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<blockquote data-quote="Pape" data-source="post: 16404081"><p>Quell'esperienza vissuta con la mia vicina di casa, mi portò a pormi alcune domande riguardo la femmine, i loro pensieri in merito al "sesso" (inteso come organo) e alla loro necessità di legare per avere un morosetto. Cosa che io francamente non consideravo proprio e che anzi mi imbarazzava.</p><p>Sin dall'asilo avevo alcune bambine che mi salutavano, che mi cercavano per parlare e stare assieme a me. In alcuni casi persino mi difendendevano dai compagni stronzetti, graffiandoli con una tale aggressività che, all'epoca, non capivo...anche se ne restavo piacevolmente sorpeso. Insomma...ero io il morosetto di turno.</p><p>Piano piano iniziavo a capire che da parte delle femmine c'era la necessità di emulare i comportamenti dei grandi. Comportamenti che ogni giorno avevo davanti, ma ai quali, io, non davo particolare importanza.</p><p></p><p>Fu così che terminata la pratica clandestina del sottoscala con la vicina, mi trovai a vedere mia cugina, anche lei di un anno più grande, come la logica sostituta della vicina.</p><p>Ma come si poteva fare ad intavolare la cosa.</p><p>Purtroppo, diversamente dalla vicina, la cugina non godeva di molta libertà da parte di mia zia, che essendo una donna molto autoritaria, era abituata a mantenere un controllo piuttosto vigile sull'attività della figlia in termini di spostamenti, tempo trascorso e capitava spesso che irrompesse in stanze da noi chiuse senza il minimo rumore di preavviso. Tanto che all'apertura della porta più di una volta sobbalzavamo dallo spavento.</p><p></p><p>Ugualmente però, causa lunghe chiaccherate e discussioni da parte dei nostri genitori durante le cene a casa mia o sua, ci ritrovavamo spesso e volentieri soli nelle nostre camerette a giocare.</p><p>Fu da lei che conobbi Barbie e Ken e tra un cambio di vestiti e l'altro restavano spesso nudi. Fu così che, per provacarla, una sera prima di andare via da casa sua, misi Ken e Barbie nudi ognuno con la testa sulle gambe dell'altra, in una sorta di 69.</p><p>La volta dopo che incontrai mia cugina, mi chiese subito se fossi stato io a farlo e perchè, in quanto sua mamma li aveva notati e le aveva chiesto spiegazioni. Ho realizzato in quel momento che mia cugina capiva benissimo il perchè e che era incuriosita quanto me dalla cosa.</p><p></p><p>La prima volta che iniziai a toccarla fu con il piede.</p><p>Giocavamo a scacchi, carte o qualcos'altro, sulla scrivania di uno studiolo a casa mia. Io seduto da una parte e lei di fronte. Prima misi un piede sulla sedia tra le sue cosce e vedendo che la cosa non sortiva ritrosie da parte sua, inizia ad allungarlo piano piano fino a che ad un certo punto riuscii ad appoggiarmi alla patata. Ricordo bene che giocavamo e allo stesso tempo ci guardavamo sorridenti e io con il mio alluce premevo sempre di più ripetutamente sui suoi pantaloni di cotone della tua che usava spessissimo per sentirsi più comoda.</p><p>All'inizio ci fu molto imbarazzo, più suo che mio in verità, ma la pratica non sembrava dispiacere a lei. Fu così che in breve tempo divenne una cosa di abitudine durante i nostri giochi di "società" a casa mia.</p><p>Iniziò a venire con le gonne e ogni volta vedevo in lei sempre di più la volontà di appoggiarsi al mio dito del piede, fino ad arrivare lei stessa a spingere con il suo bacino, sedendosi in punta di sedia.</p><p>La cosa che notavo e che spesso dopo questa mia pratica di pressione alla vulva, lei dopo un po' si scusava con me e di diceva "devo andare i bagno a fare pipì". Un po' mi scocciava interrompere quella pratica, pensai che l'andare in bagno potesse essere una scusa per fermarmi.</p><p>Incuriosito iniziai così a spiarla dal buco delle serratura per vedere (e sentire) se facesse veramente fare pipì. Non solo la sentivo farla ma anzi la vedevo pulirsi più e più volte con abbondante carta igienica. La paura di essere scoperto dai miei o da mia zia era enorme, ma questa paura non faceva che aumentare io mio stato di eccitazione. Così ogni volta che andava in bagno io correvo a spiarla e compresi che la tanta carta igienica serviva per asciugarsi non solo dalla pipì ma anche dal muco sceso in modo molto abbondante.</p><p>Non ci volle molto al fatto che, rientrata lei nello studiolo, io stesso mi fiondassi in bagno subito dopo e, con due smanettate, svuotavo la canna dalla lunga eccitazione.</p><p>Peccato che non riuscii mai a farle fare la stessa cosa del piede con me. Il mio pisello ogi volta scoppiava letteralmente e non avevo modo di avere un suo contatto con esso.</p><p></p><p>Complici le vacanze estive e la nostra voglia di vedere il mare, dopo anni di solo lago, convinse i nostri genitori ad affittare un appartamento al mare nel mese di agosto. Metà mese miei zii e metà mese noi. Subito io chiedetti ed ottenni che mia cugina proseguisse le vacanze restando con noi. A parte le solite strusciate di piede la prima estate non accadde nulla di particolare.</p><p>Solo durante il viaggio di rientro... noi seduti sul sedile posteriore della Fiat 124 special di mio padre, caldo afoso e finistrini e deflettori semi aperti per arieggiare...io misi una mano sotto la gonna di mia cugina.</p><p>Lei non si oppose minimamente. Prima la coscia, poi salendo piano piano arrivai alle mutande.</p><p>Sarà stata l'afa, sarà stata la mia agitazione nell'avere i miei genitori seduti proprio davanti, sentii le mutande di mia cugina (bianche di cotone con un disegnino di un animaletto cucito sopra) bollenti. L'interno coscia sudato e la mia mano che scivolava sempre più in appoggio alla patata.</p><p>Con un movimento rapido passai da sopra, scostai l'elastico e infilai la mia mano dentro. Subito sentii i suoi pochi peli che crescevano sul pube come fosserò fili d'erba ruvidi rispetto al liscio della sua pelle. Per me fu una cosa particolare perchè io ero ancora glabro sul pube. Infilai il dito medio tra le grandi labbra e la sensazione fu proprio di scivolamento.</p><p>Lei era bagnata fradicia. Il mini assorbente che portava lo dimostrava. Il mio palmo a contatto con le mutande divenne piuttosto umidiccio.</p><p>Per non far girare i miei, io mi mettei in mezzo al sedile posteriore e con la tetsa appoggiata sullo schienale di mia madre inizia a fare domande sui luoghi, i campanili, le campagne e qualsiasi cosa potesse mantenere acceso un dialogo. Nel frattempo la mia mano rimase ferma dentro le mutande di mia cugina per almeno 30-40 minuti, ogni tanto una pressione, ogni tanto un movimento...più dettato dai sobbalzi dell'auto che da una mia capacità o volontà di praticare qualsivoglia massaggio.</p><p>Finchè mia cugina mi prese la mano la scostò e mi fece uscire dalla matunde. Mi resi conto che per lei fosse altrettanto palpitante la paura di essere scoperta che ad un mio secondo tentativo mi bloccò.</p><p>Le mie dita erano bagnatissime e si asciugarono in fretta visto il calore all'interno dell'abitacolo. L'ordore però rimase e io mi passavo spesso le dita a grattarmi sotto il naso e quel misto di freschino, sudore e pipì leggermente dolciastro e acre allo stesso tempo, mi fece per la prima volta sentire il cosiddetto "scent of a woman"</p><p></p><p>Prima l'autunno poi l'inverno trascorsero tra di noi senza discorsi o altre occasioni. Arrivò la Pasqua, come quest'anno molto tardi, che ci portò a trascorrere 4-5 giorni nuovamente in un appartamentino al mare.</p><p>Dopo il viaggio, il pranzo e la cena, mia cugina disse che era stanca e con mal di pancia. Così mia zia e mia madre le dissero "vai a buttarti nel lettone" e gli diedero la borsa dell'acqua calda dietro.</p><p>Tempo 5 minuti iniziai anche io a lamentare grande stanchezze e dolori al pancino...ovviamente tutto finto...e come immaginavo mia madre disse "vai anche tu a coricarti nel lettone e fatti passare la borsa calda da tua cugina"</p><p>Non vedevo l'ora. Era la mia occasione di stare steso nel lettone sotto le coperte con mia cugina.</p><p>Al buio della stanza da letto e con i nostri genitori a parlare e chiaccherare in salotto, io ero eccitatissimo.</p><p>Ci misi pochi minuti ad entrare con le mani nei pantaloni del pigiama di mia cugina e altri pochi secondi a scostarle le mutandine.</p><p></p><p>Lei non oppose la minima resistenza. Era solo un po' rigida con le gambe ma la patata era calda, umida e moderatamente bagnata. Io inizia a sfregare l'indice su e giù dentro le grandi labbra.</p><p>Con mia grande, grandissima sorpresa, mia cugina appoggio la sua mano sul mio pene che era in fortissima erezione e da sopra il pigiama iniziò a stringermelo e rilasciarlo, in modo molto impacciato come se stesse usando un anti-stress. Tuttavia, quella era la prima volta che lei prendeva una iniziativa e che di sua spontanea volontà toccava il mio sesso.</p><p></p><p>Le sue cosce dapprima piuttosto chiuse e rigide, pian piano si rilassavano e la mia mano prendeva sempre più mobilità e confidenza con lo sfregamento della vulva. Soprii la sua vagina totalmente bagnata. Il mio dito che entrava delicatamente tra le grandi e piccole labbra, fino a penetrarla poco poco nel suo buchino ancora vergine e pertanto chiuso dall'imene. Scopri in quel frangente il clitoride e l'esistenza di una piccola fossetta sopra la vagina, l'uretra. Lei apprezzava molto ed io mi ero totalmente distratto dal fatto che lei stesse tenendo il mio pisello stretto nella sua mano destra.</p><p></p><p>Dovevamo restare totalmente silenti. I nostri genitori erano in salotto, solo 5 metri dietro la parete. Tuttavia senti il battito e il respiro di mia cugina accellerare fortemente. Il suo corpo iniziare a vibrare piano piano piano, fino a che i suoi muscoli delle gambe e delle braccia divennero tesi, rigidi, quasi come stesse reagendo ad un bagno in acqua freddissima. Lo capii con qualche anno di ritardo, ma avevo appena provocato un orgasmo a mia cugina.</p><p>Quella sua tensione si tradusse in una pressione fortissima delle sue dita sul mio pene. Pressione che mi riporto vigile e consapevole del fatto che mia cugina, per la prima volta, mi stesse strofinando l'uccello seppure da sopra il pantaloni del pigiama.</p><p>Ci misi pochissimo, eiaculai dentro le mie mutande immediatamente dopo il suo orgasmo. Non avevo nulla con cui asciugarmi ed essendo nella camera dei miei genitori non sapevo nemmeno in quale cassetto poter prendere un fazzoletto. La conseguenza fu che dovetti alzarmi dal letto e andare in bagno prima che la cosa divenisse imbarazzante e troppo evidente da non poter uscire dalla stanza.</p><p>Mi ripulii con la carta igienica le mutande e rimasi in bagno quasi 5 minuti per accertarmi che dai pantaloni non si evincesse nulla.</p><p></p><p>Uscito dal bagno vidi mia zia portare mia cugina in salotto, prendere una coperta e dirle "visto che hai detto che sei stanca adesso ti metti qui sulla poltrona letto a dormire, tanto tra 5 minuti andiamo a letto tutti".</p><p>Incrociai lo sguardo di mia cugina. In viso era rossa paonazza ed è probabile che la stessa cosa fosse per me. La faccia di mia zia invece era un misto di incazzatura e di giudizio universale.</p><p>Pensai "Che abbia capito cosa è successo? Ma come ha fatto che siamo stati silenziosimi?"</p><p>Siccome anche io avrei dormito in salotto su un'altra poltrona letto, assieme ai miei zii che avrebbero usato il divano letto, rimasi in piedi ad attendere che tutti si andasse a dormire.</p><p></p><p>Mia cugina inizio le mestruazioni proprio il mese successivo e complice l'indottrinamento di mia zia, non riuscii più ad avere accesso alle sue carni. Le risposte erano, eravamo bambini, abbiamo fatto cose innocenti, è normale che potesse accadere, siamo curiosi, ma adesso per me è pericoloso e non posso più giocare con queste cose, sono una donna ormai.</p><p>Ovviamente io ero ancora bimbo per lei e con la sua crescita la sua attenzione ben presto si spostò ai compagni di scuola.</p><p></p><p>Ancora una volta, tanta fatica per restare alla fine con un pugno di mosche.</p><p></p><p>That's all folk!</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Pape, post: 16404081"] Quell'esperienza vissuta con la mia vicina di casa, mi portò a pormi alcune domande riguardo la femmine, i loro pensieri in merito al "sesso" (inteso come organo) e alla loro necessità di legare per avere un morosetto. Cosa che io francamente non consideravo proprio e che anzi mi imbarazzava. Sin dall'asilo avevo alcune bambine che mi salutavano, che mi cercavano per parlare e stare assieme a me. In alcuni casi persino mi difendendevano dai compagni stronzetti, graffiandoli con una tale aggressività che, all'epoca, non capivo...anche se ne restavo piacevolmente sorpeso. Insomma...ero io il morosetto di turno. Piano piano iniziavo a capire che da parte delle femmine c'era la necessità di emulare i comportamenti dei grandi. Comportamenti che ogni giorno avevo davanti, ma ai quali, io, non davo particolare importanza. Fu così che terminata la pratica clandestina del sottoscala con la vicina, mi trovai a vedere mia cugina, anche lei di un anno più grande, come la logica sostituta della vicina. Ma come si poteva fare ad intavolare la cosa. Purtroppo, diversamente dalla vicina, la cugina non godeva di molta libertà da parte di mia zia, che essendo una donna molto autoritaria, era abituata a mantenere un controllo piuttosto vigile sull'attività della figlia in termini di spostamenti, tempo trascorso e capitava spesso che irrompesse in stanze da noi chiuse senza il minimo rumore di preavviso. Tanto che all'apertura della porta più di una volta sobbalzavamo dallo spavento. Ugualmente però, causa lunghe chiaccherate e discussioni da parte dei nostri genitori durante le cene a casa mia o sua, ci ritrovavamo spesso e volentieri soli nelle nostre camerette a giocare. Fu da lei che conobbi Barbie e Ken e tra un cambio di vestiti e l'altro restavano spesso nudi. Fu così che, per provacarla, una sera prima di andare via da casa sua, misi Ken e Barbie nudi ognuno con la testa sulle gambe dell'altra, in una sorta di 69. La volta dopo che incontrai mia cugina, mi chiese subito se fossi stato io a farlo e perchè, in quanto sua mamma li aveva notati e le aveva chiesto spiegazioni. Ho realizzato in quel momento che mia cugina capiva benissimo il perchè e che era incuriosita quanto me dalla cosa. La prima volta che iniziai a toccarla fu con il piede. Giocavamo a scacchi, carte o qualcos'altro, sulla scrivania di uno studiolo a casa mia. Io seduto da una parte e lei di fronte. Prima misi un piede sulla sedia tra le sue cosce e vedendo che la cosa non sortiva ritrosie da parte sua, inizia ad allungarlo piano piano fino a che ad un certo punto riuscii ad appoggiarmi alla patata. Ricordo bene che giocavamo e allo stesso tempo ci guardavamo sorridenti e io con il mio alluce premevo sempre di più ripetutamente sui suoi pantaloni di cotone della tua che usava spessissimo per sentirsi più comoda. All'inizio ci fu molto imbarazzo, più suo che mio in verità, ma la pratica non sembrava dispiacere a lei. Fu così che in breve tempo divenne una cosa di abitudine durante i nostri giochi di "società" a casa mia. Iniziò a venire con le gonne e ogni volta vedevo in lei sempre di più la volontà di appoggiarsi al mio dito del piede, fino ad arrivare lei stessa a spingere con il suo bacino, sedendosi in punta di sedia. La cosa che notavo e che spesso dopo questa mia pratica di pressione alla vulva, lei dopo un po' si scusava con me e di diceva "devo andare i bagno a fare pipì". Un po' mi scocciava interrompere quella pratica, pensai che l'andare in bagno potesse essere una scusa per fermarmi. Incuriosito iniziai così a spiarla dal buco delle serratura per vedere (e sentire) se facesse veramente fare pipì. Non solo la sentivo farla ma anzi la vedevo pulirsi più e più volte con abbondante carta igienica. La paura di essere scoperto dai miei o da mia zia era enorme, ma questa paura non faceva che aumentare io mio stato di eccitazione. Così ogni volta che andava in bagno io correvo a spiarla e compresi che la tanta carta igienica serviva per asciugarsi non solo dalla pipì ma anche dal muco sceso in modo molto abbondante. Non ci volle molto al fatto che, rientrata lei nello studiolo, io stesso mi fiondassi in bagno subito dopo e, con due smanettate, svuotavo la canna dalla lunga eccitazione. Peccato che non riuscii mai a farle fare la stessa cosa del piede con me. Il mio pisello ogi volta scoppiava letteralmente e non avevo modo di avere un suo contatto con esso. Complici le vacanze estive e la nostra voglia di vedere il mare, dopo anni di solo lago, convinse i nostri genitori ad affittare un appartamento al mare nel mese di agosto. Metà mese miei zii e metà mese noi. Subito io chiedetti ed ottenni che mia cugina proseguisse le vacanze restando con noi. A parte le solite strusciate di piede la prima estate non accadde nulla di particolare. Solo durante il viaggio di rientro... noi seduti sul sedile posteriore della Fiat 124 special di mio padre, caldo afoso e finistrini e deflettori semi aperti per arieggiare...io misi una mano sotto la gonna di mia cugina. Lei non si oppose minimamente. Prima la coscia, poi salendo piano piano arrivai alle mutande. Sarà stata l'afa, sarà stata la mia agitazione nell'avere i miei genitori seduti proprio davanti, sentii le mutande di mia cugina (bianche di cotone con un disegnino di un animaletto cucito sopra) bollenti. L'interno coscia sudato e la mia mano che scivolava sempre più in appoggio alla patata. Con un movimento rapido passai da sopra, scostai l'elastico e infilai la mia mano dentro. Subito sentii i suoi pochi peli che crescevano sul pube come fosserò fili d'erba ruvidi rispetto al liscio della sua pelle. Per me fu una cosa particolare perchè io ero ancora glabro sul pube. Infilai il dito medio tra le grandi labbra e la sensazione fu proprio di scivolamento. Lei era bagnata fradicia. Il mini assorbente che portava lo dimostrava. Il mio palmo a contatto con le mutande divenne piuttosto umidiccio. Per non far girare i miei, io mi mettei in mezzo al sedile posteriore e con la tetsa appoggiata sullo schienale di mia madre inizia a fare domande sui luoghi, i campanili, le campagne e qualsiasi cosa potesse mantenere acceso un dialogo. Nel frattempo la mia mano rimase ferma dentro le mutande di mia cugina per almeno 30-40 minuti, ogni tanto una pressione, ogni tanto un movimento...più dettato dai sobbalzi dell'auto che da una mia capacità o volontà di praticare qualsivoglia massaggio. Finchè mia cugina mi prese la mano la scostò e mi fece uscire dalla matunde. Mi resi conto che per lei fosse altrettanto palpitante la paura di essere scoperta che ad un mio secondo tentativo mi bloccò. Le mie dita erano bagnatissime e si asciugarono in fretta visto il calore all'interno dell'abitacolo. L'ordore però rimase e io mi passavo spesso le dita a grattarmi sotto il naso e quel misto di freschino, sudore e pipì leggermente dolciastro e acre allo stesso tempo, mi fece per la prima volta sentire il cosiddetto "scent of a woman" Prima l'autunno poi l'inverno trascorsero tra di noi senza discorsi o altre occasioni. Arrivò la Pasqua, come quest'anno molto tardi, che ci portò a trascorrere 4-5 giorni nuovamente in un appartamentino al mare. Dopo il viaggio, il pranzo e la cena, mia cugina disse che era stanca e con mal di pancia. Così mia zia e mia madre le dissero "vai a buttarti nel lettone" e gli diedero la borsa dell'acqua calda dietro. Tempo 5 minuti iniziai anche io a lamentare grande stanchezze e dolori al pancino...ovviamente tutto finto...e come immaginavo mia madre disse "vai anche tu a coricarti nel lettone e fatti passare la borsa calda da tua cugina" Non vedevo l'ora. Era la mia occasione di stare steso nel lettone sotto le coperte con mia cugina. Al buio della stanza da letto e con i nostri genitori a parlare e chiaccherare in salotto, io ero eccitatissimo. Ci misi pochi minuti ad entrare con le mani nei pantaloni del pigiama di mia cugina e altri pochi secondi a scostarle le mutandine. Lei non oppose la minima resistenza. Era solo un po' rigida con le gambe ma la patata era calda, umida e moderatamente bagnata. Io inizia a sfregare l'indice su e giù dentro le grandi labbra. Con mia grande, grandissima sorpresa, mia cugina appoggio la sua mano sul mio pene che era in fortissima erezione e da sopra il pigiama iniziò a stringermelo e rilasciarlo, in modo molto impacciato come se stesse usando un anti-stress. Tuttavia, quella era la prima volta che lei prendeva una iniziativa e che di sua spontanea volontà toccava il mio sesso. Le sue cosce dapprima piuttosto chiuse e rigide, pian piano si rilassavano e la mia mano prendeva sempre più mobilità e confidenza con lo sfregamento della vulva. Soprii la sua vagina totalmente bagnata. Il mio dito che entrava delicatamente tra le grandi e piccole labbra, fino a penetrarla poco poco nel suo buchino ancora vergine e pertanto chiuso dall'imene. Scopri in quel frangente il clitoride e l'esistenza di una piccola fossetta sopra la vagina, l'uretra. Lei apprezzava molto ed io mi ero totalmente distratto dal fatto che lei stesse tenendo il mio pisello stretto nella sua mano destra. Dovevamo restare totalmente silenti. I nostri genitori erano in salotto, solo 5 metri dietro la parete. Tuttavia senti il battito e il respiro di mia cugina accellerare fortemente. Il suo corpo iniziare a vibrare piano piano piano, fino a che i suoi muscoli delle gambe e delle braccia divennero tesi, rigidi, quasi come stesse reagendo ad un bagno in acqua freddissima. Lo capii con qualche anno di ritardo, ma avevo appena provocato un orgasmo a mia cugina. Quella sua tensione si tradusse in una pressione fortissima delle sue dita sul mio pene. Pressione che mi riporto vigile e consapevole del fatto che mia cugina, per la prima volta, mi stesse strofinando l'uccello seppure da sopra il pantaloni del pigiama. Ci misi pochissimo, eiaculai dentro le mie mutande immediatamente dopo il suo orgasmo. Non avevo nulla con cui asciugarmi ed essendo nella camera dei miei genitori non sapevo nemmeno in quale cassetto poter prendere un fazzoletto. La conseguenza fu che dovetti alzarmi dal letto e andare in bagno prima che la cosa divenisse imbarazzante e troppo evidente da non poter uscire dalla stanza. Mi ripulii con la carta igienica le mutande e rimasi in bagno quasi 5 minuti per accertarmi che dai pantaloni non si evincesse nulla. Uscito dal bagno vidi mia zia portare mia cugina in salotto, prendere una coperta e dirle "visto che hai detto che sei stanca adesso ti metti qui sulla poltrona letto a dormire, tanto tra 5 minuti andiamo a letto tutti". Incrociai lo sguardo di mia cugina. In viso era rossa paonazza ed è probabile che la stessa cosa fosse per me. La faccia di mia zia invece era un misto di incazzatura e di giudizio universale. Pensai "Che abbia capito cosa è successo? Ma come ha fatto che siamo stati silenziosimi?" Siccome anche io avrei dormito in salotto su un'altra poltrona letto, assieme ai miei zii che avrebbero usato il divano letto, rimasi in piedi ad attendere che tutti si andasse a dormire. Mia cugina inizio le mestruazioni proprio il mese successivo e complice l'indottrinamento di mia zia, non riuscii più ad avere accesso alle sue carni. Le risposte erano, eravamo bambini, abbiamo fatto cose innocenti, è normale che potesse accadere, siamo curiosi, ma adesso per me è pericoloso e non posso più giocare con queste cose, sono una donna ormai. Ovviamente io ero ancora bimbo per lei e con la sua crescita la sua attenzione ben presto si spostò ai compagni di scuola. Ancora una volta, tanta fatica per restare alla fine con un pugno di mosche. That's all folk! [/QUOTE]
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