Esperienza reale Una donna perfettina

PigPedro

"Level 1"
1 Anno di Phica.net
Messaggi
29
Punteggio reazione
196
Punti
39
Age
42
°°Disclaimer: il racconto è stato pubblicato da me anche in un altro sito. Lo pubblicherò qui in 3 puntate ma se c'è il vostro interesse qui racconterò anche gli altri sviluppi con la donna perfettina°°

Il viaggio a Marsiglia - pt.1

Non potevo immaginare quello che sarebbe successo a 3 anni di distanza da quel giorno. Mi venne incontro con passettini corti e rapidi e si presentò: minuta, poche forme, aria da perfettina, taglio di capelli corto e curato e due occhi di un colore indefinibile tra il grigio e il verde. In quel momento non ebbi pensieri particolari e non provai attrazione, del resto - mi dissi - è solo per lavoro.

Non eravamo colleghi allora - intendo nella stessa azienda - ma collaboravamo per lavoro e ci siamo sentiti e visti spesso in quell'anno scarso di attività comune. Come è naturale si è entrati in confidenza, io all'epoca single mentre lei sposata, con due figli, qualche anno più grande di me: una donna a modo - perfettina appunto - tutta carriera e famiglia ma decisamente non una classica MILF famelica e sensuale come siamo abituati a immaginarla nello stereotipo tipico.

Mentre mi chiedeva di spingere più forte dentro di lei continuavo a dirmi che non era possibile, non potevano essere di Valeria le gambe esili che tenevo sollevate. Non poteva essere di Valeria la fica che stavo provando a spaccare con rabbia. Non la stessa Valeria con cui persi i contatti per un paio di anni. Non la stessa Valeria che mi chiamò per dirmi che i suoi capi volevano parlarmi per offrirmi un lavoro. Non la stessa Valeria che - ora sì - era una collega. Non la stessa Valeria la cui felicità di avermi come suo responsabile, visto che avevamo lavorato bene insieme in passato, si tramutò a breve in ostilità alimentata dalla gelosia professionale. Eppure era lei: la signorina a modo. Era lei che mi sono trovato davanti alla porta della mia stanza d’hotel di Marsiglia quando ho sentito bussare a tarda notte. E mi ha chiesto di entrare.



(se vi interessa pubblico anche le altre puntate)
 
OP
PigPedro

PigPedro

"Level 1"
1 Anno di Phica.net
Messaggi
29
Punteggio reazione
196
Punti
39
Age
42
Il viaggio a Marsiglia - pt.2

Marsiglia: il primo viaggio di lavoro nel mio nuovo ruolo. Conoscere i colleghi delle altre sedi sparse per il mondo, non tanto per dare un volto alle voci che sentivo al telefono perché per fortuna le videocall erano già realtà. Tre giorni intensi di workshop per definire le strategie di crescita della nostra azienda per i successivi 5 anni e dall’Italia, unici partecipanti, io e Valeria. Non volevo venisse con me, i nostri rapporti erano al minimo storico e qualsiasi cosa io proponessi trovava un ostacolo in lei, che provava a sabotare ogni mia iniziativa. E io le sue, per essere sincero. Ma Friederich, il mio capo, era stato chiaro: voi due! Nelle sessioni giornaliere non la incontrai praticamente quasi mai e per fortuna per le sere i colleghi francesi avevano organizzato cene e bevute per rilassarci e socializzare.

“Più fff...orte, ti p…prego sfondami la f…ica” mi sussurrava con la sua voce rotta dai colpi che spingevano forte il mio cazzo dentro di lei con tutta la forza che avevo. Il suo seno piccolo si muoveva in sincrono, ma quello che mi mandava fuori di testa era guardare il suo corpo esile, quasi da ragazzina. Le reazioni del suo addome tonico ad ogni stantuffata del mio cazzo mi rendevano difficile credere che questa donna aveva avuto due figli. “Spaccami cazzooo! Come ti sentooooh”.

Sven era il classico vichingo che quando beve non si controlla. Era stato tutta la sera a parlare con Valeria, appena lei si allontanava un attimo il suo corpo possente la raggiungeva e provava a ottenere un contatto fisico. “La apre in due se la scopa” pensai immaginando la scena di questa montagna umana che si scopava la mia gracile collega. Qualcuno mi stava parlando ma non ascoltavo sentendo solo un rumore di fondo, guardavo loro due e tutto il resto era sfocato. Il vichingo corpulento che la mangiava con gli occhi, Valeria con il suo abitino stretto che provava disperatamente a evidenziare curve improbabili sul suo corpicino. Immaginarla a cavalcioni sul vichingo sudato mentre lui le infilzava quel culetto stretto mi ha fatto guardare a lei per la prima volta in un modo diverso. E ho provato fastidio, gelosia ed eccitazione. Non poteva accadere, non con lui, dovevo intervenire. E mi sono incamminato verso di loro.

“Spero di non averti svegliato, volevo ringraziarti per prima con Sven. Non riuscivo a togliermelo di dosso” mi disse entrando nella mia stanza nonostante la mia sorpresa di trovarmela lì alle 2.15 del mattino mi lasciò sulla porta come ipnotizzato al punto da non averla neanche invitata ad entrare. Lei entrò lo stesso guardandosi intorno per cercare un posto dove sedersi. Il mio cazzo era ancora duro e dalle mutande era evidente. Valeria lo notò e mi sorrise, ma non era imbarazzata. Io lo ero invece perché mi aveva interrotto nel bel mezzo della sega che mi stavo tirando per addormentarmi e togliermi dalla testa quell’eccitazione che mi accompagnava da qualche ora, per colpa sua.
Si sedette sul letto facendosi spazio tra le lenzuola appallottolate e fu in quel momento che notò tra due cuscini il mio pc acceso. D’istinto girò lo schermo a sé e quello che vide la paralizzò. Prima che bussasse alla mia porta mi stavo facendo una sega sul suo profilo Instagram, e ora ce l’avevo lì davanti a me.


[...continua...]
 

sormarco

"Level 7"
Messaggi
12,806
Punteggio reazione
7,643
Punti
124
Posizione
taranto
Il viaggio a Marsiglia - pt.2

Marsiglia: il primo viaggio di lavoro nel mio nuovo ruolo. Conoscere i colleghi delle altre sedi sparse per il mondo, non tanto per dare un volto alle voci che sentivo al telefono perché per fortuna le videocall erano già realtà. Tre giorni intensi di workshop per definire le strategie di crescita della nostra azienda per i successivi 5 anni e dall’Italia, unici partecipanti, io e Valeria. Non volevo venisse con me, i nostri rapporti erano al minimo storico e qualsiasi cosa io proponessi trovava un ostacolo in lei, che provava a sabotare ogni mia iniziativa. E io le sue, per essere sincero. Ma Friederich, il mio capo, era stato chiaro: voi due! Nelle sessioni giornaliere non la incontrai praticamente quasi mai e per fortuna per le sere i colleghi francesi avevano organizzato cene e bevute per rilassarci e socializzare.

“Più fff...orte, ti p…prego sfondami la f…ica” mi sussurrava con la sua voce rotta dai colpi che spingevano forte il mio cazzo dentro di lei con tutta la forza che avevo. Il suo seno piccolo si muoveva in sincrono, ma quello che mi mandava fuori di testa era guardare il suo corpo esile, quasi da ragazzina. Le reazioni del suo addome tonico ad ogni stantuffata del mio cazzo mi rendevano difficile credere che questa donna aveva avuto due figli. “Spaccami cazzooo! Come ti sentooooh”.

Sven era il classico vichingo che quando beve non si controlla. Era stato tutta la sera a parlare con Valeria, appena lei si allontanava un attimo il suo corpo possente la raggiungeva e provava a ottenere un contatto fisico. “La apre in due se la scopa” pensai immaginando la scena di questa montagna umana che si scopava la mia gracile collega. Qualcuno mi stava parlando ma non ascoltavo sentendo solo un rumore di fondo, guardavo loro due e tutto il resto era sfocato. Il vichingo corpulento che la mangiava con gli occhi, Valeria con il suo abitino stretto che provava disperatamente a evidenziare curve improbabili sul suo corpicino. Immaginarla a cavalcioni sul vichingo sudato mentre lui le infilzava quel culetto stretto mi ha fatto guardare a lei per la prima volta in un modo diverso. E ho provato fastidio, gelosia ed eccitazione. Non poteva accadere, non con lui, dovevo intervenire. E mi sono incamminato verso di loro.

“Spero di non averti svegliato, volevo ringraziarti per prima con Sven. Non riuscivo a togliermelo di dosso” mi disse entrando nella mia stanza nonostante la mia sorpresa di trovarmela lì alle 2.15 del mattino mi lasciò sulla porta come ipnotizzato al punto da non averla neanche invitata ad entrare. Lei entrò lo stesso guardandosi intorno per cercare un posto dove sedersi. Il mio cazzo era ancora duro e dalle mutande era evidente. Valeria lo notò e mi sorrise, ma non era imbarazzata. Io lo ero invece perché mi aveva interrotto nel bel mezzo della sega che mi stavo tirando per addormentarmi e togliermi dalla testa quell’eccitazione che mi accompagnava da qualche ora, per colpa sua.
Si sedette sul letto facendosi spazio tra le lenzuola appallottolate e fu in quel momento che notò tra due cuscini il mio pc acceso. D’istinto girò lo schermo a sé e quello che vide la paralizzò. Prima che bussasse alla mia porta mi stavo facendo una sega sul suo profilo Instagram, e ora ce l’avevo lì davanti a me.


[...continua...]
Bella piccolina te la puoi rigirare come un calzino
 
OP
PigPedro

PigPedro

"Level 1"
1 Anno di Phica.net
Messaggi
29
Punteggio reazione
196
Punti
39
Age
42
Il viaggio a Marsiglia - pt.3 FINALE

Inebetito dalla situazione provai a farfugliare qualcosa per cercare di chiarire l’equivoco ma non ebbi tempo. Ancora con il suo abitino da signorina perbene me la ritrovai inginocchiata davanti a me, con le labbra intorno alla mia cappella rossa e pulsante. Non fu un gran pompino onestamente e si capiva che non era esperta. Forse gli anni di matrimonio e di famiglia l’avevano tenuta fuori allenamento, o forse non era mai stata davvero brava. Riflessioni che feci successivamente, perché in pochissimi secondi da quando lo prese in bocca il mio cazzo si contrasse più volte e sempre più rapidamente fino a venirle sul vestito. Aveva fatto in tempo a tirarlo fuori e direzionare la mia asta verso il suo petto. La santarellina, la vipera stronza e acida della mia collega stava quasi per farsi sborrare in bocca dal suo capo, io.

Avevo appena sborrato ma non ero soddisfatto. Ero arrabbiato e furibondo con lei e con il suo comportamento nei miei confronti in tutti questi mesi. Senza parlare, rapidamente la sollevai con una certa energia mettendola a quattro zampe sul mio letto. Volevo scoparla fortissimo, ma prima volevo gustare la sua fichetta stretta e le alzai il vestito. La maialina non portava slip. Era venuta nella mia stanza senza mutandine e ora era a pecora davanti a me lasciando che la mia lingua affondasse tra le labbra della sua fica completamente fradice. Spinse la testa tra i cuscini per attutire i mugolii da gattina in calore che emetteva mentre da sotto le succhiavo il clitoride. Si muoveva sul mio viso sempre più forte, e io leccavo e succhiavo quella fichetta morbida con quel sapore dolciastro. Finalmente venne tremando tutta come un cellulare che vibra su un tavolo di vetro e si accasciò sul letto.

“Cazzo…cazzo…cazzo...Erano 10 anni che non venivo. Pensavo che non l’avrei più provata questa sensazione. Grazie…grazie” disse guardando il soffitto della mia camera mentre mosse il braccio verso di me come per darmi una pacca amichevole e ringraziarmi. Nel farlo mi toccò il cazzo che era diventato di nuovo duro. In pochi minuti mi aveva succhiato il pisello, si era fatta venire addosso ed era venuta a sua volta sulla mia faccia mentre le leccavo la passera e praticamente non ci eravamo ancora guardati in faccia. Ora che aveva il mio cazzo in mano volse i suoi occhi a me e in un misto di porcaggine e innocenza mi disse candidamente “adesso però sfondami”.

Si fece togliere il vestito, chiedendomi di fare attenzione e non romperlo e finalmente potei vedere quel corpo che non avrei mai immaginato di sfiorare perché così lontano dal mio ideale di donna, così improbabile rispetto a ciò che mi ha sempre fatto eccitare. Lei stesa sul letto spalancò le gambe con i suoi occhi di un colore indefinito fissi sui miei. La sua mano annaspò cercando il mio cazzo e lo avvicinò all’ingresso arrossato della sua fica, poi con un colpo secco del suo ventre mi fece entrare e fui dentro di lei.

Era ancora bagnata ma strettissima, non mi aspettavo diversamente, e il cazzo scivolava a fatica dentro di lei. So di non essere un superdotato, mi sono sempre immaginato nella media, ma le pareti interne della sua passerina si stringevano sul mio membro come se volessero strozzarlo. Dopo qualche minuto finalmente riuscii a farmi spazio e la fica si allargò, così potei aumentare il ritmo: “Oh si che cazzo che hai… cristo spaccami… forte, più forte ti prego… siiii ah…ah…”. Volevo rompergliela davvero, volevo che il mio cazzo la allargasse al punto che suo marito si sarebbe dovuto accorgere che qualcun altro si era scopato sua moglie. Già, suo marito Alberto. Brav’uomo, avevamo giocato a calcetto qualche volta e mi venne spontaneo chiederle, mentre entravo ed uscivo dalla sua fica sempre più velocemente e con sempre maggior vigore: “ti scopa così tuo marito?”. “N…on mi s…copa da a…nni, quell’im…potente” - mi rispose - “ma che c…azzo te ne freg…aah… sfondami”.

Non so per quanto tempo abbiamo scopato io e Valeria, in quella posizione quella sera. Ogni tanto le sollevavo il culetto piccolo e le sue chiappette sode da sotto con le mani, spingendo ancora di più il mio cazzo dentro di lei. I suoi occhi erano fissi sui miei quando con piccoli movimenti cercavo di tenere solo la cappella all’ingresso della sua fica, ma si ribaltavano all’indietro come posseduta se all’improvviso lo infilavo tutto fino in fondo. “Oh cazzo siiiiii vienimi dentro…vienimi dentrooooo” mi supplicò, e non me lo lasciai ripetere due volte. Sapevo che non c’era rischio, chiusi gli occhi e accelerando come un treno la sequenza dei miei colpi venni abbondantemente nella sua fica, riempiendola di sperma mentre continuavo a picchiare forte sentendo le palle sbattere sulla sua pelle.

“Quello che è successo stanotte, non è mai successo” mi disse sfiorandomi la mano mentre si avviava piena del mio seme verso quella porta da cui era entrata qualche ora prima. “Buonanotte” le augurai, convinto che dentro di lei ci sarei tornato ancora.
 

popp

"Level 8"
1 Anno di Phica.net
Messaggi
3,615
Punteggio reazione
11,344
Punti
119
Naturalmente aspettiamo il continuo....
Post automatically merged:

Naturalmente aspettiamo il continuo....
 

sormarco

"Level 7"
Messaggi
12,806
Punteggio reazione
7,643
Punti
124
Posizione
taranto
Il viaggio a Marsiglia - pt.3 FINALE

Inebetito dalla situazione provai a farfugliare qualcosa per cercare di chiarire l’equivoco ma non ebbi tempo. Ancora con il suo abitino da signorina perbene me la ritrovai inginocchiata davanti a me, con le labbra intorno alla mia cappella rossa e pulsante. Non fu un gran pompino onestamente e si capiva che non era esperta. Forse gli anni di matrimonio e di famiglia l’avevano tenuta fuori allenamento, o forse non era mai stata davvero brava. Riflessioni che feci successivamente, perché in pochissimi secondi da quando lo prese in bocca il mio cazzo si contrasse più volte e sempre più rapidamente fino a venirle sul vestito. Aveva fatto in tempo a tirarlo fuori e direzionare la mia asta verso il suo petto. La santarellina, la vipera stronza e acida della mia collega stava quasi per farsi sborrare in bocca dal suo capo, io.

Avevo appena sborrato ma non ero soddisfatto. Ero arrabbiato e furibondo con lei e con il suo comportamento nei miei confronti in tutti questi mesi. Senza parlare, rapidamente la sollevai con una certa energia mettendola a quattro zampe sul mio letto. Volevo scoparla fortissimo, ma prima volevo gustare la sua fichetta stretta e le alzai il vestito. La maialina non portava slip. Era venuta nella mia stanza senza mutandine e ora era a pecora davanti a me lasciando che la mia lingua affondasse tra le labbra della sua fica completamente fradice. Spinse la testa tra i cuscini per attutire i mugolii da gattina in calore che emetteva mentre da sotto le succhiavo il clitoride. Si muoveva sul mio viso sempre più forte, e io leccavo e succhiavo quella fichetta morbida con quel sapore dolciastro. Finalmente venne tremando tutta come un cellulare che vibra su un tavolo di vetro e si accasciò sul letto.

“Cazzo…cazzo…cazzo...Erano 10 anni che non venivo. Pensavo che non l’avrei più provata questa sensazione. Grazie…grazie” disse guardando il soffitto della mia camera mentre mosse il braccio verso di me come per darmi una pacca amichevole e ringraziarmi. Nel farlo mi toccò il cazzo che era diventato di nuovo duro. In pochi minuti mi aveva succhiato il pisello, si era fatta venire addosso ed era venuta a sua volta sulla mia faccia mentre le leccavo la passera e praticamente non ci eravamo ancora guardati in faccia. Ora che aveva il mio cazzo in mano volse i suoi occhi a me e in un misto di porcaggine e innocenza mi disse candidamente “adesso però sfondami”.

Si fece togliere il vestito, chiedendomi di fare attenzione e non romperlo e finalmente potei vedere quel corpo che non avrei mai immaginato di sfiorare perché così lontano dal mio ideale di donna, così improbabile rispetto a ciò che mi ha sempre fatto eccitare. Lei stesa sul letto spalancò le gambe con i suoi occhi di un colore indefinito fissi sui miei. La sua mano annaspò cercando il mio cazzo e lo avvicinò all’ingresso arrossato della sua fica, poi con un colpo secco del suo ventre mi fece entrare e fui dentro di lei.

Era ancora bagnata ma strettissima, non mi aspettavo diversamente, e il cazzo scivolava a fatica dentro di lei. So di non essere un superdotato, mi sono sempre immaginato nella media, ma le pareti interne della sua passerina si stringevano sul mio membro come se volessero strozzarlo. Dopo qualche minuto finalmente riuscii a farmi spazio e la fica si allargò, così potei aumentare il ritmo: “Oh si che cazzo che hai… cristo spaccami… forte, più forte ti prego… siiii ah…ah…”. Volevo rompergliela davvero, volevo che il mio cazzo la allargasse al punto che suo marito si sarebbe dovuto accorgere che qualcun altro si era scopato sua moglie. Già, suo marito Alberto. Brav’uomo, avevamo giocato a calcetto qualche volta e mi venne spontaneo chiederle, mentre entravo ed uscivo dalla sua fica sempre più velocemente e con sempre maggior vigore: “ti scopa così tuo marito?”. “N…on mi s…copa da a…nni, quell’im…potente” - mi rispose - “ma che c…azzo te ne freg…aah… sfondami”.

Non so per quanto tempo abbiamo scopato io e Valeria, in quella posizione quella sera. Ogni tanto le sollevavo il culetto piccolo e le sue chiappette sode da sotto con le mani, spingendo ancora di più il mio cazzo dentro di lei. I suoi occhi erano fissi sui miei quando con piccoli movimenti cercavo di tenere solo la cappella all’ingresso della sua fica, ma si ribaltavano all’indietro come posseduta se all’improvviso lo infilavo tutto fino in fondo. “Oh cazzo siiiiii vienimi dentro…vienimi dentrooooo” mi supplicò, e non me lo lasciai ripetere due volte. Sapevo che non c’era rischio, chiusi gli occhi e accelerando come un treno la sequenza dei miei colpi venni abbondantemente nella sua fica, riempiendola di sperma mentre continuavo a picchiare forte sentendo le palle sbattere sulla sua pelle.

“Quello che è successo stanotte, non è mai successo” mi disse sfiorandomi la mano mentre si avviava piena del mio seme verso quella porta da cui era entrata qualche ora prima. “Buonanotte” le augurai, convinto che dentro di lei ci sarei tornato ancora.
La tua convinzione si è rivelata giusta?
 

Grandel

"Level 7"
Élite Fase 1
Messaggi
9,059
Punteggio reazione
9,116
Punti
119
Posizione
Jerusalem’s Lot
Il viaggio a Marsiglia - pt.3 FINALE

Inebetito dalla situazione provai a farfugliare qualcosa per cercare di chiarire l’equivoco ma non ebbi tempo. Ancora con il suo abitino da signorina perbene me la ritrovai inginocchiata davanti a me, con le labbra intorno alla mia cappella rossa e pulsante. Non fu un gran pompino onestamente e si capiva che non era esperta. Forse gli anni di matrimonio e di famiglia l’avevano tenuta fuori allenamento, o forse non era mai stata davvero brava. Riflessioni che feci successivamente, perché in pochissimi secondi da quando lo prese in bocca il mio cazzo si contrasse più volte e sempre più rapidamente fino a venirle sul vestito. Aveva fatto in tempo a tirarlo fuori e direzionare la mia asta verso il suo petto. La santarellina, la vipera stronza e acida della mia collega stava quasi per farsi sborrare in bocca dal suo capo, io.

Avevo appena sborrato ma non ero soddisfatto. Ero arrabbiato e furibondo con lei e con il suo comportamento nei miei confronti in tutti questi mesi. Senza parlare, rapidamente la sollevai con una certa energia mettendola a quattro zampe sul mio letto. Volevo scoparla fortissimo, ma prima volevo gustare la sua fichetta stretta e le alzai il vestito. La maialina non portava slip. Era venuta nella mia stanza senza mutandine e ora era a pecora davanti a me lasciando che la mia lingua affondasse tra le labbra della sua fica completamente fradice. Spinse la testa tra i cuscini per attutire i mugolii da gattina in calore che emetteva mentre da sotto le succhiavo il clitoride. Si muoveva sul mio viso sempre più forte, e io leccavo e succhiavo quella fichetta morbida con quel sapore dolciastro. Finalmente venne tremando tutta come un cellulare che vibra su un tavolo di vetro e si accasciò sul letto.

“Cazzo…cazzo…cazzo...Erano 10 anni che non venivo. Pensavo che non l’avrei più provata questa sensazione. Grazie…grazie” disse guardando il soffitto della mia camera mentre mosse il braccio verso di me come per darmi una pacca amichevole e ringraziarmi. Nel farlo mi toccò il cazzo che era diventato di nuovo duro. In pochi minuti mi aveva succhiato il pisello, si era fatta venire addosso ed era venuta a sua volta sulla mia faccia mentre le leccavo la passera e praticamente non ci eravamo ancora guardati in faccia. Ora che aveva il mio cazzo in mano volse i suoi occhi a me e in un misto di porcaggine e innocenza mi disse candidamente “adesso però sfondami”.

Si fece togliere il vestito, chiedendomi di fare attenzione e non romperlo e finalmente potei vedere quel corpo che non avrei mai immaginato di sfiorare perché così lontano dal mio ideale di donna, così improbabile rispetto a ciò che mi ha sempre fatto eccitare. Lei stesa sul letto spalancò le gambe con i suoi occhi di un colore indefinito fissi sui miei. La sua mano annaspò cercando il mio cazzo e lo avvicinò all’ingresso arrossato della sua fica, poi con un colpo secco del suo ventre mi fece entrare e fui dentro di lei.

Era ancora bagnata ma strettissima, non mi aspettavo diversamente, e il cazzo scivolava a fatica dentro di lei. So di non essere un superdotato, mi sono sempre immaginato nella media, ma le pareti interne della sua passerina si stringevano sul mio membro come se volessero strozzarlo. Dopo qualche minuto finalmente riuscii a farmi spazio e la fica si allargò, così potei aumentare il ritmo: “Oh si che cazzo che hai… cristo spaccami… forte, più forte ti prego… siiii ah…ah…”. Volevo rompergliela davvero, volevo che il mio cazzo la allargasse al punto che suo marito si sarebbe dovuto accorgere che qualcun altro si era scopato sua moglie. Già, suo marito Alberto. Brav’uomo, avevamo giocato a calcetto qualche volta e mi venne spontaneo chiederle, mentre entravo ed uscivo dalla sua fica sempre più velocemente e con sempre maggior vigore: “ti scopa così tuo marito?”. “N…on mi s…copa da a…nni, quell’im…potente” - mi rispose - “ma che c…azzo te ne freg…aah… sfondami”.

Non so per quanto tempo abbiamo scopato io e Valeria, in quella posizione quella sera. Ogni tanto le sollevavo il culetto piccolo e le sue chiappette sode da sotto con le mani, spingendo ancora di più il mio cazzo dentro di lei. I suoi occhi erano fissi sui miei quando con piccoli movimenti cercavo di tenere solo la cappella all’ingresso della sua fica, ma si ribaltavano all’indietro come posseduta se all’improvviso lo infilavo tutto fino in fondo. “Oh cazzo siiiiii vienimi dentro…vienimi dentrooooo” mi supplicò, e non me lo lasciai ripetere due volte. Sapevo che non c’era rischio, chiusi gli occhi e accelerando come un treno la sequenza dei miei colpi venni abbondantemente nella sua fica, riempiendola di sperma mentre continuavo a picchiare forte sentendo le palle sbattere sulla sua pelle.

“Quello che è successo stanotte, non è mai successo” mi disse sfiorandomi la mano mentre si avviava piena del mio seme verso quella porta da cui era entrata qualche ora prima. “Buonanotte” le augurai, convinto che dentro di lei ci sarei tornato ancora.
Gran bel racconto, complimenti. Hai descritto una Donna che potrebbe essere il sogno erotico in ogni posto di lavoro. Bella davvero. Grazie
 
OP
PigPedro

PigPedro

"Level 1"
1 Anno di Phica.net
Messaggi
29
Punteggio reazione
196
Punti
39
Age
42
Ciao a tutti, grazie per le belle parole, sono contento che vi stia piacendo. Torno dopo qualche settimana perché tra le ferie e altri impegni non ho avuto tempo di continuare. Perché ovviamente la storia continua!
Vi pubblico ora la seconda puntata - inedita - che verrĂ  pubblicata soltanto su Phica.net e in un unico post.
Post automatically merged:

Sull’aereo di ritorno sembravamo tornati gli stessi di sempre: due colleghi che mal si sopportano. Nessuno dei due fece neppure un cenno a quanto avvenuto due sere prima. E in effetti anche il giorno dopo l’episodio nella mia camera d’albergo non accadde nulla, neppure uno scambio allusivo di sguardi. E se l’avessi soltanto immaginato? Se fosse stato soltanto un sogno notturno? Forse era stato l'averla immaginata col Vichingo, la gelosia immotivata, l’eccitazione, la sega sulle sue foto Instagram - anzi sull'unica foto dove non si vedesse anche la sua famiglia perfetta. Ero immerso in una confusione profonda, alimentata dalla sua indifferenza e dalla assoluta mancanza di riferimenti a quanto avvenuto.

Il breve volo partì in tarda mattinata e atterrammo nella nostra città per ora di pranzo. Essendo venerdì suggerii di andare a casa e prenderci la giornata libera, anche perché in ufficio non ci sarebbe stato nessuno: nella nostra azienda si faceva smart working ben prima della pandemia e il venerdì si lavorava solitamente da casa. “Io devo passare comunque dall’ufficio a prendere delle cose prima di andare a casa, perché anche lunedì sono in smart” - disse Valeria con tono piatto, come se stesse parlando con un’aspirapolvere. La solita stronzetta di sempre, si fa scopare, si fa venire dentro e poi è tutto come se niente fosse. “Ok, mi fermo anche io in ufficio. Preferisco lavorare da lì oggi pomeriggio. E in ogni caso ho la moto parcheggiata lì davanti” - dissi io cercando di essere il più freddo possibile. E salimmo entrambi sul taxi.

Confidando nella pudica copertura dei miei Ray-Ban e cercando di apparire distratto, sbirciavo di lato provando a identificare ogni piccolo movimento del suo corpo ma Valeria guardava fuori dal finestrino, come se né io né il tassista fossimo presenti. Nello scendere dal taxi il suo busto si incurvò in avanti evidenziando appena la curva del suo culetto e la mia mente andò istantaneamente al momento in cui lei era a pecora sul letto e si strusciava sulla mia faccia come un’invasata. Solo ricordando quella scena mi è sembrato di sentire ancora il profumo delicato della sua patatina, anche se ora la puttanella scatenata di due sere prima era tornata la donnina perfetta tutta casa e carriera. Ma in ascensore non abbiamo potuto fare a meno di trovarci davvero faccia a faccia a pochi centimetri di distanza.

“Credo che appena entriamo in ufficio ti sbatto al muro e ti scopo di nuovo” le dissi all'improvviso ma distrattamente mentre premevo il pulsante del nostro piano. “Come l’altra sera?” - chiese lei con naturalezza, come se le avessi chiesto l’orario - “Sì, come l’altra sera” - confermai io - “Peccato - continuò sbuffando - avrei preferito ancora più forte”. E mentre le feci cavallerescamente strada verso le porte dell’ascensore fermo al nostro piano, mi accarezzò sui pantaloni all’altezza del basso addome, dove il mio cazzo era di nuovo duro e pronto a trapanarla.

Piegata sul divanetto subito dietro la porta d’ingresso sembrava facesse parte integrante dello stesso mentre i trolley poggiati frettolosamente all’angolo fecero da spettatori non paganti dell’ennesima scopata rabbiosa tra me e Valeria, come se nessuno dei due conoscesse un modo meno irruente di fottere. Dio, quanto avrei voluto leccargliela di nuovo, ma la sua richiesta di scopare più forte della volta precedente mi annebbiò il cervello. Nell’alzarle il vestito quel tanto che bastava per ficcarglielo dentro sentii lo strappo di alcune cuciture ma non ci fece caso - o forse non le importava in quel momento. Ebbi appena il tempo di notare che questa volta indossava un perizoma, non particolarmente sottile, che glielo scostai di lato e mentre con una mano le allargavo le chiappe per vedere bene la sua fica, poggiai il cazzo duro e pulsante all’ingresso della sua intimità e fui di nuovo dentro di lei.

“Cristo come mi riempi… ma cosa sei..." - mi ripeteva continuamente mentre alternavo colpi veloci e superficiali a stantuffate più profonde e lente. Il suo corpo magro e delicato mi faceva percepire ogni microscopica venatura interna della sua patatina stretta ma accogliente. La mia cappella gliela allargava un po’ di più ad ogni colpo e i suoi mugolii soffocati sulla seduta imbottita del divanetto rosso mi facevano capire che la cosa le piaceva sul serio. Dopo alcuni minuti passati a scopare quasi senza respiro il mio cazzo scivolò fuori per via della sua fica ormai completamente fradicia e allargata. Il colpo successivo andò quasi a vuoto, ma puntò erroneamente al suo culetto mancandolo di pochi centimetri. “Quello no, schifoso. Il culo non te lo do” mi ammonì severamente mentre strusciando il mio glande rosso e ingrossato sugli umori della sua fica glielo rimettevo dentro. “Nemmeno ci entra, zoccola - le dissi con una voce che non sembrava nemmeno la mia - è troppo stretto e te lo spaccherei”. “Hmmm si…ma continua a scoparmi la figa. Non fermarti”.

Avrei voluto venirle dentro di nuovo e farcirla per bene, soprattutto in quella posizione da cagnetta mugolante, ma questa volta Valeria mi chiese con una punta di dolcezza “Vienimi pure addosso, ma non dentro, per piacere”. Sentirmi dire per piacere, con quel tono sensibile, per la prima volta dopo diverso tempo, ma mentre la stavo scopando a pelle, quasi mi intenerì e dovetti concentrarmi sui suoi fianchi ossuti, stretti saldamente dalle mie mani, e sul “pat…pat” del mio addome che sbatteva contro le sue terga per non perdere la carica rabbiosa. Ancora qualche colpo rapido e finalmente uscii ruggendo come un felino selvatico e sborrandole sulle chiappe, sulla schiena e - inevitabilmente - anche sull’abito ormai lacerato sul serio.

“Non so cosa mi prende, non ho mai tradito mio marito prima d’ora! Ho avuto una vita tutt’altro che bacchettona da giovane, ma dopo il matrimonio ho chiuso il recinto. Almeno fino a ora.” mi disse mentre si dava una rinfrescata seguita da un quantomai necessario cambio d’abito, ovviamente preso dal trolley. Presentarsi a casa con un vestito strappato su un lato fino all’altezza dell’inguine, per di più con evidentissimi schizzi di sperma, non le era sembrato un buon modo per annunciare al cornuto “tesoro, sono tornata”.

“Ci vediamo martedì, buon weekend” mi disse sorridente affacciandosi alla mia stanza. Da solo in ufficio riflettei a lungo se fosse una cosa corretta da fare, insomma una storia in ufficio è sempre rischiosa e richiede estrema attenzione. I dubbi furono spazzati via dalla consapevolezza di aver risvegliato una tigre dormiente, una bottiglia di ottimo vino rimasta a impolverarsi in una cantina finché non sono arrivato io casualmente a stapparla. E ora me la volevo gustare tutta, e perché no, magari condividere.
 

Penetrator

"Level 7"
Da 10 Anni su Phica.net
Élite Fase 1
Messaggi
6,338
Punteggio reazione
9,721
Punti
139
Ciao a tutti, grazie per le belle parole, sono contento che vi stia piacendo. Torno dopo qualche settimana perché tra le ferie e altri impegni non ho avuto tempo di continuare. Perché ovviamente la storia continua!
Vi pubblico ora la seconda puntata - inedita - che verrĂ  pubblicata soltanto su Phica.net e in un unico post.
Post automatically merged:

Sull’aereo di ritorno sembravamo tornati gli stessi di sempre: due colleghi che mal si sopportano. Nessuno dei due fece neppure un cenno a quanto avvenuto due sere prima. E in effetti anche il giorno dopo l’episodio nella mia camera d’albergo non accadde nulla, neppure uno scambio allusivo di sguardi. E se l’avessi soltanto immaginato? Se fosse stato soltanto un sogno notturno? Forse era stato l'averla immaginata col Vichingo, la gelosia immotivata, l’eccitazione, la sega sulle sue foto Instagram - anzi sull'unica foto dove non si vedesse anche la sua famiglia perfetta. Ero immerso in una confusione profonda, alimentata dalla sua indifferenza e dalla assoluta mancanza di riferimenti a quanto avvenuto.

Il breve volo partì in tarda mattinata e atterrammo nella nostra città per ora di pranzo. Essendo venerdì suggerii di andare a casa e prenderci la giornata libera, anche perché in ufficio non ci sarebbe stato nessuno: nella nostra azienda si faceva smart working ben prima della pandemia e il venerdì si lavorava solitamente da casa. “Io devo passare comunque dall’ufficio a prendere delle cose prima di andare a casa, perché anche lunedì sono in smart” - disse Valeria con tono piatto, come se stesse parlando con un’aspirapolvere. La solita stronzetta di sempre, si fa scopare, si fa venire dentro e poi è tutto come se niente fosse. “Ok, mi fermo anche io in ufficio. Preferisco lavorare da lì oggi pomeriggio. E in ogni caso ho la moto parcheggiata lì davanti” - dissi io cercando di essere il più freddo possibile. E salimmo entrambi sul taxi.

Confidando nella pudica copertura dei miei Ray-Ban e cercando di apparire distratto, sbirciavo di lato provando a identificare ogni piccolo movimento del suo corpo ma Valeria guardava fuori dal finestrino, come se né io né il tassista fossimo presenti. Nello scendere dal taxi il suo busto si incurvò in avanti evidenziando appena la curva del suo culetto e la mia mente andò istantaneamente al momento in cui lei era a pecora sul letto e si strusciava sulla mia faccia come un’invasata. Solo ricordando quella scena mi è sembrato di sentire ancora il profumo delicato della sua patatina, anche se ora la puttanella scatenata di due sere prima era tornata la donnina perfetta tutta casa e carriera. Ma in ascensore non abbiamo potuto fare a meno di trovarci davvero faccia a faccia a pochi centimetri di distanza.

“Credo che appena entriamo in ufficio ti sbatto al muro e ti scopo di nuovo” le dissi all'improvviso ma distrattamente mentre premevo il pulsante del nostro piano. “Come l’altra sera?” - chiese lei con naturalezza, come se le avessi chiesto l’orario - “Sì, come l’altra sera” - confermai io - “Peccato - continuò sbuffando - avrei preferito ancora più forte”. E mentre le feci cavallerescamente strada verso le porte dell’ascensore fermo al nostro piano, mi accarezzò sui pantaloni all’altezza del basso addome, dove il mio cazzo era di nuovo duro e pronto a trapanarla.

Piegata sul divanetto subito dietro la porta d’ingresso sembrava facesse parte integrante dello stesso mentre i trolley poggiati frettolosamente all’angolo fecero da spettatori non paganti dell’ennesima scopata rabbiosa tra me e Valeria, come se nessuno dei due conoscesse un modo meno irruente di fottere. Dio, quanto avrei voluto leccargliela di nuovo, ma la sua richiesta di scopare più forte della volta precedente mi annebbiò il cervello. Nell’alzarle il vestito quel tanto che bastava per ficcarglielo dentro sentii lo strappo di alcune cuciture ma non ci fece caso - o forse non le importava in quel momento. Ebbi appena il tempo di notare che questa volta indossava un perizoma, non particolarmente sottile, che glielo scostai di lato e mentre con una mano le allargavo le chiappe per vedere bene la sua fica, poggiai il cazzo duro e pulsante all’ingresso della sua intimità e fui di nuovo dentro di lei.

“Cristo come mi riempi… ma cosa sei..." - mi ripeteva continuamente mentre alternavo colpi veloci e superficiali a stantuffate più profonde e lente. Il suo corpo magro e delicato mi faceva percepire ogni microscopica venatura interna della sua patatina stretta ma accogliente. La mia cappella gliela allargava un po’ di più ad ogni colpo e i suoi mugolii soffocati sulla seduta imbottita del divanetto rosso mi facevano capire che la cosa le piaceva sul serio. Dopo alcuni minuti passati a scopare quasi senza respiro il mio cazzo scivolò fuori per via della sua fica ormai completamente fradicia e allargata. Il colpo successivo andò quasi a vuoto, ma puntò erroneamente al suo culetto mancandolo di pochi centimetri. “Quello no, schifoso. Il culo non te lo do” mi ammonì severamente mentre strusciando il mio glande rosso e ingrossato sugli umori della sua fica glielo rimettevo dentro. “Nemmeno ci entra, zoccola - le dissi con una voce che non sembrava nemmeno la mia - è troppo stretto e te lo spaccherei”. “Hmmm si…ma continua a scoparmi la figa. Non fermarti”.

Avrei voluto venirle dentro di nuovo e farcirla per bene, soprattutto in quella posizione da cagnetta mugolante, ma questa volta Valeria mi chiese con una punta di dolcezza “Vienimi pure addosso, ma non dentro, per piacere”. Sentirmi dire per piacere, con quel tono sensibile, per la prima volta dopo diverso tempo, ma mentre la stavo scopando a pelle, quasi mi intenerì e dovetti concentrarmi sui suoi fianchi ossuti, stretti saldamente dalle mie mani, e sul “pat…pat” del mio addome che sbatteva contro le sue terga per non perdere la carica rabbiosa. Ancora qualche colpo rapido e finalmente uscii ruggendo come un felino selvatico e sborrandole sulle chiappe, sulla schiena e - inevitabilmente - anche sull’abito ormai lacerato sul serio.

“Non so cosa mi prende, non ho mai tradito mio marito prima d’ora! Ho avuto una vita tutt’altro che bacchettona da giovane, ma dopo il matrimonio ho chiuso il recinto. Almeno fino a ora.” mi disse mentre si dava una rinfrescata seguita da un quantomai necessario cambio d’abito, ovviamente preso dal trolley. Presentarsi a casa con un vestito strappato su un lato fino all’altezza dell’inguine, per di più con evidentissimi schizzi di sperma, non le era sembrato un buon modo per annunciare al cornuto “tesoro, sono tornata”.

“Ci vediamo martedì, buon weekend” mi disse sorridente affacciandosi alla mia stanza. Da solo in ufficio riflettei a lungo se fosse una cosa corretta da fare, insomma una storia in ufficio è sempre rischiosa e richiede estrema attenzione. I dubbi furono spazzati via dalla consapevolezza di aver risvegliato una tigre dormiente, una bottiglia di ottimo vino rimasta a impolverarsi in una cantina finché non sono arrivato io casualmente a stapparla. E ora me la volevo gustare tutta, e perché no, magari condividere.
peccato non ti abbia dato anche il culo! :D
 
OP
PigPedro

PigPedro

"Level 1"
1 Anno di Phica.net
Messaggi
29
Punteggio reazione
196
Punti
39
Age
42
Questa tua collega è una vera troiona
non c'era nulla che mi facesse sospettare che fosse una troiona. Una bella donna, gradevole e carina ma non appariscente da dire "che figa".
Eppure sto scoprendo continuamente - la storia continua ancora, anche se in maniera piĂą rallentata - una zoccola di tutto rispetto
 

sormarco

"Level 7"
Messaggi
12,806
Punteggio reazione
7,643
Punti
124
Posizione
taranto
Ciao a tutti, grazie per le belle parole, sono contento che vi stia piacendo. Torno dopo qualche settimana perché tra le ferie e altri impegni non ho avuto tempo di continuare. Perché ovviamente la storia continua!
Vi pubblico ora la seconda puntata - inedita - che verrĂ  pubblicata soltanto su Phica.net e in un unico post.
Post automatically merged:

Sull’aereo di ritorno sembravamo tornati gli stessi di sempre: due colleghi che mal si sopportano. Nessuno dei due fece neppure un cenno a quanto avvenuto due sere prima. E in effetti anche il giorno dopo l’episodio nella mia camera d’albergo non accadde nulla, neppure uno scambio allusivo di sguardi. E se l’avessi soltanto immaginato? Se fosse stato soltanto un sogno notturno? Forse era stato l'averla immaginata col Vichingo, la gelosia immotivata, l’eccitazione, la sega sulle sue foto Instagram - anzi sull'unica foto dove non si vedesse anche la sua famiglia perfetta. Ero immerso in una confusione profonda, alimentata dalla sua indifferenza e dalla assoluta mancanza di riferimenti a quanto avvenuto.

Il breve volo partì in tarda mattinata e atterrammo nella nostra città per ora di pranzo. Essendo venerdì suggerii di andare a casa e prenderci la giornata libera, anche perché in ufficio non ci sarebbe stato nessuno: nella nostra azienda si faceva smart working ben prima della pandemia e il venerdì si lavorava solitamente da casa. “Io devo passare comunque dall’ufficio a prendere delle cose prima di andare a casa, perché anche lunedì sono in smart” - disse Valeria con tono piatto, come se stesse parlando con un’aspirapolvere. La solita stronzetta di sempre, si fa scopare, si fa venire dentro e poi è tutto come se niente fosse. “Ok, mi fermo anche io in ufficio. Preferisco lavorare da lì oggi pomeriggio. E in ogni caso ho la moto parcheggiata lì davanti” - dissi io cercando di essere il più freddo possibile. E salimmo entrambi sul taxi.

Confidando nella pudica copertura dei miei Ray-Ban e cercando di apparire distratto, sbirciavo di lato provando a identificare ogni piccolo movimento del suo corpo ma Valeria guardava fuori dal finestrino, come se né io né il tassista fossimo presenti. Nello scendere dal taxi il suo busto si incurvò in avanti evidenziando appena la curva del suo culetto e la mia mente andò istantaneamente al momento in cui lei era a pecora sul letto e si strusciava sulla mia faccia come un’invasata. Solo ricordando quella scena mi è sembrato di sentire ancora il profumo delicato della sua patatina, anche se ora la puttanella scatenata di due sere prima era tornata la donnina perfetta tutta casa e carriera. Ma in ascensore non abbiamo potuto fare a meno di trovarci davvero faccia a faccia a pochi centimetri di distanza.

“Credo che appena entriamo in ufficio ti sbatto al muro e ti scopo di nuovo” le dissi all'improvviso ma distrattamente mentre premevo il pulsante del nostro piano. “Come l’altra sera?” - chiese lei con naturalezza, come se le avessi chiesto l’orario - “Sì, come l’altra sera” - confermai io - “Peccato - continuò sbuffando - avrei preferito ancora più forte”. E mentre le feci cavallerescamente strada verso le porte dell’ascensore fermo al nostro piano, mi accarezzò sui pantaloni all’altezza del basso addome, dove il mio cazzo era di nuovo duro e pronto a trapanarla.

Piegata sul divanetto subito dietro la porta d’ingresso sembrava facesse parte integrante dello stesso mentre i trolley poggiati frettolosamente all’angolo fecero da spettatori non paganti dell’ennesima scopata rabbiosa tra me e Valeria, come se nessuno dei due conoscesse un modo meno irruente di fottere. Dio, quanto avrei voluto leccargliela di nuovo, ma la sua richiesta di scopare più forte della volta precedente mi annebbiò il cervello. Nell’alzarle il vestito quel tanto che bastava per ficcarglielo dentro sentii lo strappo di alcune cuciture ma non ci fece caso - o forse non le importava in quel momento. Ebbi appena il tempo di notare che questa volta indossava un perizoma, non particolarmente sottile, che glielo scostai di lato e mentre con una mano le allargavo le chiappe per vedere bene la sua fica, poggiai il cazzo duro e pulsante all’ingresso della sua intimità e fui di nuovo dentro di lei.

“Cristo come mi riempi… ma cosa sei..." - mi ripeteva continuamente mentre alternavo colpi veloci e superficiali a stantuffate più profonde e lente. Il suo corpo magro e delicato mi faceva percepire ogni microscopica venatura interna della sua patatina stretta ma accogliente. La mia cappella gliela allargava un po’ di più ad ogni colpo e i suoi mugolii soffocati sulla seduta imbottita del divanetto rosso mi facevano capire che la cosa le piaceva sul serio. Dopo alcuni minuti passati a scopare quasi senza respiro il mio cazzo scivolò fuori per via della sua fica ormai completamente fradicia e allargata. Il colpo successivo andò quasi a vuoto, ma puntò erroneamente al suo culetto mancandolo di pochi centimetri. “Quello no, schifoso. Il culo non te lo do” mi ammonì severamente mentre strusciando il mio glande rosso e ingrossato sugli umori della sua fica glielo rimettevo dentro. “Nemmeno ci entra, zoccola - le dissi con una voce che non sembrava nemmeno la mia - è troppo stretto e te lo spaccherei”. “Hmmm si…ma continua a scoparmi la figa. Non fermarti”.

Avrei voluto venirle dentro di nuovo e farcirla per bene, soprattutto in quella posizione da cagnetta mugolante, ma questa volta Valeria mi chiese con una punta di dolcezza “Vienimi pure addosso, ma non dentro, per piacere”. Sentirmi dire per piacere, con quel tono sensibile, per la prima volta dopo diverso tempo, ma mentre la stavo scopando a pelle, quasi mi intenerì e dovetti concentrarmi sui suoi fianchi ossuti, stretti saldamente dalle mie mani, e sul “pat…pat” del mio addome che sbatteva contro le sue terga per non perdere la carica rabbiosa. Ancora qualche colpo rapido e finalmente uscii ruggendo come un felino selvatico e sborrandole sulle chiappe, sulla schiena e - inevitabilmente - anche sull’abito ormai lacerato sul serio.

“Non so cosa mi prende, non ho mai tradito mio marito prima d’ora! Ho avuto una vita tutt’altro che bacchettona da giovane, ma dopo il matrimonio ho chiuso il recinto. Almeno fino a ora.” mi disse mentre si dava una rinfrescata seguita da un quantomai necessario cambio d’abito, ovviamente preso dal trolley. Presentarsi a casa con un vestito strappato su un lato fino all’altezza dell’inguine, per di più con evidentissimi schizzi di sperma, non le era sembrato un buon modo per annunciare al cornuto “tesoro, sono tornata”.

“Ci vediamo martedì, buon weekend” mi disse sorridente affacciandosi alla mia stanza. Da solo in ufficio riflettei a lungo se fosse una cosa corretta da fare, insomma una storia in ufficio è sempre rischiosa e richiede estrema attenzione. I dubbi furono spazzati via dalla consapevolezza di aver risvegliato una tigre dormiente, una bottiglia di ottimo vino rimasta a impolverarsi in una cantina finché non sono arrivato io casualmente a stapparla. E ora me la volevo gustare tutta, e perché no, magari condividere.
visto che sa fare tanto l'indifferente, presumo che stia andando avanti o che lo sia stato per un po.
 
OP
PigPedro

PigPedro

"Level 1"
1 Anno di Phica.net
Messaggi
29
Punteggio reazione
196
Punti
39
Age
42
Ciao a tutti, sono dovuto stare lontano dal forum per un po' per vari motivi. Vi do qualche aggiornamento.
La storia con Valeria non si è mai davvero interrotta anche se per tante ragioni ci sono stati molti meno "contatti". Vi aggiorno a breve con un nuovo racconto di qualche mese fa.
E la settimana prossima abbiamo un'altra trasferta. La prima post-pandemia...speriamo bene :)
A presto
 

Top Bottom