Il Calcio ? E' qui.
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Pazzo e bellissimo! Un Napoli dal cuore Toro vince nonostante le amnesie difensive.
Un Napoli dal cuore Toro. Bello e pimpante in avvio ma anche autolesionista fino a sfiorare il tracollo: alla fine devastante, come deve essere la squadra fiera che insegue la Champions. E Toro-Napoli, per quello che è stato, per l'altalena di infinite emozioni e stati d'animo, per la reazione orgogliosa che nel finale ha spazzato via il degnissimo granata indossato dai ragazzi di Ventura, potrebbe davvero diventare un'ipoteca azzurra sul secondo posto insidiato dal Diavolo. L'ha letta benissimo Mazzarri, capace di caricare oltremisura con la panchina il Matador Cavani e varare un undici pensato appositamente per stanare il Toro. Quello che proprio non ti aspetti o che non vorresti vedere, memori delle lezioni passate, sono le amnesie difensive che rischiano di vanificare sforzi e giocate sopraffine, come quelle del sontuoso Dzemaili dell'Olimpico. Era già accaduto con l'Atalanta, si è ripetuto puntualmente contro le sortite veloci e pungenti di Cerci e soci: il Napoli che getta il cuore oltre l'ostacolo deve così vincerla due volte la partita. In ordine sparso nella cronaca torinese, Britos è una porta aperta per gli avanti granata tanto da diventare propizio per l'esultanza che Barreto aspettava da quasi 900 giorni. Ad Hamsik viene di telefonare, senza scampo, dal dischetto al felino Gillet e la foga induce Cavani ad impattare in area il pallone con un braccio: Jonathas calcia il rigore con un altro piglio rispetto allo slovacco. Episodi che magari avrebbero potuto stendere un toro ma non il Napoli, ritrovatosi dopo le avventure internazionali dei suoi giramondo. E poi, l'impatto sulla mezz'ora destinatagli da Mazzarri è stato quello di un autentico fenomeno: Cavani rende facile quello che non lo è. La punizione imparabile da 25 metri è stato un prodigio, il colpo aereo su assist al bacio di Armero la stilettata per la resa onorevole dei padroni di casa. I 22 gol in campionato ne fanno il bomber principe della serie A, i 97 in maglia azzurra consentono all'uruguagio di superare nella storia dei marcatori del Napoli un mostro sacro come Antonio Careca e agganciare un altro campionissimo come Altafini. Gli esperti di mercato giurano che finirà al Real Madrid, lui intanto segna e bacia la maglia nella serata in cui lasciano un bel sapore anche le parole di Mazzarri: la permanenza a Napoli non sarà mai una squallida questione di soldi. Tanti segnali, tutti insieme, alla vigilia di una Pasqua che rende più forte il Napoli: per ora rispetto al Milan in classifica, di certo nella testa, lì dove nasce la consapevolezza di poter centrare l'obbiettivo prestigioso. Col batticuore che stressa le coronarie ma anche con la forza travolgente di chi è pazzo e bellissimo.