Racconto di fantasia UN AMORE DI MAMMA SUDAMERICANA

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Dave35

Guest
Questa racconto è un prodotto della mia fantasia. È stata ispirata e plasmata partendo da idee e suggerimenti forniti da un utente del forum.
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Premessa:

Questo racconto non è lungo per capriccio, ma per una necessità. Ogni pagina, ogni frase, è stata tessuta con cura per dar vita a una trama ricca e avvincente, La complessità e le emozioni dei personaggi necessitavano di ampio spazio per essere pienamente esplorate e percepite, culminando in un intreccio tanto intrigante quanto emotivamente coinvolgente.

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Prologo:

La narrazione si svolge in Colombia e ha come protagonisti questi personaggi:

Maribel : una donna Colombiana di 41 anni, madre di un figlio adolescente, Diego di 19 anni. Lei è una donna attraente e sensuale, dalle labbra molto carnose, che ha ereditato la bellezza dalla sua famiglia, dalla bellezza innata e dal fascino irresistibile, si distingue per il suo seno generoso e le sue forme sinuose. I suoi capelli castani, tagliati a caschetto, le donano un'aria sbarazzina e ironica, mentre i suoi occhi marroni, dal profondo sguardo penetrante, esercitano un magnetismo irresistibile. È una madre amorevole e premurosa, ma è anche una donna sensuale che non ha paura di esprimere la propria femminilità.

Alejandro : il padre di Maribel , un uomo di 57 anni, è un uomo d'affari, proprietario di un'azienda di costruzioni, un uomo che si e’ fatto da se, ma è anche un padre affettuoso e un nonno premuroso. È molto protettivo nei confronti di Maribel e di Diego.

Jose: il marito di Maribel , un uomo di 40 anni che lavora nell'azienda del suocero. È un uomo fedele e amorevole, è anche un pò timido e riservato. È innamorato di Maribel , ma a volte si sente inadeguato al confronto con il suocero Alejandro .

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Capitolo: “Il ballo al ristorante”

Il ristorante " Pescayé Caimán del Río " era un gioiello a Barranquilla. Il ristorante, affacciato sul fiume, era un luogo rinomato e suggestivo. La luce delle stelle si rifletteva sull'acqua, creando un'atmosfera magica. I suoni della natura si mescolavano alle voci dei commensali e al rumore discreto delle posate.

Alejandro aveva prenotato il miglior tavolo, proprio al centro del ristorante, in modo che tutti potessero ammirare la sua famiglia. E, in particolare, sua figlia, Maribel .

Quella notte, Maribel incarnava l'apice della seduzione. Indossava un fuseaux nero, corto ed elegante, che avvolgeva il suo corpo come una seconda pelle, accentuando ogni curva con precisione. Questo abito, non solo evidenziava la sua silhouette snella, ma anche la morbidezza delle sue forme. Era audacemente corto, rivelando le sue gambe toniche che terminavano in scarpe nere con tacchi alti, elevandola a un livello superiore di eleganza. I suoi capelli castani, scolpiti in un caschetto contemporaneo, riflettevano le luci della sala, e il suo sguardo, intenso e profondo, trasmetteva un magnetismo che era impossibile ignorare.

Jose, suo marito, sedeva accanto a lei, guardandola con un misto di orgoglio e ammirazione. Anche se lavorava nell'azienda del suocero, sapeva che Maribel era la vera anima dietro al successo. Era una donna di potere, ma quella sera mostrava una femminilità e una sensualità senza pari.

Diego, il loro figlio, non poteva fare a meno di notare gli sguardi ammirati e a tratti invidiosi che gli altri commensali lanciavano verso sua madre. Era abituato all'attenzione che la madre suscitava, ma quella sera era evidente che Maribel era la regina indiscussa del ristorante..

La serata iniziò con brindisi e risate, con Alejandro che proponeva un brindisi in onore della sua famiglia, orgoglioso di avere al suo fianco una figlia così straordinaria e un genero dedicato.

La cena al "Pescayé Caimán del Río" era un tripudio di sapori Colombiani. Sul tavolo, un ceviche di corvina brillava per freschezza, accanto a empanadas de pescado croccanti. Maribel aveva scelto arepas farcite di pesce e avocado, mentre un'invitante cazuela de mariscos fumava al centro del tavolo, ricca di frutti di mare. Un vino bianco fresco, il Catalejo Sauvignon Blanc, veniva versato nelle coppe, perfetto equilibrio per le pietanze.

Quella sera, in particolare, l'aria era carica d'energia. Le tavolate erano piene, le risate e i brindisi si mescolavano alla melodia seducente della musica che echeggiava nell'aria.

La cena stava raggiungendo il suo apice quando il ritmo della musica crebbe in intensità. La melodia sensuale di una bachata riempì l'aria, un invito irresistibile al ballo. Maribel , non potendo resistere, guardò suo marito Jose sperando che la conducesse sulla pista da ballo. Ma Jose, più interessato alle discussioni d'affari, declinò l'invito.

Fu Alejandro , con un sorriso audace, a prendere l'iniziativa, estendendo la mano verso sua figlia. Maribel accettò con un sorriso malizioso, e si alzarono insieme.

I loro corpi si avvicinarono, quasi a sfiorarsi, ma mantenendo quella tensione palpabile tra di loro. I movimenti di Maribel erano fluidi e sensuali, mentre Alejandro dimostrava una padronanza sorprendente del ritmo, guidando la danza con fermezza e passione. Le luci soffuse del ristorante riflettevano sul suo abito attillato, accentuando ogni curva e movimento.

L'intero ristorante sembrava essersi fermato per osservare quel duo elettrizzante. C'era un'atmosfera di mistero e seduzione mentre danzavano. Ogni volta che Alejandro girava Maribel , i loro occhi si incrociavano, con uno sguardo carico di significati non detti. E quando il seno prosperoso di Maribel si premeva contro il petto di Alejandro durante certi passi, l'aria diventava ancor più carica.

La canzone terminò con un movimento finale audace, con Maribel avvolta tra le braccia di Alejandro , i loro volti vicinissimi. Il ristorante proruppe in applausi, ma per quei due, in quel momento, il mondo esterno sembrava non esistere.

Diego, seduto all'estremità del tavolo, aveva seguito l'intera danza con crescente disagio. Se all'inizio era rimasto colpito dall'abilità di suo nonno e dalla bellezza di sua madre, presto un sentimento di sconcerto aveva iniziato a formarsi nel suo stomaco. Aveva sempre ammirato la grazia e la bellezza di sua madre, ma vedere la connessione così intensa tra lei e suo nonno durante quella danza aveva scatenato in lui una serie di emozioni contrastanti.

L'intensità dello sguardo tra sua madre e suo nonno, l'intimità dei loro movimenti e la vicinanza tra i loro corpi avevano superato i confini di una semplice danza padre-figlia agli occhi di Diego. Ogni giro, ogni passo che accentuava la vicinanza tra i due, sembrava un pugno allo stomaco per il giovane.

Mentre gli applausi riempivano la stanza, Diego si ritirò leggermente nella sua sedia, cercando di nascondere l'ombra di inquietudine che gli attraversava il volto. Gli sembrava che quella danza avesse rivelato qualcosa di più di una semplice esibizione di talento e abilità. L'intimità tra Maribel e Alejandro era palpabile, e mentre poteva essere innocente, il giovane non poteva fare a meno di chiedersi se c'era qualcosa che non sapeva sulla loro relazione.

L'atmosfera al tavolo cambiò quando madre e nonno tornarono. Jose, apparentemente ignaro, elogiò la bravura dei due ballerini, ma Diego rimase in silenzio, i suoi pensieri in tumulto. Aveva sempre visto suo nonno come una figura di rispetto e autorità, e ora si trovava a dover riconsiderare l'immagine che aveva di lui. Diego aveva un bisogno impellente di aria fresca.

"Mi scuso," disse Diego rapidamente, alzandosi dal tavolo, "ho bisogno di una pausa." E senza aspettare una risposta, si diresse verso l'esterno del ristorante.

Si alzò bruscamente, cercando di non attirare l'attenzione, e si diresse verso l'uscita. Ma Maribel , con l'intuito di una madre, notò subito il suo sguardo torbido e il suo passo frettoloso. Senza esitare, la seguì all'esterno.

"Diego!" lo chiamò mentre si avvicinava a lui sulla terrazza illuminata dalle luci del fiume. "Mamma, perché?" esclamò Diego, cercando di trattenere le lacrime. "Perché ballare in quel modo con nonno? E' stato... è stato strano."

Maribel si avvicinò, posando una mano sul suo braccio. "Amore, non volevo metterti a disagio. Era solo un ballo. Io e tuo nonno abbiamo sempre avuto una connessione particolare, ma è innocente, ti assicuro."

Diego si scrollò di dosso la mano di sua madre. "Non sembrava affatto innocente. Sembrava... provocatorio. E mi ha fatto sentire a disagio."

Maribel guardò intensamente suo figlio. "Mi dispiace, davvero. Non era mia intenzione. Ma devi capire, a volte le persone ballano per esprimersi, per liberare emozioni. Non volevo ferirti."

Diego guardò il fiume, la sua superficie scintillante rifletteva le luci della città. "So che non volevi. Ma è stato difficile da guardare."

Entrambi rimasero in silenzio per un momento, ascoltando il suono dell'acqua e della musica lontana.

"Ti amo, Diego," sussurrò Maribel , avvolgendo suo figlio in un abbraccio. "E non voglio mai vederti soffrire."

Diego annuì, stringendo sua madre a sé. Entrambi sapevano che quella serata avrebbe lasciato un'impronta indelebile nei loro cuori.

Ritornato a casa, quella notte Diego non riusciva a dormire. I ricordi di quella sera lo tormentavano come un sogno vivido e indimenticabile. Maribel e Alejandro ballavano la bachata con grazia e passione, muovendosi con sensualità. I loro sguardi si incrociavano, le loro mani si sfioravano, i loro corpi avvolti nel ballo e quella sensualità che dominava la scena. Ogni attimo di quel ballo era impresso nella sua memoria, e ogni volta che riviveva quei momenti, Diego veniva avvolto da una forte irritazione e un senso di gelosia, ma contemporaneamente provava una forte eccitazione per la forte sensualità di lei e per la carica erotica che emanava il suo corpo.

Questo provocò in lui un’ inaspettata erezione, con la verga stretta in mano chiuse gli occhi e immaginò sua mamma, stimolato dalla sua fantasia iniziò a muoverlo lentamente su e giù, con un crescento di forte eccitazione diventando sempre più grosso e duro. Aveva una verga di tutto rispetto, grosso e nodoso, di una misura considerevole rispetto alla sua eta’ di 23 cm, e con una enorme cappella a forma di fungo. Diego chiuse gli occhi immaginando la madre nuda con quelle tette enormi e con quelle le labbra carnose, mentre la sua mano andava su e giù sempre più velocemente sul suo possente cazzo. La mano si agitava ormai freneticamente sul cazzo durissimo. Subito la frequenza aumentò rapidamente, e in preda a una forte eccitazione erotica inarrestabile, Diego si abbandonò a un orgasmo intensissimo. accompagnato da frenetiche pulsazioni e fiotti di sperma calda.



Capitolo: “In piscina nella villa del nonno”

In quel sabato, il sole brillava alto nel cielo, diffondendo un calore avvolgente. Maribel , sentendo l'aria estiva pulsare intorno, si rivolse al suo figlio con un sorriso, invitandolo a vestirsi in fretta. Avevano pianificato di passare la giornata rinfrescandosi nella piscina del nonno, un perfetto rifugio contro il caldo afoso.

La villa di Alejandro era una struttura imponente e maestosa, situata sulle colline che sovrastavano Barranquilla. Ogni dettaglio architettonico parlava di raffinatezza e ricchezza. Una grande porta in legno massello dava il benvenuto agli ospiti, mentre al suo interno, ampie sale, decorazioni raffinate e opere d'arte di inestimabile valore decoravano ogni angolo. Ma la vera gemma della proprietà era l'ampio giardino retrostante, dominato da una piscina di forma sinuosa, circondata da marmo lucido e palme esotiche. Il tutto era contornato da un prato inglese perfettamente curato e aiuole fiorite.

In quella torrida giornata, la tentazione della piscina era irresistibile. Maribel, in un costume da bagno elegante che sottolineava la sua imponente figura, si rilassava nell'acqua fresca. A poca distanza, Diego usciva dalla piscina, l'acqua che si dileguava sulla sua pelle abbronzata mentre, in uno stato d'animo giocoso e spensierato, si cimentava in divertenti tuffi.

Gli inservienti, in divisa impeccabile, si aggiravano intorno alla piscina con vassoi carichi di bicchieri colmi di succo d'ananas e frutta tropicale. Il profumo dei frutti e al profumo dei fiori circostanti, creava un'atmosfera tropicale e lussuosa.

Mentre lei usciva dalla piscina, l'acqua luccicava sulla sua pelle, si rese conto che aveva bisogno di proteggere il suo corpo dai raggi solari. Maribel si stese su una delle sdraio, godendo del calore del sole. "Papà," chiamò dolcemente, mostrando una boccetta di crema solare. "Puoi aiutarmi?"

Alejandro annuì e prese la boccetta dalle mani di Maribel. Mentre lei si liberava del costume, il suo corpo si rivelò in tutta la sua grazia: curve sinuose, pelle liscia e un'aura di confidenza che accentuava la sua naturale sensualità con quei seni prorompenti e prosperosi.

Diego, che fino a quel momento era rimasto in disparte, osservando la scena da una certa distanza, sentì il cuore accelerarsi. Non aveva mai visto Maribel in quella luce prima d'ora. La sua presenza, combinata con la sua naturale grazia, aveva qualcosa di ipnotico.

Alejandro , però, sembrava completamente concentrato sulla sua attività, spalmando la crema con cura e attenzione. Non sembrava notare l'effetto che Maribel aveva su Diego, o forse era solo troppo educato per mostrarlo.

Diego cercò di scacciare quei pensieri e prese un respiro profondo, cercando di ritrovare la sua compostezza. Decise di avvicinarsi, magari per fare due chiacchiere e alleggerire l'atmosfera. Ma, mentre faceva un passo avanti, inciampò su una pietra, attirando l'attenzione di entrambi.

Maribel gli lanciò un sorriso divertito, mentre Alejandro trattenne una risata. "Sei tutto apposto, Diego?" chiese Maribel con un tono scherzoso.

"Sì, sì, tutto a posto," rispose Diego, cercando di nascondere il suo imbarazzo con un sorriso. Ma dentro di sé, si chiedeva quanto fosse evidente il suo turbamento.

Le sue guance si tinsero di un leggero rossore, e il ragazzo si rese conto che stava fissando. Si sforzò di distogliere lo sguardo, cercando qualcosa, qualsiasi cosa, su cui concentrarsi. Ma la sua mente continuava a tornare all'immagine di Maribel che si svestiva con tale naturalezza. Lui con movimenti delicati, versò una generosa quantità di crema sul palmo della sua mano, riscaldandola leggermente con un leggero sfregamento.

Alejandro , nonostante l'età, aveva ancora una presenza imponente. Si avvicinò, prendendo la crema dalle mani di sua figlia. La consistenza cremosa della lozione si mescolava al sale e all'acqua sulla sua pelle, creando una sensazione fresca. Con movimenti lenti e meticolosi, iniziò a spalmarla sulle spalle di Maribel , scendendo delicatamente lungo la sua schiena.

Iniziò delicatamente, spalmando la crema sulle spalle scolpite di Maribel , sentendo la morbidezza della sua pelle sotto le sue dita. La crema scivolava facilmente, lasciando una scia lucente mentre la distribuiva con movimenti circolari.

Dopo aver coperto le spalle, le mani di Alejandro si spostarono lungo le braccia di lei, assicurandosi che ogni centimetro fosse ben protetto. Poi, con cura, iniziò a scendere lungo la schiena, dove la pelle di Maribel sembrava ancora più delicata e liscia.

Lei sentì un leggero brivido mentre le mani di suo padre scendevano lungo la curva della sua schiena, avvicinandosi al bordo superiore del suo costume. Maribel si lasciò andare, respirando profondamente e godendo dell'attenzione e della cura del padre.

Con delicatezza, Alejandro distribuì la crema sul decolleté di Maribel , evitando con cura di avvicinarsi troppo alla profonda scollatura che mostrava il suo abbondante seno. La sua mano si soffermò per un istante, quasi come se stesse valutando quanto profondamente dovesse andare, prima di risalire verso il collo e spalmare il resto della crema sulla parte frontale delle spalle.

Maribel si sentì rilassata sotto quelle mani esperte, apprezzando la delicatezza e l'attenzione con cui suo padre la proteggeva dal sole. Tuttavia, era consapevole della carica sensuale del momento, dell'intimità che quella semplice azione stava creando tra di loro. Si lasciò trasportare da quel dolce massagio al limite del sensuale. Le sue dita tracciavano cerchi e linee sul suo ventre, in un gesto che era a metà tra il pratico e il sensuale.

Dopo aver coperto spalle e ventre con la crema, Alejandro capì che avrebbe dovuto continuare lungo le gambe di Maribel.

Con una nuova porzione di crema solare nel palmo della mano, la riscaldò con un lieve sfregamento, facendo attenzione alla sua consistenza. Poi, iniziò dalle cosce di Maribel, applicando la crema con movimenti lenti e deliberati. Le sue mani scivolarono sulla parte superiore delle gambe, dove i muscoli erano morbidi e rilassati. Ogni movimento era accompagnato da una pressione delicata ma ferma, quasi come un vero e proprio massaggio.

Maribel nel frattempo si abbandonava completamente al tocco del padre, sentendo le sue mani esplorare e proteggere ogni parte delle sue gambe. La sensazione della crema fresca sulla sua pelle calda, unita alla dolce pressione delle mani di Alejandro, la faceva sentire coccolata e al sicuro.

Alejandro iniziò dal lato esterno delle cosce di Maribel, massaggiavano con movimenti circolari, ma decisi, verso l'alto.

Con movimenti lenti e decisi, le sue dita iniziarono a scivolare sull'interno delle cosce di Maribel, vicino all'inguine. Le mani di Alejandro sfiorarono le gambe di Maribel, e lei sentì un brivido percorrerle come un'onda. La pelle di quella zona

era particolarmente sensibile, e il contatto con le sue mani era come una carezza infuocata. Maribel trattenne il respiro, sorpresa e allo stesso tempo eccitata da quella sensazione.

Respirò profondamente, cercando di rilassarsi e di abbandonarsi completamente a quelle sensazioni.

Alejandro, avvertendo la reazione di Maribel, continuò con estrema delicatezza, assicurandosi di distribuire la crema in modo uniforme e di non esercitare una pressione eccessiva. Ma la zona era talmente sensibile che ogni tocco era amplificato, rendendo l'esperienza intensamente piacevole per Maribel .

Era un mix di sensazioni: la freschezza della crema, il calore del sole e l'intensità del tocco di Alejandro si combinavano in un'esperienza indimenticabile.

Quando Alejandro toccò involontariamente l’inguine di lei, un brivido la attraversò come un'onda. Si ritrovò a trattenere il respiro, sopraffatta e incredula di quell'intensa sensazione. All'improvviso, sentì un'umidità formarsi tra le sue labbra; un sottile filo di liquido, tiepido e inaspettato, scese lentamente dalla sua vulva, bagnando le dita di Alejandro.

L'atmosfera era carica di una tensione palpabile. Entrambi erano consapevoli dell'intensità e della profondità del momento, ma c'era anche una sottile sensazione di familiarità e conforto.

Alejandro notò l'imbarazzo della situazione, ma decise di ignorarlo. In maniera discreta, ritirò le sue mani e completò il massaggio in silenzio.

Alejandro alzò lo sguardo verso Maribel , cercando una conferma che tutto fosse andato bene. Lei, con un sorriso leggero sulle labbra, annuì, mostrando la sua gratitudine per la cura e l'attenzione che aveva ricevuto. Era un momento di profonda connessione tra padre e figlia, un momento di pura intimità, in cui il confine tra cura familiare e sensualità sfumava, lasciando spazio a un profondo legame tra padre e figlia.

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Diego, che fino a quel momento era stato immerso nei suoi pensieri, alzò lo sguardo. La visione di suo nonno che toccava la madre in quel modo lo fece sentire a disagio. La situazione, sebbene innocente, emanava un'atmosfera carica, quasi elettrica. Diego cercò di scacciare quei pensieri, ma una sensazione di fastidio e gelosia lo pervase.

Senza dire una parola, Diego uscì dalla piscina, avvolgendo un asciugamano intorno alla vita e dirigendosi verso la villa. Aveva bisogno di un momento per sé, lontano da quella scena che lo aveva turbato. Una volta raggiunta la sua camera, si lasciò cadere sul letto, riflettendo su ciò che aveva appena visto e cercando di placare l'agitazione che lo assaliva.

Diego giaceva sul letto, gli occhi fissi sul soffitto, mentre cercava di ordire i suoi pensieri e le sue emozioni.

La porta si aprì lentamente, e Maribel fece il suo ingresso con passi leggeri. "Diego," iniziò con voce dolce, "ho notato che qualcosa non va. Vuoi parlare?"

Diego si girò lentamente verso di lei, il volto teso. "Non so cosa dire, mamma. Non avrei dovuto reagire in quel modo. Mi dispiace."

Maribel si avvicinò, sedendosi sul bordo del letto. "So cosa hai visto," disse delicatamente. "Ma devi sapere che tra me e tuo nonno non c'è nulla di inappropriato. Era solo un gesto d'affetto, come un padre farebbe con sua figlia."

Diego guardò negli occhi di sua madre. "Lo so," rispose, "ma mi ha fatto sentire... strano. Come se fossi escluso, o come se qualcosa stesse accadendo dietro le quinte che non riesco a capire."

Maribel prese la mano di suo figlio, stringendola con calore. "Sono tua madre, Diego. E sei la cosa più preziosa che ho. Tuo nonno e io abbiamo un legame speciale, ma non è nulla rispetto all'amore che provo per te."

Diego sentì le lacrime agli occhi. "Grazie, mamma. So che sono solo insicurezze stupide. Ma mi hai fatto sentire meglio."

Maribel gli sorrise, accarezzando i suoi capelli. "Ogni tanto, abbiamo tutti bisogno di essere rassicurati. Ma ricorda sempre che sei amato e che hai un posto speciale nel mio cuore."

Maribel si spostò lentamente verso Diego, avvicinando il suo corpo al suo. Con un movimento dolce, lo tirò verso di sé, avvolgendolo in un abbraccio materno. Diego sentì il prosperoso seno di sua madre premere contro di lui, il calore e il ritmo del suo cuore che batteva lo calmavano e lo rassicuravano. Era un calore familiare, rassicurante, una sensazione che gli ricordava l'infanzia, quando le paure e le preoccupazioni potevano essere spazzate via da un semplice gesto d'affetto.

La camera era immersa in una luce soffusa, con le pesanti tende che permettevano solo a sottili strisce di luce di penetrare. Questi raggi di sole, che trapelavano dall'esterno, creavano giochi di ombre e luminescenze che danzavano delicatamente sulla parete. Quando Maribel si era avvicinata al letto, la luce aveva inciso con precisione i contorni del suo corpo, in particolare sul petto.

La luce e l'ombra avvolgevano il corpo sinuoso di Maribel, mettendo in risalto il suo seno prosperoso. I contrasti creati dal chiaroscuro enfatizzavano delicatamente ogni curva, ponendo una particolare attenzione sui capezzoli turgidi, che spiccavano distintamente, aggiungendo un tocco di audace sensualità. La penombra che circondava le altre forme del suo corpo serviva solo a intensificare questo gioco di seduzione e mistero. La scena appariva quasi eterea, come se madre e figlio fossero avvolti in un dipinto realizzato da pennellate di luce e ombra.

Rimase lì, con la testa appoggiata al seno nudo di Maribel , lasciando che il conforto dell'abbraccio lo avvolgesse, permettendo alle emozioni tumultuose di placarsi. Maribel accarezzò i capelli di Diego con le dita, cullandolo quasi come un bambino.

Dopo quello che sembrò un'eternità, Diego sollevò la testa e guardò negli occhi di sua madre. C'era una profonda comprensione tra loro, un legame inespresso che andava oltre le parole. Entrambi sapevano che quell'abbraccio aveva sanato molte delle ferite aperte, riportando una sensazione di pace e di amore.

"Mamma, grazie, ti amo tanto" sussurrò.

Diego si sentì avvolto da una marea di emozioni, il cuore gli batteva forte nel petto. Incertamente, alzò lo sguardo verso Maribel , cercando le parole giuste. "Mamma," iniziò, "c'è qualcosa che devo dirti, qualcosa che mi sta mangiando vivo."

Maribel, vedendo la serietà nei suoi occhi, rispose con dolcezza, "Puoi dirmi qualsiasi cosa, Diego."

Con voce esitante, Diego continuò, "Da un pò di tempo, ogni volta che ti guardo, sento... sento qualcosa di forte. Non so come spiegarlo, ma mi sento attratto da te, non come una madre, ma come una donna."

Maribel rimase sorpresa, ma mantenne la calma. Cercò negli occhi di suo figlio, cercando di capire la profondità delle sue parole. Dopo un attimo, rispose con tenerezza, "Diego, a volte i sentimenti possono confonderci, soprattutto quando sono intensi e nuovi. Ti prego di ricordare che sono tua madre e che il nostro legame è unico e speciale."

Diego annuì, le lacrime gli velavano gli occhi. "Lo so, mamma. Ma non riesco a controllare questi sentimenti. Ho bisogno di te, ho bisogno di sentirti vicina."

Maribel, cercando di confortare suo figlio, si avvicinò di più a lui nel letto, permettendogli di avvicinare la mano al suo viso. Sentiva il calore e la tristezza nei suoi occhi, il desiderio di connessione e comprensione. Con un gesto materno, lo avvicinò e gli diede un bacio delicato sulle labbra, cercando di trasmettergli amore e rassicurazione.

"Ti amo, Diego," sussurrò, "e farò di tutto per aiutarti a superare questo momento. Ma dobbiamo trovare il modo giusto per affrontare questi sentimenti."

Diego, ancora travolto dalle emozioni, rispose con un filo di voce, "Grazie, mamma. Grazie per avermi ascoltato. Adesso però vorrei tornare a casa.”

Maribel guardò suo figlio con occhi comprensivi, capendo la sua necessità di ritirarsi in un luogo familiare per riflettere e trovare pace. Le ultime ore erano state un turbine di emozioni per entrambi, e sapeva che Diego aveva bisogno di tempo e spazio per elaborare tutto.

"Va bene, Diego," rispose dolcemente, "Ti porterò a casa. Forse, in un ambiente familiare, potrai trovare la tranquillità che cerchi."

Entrambi si alzarono dal letto. Maribel pose una mano sul braccio di Diego, come segno di sostegno, e insieme uscirono dalla stanza. Mentre camminavano verso l'uscita della villa, il silenzio era palpabile, rotto solo dal suono dei loro passi. Entrambi erano immersi nei propri pensieri, cercando di metabolizzare gli eventi recenti.

Una volta raggiunta l'auto, Diego si sedette sul sedile del passeggero, guardando con affetto il viso della madre. Maribel gli lanciò uno sguardo pieno d'affetto. "Diego, sei mio figlio e ti amerò sempre, non importa cosa accada. Troveremo un modo per affrontare tutto questo insieme." Lei avviò l'auto e iniziarono il viaggio verso casa.



Capitolo: “Quella notte nel letto di mamma”

Jose, il padre, era partito per un viaggio di lavoro che lo avrebbe tenuto lontano per alcuni giorni. Una sera, per distrarsi, Diego e Maribel , decisero di guardare insieme un film in tv. Diego e sua madre avevano condiviso un momento di intimità e conversazioni leggere, prima di ritirarsi ognuno nella propria stanza.

Nell'oscurità della sua stanza, Diego giaceva con gli occhi spalancati, incapace di dormire. Un vortice di pensieri agitati e una crescente eccitazione lo tenevano sveglio. Così, lasciando il proprio letto, si diresse verso la stanza dei suoi genitori.

Arrivato alla porta, esitò un momento prima di bussare timidamente. "Mamma," sussurrò con voce tremula, "Non riesco a dormire... Posso stare un pò con te?"

Maribel, svegliata dal bisbiglio del figlio, si sollevò subito, preoccupata. Vedendo Diego in piedi, con gli occhi lucidi e speranzosi, il suo cuore si sciolse. "Ma certo, amore. Qui dalla mamma...", rispose con un sorriso rassicurante, facendogli spazio accanto a lei.

Saranno state circa le due del mattino, e lei era ancora sveglia, l'afa impediva di dormire, quando ecco dei movimenti: le mani di Diego si posarono sui fianchi della madre, lei lo sentiva avvicinarsi, sentiva il suo respiro sul collo; restò immobile, cercando di non fargli capire che era sveglia. Lui si tolse gli slip con un gesto deciso, liberando cosi’ la sua maestosa verga.

Con delicatezza, lui sollevò appena l'orlo della vestaglia e delicatamente spostò le mutandina della madre verso il basso. Le sue mani scivolarono con cautela lungo le natiche di lei, accarezzandole con un tocco lieve e quasi timoroso. Dopo un istante di esitazione, sembrò trovare la determinazione necessaria e appoggiò lentamente la sua verga già dura tra le sue chiappe.

La sua erezione si palesó, premendo contro le chiappe di Maribel; lei non credeva che Diego fosse capace di fare certe cose, ma le sorprese non erano ancora finite: lo senti spostare il suo grosso cazzo sul solco tra le natiche e stringerlo tra di esse, muovendosi come se stesse scopando. Lui la costrinse a restare immobile come una statua mentre suo figlio giocava con il suo sedere; il respiro di Diego era veloce, lo strofinio così godurioso, che le suscitava inesorabilmente una forte eccitazione!

Sembrava ormai al capolinea: con un gemito soffocato Diego strinse forte le chiappe una contro l'altra, e dalla cappella fuoriuscì velocemente un intenso fiotto caldo che le bagnó le mutandine; ancora qualche goccia e Diego emise un lungo sospiro: "Mamma..." mormoró. Poi si tirò su le mutande, si sdraió sulla schiena e dopo qualche istante si addormentò appagato. Solo quando lei fu sicura che fosse profondamente addormentato si diresse in bagno, chiudendo la porta a chiave alle spalle: non poteva credere a quello che era appena successo... Diego, il suo figlio adorato, il suo cucciolo prediletto, aveva goduto con un rapido orgasmo sul suo sedere dopo aver stretto il suo cazzo tra le sue chiappe...della sua mamma!!!

Una volta pulita, tornò a letto, pervasa da un senso di soddisfazione per aver assecondato il desiderio morboso di suo figlio, e cosi si addormentò.



Capitolo: “Il giorno dopo, il cuore di mamma”

Il giorno dopo, al mattino, Diego si svegliò con un peso sul cuore. La notte precedente, l'intimità e l'affetto condiviso sembravano un sogno lontano, e ora era preoccupato per come lei avrebbe potuto reagire. Temendo il peggio, si avviò verso la cucina, dove sapeva che si sarebbero incontrati per la colazione.

Le prime luci dell'alba filtravano attraverso le tende, tingendo di toni caldi la stanza. Lì, in cucina, la trovò già sveglia, intenta a preparare il caffè. Diego si fermò sulla soglia, incerto su come avvicinarsi o cosa dire.

Lei, sentendolo entrare, si girò e lo salutò con un sorriso. "Buongiorno, Diego," disse, come se nulla fosse cambiato, come se la serenità della notte non fosse stata un'illusione.

Lui ricambiò il saluto, ancora titubante. "Buongiorno," rispose. Si avvicinò al tavolo, prendendo posto di fronte a lei. Ogni movimento sembrava calcolato, quasi temesse che un passo falso potesse rompere quell'armonia appena ritrovata.

"Ti... ti sei riposato?" chiese lei, versando il caffè nelle loro tazze.

"Sì, abbastanza," rispose lui, evitando il suo sguardo. "E tu?"

"Anche io," disse lei, con una nota di dolcezza nella voce. "Diego, riguardo a ieri sera..."

Lui trattenne il respiro, il cuore in gola. Ecco, pensò, arriva il momento della verità. Tuttavia, quello che lei disse dopo lo sorprese: "Volevo ringraziarti. È stato un gesto molto dolce e apprezzato."

Diego la guardò, incredulo. "Davvero? Non sei... arrabbiata?"

"No, per nulla," rispose lei, tendendogli la mano sopra il tavolo. "So che a volte le parole non riescono a esprimere tutto, e che i gesti, come quello di ieri, parlano più di mille parole."

Il viso di Diego si illuminò, una miscela di sollievo e felicità che gli riscaldò il cuore. "Ero preoccupato," ammise, prendendo la sua mano. "Avevo paura di averti delusa."

Lei strinse la sua mano, rassicurante. "Hai fatto esattamente l'opposto. Mi hai fatto sentire amata e compresa. E questo non delude mai.", mantenendo quel tono dolce e confortante che sembrava avvolgerlo come una coperta calda. "A volte le persone non esprimono i loro sentimenti nel modo migliore, o possono essere fraintese. Ma ciò non toglie valore alla sincerità di quei sentimenti."

"Non mi hai delusa, Diego, mai," lei rispose, sentendo una calda ondata di affetto nel vedere la sua reazione. Lui sembrava trasformato, come se si fosse lasciato alle spalle la paura e l'incertezza che lo avevano attanagliato fino a quel momento.

"Tu mi fai sentire amata e apprezzata in tanti modi, Diego. Non dovresti mai dubitarne," continuò lei, ponderando ogni parola per far sì che Diego comprendesse non solo di essere perdonato, ma anche profondamente amato e valorizzato.

Un sorriso, timido ma genuino, apparve sulle labbra di Diego, e un bagliore di liberazione brillò nei suoi occhi. "Ti amo," disse lui, quasi sorpreso dalla propria audacia nel pronunciare quelle parole.

"E io amo te, più di quanto le parole possano dire," rispose lei, avvolgendolo in un abbraccio che era più di un semplice gesto d'affetto. Era una promessa di amore incondizionato e comprensione eterna.



Capitolo: “L’amore di mamma”

Più tardi quella mattina, Maribel decise di concedersi una lunga e rilassante doccia. Uscita dal bagno, avvolta in una corta vestaglia aperta, si diresse verso la sua camera per truccarsi. Mentre era assorta nei suoi rituali di bellezza, non si accorse che Diego, nel frattempo, era entrato nella stanza per portarle il cellulare dimenticato in cucina.

"Ma... mamma, hai dimenticato il cellulare in cucina," disse Diego, tenendo lo sguardo fisso sul dispositivo in mano.

Sorpresa e un pò spiazzata dal suo ingresso improvviso, lei si girò verso di lui, ma senza mostrare alcun imbarazzo per il suo aspetto in vestaglia aperta che mostrava il grosso seno nella sua prosperosa bellezza. Il loro rapporto, adesso, era improntato su una naturalezza e una sincerità talmente profonde da rendere superflui i convenzionalismi del pudore. Anche se, oggettivamente, quella situazione avrebbe potuto apparire imbarazzante, tra loro non sembrava esserci ormai alcun disagio.

"Ah, grazie tesoro, non me ne ero accorta," disse lei, accettando il cellulare con un sorriso. "Sei sempre così attento."

Diego annuì, sorridendo leggermente, ancora un pò impacciato. "Bene... allora ti lascio al tuo trucco," aggiunse, facendo per andarsene.

"Diego, aspetta," lo fermò lei. Lui si fermò, guardandola interrogativo. "Volevo solo dirti che apprezzo molto il tuo essere così premuroso e rispettoso. Mi rendi orgogliosa ogni giorno."

Le parole sembrarono colpire un punto sensibile in Diego, il cui viso si illuminò di una gioia genuina. "Grazie, mamma," rispose, con un tono di voce che tradiva un misto di affetto e ammirazione.

La mamma era a meno di due metri da lui, nuda e bellissima, tanto bella quasi da fare paura. Sorrideva, quel sorriso dolce e tutto particolare che solo le madri posseggono: "Amore mio, non serve essere imbarazzati, sono la tua mamma... È normale che madre e figli siano molto intimi..."

Mentre parlava, allargò le braccia per invitarlo ad andare da lei, e Diego vide il sontuoso spettacolo del seno materno, così prosperoso e invitante, dai capezzoli turgidi, poi il triangolo tra le gambe, che spiccava prepotente sul candore della pelle.

"Spogliati, dai, e vieni qui dalla mamma..."

Diego obbedí, non era più padrone di se stesso, i vestiti volarono sul pavimento e in un batter d'occhio era tra le braccia di Maribel , che lo cullava dolcemente. Gli porse il seno: "Come quando eri piccino..."

Diego prese a succhiare forte la mammellona che gli veniva offerta, provando a tenere in bocca l'intera areola; mamma godeva soddisfatta, accarezzando la testa del suo piccolo. "Visto? Non c'è rapporto più intimo che quello tra mamma e figlio, tesoro".

Gli mise una mano dietro la nuca e lo attirò verso di lei, le sue labbra si chiusero sul suo capezzolo.

Per alcuni lunghi, meravigliosi minuti, Diego godette del seno della madre. Con le sue mani esperte, lei scivolò delicatamente i pantaloni della tuta lungo le gambe di lui, facendoli cadere a terra. Lui si trovò con la sua verga rigidamente eretta come una scimitarra.

Maribel si sdraió di fianco sul letto, offrendosi completamente al figlio. Diego si strinse forte a lei, che lo cinse tra le sue braccia, mentre lui strusciava la sua verga sul suo morbido ventre, poi tra le sue cosce, e sul pelo scuro che gli solleticava l’enorme cappella.

Diego si sentiva ubriaco di tutta quella emozione, come aveva potuto trovare oscena una cosa così meravigliosa?

"Vieni, avvicinati, amore..." lei mormoró. Diego gattonò verso di lei, ipnotizzato dalla visione del suo sesso. Quando fu col viso a pochi centimetri dalla sua fica, le allargò piano le labbra con gli indici. La mamma stava mostrando la sua fica spalancata a suo figlio, e le stava pure piacendo!!!

Maribel pose una mano sul sedere del figlio, schiuse le gambe e dolcemente lo guidò verso l'apertura del suo fiore; una volta violate le labbra, Diego si sentí avvolto da un indescrivibile senso di calore, il suo grosso cazzo era finito dentro qualcosa di morbidissimo e caldo, lui sentí un formicolio ai testicoli, come quando si fa la pipì, ma diverso, una cosa nuova e misteriosa. La mamma gli sussurró all' orecchio "Adesso muoviti avanti e indietro, tesoro"

Lentamente, Diego spinse dentro la fica della madre, gli sembrava di affondare in quell'anfratto, era troppo bello. La sua grossa cappela entrò delicatamente dentro e man mano che entrava, allargava le calde e umide pareti della sua vagina. I suoi movimenti, in prima goffi e timorosi, divennero via via più decisi, gli affondi più mirati. Maribel assecondava i suoi movimenti, paziente e dolcemente, mugolando quieta; Diego teneva la faccia sepolta tra le grosse mammelle della madre. La fica di mamma era bagnata, ogni affondo era accolto da un bel rumorino eccitante, ciack, ciack, ciack...

Maribel lo baciava amorevolmente sul capo, sussurrando "Tesoro, siii... Bravo, amore mio... Amore di mamma...", parole dolci ed erotiche.

Quando Diego raggiunse il suo limite, strinse forte le tette della madre con un urlo, accompagnato da una serie di bianchi fiotti di sperma caldo che si riversarono dentro di lei. Maribel accolse ogni singola goccia, e una volta calmato ogni movimento di Diego, gli sollevò delicatamente il mento e lo guardò negli occhi: "Tesoro, sei stato veramente bravissimo, davvero tanto..."Gli diede un bacio in fronte, lungo lungo. Strinse nuovamente il figlio al seno: "Ricorda, tesoro, non c'è rapporto più forte ed intimo che quello tra mamma e figlio..."



Capitolo: “L’amore di mamma, 2”

Gli sorride e avvicinò la sua bocca alla sua, lo baciò, infilandogli la sua lingua dentro alla ricerca della sua che incontra immediatamente. Si alzò dal letto, lo baciò nuovamente e dice:

“Tesoro, è stata un'esperienza meravigliosa, ma desidero regalarti ancora più emozioni; dopotutto, sei il mio amato cucciolotto.Vado a prepararmi. Aspettami un momentino. Vedrò di fare in fretta”.

Diego, origliando furtivamente alla porta del bagno, comprese che all'interno lei si stava praticando un clistere. Successivamente, Maribel si concesse una doccia e iniziò i preparativi per uscire. Lui, nel frattempo, si diresse rapidamente verso la camera. Lei usci’ e si avvicinò. In mano ha un tubetto e un asciugamano da bidet. Poggiò la sua mano destra sul suo cazzo bello eretto dicendogli: - “Ce l’hai ancora bello duro amore mio. Benissimo. Io sono pronta e tu?”

Lo baciò nuovamente in bocca, lui era tesissimo. Ancora non credeva a quello che stava tramando la mamma. Lei poggiò sul comodino la pomata e l’asciugamano. Lei lo guardò e disse:

“Allora? Che aspetti? Vuoi cominciare o ci hai ripensato?”

Io: “No! Non ci ho ripensato e che…sei bellissima”

Lei: “Grazie amore mio. Anche tu sei bellissimo, e hai anche un gran bel cazzo che piace tantissimo alle donne.”

Lei sali’ sul letto mettendosi alla pecorina. Il suo maestoso culo ora era davanti ai suoi occhi. Semplicemente meraviglioso. La sua voce lo riportò alla realtà:

“Dai amore, io sono pronta, sto aspettando. Puoi iniziare …”

Lui salii sul letto. Si mise in ginocchio davanti al suo culo, poggiò le mani sulle sue natiche e avvicinò il suo viso al suo culo. Annusò intensamente il suo profumo, e baciò il suo buchetto, ripetutamente. Baciò anche le sue natiche, infine cominciò a leccargli l’ano per bene, con la lingua forzò il buchetto, riusci a dilatargli lo sfintere quanto basta per infilargliela un pò dentro. Lei stava già emettendo dei gemiti. Ad un certo punto lei gli passò il tubetto di pomata. E’ lubrificante. Gli chiese di spalmarglielo bene sul suo buchetto e tutto attorno all’ano in modo abbondante.

Dopo aver preparato tutto, iniziò a stimolare delicatamente l'orifizio dell’ ano con il suo dito indice. Lo inserì lentamente, penetrando più a fondo per non provocarle dolore. Mentre procedeva, chiese come si sentisse, ricevendo una risposta positiva. Muoveva il dito su e giù ripetutamente, aumentando poi a due dita. Le introdusse con cura e precisione, le spinse dentro con delicatezza facendo molta attenzione; ci rovistò dentro per un bel pò, mentre lei continuava a gemere dal piacere.

Cosi decise di passare a tre dita. Spinse lentamente. Il suo buco si allargò sempre di più. Ora, misti ai gemiti, si odono anche dei gridolini. Lei accusò un pò di dolore. Lui le chiese:

“Come va, mamma? Ti fa male?”

Lei: “Si … va bene. Sento un leggero dolore … ma è accettabile. E’ molto eccitante … dai, ora prova a mettermelo dentro”.

Gli raccomandò di lubrificare bene anche la sua cappella. Li si tirò su, si sistemò con i piedi vicino alle sue caviglie e si abbassò quel tanto che serve a posizionare la sua enorme cappella verso il suo buchino. Lei poggiò la testa sul cuscino e portò le mani sulle sue natiche. Le allargò per bene per mettere bene in mostra il suo buco e favorire la penetrazione. Prese il lubrificante e se lo spalmò per bene su tutto la sua verga e, tenendolo in posizione, lo puntò dritto al buco. Poggiò la sua cappella sullo sfintere e cominciò a spingere dentro lentamente. Avvertii un leggera resistenza ma insistette e il buco cominciò ad allargarsi facendo posto alla sua turgida cappella. Lei ansimò, portò la mano destra sul clitoride e cominciò a masturbarsi. Aspettò qualche istante e riprese a spingere. Il buco si allargava ancora e la sua cappella scivolò dentro per intero. Udii un grido soffocato insieme a dei gemiti:

“Aaaahhhh … mmmmhhh … piano … fai piano … mamma mia quanto e grosso … mi sento già tutta piena”

Lui: “Vuoi che mi fermi, mamma?”

Lei: “No! Continua, non ti fermare! Fai piano, ma continua. E’ molto eccitante … anche se fa un pò male. Dai amore mio. Abbiamo iniziato, proviamo ad arrivare fino in fondo.”

Diego decise di levarlo fuori e ripartire da capo. Poggiò nuovamente il suo cazzo sullo sfintere e affondò la sua cappella dentro. Questa volta la resistenza fu minore. Era uno spettacolo vedere quel meraviglioso buco di carne allargarsi e ingoiare dentro tutta la sua grossa cappella. Sentii il calore delle sue pareti anali e la loro pressione sulla sua cappella che gli trasmise sensazioni mai provate prima. Chiese ancora a sua madre come và. Gli rispose:

“Va benissimo amore mio. Il mio buco si è allargato più facilmente questa volta. E’ una sensazione meravigliosa. E’ un misto di piacere che non ti so descrivere anche se provo un pochino di dolore, comunque sopportabilissimo. Dai, vai avanti, spingimelo tutto dentro … voglio sentirlo tutto …”

Non si fece pregare. Affondò il suo cazzo fino a metà. Maribel urlò di nuovo. Lui si fermò un attimo poi, lentamente, glielò infilo tutto fino a toccare le palle sulla vagina. Maribel era in estasi, mugolava, si muoveva, ansimava, urlò:

“Mmmmhhh … aaaahhh … “

Probabilmente è già lei era venuta tanto era eccitata. Lui sempre piu’ eccitato prese a stantufarla con un ritmo lento. Non voleva farle troppo male e non voleva correre il rischio di venire subito. Ogni tanto si fermò per allungare il più possibile quel momento e godersi quello spettacolo: la sua verga che scompare dentro il culo di sua madre. Che cosa fantastica. Era ancora incredulo. Lo estrasse piano piano, osservò il suo buco dilatato poi glielo poggiò nuovamente nel buco e spinse lentamente, lo osservava mentre veniva letteralmente ingoiato. Lei continuava ad ansimare e a gemere. Ripete’ diverse volte la stessa operazione, lo fece uscire lentamente e altrettanto lentamente lo spinse dentro. La cosa era apprezzata molto anche da lei che gli chiese di continuare cosi:

“Dai amore … continua cosi … mi piace sentire la tua cappella forzare il mio buco. Mi piace sentirlo allargarsi per far entrare al tuo cazzo. Sono già venuta un paio di volte. Dai amore mio, continua cosi che alla tua mamma piace molto … “

Lui: “Anche a me piace molto vedere il tuo buco dilatarsi man mano che te lo spingo dentro. E’ fantastico.”

Riprese a stantufarla lentamente. L’eccitazione era tanta e cominciò a rendersi conto che non poteva resistere ancora per molto. Accelerò il ritmo, sentii un immenso piacere partire dalla sua cappella e diffondersi in tutto il suo corpo. Affondò con forza gli ultimi colpi accompagnati da un urlo liberatorio e riverso dentro il culo di sua madre un’infinita quantità di sperma. Anche lei urlava, forse anche per il dolore ma soprattutto perché era venuta nuovamente. Restò per un pò col cazzo dentro il suo culo mentre lo spingeva e lo ritrasse molto lentamente per far fuoriuscire tutta la sborra che gli riempiva i coglioni. A questo punto sentii lo sfintere stringersi e rilassarsi ritmicamente sul suo cazzo. Maribel lo sta spremendo. Strinse ancora più forte, gli sembrava di avere il cazzo avvolto nelle spire di un serpente. Man mano il cazzo, mezzo moscio, venne spinto fuori, guardò subito il buco, ancora dilatato, lasciar uscire fuori la sborra. Che spettacolo. Quello che vedeva era il tanto desiderato culo di sua madre che aveva appena sverginato. Diego si lasciò cadere sul letto esausto ma soddisfatto. Fiero di se stesso. Maribel si pulii lo sperma che colava dal suo buco con l’asciugamano. Si tirò su, in ginocchio, e si voltò per osservarmi. Gli sorrise soddisfatta pure lei. Lui era ansioso di sentirglielo dire dalla sua bocca:

“Tesoro, sai, mi ha fatto un pò male ma è stata un’esperienza fantastica. E’ stato veramente molto bello. Non avevo mai provato un’esperienza cosi intensa. Non pensavo che mi sarebbe piaciuto cosi tanto. Lo trovato molto eccitante. Sono venuta diverse volte. Anche tu sei stato molto bravo, e poi hai un cazzo veramente fantastico, amore mio. La tua mamma lo vuole prendere ancora tutto dentro il suo culetto. Me lo farai provare ancora amore mio? -

Lui: “Tutte le volte … che vuoi … mamma. Non chiedo di meglio.”

Lei: “Grazie amore mio.”-

Si chinò un pò verso di lui, gli prese il cazzo in mano. Lo sentiva ancora gonfio. Si distese sul letto, sempre tenendolo in mano. Lo presee dolcemente in bocca e col pollice della mano destra gli spremette l’uretra per far fuoriuscire anche le ultime gocce, e lo succhia dolcemente, pulendolo perfettamente da ogni traccia di sborra. Lei venne più avanti e si sdraiò al suo fianco. Gli fissò negli con un meraviglioso sorriso, mentre con la mano sinistra gli accarezzava i capelli. Avvicinò la sua bocca alla sua e lo baciò teneramente, poi introdusse delicatamente la sua lingua nella sua bocca cercando il contatto. Restarono per un bel pò a baciarsi, poi la sua mano scivolò sensuale sul petto del figlio, tracciando linee ardenti di desiderio. Con una carezza lenta e carica di promesse, discese poi delicatamente verso l'addome, evocando un brivido di anticipazione. Infine, con un tocco audace e pieno di passione, la mano si posò sul cazzo di lui, suggerendo un'intimità più profonda e audace. Gli solleticò le palle sfiorandole molto delicatamente con le unghie. Si alzò e si mise a sedere. Si chinò verso il suo cazzo e lo baciò ripetutamente:

“Da oggi in poi il mio culo sarà esclusivamente tuo. Mamma sarà felicissima di dartelo ogni volta che vuoi. Sarà il nido per il tuo uccello. Sei contento amore mio?”

Diego annuì, stringendo sua madre a sé.

"Ti amo, Diego," sussurrò Maribel , avvolgendo suo figlio in un abbraccio."

Entrambi sapevano che quel momento avrebbe lasciato un'impronta indelebile nei loro cuori.



FINE
 

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