Esperienza reale Una donna perfettina

sormarco

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Ciao a tutti, sono dovuto stare lontano dal forum per un po' per vari motivi. Vi do qualche aggiornamento.
La storia con Valeria non si è mai davvero interrotta anche se per tante ragioni ci sono stati molti meno "contatti". Vi aggiorno a breve con un nuovo racconto di qualche mese fa.
E la settimana prossima abbiamo un'altra trasferta. La prima post-pandemia...speriamo bene :)
A presto
Ma sicuramente ci sarà da fare, perché è un rapporto di sano sesso antistress, come dovrebbe essere sempre.
 

Penetrator

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Ciao a tutti, sono dovuto stare lontano dal forum per un po' per vari motivi. Vi do qualche aggiornamento.
La storia con Valeria non si è mai davvero interrotta anche se per tante ragioni ci sono stati molti meno "contatti". Vi aggiorno a breve con un nuovo racconto di qualche mese fa.
E la settimana prossima abbiamo un'altra trasferta. La prima post-pandemia...speriamo bene :)
A presto
in culo alla balena, anche se essendo mingherlina non le si addice balena ahahhaha
 
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PigPedro

PigPedro

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Ciao a tutti, sono contento che stiate apprezzando il mio racconto. Torno da voi con qualche aggiornamento, che spiega anche perché scrivo molto meno.

Piccolo riassunto degli ultimi mesi: con Valeria abbiamo scopato di tanto in tanto. Non è successo niente di eclatante che meriti di essere raccontato. Le volte che ci siamo visti è stato sempre di nascosto, in motel o in una casa di sua proprietà attualmente sfitta, poco distante dal nostro ufficio. I colleghi non hanno mai sospettato nulla, anche perché i rapporti professionali tra noi non sono cambiati: sono sempre tesi. Questa tensione però la vedo come un carburante per la passione che poi sfoghiamo a letto. Dal lato mio nel volerla trapanare con tutte le forze, dal lato suo nell’avere quegli atteggiamenti da maiala che non può/vuole permettersi a casa con il marito.

Con il passare dei mesi però, complici alcuni eventi personali che hanno impattato sia me che lei, le occasioni per vederci per quella che di fatto è diventata una relazione clandestina sono state sempre di meno. L’impostazione della nostra storia è sempre stata una: si scopa quando abbiamo voglia entrambi, altrimenti diventa routine. E la sensazione, le ultime volte che ci siamo visti, era proprio quella: essere diventati un'abitudine. Lei era decisamente meno porca e più sbrigativa. Io ho cominciato a immaginare di scopare con altre, mentre ero con lei.
Come un palinsesto predefinito, la procedura era quasi sempre la stessa: entriamo in camera - o nell’appartamento sfitto - e ci baciamo con foga; quindi lei in ginocchio per un pompino rapido per renderlo bello duro; io la spoglio - o le alzo il vestito, a seconda del caso - le sposto le mutandine e la pompo a pecorina; lei gode e mi chiede di venirle dentro, o sul culo; ci si lava e si va via come due sconosciuti. Alla lunga è diventato noioso e abbiamo deciso, di comune accordo, di fermarci per un po’. Non avevo nessuna intenzione di avere il ruolo che nella sua vita ha già suo marito: l’uomo palloso con cui gestire le cose quotidiane e con cui scopare meccanicamente di tanto in tanto.

Devo dire che la decisione è stata presa con grande maturità da entrambi. Sicuramente uno dei vantaggi di essere persone adulte e stabili, che sanno cosa vogliono e che non hanno bisogno di segreti e sotterfugi, è che non devi aspettarti brutte sorprese. A lavoro lei ha continuato a essere la stronzetta di sempre, io il capo paziente ma autorevole e i colleghi sempre ignari di tutto. Tutto come prima, solo che io e Valeria non scopavamo più.

Poi la scorsa settimana, come vi dicevo, c’è stata una trasferta. E potrebbero esserci state delle novità...
 

leofuoco

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Ciao a tutti, sono contento che stiate apprezzando il mio racconto. Torno da voi con qualche aggiornamento, che spiega anche perché scrivo molto meno.

Piccolo riassunto degli ultimi mesi: con Valeria abbiamo scopato di tanto in tanto. Non è successo niente di eclatante che meriti di essere raccontato. Le volte che ci siamo visti è stato sempre di nascosto, in motel o in una casa di sua proprietà attualmente sfitta, poco distante dal nostro ufficio. I colleghi non hanno mai sospettato nulla, anche perché i rapporti professionali tra noi non sono cambiati: sono sempre tesi. Questa tensione però la vedo come un carburante per la passione che poi sfoghiamo a letto. Dal lato mio nel volerla trapanare con tutte le forze, dal lato suo nell’avere quegli atteggiamenti da maiala che non può/vuole permettersi a casa con il marito.

Con il passare dei mesi però, complici alcuni eventi personali che hanno impattato sia me che lei, le occasioni per vederci per quella che di fatto è diventata una relazione clandestina sono state sempre di meno. L’impostazione della nostra storia è sempre stata una: si scopa quando abbiamo voglia entrambi, altrimenti diventa routine. E la sensazione, le ultime volte che ci siamo visti, era proprio quella: essere diventati un'abitudine. Lei era decisamente meno porca e più sbrigativa. Io ho cominciato a immaginare di scopare con altre, mentre ero con lei.
Come un palinsesto predefinito, la procedura era quasi sempre la stessa: entriamo in camera - o nell’appartamento sfitto - e ci baciamo con foga; quindi lei in ginocchio per un pompino rapido per renderlo bello duro; io la spoglio - o le alzo il vestito, a seconda del caso - le sposto le mutandine e la pompo a pecorina; lei gode e mi chiede di venirle dentro, o sul culo; ci si lava e si va via come due sconosciuti. Alla lunga è diventato noioso e abbiamo deciso, di comune accordo, di fermarci per un po’. Non avevo nessuna intenzione di avere il ruolo che nella sua vita ha già suo marito: l’uomo palloso con cui gestire le cose quotidiane e con cui scopare meccanicamente di tanto in tanto.

Devo dire che la decisione è stata presa con grande maturità da entrambi. Sicuramente uno dei vantaggi di essere persone adulte e stabili, che sanno cosa vogliono e che non hanno bisogno di segreti e sotterfugi, è che non devi aspettarti brutte sorprese. A lavoro lei ha continuato a essere la stronzetta di sempre, io il capo paziente ma autorevole e i colleghi sempre ignari di tutto. Tutto come prima, solo che io e Valeria non scopavamo più.

Poi la scorsa settimana, come vi dicevo, c’è stata una trasferta. E potrebbero esserci state delle novità...
È facci sapere
 
OP
PigPedro

PigPedro

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Torno con una nuova puntata. Scusate se sono sparito per qualche mese, ma scrivo solo se ci sono cose di cui valga la pena raccontare. Spero vi piaccia.

--


Fin dalla prima volta scopare, per me e Valeria, era significato soprattutto sfogarsi. Le tensioni del lavoro e della quotidianità trovavano uno sbocco nei nostri due corpi vogliosi di incastrarsi. Come ho avuto modo di scrivere nei racconti precedenti avevamo deciso di fermarci di comune accordo. C’è stata una trasferta di lavoro, ma non vi ho aggiornati perché non c’è stata né occasione né la volontà di riprendere. Credo che Valeria si sia comunque cercata nuovi cazzi in questi mesi. Lei non me l’ha confermato - né io ho chiesto - ma mi ha riferito che suo marito ha iniziato a diventare sospettoso e paranoico. Segno tangibile, secondo me, che la troia ha scopato in giro. Ad ogni modo forte della consapevolezza di averla “svegliata” e aver contribuito a lanciare una nuova zoccola in giro, ammetto di essermi segato spesso pensando alle nostre scopate.

Circa un mese fa ci siamo ritrovati da soli in ufficio, come era capitato tante volte soprattutto dopo l’orario ufficiale di chiusura. Ero seduto alla mia scrivania quando Valeria ha bussato alla porta già aperta.
- “Disturbo? C’è una cosa di cui vorrei parlarti”
- “Certo, siediti pure”
- “No, preferisco stare in piedi, è una cosa veloce”
Ecco ci siamo, pensai, si dimette. Che palle, non è facile da sostituire, dove la trovo un’altra con le sue competenze… “Dimmi tutto, ma non dirmi che ti dimetti!”
- “No, tranquillo. Volevo solo dirti che Lia non mi piace. È strana, da quando è arrivata si è rotto l’equilibrio dell’ufficio. Sta sul cazzo a tutti”
Lia è arrivata in ufficio da poco prima dell’estate a occupare un ruolo delicato e importante come leader di un team che ho lottato per far costituire. Esperienze all’estero e un carattere accomodante ma deciso, capace di sbatterti le cose in faccia con dolcezza e un sorriso. Quasi da paracula.
- “A me piace invece” dissi io fissandole gli occhi più verdi che grigi.
- “Certo che ti piace, perché te la vorresti scopare”
- “Solo perché ha un bel corpo, un culo pieno e tondo e ha atteggiamenti un po’ da gattamorta, non vuol dire che me la scoperei. L’unica gattamorta che mi piace scopare lo sai chi è...” aggiunsi con un sorriso acido e sprezzante.
- “Sei proprio uno stronzo” sibilò sotto voce tra le labbra socchiuse e si girò per uscire.
- “Torna qui, non mi piace che usi questo tono con me. Ti ricordo che sono il tuo capo!” la ammonii
- “Vaffanculo, Capo!” mi disse dall’altra stanza schernendomi.

Mi alzai e la seguii incazzato ma con il cuore che pulsava fortissimo nel petto, la strattonai per un braccio mentre era vicina alla sua postazione facendola voltare verso di me. La spinsi con decisione verso la scrivania e le dissi scuotendola per i fianchi:
- “Vaffanculo a te, troia
- “No, vaffanculo a te, stronzo, lasciami stare”
- “Sei proprio una puttana lo sai?”
- “E tu sei uno stronzo, ma te l’ho già detto questo”
- “E tu sei una zoccola, e anche io te l’ho già detto questo”
- “Si, sono una zoccola” e mi prese le mani per poggiarsele sul pube. Spinse la testa all’indietro e socchiuse gli occhi mentre dirigeva le mie mani verso la sua intimità.
Aveva dei pantaloni da completo, grigio scuro, che le sbottonai con la sinistra, mentre con la destra riuscivo a sentire sotto le dita il suo clitoride tramite i pantaloni e le mutandine. Glieli sfilai e mi ritrovai davanti a una piacevole scoperta: la casta camicetta bianca che indossava sopra i pantaloni classici grigi, era in realtà un body perizoma che terminava con un filo sottilissimo sul retro che non riusciva a nascondere per nulla né il buchetto rosa del suo culetto piccolino, né ovviamente le labbra bagnate della sua figa.

Affondai vigorosamente la mia faccia su quel paradiso e presi a leccarla avidamente tra le gambe. Le scostai di qualche centimetro il body senza sfilarlo del tutto e in fine potei tornare a dedicarmi totalmente a quella fregnetta rosa. I gemiti emessi da Valeria andavano quasi a tempo con le contrazioni che le sue labbra facevano ad ogni passaggio della mia lingua. Era senza dubbio la figa più saporita e profumata che io abbia mai provato. Non l’avevo mai dimenticato quel sapore, nemmeno in quei mesi di astinenza forzata. Ma era giusto quello che stavamo facendo? Quante altre mani, quante facce, quante lingue erano passate tra quelle gambe? Quante labbra avevano succhiato quel clitoride in quei mesi? Pensieri continui e ossessivi che mi stavano facendo venire l’emicrania.

Continua... se volete.
 

sormarco

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Fin dalla prima volta scopare, per me e Valeria, era significato soprattutto sfogarsi. Le tensioni del lavoro e della quotidianità trovavano uno sbocco nei nostri due corpi vogliosi di incastrarsi. Come ho avuto modo di scrivere nei racconti precedenti avevamo deciso di fermarci di comune accordo. C’è stata una trasferta di lavoro, ma non vi ho aggiornati perché non c’è stata né occasione né la volontà di riprendere. Credo che Valeria si sia comunque cercata nuovi cazzi in questi mesi. Lei non me l’ha confermato - né io ho chiesto - ma mi ha riferito che suo marito ha iniziato a diventare sospettoso e paranoico. Segno tangibile, secondo me, che la troia ha scopato in giro. Ad ogni modo forte della consapevolezza di averla “svegliata” e aver contribuito a lanciare una nuova zoccola in giro, ammetto di essermi segato spesso pensando alle nostre scopate.

Circa un mese fa ci siamo ritrovati da soli in ufficio, come era capitato tante volte soprattutto dopo l’orario ufficiale di chiusura. Ero seduto alla mia scrivania quando Valeria ha bussato alla porta già aperta.
- “Disturbo? C’è una cosa di cui vorrei parlarti”
- “Certo, siediti pure”
- “No, preferisco stare in piedi, è una cosa veloce”
Ecco ci siamo, pensai, si dimette. Che palle, non è facile da sostituire, dove la trovo un’altra con le sue competenze… “Dimmi tutto, ma non dirmi che ti dimetti!”
- “No, tranquillo. Volevo solo dirti che Lia non mi piace. È strana, da quando è arrivata si è rotto l’equilibrio dell’ufficio. Sta sul cazzo a tutti”
Lia è arrivata in ufficio da poco prima dell’estate a occupare un ruolo delicato e importante come leader di un team che ho lottato per far costituire. Esperienze all’estero e un carattere accomodante ma deciso, capace di sbatterti le cose in faccia con dolcezza e un sorriso. Quasi da paracula.
- “A me piace invece” dissi io fissandole gli occhi più verdi che grigi.
- “Certo che ti piace, perché te la vorresti scopare”
- “Solo perché ha un bel corpo, un culo pieno e tondo e ha atteggiamenti un po’ da gattamorta, non vuol dire che me la scoperei. L’unica gattamorta che mi piace scopare lo sai chi è...” aggiunsi con un sorriso acido e sprezzante.
- “Sei proprio uno stronzo” sibilò sotto voce tra le labbra socchiuse e si girò per uscire.
- “Torna qui, non mi piace che usi questo tono con me. Ti ricordo che sono il tuo capo!” la ammonii
- “Vaffanculo, Capo!” mi disse dall’altra stanza schernendomi.

Mi alzai e la seguii incazzato ma con il cuore che pulsava fortissimo nel petto, la strattonai per un braccio mentre era vicina alla sua postazione facendola voltare verso di me. La spinsi con decisione verso la scrivania e le dissi scuotendola per i fianchi:
- “Vaffanculo a te, troia
- “No, vaffanculo a te, stronzo, lasciami stare”
- “Sei proprio una puttana lo sai?”
- “E tu sei uno stronzo, ma te l’ho già detto questo”
- “E tu sei una zoccola, e anche io te l’ho già detto questo”
- “Si, sono una zoccola” e mi prese le mani per poggiarsele sul pube. Spinse la testa all’indietro e socchiuse gli occhi mentre dirigeva le mie mani verso la sua intimità.
Aveva dei pantaloni da completo, grigio scuro, che le sbottonai con la sinistra, mentre con la destra riuscivo a sentire sotto le dita il suo clitoride tramite i pantaloni e le mutandine. Glieli sfilai e mi ritrovai davanti a una piacevole scoperta: la casta camicetta bianca che indossava sopra i pantaloni classici grigi, era in realtà un body perizoma che terminava con un filo sottilissimo sul retro che non riusciva a nascondere per nulla né il buchetto rosa del suo culetto piccolino, né ovviamente le labbra bagnate della sua figa.

Affondai vigorosamente la mia faccia su quel paradiso e presi a leccarla avidamente tra le gambe. Le scostai di qualche centimetro il body senza sfilarlo del tutto e in fine potei tornare a dedicarmi totalmente a quella fregnetta rosa. I gemiti emessi da Valeria andavano quasi a tempo con le contrazioni che le sue labbra facevano ad ogni passaggio della mia lingua. Era senza dubbio la figa più saporita e profumata che io abbia mai provato. Non l’avevo mai dimenticato quel sapore, nemmeno in quei mesi di astinenza forzata. Ma era giusto quello che stavamo facendo? Quante altre mani, quante facce, quante lingue erano passate tra quelle gambe? Quante labbra avevano succhiato quel clitoride in quei mesi? Pensieri continui e ossessivi che mi stavano facendo venire l’emicrania.

Continua... se volete.
Vai pedro
 

Stewie899

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Molto eccitante il tuo racconto, inoltre hai un modo conciso e allo stesso tempo esaustivo nel raccontare la storia. Speriamo che continui a scopare con lei così potrai deliziarci ancora con il tuo racconto
 

slap

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Torno con una nuova puntata. Scusate se sono sparito per qualche mese, ma scrivo solo se ci sono cose di cui valga la pena raccontare. Spero vi piaccia.

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Fin dalla prima volta scopare, per me e Valeria, era significato soprattutto sfogarsi. Le tensioni del lavoro e della quotidianità trovavano uno sbocco nei nostri due corpi vogliosi di incastrarsi. Come ho avuto modo di scrivere nei racconti precedenti avevamo deciso di fermarci di comune accordo. C’è stata una trasferta di lavoro, ma non vi ho aggiornati perché non c’è stata né occasione né la volontà di riprendere. Credo che Valeria si sia comunque cercata nuovi cazzi in questi mesi. Lei non me l’ha confermato - né io ho chiesto - ma mi ha riferito che suo marito ha iniziato a diventare sospettoso e paranoico. Segno tangibile, secondo me, che la troia ha scopato in giro. Ad ogni modo forte della consapevolezza di averla “svegliata” e aver contribuito a lanciare una nuova zoccola in giro, ammetto di essermi segato spesso pensando alle nostre scopate.

Circa un mese fa ci siamo ritrovati da soli in ufficio, come era capitato tante volte soprattutto dopo l’orario ufficiale di chiusura. Ero seduto alla mia scrivania quando Valeria ha bussato alla porta già aperta.
- “Disturbo? C’è una cosa di cui vorrei parlarti”
- “Certo, siediti pure”
- “No, preferisco stare in piedi, è una cosa veloce”
Ecco ci siamo, pensai, si dimette. Che palle, non è facile da sostituire, dove la trovo un’altra con le sue competenze… “Dimmi tutto, ma non dirmi che ti dimetti!”
- “No, tranquillo. Volevo solo dirti che Lia non mi piace. È strana, da quando è arrivata si è rotto l’equilibrio dell’ufficio. Sta sul cazzo a tutti”
Lia è arrivata in ufficio da poco prima dell’estate a occupare un ruolo delicato e importante come leader di un team che ho lottato per far costituire. Esperienze all’estero e un carattere accomodante ma deciso, capace di sbatterti le cose in faccia con dolcezza e un sorriso. Quasi da paracula.
- “A me piace invece” dissi io fissandole gli occhi più verdi che grigi.
- “Certo che ti piace, perché te la vorresti scopare”
- “Solo perché ha un bel corpo, un culo pieno e tondo e ha atteggiamenti un po’ da gattamorta, non vuol dire che me la scoperei. L’unica gattamorta che mi piace scopare lo sai chi è...” aggiunsi con un sorriso acido e sprezzante.
- “Sei proprio uno stronzo” sibilò sotto voce tra le labbra socchiuse e si girò per uscire.
- “Torna qui, non mi piace che usi questo tono con me. Ti ricordo che sono il tuo capo!” la ammonii
- “Vaffanculo, Capo!” mi disse dall’altra stanza schernendomi.

Mi alzai e la seguii incazzato ma con il cuore che pulsava fortissimo nel petto, la strattonai per un braccio mentre era vicina alla sua postazione facendola voltare verso di me. La spinsi con decisione verso la scrivania e le dissi scuotendola per i fianchi:
- “Vaffanculo a te, troia
- “No, vaffanculo a te, stronzo, lasciami stare”
- “Sei proprio una puttana lo sai?”
- “E tu sei uno stronzo, ma te l’ho già detto questo”
- “E tu sei una zoccola, e anche io te l’ho già detto questo”
- “Si, sono una zoccola” e mi prese le mani per poggiarsele sul pube. Spinse la testa all’indietro e socchiuse gli occhi mentre dirigeva le mie mani verso la sua intimità.
Aveva dei pantaloni da completo, grigio scuro, che le sbottonai con la sinistra, mentre con la destra riuscivo a sentire sotto le dita il suo clitoride tramite i pantaloni e le mutandine. Glieli sfilai e mi ritrovai davanti a una piacevole scoperta: la casta camicetta bianca che indossava sopra i pantaloni classici grigi, era in realtà un body perizoma che terminava con un filo sottilissimo sul retro che non riusciva a nascondere per nulla né il buchetto rosa del suo culetto piccolino, né ovviamente le labbra bagnate della sua figa.

Affondai vigorosamente la mia faccia su quel paradiso e presi a leccarla avidamente tra le gambe. Le scostai di qualche centimetro il body senza sfilarlo del tutto e in fine potei tornare a dedicarmi totalmente a quella fregnetta rosa. I gemiti emessi da Valeria andavano quasi a tempo con le contrazioni che le sue labbra facevano ad ogni passaggio della mia lingua. Era senza dubbio la figa più saporita e profumata che io abbia mai provato. Non l’avevo mai dimenticato quel sapore, nemmeno in quei mesi di astinenza forzata. Ma era giusto quello che stavamo facendo? Quante altre mani, quante facce, quante lingue erano passate tra quelle gambe? Quante labbra avevano succhiato quel clitoride in quei mesi? Pensieri continui e ossessivi che mi stavano facendo venire l’emicrania.

Continua... se volete.
continua....continua...
 

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Circa un mese fa ci siamo ritrovati da soli in ufficio, come era capitato tante volte soprattutto dopo l’orario ufficiale di chiusura. Ero seduto alla mia scrivania quando Valeria ha bussato alla porta già aperta.
- “Disturbo? C’è una cosa di cui vorrei parlarti”
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Ecco ci siamo, pensai, si dimette. Che palle, non è facile da sostituire, dove la trovo un’altra con le sue competenze… “Dimmi tutto, ma non dirmi che ti dimetti!”
- “No, tranquillo. Volevo solo dirti che Lia non mi piace. È strana, da quando è arrivata si è rotto l’equilibrio dell’ufficio. Sta sul cazzo a tutti”
Lia è arrivata in ufficio da poco prima dell’estate a occupare un ruolo delicato e importante come leader di un team che ho lottato per far costituire. Esperienze all’estero e un carattere accomodante ma deciso, capace di sbatterti le cose in faccia con dolcezza e un sorriso. Quasi da paracula.
- “A me piace invece” dissi io fissandole gli occhi più verdi che grigi.
- “Certo che ti piace, perché te la vorresti scopare”
- “Solo perché ha un bel corpo, un culo pieno e tondo e ha atteggiamenti un po’ da gattamorta, non vuol dire che me la scoperei. L’unica gattamorta che mi piace scopare lo sai chi è...” aggiunsi con un sorriso acido e sprezzante.
- “Sei proprio uno stronzo” sibilò sotto voce tra le labbra socchiuse e si girò per uscire.
- “Torna qui, non mi piace che usi questo tono con me. Ti ricordo che sono il tuo capo!” la ammonii
- “Vaffanculo, Capo!” mi disse dall’altra stanza schernendomi.

Mi alzai e la seguii incazzato ma con il cuore che pulsava fortissimo nel petto, la strattonai per un braccio mentre era vicina alla sua postazione facendola voltare verso di me. La spinsi con decisione verso la scrivania e le dissi scuotendola per i fianchi:
- “Vaffanculo a te, troia
- “No, vaffanculo a te, stronzo, lasciami stare”
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- “E tu sei uno stronzo, ma te l’ho già detto questo”
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- “Si, sono una zoccola” e mi prese le mani per poggiarsele sul pube. Spinse la testa all’indietro e socchiuse gli occhi mentre dirigeva le mie mani verso la sua intimità.
Aveva dei pantaloni da completo, grigio scuro, che le sbottonai con la sinistra, mentre con la destra riuscivo a sentire sotto le dita il suo clitoride tramite i pantaloni e le mutandine. Glieli sfilai e mi ritrovai davanti a una piacevole scoperta: la casta camicetta bianca che indossava sopra i pantaloni classici grigi, era in realtà un body perizoma che terminava con un filo sottilissimo sul retro che non riusciva a nascondere per nulla né il buchetto rosa del suo culetto piccolino, né ovviamente le labbra bagnate della sua figa.

Affondai vigorosamente la mia faccia su quel paradiso e presi a leccarla avidamente tra le gambe. Le scostai di qualche centimetro il body senza sfilarlo del tutto e in fine potei tornare a dedicarmi totalmente a quella fregnetta rosa. I gemiti emessi da Valeria andavano quasi a tempo con le contrazioni che le sue labbra facevano ad ogni passaggio della mia lingua. Era senza dubbio la figa più saporita e profumata che io abbia mai provato. Non l’avevo mai dimenticato quel sapore, nemmeno in quei mesi di astinenza forzata. Ma era giusto quello che stavamo facendo? Quante altre mani, quante facce, quante lingue erano passate tra quelle gambe? Quante labbra avevano succhiato quel clitoride in quei mesi? Pensieri continui e ossessivi che mi stavano facendo venire l’emicrania.

Continua... se volete.
non c'è niente di meglio del sesso da odio!
quando scopi violento solo per sfogarti sull'altro e l'altro fa lo stesso con te

è proprio una cosa da animali!
 

chega

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Torno con una nuova puntata. Scusate se sono sparito per qualche mese, ma scrivo solo se ci sono cose di cui valga la pena raccontare. Spero vi piaccia.

--


Fin dalla prima volta scopare, per me e Valeria, era significato soprattutto sfogarsi. Le tensioni del lavoro e della quotidianità trovavano uno sbocco nei nostri due corpi vogliosi di incastrarsi. Come ho avuto modo di scrivere nei racconti precedenti avevamo deciso di fermarci di comune accordo. C’è stata una trasferta di lavoro, ma non vi ho aggiornati perché non c’è stata né occasione né la volontà di riprendere. Credo che Valeria si sia comunque cercata nuovi cazzi in questi mesi. Lei non me l’ha confermato - né io ho chiesto - ma mi ha riferito che suo marito ha iniziato a diventare sospettoso e paranoico. Segno tangibile, secondo me, che la troia ha scopato in giro. Ad ogni modo forte della consapevolezza di averla “svegliata” e aver contribuito a lanciare una nuova zoccola in giro, ammetto di essermi segato spesso pensando alle nostre scopate.

Circa un mese fa ci siamo ritrovati da soli in ufficio, come era capitato tante volte soprattutto dopo l’orario ufficiale di chiusura. Ero seduto alla mia scrivania quando Valeria ha bussato alla porta già aperta.
- “Disturbo? C’è una cosa di cui vorrei parlarti”
- “Certo, siediti pure”
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- “No, tranquillo. Volevo solo dirti che Lia non mi piace. È strana, da quando è arrivata si è rotto l’equilibrio dell’ufficio. Sta sul cazzo a tutti”
Lia è arrivata in ufficio da poco prima dell’estate a occupare un ruolo delicato e importante come leader di un team che ho lottato per far costituire. Esperienze all’estero e un carattere accomodante ma deciso, capace di sbatterti le cose in faccia con dolcezza e un sorriso. Quasi da paracula.
- “A me piace invece” dissi io fissandole gli occhi più verdi che grigi.
- “Certo che ti piace, perché te la vorresti scopare”
- “Solo perché ha un bel corpo, un culo pieno e tondo e ha atteggiamenti un po’ da gattamorta, non vuol dire che me la scoperei. L’unica gattamorta che mi piace scopare lo sai chi è...” aggiunsi con un sorriso acido e sprezzante.
- “Sei proprio uno stronzo” sibilò sotto voce tra le labbra socchiuse e si girò per uscire.
- “Torna qui, non mi piace che usi questo tono con me. Ti ricordo che sono il tuo capo!” la ammonii
- “Vaffanculo, Capo!” mi disse dall’altra stanza schernendomi.

Mi alzai e la seguii incazzato ma con il cuore che pulsava fortissimo nel petto, la strattonai per un braccio mentre era vicina alla sua postazione facendola voltare verso di me. La spinsi con decisione verso la scrivania e le dissi scuotendola per i fianchi:
- “Vaffanculo a te, troia
- “No, vaffanculo a te, stronzo, lasciami stare”
- “Sei proprio una puttana lo sai?”
- “E tu sei uno stronzo, ma te l’ho già detto questo”
- “E tu sei una zoccola, e anche io te l’ho già detto questo”
- “Si, sono una zoccola” e mi prese le mani per poggiarsele sul pube. Spinse la testa all’indietro e socchiuse gli occhi mentre dirigeva le mie mani verso la sua intimità.
Aveva dei pantaloni da completo, grigio scuro, che le sbottonai con la sinistra, mentre con la destra riuscivo a sentire sotto le dita il suo clitoride tramite i pantaloni e le mutandine. Glieli sfilai e mi ritrovai davanti a una piacevole scoperta: la casta camicetta bianca che indossava sopra i pantaloni classici grigi, era in realtà un body perizoma che terminava con un filo sottilissimo sul retro che non riusciva a nascondere per nulla né il buchetto rosa del suo culetto piccolino, né ovviamente le labbra bagnate della sua figa.

Affondai vigorosamente la mia faccia su quel paradiso e presi a leccarla avidamente tra le gambe. Le scostai di qualche centimetro il body senza sfilarlo del tutto e in fine potei tornare a dedicarmi totalmente a quella fregnetta rosa. I gemiti emessi da Valeria andavano quasi a tempo con le contrazioni che le sue labbra facevano ad ogni passaggio della mia lingua. Era senza dubbio la figa più saporita e profumata che io abbia mai provato. Non l’avevo mai dimenticato quel sapore, nemmeno in quei mesi di astinenza forzata. Ma era giusto quello che stavamo facendo? Quante altre mani, quante facce, quante lingue erano passate tra quelle gambe? Quante labbra avevano succhiato quel clitoride in quei mesi? Pensieri continui e ossessivi che mi stavano facendo venire l’emicrania.

Continua... se volete.
Bravo, continua.
 

slap

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Torno con una nuova puntata. Scusate se sono sparito per qualche mese, ma scrivo solo se ci sono cose di cui valga la pena raccontare. Spero vi piaccia.

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Fin dalla prima volta scopare, per me e Valeria, era significato soprattutto sfogarsi. Le tensioni del lavoro e della quotidianità trovavano uno sbocco nei nostri due corpi vogliosi di incastrarsi. Come ho avuto modo di scrivere nei racconti precedenti avevamo deciso di fermarci di comune accordo. C’è stata una trasferta di lavoro, ma non vi ho aggiornati perché non c’è stata né occasione né la volontà di riprendere. Credo che Valeria si sia comunque cercata nuovi cazzi in questi mesi. Lei non me l’ha confermato - né io ho chiesto - ma mi ha riferito che suo marito ha iniziato a diventare sospettoso e paranoico. Segno tangibile, secondo me, che la troia ha scopato in giro. Ad ogni modo forte della consapevolezza di averla “svegliata” e aver contribuito a lanciare una nuova zoccola in giro, ammetto di essermi segato spesso pensando alle nostre scopate.

Circa un mese fa ci siamo ritrovati da soli in ufficio, come era capitato tante volte soprattutto dopo l’orario ufficiale di chiusura. Ero seduto alla mia scrivania quando Valeria ha bussato alla porta già aperta.
- “Disturbo? C’è una cosa di cui vorrei parlarti”
- “Certo, siediti pure”
- “No, preferisco stare in piedi, è una cosa veloce”
Ecco ci siamo, pensai, si dimette. Che palle, non è facile da sostituire, dove la trovo un’altra con le sue competenze… “Dimmi tutto, ma non dirmi che ti dimetti!”
- “No, tranquillo. Volevo solo dirti che Lia non mi piace. È strana, da quando è arrivata si è rotto l’equilibrio dell’ufficio. Sta sul cazzo a tutti”
Lia è arrivata in ufficio da poco prima dell’estate a occupare un ruolo delicato e importante come leader di un team che ho lottato per far costituire. Esperienze all’estero e un carattere accomodante ma deciso, capace di sbatterti le cose in faccia con dolcezza e un sorriso. Quasi da paracula.
- “A me piace invece” dissi io fissandole gli occhi più verdi che grigi.
- “Certo che ti piace, perché te la vorresti scopare”
- “Solo perché ha un bel corpo, un culo pieno e tondo e ha atteggiamenti un po’ da gattamorta, non vuol dire che me la scoperei. L’unica gattamorta che mi piace scopare lo sai chi è...” aggiunsi con un sorriso acido e sprezzante.
- “Sei proprio uno stronzo” sibilò sotto voce tra le labbra socchiuse e si girò per uscire.
- “Torna qui, non mi piace che usi questo tono con me. Ti ricordo che sono il tuo capo!” la ammonii
- “Vaffanculo, Capo!” mi disse dall’altra stanza schernendomi.

Mi alzai e la seguii incazzato ma con il cuore che pulsava fortissimo nel petto, la strattonai per un braccio mentre era vicina alla sua postazione facendola voltare verso di me. La spinsi con decisione verso la scrivania e le dissi scuotendola per i fianchi:
- “Vaffanculo a te, troia
- “No, vaffanculo a te, stronzo, lasciami stare”
- “Sei proprio una puttana lo sai?”
- “E tu sei uno stronzo, ma te l’ho già detto questo”
- “E tu sei una zoccola, e anche io te l’ho già detto questo”
- “Si, sono una zoccola” e mi prese le mani per poggiarsele sul pube. Spinse la testa all’indietro e socchiuse gli occhi mentre dirigeva le mie mani verso la sua intimità.
Aveva dei pantaloni da completo, grigio scuro, che le sbottonai con la sinistra, mentre con la destra riuscivo a sentire sotto le dita il suo clitoride tramite i pantaloni e le mutandine. Glieli sfilai e mi ritrovai davanti a una piacevole scoperta: la casta camicetta bianca che indossava sopra i pantaloni classici grigi, era in realtà un body perizoma che terminava con un filo sottilissimo sul retro che non riusciva a nascondere per nulla né il buchetto rosa del suo culetto piccolino, né ovviamente le labbra bagnate della sua figa.

Affondai vigorosamente la mia faccia su quel paradiso e presi a leccarla avidamente tra le gambe. Le scostai di qualche centimetro il body senza sfilarlo del tutto e in fine potei tornare a dedicarmi totalmente a quella fregnetta rosa. I gemiti emessi da Valeria andavano quasi a tempo con le contrazioni che le sue labbra facevano ad ogni passaggio della mia lingua. Era senza dubbio la figa più saporita e profumata che io abbia mai provato. Non l’avevo mai dimenticato quel sapore, nemmeno in quei mesi di astinenza forzata. Ma era giusto quello che stavamo facendo? Quante altre mani, quante facce, quante lingue erano passate tra quelle gambe? Quante labbra avevano succhiato quel clitoride in quei mesi? Pensieri continui e ossessivi che mi stavano facendo venire l’emicrania.

Continua... se volete.
Aspetto la continuazione...se vuoi ho il pdf con tutto il racconto...
 
OP
PigPedro

PigPedro

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Ciao a tutti, torno su questo thread per dire che il marito ha scoperto che lei lo tradisce. Non sa di me - spero abbia scoperto di altri e quindi non approfondisca ulteriormente fino ad arrivare a me. Comunque abbiamo interrotto tutto, Valeria vuole concentrarsi sul recuperare il suo matrimonio e pare ci stia riuscendo. Chissà magari inizierà a sbottonarsi di nuovo quando sarà tutto più calmo. Una troia del genere non rimane con le gambe chiuse. Grazie a tutti per gli apprezzamenti, aprirò altri thread per altri racconti ma non di questo livello purtroppo!
 

sormarco

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Ciao a tutti, torno su questo thread per dire che il marito ha scoperto che lei lo tradisce. Non sa di me - spero abbia scoperto di altri e quindi non approfondisca ulteriormente fino ad arrivare a me. Comunque abbiamo interrotto tutto, Valeria vuole concentrarsi sul recuperare il suo matrimonio e pare ci stia riuscendo. Chissà magari inizierà a sbottonarsi di nuovo quando sarà tutto più calmo. Una troia del genere non rimane con le gambe chiuse. Grazie a tutti per gli apprezzamenti, aprirò altri thread per altri racconti ma non di questo livello purtroppo!
Va beh, comunque ci farai sapere l'evoluzione che avrà col marito
 

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