Esperienza reale Topless

Topless

  • Estero

  • Italia, spiaggia isolata

  • Italia, ovunque e con chiunque


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Piccco

"Level 1"
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Davvero un bel racconto, si legge bene, non è pensate, non ha inutili aggettivi, descrive molto bene la scena quasi a vederla coi propri occhi.
Dici che è una storia realmente accaduta e non è difficile pensare che sia vera, perché è "semplice" e genuina.
A questo punto, vien da chiedersi, cos'altro avrà combinato Diana...
 

andrea13

"Level 1"
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Racconto veramente bello, leggendo sì ha l sensazione di essere lì con voi! (Magari fosse vero...)
Allora se ha continuato vuol dire che il giorno dopo non è tornata alla normalità...
Comunque ti faccio i complimenti, è uno dei racconti più belli che abbia letto, continua così!!
 

Grandel

"Level 7"
Élite Fase 1
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Jerusalem’s Lot
IL tuo racconto merita davvero e ti posso confermare che, specialmente le donne con scarsa autostima, hanno bisogno di essere "esposte" in piazza a volte anche con la "forza" proprio per far loro comprendere, anche in modo grezzo ma sincero, che anche loro, qulle che si ritengono non all'altezza hanno qualcosa da dire.
Spero di non andare OT e me ne scuso, vi racconto brevemente un episodio capitatomi con la mia ex.
Lei, per brutte esperienze col suo ultimo ex, si era praticamente mascolinizzata, si era chiusa in una sorta di armatura, senza mai lasciar trasparire la sua femminilità, con l'autostima ormai sotto alle scarpe.
Un giorno gli chiesi: "Ma tu gonne non ne metti mai?"
La volta successiva venne con una gonna allucinante, la guardo e le dico: "Io con quella gonna in giro non ti ci porto, rimettiti pure i pantaloni."
Usciamo e ci infiliamo in un mercatino, lei mi chiede: "Cosa ci facciamo qua?" Ed io: "Ti compri una gonna seria, anzi una minigonna."
Lei: "Ma tu sei fuori. " Io: "No, mi accontento solamente che la provi e poi la rimetti al suo posto e ce ne andiamo via."
Sceglie una minigonna, entra nel camerino, la indossa ed esce. Si guarda allo specchio e rimane bloccata per alcuni secondi, si gira verso di me ed io gli faccio un cenno di approvazione.
Nei suo occhi si leggeva "Cazzo come sto bene!" Ovviamente non sapeva cosa dirmi... Gli dico: "Ok, ho raggiunto il mio scopo, ora per me puoi rimetterla via, se vuoi." Ma mi sembrava come portar via il regalo di Natale dalle mani di un bambino.
Oppure la possiamo acquistare, se vuoi...Aggiungo io. Prende in mano il cartellino del prezzo, lo guarda e mi fa: "Però me la paghi tu!!"
Guardo il cartellino e le rispondo: "Ok è una spesa accettabile, però visto che la pago io, prendi una taglia in più che questa ti stringe un po' troppo."
Esce dal camerino con la gonna una taglia in più, arriva il commesso.. "Allora ragazzi avete trovato qualcosa che vi piace" "Si questa gonna dico io"
Il commesso: "Ve la metto in una busta?" Ed io: "Si dacci una busta, ma per mettere dentro i jeans della mia ragazza, perchè dal suo sguardo direi che non se la toglierà fino a questa sera", ribatte il commesso: "Effettivamente ti sta molto molto bene e segue perfettamente le curve del tuo sedere."
La faccia della mia ex era un misto di soddisfazione e di imbarazzo per i commenti del commesso e di sollevazione per essersi riappropriata un pochino del suo corpo da donna.
Proprio una bella storia Picco, complimenti
 

Grandel

"Level 7"
Élite Fase 1
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Posizione
Jerusalem’s Lot
Il mio cervello era un vulcano in piena eruzione: avrei voluto rivelare e domandare a Diana di tutto in quei due/tre minuti di percorso tra i pescatori ed il nostro ombrellone: " Sei stata stupenda, Come ti sentivi? Ti vergognavi? Ti piaceva almeno un pò?" Hai notato come ti guardavano?" "Ti reputi ancora così da buttare?" ma pensai che la cosa migliore fosse resistere e tenermi dentro tutte quelle curiosità che smaniavo di conoscere ad ogni costo, perché in quei due/tre minuti mi aspettavo anche una pioggia di insulti, di scatti di ira, di tragiche sceneggiate da parte sua...e invece non credevo alle mie orecchie nel sentirla parlare normalmente, senza alcuna rabbia, anzi in maniera mai così pacata: "Oggi scotta questa sabbia, mi sto bruciando i piedi, accidenti: quanto scommetti che la borsa frigo è al sole? L'acqua minerale sarà rovente ormai, speriamo che i nostri panini non si siano essiccati", diceva ridendo serenamente. In quei due/tre minuti mi aspettavo anche di vedere entrambe le sue braccia a copertura delle tettone che continuavano a ballare senza tregua e invece... libertà assoluta. Avevo assorbito le sembianze e l'atteggiamento del pescatore più giovane: non riuscivo a staccare gli occhi da quei due capolavori in continuo movimento, di profilo, che mi camminavano a fianco in un misto di sfacciataggine e naturalezza. Cercavo talvolta di distanziarmi allargandomi a destra di qualche centimetro per godere di una visione più "panoramica" ma senza esagerare, temendo che Diana se ne accorgesse e mi rimproverasse: non volevo spezzare quel filo di armonia, di complicità e di non belligeranza che immaginavo sottilissimo. Arrivammo a destinazione "Cosa ti dicevo!? La borsa è al sole", alzò per un secondo gli occhi al cielo "avrei dovuto fare l'astronoma, io: guarda, il sole si è spostato... e avrei dovuto anche inclinare l'ombrellone prima di raggiungerti, da brava astronoma mancata". Sugli asciugamani non vedevo il suo reggiseno, forse l'aveva sistemato nella sua borsa che stava spostando: ero certo che il momento magico stesse terminando: appena appoggiata nuovamente la borsa a terra, l'avrebbe aperta per riprendersi il suo amato triangolo... e invece no, la mise all'ombra accanto alla borsa frigo. "Io avrei fame, ma vorrei prima farmi un bagno, sto rischiando un'insolazione, devo abbassare la temperatura corporea, sono molto accaldata, vieni con me?" Impossibile rifiutare stavolta, per tante, troppe ragioni.
In pieno stato confusionale mi stavo avviando in acqua con ancora carta, penna e cellulare tra le mani: me ne accorsi solo quando Diana, da dietro, me li "rapinò" ridacchiando per la mia sbadataggine. Li andò velocemente a riporre e mi raggiunse sul bagnasciuga in un baleno, con una breve corsa in punta di piedi per evitare il più possibile il contatto con la sabbia rovente... e così facendo mi regalò un altro balletto ammaliante delle sue grazie. L'acqua era gelida, l'impatto fu tremendo, soprattutto per me che non avevo bagnato nemmeno i piedi dall'inizio della vacanza. Dopo qualche secondo Diana mi abbracciò "Brrrr, che fredda, riscaldami un pò" Sentivo le sue tettone schiacciarsi su di me: "Vuoi ancora tornartene a casa o pensi di rimanere?" chiese ironicamente. Sorrisi ma non ebbi il tempo di rispondere: "Che ne pensi? Sono stata brava? Sei soddisfatto adesso?" Risposi che ero felicissimo, inebriato e che era stata perfetta, ma chiesi di conoscere esattamente le sue sensazioni in quel momento: mi disse di essere più preciso e allora le porsi tutte le piccole domande che mi balenavano in testa durante il nostro percorso di ritorno: "Beh, certo: all'inizio mi vergognavo, anche tanto, ma pensavo che dovevo farlo per te e resistevo. Poi ho capito che loro gradivano,non me lo aspettavo, ma un pò mi faceva piacere... mi era venuto il sospetto che ti fossi messo d'accordo con loro affinché mi guardassero, stavo al gioco, ma poi ho visto che anche il più grande, Andrea, era molto spontaneo, non stava recitando e guardava proprio perché gli piacevo, ma è stato carino, però troppo maturo, mi sa che a 50 anni ci arrivava, non se se lo rifarei davanti a gente così grande, boh, già con un giovane è diverso: poi bisbigliò ridacchiando nel mio orecchio "il ragazzino invece mi piaceva, mi stava facendo bagnare, era proprio imbambolato dalle tette: poverino, forse non le aveva mai viste così da vicino e io a un certo punto glielo facevo apposta: hai notato quando drizzavo la schiena e gliele sbattevo in faccia? Stava svenendo, che bella sensazione... ma saranno tutti così questi giovanotti? Pensavo che nemmeno di guardasse, avrà avuto 15/16 anni... io alla sua età nemmeno ci pensavo a queste cose".
Mentre metteva a nudo le sue sensazioni, era impossibile non toccarla ovunque, in quel momento ero letteralmente tentacolato: quando ci separammo dall'abbraccio, Diana fece un paio di bracciate: poi disse "adesso tonifico un pò le tette" è iniziò a farle ondeggiare a pelo d'acqua con le increspature del mare: pensavo che non avevavo nessun bisogno di essere tonificate, a 24 anni, ma fu comunque uno spettacolo meraviglioso ammirare quel "vedo, non vedo" scandito dal ritmo del mare.
Sentivo nel frattempo alcune voci, mi girai e vidi che l'intero gruppo di pescatori camminava sul bagnasciuga quasi davanti a noi, con le loro attrezzature in mano o a tracolla, stavano andando via dalla spiaggia: sentimmo la voce di Andrea esclamare "questo è il mi figliolo", rallentando il passo e salutando con la mano, mentre con l'altra abbracciava alla spalla un altro ragazzo. Invece di immergersi completamente in acqua per coprirsi e ricambiare il saluto, come avrebbe fatto qualunque brutto anatroccolo, Diana mi guardò con un sorrisino malizioso e mi avvertì "scusa, vado a presentarmi agli altri, non mi sembra educato restare qui. Rimani tu, se vuoi, goditi la scena: oggi è la tua giornata".
Risalì in piedi scoprendo completamente le tette e si avviò verso il bagnasciuga accelerando il passo: un altro ballo straripante in piena regola, ma stavolta mi voltava le spalle: ne potevano beneficiare solo quei 7 fortunati. Avanzai di parecchio per vedere meglio, l'acqua ormai era bassa e fui costretto ad inginocchiarmi per coprire la mia evidente erezione. Non scorderò mai il loro perfetto allineamento in fila e il loro sguardo estasiato rivolto verso Diana che li raggiungeva. Lei si fermò proprio davanti ad Andrea, uscendo dall'acqua. Era del tutto a suo agio, nonostante avesse addosso 14 occhi contemporaneamente, non accennava a coprirsi. Vedevo stringere la sua mano a quella del vero figlio di Andrea, poi scambiarono quattro chiacchiere e qualche risata, prima delle presentazioni anche con il resto del gruppo. Non avrei mai creduto in vita mia di poterla vedere da sola, in topless, parlare con sette uomini, praticamente sconosciuti, dopo la tribolazione patita per un anno a furia di sentirla commiserarsi. Desideravo ardentemente avvicinarmi ancor di più o addirittura raggiungerli per gustarmi i dettagli alla minima distanza ma non riuscivo a soffocare la mia adrenalina. Fu Andrea a chiamarmi: "Vieni qua che devo dirti una cosa" Fortunatamente il suo invito rappresentò un segnale di spegnimento per il mio pene che iniziò a collaborare, sgonfiandosi da bravo e riuscii a uscire in condizioni civilmente idonee: Andrea mi presentò Davide, "il mi figliolo", bel ragazzo anche lui, sicuramente maggiorenne ed anche gli altri presenti, compreso un altro giovanotto sempre sui 18 anni che dopo avermi degnato di uno sguardo per una frazione di secondo, tornò ad occuparsi di una accuratissima analisi visiva delle tette di Diana insieme al più giovane del gruppo che già le conosceva bene. "La spiaggia che ti dicevo si chiama Cacciarella, me lo son fatto dire da loro", Andrea indicava due uomini della sua età che annuirono sorridendo. Il più maturo mi spiegò brevemente come ci si arrivava, mentre l'altro aggiustava la posizione del suo zaino a tracolla, mentre mirava con lo sguardo verso le tettone che nel frattempo si erano asciugate, placando anche l'esplosione dei capezzoli. Salutarono nuovamente soprattutto lei, quasi circondandola, prima di riavviarsi.
Diana si rivolse subito a me con uno sguardo tentatore ed una voce bassa e provocante: "Era doveroso salutare ed essere gentile con tutti, me lo hanno insegnato da bambina". Sorrisi compiaciuto evidenziando di avere l'impressione che fosse la sua giornata, oltre alla mia. "E' anche la mia giornata, diciamo di si, posso essere d'accordo, ma non illuderti, non sarà così ogni giorno, da domani tornerò ad essere quella di sempre".
Faceva davvero un gran caldo: per non ustionarci ogni volta i piedi, Diana mi propose di spostare in avanti la nostra postazione, che era quasi a ridosso delle dune e di avvicinarci il più possibile al bagnasciuga, dove la sabbia era meno bollente e si poteva sentire qualche flebile alito di vento. Obbedii sull'attenti, correndo verso gli asciugamani che portai per primi, ad un paio di metri dall'acqua: poi feci lo stesso con le borse e infine piantai l'ombrellone: nel frattempo lei era rimasta in piedi a terminare il suo sgocciolamento. Si sdraiò un attimo al sole ma si rialzò quasi subito rimanendo seduta: voleva pranzare. Divorammo i nostri panini ancora commestibili: con i bicchieri di acqua tra le mani, ammiravamo la spiaggia ormai deserta ma vedevamo in lontananza qualcuno correre verso di noi. Man mano che si avvicinava notavamo una fisionomia conosciuta: si, era proprio lui, il più giovane del gruppo dei pescatori con cui aveva già avuto modo di esibirsi a distanza ravvicinata: correva in modo molto determinato di chi deve fare in fretta, quindi non pensammo ad un desiderio di rivedere lei, che tuttavia si posizionò meglio, appoggiando le mani sull'asciugamano, con le braccia tese, leggermente dietro i fianchi, per mettere le tettone in primo piano. Il ragazzo incominciò a fissarla ancor prima di arrivare, ci salutò guardandoci un secondo anche negli occhi e rivelandoci ansimando che aveva dimenticato una felpa che indossava appena arrivato all'alba: memorizzò di nuovo le tette e si allontanò verso la postazione di pesca. Diana esclamò un dispiaciutissimo e sensuale "che peccato che vada così di fretta". Le ricordai di aver appena sentito pronunciarle la frase "tornerò ad essere quella di sempre" e lei ribattè maliziosamente: "ho detto da domani: tornerò ad essere quella di sempre, da domani: oggi va così": si voltò verso la sua borsa, la aprì e estrasse la crema solare "quando ripassa lo faccio svenire, stavolta: vedrai che non mi dimentica più, crescerà benissimo con il mio ricordo". Di sicuro a crescere in tempi record era nuovamente il mio pene, cercai di nasconderlo ma Diana se ne accorse e mi invitò a tornare in acqua "...anche perché se ci sei tu, lui guarda meno, quindi fatti un bagnetto qua davanti e apprezza: obbedii ancora una volta con molto piacere, mi tuffai e mi voltai subito verso di lei. Mi fissò provocandomi con tre o quattro pose sexy che rendevano le sue tette ancora più generose ed esplosive. Era strepitoso vederla in topless a così poca distanza dal bagnasciuga. Girò lo sguardo verso la postazione di pesca, si intravedeva la sagoma del ragazzo nei pressi della posizione originaria, la più distante. Diana si voltò verso di me e iniziò a spalmarsi con precisione un pò di crema sui polpacci e sulle gambe, poi salì alle cosce: fu la volta della fronte, del naso e delle guance, con altrettanta calma; nel frattempo si girò nuovamente, il ragazzo aveva appena ripreso il cammino: Diana passo più velocemente alle braccia ed alle spalle controllando con più frequenza a quanta distanza si trovasse ancora il giovanotto, i cui movimenti erano sempre più nitidi: non correva più, camminava veloce, evidentemente era esausto, o magari aveva voglia di dare un'ultima occhiata con più tranquillità... un altro minuto e sarebbe arrivato. Diana fece cenno di alzarsi, poi attese ancora. Si spalmò meglio qualche grumo di crema sul braccio destro, guardò ancora verso di lui, ormai era vicino: da seduta si inginocchiò, drizzò la schiena e tirò le tettone in fuori, prese un pò di crema e iniziò a spalmarla sotto il collo e mentre il ragazzo sopraggiungeva rallentando il passo, si riempì la mano destra di una maggiore quantità di crema e la distribuì equamente sui due seni, senza ancora cospargerla: lo aspettava: "hai trovato la felpa?" gli chiese iniziando a spalmarsi. Le tette erano schermate di bianco dalla grande quantità di crema" " Si si" rispose a fatica mostrando la felpa blu che teneva in mano. Diana lo invitò a fermarsi un secondo per riprendersi dalla fatica, era molto sudato e visibilmente provato. Lui non se lo fece ripetere e si arrestò, rimanendo in piedi davanti a lei: la fissava senza mai staccare lo sguardo mentre lei si spalmava stringendo le sue tettone per poi lasciarle cadere e ballare. "Sei stato fortunato che la spiaggia oggi è deserta, altrimenti non so se l'avresti ritrovata, di questi tempi" "Non ti ho nemmeno chiesto il nome, l'età, che maleducata... vedo che a te del mio nome non ti importa, sei preso da altro... ma io sono curiosa": le disse di chiamarsi Valerio e di avere sedici anni e mezzo. "Accidenti: a sedici anni già ti piacciono le tette delle ragazze più grandi di te, stai bruciando le tappe". Valerio si scusò, prendendolo come un rimprovero e istintivamente si girò verso di me, temendo qualche mia reazione ma io gli sorrisi salutandolo con la mano, mentre Diana lo tranquillizzava "No no, guarda pure, tranquillo, a me fa piacere, l'importante è che ti piacciano". "Mi piacciono troppo, non ce la fo a non guardarle, sono troppo belle" Allora Diana cambiò il movimento della spalmatura: inizio ad avvicinare le tettone tra loro, accompagnandole dai rispettivi lati esterni "Anche così non sono male, vero?" "No, sono ancora meglio, così è il massimo, hai vinto" Anch'io volli rassicurarlo e ad alta voce gli confermai che poteva guardare senza farsi problemi, non lo avrei picchiato. Il cellulare di Valerio suonò, lo credevano disperso ormai... rispose che stava arrivando" e si congedò a mani giunte con un "torna presto, ti prego". Entrambi scoppiammo a ridere dalla sua schiettezza e lo salutammo.

Vi ho raccontato il primo topless della mia Diana: sono passati 15 anni da quella giornata ormai, ma la sua "genuinità" è immutata, anzi migliora invecchiando come il buon vino. Ringrazio il buon losqualo84, ideatore di questo stimolante thread, a cui chiedo scusa per l'invadenza e ringrazio anche tutti coloro che hanno gradito e che gradiranno. Devo ammettere che finora ho avuto contatti con persone quasi tutte educate e civili, spero che continui così perché da raccontare avrei ancora "qualcosa" fino ai nostri giorni. Mi scuso invece con chi si aspettava un finale diverso, più animalesco, a base di orge, sesso o autoerotismo e anche con coloro che si chiederanno cosa c'è di trasgressivo in un racconto senza sesso: io credo che la trasgressione non sia sesso, ma sia molto meglio. Il racconto è autenticamente ciò che è avvenuto quel giorno e non ritenevo giusto completarlo con un finale falsato, forzato e non accaduto realmente. Non ci sarà mai sesso nei miei racconti perché non è mai avvenuto in spiaggia: inoltre non ho la capacità di scrivere esperienze che non mi appartengono. Se vorrete, continuerò a raccontare altro, sempre riguardo a giornate di mare interessanti, su thread appositi creati da me, visto che quello che mi ha ospitato riguarda nello specifico "il primo topless" che ha sempre un sapore particolare ed è bene differenziarlo da tutti gli altri. Ora, se volete, liberate educatamente le vostre sensazioni, i vostri pareri, le vostre curiosità e le vostre considerazioni su Diana. Ciao!!
Che altro aggiungere, uno dei racconti più belli letti qui, senza sesso e senza morbosità, soltanto emozione e bellezza. Peccato che sia terminato, davvero. Volevo non finisse mai.
Aspetterò con sincera curiosità i tuoi prossimi scritti e complimenti anche a Diana, deve essere una ragazza eccezionale. Grazie
 

Michele_80

"Level 4"
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Il mio cervello era un vulcano in piena eruzione: avrei voluto rivelare e domandare a Diana di tutto in quei due/tre minuti di percorso tra i pescatori ed il nostro ombrellone: " Sei stata stupenda, Come ti sentivi? Ti vergognavi? Ti piaceva almeno un pò?" Hai notato come ti guardavano?" "Ti reputi ancora così da buttare?" ma pensai che la cosa migliore fosse resistere e tenermi dentro tutte quelle curiosità che smaniavo di conoscere ad ogni costo, perché in quei due/tre minuti mi aspettavo anche una pioggia di insulti, di scatti di ira, di tragiche sceneggiate da parte sua...e invece non credevo alle mie orecchie nel sentirla parlare normalmente, senza alcuna rabbia, anzi in maniera mai così pacata: "Oggi scotta questa sabbia, mi sto bruciando i piedi, accidenti: quanto scommetti che la borsa frigo è al sole? L'acqua minerale sarà rovente ormai, speriamo che i nostri panini non si siano essiccati", diceva ridendo serenamente. In quei due/tre minuti mi aspettavo anche di vedere entrambe le sue braccia a copertura delle tettone che continuavano a ballare senza tregua e invece... libertà assoluta. Avevo assorbito le sembianze e l'atteggiamento del pescatore più giovane: non riuscivo a staccare gli occhi da quei due capolavori in continuo movimento, di profilo, che mi camminavano a fianco in un misto di sfacciataggine e naturalezza. Cercavo talvolta di distanziarmi allargandomi a destra di qualche centimetro per godere di una visione più "panoramica" ma senza esagerare, temendo che Diana se ne accorgesse e mi rimproverasse: non volevo spezzare quel filo di armonia, di complicità e di non belligeranza che immaginavo sottilissimo. Arrivammo a destinazione "Cosa ti dicevo!? La borsa è al sole", alzò per un secondo gli occhi al cielo "avrei dovuto fare l'astronoma, io: guarda, il sole si è spostato... e avrei dovuto anche inclinare l'ombrellone prima di raggiungerti, da brava astronoma mancata". Sugli asciugamani non vedevo il suo reggiseno, forse l'aveva sistemato nella sua borsa che stava spostando: ero certo che il momento magico stesse terminando: appena appoggiata nuovamente la borsa a terra, l'avrebbe aperta per riprendersi il suo amato triangolo... e invece no, la mise all'ombra accanto alla borsa frigo. "Io avrei fame, ma vorrei prima farmi un bagno, sto rischiando un'insolazione, devo abbassare la temperatura corporea, sono molto accaldata, vieni con me?" Impossibile rifiutare stavolta, per tante, troppe ragioni.
In pieno stato confusionale mi stavo avviando in acqua con ancora carta, penna e cellulare tra le mani: me ne accorsi solo quando Diana, da dietro, me li "rapinò" ridacchiando per la mia sbadataggine. Li andò velocemente a riporre e mi raggiunse sul bagnasciuga in un baleno, con una breve corsa in punta di piedi per evitare il più possibile il contatto con la sabbia rovente... e così facendo mi regalò un altro balletto ammaliante delle sue grazie. L'acqua era gelida, l'impatto fu tremendo, soprattutto per me che non avevo bagnato nemmeno i piedi dall'inizio della vacanza. Dopo qualche secondo Diana mi abbracciò "Brrrr, che fredda, riscaldami un pò" Sentivo le sue tettone schiacciarsi su di me: "Vuoi ancora tornartene a casa o pensi di rimanere?" chiese ironicamente. Sorrisi ma non ebbi il tempo di rispondere: "Che ne pensi? Sono stata brava? Sei soddisfatto adesso?" Risposi che ero felicissimo, inebriato e che era stata perfetta, ma chiesi di conoscere esattamente le sue sensazioni in quel momento: mi disse di essere più preciso e allora le porsi tutte le piccole domande che mi balenavano in testa durante il nostro percorso di ritorno: "Beh, certo: all'inizio mi vergognavo, anche tanto, ma pensavo che dovevo farlo per te e resistevo. Poi ho capito che loro gradivano,non me lo aspettavo, ma un pò mi faceva piacere... mi era venuto il sospetto che ti fossi messo d'accordo con loro affinché mi guardassero, stavo al gioco, ma poi ho visto che anche il più grande, Andrea, era molto spontaneo, non stava recitando e guardava proprio perché gli piacevo, ma è stato carino, però troppo maturo, mi sa che a 50 anni ci arrivava, non se se lo rifarei davanti a gente così grande, boh, già con un giovane è diverso: poi bisbigliò ridacchiando nel mio orecchio "il ragazzino invece mi piaceva, mi stava facendo bagnare, era proprio imbambolato dalle tette: poverino, forse non le aveva mai viste così da vicino e io a un certo punto glielo facevo apposta: hai notato quando drizzavo la schiena e gliele sbattevo in faccia? Stava svenendo, che bella sensazione... ma saranno tutti così questi giovanotti? Pensavo che nemmeno di guardasse, avrà avuto 15/16 anni... io alla sua età nemmeno ci pensavo a queste cose".
Mentre metteva a nudo le sue sensazioni, era impossibile non toccarla ovunque, in quel momento ero letteralmente tentacolato: quando ci separammo dall'abbraccio, Diana fece un paio di bracciate: poi disse "adesso tonifico un pò le tette" è iniziò a farle ondeggiare a pelo d'acqua con le increspature del mare: pensavo che non avevavo nessun bisogno di essere tonificate, a 24 anni, ma fu comunque uno spettacolo meraviglioso ammirare quel "vedo, non vedo" scandito dal ritmo del mare.
Sentivo nel frattempo alcune voci, mi girai e vidi che l'intero gruppo di pescatori camminava sul bagnasciuga quasi davanti a noi, con le loro attrezzature in mano o a tracolla, stavano andando via dalla spiaggia: sentimmo la voce di Andrea esclamare "questo è il mi figliolo", rallentando il passo e salutando con la mano, mentre con l'altra abbracciava alla spalla un altro ragazzo. Invece di immergersi completamente in acqua per coprirsi e ricambiare il saluto, come avrebbe fatto qualunque brutto anatroccolo, Diana mi guardò con un sorrisino malizioso e mi avvertì "scusa, vado a presentarmi agli altri, non mi sembra educato restare qui. Rimani tu, se vuoi, goditi la scena: oggi è la tua giornata".
Risalì in piedi scoprendo completamente le tette e si avviò verso il bagnasciuga accelerando il passo: un altro ballo straripante in piena regola, ma stavolta mi voltava le spalle: ne potevano beneficiare solo quei 7 fortunati. Avanzai di parecchio per vedere meglio, l'acqua ormai era bassa e fui costretto ad inginocchiarmi per coprire la mia evidente erezione. Non scorderò mai il loro perfetto allineamento in fila e il loro sguardo estasiato rivolto verso Diana che li raggiungeva. Lei si fermò proprio davanti ad Andrea, uscendo dall'acqua. Era del tutto a suo agio, nonostante avesse addosso 14 occhi contemporaneamente, non accennava a coprirsi. Vedevo stringere la sua mano a quella del vero figlio di Andrea, poi scambiarono quattro chiacchiere e qualche risata, prima delle presentazioni anche con il resto del gruppo. Non avrei mai creduto in vita mia di poterla vedere da sola, in topless, parlare con sette uomini, praticamente sconosciuti, dopo la tribolazione patita per un anno a furia di sentirla commiserarsi. Desideravo ardentemente avvicinarmi ancor di più o addirittura raggiungerli per gustarmi i dettagli alla minima distanza ma non riuscivo a soffocare la mia adrenalina. Fu Andrea a chiamarmi: "Vieni qua che devo dirti una cosa" Fortunatamente il suo invito rappresentò un segnale di spegnimento per il mio pene che iniziò a collaborare, sgonfiandosi da bravo e riuscii a uscire in condizioni civilmente idonee: Andrea mi presentò Davide, "il mi figliolo", bel ragazzo anche lui, sicuramente maggiorenne ed anche gli altri presenti, compreso un altro giovanotto sempre sui 18 anni che dopo avermi degnato di uno sguardo per una frazione di secondo, tornò ad occuparsi di una accuratissima analisi visiva delle tette di Diana insieme al più giovane del gruppo che già le conosceva bene. "La spiaggia che ti dicevo si chiama Cacciarella, me lo son fatto dire da loro", Andrea indicava due uomini della sua età che annuirono sorridendo. Il più maturo mi spiegò brevemente come ci si arrivava, mentre l'altro aggiustava la posizione del suo zaino a tracolla, mentre mirava con lo sguardo verso le tettone che nel frattempo si erano asciugate, placando anche l'esplosione dei capezzoli. Salutarono nuovamente soprattutto lei, quasi circondandola, prima di riavviarsi.
Diana si rivolse subito a me con uno sguardo tentatore ed una voce bassa e provocante: "Era doveroso salutare ed essere gentile con tutti, me lo hanno insegnato da bambina". Sorrisi compiaciuto evidenziando di avere l'impressione che fosse la sua giornata, oltre alla mia. "E' anche la mia giornata, diciamo di si, posso essere d'accordo, ma non illuderti, non sarà così ogni giorno, da domani tornerò ad essere quella di sempre".
Faceva davvero un gran caldo: per non ustionarci ogni volta i piedi, Diana mi propose di spostare in avanti la nostra postazione, che era quasi a ridosso delle dune e di avvicinarci il più possibile al bagnasciuga, dove la sabbia era meno bollente e si poteva sentire qualche flebile alito di vento. Obbedii sull'attenti, correndo verso gli asciugamani che portai per primi, ad un paio di metri dall'acqua: poi feci lo stesso con le borse e infine piantai l'ombrellone: nel frattempo lei era rimasta in piedi a terminare il suo sgocciolamento. Si sdraiò un attimo al sole ma si rialzò quasi subito rimanendo seduta: voleva pranzare. Divorammo i nostri panini ancora commestibili: con i bicchieri di acqua tra le mani, ammiravamo la spiaggia ormai deserta ma vedevamo in lontananza qualcuno correre verso di noi. Man mano che si avvicinava notavamo una fisionomia conosciuta: si, era proprio lui, il più giovane del gruppo dei pescatori con cui aveva già avuto modo di esibirsi a distanza ravvicinata: correva in modo molto determinato di chi deve fare in fretta, quindi non pensammo ad un desiderio di rivedere lei, che tuttavia si posizionò meglio, appoggiando le mani sull'asciugamano, con le braccia tese, leggermente dietro i fianchi, per mettere le tettone in primo piano. Il ragazzo incominciò a fissarla ancor prima di arrivare, ci salutò guardandoci un secondo anche negli occhi e rivelandoci ansimando che aveva dimenticato una felpa che indossava appena arrivato all'alba: memorizzò di nuovo le tette e si allontanò verso la postazione di pesca. Diana esclamò un dispiaciutissimo e sensuale "che peccato che vada così di fretta". Le ricordai di aver appena sentito pronunciarle la frase "tornerò ad essere quella di sempre" e lei ribattè maliziosamente: "ho detto da domani: tornerò ad essere quella di sempre, da domani: oggi va così": si voltò verso la sua borsa, la aprì e estrasse la crema solare "quando ripassa lo faccio svenire, stavolta: vedrai che non mi dimentica più, crescerà benissimo con il mio ricordo". Di sicuro a crescere in tempi record era nuovamente il mio pene, cercai di nasconderlo ma Diana se ne accorse e mi invitò a tornare in acqua "...anche perché se ci sei tu, lui guarda meno, quindi fatti un bagnetto qua davanti e apprezza: obbedii ancora una volta con molto piacere, mi tuffai e mi voltai subito verso di lei. Mi fissò provocandomi con tre o quattro pose sexy che rendevano le sue tette ancora più generose ed esplosive. Era strepitoso vederla in topless a così poca distanza dal bagnasciuga. Girò lo sguardo verso la postazione di pesca, si intravedeva la sagoma del ragazzo nei pressi della posizione originaria, la più distante. Diana si voltò verso di me e iniziò a spalmarsi con precisione un pò di crema sui polpacci e sulle gambe, poi salì alle cosce: fu la volta della fronte, del naso e delle guance, con altrettanta calma; nel frattempo si girò nuovamente, il ragazzo aveva appena ripreso il cammino: Diana passo più velocemente alle braccia ed alle spalle controllando con più frequenza a quanta distanza si trovasse ancora il giovanotto, i cui movimenti erano sempre più nitidi: non correva più, camminava veloce, evidentemente era esausto, o magari aveva voglia di dare un'ultima occhiata con più tranquillità... un altro minuto e sarebbe arrivato. Diana fece cenno di alzarsi, poi attese ancora. Si spalmò meglio qualche grumo di crema sul braccio destro, guardò ancora verso di lui, ormai era vicino: da seduta si inginocchiò, drizzò la schiena e tirò le tettone in fuori, prese un pò di crema e iniziò a spalmarla sotto il collo e mentre il ragazzo sopraggiungeva rallentando il passo, si riempì la mano destra di una maggiore quantità di crema e la distribuì equamente sui due seni, senza ancora cospargerla: lo aspettava: "hai trovato la felpa?" gli chiese iniziando a spalmarsi. Le tette erano schermate di bianco dalla grande quantità di crema" " Si si" rispose a fatica mostrando la felpa blu che teneva in mano. Diana lo invitò a fermarsi un secondo per riprendersi dalla fatica, era molto sudato e visibilmente provato. Lui non se lo fece ripetere e si arrestò, rimanendo in piedi davanti a lei: la fissava senza mai staccare lo sguardo mentre lei si spalmava stringendo le sue tettone per poi lasciarle cadere e ballare. "Sei stato fortunato che la spiaggia oggi è deserta, altrimenti non so se l'avresti ritrovata, di questi tempi" "Non ti ho nemmeno chiesto il nome, l'età, che maleducata... vedo che a te del mio nome non ti importa, sei preso da altro... ma io sono curiosa": le disse di chiamarsi Valerio e di avere sedici anni e mezzo. "Accidenti: a sedici anni già ti piacciono le tette delle ragazze più grandi di te, stai bruciando le tappe". Valerio si scusò, prendendolo come un rimprovero e istintivamente si girò verso di me, temendo qualche mia reazione ma io gli sorrisi salutandolo con la mano, mentre Diana lo tranquillizzava "No no, guarda pure, tranquillo, a me fa piacere, l'importante è che ti piacciano". "Mi piacciono troppo, non ce la fo a non guardarle, sono troppo belle" Allora Diana cambiò il movimento della spalmatura: inizio ad avvicinare le tettone tra loro, accompagnandole dai rispettivi lati esterni "Anche così non sono male, vero?" "No, sono ancora meglio, così è il massimo, hai vinto" Anch'io volli rassicurarlo e ad alta voce gli confermai che poteva guardare senza farsi problemi, non lo avrei picchiato. Il cellulare di Valerio suonò, lo credevano disperso ormai... rispose che stava arrivando" e si congedò a mani giunte con un "torna presto, ti prego". Entrambi scoppiammo a ridere dalla sua schiettezza e lo salutammo.

Vi ho raccontato il primo topless della mia Diana: sono passati 15 anni da quella giornata ormai, ma la sua "genuinità" è immutata, anzi migliora invecchiando come il buon vino. Ringrazio il buon losqualo84, ideatore di questo stimolante thread, a cui chiedo scusa per l'invadenza e ringrazio anche tutti coloro che hanno gradito e che gradiranno. Devo ammettere che finora ho avuto contatti con persone quasi tutte educate e civili, spero che continui così perché da raccontare avrei ancora "qualcosa" fino ai nostri giorni. Mi scuso invece con chi si aspettava un finale diverso, più animalesco, a base di orge, sesso o autoerotismo e anche con coloro che si chiederanno cosa c'è di trasgressivo in un racconto senza sesso: io credo che la trasgressione non sia sesso, ma sia molto meglio. Il racconto è autenticamente ciò che è avvenuto quel giorno e non ritenevo giusto completarlo con un finale falsato, forzato e non accaduto realmente. Non ci sarà mai sesso nei miei racconti perché non è mai avvenuto in spiaggia: inoltre non ho la capacità di scrivere esperienze che non mi appartengono. Se vorrete, continuerò a raccontare altro, sempre riguardo a giornate di mare interessanti, su thread appositi creati da me, visto che quello che mi ha ospitato riguarda nello specifico "il primo topless" che ha sempre un sapore particolare ed è bene differenziarlo da tutti gli altri. Ora, se volete, liberate educatamente le vostre sensazioni, i vostri pareri, le vostre curiosità e le vostre considerazioni su Diana. Ciao!!

Per me che sono amante del topless, e in generale "tifo" sempre per un suo ritorno di moda, questo genere di racconti sono quelli che preferisco, forse proprio la mancanza poi di un finale diverso come dici tu lo rende ancora più speciale.

La naturalezza con la quale Diana si rende conto di non essere affatto così male come pensava, il prenderci gusto e lasciarsi andare al riguardo (della serie "ma sì, chi se ne frega dei pregiudizi!") è meravigliosa.

Sono curioso, personalmente, di leggere altre cose riguardo Diana ed altre giornate di mare, su quel perizoma per esempio (avrà cominciato a usarlo?) o su come si comporti oggi, dopo 15 anni, se sia diventata una abitudinaria del topless o se la cosa sia rimasta circoscritta a poche rare eccezioni.
 
OP
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losqualo84

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Il mio cervello era un vulcano in piena eruzione: avrei voluto rivelare e domandare a Diana di tutto in quei due/tre minuti di percorso tra i pescatori ed il nostro ombrellone: " Sei stata stupenda, Come ti sentivi? Ti vergognavi? Ti piaceva almeno un pò?" Hai notato come ti guardavano?" "Ti reputi ancora così da buttare?" ma pensai che la cosa migliore fosse resistere e tenermi dentro tutte quelle curiosità che smaniavo di conoscere ad ogni costo, perché in quei due/tre minuti mi aspettavo anche una pioggia di insulti, di scatti di ira, di tragiche sceneggiate da parte sua...e invece non credevo alle mie orecchie nel sentirla parlare normalmente, senza alcuna rabbia, anzi in maniera mai così pacata: "Oggi scotta questa sabbia, mi sto bruciando i piedi, accidenti: quanto scommetti che la borsa frigo è al sole? L'acqua minerale sarà rovente ormai, speriamo che i nostri panini non si siano essiccati", diceva ridendo serenamente. In quei due/tre minuti mi aspettavo anche di vedere entrambe le sue braccia a copertura delle tettone che continuavano a ballare senza tregua e invece... libertà assoluta. Avevo assorbito le sembianze e l'atteggiamento del pescatore più giovane: non riuscivo a staccare gli occhi da quei due capolavori in continuo movimento, di profilo, che mi camminavano a fianco in un misto di sfacciataggine e naturalezza. Cercavo talvolta di distanziarmi allargandomi a destra di qualche centimetro per godere di una visione più "panoramica" ma senza esagerare, temendo che Diana se ne accorgesse e mi rimproverasse: non volevo spezzare quel filo di armonia, di complicità e di non belligeranza che immaginavo sottilissimo. Arrivammo a destinazione "Cosa ti dicevo!? La borsa è al sole", alzò per un secondo gli occhi al cielo "avrei dovuto fare l'astronoma, io: guarda, il sole si è spostato... e avrei dovuto anche inclinare l'ombrellone prima di raggiungerti, da brava astronoma mancata". Sugli asciugamani non vedevo il suo reggiseno, forse l'aveva sistemato nella sua borsa che stava spostando: ero certo che il momento magico stesse terminando: appena appoggiata nuovamente la borsa a terra, l'avrebbe aperta per riprendersi il suo amato triangolo... e invece no, la mise all'ombra accanto alla borsa frigo. "Io avrei fame, ma vorrei prima farmi un bagno, sto rischiando un'insolazione, devo abbassare la temperatura corporea, sono molto accaldata, vieni con me?" Impossibile rifiutare stavolta, per tante, troppe ragioni.
In pieno stato confusionale mi stavo avviando in acqua con ancora carta, penna e cellulare tra le mani: me ne accorsi solo quando Diana, da dietro, me li "rapinò" ridacchiando per la mia sbadataggine. Li andò velocemente a riporre e mi raggiunse sul bagnasciuga in un baleno, con una breve corsa in punta di piedi per evitare il più possibile il contatto con la sabbia rovente... e così facendo mi regalò un altro balletto ammaliante delle sue grazie. L'acqua era gelida, l'impatto fu tremendo, soprattutto per me che non avevo bagnato nemmeno i piedi dall'inizio della vacanza. Dopo qualche secondo Diana mi abbracciò "Brrrr, che fredda, riscaldami un pò" Sentivo le sue tettone schiacciarsi su di me: "Vuoi ancora tornartene a casa o pensi di rimanere?" chiese ironicamente. Sorrisi ma non ebbi il tempo di rispondere: "Che ne pensi? Sono stata brava? Sei soddisfatto adesso?" Risposi che ero felicissimo, inebriato e che era stata perfetta, ma chiesi di conoscere esattamente le sue sensazioni in quel momento: mi disse di essere più preciso e allora le porsi tutte le piccole domande che mi balenavano in testa durante il nostro percorso di ritorno: "Beh, certo: all'inizio mi vergognavo, anche tanto, ma pensavo che dovevo farlo per te e resistevo. Poi ho capito che loro gradivano,non me lo aspettavo, ma un pò mi faceva piacere... mi era venuto il sospetto che ti fossi messo d'accordo con loro affinché mi guardassero, stavo al gioco, ma poi ho visto che anche il più grande, Andrea, era molto spontaneo, non stava recitando e guardava proprio perché gli piacevo, ma è stato carino, però troppo maturo, mi sa che a 50 anni ci arrivava, non se se lo rifarei davanti a gente così grande, boh, già con un giovane è diverso: poi bisbigliò ridacchiando nel mio orecchio "il ragazzino invece mi piaceva, mi stava facendo bagnare, era proprio imbambolato dalle tette: poverino, forse non le aveva mai viste così da vicino e io a un certo punto glielo facevo apposta: hai notato quando drizzavo la schiena e gliele sbattevo in faccia? Stava svenendo, che bella sensazione... ma saranno tutti così questi giovanotti? Pensavo che nemmeno di guardasse, avrà avuto 15/16 anni... io alla sua età nemmeno ci pensavo a queste cose".
Mentre metteva a nudo le sue sensazioni, era impossibile non toccarla ovunque, in quel momento ero letteralmente tentacolato: quando ci separammo dall'abbraccio, Diana fece un paio di bracciate: poi disse "adesso tonifico un pò le tette" è iniziò a farle ondeggiare a pelo d'acqua con le increspature del mare: pensavo che non avevavo nessun bisogno di essere tonificate, a 24 anni, ma fu comunque uno spettacolo meraviglioso ammirare quel "vedo, non vedo" scandito dal ritmo del mare.
Sentivo nel frattempo alcune voci, mi girai e vidi che l'intero gruppo di pescatori camminava sul bagnasciuga quasi davanti a noi, con le loro attrezzature in mano o a tracolla, stavano andando via dalla spiaggia: sentimmo la voce di Andrea esclamare "questo è il mi figliolo", rallentando il passo e salutando con la mano, mentre con l'altra abbracciava alla spalla un altro ragazzo. Invece di immergersi completamente in acqua per coprirsi e ricambiare il saluto, come avrebbe fatto qualunque brutto anatroccolo, Diana mi guardò con un sorrisino malizioso e mi avvertì "scusa, vado a presentarmi agli altri, non mi sembra educato restare qui. Rimani tu, se vuoi, goditi la scena: oggi è la tua giornata".
Risalì in piedi scoprendo completamente le tette e si avviò verso il bagnasciuga accelerando il passo: un altro ballo straripante in piena regola, ma stavolta mi voltava le spalle: ne potevano beneficiare solo quei 7 fortunati. Avanzai di parecchio per vedere meglio, l'acqua ormai era bassa e fui costretto ad inginocchiarmi per coprire la mia evidente erezione. Non scorderò mai il loro perfetto allineamento in fila e il loro sguardo estasiato rivolto verso Diana che li raggiungeva. Lei si fermò proprio davanti ad Andrea, uscendo dall'acqua. Era del tutto a suo agio, nonostante avesse addosso 14 occhi contemporaneamente, non accennava a coprirsi. Vedevo stringere la sua mano a quella del vero figlio di Andrea, poi scambiarono quattro chiacchiere e qualche risata, prima delle presentazioni anche con il resto del gruppo. Non avrei mai creduto in vita mia di poterla vedere da sola, in topless, parlare con sette uomini, praticamente sconosciuti, dopo la tribolazione patita per un anno a furia di sentirla commiserarsi. Desideravo ardentemente avvicinarmi ancor di più o addirittura raggiungerli per gustarmi i dettagli alla minima distanza ma non riuscivo a soffocare la mia adrenalina. Fu Andrea a chiamarmi: "Vieni qua che devo dirti una cosa" Fortunatamente il suo invito rappresentò un segnale di spegnimento per il mio pene che iniziò a collaborare, sgonfiandosi da bravo e riuscii a uscire in condizioni civilmente idonee: Andrea mi presentò Davide, "il mi figliolo", bel ragazzo anche lui, sicuramente maggiorenne ed anche gli altri presenti, compreso un altro giovanotto sempre sui 18 anni che dopo avermi degnato di uno sguardo per una frazione di secondo, tornò ad occuparsi di una accuratissima analisi visiva delle tette di Diana insieme al più giovane del gruppo che già le conosceva bene. "La spiaggia che ti dicevo si chiama Cacciarella, me lo son fatto dire da loro", Andrea indicava due uomini della sua età che annuirono sorridendo. Il più maturo mi spiegò brevemente come ci si arrivava, mentre l'altro aggiustava la posizione del suo zaino a tracolla, mentre mirava con lo sguardo verso le tettone che nel frattempo si erano asciugate, placando anche l'esplosione dei capezzoli. Salutarono nuovamente soprattutto lei, quasi circondandola, prima di riavviarsi.
Diana si rivolse subito a me con uno sguardo tentatore ed una voce bassa e provocante: "Era doveroso salutare ed essere gentile con tutti, me lo hanno insegnato da bambina". Sorrisi compiaciuto evidenziando di avere l'impressione che fosse la sua giornata, oltre alla mia. "E' anche la mia giornata, diciamo di si, posso essere d'accordo, ma non illuderti, non sarà così ogni giorno, da domani tornerò ad essere quella di sempre".
Faceva davvero un gran caldo: per non ustionarci ogni volta i piedi, Diana mi propose di spostare in avanti la nostra postazione, che era quasi a ridosso delle dune e di avvicinarci il più possibile al bagnasciuga, dove la sabbia era meno bollente e si poteva sentire qualche flebile alito di vento. Obbedii sull'attenti, correndo verso gli asciugamani che portai per primi, ad un paio di metri dall'acqua: poi feci lo stesso con le borse e infine piantai l'ombrellone: nel frattempo lei era rimasta in piedi a terminare il suo sgocciolamento. Si sdraiò un attimo al sole ma si rialzò quasi subito rimanendo seduta: voleva pranzare. Divorammo i nostri panini ancora commestibili: con i bicchieri di acqua tra le mani, ammiravamo la spiaggia ormai deserta ma vedevamo in lontananza qualcuno correre verso di noi. Man mano che si avvicinava notavamo una fisionomia conosciuta: si, era proprio lui, il più giovane del gruppo dei pescatori con cui aveva già avuto modo di esibirsi a distanza ravvicinata: correva in modo molto determinato di chi deve fare in fretta, quindi non pensammo ad un desiderio di rivedere lei, che tuttavia si posizionò meglio, appoggiando le mani sull'asciugamano, con le braccia tese, leggermente dietro i fianchi, per mettere le tettone in primo piano. Il ragazzo incominciò a fissarla ancor prima di arrivare, ci salutò guardandoci un secondo anche negli occhi e rivelandoci ansimando che aveva dimenticato una felpa che indossava appena arrivato all'alba: memorizzò di nuovo le tette e si allontanò verso la postazione di pesca. Diana esclamò un dispiaciutissimo e sensuale "che peccato che vada così di fretta". Le ricordai di aver appena sentito pronunciarle la frase "tornerò ad essere quella di sempre" e lei ribattè maliziosamente: "ho detto da domani: tornerò ad essere quella di sempre, da domani: oggi va così": si voltò verso la sua borsa, la aprì e estrasse la crema solare "quando ripassa lo faccio svenire, stavolta: vedrai che non mi dimentica più, crescerà benissimo con il mio ricordo". Di sicuro a crescere in tempi record era nuovamente il mio pene, cercai di nasconderlo ma Diana se ne accorse e mi invitò a tornare in acqua "...anche perché se ci sei tu, lui guarda meno, quindi fatti un bagnetto qua davanti e apprezza: obbedii ancora una volta con molto piacere, mi tuffai e mi voltai subito verso di lei. Mi fissò provocandomi con tre o quattro pose sexy che rendevano le sue tette ancora più generose ed esplosive. Era strepitoso vederla in topless a così poca distanza dal bagnasciuga. Girò lo sguardo verso la postazione di pesca, si intravedeva la sagoma del ragazzo nei pressi della posizione originaria, la più distante. Diana si voltò verso di me e iniziò a spalmarsi con precisione un pò di crema sui polpacci e sulle gambe, poi salì alle cosce: fu la volta della fronte, del naso e delle guance, con altrettanta calma; nel frattempo si girò nuovamente, il ragazzo aveva appena ripreso il cammino: Diana passo più velocemente alle braccia ed alle spalle controllando con più frequenza a quanta distanza si trovasse ancora il giovanotto, i cui movimenti erano sempre più nitidi: non correva più, camminava veloce, evidentemente era esausto, o magari aveva voglia di dare un'ultima occhiata con più tranquillità... un altro minuto e sarebbe arrivato. Diana fece cenno di alzarsi, poi attese ancora. Si spalmò meglio qualche grumo di crema sul braccio destro, guardò ancora verso di lui, ormai era vicino: da seduta si inginocchiò, drizzò la schiena e tirò le tettone in fuori, prese un pò di crema e iniziò a spalmarla sotto il collo e mentre il ragazzo sopraggiungeva rallentando il passo, si riempì la mano destra di una maggiore quantità di crema e la distribuì equamente sui due seni, senza ancora cospargerla: lo aspettava: "hai trovato la felpa?" gli chiese iniziando a spalmarsi. Le tette erano schermate di bianco dalla grande quantità di crema" " Si si" rispose a fatica mostrando la felpa blu che teneva in mano. Diana lo invitò a fermarsi un secondo per riprendersi dalla fatica, era molto sudato e visibilmente provato. Lui non se lo fece ripetere e si arrestò, rimanendo in piedi davanti a lei: la fissava senza mai staccare lo sguardo mentre lei si spalmava stringendo le sue tettone per poi lasciarle cadere e ballare. "Sei stato fortunato che la spiaggia oggi è deserta, altrimenti non so se l'avresti ritrovata, di questi tempi" "Non ti ho nemmeno chiesto il nome, l'età, che maleducata... vedo che a te del mio nome non ti importa, sei preso da altro... ma io sono curiosa": le disse di chiamarsi Valerio e di avere sedici anni e mezzo. "Accidenti: a sedici anni già ti piacciono le tette delle ragazze più grandi di te, stai bruciando le tappe". Valerio si scusò, prendendolo come un rimprovero e istintivamente si girò verso di me, temendo qualche mia reazione ma io gli sorrisi salutandolo con la mano, mentre Diana lo tranquillizzava "No no, guarda pure, tranquillo, a me fa piacere, l'importante è che ti piacciano". "Mi piacciono troppo, non ce la fo a non guardarle, sono troppo belle" Allora Diana cambiò il movimento della spalmatura: inizio ad avvicinare le tettone tra loro, accompagnandole dai rispettivi lati esterni "Anche così non sono male, vero?" "No, sono ancora meglio, così è il massimo, hai vinto" Anch'io volli rassicurarlo e ad alta voce gli confermai che poteva guardare senza farsi problemi, non lo avrei picchiato. Il cellulare di Valerio suonò, lo credevano disperso ormai... rispose che stava arrivando" e si congedò a mani giunte con un "torna presto, ti prego". Entrambi scoppiammo a ridere dalla sua schiettezza e lo salutammo.

Vi ho raccontato il primo topless della mia Diana: sono passati 15 anni da quella giornata ormai, ma la sua "genuinità" è immutata, anzi migliora invecchiando come il buon vino. Ringrazio il buon losqualo84, ideatore di questo stimolante thread, a cui chiedo scusa per l'invadenza e ringrazio anche tutti coloro che hanno gradito e che gradiranno. Devo ammettere che finora ho avuto contatti con persone quasi tutte educate e civili, spero che continui così perché da raccontare avrei ancora "qualcosa" fino ai nostri giorni. Mi scuso invece con chi si aspettava un finale diverso, più animalesco, a base di orge, sesso o autoerotismo e anche con coloro che si chiederanno cosa c'è di trasgressivo in un racconto senza sesso: io credo che la trasgressione non sia sesso, ma sia molto meglio. Il racconto è autenticamente ciò che è avvenuto quel giorno e non ritenevo giusto completarlo con un finale falsato, forzato e non accaduto realmente. Non ci sarà mai sesso nei miei racconti perché non è mai avvenuto in spiaggia: inoltre non ho la capacità di scrivere esperienze che non mi appartengono. Se vorrete, continuerò a raccontare altro, sempre riguardo a giornate di mare interessanti, su thread appositi creati da me, visto che quello che mi ha ospitato riguarda nello specifico "il primo topless" che ha sempre un sapore particolare ed è bene differenziarlo da tutti gli altri. Ora, se volete, liberate educatamente le vostre sensazioni, i vostri pareri, le vostre curiosità e le vostre considerazioni su Diana. Ciao!!
Ringrazio io a te che hai raccontato la tua esperienza Esperienza/e che aspettiamo con ansia da i tanti lettori... Perché siete tanti.
Bhe che dire la tua Diana è lanciatissimo ormai
 

totos2000

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Il mio cervello era un vulcano in piena eruzione: avrei voluto rivelare e domandare a Diana di tutto in quei due/tre minuti di percorso tra i pescatori ed il nostro ombrellone: " Sei stata stupenda, Come ti sentivi? Ti vergognavi? Ti piaceva almeno un pò?" Hai notato come ti guardavano?" "Ti reputi ancora così da buttare?" ma pensai che la cosa migliore fosse resistere e tenermi dentro tutte quelle curiosità che smaniavo di conoscere ad ogni costo, perché in quei due/tre minuti mi aspettavo anche una pioggia di insulti, di scatti di ira, di tragiche sceneggiate da parte sua...e invece non credevo alle mie orecchie nel sentirla parlare normalmente, senza alcuna rabbia, anzi in maniera mai così pacata: "Oggi scotta questa sabbia, mi sto bruciando i piedi, accidenti: quanto scommetti che la borsa frigo è al sole? L'acqua minerale sarà rovente ormai, speriamo che i nostri panini non si siano essiccati", diceva ridendo serenamente. In quei due/tre minuti mi aspettavo anche di vedere entrambe le sue braccia a copertura delle tettone che continuavano a ballare senza tregua e invece... libertà assoluta. Avevo assorbito le sembianze e l'atteggiamento del pescatore più giovane: non riuscivo a staccare gli occhi da quei due capolavori in continuo movimento, di profilo, che mi camminavano a fianco in un misto di sfacciataggine e naturalezza. Cercavo talvolta di distanziarmi allargandomi a destra di qualche centimetro per godere di una visione più "panoramica" ma senza esagerare, temendo che Diana se ne accorgesse e mi rimproverasse: non volevo spezzare quel filo di armonia, di complicità e di non belligeranza che immaginavo sottilissimo. Arrivammo a destinazione "Cosa ti dicevo!? La borsa è al sole", alzò per un secondo gli occhi al cielo "avrei dovuto fare l'astronoma, io: guarda, il sole si è spostato... e avrei dovuto anche inclinare l'ombrellone prima di raggiungerti, da brava astronoma mancata". Sugli asciugamani non vedevo il suo reggiseno, forse l'aveva sistemato nella sua borsa che stava spostando: ero certo che il momento magico stesse terminando: appena appoggiata nuovamente la borsa a terra, l'avrebbe aperta per riprendersi il suo amato triangolo... e invece no, la mise all'ombra accanto alla borsa frigo. "Io avrei fame, ma vorrei prima farmi un bagno, sto rischiando un'insolazione, devo abbassare la temperatura corporea, sono molto accaldata, vieni con me?" Impossibile rifiutare stavolta, per tante, troppe ragioni.
In pieno stato confusionale mi stavo avviando in acqua con ancora carta, penna e cellulare tra le mani: me ne accorsi solo quando Diana, da dietro, me li "rapinò" ridacchiando per la mia sbadataggine. Li andò velocemente a riporre e mi raggiunse sul bagnasciuga in un baleno, con una breve corsa in punta di piedi per evitare il più possibile il contatto con la sabbia rovente... e così facendo mi regalò un altro balletto ammaliante delle sue grazie. L'acqua era gelida, l'impatto fu tremendo, soprattutto per me che non avevo bagnato nemmeno i piedi dall'inizio della vacanza. Dopo qualche secondo Diana mi abbracciò "Brrrr, che fredda, riscaldami un pò" Sentivo le sue tettone schiacciarsi su di me: "Vuoi ancora tornartene a casa o pensi di rimanere?" chiese ironicamente. Sorrisi ma non ebbi il tempo di rispondere: "Che ne pensi? Sono stata brava? Sei soddisfatto adesso?" Risposi che ero felicissimo, inebriato e che era stata perfetta, ma chiesi di conoscere esattamente le sue sensazioni in quel momento: mi disse di essere più preciso e allora le porsi tutte le piccole domande che mi balenavano in testa durante il nostro percorso di ritorno: "Beh, certo: all'inizio mi vergognavo, anche tanto, ma pensavo che dovevo farlo per te e resistevo. Poi ho capito che loro gradivano,non me lo aspettavo, ma un pò mi faceva piacere... mi era venuto il sospetto che ti fossi messo d'accordo con loro affinché mi guardassero, stavo al gioco, ma poi ho visto che anche il più grande, Andrea, era molto spontaneo, non stava recitando e guardava proprio perché gli piacevo, ma è stato carino, però troppo maturo, mi sa che a 50 anni ci arrivava, non se se lo rifarei davanti a gente così grande, boh, già con un giovane è diverso: poi bisbigliò ridacchiando nel mio orecchio "il ragazzino invece mi piaceva, mi stava facendo bagnare, era proprio imbambolato dalle tette: poverino, forse non le aveva mai viste così da vicino e io a un certo punto glielo facevo apposta: hai notato quando drizzavo la schiena e gliele sbattevo in faccia? Stava svenendo, che bella sensazione... ma saranno tutti così questi giovanotti? Pensavo che nemmeno di guardasse, avrà avuto 15/16 anni... io alla sua età nemmeno ci pensavo a queste cose".
Mentre metteva a nudo le sue sensazioni, era impossibile non toccarla ovunque, in quel momento ero letteralmente tentacolato: quando ci separammo dall'abbraccio, Diana fece un paio di bracciate: poi disse "adesso tonifico un pò le tette" è iniziò a farle ondeggiare a pelo d'acqua con le increspature del mare: pensavo che non avevavo nessun bisogno di essere tonificate, a 24 anni, ma fu comunque uno spettacolo meraviglioso ammirare quel "vedo, non vedo" scandito dal ritmo del mare.
Sentivo nel frattempo alcune voci, mi girai e vidi che l'intero gruppo di pescatori camminava sul bagnasciuga quasi davanti a noi, con le loro attrezzature in mano o a tracolla, stavano andando via dalla spiaggia: sentimmo la voce di Andrea esclamare "questo è il mi figliolo", rallentando il passo e salutando con la mano, mentre con l'altra abbracciava alla spalla un altro ragazzo. Invece di immergersi completamente in acqua per coprirsi e ricambiare il saluto, come avrebbe fatto qualunque brutto anatroccolo, Diana mi guardò con un sorrisino malizioso e mi avvertì "scusa, vado a presentarmi agli altri, non mi sembra educato restare qui. Rimani tu, se vuoi, goditi la scena: oggi è la tua giornata".
Risalì in piedi scoprendo completamente le tette e si avviò verso il bagnasciuga accelerando il passo: un altro ballo straripante in piena regola, ma stavolta mi voltava le spalle: ne potevano beneficiare solo quei 7 fortunati. Avanzai di parecchio per vedere meglio, l'acqua ormai era bassa e fui costretto ad inginocchiarmi per coprire la mia evidente erezione. Non scorderò mai il loro perfetto allineamento in fila e il loro sguardo estasiato rivolto verso Diana che li raggiungeva. Lei si fermò proprio davanti ad Andrea, uscendo dall'acqua. Era del tutto a suo agio, nonostante avesse addosso 14 occhi contemporaneamente, non accennava a coprirsi. Vedevo stringere la sua mano a quella del vero figlio di Andrea, poi scambiarono quattro chiacchiere e qualche risata, prima delle presentazioni anche con il resto del gruppo. Non avrei mai creduto in vita mia di poterla vedere da sola, in topless, parlare con sette uomini, praticamente sconosciuti, dopo la tribolazione patita per un anno a furia di sentirla commiserarsi. Desideravo ardentemente avvicinarmi ancor di più o addirittura raggiungerli per gustarmi i dettagli alla minima distanza ma non riuscivo a soffocare la mia adrenalina. Fu Andrea a chiamarmi: "Vieni qua che devo dirti una cosa" Fortunatamente il suo invito rappresentò un segnale di spegnimento per il mio pene che iniziò a collaborare, sgonfiandosi da bravo e riuscii a uscire in condizioni civilmente idonee: Andrea mi presentò Davide, "il mi figliolo", bel ragazzo anche lui, sicuramente maggiorenne ed anche gli altri presenti, compreso un altro giovanotto sempre sui 18 anni che dopo avermi degnato di uno sguardo per una frazione di secondo, tornò ad occuparsi di una accuratissima analisi visiva delle tette di Diana insieme al più giovane del gruppo che già le conosceva bene. "La spiaggia che ti dicevo si chiama Cacciarella, me lo son fatto dire da loro", Andrea indicava due uomini della sua età che annuirono sorridendo. Il più maturo mi spiegò brevemente come ci si arrivava, mentre l'altro aggiustava la posizione del suo zaino a tracolla, mentre mirava con lo sguardo verso le tettone che nel frattempo si erano asciugate, placando anche l'esplosione dei capezzoli. Salutarono nuovamente soprattutto lei, quasi circondandola, prima di riavviarsi.
Diana si rivolse subito a me con uno sguardo tentatore ed una voce bassa e provocante: "Era doveroso salutare ed essere gentile con tutti, me lo hanno insegnato da bambina". Sorrisi compiaciuto evidenziando di avere l'impressione che fosse la sua giornata, oltre alla mia. "E' anche la mia giornata, diciamo di si, posso essere d'accordo, ma non illuderti, non sarà così ogni giorno, da domani tornerò ad essere quella di sempre".
Faceva davvero un gran caldo: per non ustionarci ogni volta i piedi, Diana mi propose di spostare in avanti la nostra postazione, che era quasi a ridosso delle dune e di avvicinarci il più possibile al bagnasciuga, dove la sabbia era meno bollente e si poteva sentire qualche flebile alito di vento. Obbedii sull'attenti, correndo verso gli asciugamani che portai per primi, ad un paio di metri dall'acqua: poi feci lo stesso con le borse e infine piantai l'ombrellone: nel frattempo lei era rimasta in piedi a terminare il suo sgocciolamento. Si sdraiò un attimo al sole ma si rialzò quasi subito rimanendo seduta: voleva pranzare. Divorammo i nostri panini ancora commestibili: con i bicchieri di acqua tra le mani, ammiravamo la spiaggia ormai deserta ma vedevamo in lontananza qualcuno correre verso di noi. Man mano che si avvicinava notavamo una fisionomia conosciuta: si, era proprio lui, il più giovane del gruppo dei pescatori con cui aveva già avuto modo di esibirsi a distanza ravvicinata: correva in modo molto determinato di chi deve fare in fretta, quindi non pensammo ad un desiderio di rivedere lei, che tuttavia si posizionò meglio, appoggiando le mani sull'asciugamano, con le braccia tese, leggermente dietro i fianchi, per mettere le tettone in primo piano. Il ragazzo incominciò a fissarla ancor prima di arrivare, ci salutò guardandoci un secondo anche negli occhi e rivelandoci ansimando che aveva dimenticato una felpa che indossava appena arrivato all'alba: memorizzò di nuovo le tette e si allontanò verso la postazione di pesca. Diana esclamò un dispiaciutissimo e sensuale "che peccato che vada così di fretta". Le ricordai di aver appena sentito pronunciarle la frase "tornerò ad essere quella di sempre" e lei ribattè maliziosamente: "ho detto da domani: tornerò ad essere quella di sempre, da domani: oggi va così": si voltò verso la sua borsa, la aprì e estrasse la crema solare "quando ripassa lo faccio svenire, stavolta: vedrai che non mi dimentica più, crescerà benissimo con il mio ricordo". Di sicuro a crescere in tempi record era nuovamente il mio pene, cercai di nasconderlo ma Diana se ne accorse e mi invitò a tornare in acqua "...anche perché se ci sei tu, lui guarda meno, quindi fatti un bagnetto qua davanti e apprezza: obbedii ancora una volta con molto piacere, mi tuffai e mi voltai subito verso di lei. Mi fissò provocandomi con tre o quattro pose sexy che rendevano le sue tette ancora più generose ed esplosive. Era strepitoso vederla in topless a così poca distanza dal bagnasciuga. Girò lo sguardo verso la postazione di pesca, si intravedeva la sagoma del ragazzo nei pressi della posizione originaria, la più distante. Diana si voltò verso di me e iniziò a spalmarsi con precisione un pò di crema sui polpacci e sulle gambe, poi salì alle cosce: fu la volta della fronte, del naso e delle guance, con altrettanta calma; nel frattempo si girò nuovamente, il ragazzo aveva appena ripreso il cammino: Diana passo più velocemente alle braccia ed alle spalle controllando con più frequenza a quanta distanza si trovasse ancora il giovanotto, i cui movimenti erano sempre più nitidi: non correva più, camminava veloce, evidentemente era esausto, o magari aveva voglia di dare un'ultima occhiata con più tranquillità... un altro minuto e sarebbe arrivato. Diana fece cenno di alzarsi, poi attese ancora. Si spalmò meglio qualche grumo di crema sul braccio destro, guardò ancora verso di lui, ormai era vicino: da seduta si inginocchiò, drizzò la schiena e tirò le tettone in fuori, prese un pò di crema e iniziò a spalmarla sotto il collo e mentre il ragazzo sopraggiungeva rallentando il passo, si riempì la mano destra di una maggiore quantità di crema e la distribuì equamente sui due seni, senza ancora cospargerla: lo aspettava: "hai trovato la felpa?" gli chiese iniziando a spalmarsi. Le tette erano schermate di bianco dalla grande quantità di crema" " Si si" rispose a fatica mostrando la felpa blu che teneva in mano. Diana lo invitò a fermarsi un secondo per riprendersi dalla fatica, era molto sudato e visibilmente provato. Lui non se lo fece ripetere e si arrestò, rimanendo in piedi davanti a lei: la fissava senza mai staccare lo sguardo mentre lei si spalmava stringendo le sue tettone per poi lasciarle cadere e ballare. "Sei stato fortunato che la spiaggia oggi è deserta, altrimenti non so se l'avresti ritrovata, di questi tempi" "Non ti ho nemmeno chiesto il nome, l'età, che maleducata... vedo che a te del mio nome non ti importa, sei preso da altro... ma io sono curiosa": le disse di chiamarsi Valerio e di avere sedici anni e mezzo. "Accidenti: a sedici anni già ti piacciono le tette delle ragazze più grandi di te, stai bruciando le tappe". Valerio si scusò, prendendolo come un rimprovero e istintivamente si girò verso di me, temendo qualche mia reazione ma io gli sorrisi salutandolo con la mano, mentre Diana lo tranquillizzava "No no, guarda pure, tranquillo, a me fa piacere, l'importante è che ti piacciano". "Mi piacciono troppo, non ce la fo a non guardarle, sono troppo belle" Allora Diana cambiò il movimento della spalmatura: inizio ad avvicinare le tettone tra loro, accompagnandole dai rispettivi lati esterni "Anche così non sono male, vero?" "No, sono ancora meglio, così è il massimo, hai vinto" Anch'io volli rassicurarlo e ad alta voce gli confermai che poteva guardare senza farsi problemi, non lo avrei picchiato. Il cellulare di Valerio suonò, lo credevano disperso ormai... rispose che stava arrivando" e si congedò a mani giunte con un "torna presto, ti prego". Entrambi scoppiammo a ridere dalla sua schiettezza e lo salutammo.

Vi ho raccontato il primo topless della mia Diana: sono passati 15 anni da quella giornata ormai, ma la sua "genuinità" è immutata, anzi migliora invecchiando come il buon vino. Ringrazio il buon losqualo84, ideatore di questo stimolante thread, a cui chiedo scusa per l'invadenza e ringrazio anche tutti coloro che hanno gradito e che gradiranno. Devo ammettere che finora ho avuto contatti con persone quasi tutte educate e civili, spero che continui così perché da raccontare avrei ancora "qualcosa" fino ai nostri giorni. Mi scuso invece con chi si aspettava un finale diverso, più animalesco, a base di orge, sesso o autoerotismo e anche con coloro che si chiederanno cosa c'è di trasgressivo in un racconto senza sesso: io credo che la trasgressione non sia sesso, ma sia molto meglio. Il racconto è autenticamente ciò che è avvenuto quel giorno e non ritenevo giusto completarlo con un finale falsato, forzato e non accaduto realmente. Non ci sarà mai sesso nei miei racconti perché non è mai avvenuto in spiaggia: inoltre non ho la capacità di scrivere esperienze che non mi appartengono. Se vorrete, continuerò a raccontare altro, sempre riguardo a giornate di mare interessanti, su thread appositi creati da me, visto che quello che mi ha ospitato riguarda nello specifico "il primo topless" che ha sempre un sapore particolare ed è bene differenziarlo da tutti gli altri. Ora, se volete, liberate educatamente le vostre sensazioni, i vostri pareri, le vostre curiosità e le vostre considerazioni su Diana. Ciao!!
Da qll che hai detotto su qst forum ci sono tanti amici che condividono una passione,
Poi ci sono i cazzari come da per tutto qll si scartono da soli.
Continua così vai alla grande
Mi trovi d'accordo sul fatto che l eccitazione nn deve essere per forza sesso o giù di l, ma anche qll che succede durante il giorno nellanostra routine
 
OP
L

losqualo84

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Non so se molti di voi conoscono sfida... Ecco un loro ultimo video che si trova online.
 

Poncharell

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Dyd e Sfizy , non Sfida.... 😂 maledetto t9... 😁
Mitica coppia... sto impazzendo per il seguito, se c'e'...
 

rittola

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Ma esistono altri video suoi oltre ai due presenti nel canale?
 
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Virgilio11

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sexy davvero
 

Michele_80

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Un amica, anche lei in topless faciliterebbe tutte le nostre

Dipende, se la nostra è già in topless allora è l'amica che potrebbe esser facilitata... ma anche no: le nostre amiche non facevano topless anche se la mia lo faceva ai tempi insieme a loro
 

terr8

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diciamo che se trovi una spiaggia cosi, hai buone possibilità!!!! che anche la tua lei si senta a suo agio!!!!

Buone probabilità ma purtroppo non certe. Per esperienza personale, a Jesolo capitammo io e mia moglie proprio affianco a un gruppetto di ragazze tutte in topless e nonostante glielo abbia fatto notare che non sarebbe stata l’unica e che anzi passasse quasi inosservata, non ne ha voluto proprio sapere. Il massimo che fa in spiaggia è abbassarsi il reggiseno (a suo dire per abbronzarsi meglio) però delle volte la fascia si abbassa un po’ troppo e rimane con i capezzoli visibili e lei non se ne accorge...quando non succede ci penso io ad abbassarlo con lei che all’inizio fa un po’ di storie che non le sembra il caso ma poi dopo qualche minuto si convince e le lascia intravedere. Solo una volta, si tolse il pezzo di sopra ma eravamo praticamente isolati gli unici a passare (e a fermarsi) erano i venditori ambulanti. A volte faceva in tempo a ricomporsi altre no perché io la avvisavo in netto ritardo 😂😂😂 Lei non faceva altro che chiedermi come mai si fermassero tutti lì da lei....bella esperienza ma l’unica. Allego una foto di questa unica volta in topless ma scattata da dietro sul lato b
 

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Daemontwo

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Buone probabilità ma purtroppo non certe. Per esperienza personale, a Jesolo capitammo io e mia moglie proprio affianco a un gruppetto di ragazze tutte in topless e nonostante glielo abbia fatto notare che non sarebbe stata l’unica e che anzi passasse quasi inosservata, non ne ha voluto proprio sapere. Il massimo che fa in spiaggia è abbassarsi il reggiseno (a suo dire per abbronzarsi meglio) però delle volte la fascia si abbassa un po’ troppo e rimane con i capezzoli visibili e lei non se ne accorge...quando non succede ci penso io ad abbassarlo con lei che all’inizio fa un po’ di storie che non le sembra il caso ma poi dopo qualche minuto si convince e le lascia intravedere. Solo una volta, si tolse il pezzo di sopra ma eravamo praticamente isolati gli unici a passare (e a fermarsi) erano i venditori ambulanti. A volte faceva in tempo a ricomporsi altre no perché io la avvisavo in netto ritardo 😂😂😂 Lei non faceva altro che chiedermi come mai si fermassero tutti lì da lei....bella esperienza ma l’unica. Allego una foto di questa unica volta in topless ma scattata da dietro sul lato b
È quasi un peccato stantuffarglielo
 

pollino88

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Buone probabilità ma purtroppo non certe. Per esperienza personale, a Jesolo capitammo io e mia moglie proprio affianco a un gruppetto di ragazze tutte in topless e nonostante glielo abbia fatto notare che non sarebbe stata l’unica e che anzi passasse quasi inosservata, non ne ha voluto proprio sapere. Il massimo che fa in spiaggia è abbassarsi il reggiseno (a suo dire per abbronzarsi meglio) però delle volte la fascia si abbassa un po’ troppo e rimane con i capezzoli visibili e lei non se ne accorge...quando non succede ci penso io ad abbassarlo con lei che all’inizio fa un po’ di storie che non le sembra il caso ma poi dopo qualche minuto si convince e le lascia intravedere. Solo una volta, si tolse il pezzo di sopra ma eravamo praticamente isolati gli unici a passare (e a fermarsi) erano i venditori ambulanti. A volte faceva in tempo a ricomporsi altre no perché io la avvisavo in netto ritardo 😂😂😂 Lei non faceva altro che chiedermi come mai si fermassero tutti lì da lei....bella esperienza ma l’unica. Allego una foto di questa unica volta in topless ma scattata da dietro sul lato b
Bel lato B, quanti anni ha?
 

pavilon

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Buone probabilità ma purtroppo non certe. Per esperienza personale, a Jesolo capitammo io e mia moglie proprio affianco a un gruppetto di ragazze tutte in topless e nonostante glielo abbia fatto notare che non sarebbe stata l’unica e che anzi passasse quasi inosservata, non ne ha voluto proprio sapere. Il massimo che fa in spiaggia è abbassarsi il reggiseno (a suo dire per abbronzarsi meglio) però delle volte la fascia si abbassa un po’ troppo e rimane con i capezzoli visibili e lei non se ne accorge...quando non succede ci penso io ad abbassarlo con lei che all’inizio fa un po’ di storie che non le sembra il caso ma poi dopo qualche minuto si convince e le lascia intravedere. Solo una volta, si tolse il pezzo di sopra ma eravamo praticamente isolati gli unici a passare (e a fermarsi) erano i venditori ambulanti. A volte faceva in tempo a ricomporsi altre no perché io la avvisavo in netto ritardo 😂😂😂 Lei non faceva altro che chiedermi come mai si fermassero tutti lì da lei....bella esperienza ma l’unica. Allego una foto di questa unica volta in topless ma scattata da dietro sul lato b
Come già detto ...ha un lato B fantastico......
 

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