casa di Sara. Era una giornata piovosa perciò ci accomodammo in salotto sulla poltrona: Matilde assisteva alla nostra sessione. Inutile dire che mi sentivo distratto, mi sembrò che lei se ne fosse accorta, specie dopo che si chino' per raccogliere qualcosa per terra esibendo un décolleté spaventoso. Mi passò per la testa che lo fece apposta, mi stava provocando.
Anche le volte successive, dinamiche diverse si, ma sempre col fine della provocazione: era evidente. Ci fantasticavo, diventando un chiodo fisso delle mie seghe.
Pensai che sarebbe stato troppo eccessivo un mio primo passo, comunque era imbarazzante per me, specie quando si entrò più in confidenza: io sempre più impacciato e la signora quasi ci si divertiva.

Una sera, tornato a casa mi telefono' Sara:" hai dimenticato il registratore portatile qui da me..."
" ora vado di fretta...ho un impegno. Passerò domani a riprenderlo " risposi.
Cosi feci la mattina del giorno dopo.
Arrivato a casa di Sara, la madre mi aprì e mi fece accomodare. Gli spiegai il motivo della mia visita e lei rispose che si stava preparando il caffè, volendomelo offrire. Accettai. Sara non era in casa.
Un po' di social time. Pensai che fosse un occasione per fare un passo avanti: la signora mi anticipò. " ultimamente to vedo un po' distratto. Non è che voi due nascondete qualcosa?"
"No...assolutamente...signora che dice! Sara è una brava ragazza ed è pure fidanzata!"
"Ti piace?"
"È bellissima...complimenti alla mamma"
Arrossi' ringraziandomi " ma io sono vecchia"
"Ma cosa dice... è una donna molto affascinante..." dicendo questo, quasi involontariamente abbassai lo sguardo sul suo petto.
"Giovane... Non ci starai provando con me?"
Furbamente non risposi, come per confermarlo.
"Mi piace il cazzo...scopare tanto... te sei troppo giovane per me "
Quelle parole mi eccitarono parecchio: lo sentivo svegliarsi tra le gambe mentre la signora nuovamente con ancora attacchi provocatori e senza mezzi termini: " scommetto che e già bello durello la' sotto... ti seghi o ti scopi qualcuna?" Era sempre più volgare e sfrontata, mi colse totalmente impreparato, non me lo aspettavo. Mi feci coraggio e dissi:" si, lo faccio nel mondo dei sogni... con lei signora!"
"Sei un pervertito se ti seghi così...senza motivo"
"Un motivo c'è e come...anzi sono due" risposi fissando maliziosamente la sua balconata. Notando questo ci rise su e se le sollevò come per pesarle "...scordatele".
Il cazzo era completamente duro e mi martellava nei pantaloni. Aspettai un altra battuta di lei che non tardo' ad arrivare:" ti scoperesti anche mia figlia, eh?
" ...è bella e desiderabile come lei, signora"
"...ma non ha le tette come le mie..."
"...eh già... infatti..."
"...allora preferisci me?"
" Si..."
"...dimenticalo...torna a casa e fatti una sega"
Assecondai quella sfrontataggine di lei rispondendo di averlo fatto sicuro e mi alzai non curando il fatto del mio pacco gonfio che lei puntò immediatamente.
"Dove pensi di andare in quel modo!"
"Non ci posso fare niente..." risposi
"Allora fallo qui..."
"Mah...sicura!"
"Certo... Non mi da fastidio"
Con una certa titubanza mi avviai a sbottonarmi i pantaloni. "Aspetta "disse "non pensare che mi interessi vederti come sei" si alzò andando dall' altra parte della casa tornando con un asciugamano.
"Siediti sulla sedia e masturbati...coperto da questo "disse porgendomi quell' asciugamano. Paonazzo lo feci , comprendomi la mia parte bassa fino alle ginocchia, sfilandomi i pantaloni mentre lei guardava con totale indifferenza.
"Allora...che aspetti alla sega?"
Mi masturbai, inevitabile il movimento della mano sotto il telo, sotto la sua stretta osservazione. Sborrai. Mi ripulii con lo stesso telo che poi lei prese andando via senza abbassare lo sguardo a me nel momento che mi scoprii essendo ancora a calzoni calati.
Tornò che ero sistemato: "ora puoi andare...". Uscìi da quella casa come una mummia.
Non capivo tutto questo: tanta sfacciataggine per niente. Si prendeva gioco di me ed era l'unica risposta plausibile.
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Ci pensai a fondo alla cosa: Matilde aveva tutte le carte in regola per essere definita un zoccolone, se non lo era sapeva mentire benissimo. Nulla tolse che almeno psicologicamente cercai di prepararmi e andare oltre: dopotutto lei mi provocò. Sapevo gli orari più o meno, e approfittando che Matilde fosse sola in casa, senza figlia e marito, un giorno, preso coraggio, gli feci visita con una scusa.
La signora non ci mise tempo a capire la farsa: " hai un bel po' di coraggio, giovanotto!"
"E' inevitabile..."risposi "Mi ha catturato, signora mia"
"Signora tua? Smettila di fare il lecchino cascamorto! Tu hai bisogno di figa, ma non della mia. Ripeto che non hai speranze "
Insistevo e per cercare un contatto mi avvivinai un po' a lei: se ne accorse e si voltò come per allontanarsi. Rapidamente allungai una mano per sfiorargli il culo: reagì come una tiranna dicendomene di tutti i colori. Scappai via vergognandomi: forse avevo esagerato.
Le volte successive che mi incontravo con Sara cercai di evitare la signora, per vergogna: ma lei dava l'impressione che non fosse offesa o arrabbiata. Infatti una volta, trovata l'occasione della momentanea assenza della figlia me lo disse:" forse abbiamo esagerato un pochetto, mi dispiace aver reagito così con te"
"È colpa mia " risposi "Non lo farò più "
"No è colpa mia, ti ho provocato tanto... e mi piace farlo" disse facendomi l'occhiolino "Mi piace essere al centro dell'attenzione, dei pensieri di voi maschietti, l'artefice di tutta la sborra che producete". Inevitabile la reazione a irriggidire il cazzo a quelle parole.
Da quel momento le sue provocazioni diventavano sempre più hot: scollature e scosciamenti vari. Cercavo un appiglio ma lei prontamente chiudeva le porte.
Ero comunque deciso a riprovarci e approfittando sempre di fargli visita con una scusa, per diverse occasioni mi presentai a casa sua ma senza successo diventando sempre più insolente. Sembravano due persone diverse: in presenza della figlia focosa e provocante mentre a Quattrocchi viscida e ripugnante.
Le speranze andavano a svanirsi quando un giorno, per una mia incomprensione andai a casa di Sara per la solita strimpellata, una mezz' oretta di anticipo. Matilde comunque mi fece accomodare dicendomi che la figlia stava facendo il suo riposino pomeridiano. Chiesi di lasciarla riposare perche' ero comunque in anticipo. Non mi attivai in nessuna cosa: la presenza di Sara in casa e perdere il controllo su certe cose poteva essere dannoso per tutti e tre. Ma il mio buon senso venne meno, alimentato dal vestiario della signora: vestitino con gonna larga, molto esotico, con inevitabile décolleté esplosivo.
Cercai di rimanere calmo e silenzioso, ma il pantaloncino non poteva nascondere la proboscide che mi si stava creando. Venne notata da Matilde: " Non dorme mai..."disse ironicamente
"Scherzi" risposi palpandolo
"Se vuoi, puoi calmarlo un po'...se arriva Sara penserà male!"
"Posso veramente?"
"Si...e fallo in fretta..."
Non esitai a tirarlo fuori, arrapato com' ero. Non se lo aspettava, forse per la determinazione o forse per le dimensioni, non eccessive ma nella norma: rispose con un "perbacco".
Me lo accarezzai delicatamente per poi masturbarmi fissandola, lei non alzava gli occhi dalla mia ceppa dura, spensierata e disponibile come spettatrice. Cercavo di fargli capire con i miei sguardi che la ispezionavano gambe e corpo sue, di desiderare oltre: sembra che lo capì e sorridendoci su sollevò leggermente la gonna liberando una coscia sollevandola leggermente. Stava al gioco e mi eccitai sempre più.
"Ma non era il mio seno che ti interessava?"
Spalancai gli occhi accellerando il ritmo della sega per confermarlo.
Abbassò una delle spalline del vestito facendo fuoriuscire una delle coppe del colorato reggiseno che indossava e lentamente ne liberò una di tettona. Sborrai quasi immediatamente alla vista di quella grossa aureola rosa e grossa quasi come un cd: sporcai non poco con il mio sperma qua e là, aiutandomi lei a pulire.
 
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Diventò una routine quella di farmi le pippe in presenza di Matilde, che mi accontentava con piccole cose come scapezzolamenti e più in là mostrandomi la passera: notavo che era comunque entusiasta, specie per l'eiaculazione. Non si andò mai oltre, tipo palpate, nonostante ci provavo: speravo tanto si sbloccasse.
Tutto doveva rimanere all' oscuro della figlia Sara, ovvio, ci tenevo alla sua amicizia.
Cercavo comunque di capire che tipa fosse: così spudorata e "disponibile " alle porcate, non credevo che se la scopasse solo il marito, ci sarà stato qualche fringuello: stando in campagna mi sembrava troppo improbabile che qualcuno le facesse visita a meno che non si incontrasse fuori, se ci fosse stato qualcuno. Erano supposizioni.
A quelle domande ebbi risposte a colpo di fortuna. Con il tempo l'amicizia con Sara divenne più forte: si fidava di me confessandomi a volte anche cose intime. Un giorno la sentii un po' giù di morale, cercando di confortarla alla fine si liberò dicendo: " che rimanga qua, tra noi, ma a me sembra che mia madre si diverte un po' troppo".
Rizzai le orecchie ma feci il vago : " come...in quel senso! Mi sa che si vede con qualcuno...e non mio padre...capisci?"
"Come fai ad essere sicura di questo?"
"Non lo so... okay... te lo dico... un giorno, tornata a casa e sedendomi sul divano ho notato schizzi di sperma per terra, sono sicura di questo...so riconoscerla, era troppo evidente". Mi rabbrividii: pensai a una di quelle volte e sbadatamente ci è sfuggito di pulire per bene
" potrebbe essere..."
" no...sono sicura al cento per cento" concluse e rattristendosi di più.
"Mi aiuti a capire chi è?"
"...e come potrei...io...dai Non ho la più pallida idea "
"Dobbiamo scoprire chi se la scopa". Stando in difetto, tra l'altro solo per seghe, cercavo di distolgliere quella sua fissa, ma era più che convinta e non potendo svincolarmi accettai di aiutarla, anche se non si aveva idea di come.
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Passò non poco tempo, ma scoprire qualche malefatta della signora Matilde neanche l'ombra (chissà perché): mi sentivo a disagio nei suoi confronti, anche se non era comunque detto che quello sperma fosse mio. Nonostante ciò un giorno, non riuscendo a trattenermi questa cosa glielo confessai, dicendole che quello sperma apparteneva a me
"Stronzo bastardo...con mia madre... fai schifo...fate schifo"
"Lascia che ti spieghi...lei non c'entra niente..."
"Farai bene ad essere convincente...prima di mandarti a fanculo"
" quel giorno accompagnai mia madre dalla tua per quel vestito che gli ha cucito la mia alla tua. Andarono tutte e due in camera per provarlo , io rimasi in soggiorno...anche rimanendo la non ho potuto fare a meno di scorgere tua madre spogliarsi...Non ho resistito...perciò...sai com' è...". Mi inventai questa cosa di sana pianta, ci avrei creduto anche io.
"Credimi...ti prego...e solo colpa mia!"
Rimase un po' in silenzio:" ok...ti credo" la sentivo quasi risollevatada quel dubbio che l'affliggeva
"Però dai...masturbarti al salotto di casa mia..."
" dai non mi mettere in imbarazzo "
"Spero tanto che non lo fai pure con me..."
"Dai ti prego...smettiamola con questo discorso".
Ho cercato di salvare il salvabile, ma a me i dubbi non sono affatto passati, dovevo saperne di più, forse l'occasione giusta per andare oltre.
 
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Per via di quella "confessione" Sara a volte mi prendeva in giro e io stavo al gioco: eravamo sempre più affiatati, la sentivo diversa, come se si predicesse in qualcosa in più di essere amici.
Lei comunque era fidanzata, del classico fusto figo del paese, di quelli che si accaparrano le più gnocche. E comunque per non destare sospetti non si vedeva se non per la solita strimpellata settimanale.
In uno dei nostri incontri a casa sua, approfittando di una momentanea assenza di Sara, spiantellai alla madre quello che scoprì la figlia e di quello che ho fatto per nascondere l'inchippo.
"Sono sicuro che quella non era la mia sborra!"dissi
Matilde ci rise su:"a No? E di chi sennò!"
"Lo sa lei, signora cara..." continuava con le risatine e rispose:"Comunque sei bravo a inventarti le cose..."
"Io penso che lei nasconda qualcosa"
"Saranno anche cazzi miei..." rispose con tono serio e freddo
"Si...cazzi suoi...vero!"dissi palpandomi il pacco, quasi con gesto di sfida.
Non si poté proseguire con il discorso in quanto tornò Sara.
Solo quando tornai a casa, trovai un messaggio su Whatsapp di un numero che non avevo in rubrica ma capii immediatamente chi fosse:" sei comunque stato troppo invadente, secondo i miei gusti. Lo so perché lo hai fatto... sei furbo...pensi di ottenere qualcosa da me".
Accettai la chat e risposi di non capire chi fosse e cosa volesse.
"Sono Matilde "
Probabilmente sbircio' il telefono della figlia per il mio numero.
Preferii non proseguire il discorso: era turbata, effettivamente nascondeva qualcosa.
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Il giorno dopo Matilde di nuovo in chat: "Non caverai un ragno dal buco ".
La presi come un vero e proprio gesto di sfida e d'impatto risposi con un semplicissimo "Si vedrà!".
Ora avevo tutte le carte in tavola per approfondire la cosa: perché si sbilanciava così? Forse era un altro modo per provocarmi? Se era così ci stava riuscendo alla grande.
Mi presi tempo: la fretta fa fare un mucchio di cazzate. Data l'impossibilità di fare il segugio e/o appostare la casa come un cecchino mi affidai a una conoscenza del paese, noto per essere un donnaiolo e corteggiatore, che mi garantì che la signora effettivamente se la spassava di tanto in tanto, ma non con lui purtroppo. Mi garantì, comunque, che se avesse avuto qualche informazione più precisa me l'avrebbe girata.
Parallelamente mi attivai in un altro campo: creai un altro profilo su Facebook, sotto falso nome, cercando appunto Matilde e magari qualche informazione. Ci volle un bel po' di tempo per far arrivare risposta: scoprì che seguiva un gruppo privato di 'donne esibiziobiste'. Ne entrai a far parte scopando qualche foto un po' osè che postava di tanto in tanto. Tra i vari miei commenti fatti e like, dopo tanto accettò la mia amicizia. In chat, io sempre sotto falso profilo, non ci volle tanto a scendere a compromessi ad arrivare a foto di nudo integrale da ambo le parti: io tra l'altro mi spacciavo di essere un ballerino cubano trapiantato in Italia (che fantasia). A lei poco interessò il ballo...ma cosa ci fosse in ballo : le mostrai un mostro di cazzo, ovvio non mio, che a lei piacque molto. Stavo accumulando tante prove, ma mancava 'la botta forte '.
 
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Passava il tempo e mi confidò tante di quelle storie nascoste e addirittura di aver girato un filmino amatoriale, non con il marito: riuscito ad ottenere questo, ero soddisfatto di tutte le informazioni ricevute.
Inevitabile che giunse il momento di scambiarci i relativi numeri di telefono, non potevo fare a meno di togliere la maschera: una volta scoperto me ne disse di tutti i colori, non mi limito neanche io definendola zoccola e quant'altro. Era fatta, la potevo avere in pugno.
Cominciai ad assillarla con messaggi provocatori: stupidamente mi bloccò la chat. Decisi che dal vivo avrebbe fatto un altro effetto e potevo approfittare che tra giorni, per occasione del suo compleanno, Sara stava organizzando una festicciola a casa e io sarei stato presente.
Proprio quella sera della festa, inutile dire i sguardi incazzati e fulminanti che mi mandava Matilde: se poteva mi avrebbe ammazzato di botte, si capiva. Io rispondevo con strafottenza. Nell' attimo che ci ritrovammo a quattrocchi, incazzata me senza farsi notare dai presenti disse:" cosa vuoi!"
"Lo sai benissimo..." risposi abbassando lo sguardo alle sue parti basse.
"Sei uno stronzo...Non ti facevo così "
"Neanche io..." continuavo a beffeggiarla
" ti darei una sberla per come sto incazzata"
"...e io non ci metto niente a mandare tutto il materiale che ho a tua figlia, signora mia!"
"Bastardo..."era furiosissima ma non poté sfogarsi oltre.
"Lunedì mattina vieni da me..."
"Ci sarò sicuramente!"risposi e mi allontanai da lei.

Ero soddisfatto e eccitato solo al pensiero ma mi venne anche il pensiero di fare una cosa non splendida e contro la mia natura: quello di ricattare per ottenere qualcosa. Andai a fondo comunque.
Il lunedì arrivò e al top dell' euforia mi diressi a casa della signora. Era fuori a stendere la biancheria ad asciugare quando arrivai. A malapena mi rivolse lo sguardo mentre mi avvicinavo e rispose con un mezzo ciao al mio buongiorno. Rimasi impalato a osservare quello che stava facendo, entrambi senza dire nulla.
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Appena finita la faccenda Matilde mi disse di seguirla, che lo feci come un cagnolino, fino a sotto una tettoia di lato alla casa dove tra varie cianfrusaglie , legna accastonata e un lavabo, vi erano delle cassette di ortaggi, raccolti probabilmente nella mattinata, pronte per essere portate da qualche parte, forse al mercato.
Mi fissò per un attimo, sempre col broncio e ciglia arricciate per poi voltarsi e andare fino a un vecchio tavolo posto su un lato e ci si appoggiò con i gomiti mostrandosi di spalle a me chinata. Non reagivo rimanendo immobile e lei disse:"sai quello che devi fare...spero!"
Con una certa titubanza, ormai quello che è fatto è fatto, mi ci avvicinai. Lei, immobile in quella posizione.
"Dobbiamo fare notte? Hai fatto tutto questo casino...e ora?".
Inutile che ci giravo intorno, mi stava salendo un senso di colpa, ma comunque le posai le mani sulle chiappe ancora coperta dalla larga gonna che indossava. Mi bloccai ad altri movimenti, quasi impanicato quando lei furiosamente si voltò verso di me:" ma te la vuoi dare una mossa? Ho tempo da perdere con un coglione come te?". Detto questo, tornò nella posizione iniziale. Si mise le mani sotto alzandosi la gonna e abbassarsi le mutandine, raggomilitata la gonna sulla schiena si mostrò completamente a chiappe all' aria, rimanendo passiva e aspettando la mia mossa. Era troppo, stava facendo una forzatura e nonostante quella bellissima visione, il lume della ragione ebbe il sopravvento: stavo andando contro i miei stessi principi. Rifiutai la sicura offerta andandomene via: quando lei realizzò ero già distante diversi metri beffeggiandomi e dicendo che ero un buono a nulla. Non mi curai minimamente di quello che diceva e me ne andai
 
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Avevo certamente perso un occasione più unica che rara, ma non me ne pentivo. Capitò di non frequentare più casa loro fortunatamente, cercavo di evitare Matilde a tutti i costi, perché mi allestii una sala prove a casa mia: con Sara, sempre più brava con lo strumento e voce, stavamo concretizzando un bel duetto country-folk col fine di fare qualche serata live in qualche locale.
Ci stavamo affiatando sempre più, un bel sodalizio musicale e non: nonostante che fosse più grande di me di tre anni iniziammo una storia. Durò poco il nasconderci in sala prove per pomiciare: solo dopo aver lasciato il ragazzo facemmo sesso. Con Lei, superfiga con uno come me era come la conquista dello spazio.
Immaginavo da subito la reazione di Matilde quando venne a sapere della storia nata tra me e sua figlia: infatti non passò tempo che iniziò ad assillarmi su chat provocandomi e offrendomi anche con parole pesanti. Non mi curai affatto, neanche quando quelle volte che ci si incontrava di persona: lasciai al tempo di fargli cambiare idea e calmarsi.
Fortunatamente si calmo' accettando la cosa: di comune accordo, decidemmo di fare pace, era meglio così per tutti.

Un pomeriggio, solo in casa, i miei erano fuori per tutto il giorno , sentii citofonare: era Matilde e chiedeva di mia madre.
"Non è in casa..."
"Diceva di passare a prendere delle uova, ci siamo sentite poco fa. Non ho capito che era fuori"
"Fa niente...le posso prendere io" le dissi aprendo il cancelletto e facendola entrare. Scesi giù per prendere le uova che erano in dispensa dentro il garage. Gliene servivano una mezza dozzina, le misi in un contenitore e uscii per portargliele a lei che aspettava fuori sullo spiazzo dinanzi casa.
"Grazie mille...volevo preparare una torta ma me ne mancano due per la ricetta"
"Quando serve qualcosa ci manca sempre..."rispose
"Senti...volevo approfittare che stiamo soli per fare due chiacchiere con te"
Acconsentii invitandola a sedersi intorno a un tavolino posto al fresco di un tendone e ci accomodammo.
"Sono stata crudele con te, scusami"
"Io non sono stato da meno, scusami tu"
"L'idea che tu abbia quel materiale mi ha fatto perdere la testa"
"Non ho più niente, da un bel po' "
"Ma veramente?" Si sentiva che su stava risollevando a quella notizia.
"Si...Non è da me ricattare le persone"
"Ti ringrazio tanto "
"Grazie a te..."
"Non mi hai mai detto se ti piaceva...quel video!" Si riferiva al porno amatoriale che ha girato.
"Si...bello...brava"
"Ora non ti interessano più queste cose, spero...Ti scopi mia figlia!"
"Dai su...Non parlare così!"
"Perché? Non scopate?" Stava tirando fuori il suo lato porco.
" dai...e tua figlia!"
"Te li fa i pompini almeno?"
Sbuffai per evitare di risponderle ma lei insistette con altre domande sconcie.
Non reagii a quegli attacchi
"E io...Non ti interesso più, neanche un po'?"
Pensai per un attimo che volesse fare la stronza, provocandomi col fine magari di crinare il mio rapporto con Sara
"Sei sempre una bella donna..."
"Ti posso far vedere una cosa?"
Le dissi di si: immediatamente si tirò su la maglia e prima una dopo l'altra liberò le tettone dal reggiseno. Rimasi di stucco.
"Ti piacciono ancora?"
"Sono bellissime...e grossissime "
"Se vuoi...le puoi toccare"
Rifiutai l'offerta faticosamente: ero sempre più che convinto che li stesse facendo apposta. Mi alzai invitandola di smetterla ma sempre assillante continuava a provocarmi andando oltre con il abbassarsi un po' il leggins per infilarsi una mano tra le gambe e masturbarsi. Non sapevo che fare: mi stava comunque eccitando e lei lo notò. La tuta e il box che indossavo davano poca resistenza all' erezione che mi su presentava.
"Vedo che gli piaccio... tiralo fuori...fammelo vedere il tuo bel cazzone"
Resistere era l'unica arma: capirà prima o poi. Le dissi di andare via e insistendo finalmente si decise a farlo. Rimasto solo, al pensiero di quello che è successo, molto eccitante ma allo stesso tempo mi sentivo turbato. Mi rimaneva il cazzo duro e non seppi resistere entrai in casa per concedermi una sega, almeno mi calmavo un po' anche se sapendo che dopo il lavoro, alle 18.00, Sara sarebbe passata da me e avremmo sicuramente scopato.
Mi sdraiai a letto per segarmi: arrivò una videochiamata di Matilde. Senza pensarci risposi
" scommetto che ti stai masturbando?
"Cosa c'è ancora, smettila...ho risposto solo per educazione "
"Ho una voglia matta di cazzo...sto impazzendo..." diceva questo facendosi vedere mentre si sgrillettava la fica, gemendo. Era un bel panorama e mi tornò completamente duro
" ahh Siii... dai... fammelo vedere... ti prego..." tra mogolii e gemiti e volgarità varie, mi masturbavo ma senza farglielo vedere
"Lo so che ti stai toccando il cazzo...dai vieni qua...scopiamo ". Con tutto quello, intensamente eccitante non resistetti e sborrai non riuscendo a trattenere un gemito: lei se ne accorse:"wow...che bello hai sborrato...siamo venuti insieme". Non dissi niente e chiusi la chiamata. Lei provò a riconttattarmi ma non risposi.
Quale fosse il suo obbiettivo non lo so, ma sicuramente quello che ci perdeva ero io.
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Da lì che iniziò la tiritera di videochiamate di Matilde, che per ingordigia maschile non evitavo ma comunque cercando di farle capire di smetterla: " lo so che ti ci seghi con me... " diceva spesso ed era vero anche se non mi sono mai esposto a differenza di lei.
Inutile raccontare che una sera, invitato a cena da loro, ne fece di tutto di più per mettermi in imbarazzo: dal leccarsi le dita gustando qualcosa, qualche ops di troppo, piedini sotto il tavolo e quant'altro. Sembrava che passasse inosservata la cosa, ma non della figlia.
Infatti non passò tempo che Sara disse: " mi sa che hai fatto colpo su mia madre!"
"Ma che cavolo dici..."
"A me sembra proprio così " disse rimanendo comunque indifferente alla cosa.
Una domenica organizzammo di andare al mare: inutile precisare che Matilde si autoinvito'. Già immaginavo la complessità della giornata per conto mio. Mi passarono a prendere, Sara guidava , la madre al lato passeggero e io dietro: si confermò già allora quello che poteva essere.
Una volta on spiaggia e sistemati l'ombrellone e teli, le due in un sincronizzato strip da sballo: Sara con il corpo da Venere in bikini bianco e Matilde, con il classico due pezzi colorato me che mettevano in risalto tutte le sue enormi curve : tettona esagerata per un top del genere, di una misura più piccola sicuramente, sembrava quasi che scoppiasse, nonché di uno slip che avvolgeva un culo fantastico che non passava inosservato. Stavo messo malissimo, quasi me ne pentivo.
La signora non perdeva occasione per mostrare la sua porcaggine, allargando le gambe o mostrarsi a pecora e in qualche occasione qualche scapezzolamento: non lo notavo solo io anche i vicini presenti, magari qualcuno mi invidiava, avendo quelle due gnocche a portata di mano.
Per quello, specie nella ravvicinata presenza di Matilde, mi imbarazzava, specie nei confronti della mia ragazza che lo notava anche con una certa spensieratezza.
" amò...ti vedo proprio male" mi disse un momento dopo che Matilde si alzò per fare due passi lungo il bagnasciuga
"Ehh... come...cosa?"
"Sei in disagio e si vede...per mia madre"
"Ammettilo...è un po' esagerata...stanno puntati tutti da questa parte come condor!"
Ridendo Sara lo confermò e aggiunse: "infatti...tutti girati in pancia in giù...! Tanto lo so...eccita anche te"
"Ma che dici!"
"Guarda che è naturale, è una bella donna e formosa"
"E si infatti..."
"Impossibile che..."
"Cosa!"
"Non ti stimola? Non dire il contrario...ti si vede benissimo" disse osservandomi i bassi fondi
" dai...smettila "
" ci posso pensare io...se vuoi "
Quello innesco l'inevitabile conseguenza di erezione.
Non aspettammo che tornasse Matilde. Andammo in acqua, quando si arrivò dove era abbastanza alta, stando lontani e attenti da presenze, Sara mi fece una sega in acqua.
Scarico e tranquillizzato tornammo nella nostra postazione. La nostra era comunque una mossa prevedibile, specie agli occhi di quella maiala di Matilde che Appena tornati mandò una frecciatina:?
"Era calda? L'acqua intendo"
Subito capii che effettivamente la sveltina non risultò inosservata e si confermò subito dopo, quando Sara ricevette una telefonata e rispose, prontamente Matilde si rivolse a me sussurrandomi:" com'è farsi segare in acqua?"
Partecipai al suo gioco: " con Sara e bello dappertutto e qualsiasi cosa "
La signora aggrotto' le ciglia come se la mia risposta fosse un segno di sfida e rispose: " sarà...ma credo che scopare in acqua sia più bello, non credi?"
"Sicuro..."
"Allora perché non l'avete fatto!"
"Smettila"
"Bah...contenti voi...sborra sprecata" disse voltandosi mostrandomi il culo.
 
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Sara tornò da noi terminata la telefonata. Non perse tempo a venirmi vicino e mi sussurro' all' orecchio: " di cosa parlavate?". Senza giri di parole risposi che siamo stati scoperti. Ci rise su' aggiungendo: "dal labbiale mi sembrava di aver capito la parola 'scopare'!"
"Macché...dai..."
Sorrise e mi bacio': la signora ci osservava. Nonostante gli occhiali da sole mi sembrava un espressione di invidia o gelosia.
La giornata era più lunga dell' imprevisto: Matilde mo mandò un messaggio in chat:" ora ti salterei addosso e scoparti..." mandandomi anche foto hot prese probabilmente dal web. Non risposi a nessuno, dovevo rimanere calmo.
Appena mezzogiorno ce ne tornammo a casa accettando di pranzare da loro. Appena arrivati a casa, Sara decise di farsi una doccia: a me già saliva qualche premonizione.
Matilde era ancora in tenuta da mare con un lungo e sottile vestito porpora: notai che sotto non indossava più il costume, probabilmente tolto appena rientrati. Non perse tempo a fare la porca: approfittando dell'assenza della figlia, praticamente mi assali' stringendomi a lei tra le sue mammellone, palpando il pazzo per poi infilare la mano nel mio box menandomi il cazzo. Non ci capivo niente e non si poteva evitare l'erezione, ma assolutamente non la toccavo cercando senza convinzione di allontanarmi: ero nelle sue mani, lo sapeva e sempre più determinata si impossesso' del cazzo per masturbarmi furiosamente.
Sborrai: tirò fuori la mano dal box per leccare parte del mio seme gustandolo, sorrise e mi diede un pizzicotto.
Cercai di rimettermi psicologicamente prima del ritorno di Sara: fortuna del mio costume di colore scuro che copriva la chiazza di sperma sottostante.
Pranzammo, per dire, in tranquillità.
Nel frattempo che la signora due teneva cucina, io e Sara ci dedicavamo un po' a noi fuori all' aperto
"È successo qualcosa Prima?" mi disse
"Quando Prima!...che cosa"
"Ero in bagno...prima di pranzo...dai puoi dirlo..." Sara non è stupida, mentendole sarei passato nel torto
" Non lo so...tua madre mi ha praticamente assalito...è pazza!"
Rimase in silenzio
"Io non ho fatto niente...giuro"
"Ti credo "
"Non so cosa fare...ci renderà la vita difficile"
"Gli passerà...sarà una sua fissa ma gli passerà ".
Non capii quella strana reazione: la madre vuole farsi scopare dal suo ragazzo e lei reagisce con pazienza. Boh!
Rimanemmo ancora per un po' all' aperto, su stava benissimo fuori.
"Okay...rientriamo in casa" disse Sara e io la seguii. Matilde non era nei paraggi, probabilmente in camera per il riposino pomeridiano.ci sedemmo sulla poltrona in salotto e Sara mi abbraccio' e cominciammo a pomiciare: capii che aveva voglia di farlo.
"...ma qui?"le dissi
" certo...la mamma sta riposando..." .
Ci spogliammo completamente.
Passò rapidamente a farmi un pompino: "sento odore di sperma...hai sborrato prima" continuando a ciucciare, come se fosse un particolare da poco. Rimasi muto, meglio così e gustarmi le sue labbra che avvolgevano la mia ceppa.
Passammo all' azione, non prima di essermi infilato il preservativo , in smorzacandela, non curandoci di fare silenzio, come se fossimo soli in casa. Per un istante intravidi una sagoma dietro il divisorio: Matilde ci stava spiando: fissai lo sguardo proprio in quella direzione per confermare il fatto. Si fece effettivamente beccare da me, lasciandola osservare mentre la figlia mi cavalcava ignara, forse, della madre spiona.
 
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Sembrava una storia surreale: da un lato Matilde che mi riempiva il telefono tra foto e video hard, suoi e non, Sara che sembrava avere una marcia in più per come si amplio' il nostro panorama sessuale, come se fosse in competizione con la madre. Da un punto di vista, io ci andavo più che bene, ci mancherebbe. Pensavo sempre a dove si sarebbe spinta oltre una delle due, se non entrambi. C'era sempre la condizione di farsi male: quando due reggimenti sparano, L'unica certezza che quello che sta in mezzo si fa male di sicuro.
Ovvio che con il passare del tempo ci sarebbe stato un cedimento della persona più 'debole', in questo caso di Sara che non riuscendo a tollerare più l'invadenza della madre, preferì troncare la storia con me. Ci rimasi male e non ebbi modo per reagire: forse era meglio così, c'erano in ballo troppe cose.
Fu così che si interruppe il rapporto con Sara: andò all' aria anche il progetto musicale. Come di conseguenza, Matilde smise di assillarmi con chat erotiche, non ebbi nessun rapporto più con lei: quando la signora capì che tipo di danno ha fatto (quando la incontavo mi giravo dall'altra parte senza salutarla) si sentì mortificata cercando invano di contattarmi, senza risposta da me. Capitava a volte che piombasse a casa mia, evitandola con tutte le forze. Poco interessava con avessero interagito madre e figlia, erano solo da dimenticare entrambi.
Finita la scuola, alla prima occasione di lavoro più lontano possibile dalle mie zone, mi trasferì per iniziare nuova vita.

Salvo per le feste natalizie, tornai a casa dei miei per le ferie estive per concedermi un po' di relax di un paio di settimane , magari al mare.
Scendevo in spiaggia la mattina presto, prendendo posto in spiaggia libera più in solitaria possibile, evitando l'ammasso di gente. Sembra quasi fatto apposta che un paio di giorni dopo si presentò Matilde in compagnia di un altra signora: si piazzarono poco distanti da me. Io cercavo di ignorarla, ma alla prima occasione, dopo avermi riconosciuto, mi venne a salutare. Non fui scortese, anche se avevo tutte le ragioni: le classiche domande e risposte di routine ma sempre evitando di dargli confidenza da parte mia
"Se domani torni al mare ci rivediamo allora?"
"Si mi ritroverai qua..." risposi cercando di capire i suoi obbiettivi.
Pensai di giocargli un brutto tiro: feci delle ricerche sul web e contattai qualche escort della zona chiedendo di farmi compagnia in spiaggia il giorno dopo. Riuscii a trovarne una ( per evitare sospetti europea e più vicina alla mia età) e pattuito il prezzo (100 euro fino a mezzogiorno e senza scopare).
La mattina dopo passo a prendere la tipa che fortunatamente risultò una bella gnocca e soprattutto simpatica: non esitai a dirle quale fosse il mio obbiettivo, cioè quello di ingelosire una.
"Ho capito... farò il mio meglio...ma se vuoi scopare non bastano 100 euro..." disse con accento classico est europeo. Il pensierino dell' extra lo avevo calcolato, perdipiu' dopo averla vista in bikini, quantomeno a me stesso confermai la scopata certa.
Aprofittammo comunque di conoscerci, almeno quello, raccontandoci qualcosa di noi: classica ragazza trapiantata forzatamente qua' scegliendo di fare la escort per racimulare più soldi possibile per la famiglia.
" ma la tipa che devi fare ingelosire dove sta?" mi chiese. Mi stavo quasi preoccupando di aver speso 100 euro inutilmente quando la vidi scendere in spiaggia, sola però. La seguivo con lo sguardo mentre Matilde osservava qua e là come per cercare qualcuno, me sicuramente. Si posiziono' a una ventina di metri da noi ma non mi notò: anche volendo non poté telefonarmi, avevo cambiato il numero.
Si guardava sempre intorno e non ci mise tempo a capire dove fossi: avendomi visto in dolce compagnia, sembrava che gli avessero puntato un coltello alla gola. Io facevo finta di non vederla.
Dissi alla rumena: " ci ha visti...ci sta osservando..."
Poteva essere brava come puttana ma sicuramente era un'attrice mancata:" ah...ok... ci penso io ora...". Mi saltò addosso facendo finta di baciucchiarmi e io approfittavo di qualche palpatina. Cercavo sempre di immaginare cosa provasse Matilde: non tardo' la sua risposta. Si alzò e prendendo il telo e la borsa venne verso di noi
"Buongiorno...ti ho trovato finalmente " disse con la sua classica strafottenza
" ciao Matilde...Non ti avevo visto...credevo che non ci fossi. Ti presento Monica..."
Si presentò alla escort:"Non sapevo che fossi in compagnia della ragazza"
"È un amica...ci siamo ritrovati qui stamattina. Se vuoi ti puoi unire a noi..."
"Non voglio darvi fastidio..."
"Ma figuriamoci...puoi posare le tue cose sotto l'ombrellone ".
Si staziono' vicino: la rumena non disse niente, chiedendomi con gli occhi se dovesse continuare alla finzione. Ebbe il mio consenso appiccicandosi al mio fianco palpandomi di tanto in tanto il pacco, senza che nessuno, eccetto Matilde, là in giro lo notasse.
Mi stavo comunque eccitando. Furbamente Monica si alzò con la scusa di fare una telefonata.
Prontamente la signora: " se volete che vi lasci per le cose vostre, non mi offendo mica "
"Ma cosa dici..."
" hai l'uccello in tiro...ci manca poco che vi mettete pure a scopare in mezzo a tutti"
" ma va dai...ti scandalizzi per così poco...o vuoi favorire anche tu"
Non rispose ma aveva tutta l'aria di saltarmi addosso: " hai cambiato numero di telefono...ti ho cercato!"
"Per cosa?"
"Per quello...lo sai...purtroppo ora non ti interesso più ". In quel momento tornò la rumena appiccicandosi di nuovo intorno a me. Presi il cellulare e feci uno squillo a matilde: io non lo avevo mai cancellato il suo. Pronta lei capì chi fosse e iniziò a messaggiarmi...
 
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Decisi di andare a fare un bagno e lasciai le due sole. Non ci misi tanto: tornai all' ombrellone e presi il mio telo avvolgendomelo come un mantello, sedendomi al fianco di Monica, anch'essa seduta, sul suo telo. A malapena me ne accorsi che mi infilò una mano sotto per palparmi il pacco e pian piano la infilò sotto il costume impugnandomi la ceppa e segarmi. Nessuno poté capire e vedere ciò che stava facendo, eccetto Matilde stando a stretta vicinanza. Una sega micidiale: le circostanze eccitarono molto, nonché per la mano delicata e al top della bravura. Non riuscii a trattenere un mugolio quando venni.
Sembrò che Matilde non si fosse resa conto stando distesa al sole come per fare un sonnellino. Invece no: tempo dopo mi mandò un messaggio su Whatsapp dicendo:"...sempre a sprecare così la sborra ".
Quando scocco' mezzogiorno, come se avesse una sveglia incorporata, la rumena disse che era ora di andare.
Dissi a Matilde che mi dispiaceva molto lasciarla sola. "No...Non vi preoccupate...tra un po' vado via anche io".
La salutammo e andammo via.
Monica mi indicò dove portarla e mi diressi verso la zona industriale dove abitualmente batteva. Per strada si tolse il costume per vestirsi di minigonna e toppino, non perdendomi un secondo di vederla nuda: proprio una bella figa. Arrivati alla sua location presi altre 50 euro per bonus ringraziandola per tutto: sembrò un po' delusa prendendo la mancata e pensando che non bastassero chiesi se ci fosse qualche problema.
"I patti erano 100 euro...perché altre 50 mi hai dato?
"Sei stata brava...te le meriti" dissi pensando di liberarmi subito di lei per tornare in azione con la signora vacca di Matilde. Mi guardò come desiderosa, si sentiva che le piacevo e lo ricambiai con una carezza. Poche parole ci scambiammo e spostai la macchina fin sotto una macchia di vegetazione apparata dal traffico della provinciale e scopammo.
Mi sentii quasi in colpa lasciarla li: mi diede un bacio dopo avermi dato un altro numero di telefono e facendomi promettere di averla chiamata.
 
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Il sesto senso mi diceva di poter ritrovare Matilde lì dove l'ho lasciata, in spiaggia: era passata abbondantemente un oretta, ci provai comunque a tornarci. Potenzialmente la potevo chiamare a telefono, ma l'effetto sorpresa ci poteva stare benissimo.
Non mi sbagliavo, era ancora lì sola a crugiolarsi al sole.
Era passata l'una e in spiaggia rimanevano in pochissimi. Non persi tempo e arrivai al Lido vicino con la speranza di trovare un bungalow libero. Lo trovai e lo affitta per quel giorno.
Mi diressi verso la signora solitaria.
"Eccomi..." presentandomi davanti a lei.
Si alzò di scatto, sorpresa: " ah...sei tornato!"
"Si ma non ho voglia di rimanere qua..."
"E allora...perché?"
Non risposi mostrandogli la chiave del bungalow
"Che cosa è?"
" Sei curiosa di scoprirlo? E una di quelle casette laggiù...se ti va vieni a farmi visita. É la numero 6". Detto questo me ne andai.
Mi voltai un paio di volte per vedere se mi seguiva, invece rimaneva lì. Comunque avevo la certezza che lo avrebbe fatto.
Arrivato alla casetta, tutta in legno in vivaci colori pastello, piccoletta con una piccola veranda con seggiole da mare e un tavolinetto: entrai aprendo una delle finestrelle, quel tanto per fare entrare un po' di luce. Non era grande all'interno, altre sedie e un tavolinetto al centro: 4 o 6 persone ci sarebbero state tranquillamente.
Ci vollero una decina di minuti quando Matilde busso' alla porta aperta: io ero seduto all'interno.
"Eccomi..."
"Pensavo che ci avessi ripensato!"le dissi non distogliendole gli occhi di dosso: si era infilata la vestaglietta da mare , con borsa e telo richiuso che impegnavano le sue mani. Le poggio' sul tavolo.
"Ehm...allora perché qua?"disse
"Fuori non si può mica..."
"Cosa!"
"Scopare"
"E chi ti dice che a me interessa"
"Allora perché sei venuta...potevi immaginare...No?" Dissi alzandomi e togliendomi t-shirt e box rimanendo completamente nudo: la porta era ancora aperta e nel caso che fosse passato qualcuno dando un occhiata all'interno mi avrebbe visto.
La signora rimase muta osservandomi da cima a piedi.
"Se sei proprio così convinto..." rispose chiudendo la porta
"Convintissimo..." aggiunsi impugnandomi la ceppa come una spada facendola dondolare.
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Matilde non si scompone più di tanto, tirandosi vicino una sedia e si sedette: gli andai vicino sempre col cazzo impugnato armeggiandolo intorno a lei che lo osservava con aria soddisfatta senza dire e fare niente. Glielo avvicinai al viso e lentamente gli sfiorai una guancia con la cappella e pian piano fino alle labbra: caccio' la lingua come un rettile dandogli una rapida leccata, come per assaporare. Subito dopo un altre leccata lungo tutta la ceppa finendo per divorarla. Era brava con la bocca, passionale e esperta specie con i giochi di lingua arrivando addirittura a ingoiare completamente per tutta la lunghezza contemporanea tirando fuori la lingua per assaporare le palle.
Si fermò e la aiutai a liberarsi dei leggeri tessuti che indossava, inpossessandola con la mia mano tra le sue gambe: era bagnatissima, sentivo l'odore pungente dei suoi umori. Si sedette sul tavolo e allargandole le gambe assaporai avidamente la sua fica bollente e sbrodolante
"Dai...mettilo dentro...sfondami...Scopami porco" ansimava tanto ma io non staccai minimamente la bocca dalle labbra della sua fica.
"Dai sto venendo...cosiiii..."
Continuai ancora per un po' e poi rapidamente la impalai abbastanza energicamente. Non più di due colpi e un ondata di calore mi avvolse il cazzo e un leggero urlo di lei: aveva goduto lubrificando per bene la passera che ora aveva pochissima resistenza.
La martellai come una furia, mai messo così energia nello scopare: lei era in estasi per quanto si dimenava con la testa e gemeva e le tettone che ballonzolavano libere sul suo petto. Pensai che qualcuno potesse sentire fuori, le tappa la bocca non diminuendo per niente il ritmo.
Lo tirai fuori per un attimo di tregua, invitandola a girarsi: lo fece quasi goffamente, come se non ci stesse capendo niente. Poggiandosi sul tavolo, le arcai un po' di più la schiena e di nuovo dentro: il rumore dei nostri corpi ai ritmati contatti sicuramente non potevano essere attutiti ma me ne fregai poco insistendo alla furiosa scopata.
Era ora di scaricare e glielo dissi. Lo tirai fuori e forzandola a inginocchiarsi a me: rapidi colpi e sborrai tutto sul suo viso. Parte gli cadde addosso sul seno e il resto direzionata alla bocca spalancata che ingoio senza esitare.
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Esausti e sudati ci concedemmo una pausa: Matilde aveva l'aria proprio scarica, respirava quasi a fatica. Comunque soddisfatta cercava di pulirsi lo sperma che aveva addosso.
"Ci vorrebbe una bella doccia " le dissi "sicuramente si possono usare quelle fuori"
"Penso proprio di sì...ci vado immediatamente ". Si rivesti del costume, si avvolse del telo da mare e uscì per farsi la doccia, io la seguii dopo essermi infilato il box.
"Approfitto per andare in bagno" mi disse mentre io gettavo l'idea di andare a prendere qualcosa da bere al chioschetto.
Tornai con due birre: Matilde ancora non rientrava.
Si ripresento' e chiudendosi dentro disse: "merda...mi ha appena chiamato mia figlia...mi sta raggiungendo in spiaggia"
"Uff...ora?"
"Sta partendo da casa...credo che una mezzoretta ci metterà ".
Non dissi niente e stappate le due birre ne ofrii una a lei e le sorseggiammo senza parlare: era caldo dentro, dalla finestrella entrava poca aria e decisi di aprire la porta.
"Ti conviene di andare a prendere posto...se no non ti troverà..."mi rivolsi a lei.
"Si...infatti..."rispose scocciata. Appena finita la birra si alzò per sistemare e prendere le sue cose:"ok...io vado..." mi disse osservandomi e avvicinandosi ci baciammo. Desiderio di possederla di nuovo c'era, anche per lei. Ci avvolgemmo palpandoci con foga fino a masturbare reciprocamente..
"Devo andare..." disse con dolcezza...
Ero durissimo e lei eccitatissima si inginocchio' a me per prenderlo in bocca.
 
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Passò un gruppo di ragazze e una di loro inevitabilmente e notai che diede un occhiata all'interno a ciò che stavamo facendo: immediatamente ci risistemiamo e Matilde decise di andare via
" rimango ancora io" le dissi "...Se ti va mi ritroverai qua". Mi guardò come desiderosa ma non disse niente mi salutò con un bacio e andò via.
Dopo poco andai all' aperto per sedermi a una delle sedie sul balconcino sentendomi osservato: il gruppetto di ragazze era poco lontano e pettegolavano tra loro gettando qualche occhiata nella mia direzione. Capii che siamo stati scoperti, non ci potevo fare niente e non mi curai più di tanto.
Matilde si ripresento' in chat: scambi di battute, hot e non, confermando la presenza di Sara. Lievemente salì in me il desiderio di reincontrare la mia ex, cercando di soffocarlo forse anche dal fatto di essere rimasto solo in quella casetta, annoiato.
Decisi di andare a fare una nuotata, tanto per passare del tempo e togliermi alcuni pensieri ma senza volerlo ho dimenticato di lasciare il telefono, oltre le chiavi del bungalow e non volendo tornare indietro e non potendoci fare il bagno feci una lunga camminata sul bagnasciuga.
Passò un ora circa, squillo' il telefono: era Matilde dicendo che era davanti al bungalow. Le dissi di aspettarmi e rapidamente feci la strada di ritorno. Arrivai ma non la vidi: comunque aprii e mi intrufolai.
Trovata aperta la porta, Matilde si ficco' dentro: "dobbiamo fare alla svelta..." disse assalendomi come una furia. Si era rigenerata parecchio, non volle che prendessi nessuna iniziativa immobilizzandomi sul tavolo e cavalcandomi come se fossero anni che non prendesse un cazzo. Sfinita e soddisfatta mi lasciò di nuovo lì.
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Erano quasi le cinque. Soddisfatto della giornata, tre splendide scopate e una sega potevo tranquillamente tornarmene a casa. Nell' abbandonare il bungalow chiudendolo a chiave qualcuno alle mie spalle si rivolse a me:" ...ecco perché quella stronza ci metteva tempo a tornare!". Mi girai: era Sara con sguardo severo. La salutai rispondendo di non capire a cosa si riferisse.
" mica sono scema...uno più uno fa sempre due!".
Evitai di girarci intorno:" se ti riferisci a tua madre...beh...e come sai tu!"
"Sei un perfetto stronzo...se si sapesse in giro..."
" perché saresti capace a raccontare in giro di avere una madre zoccola"
"Non ti permetto di parlare così di lei"
"La pensi nello stesso modo amche tu "
Non sapendo reagire mi mandò a quel paese e se ne andò.
Immediatamente mandai un messaggio a Matilde per dirgli di ciò che era successo: non rispose se non dopo un po':"Si poteva evitare questo casino, mannaggia..."
"Io che cazzo ne sapevo...di lei"
"Spero che gli passerà..."concluse la signora.
Giorni dopo seppi sempre tramite Matilde che hanno avuto un bel battibecco madre e figlia. Non sapevo come rimediare, mi dispiaceva comunque.
I giorni passano e le vacanze finite. Sara mi contatto' desiderando di parlarmi di persona. La feci venire a casa mia ma parlammo per strada all' aperto.
Sembrava calma rispetto all' ultimo incontro: " Non so se perdonarla"disse " È per colpa sua che abbiamo rotto ".
Mi scusai per aver esagerato in quel modo sottolineando che non ci sarebbe stato un seguito.
 
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