E
ErosVagante
Guest
In un incantevole scenario montano, coperto da un manto di neve candida, la nostra Land Rover procedeva silenziosa. Mio padre, un uomo d'affari dal grande carisma, guidava con sicurezza e attenzione, mentre mia madre, figlia di un noto industriale, contemplava il panorama con uno sguardo che rifletteva la sua eleganza e raffinatezza..
Io, un giovane universitario di 19 anni, contemplavo il panorama innevato dalla finestra della macchina, immerso nei miei pensieri. La neve scintillante rendeva il viaggio un'esperienza magica, mentre la prospettiva di condividere il Natale con i parenti stretti aggiungeva una nota di eccitazione all'atmosfera.
La villa in montagna si profilava all'orizzonte come un rifugio invitante, pronta ad accoglierci in un abbraccio caldo e festoso. Le luci esterne illuminavano il viale, creando un sentiero di benvenuto nel cuore dell'inverno. I fiocchi di neve danzavano nell'aria mentre ci dirigevamo verso la dimora, pronti per celebrare il Natale con i nostri parenti stretti.
Come ogni anno l’intera famiglia si riuniva per festeggiare il Natale.
Con grande impegno, gli inservienti avevano allestito la villa per l'occasione. La facciata era ornata da luminose decorazioni, regalando un'atmosfera magica appena si varcava la soglia. Il salotto, fulcro delle festività, risplendeva di calore e luce. Un grande albero di Natale, scintillante di luci e ornamenti scelti con cura, dominava l'angolo, diffondendo un'aria di gioiosa attesa.
Entrando, fummo accolti dal calore avvolgente del camino che crepitava gioiosamente. La nostra famiglia, con sorrisi luminosi e occhi scintillanti, si addentrò nel salone decorato con gusto, mentre la tavola, elegantemente apparecchiata, era adornata da un centrotavola a tema natalizio, con candele scintillanti e dettagli festivi che creavano un'atmosfera di festa.
Il profumo avvolgente di pino e legna bruciata colmava l'aria, mescolandosi alla sensazione di eccitazione e condivisione. Le risate echeggiavano attraverso la villa, mentre i parenti stretti si riunivano per condividere l'emozione del Natale. La magia della stagione si rifletteva non solo nelle decorazioni impeccabili, ma anche nell'affetto palpabile che riempiva ogni angolo della villa.
Io personalmente ho sempre odiato le feste, le considero una perdita di tempo, e particolarmente ora che ho appena compiuto 18, ma non ho potuto tirarmi indietro e così ancora una volta sono seduto a cena in mezzo a tutti i miei parenti.
Data la mia raggiunta maggiore età però non siedo più al tavolo dei bambini, ma sono stato elevato al rango di adulto, potrò avere il vino magra consolazione, e sono finito a sedere ad una estremità del tavolo, alla mia sinistra il vuoto alla mia destra mia zia Beatrice.
La mia zia ha perso il marito solo due anni dopo il matrimonio in un tragico incidente stradale. Questa tragedia ha avuto un impatto profondo sulla sua vita e sulla sua percezione del matrimonio. Nonostante la perdita, ha scelto di non risposarsi e ha concentrato la sua energia nel rafforzare i legami familiari, specialmente con me, suo figlioccio di battesimo. La sua influenza su di me è stata notevole, trattandomi come un figlio e creando un legame speciale tra di noi. Nonostante la situazione difficile, lei è rimasta una persona allegra e luminosa, perpetuamente animata da una curiosità instancabile e una costante attenzione al suo aspetto. La sua eleganza nel vestire non solo rifletteva un gusto raffinato, ma contribuiva anche a conferirle un'aura di sensualità, accentuando la sua bellezza in modo sottile e affascinante.
La sua eleganza, unita a un tocco di sensualità, crea un mix irresistibile. C'è qualcosa di affascinante nell'armonia tra il suo stile sofisticato e la bellezza intrinseca. È davvero una donna straordinariamente affascinante, capace di lasciare un'impressione indelebile con la sua presenza.
La cena di Natale fu una sinfonia di sapori natalizi. Il tavolo, elegantemente apparecchiato, ospitava prelibatezze che facevano onore alla tradizione. Antipasti raffinati, seguiti da un piatto principale di tacchino arrosto, contorni di patate al forno e verdure di stagione, deliziavano il palato. Il vino scorreva leggero, mentre i dolci natalizi, tra panettone e pandoro, arricchivano il pasto in dolcezza. Il calore del camino e il tintinnio dei bicchieri contribuivano a creare un'atmosfera festosa.
La presenza di mia zia vicino a me almeno mi permette di ingannare piacevolmente il tempo della cena che, come al solito si prospetta terribilmente noiosa. Fino dalla mia prima adolescenza ho visto in mia zia tutto quello che desidera un uomo, lunghi capelli mossi, occhi azzurri, due labbra carnose ed un corpo statuario, giunonico, che lei amabilmente esaltava indossando sempre gonne molto attillate e generose scollature.
E questa sera per l’appunto mi sto perdendo nell’empio scollo della sua camicetta, una camicetta di seta leopardata i cui bottoni trattengono a stento il suo seno.
Per tutta la cena ho osservato i suoi seni, e già alla fine delle varie portata mi sono accorto dai suoi sguardi di disapprovazione che la mia attenzione non le era passata inosservata.
Ma complici, il vino, il cibo, e la noiosa cena, le mie attenzioni si sono fatte più audaci, e lentamente con sempre maggiore decisione ho avvicinato la mia gamba sino ad entrare in contatto con la sua coscia.
Lei con mio stupore mi ha gelato con un’occhiata, ma non si è sottratta al contatto, la mia eccitazione e la mia audacia sono salite alle stelle, attratto ed eccitato da ogni suo gesto. Ho osservato per tutta la cena insistentemente il suo corpo, ed alla fine della portata dei dolci, convinto che oramai tutti fossero distratti dal cibo e dai vini, ho allungato con fare distratto una mano sulla sua coscia, ricevendone in cambio solo l’ennesima gelida occhiata.
Mi trovai in una situazione ambigua e affascinante. Non riuscivo a capire appieno il suo comportamento sfuggente. Le sue occhiate erano gelide, ma allo stesso tempo non respingeva il mio contatto. C'era una tensione elettrizzante tra di noi, e a tratti mi sorrideva in modo audace, quasi invitante. Quel sorriso misterioso mi faceva chiedere cosa nascondesse dietro quella maschera enigmatica. Era come se volesse farmi cadere in una trappola, ma allo stesso tempo mi attirava irresistibilmente. Era un gioco di seduzione che mi lasciava con il fiato sospeso, incapace di resistere al suo fascino intrigante.
Dopo la cena, nell'attesa della mezzanotte, mentre i parenti si lasciavano andare a chiacchiere oziose, mia zia, con un sorriso complice, si rivolse ai miei genitori, chiedendo gentilmente il permesso di farsi accompagnare dal suo nipote prediletto a casa sua per recuperare un oggetto dimenticato. La sua richiesta, formulata con garbo e astuzia, fu accolta con un cenno positivo da parte dei miei genitori, ignari della trama che si stava svolgendo.
A bordo dell'auto, la tensione era tangibile mentre attraversavamo le strade deserte. La notte, avvolta da un candido mantello di neve, sembrava intensificare il mistero dell'intera situazione. Mentre guidava, la sua gonna si sollevò, svelando il delicato bordo delle calze autoreggenti. Quella visione mi lasciò come in uno stato di incanto.
Lei notò il mio sguardo insistente sulle sue cosce, ma con destrezza e un sorriso enigmatico mi annunciò con eleganza l'arrivo alla sua dimora, ponendo fine alla mia distrazione.
Arrivati davanti alla sua dimora, un'atmosfera di intimità ci avvolse. Mia zia, con grazia, mi invitò ad entrare. Appena varcammo la soglia, chiuse la porta alle nostre spalle. Attraverso la penombra della casa, si diresse verso una stanza lontana, chiedendomi di seguirla. Prese una scatola con un fiocco rosso, era un regalo. Con voce seducente, mi disse: "Tutto bene Paolino, ti fa piacere se nel frattempo rimaniamo un pò qui? Ecco vedi questo è il mio regalo per te, però quest'anno volevo regalarti qualcosa di più intimo."
Avrei voluto gettarmi su di lei, un forte desiderio mi pervase, la mia reazione fu immediata e evidente, il mio pacco si ingrossò istintivamente e lei non poteva fare a meno di accorgersene. L'imbarazzo era palpabile, ma mia zia sorrise, si avvicinò alla mia guancia e sussurrò quasi come se volesse rassicurarmi: “Non devi vergognarti”, guardando la mia eccitazione, “è naturale e positivo che tu ce l’abbia“.
In seguito, con un gesto sensuale, avvolse il mio corpo in un abbraccio deciso, creando un'atmosfera ancora più intrigante.
Il silenzio sospeso nell'aria venne interrotto solo dal battito accelerato dei nostri cuori. Mia zia, con uno sguardo intenso, si avvicinò e, con dolcezza, mi donò un bacio appassionato. Il tempo sembrò fermarsi per un istante, mentre la magia del momento ci avvolgeva come una coperta calda in una notte d'inverno.
Quel bacio, intriso di significati nascosti e promesse ardenti, ha tessuto fra noi un legame avvolto nella sensualità. Il calore della stanza e l'intensità di quel gesto hanno svelato un affetto profondo e appassionato. In quell'istante, la magia del Natale si è manifestata in una connessione segreta, era veramente regalo intimo, prezioso scambiato furtivamente tra me e lei, in un vortice di passione e mistero.
I nostri corpi, avvolti in un abbraccio appassionato, si fusero in un'unica entità sensuale. Sentivamo il calore reciproco, e i nostri cuori battevano all'unisono, come una sinfonia di desiderio. Immersi in una passione travolgente, ogni carezza era un sussurro di desiderio, ogni respiro era carico di intensità. La magia del Natale si trasformò in un momento di connessione carnale, dove il tempo sembrava sospeso, e solo la passione guidava il nostro incontro segreto.
Il bacio, un incontro di lingue furtive, ha dato vita a un gioco seducente e avvincente. Le nostre lingue danzavano con un'intimità giocosa, esplorando territori sconosciuti con una dolce audacia. Ogni sfioramento era un'arte, un linguaggio segreto scritto con la morbidezza e la passione. In quel momento, il bacio diventò una sinfonia di desideri, un dialogo senza parole che svelava il profondo intreccio delle nostre anime in un'unione sensuale e misteriosa.
Io l’abbracciai a mia volta cercando il giusto contatto tra il mio cazzo esageratamente duro rispetto al solito, la zia non si staccò, rimanemmo così mentre la mia mano che cominciava a perdere ogni blocco, le accarezzava la schiena in maniera sempre più decisa e sensuale, tanta era la nostra eccitazione.
Quando dopo pochi minuti la sentii staccare dal mio corpo ero triste ed ancora imbarazzato visto che il mio cazzo non voleva sentirne di calmarsi.
Per un attimo guardai il suo corpo, aveva i capezzoli belli duri e ben visibili dalla maglia attillata. Lei sorrise, poi con tutta la naturalezza del mondo si avvicinò e mi fece sedere sul letto, mi guardò e mi disse: “Vuoi che la zia ti aiuti?”
Io avevo completamente perso ogni vergogna, ma ero come paralizzato dalla situazione tanto sognata.
Fu così lei ad allungare la mano verso il mio pacco e dopo averlo accarezzato da sopra i pantaloni, portò la sua mano sulla cintura e decisa cercò di abbassarmela. Alzai leggermente le natiche e finalmente i pantaloni ed i miei slip caddero sulle caviglie.
Il mio cazzo bello duro ora svettava libero pulsante, desideroso di sesso, con la mia zietta al mio fianco sul letto, sembrava un sogno.
La sua mano lo strinse alla base e cominciò a muoverlo su e giù con estrema dolcezza, la pelle faceva scomparire e ricomparire sempre più grande la mia cappella. Lle cinsi la vita, tremavo al cospetto, ora la mia mano con decisione si fece largo entrando sotto la maglia di seta ed accarezzava il suo pancino. La carne che stavo toccando era vera, reale, non sognata, e mia zia mi lasciava fare...così mi feci largo finché non raggiunsi la vera carne, il suo seno esterno….morbido e duro allo stesso tempo….che sensazione…stavo davvero esplorando il corpo di una donna e soprattutto della mia cara zietta che continuava a lasciarmi giocare senza dirmi nulla. In silenzio mentre lentamente mi facevo largo sotto la sua maglietta che oramai era salita bloccata solo dalla sporgenza di quei prosperosi seni.
Lasciò così per un attimo il mio cazzo e guardandomi sollevo’ la maglia facendo svettare i suoi seni bianchi e decisamente grandi e sodi, come quelli visti in tante riviste, i suoi capezzoli erano duri e tesi. Mi sorrise e mi disse come una vera maitresse “Toccale Paolino”, e non me lo feci ripetere. Sfioravo quelle belle montagne di carne mentre mia zia ora aveva portato le mani sul materasso dietro la schiena, inarcando la testa all’indietro “gemeva” ad occhi chiusi, mi stava regalando il suo corpo voluttuoso. Io impacciato ma voglioso portai la mia bocca a succhiare avidamente quelle fantastiche bocce, succhiavo con bramosia quei capezzoli come un bambino che ha bisogno del latte materno. Ora mia zia gemeva forte, e questo mi fece perdere il controllo cercai di saltarle decisamente addosso come facevo con il cuscino quando mi segavo, ma lei disse: “Aspetta Paolino, un attimo”, mi fece alzare in piedi e riprese il cazzo tra le sue mani.
Era seduta davanti a me con i seni nudi, i capezzoli duri ed io in piedi di fronte a lei con una voglia di venire che sentivo crescere in me, bastarono solo due scappellate a fare sì che il mio corpo si potesse contrarre. Zia si accorse che ero oramai oltre, non potevo più fermarmi e lei non poteva spostarsi….ero oramai arrivato, e rosso in viso cominciai a sentire uscire dal mio cazzo tutto lo sperma che avevo nelle palle. I fiotti che uscirono con potenza finirono ovunque, e quasi tutti sul corpo della mia zietta che però soavemente continuava a mandarmi il cazzo su e giù tenendolo stretto fino a quando l’ultimo fiotto debole non iniziò a colare sulla sua mano.
“Sei contento Paolino?”, chiese mia zia mentre davanti a lei il mio cazzo cominciava inesorabilmente ad afflosciarsi.
Io sorrisi e mi gettai tra le sue braccia, avevo bisogno di affetto in quel momento….finii sopra di lei, sentii la sua mano accarezzarmi i capelli, mentre mi sussurrava dolcemente all’orecchio: ”Va tutto bene ….va tutto bene Paolino….rilassati ora”.
Passarono 5 minuti circa credo, 5 minuti nei quali rimanemmo uno sopra l’altro, io solo con la magliettina, e lei con la parte superiore nuda che premeva contro di me….i nostri visi incastrati guancia contro guancia.
Fu lì che sentii nuovamente il mio cazzo diventare duro, anche quando mi segavo in poco tempo si riprendeva ma stavolta era diverso, avevo il corpo di una vera donna sotto di me, e soprattutto era mia zia.
In quella posizione il mio cazzo spingeva proprio contro il vestito di mia zia nella zona del suo boschetto, solo a pensarci cominciai a muovermi come facevo ogni giorno contro il cuscino, mia zia questa volta parlo’.
“Piano Paolo…fermati….non possiamo andare oltre piccolo”. Io non capivo più nulla, so solo che spingevo forte mia zia sul letto. “Piano Paolo, fermati….questo non si può!” Ma io oramai ero partito, le mie mani che stringevano ora in maniera forte i suoi seni, scesero in basso verso il suo vestito. Mia zia si divincolava cercando di fermare le mie mani, ma ero oramai partito, e quando arrivai alle sue coscie, le strinsi forte. Subito mi diressi su, subito riuscii ad arrivare fino a toccare i suoi slippini laterali, mentre il mio corpo era ben piazzato sopra di lei.
“Fermati Paolo, per l’amor del cielo, sono tua zia, non possiamo fare questo”, continuava a chiedermi mia zia (poco convinta in verità), aveva però capito che forse mi aveva portato ad un punto troppo alto per potermi fermare, perché di colpo mi disse: “Aspetta fai piano…non c’è fretta….calma piccolo.”
Io stavo già tirando con forza l’elastico dei suoi slippini che facilmente scesero, e mia zia portando le sue mani le tolse lasciandola completamente nuda sotto di me.
Mi riposizionai sopra e lei mi agevolò, aprendo quel tanto che bastava le sue belle cosce nude per permettermi di posizionare il mio cazzo nuovamente durissimo sopra quel boschetto bello, folto di peli neri. Stesi le braccia, ed ora potevo vederla bene, il suo viso arrossato dal calore mi guardava, mentre i suoi seni belli sodi avevano due capezzoli che sembravano chiodi, ma non chiodini, erano larghi e lunghi…..bellissimi. Portai quindi il mio sguardo in basso e li sotto il mio cazzo in piena erezione giaceva adesso su un quel boschetto folto e nero.
“Paolo rilassati….respira”, diceva concitata mia zia, sapeva che non mi sarei fermato, sapeva che eravamo arrivati ad un punto di non ritorno….dovevo scopare… sapeva però anche che al di là di video e giornaletti, non sapevo bene come fare, non avevo nemmeno 14 anni, ero sì infoiato, ma non avevo nessuna esperienza.
Lei aprì le cosce nude, portò la mano in basso e prese la mia verga ormai dura come la roccia, lo masturbò un paio di volte su e giù, e poi lo diresse in basso, all’entrata del boschetto. Ora la posizione sembrava proprio quella del cuscino e dei film, ma a differenza sentii la mia cappella bagnarsi degli umori di mia zia. Fu un attimo: mia zia lasciò il cazzo e mi disse “Ora spingi piano Paolino”.
Spinsi col bacino e vidi il mio cazzo scappellato svanire dentro mia zia.
“Spingilo tutto fino in fondo, Paolino!”, e così feci.
Più entravo e più sentivo la mia verga bagnarsi….il rumore che sentivo sembrava acqua, cominciai a muovermi con forza, come quando mi segavo. Mia zia era sdraiata con gli occhi chiusi e diceva solo: “O mio Dio, cosa sto facendo!”, ma quasi non la ascoltavo, adesso volevo solo scopare.
Entravo con forza. Mia zia a cosce aperte e occhi chiusi si lasciò scopare. Gemeva per quanto volesse controllarsi, ma io in quel frangente pensavo solo a me….era nuda sotto di me e mi stava regalando il suo corpo nudo, mi stava regalando la sua fica, ed io avidamente la stavo sfruttando tutta!
Bastarono pochi minuti e cominciai a sentire un calore crescere in me in maniera incontrollabile. Fu lì che sentii nuovamente la voce di mia zia: ”Paolo piano, per favore non venirmi dentro, ok?……tiralo fuori quando ci sei!”. Io però ero come in trance, ingrifato volevo riempirla, volevo sborrare dentro alla fica di mia zia, e lei se ne accorse, ma sapeva che non mi avrebbe potuto fermare. E così ecco finalmente arrivare l’orgasmo…..la sborra usciva dal mio cazzo ed entrava nel pancino di mia zia….che meravigliosa sborrata…..continuavo a pompare indemoniato finché il mio cazzo stanco cominciò ad afflosciarsi e svenni stanco e sudato sul corpo nudo di mia zia Beatrice. Contrariamente a quanto mi aspettavo, mi accarezzò nuovamente i capelli come a proteggermi, sussurrandomi: “Ci sono io per te piccolo…rilassati, rilassati….sei il mio piccolino, il mio dolce tesoro!”
Dopo quel momento intimo, ci rivestimmo con discrezione e lasciammo la casa, dirigendoci verso l'auto. Nel corso del tragitto, tenevo affettuosamente il mio braccio intorno al suo collo, completamente appagato dal suo affetto. Il silenzio fra noi era confortante, un legame taciuto ma profondo, mentre la strada si stendeva davanti a noi come un cammino promettente. L'aria serale sembrava avvolgerci in un'atmosfera di complicità, e la guida tranquilla rifletteva la quiete dei nostri cuori.
Rientrammo nella villa dei miei genitori proprio in tempo per lo scambio dei regali. Mia zia mi donò un delicato bracciale d'oro con il mio nome inciso e la frase: “da parte di zia Beatrice”. Un regalo destinato a diventare un tesoro, custodito gelosamente per tutta la vita. La serata si svolse tra risate, cibo delizioso e il calore della famiglia, mentre quel bracciale adornava il mio polso come un legame prezioso con quel momento speciale vissuto con tanta passione..
Fine prima parte, continua.
PS: Spero che il mio racconto abbia catturato la vostra attenzione e vi abbia regalato qualche momento di piacere e evasione. Mi farebbe davvero piacere sentire cosa ne pensate, quindi vi invito a lasciare un commento con le vostre impressioni. Grazie mille per aver letto e per ogni parola che vorrete condividere!
Io, un giovane universitario di 19 anni, contemplavo il panorama innevato dalla finestra della macchina, immerso nei miei pensieri. La neve scintillante rendeva il viaggio un'esperienza magica, mentre la prospettiva di condividere il Natale con i parenti stretti aggiungeva una nota di eccitazione all'atmosfera.
La villa in montagna si profilava all'orizzonte come un rifugio invitante, pronta ad accoglierci in un abbraccio caldo e festoso. Le luci esterne illuminavano il viale, creando un sentiero di benvenuto nel cuore dell'inverno. I fiocchi di neve danzavano nell'aria mentre ci dirigevamo verso la dimora, pronti per celebrare il Natale con i nostri parenti stretti.
Come ogni anno l’intera famiglia si riuniva per festeggiare il Natale.
Con grande impegno, gli inservienti avevano allestito la villa per l'occasione. La facciata era ornata da luminose decorazioni, regalando un'atmosfera magica appena si varcava la soglia. Il salotto, fulcro delle festività, risplendeva di calore e luce. Un grande albero di Natale, scintillante di luci e ornamenti scelti con cura, dominava l'angolo, diffondendo un'aria di gioiosa attesa.
Entrando, fummo accolti dal calore avvolgente del camino che crepitava gioiosamente. La nostra famiglia, con sorrisi luminosi e occhi scintillanti, si addentrò nel salone decorato con gusto, mentre la tavola, elegantemente apparecchiata, era adornata da un centrotavola a tema natalizio, con candele scintillanti e dettagli festivi che creavano un'atmosfera di festa.
Il profumo avvolgente di pino e legna bruciata colmava l'aria, mescolandosi alla sensazione di eccitazione e condivisione. Le risate echeggiavano attraverso la villa, mentre i parenti stretti si riunivano per condividere l'emozione del Natale. La magia della stagione si rifletteva non solo nelle decorazioni impeccabili, ma anche nell'affetto palpabile che riempiva ogni angolo della villa.
Io personalmente ho sempre odiato le feste, le considero una perdita di tempo, e particolarmente ora che ho appena compiuto 18, ma non ho potuto tirarmi indietro e così ancora una volta sono seduto a cena in mezzo a tutti i miei parenti.
Data la mia raggiunta maggiore età però non siedo più al tavolo dei bambini, ma sono stato elevato al rango di adulto, potrò avere il vino magra consolazione, e sono finito a sedere ad una estremità del tavolo, alla mia sinistra il vuoto alla mia destra mia zia Beatrice.
La mia zia ha perso il marito solo due anni dopo il matrimonio in un tragico incidente stradale. Questa tragedia ha avuto un impatto profondo sulla sua vita e sulla sua percezione del matrimonio. Nonostante la perdita, ha scelto di non risposarsi e ha concentrato la sua energia nel rafforzare i legami familiari, specialmente con me, suo figlioccio di battesimo. La sua influenza su di me è stata notevole, trattandomi come un figlio e creando un legame speciale tra di noi. Nonostante la situazione difficile, lei è rimasta una persona allegra e luminosa, perpetuamente animata da una curiosità instancabile e una costante attenzione al suo aspetto. La sua eleganza nel vestire non solo rifletteva un gusto raffinato, ma contribuiva anche a conferirle un'aura di sensualità, accentuando la sua bellezza in modo sottile e affascinante.
La sua eleganza, unita a un tocco di sensualità, crea un mix irresistibile. C'è qualcosa di affascinante nell'armonia tra il suo stile sofisticato e la bellezza intrinseca. È davvero una donna straordinariamente affascinante, capace di lasciare un'impressione indelebile con la sua presenza.
La cena di Natale fu una sinfonia di sapori natalizi. Il tavolo, elegantemente apparecchiato, ospitava prelibatezze che facevano onore alla tradizione. Antipasti raffinati, seguiti da un piatto principale di tacchino arrosto, contorni di patate al forno e verdure di stagione, deliziavano il palato. Il vino scorreva leggero, mentre i dolci natalizi, tra panettone e pandoro, arricchivano il pasto in dolcezza. Il calore del camino e il tintinnio dei bicchieri contribuivano a creare un'atmosfera festosa.
La presenza di mia zia vicino a me almeno mi permette di ingannare piacevolmente il tempo della cena che, come al solito si prospetta terribilmente noiosa. Fino dalla mia prima adolescenza ho visto in mia zia tutto quello che desidera un uomo, lunghi capelli mossi, occhi azzurri, due labbra carnose ed un corpo statuario, giunonico, che lei amabilmente esaltava indossando sempre gonne molto attillate e generose scollature.
E questa sera per l’appunto mi sto perdendo nell’empio scollo della sua camicetta, una camicetta di seta leopardata i cui bottoni trattengono a stento il suo seno.
Per tutta la cena ho osservato i suoi seni, e già alla fine delle varie portata mi sono accorto dai suoi sguardi di disapprovazione che la mia attenzione non le era passata inosservata.
Ma complici, il vino, il cibo, e la noiosa cena, le mie attenzioni si sono fatte più audaci, e lentamente con sempre maggiore decisione ho avvicinato la mia gamba sino ad entrare in contatto con la sua coscia.
Lei con mio stupore mi ha gelato con un’occhiata, ma non si è sottratta al contatto, la mia eccitazione e la mia audacia sono salite alle stelle, attratto ed eccitato da ogni suo gesto. Ho osservato per tutta la cena insistentemente il suo corpo, ed alla fine della portata dei dolci, convinto che oramai tutti fossero distratti dal cibo e dai vini, ho allungato con fare distratto una mano sulla sua coscia, ricevendone in cambio solo l’ennesima gelida occhiata.
Mi trovai in una situazione ambigua e affascinante. Non riuscivo a capire appieno il suo comportamento sfuggente. Le sue occhiate erano gelide, ma allo stesso tempo non respingeva il mio contatto. C'era una tensione elettrizzante tra di noi, e a tratti mi sorrideva in modo audace, quasi invitante. Quel sorriso misterioso mi faceva chiedere cosa nascondesse dietro quella maschera enigmatica. Era come se volesse farmi cadere in una trappola, ma allo stesso tempo mi attirava irresistibilmente. Era un gioco di seduzione che mi lasciava con il fiato sospeso, incapace di resistere al suo fascino intrigante.
Dopo la cena, nell'attesa della mezzanotte, mentre i parenti si lasciavano andare a chiacchiere oziose, mia zia, con un sorriso complice, si rivolse ai miei genitori, chiedendo gentilmente il permesso di farsi accompagnare dal suo nipote prediletto a casa sua per recuperare un oggetto dimenticato. La sua richiesta, formulata con garbo e astuzia, fu accolta con un cenno positivo da parte dei miei genitori, ignari della trama che si stava svolgendo.
A bordo dell'auto, la tensione era tangibile mentre attraversavamo le strade deserte. La notte, avvolta da un candido mantello di neve, sembrava intensificare il mistero dell'intera situazione. Mentre guidava, la sua gonna si sollevò, svelando il delicato bordo delle calze autoreggenti. Quella visione mi lasciò come in uno stato di incanto.
Lei notò il mio sguardo insistente sulle sue cosce, ma con destrezza e un sorriso enigmatico mi annunciò con eleganza l'arrivo alla sua dimora, ponendo fine alla mia distrazione.
Arrivati davanti alla sua dimora, un'atmosfera di intimità ci avvolse. Mia zia, con grazia, mi invitò ad entrare. Appena varcammo la soglia, chiuse la porta alle nostre spalle. Attraverso la penombra della casa, si diresse verso una stanza lontana, chiedendomi di seguirla. Prese una scatola con un fiocco rosso, era un regalo. Con voce seducente, mi disse: "Tutto bene Paolino, ti fa piacere se nel frattempo rimaniamo un pò qui? Ecco vedi questo è il mio regalo per te, però quest'anno volevo regalarti qualcosa di più intimo."
Avrei voluto gettarmi su di lei, un forte desiderio mi pervase, la mia reazione fu immediata e evidente, il mio pacco si ingrossò istintivamente e lei non poteva fare a meno di accorgersene. L'imbarazzo era palpabile, ma mia zia sorrise, si avvicinò alla mia guancia e sussurrò quasi come se volesse rassicurarmi: “Non devi vergognarti”, guardando la mia eccitazione, “è naturale e positivo che tu ce l’abbia“.
In seguito, con un gesto sensuale, avvolse il mio corpo in un abbraccio deciso, creando un'atmosfera ancora più intrigante.
Il silenzio sospeso nell'aria venne interrotto solo dal battito accelerato dei nostri cuori. Mia zia, con uno sguardo intenso, si avvicinò e, con dolcezza, mi donò un bacio appassionato. Il tempo sembrò fermarsi per un istante, mentre la magia del momento ci avvolgeva come una coperta calda in una notte d'inverno.
Quel bacio, intriso di significati nascosti e promesse ardenti, ha tessuto fra noi un legame avvolto nella sensualità. Il calore della stanza e l'intensità di quel gesto hanno svelato un affetto profondo e appassionato. In quell'istante, la magia del Natale si è manifestata in una connessione segreta, era veramente regalo intimo, prezioso scambiato furtivamente tra me e lei, in un vortice di passione e mistero.
I nostri corpi, avvolti in un abbraccio appassionato, si fusero in un'unica entità sensuale. Sentivamo il calore reciproco, e i nostri cuori battevano all'unisono, come una sinfonia di desiderio. Immersi in una passione travolgente, ogni carezza era un sussurro di desiderio, ogni respiro era carico di intensità. La magia del Natale si trasformò in un momento di connessione carnale, dove il tempo sembrava sospeso, e solo la passione guidava il nostro incontro segreto.
Il bacio, un incontro di lingue furtive, ha dato vita a un gioco seducente e avvincente. Le nostre lingue danzavano con un'intimità giocosa, esplorando territori sconosciuti con una dolce audacia. Ogni sfioramento era un'arte, un linguaggio segreto scritto con la morbidezza e la passione. In quel momento, il bacio diventò una sinfonia di desideri, un dialogo senza parole che svelava il profondo intreccio delle nostre anime in un'unione sensuale e misteriosa.
Io l’abbracciai a mia volta cercando il giusto contatto tra il mio cazzo esageratamente duro rispetto al solito, la zia non si staccò, rimanemmo così mentre la mia mano che cominciava a perdere ogni blocco, le accarezzava la schiena in maniera sempre più decisa e sensuale, tanta era la nostra eccitazione.
Quando dopo pochi minuti la sentii staccare dal mio corpo ero triste ed ancora imbarazzato visto che il mio cazzo non voleva sentirne di calmarsi.
Per un attimo guardai il suo corpo, aveva i capezzoli belli duri e ben visibili dalla maglia attillata. Lei sorrise, poi con tutta la naturalezza del mondo si avvicinò e mi fece sedere sul letto, mi guardò e mi disse: “Vuoi che la zia ti aiuti?”
Io avevo completamente perso ogni vergogna, ma ero come paralizzato dalla situazione tanto sognata.
Fu così lei ad allungare la mano verso il mio pacco e dopo averlo accarezzato da sopra i pantaloni, portò la sua mano sulla cintura e decisa cercò di abbassarmela. Alzai leggermente le natiche e finalmente i pantaloni ed i miei slip caddero sulle caviglie.
Il mio cazzo bello duro ora svettava libero pulsante, desideroso di sesso, con la mia zietta al mio fianco sul letto, sembrava un sogno.
La sua mano lo strinse alla base e cominciò a muoverlo su e giù con estrema dolcezza, la pelle faceva scomparire e ricomparire sempre più grande la mia cappella. Lle cinsi la vita, tremavo al cospetto, ora la mia mano con decisione si fece largo entrando sotto la maglia di seta ed accarezzava il suo pancino. La carne che stavo toccando era vera, reale, non sognata, e mia zia mi lasciava fare...così mi feci largo finché non raggiunsi la vera carne, il suo seno esterno….morbido e duro allo stesso tempo….che sensazione…stavo davvero esplorando il corpo di una donna e soprattutto della mia cara zietta che continuava a lasciarmi giocare senza dirmi nulla. In silenzio mentre lentamente mi facevo largo sotto la sua maglietta che oramai era salita bloccata solo dalla sporgenza di quei prosperosi seni.
Lasciò così per un attimo il mio cazzo e guardandomi sollevo’ la maglia facendo svettare i suoi seni bianchi e decisamente grandi e sodi, come quelli visti in tante riviste, i suoi capezzoli erano duri e tesi. Mi sorrise e mi disse come una vera maitresse “Toccale Paolino”, e non me lo feci ripetere. Sfioravo quelle belle montagne di carne mentre mia zia ora aveva portato le mani sul materasso dietro la schiena, inarcando la testa all’indietro “gemeva” ad occhi chiusi, mi stava regalando il suo corpo voluttuoso. Io impacciato ma voglioso portai la mia bocca a succhiare avidamente quelle fantastiche bocce, succhiavo con bramosia quei capezzoli come un bambino che ha bisogno del latte materno. Ora mia zia gemeva forte, e questo mi fece perdere il controllo cercai di saltarle decisamente addosso come facevo con il cuscino quando mi segavo, ma lei disse: “Aspetta Paolino, un attimo”, mi fece alzare in piedi e riprese il cazzo tra le sue mani.
Era seduta davanti a me con i seni nudi, i capezzoli duri ed io in piedi di fronte a lei con una voglia di venire che sentivo crescere in me, bastarono solo due scappellate a fare sì che il mio corpo si potesse contrarre. Zia si accorse che ero oramai oltre, non potevo più fermarmi e lei non poteva spostarsi….ero oramai arrivato, e rosso in viso cominciai a sentire uscire dal mio cazzo tutto lo sperma che avevo nelle palle. I fiotti che uscirono con potenza finirono ovunque, e quasi tutti sul corpo della mia zietta che però soavemente continuava a mandarmi il cazzo su e giù tenendolo stretto fino a quando l’ultimo fiotto debole non iniziò a colare sulla sua mano.
“Sei contento Paolino?”, chiese mia zia mentre davanti a lei il mio cazzo cominciava inesorabilmente ad afflosciarsi.
Io sorrisi e mi gettai tra le sue braccia, avevo bisogno di affetto in quel momento….finii sopra di lei, sentii la sua mano accarezzarmi i capelli, mentre mi sussurrava dolcemente all’orecchio: ”Va tutto bene ….va tutto bene Paolino….rilassati ora”.
Passarono 5 minuti circa credo, 5 minuti nei quali rimanemmo uno sopra l’altro, io solo con la magliettina, e lei con la parte superiore nuda che premeva contro di me….i nostri visi incastrati guancia contro guancia.
Fu lì che sentii nuovamente il mio cazzo diventare duro, anche quando mi segavo in poco tempo si riprendeva ma stavolta era diverso, avevo il corpo di una vera donna sotto di me, e soprattutto era mia zia.
In quella posizione il mio cazzo spingeva proprio contro il vestito di mia zia nella zona del suo boschetto, solo a pensarci cominciai a muovermi come facevo ogni giorno contro il cuscino, mia zia questa volta parlo’.
“Piano Paolo…fermati….non possiamo andare oltre piccolo”. Io non capivo più nulla, so solo che spingevo forte mia zia sul letto. “Piano Paolo, fermati….questo non si può!” Ma io oramai ero partito, le mie mani che stringevano ora in maniera forte i suoi seni, scesero in basso verso il suo vestito. Mia zia si divincolava cercando di fermare le mie mani, ma ero oramai partito, e quando arrivai alle sue coscie, le strinsi forte. Subito mi diressi su, subito riuscii ad arrivare fino a toccare i suoi slippini laterali, mentre il mio corpo era ben piazzato sopra di lei.
“Fermati Paolo, per l’amor del cielo, sono tua zia, non possiamo fare questo”, continuava a chiedermi mia zia (poco convinta in verità), aveva però capito che forse mi aveva portato ad un punto troppo alto per potermi fermare, perché di colpo mi disse: “Aspetta fai piano…non c’è fretta….calma piccolo.”
Io stavo già tirando con forza l’elastico dei suoi slippini che facilmente scesero, e mia zia portando le sue mani le tolse lasciandola completamente nuda sotto di me.
Mi riposizionai sopra e lei mi agevolò, aprendo quel tanto che bastava le sue belle cosce nude per permettermi di posizionare il mio cazzo nuovamente durissimo sopra quel boschetto bello, folto di peli neri. Stesi le braccia, ed ora potevo vederla bene, il suo viso arrossato dal calore mi guardava, mentre i suoi seni belli sodi avevano due capezzoli che sembravano chiodi, ma non chiodini, erano larghi e lunghi…..bellissimi. Portai quindi il mio sguardo in basso e li sotto il mio cazzo in piena erezione giaceva adesso su un quel boschetto folto e nero.
“Paolo rilassati….respira”, diceva concitata mia zia, sapeva che non mi sarei fermato, sapeva che eravamo arrivati ad un punto di non ritorno….dovevo scopare… sapeva però anche che al di là di video e giornaletti, non sapevo bene come fare, non avevo nemmeno 14 anni, ero sì infoiato, ma non avevo nessuna esperienza.
Lei aprì le cosce nude, portò la mano in basso e prese la mia verga ormai dura come la roccia, lo masturbò un paio di volte su e giù, e poi lo diresse in basso, all’entrata del boschetto. Ora la posizione sembrava proprio quella del cuscino e dei film, ma a differenza sentii la mia cappella bagnarsi degli umori di mia zia. Fu un attimo: mia zia lasciò il cazzo e mi disse “Ora spingi piano Paolino”.
Spinsi col bacino e vidi il mio cazzo scappellato svanire dentro mia zia.
“Spingilo tutto fino in fondo, Paolino!”, e così feci.
Più entravo e più sentivo la mia verga bagnarsi….il rumore che sentivo sembrava acqua, cominciai a muovermi con forza, come quando mi segavo. Mia zia era sdraiata con gli occhi chiusi e diceva solo: “O mio Dio, cosa sto facendo!”, ma quasi non la ascoltavo, adesso volevo solo scopare.
Entravo con forza. Mia zia a cosce aperte e occhi chiusi si lasciò scopare. Gemeva per quanto volesse controllarsi, ma io in quel frangente pensavo solo a me….era nuda sotto di me e mi stava regalando il suo corpo nudo, mi stava regalando la sua fica, ed io avidamente la stavo sfruttando tutta!
Bastarono pochi minuti e cominciai a sentire un calore crescere in me in maniera incontrollabile. Fu lì che sentii nuovamente la voce di mia zia: ”Paolo piano, per favore non venirmi dentro, ok?……tiralo fuori quando ci sei!”. Io però ero come in trance, ingrifato volevo riempirla, volevo sborrare dentro alla fica di mia zia, e lei se ne accorse, ma sapeva che non mi avrebbe potuto fermare. E così ecco finalmente arrivare l’orgasmo…..la sborra usciva dal mio cazzo ed entrava nel pancino di mia zia….che meravigliosa sborrata…..continuavo a pompare indemoniato finché il mio cazzo stanco cominciò ad afflosciarsi e svenni stanco e sudato sul corpo nudo di mia zia Beatrice. Contrariamente a quanto mi aspettavo, mi accarezzò nuovamente i capelli come a proteggermi, sussurrandomi: “Ci sono io per te piccolo…rilassati, rilassati….sei il mio piccolino, il mio dolce tesoro!”
Dopo quel momento intimo, ci rivestimmo con discrezione e lasciammo la casa, dirigendoci verso l'auto. Nel corso del tragitto, tenevo affettuosamente il mio braccio intorno al suo collo, completamente appagato dal suo affetto. Il silenzio fra noi era confortante, un legame taciuto ma profondo, mentre la strada si stendeva davanti a noi come un cammino promettente. L'aria serale sembrava avvolgerci in un'atmosfera di complicità, e la guida tranquilla rifletteva la quiete dei nostri cuori.
Rientrammo nella villa dei miei genitori proprio in tempo per lo scambio dei regali. Mia zia mi donò un delicato bracciale d'oro con il mio nome inciso e la frase: “da parte di zia Beatrice”. Un regalo destinato a diventare un tesoro, custodito gelosamente per tutta la vita. La serata si svolse tra risate, cibo delizioso e il calore della famiglia, mentre quel bracciale adornava il mio polso come un legame prezioso con quel momento speciale vissuto con tanta passione..
Fine prima parte, continua.
PS: Spero che il mio racconto abbia catturato la vostra attenzione e vi abbia regalato qualche momento di piacere e evasione. Mi farebbe davvero piacere sentire cosa ne pensate, quindi vi invito a lasciare un commento con le vostre impressioni. Grazie mille per aver letto e per ogni parola che vorrete condividere!