Vacanza obbligata ... con zia

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pandagi

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452
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Con questo post concludo la prima parte. Molto probabilmente, tempo permettendo aggingerò altre parti mancanti alla parte della vacanza e forse anche qualche episodio postumo
Buone feste

L'inizio - nona e ultima parte

Mi precipito lo raccolgo lo infilo nella tasca dei pantaloni e poi esco velocemente dal bagno dirigendomi in un luogo appartato nel parco del ristorante. L’asta del pene è ancora più dritta: la conquista dell’indumento di zia è fonte di euforia. Nascosto da sguardi indiscreti estraggo l’indumento e lo porto verso il viso annusando con attenzione: percepisco tutte le dolci e delicate fragranze che il corpo di zia emana. I profumi scatenano nel cervello delle sensazioni che si trasferiscono verso il basso ventre, ora incontenibile. Temo che qualcuno mi possa vedere così mi precipito verso l’auto del papà e nascondo il reggiseno di pizzo nel bagagliaio in una tasca laterale poco usata. Dopo aver atteso il tempo necessari per calmare i bollori torno verso il ristorante.
Passo l’intera giornata ad osservare ogni piccolo movimento di zia. Osservo le mammelle sotto il vestito. Cerco di intravvedere le sottili strisce di nastro per capire se reggono o se improvvisamente si staccano facendo riaffiorare i capezzoli. Osservo i movimenti naturali del seno liberi da costrizioni che sobbalzano o scuotono come la crema di un budino. Le gambe nervose sotto al tavolo si muovono in continuazione, la gonna si ritira e mette in mostra le cosce. Il marito l’abbraccia da dietro la schiena, cingendole con una mano il fianco appena sotto il seno. Che sia al corrente che non porta il reggiseno? Che sappia che le mammelle sono ricoperte di nastro adesivo? Forse con la mano sta massaggiando il seno, forse sta verificando che il nastro sia ancora aderente. Poi la mano si abbassa massaggiando tutta la schiena e arriva al gluteo, ma poi risale nuovamente fino al seno. In questo momento vorrei essere al posto del cibo nel piatto di zia per osservare da vicino.
La giornata giunge al termine tra vari festeggiamenti, saluti e abbracci. Tutti gli uomini presenti prima di abbandonare il locale vanno a salutare zia. Con sorriso civettuolo lei non si sottrae ad abbracci anche intensi e prolungati. Sembra distesa ed euforica, forse l’effetto anche di qualche bicchiere di troppo. Alla fine nel locale rimangono solo gli sposi che si spostano fuori nel parco per le ultime foto accompagnati dai parenti. Noi siamo ancora seduti al tavolo. Zio con papà escono a fumare una sigaretta, mentre zia prende il posto di papà tra me e mamma. Si stravacca sulla sedia allungando le gambe sotto al tavolo e appoggiando la testa allo schienale. Siamo solo noi tre nel salone oltre a camerieri che sparecchiano i tavoli. La gonna risale. Vedo perfettamente da vicino le cosce affusolate e le autoreggenti. Poi zia ritrae una gamba e l’accavalla sull’altra appoggiando la caviglia sul ginocchio. Si toglie una scarpa e si massaggia il piede. Cerco di tirare il collo per guardare in mezzo alle gambe aperte di zia lo slip bianco ma riesco solo a vedere l’interno coscia oltre il reggicalze, mentre zia inizia a parlare con mamma: “Sono stanchissima. Ho i piedi ormai indolenziti, ma il seno è la parte più distrutta. Il nastro ha tenuto alla perfezione, ma non vedo l’ora di toglierlo”. Mamma ride divertita e ribatte: “Togli il nastro e rimetti il reggiseno lasciandolo aperto”. Zia scuote la testa: “il reggi l’ho buttato, non sapevo dove tenerlo” Mamma scuote la testa: “Sei incorreggibile”. Zia si massaggia il seno da sopra il vestito. Passando con la mano stira il tessuto che mette in mostra i segni del nastro adesivo e mentre si guarda esclama:” Non resisto fino a casa con questo tortura sopra il seno. Secondo te ora che non c’è più nessuno posso togliere il nastro?” Mamma si guarda attorno: “Ci sono ancora tutti i camerieri”. Zia scuote le spalle:” Dei camerieri non mi importa, sono intenti a fare il loro lavoro e non si accorgeranno di niente” Mamma volge lo sguardo verso di me mentre io mi giro osservando verso altre zone del ristorante per dare l’impressione di essere disinteressato. Mamma riprende: “Poi naturalmente ci sono i nostri mariti e mio figlio”. Zia si gira verso di me sorridente: “Simone sei stato proprio gentile con me meriti un premio. Si alza, si avvicina. Mi abbraccia appoggiano un seno alla mia spalla e mi stampa un bacio sulla testa. Mentre continua a tenere appoggiato il seno alla spalla sussurra: ”Grazie” e poi rivolta a mia mamma le risponde: “Simone oggi ha dimostrato grande serietà e maturità. Mi pare proprio che la situazione oggi non l’abbia turbato e se tolgo il nastro oltre a lui sono sicuro che non turberò neanche i nostri mariti, abituati a vederci in déshabillé”. Mentre lo dice penso:” Se tu zia potessi vedere sotto il tavolo quanto svetta l’asta del mio pene. Ti riempirei volentieri la bocca con questa spada così capisci quanto riesci a turbarmi”.
Poi zia toglie l’abbraccio, abbandona le scarpe, e cammina attorno al tavolo facendo tutto il giro fino a raggiungere mamma. Si siede volgendo la schiena verso me, mamma e i camerieri. Slaccia il vestito dietro il collo, lo fa reggere a mamma mentre lei entra con entrambe le mani sotto il tessuto e inizia ad armeggiare sul seno . Con movimenti lenti toglie il nastro. Dalle smorfie della faccia pare sia un’operazione molto dolorosa credo a causa della sensibilità della pelle in quei punti. La prima striscia di nastro tolta viene appoggiata sul tavolo, poi la seconda, la terza ed infine la quarta prima su uno e poi sull’altro seno. A questo punto dopo un lungo sospiro mentre si massaggia dolcemente i seni zia esclama: “Mai più una tortura simile, piuttosto preferisco andare in giro nuda! Ho tutta la pelle irritata e dolorante. Dovrò mettere una crema sfiammante” Poi toglie le mani da sotto il vestito mentre mamma riabbottona. Ora i due capezzoli tornano a svettare nella completa indifferenza di zia ma non certo della mia. Ho il basso ventre ormai dolorante dall’eccitazione. Zia si mette a parlare con mamma e continua da sopra il vestito a massaggiare i fantastici seni, con le gambe abbondantemente aperte e i piedi bene in vista. Mamma è curiosa: “Ma dove hai lasciato il reggiseno?”. Mentre zia continua a massaggiare il seno racconta della difficoltà incontrata a sistemare in nastro nel bagno del ristorante, della presenza del signore che stava arrivando e conclude:” Insomma non sapevo cosa fare, così il reggiseno l’ho lanciato nel cestino”. Mamma ride divertita, poi si guarda attorno ed esclama: “Siamo rimasti gli ultimi, meglio andare. Però prima vado in bagno. Vuoi che ti riporti il reggiseno?”. Zia scuote la testa: ”Vengo anch’io in bagno, ma il reggiseno lo lascio nel cestino”. Le due sorelle stancamente si alzano. Zia si piega per rimettere le calze. I seni spinti dalla forza di gravita verso il basso sembrano dei missili puntati verso l’obiettivo pronti a partire, trattenuti a malapena dalla stoffa del vestito. Sono scossi dal movimento del corpo come dei pini dal vento. Osservo zia che mi passa davanti con le scarpe slacciate, il passo instabile. Ora i capezzoli si spostano lateralmente a destra e sinistra ritmicamente ad ogni passo come il pendolo dell’orologio. Sono estasiato. Ora ho il superbo culo che attira la mia attenzione: si muove sinuoso sostenuto dalle lunghe gambe che terminano con i piedi avvolti da scarpe con tacchi mostruosi che amplificano lo sculettamento. Sistemo l’asta nelle mutande e a distanza seguo zia. Dal corridoio sento la voce di mamma: “Cara sorella, mi stai raccontando una bugia, qui il tuo reggiseno nel cestino non c’è “. Sorrido e penso “Cara zia il tuo reggiseno lo conserverò io con cura!”
Mi catapulto all’esterno del locale in mezzo all’oscurità e da dietro i vetri e con le mani in tasca mi massaggio l’asta del pene, mentre per l’ultima volta osservo la zia che esce dal bagno e attraversa il salone per uscire con i meloni dondolanti e i capezzoloni appuntiti prima di essere avvolta dall’oscurità
Questo episodio rappresentò per me l’inizio della scoperta del mondo femminile e della masturbazione. Quei capezzoli durissimi sono rimasti impressi nella mia memoria a ancora oggi sogno di strizzarli e succhiarli.
Il reggiseno l’ho conservato gelosamente e più di una volta mosso dall’eccitazione l’ho recuperato dal nascondiglio e tenuto tra le mani come un trofeo. Più volte mentre lo tenevo tra le mie mani, ripensando a quella fantastica giornata mi sono abbandonato al piacere solitario ma facendo molta attenzione a non sciuparlo e ad imbrattarlo, anche se l’intenzione di riempirlo non l’ho mai abbandonata.
 

zumpappa

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Con questo post concludo la prima parte. Molto probabilmente, tempo permettendo aggingerò altre parti mancanti alla parte della vacanza e forse anche qualche episodio postumo
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L'inizio - nona e ultima parte

Mi precipito lo raccolgo lo infilo nella tasca dei pantaloni e poi esco velocemente dal bagno dirigendomi in un luogo appartato nel parco del ristorante. L’asta del pene è ancora più dritta: la conquista dell’indumento di zia è fonte di euforia. Nascosto da sguardi indiscreti estraggo l’indumento e lo porto verso il viso annusando con attenzione: percepisco tutte le dolci e delicate fragranze che il corpo di zia emana. I profumi scatenano nel cervello delle sensazioni che si trasferiscono verso il basso ventre, ora incontenibile. Temo che qualcuno mi possa vedere così mi precipito verso l’auto del papà e nascondo il reggiseno di pizzo nel bagagliaio in una tasca laterale poco usata. Dopo aver atteso il tempo necessari per calmare i bollori torno verso il ristorante.
Passo l’intera giornata ad osservare ogni piccolo movimento di zia. Osservo le mammelle sotto il vestito. Cerco di intravvedere le sottili strisce di nastro per capire se reggono o se improvvisamente si staccano facendo riaffiorare i capezzoli. Osservo i movimenti naturali del seno liberi da costrizioni che sobbalzano o scuotono come la crema di un budino. Le gambe nervose sotto al tavolo si muovono in continuazione, la gonna si ritira e mette in mostra le cosce. Il marito l’abbraccia da dietro la schiena, cingendole con una mano il fianco appena sotto il seno. Che sia al corrente che non porta il reggiseno? Che sappia che le mammelle sono ricoperte di nastro adesivo? Forse con la mano sta massaggiando il seno, forse sta verificando che il nastro sia ancora aderente. Poi la mano si abbassa massaggiando tutta la schiena e arriva al gluteo, ma poi risale nuovamente fino al seno. In questo momento vorrei essere al posto del cibo nel piatto di zia per osservare da vicino.
La giornata giunge al termine tra vari festeggiamenti, saluti e abbracci. Tutti gli uomini presenti prima di abbandonare il locale vanno a salutare zia. Con sorriso civettuolo lei non si sottrae ad abbracci anche intensi e prolungati. Sembra distesa ed euforica, forse l’effetto anche di qualche bicchiere di troppo. Alla fine nel locale rimangono solo gli sposi che si spostano fuori nel parco per le ultime foto accompagnati dai parenti. Noi siamo ancora seduti al tavolo. Zio con papà escono a fumare una sigaretta, mentre zia prende il posto di papà tra me e mamma. Si stravacca sulla sedia allungando le gambe sotto al tavolo e appoggiando la testa allo schienale. Siamo solo noi tre nel salone oltre a camerieri che sparecchiano i tavoli. La gonna risale. Vedo perfettamente da vicino le cosce affusolate e le autoreggenti. Poi zia ritrae una gamba e l’accavalla sull’altra appoggiando la caviglia sul ginocchio. Si toglie una scarpa e si massaggia il piede. Cerco di tirare il collo per guardare in mezzo alle gambe aperte di zia lo slip bianco ma riesco solo a vedere l’interno coscia oltre il reggicalze, mentre zia inizia a parlare con mamma: “Sono stanchissima. Ho i piedi ormai indolenziti, ma il seno è la parte più distrutta. Il nastro ha tenuto alla perfezione, ma non vedo l’ora di toglierlo”. Mamma ride divertita e ribatte: “Togli il nastro e rimetti il reggiseno lasciandolo aperto”. Zia scuote la testa: “il reggi l’ho buttato, non sapevo dove tenerlo” Mamma scuote la testa: “Sei incorreggibile”. Zia si massaggia il seno da sopra il vestito. Passando con la mano stira il tessuto che mette in mostra i segni del nastro adesivo e mentre si guarda esclama:” Non resisto fino a casa con questo tortura sopra il seno. Secondo te ora che non c’è più nessuno posso togliere il nastro?” Mamma si guarda attorno: “Ci sono ancora tutti i camerieri”. Zia scuote le spalle:” Dei camerieri non mi importa, sono intenti a fare il loro lavoro e non si accorgeranno di niente” Mamma volge lo sguardo verso di me mentre io mi giro osservando verso altre zone del ristorante per dare l’impressione di essere disinteressato. Mamma riprende: “Poi naturalmente ci sono i nostri mariti e mio figlio”. Zia si gira verso di me sorridente: “Simone sei stato proprio gentile con me meriti un premio. Si alza, si avvicina. Mi abbraccia appoggiano un seno alla mia spalla e mi stampa un bacio sulla testa. Mentre continua a tenere appoggiato il seno alla spalla sussurra: ”Grazie” e poi rivolta a mia mamma le risponde: “Simone oggi ha dimostrato grande serietà e maturità. Mi pare proprio che la situazione oggi non l’abbia turbato e se tolgo il nastro oltre a lui sono sicuro che non turberò neanche i nostri mariti, abituati a vederci in déshabillé”. Mentre lo dice penso:” Se tu zia potessi vedere sotto il tavolo quanto svetta l’asta del mio pene. Ti riempirei volentieri la bocca con questa spada così capisci quanto riesci a turbarmi”.
Poi zia toglie l’abbraccio, abbandona le scarpe, e cammina attorno al tavolo facendo tutto il giro fino a raggiungere mamma. Si siede volgendo la schiena verso me, mamma e i camerieri. Slaccia il vestito dietro il collo, lo fa reggere a mamma mentre lei entra con entrambe le mani sotto il tessuto e inizia ad armeggiare sul seno . Con movimenti lenti toglie il nastro. Dalle smorfie della faccia pare sia un’operazione molto dolorosa credo a causa della sensibilità della pelle in quei punti. La prima striscia di nastro tolta viene appoggiata sul tavolo, poi la seconda, la terza ed infine la quarta prima su uno e poi sull’altro seno. A questo punto dopo un lungo sospiro mentre si massaggia dolcemente i seni zia esclama: “Mai più una tortura simile, piuttosto preferisco andare in giro nuda! Ho tutta la pelle irritata e dolorante. Dovrò mettere una crema sfiammante” Poi toglie le mani da sotto il vestito mentre mamma riabbottona. Ora i due capezzoli tornano a svettare nella completa indifferenza di zia ma non certo della mia. Ho il basso ventre ormai dolorante dall’eccitazione. Zia si mette a parlare con mamma e continua da sopra il vestito a massaggiare i fantastici seni, con le gambe abbondantemente aperte e i piedi bene in vista. Mamma è curiosa: “Ma dove hai lasciato il reggiseno?”. Mentre zia continua a massaggiare il seno racconta della difficoltà incontrata a sistemare in nastro nel bagno del ristorante, della presenza del signore che stava arrivando e conclude:” Insomma non sapevo cosa fare, così il reggiseno l’ho lanciato nel cestino”. Mamma ride divertita, poi si guarda attorno ed esclama: “Siamo rimasti gli ultimi, meglio andare. Però prima vado in bagno. Vuoi che ti riporti il reggiseno?”. Zia scuote la testa: ”Vengo anch’io in bagno, ma il reggiseno lo lascio nel cestino”. Le due sorelle stancamente si alzano. Zia si piega per rimettere le calze. I seni spinti dalla forza di gravita verso il basso sembrano dei missili puntati verso l’obiettivo pronti a partire, trattenuti a malapena dalla stoffa del vestito. Sono scossi dal movimento del corpo come dei pini dal vento. Osservo zia che mi passa davanti con le scarpe slacciate, il passo instabile. Ora i capezzoli si spostano lateralmente a destra e sinistra ritmicamente ad ogni passo come il pendolo dell’orologio. Sono estasiato. Ora ho il superbo culo che attira la mia attenzione: si muove sinuoso sostenuto dalle lunghe gambe che terminano con i piedi avvolti da scarpe con tacchi mostruosi che amplificano lo sculettamento. Sistemo l’asta nelle mutande e a distanza seguo zia. Dal corridoio sento la voce di mamma: “Cara sorella, mi stai raccontando una bugia, qui il tuo reggiseno nel cestino non c’è “. Sorrido e penso “Cara zia il tuo reggiseno lo conserverò io con cura!”
Mi catapulto all’esterno del locale in mezzo all’oscurità e da dietro i vetri e con le mani in tasca mi massaggio l’asta del pene, mentre per l’ultima volta osservo la zia che esce dal bagno e attraversa il salone per uscire con i meloni dondolanti e i capezzoloni appuntiti prima di essere avvolta dall’oscurità
Questo episodio rappresentò per me l’inizio della scoperta del mondo femminile e della masturbazione. Quei capezzoli durissimi sono rimasti impressi nella mia memoria a ancora oggi sogno di strizzarli e succhiarli.
Il reggiseno l’ho conservato gelosamente e più di una volta mosso dall’eccitazione l’ho recuperato dal nascondiglio e tenuto tra le mani come un trofeo. Più volte mentre lo tenevo tra le mie mani, ripensando a quella fantastica giornata mi sono abbandonato al piacere solitario ma facendo molta attenzione a non sciuparlo e ad imbrattarlo, anche se l’intenzione di riempirlo non l’ho mai abbandonata.
BUONE FESTE ANCHE A TE E ALLA ZIA :D
 

Uomo94

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Sono curioso di sapere chi ti sei scopato quando eri in vacanza con la zia. Nom ho capito se il racconto sia reale o meno ma scrivi davvero bene cerca di monetizzare questo talento
 
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pandagi

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Come annuciato un po' di tempo fa. Ecco un breve racconto sempre del viaggio con zia in cui la protagonista è:

Vittoria la rossa

Tornati in camera dopo una doccia, io sono molto silenzioso cosi è zia a prendere l’iniziativa: “Adiamo in paese a mangiare qualcosa!”. Io non ho proprio voglia, ma zia insiste: “Se vuoi la paghetta concordata devi esaudire ogni mio desiderio” La voglia manca ma il pensiero di poter almeno racimolare un po’ di soldi riesce a farmi alzare dal letto e partire.
Prima tappa un bar per i cocktail di inizio serata. Prendiamo posto presso il bancone del bar. Zia si siede sullo sgabello, io mi posiziono in piedi vicino a lei. Abbiamo tempo di parlare e zia è curiosa di sapere quali sono le caratteristiche della mia donna ideale. Descrivo la mia donna ideale con caratteristiche simili al corpo di zia che da molti giorni mi fa impazzire. Lei non è stupida e capisce, ma è altrettanto furba e cambia discorso proponendo un gioco: cominciamo scrutare le donne attorno a noi e cerchiamo qualcuna che rientri nei canoni di bellezza di mio gusto.
Mi guardo attorno. Noto seduta ad un tavolo una coppia. Lei ha una folta chioma rossa, due gambe molto slanciate e un seno proporzionato alle sue sinuose curve. Mi rivolgo a zia mostrandole una preda che ritengo interessante: "La rossa seduta potrebbe fare al caso mio!"
Zia osserva e annuisce: “Buona scelta peccato non sia sola!". I due sono seduti ad un divanetto e sembrano annoiati. Lui sembra avere qualche anno più della donna.
Ad un certo punto l’accompagnatore della rossa si alza e viene verso di noi e chiede il conto. Zia improvvisamente con un sorriso lo fissa e gli chiede: “Il locale è ancora vuoto e già te ne vai? Noi siamo appena arrivati e ci chiedevamo come mai non c’è nessuno? Abbiamo sbagliato serata? E’ meglio che cambiamo locale?”
Zia quasi non lascia neanche il tempo al signore di parlare, lo sommerge di parole e domande, facendo gli occhi dolci, ma lui senza perdere la calma con un gesto della mano quasi la incanta e con estrema calma risponde: “Noi torniamo all’hotel, ma tra un po’ il locale si riempirà non temete”. Lo dice mentre la signora dai capelli rossi sta arrivando verso di noi. Ha un portamento regale. I capelli lunghi sulle spalle fino a coprire parte del busto e i seni. Il vestito è lungo e si snoda lungo un corpo che sembra ben proporzionato. Appena si avvicina, molto educatamente mi porge la mano e si presenta. Ha gli occhi color azzurro cielo, le labbra pronunciate dipinte con uno smalto rosso fuoco, le guance ricoperte da lentiggini. Mentre zia continua a parlare con quello che scopriamo essere Giorgio ovvero il marito io inizio a parlare con lei, Vittoria. Sono in vacanza con i figli, ma questa sera in occasione del loro anniversario di matrimonio, li hanno lasciati con una baby-sitter per dedicarsi una serata solo per loro. Adesso dopo la cena un po’ stanchi stanno per ritornare all’albergo. La conversazione continua, il locale si riempie piano piano e sembra nascere un buon feeling sia tra me e la rossa, ma anche tra zia e Giorgio. Improvvisamente zia propone un brindisi per festeggiare l’anniversario di matrimonio di Vittoria e Giorgio. Dopo aver alzato i calici al cielo, come tra vecchi amici zia bacia Giorgio e io ho il piacere di baciare sulle guance Vittoria e soprattutto ho la possibilità di abbracciarla. Ottime le sensazioni di questo contatto: le guance sono morbide, la pelle profumata. Il corpo tonico, nonostante le gravidanze: Vittoria presenta qualche rotondità che la rende ancora più affascinante. Zia sembra stia facendo tutto il possibile per trattenere i due e lasciare a me la possibilità di conversare con Vittoria. Il locale ormai è stracolmo e cominciano a ridursi gli spazi tra le persone. Ci troviamo in piedi appoggiati al bancone. Le due donne sono appoggiate l’una all’altra con la schiena. Il mio corpo è sempre più vicino a quello di Vittoria. Lei scossa dal trambusto poggia il palmo della sua mano sulla mia spalla e poi lo ritrae. Io ho il gomito appoggiato sul bancone che ormai avvolge il suo fianco. Ora Vittoria appoggia in modo continuativo il palmo alla mia spalla per mantenere l’equilibrio, anzi, lentamente sposta la mano a saggiare la consistenza dei miei pettorali. Il suo sguardo magnetico sembra apprezzare. Mi rivela che lei e il marito avevano proprio bisogno di una serata senza figli per riassaporare le gioie della vita abbandonando per un momento la noia della quotidianità di coppia. Non capisco molto il significato di questo ultimo discorso, così Vittoria accarezzandomi il viso, mi dice: “Sei giovane, molto carino e questi discorsi forse li capirai tra qualche anno. Ricordati che la vita di copia qualche volta ha bisogno di essere ravvivata.” Dopo essersi girata per un momento a controllare il marito, mentre con la mano si sposta a saggiare la consistenza anche dei miei bicipiti, si avvicina con il viso e mi stampa un bacio, non molto lontano dalla bocca, probabilmente lasciando il segno del rossetto. Quindi sorridendo con la mano velocemente toglie il rossetto a lato della mia bocca, scusandosi dicendo: “Voleva solo essere un bacetto sulle guance, ma con questo confusione ho sbagliato bersaglio”. Ormai i nostri corpi sono a stretto contatto. Il mio braccio dal bancone piano piano è arrivato ad abbracciare con forza il fianco di Vittoria, la mia mano si appoggia alla sua schiena accarezzandola proprio in prossimità della fascia del reggiseno. Il mio bicipite ora è appoggiato al suo seno. Sorrido e ribatto:” Posso ricambiare il bacetto o tuo marito è geloso?”. Vittoria scuote le spalle e, mi invita a procedere con uno sguardo che denota gradimento per l’iniziativa. Nascosto dalla folta chioma rossa, la bacio proprio sull’estremità della bocca e mentre mi ritraggo aggiungo:” Scusami ma i tuoi bellissimi capelli offuscano la vista e anch’io temo di aver sbagliato obiettivo”. Vittoria ride, ma intanto appoggia con vigore il seno al mio bicipite. Mentre ormai i nostri corpi hanno infranto le distanze minime previste dal galateo, racconto a Vittoria della parentela con zia, del motivo del viaggio e del rammarico per come stanno trascorrendo queste vacanze all’insegna dell’astinenza da ogni forma di piacere. Vittoria sempre più avvinghiata a me ascolta le mie parole e sembra quasi si senta in colpa per non riuscire ad allietare i miei bisogni.
Ma ecco che zia rompe l’Idilio dicendo a Vittoria: “Che palle! Ho invitato tuo marito a ballare, ma non riesco a smuoverlo”. Vittoria balza in piedi e dice: “Veniamo anche noi a ballare. Spingi mio marito verso la pista” Zia esegue. Abbraccia Vittorio strusciandosi attorno al suo corpo e pizzicandolo e palpeggiandolo sul culo in qualche modo riesce a dirigerlo verso la pista. Vittoria mi prende per mano obbligandomi a seguirla dicendo: “Tua zia sa essere molto convincente, credo che mio marito apprezzi questi palpeggiamenti, magari riesce a risvegliare in lui un po’ di passione. Vedrò più tardi a casa se ci sarà riuscita”. C’è molta confusione, mi trovo dietro a Vittoria con le mani sui suoi fianchi, lei rallenta e prende le mie mani e le cinge sul ventre. Il mio bacino si trova a contatto con il culo di Vittoria. Appoggio l’asta del pene che immediatamente prende vigore e si adagia tra le sue natiche. La rossa si gira, ride, strizza l’occhio e mi dice: “Ho sempre apprezzato i giovani vigorosi ed intraprendenti, anche se raramente ho avuto occasione di averne uno vicino! Ma ora questa occasione non me la lascio sfuggire”. Tenendomi stretto a lei inizia una danza latina con grandi movimenti di culo. Io la seguo cercando di muovermi a tempo sfacciatamente appoggiato.
Arriviamo in pista e alla vista del marito e di zia siamo obbligati ad allentare la presa, anche se ci accorgiamo che Vittorio ammaliato dalle sensuali mosse e abbracci di zia sembra in estasi. Vittoria accortasi che il marito è distratto come una furia si scatena. Si gira e mi invita ad una danza di copia. Solleva un po’ la gonna sopra il ginocchio per agevolare i passi di danza. Con una mano mi avvinghia una chiappa e mi attira a sé; appoggia una gamba tra le mie. La mia asta appoggia tra la sua coscia e il suo fianco. Una delle mie gambe si appoggia al suo pube. Vittoria appena sente il contatto apre leggermente le gambe, inarca la schiena per appoggiare con forza il suo pube al mio quadricipite. Ora alza la sua mano dal mio sedere verso la schiena. Io avvolgo il braccio al suo fianco e scendo con la mano lungo la schiena fino ad arrivare a palpeggiare il suo sedere. In mezzo a tuta questa confusione in pochi si accorgono di questo abbraccio intimo. Il culo di Vittoria sembra più in carne di quello di zia: è più morbido ma pur sempre tonico. Lo massaggio, ne saggio la consistenza con attenzione, percepisco chiaramente il limite coperto dall’elastico degli slip che sembrano essere striminziti e molto vicini al solco tra le natiche, percorro l’intera superficie fino quasi a far scomparire la mia mano in basso verso il pube. Vittoria mi guarda con stupore sembra stia aspettando di conoscere il mio parere dopo questa, prolungata e inattesa perlustrazione. Per farle capire quanto approvi questa situazione a tempo di musica assesto un deciso colpo di bacino contro il corpo di Vittoria come a simulare una penetrazione. Vittoria sorride scuote la testa e dice “Voi giovani puntate subito al bersaglio grosso”, poi astrae la lingua, mi lecca le labbra e aggiunge: “Sarei molto felice di assecondare le tue voglie”. Vittoria si dimostra essere molto calorosa. Ma proprio in quel momento mentre assaporo il piacere provocato da questa donna voluttuosa, ecco comparire al nostro fianco altrettanto avvinghiati, zia con Giorgio. Giorgio allenta l’abbraccio e strattona la moglie che si allontana da me, mentre vengo abbracciato da zia che mi dice: “Non ho potuto fare altro. Giorgio ha voluto a tutti i costi tornare dalla moglie. I due coniugi parlano e gesticolano vigorosamente per un po’, quindi si avvicinano salutano e se ne vanno. Sono incredulo. Improvvisamente Vittoria ritorna si intromette tra me e zia e mi abbraccia. Mi sussurra nell’orecchio:” Scusami, ma devo abbandonarti. Avrei voluto poter continuare per conoscerti meglio”. Intanto con una mano scende fino ad accarezzare il mio pube e stringere tra le sue mani l’asta del pene, mentre infila la sua lingua nella mia bocca per un ultimo saluto. Poi scappa ringraziando, sicura che questa sera passerà momenti indimenticabili con il marito … grazie a me e alla zia.
Ancora una volta una serata si spegne senza successo. Cerco sostegno e piacere nel contatto con il corpo di zia che però intuisce quanto io sia eccitato e pericoloso, così blocca, mi in malo modo mi allontana. Torniamo in hotel. Ho voglia di stare solo e vado da solo nella sala proiezioni a guardare un film.
 

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Come annuciato un po' di tempo fa. Ecco un breve racconto sempre del viaggio con zia in cui la protagonista è:

Vittoria la rossa

Tornati in camera dopo una doccia, io sono molto silenzioso cosi è zia a prendere l’iniziativa: “Adiamo in paese a mangiare qualcosa!”. Io non ho proprio voglia, ma zia insiste: “Se vuoi la paghetta concordata devi esaudire ogni mio desiderio” La voglia manca ma il pensiero di poter almeno racimolare un po’ di soldi riesce a farmi alzare dal letto e partire.
Prima tappa un bar per i cocktail di inizio serata. Prendiamo posto presso il bancone del bar. Zia si siede sullo sgabello, io mi posiziono in piedi vicino a lei. Abbiamo tempo di parlare e zia è curiosa di sapere quali sono le caratteristiche della mia donna ideale. Descrivo la mia donna ideale con caratteristiche simili al corpo di zia che da molti giorni mi fa impazzire. Lei non è stupida e capisce, ma è altrettanto furba e cambia discorso proponendo un gioco: cominciamo scrutare le donne attorno a noi e cerchiamo qualcuna che rientri nei canoni di bellezza di mio gusto.
Mi guardo attorno. Noto seduta ad un tavolo una coppia. Lei ha una folta chioma rossa, due gambe molto slanciate e un seno proporzionato alle sue sinuose curve. Mi rivolgo a zia mostrandole una preda che ritengo interessante: "La rossa seduta potrebbe fare al caso mio!"
Zia osserva e annuisce: “Buona scelta peccato non sia sola!". I due sono seduti ad un divanetto e sembrano annoiati. Lui sembra avere qualche anno più della donna.
Ad un certo punto l’accompagnatore della rossa si alza e viene verso di noi e chiede il conto. Zia improvvisamente con un sorriso lo fissa e gli chiede: “Il locale è ancora vuoto e già te ne vai? Noi siamo appena arrivati e ci chiedevamo come mai non c’è nessuno? Abbiamo sbagliato serata? E’ meglio che cambiamo locale?”
Zia quasi non lascia neanche il tempo al signore di parlare, lo sommerge di parole e domande, facendo gli occhi dolci, ma lui senza perdere la calma con un gesto della mano quasi la incanta e con estrema calma risponde: “Noi torniamo all’hotel, ma tra un po’ il locale si riempirà non temete”. Lo dice mentre la signora dai capelli rossi sta arrivando verso di noi. Ha un portamento regale. I capelli lunghi sulle spalle fino a coprire parte del busto e i seni. Il vestito è lungo e si snoda lungo un corpo che sembra ben proporzionato. Appena si avvicina, molto educatamente mi porge la mano e si presenta. Ha gli occhi color azzurro cielo, le labbra pronunciate dipinte con uno smalto rosso fuoco, le guance ricoperte da lentiggini. Mentre zia continua a parlare con quello che scopriamo essere Giorgio ovvero il marito io inizio a parlare con lei, Vittoria. Sono in vacanza con i figli, ma questa sera in occasione del loro anniversario di matrimonio, li hanno lasciati con una baby-sitter per dedicarsi una serata solo per loro. Adesso dopo la cena un po’ stanchi stanno per ritornare all’albergo. La conversazione continua, il locale si riempie piano piano e sembra nascere un buon feeling sia tra me e la rossa, ma anche tra zia e Giorgio. Improvvisamente zia propone un brindisi per festeggiare l’anniversario di matrimonio di Vittoria e Giorgio. Dopo aver alzato i calici al cielo, come tra vecchi amici zia bacia Giorgio e io ho il piacere di baciare sulle guance Vittoria e soprattutto ho la possibilità di abbracciarla. Ottime le sensazioni di questo contatto: le guance sono morbide, la pelle profumata. Il corpo tonico, nonostante le gravidanze: Vittoria presenta qualche rotondità che la rende ancora più affascinante. Zia sembra stia facendo tutto il possibile per trattenere i due e lasciare a me la possibilità di conversare con Vittoria. Il locale ormai è stracolmo e cominciano a ridursi gli spazi tra le persone. Ci troviamo in piedi appoggiati al bancone. Le due donne sono appoggiate l’una all’altra con la schiena. Il mio corpo è sempre più vicino a quello di Vittoria. Lei scossa dal trambusto poggia il palmo della sua mano sulla mia spalla e poi lo ritrae. Io ho il gomito appoggiato sul bancone che ormai avvolge il suo fianco. Ora Vittoria appoggia in modo continuativo il palmo alla mia spalla per mantenere l’equilibrio, anzi, lentamente sposta la mano a saggiare la consistenza dei miei pettorali. Il suo sguardo magnetico sembra apprezzare. Mi rivela che lei e il marito avevano proprio bisogno di una serata senza figli per riassaporare le gioie della vita abbandonando per un momento la noia della quotidianità di coppia. Non capisco molto il significato di questo ultimo discorso, così Vittoria accarezzandomi il viso, mi dice: “Sei giovane, molto carino e questi discorsi forse li capirai tra qualche anno. Ricordati che la vita di copia qualche volta ha bisogno di essere ravvivata.” Dopo essersi girata per un momento a controllare il marito, mentre con la mano si sposta a saggiare la consistenza anche dei miei bicipiti, si avvicina con il viso e mi stampa un bacio, non molto lontano dalla bocca, probabilmente lasciando il segno del rossetto. Quindi sorridendo con la mano velocemente toglie il rossetto a lato della mia bocca, scusandosi dicendo: “Voleva solo essere un bacetto sulle guance, ma con questo confusione ho sbagliato bersaglio”. Ormai i nostri corpi sono a stretto contatto. Il mio braccio dal bancone piano piano è arrivato ad abbracciare con forza il fianco di Vittoria, la mia mano si appoggia alla sua schiena accarezzandola proprio in prossimità della fascia del reggiseno. Il mio bicipite ora è appoggiato al suo seno. Sorrido e ribatto:” Posso ricambiare il bacetto o tuo marito è geloso?”. Vittoria scuote le spalle e, mi invita a procedere con uno sguardo che denota gradimento per l’iniziativa. Nascosto dalla folta chioma rossa, la bacio proprio sull’estremità della bocca e mentre mi ritraggo aggiungo:” Scusami ma i tuoi bellissimi capelli offuscano la vista e anch’io temo di aver sbagliato obiettivo”. Vittoria ride, ma intanto appoggia con vigore il seno al mio bicipite. Mentre ormai i nostri corpi hanno infranto le distanze minime previste dal galateo, racconto a Vittoria della parentela con zia, del motivo del viaggio e del rammarico per come stanno trascorrendo queste vacanze all’insegna dell’astinenza da ogni forma di piacere. Vittoria sempre più avvinghiata a me ascolta le mie parole e sembra quasi si senta in colpa per non riuscire ad allietare i miei bisogni.
Ma ecco che zia rompe l’Idilio dicendo a Vittoria: “Che palle! Ho invitato tuo marito a ballare, ma non riesco a smuoverlo”. Vittoria balza in piedi e dice: “Veniamo anche noi a ballare. Spingi mio marito verso la pista” Zia esegue. Abbraccia Vittorio strusciandosi attorno al suo corpo e pizzicandolo e palpeggiandolo sul culo in qualche modo riesce a dirigerlo verso la pista. Vittoria mi prende per mano obbligandomi a seguirla dicendo: “Tua zia sa essere molto convincente, credo che mio marito apprezzi questi palpeggiamenti, magari riesce a risvegliare in lui un po’ di passione. Vedrò più tardi a casa se ci sarà riuscita”. C’è molta confusione, mi trovo dietro a Vittoria con le mani sui suoi fianchi, lei rallenta e prende le mie mani e le cinge sul ventre. Il mio bacino si trova a contatto con il culo di Vittoria. Appoggio l’asta del pene che immediatamente prende vigore e si adagia tra le sue natiche. La rossa si gira, ride, strizza l’occhio e mi dice: “Ho sempre apprezzato i giovani vigorosi ed intraprendenti, anche se raramente ho avuto occasione di averne uno vicino! Ma ora questa occasione non me la lascio sfuggire”. Tenendomi stretto a lei inizia una danza latina con grandi movimenti di culo. Io la seguo cercando di muovermi a tempo sfacciatamente appoggiato.
Arriviamo in pista e alla vista del marito e di zia siamo obbligati ad allentare la presa, anche se ci accorgiamo che Vittorio ammaliato dalle sensuali mosse e abbracci di zia sembra in estasi. Vittoria accortasi che il marito è distratto come una furia si scatena. Si gira e mi invita ad una danza di copia. Solleva un po’ la gonna sopra il ginocchio per agevolare i passi di danza. Con una mano mi avvinghia una chiappa e mi attira a sé; appoggia una gamba tra le mie. La mia asta appoggia tra la sua coscia e il suo fianco. Una delle mie gambe si appoggia al suo pube. Vittoria appena sente il contatto apre leggermente le gambe, inarca la schiena per appoggiare con forza il suo pube al mio quadricipite. Ora alza la sua mano dal mio sedere verso la schiena. Io avvolgo il braccio al suo fianco e scendo con la mano lungo la schiena fino ad arrivare a palpeggiare il suo sedere. In mezzo a tuta questa confusione in pochi si accorgono di questo abbraccio intimo. Il culo di Vittoria sembra più in carne di quello di zia: è più morbido ma pur sempre tonico. Lo massaggio, ne saggio la consistenza con attenzione, percepisco chiaramente il limite coperto dall’elastico degli slip che sembrano essere striminziti e molto vicini al solco tra le natiche, percorro l’intera superficie fino quasi a far scomparire la mia mano in basso verso il pube. Vittoria mi guarda con stupore sembra stia aspettando di conoscere il mio parere dopo questa, prolungata e inattesa perlustrazione. Per farle capire quanto approvi questa situazione a tempo di musica assesto un deciso colpo di bacino contro il corpo di Vittoria come a simulare una penetrazione. Vittoria sorride scuote la testa e dice “Voi giovani puntate subito al bersaglio grosso”, poi astrae la lingua, mi lecca le labbra e aggiunge: “Sarei molto felice di assecondare le tue voglie”. Vittoria si dimostra essere molto calorosa. Ma proprio in quel momento mentre assaporo il piacere provocato da questa donna voluttuosa, ecco comparire al nostro fianco altrettanto avvinghiati, zia con Giorgio. Giorgio allenta l’abbraccio e strattona la moglie che si allontana da me, mentre vengo abbracciato da zia che mi dice: “Non ho potuto fare altro. Giorgio ha voluto a tutti i costi tornare dalla moglie. I due coniugi parlano e gesticolano vigorosamente per un po’, quindi si avvicinano salutano e se ne vanno. Sono incredulo. Improvvisamente Vittoria ritorna si intromette tra me e zia e mi abbraccia. Mi sussurra nell’orecchio:” Scusami, ma devo abbandonarti. Avrei voluto poter continuare per conoscerti meglio”. Intanto con una mano scende fino ad accarezzare il mio pube e stringere tra le sue mani l’asta del pene, mentre infila la sua lingua nella mia bocca per un ultimo saluto. Poi scappa ringraziando, sicura che questa sera passerà momenti indimenticabili con il marito … grazie a me e alla zia.
Ancora una volta una serata si spegne senza successo. Cerco sostegno e piacere nel contatto con il corpo di zia che però intuisce quanto io sia eccitato e pericoloso, così blocca, mi in malo modo mi allontana. Torniamo in hotel. Ho voglia di stare solo e vado da solo nella sala proiezioni a guardare un film.
Sempre eccitantissimo con ogniparticolare spiegato minuziosamente!grande!
 
C

capocchion

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succede all'inzio dell'estate

- - - Aggiornato - - -

Secondo giorno - Mattino

Mi sveglio in tarda mattinata. Zia è già uscita. Come spesso capita al mattino ho una erezione che spinge negli slip. Non ho fretta, e non ho impegni. Giro per la stanza piena di valigie della zia. Il mio sguardo cade sul cuscino del letto della zia. C'è la maglietta bianca che ha usato per la notte. La prendo e l'avvicino al naso. Ha un dolce profumo fresco e fruttato che rende l'erezione ancora più evidente. Risistemo l'indumento e libero il pene dalle costrizioni dei vestiti lasciandolo libero di svettare e inizio un lento massaggio che decido di concludere sotto la doccia fantasticando sul corpo della zia sperando di poterlo osservare con attenzione in questa vacanza.

Scendo e passo a salutare zia che individuo subito sulla spiaggia che prendere il sole circondata dagli altri ospiti anziani dell'albergo. E' sdraiata a pancia sotto e sta leggendo un libro. Ha un costume due pezzi molto colorato. Gli slip sembrano essere volutamente raccolti nel solco del sedere per nascondere il meno possibile probabilmente per agevolare l'abbronzatura e i glutei scultorei brillano cosparsi di crema come tutto il corpo. Il top del costume è slacciato per evitare di lasciare segni antiestetici sulla schiena, e i seni sono nascosti schiacciati tra il corpo e lo sdraio.

"Ciao Zia, mi sono appena alzato. tutto bene"
"Ciao Simone, tutto bene. Come vedi approfitto per abbronzarmi e leggere. Se vuoi ho una scorta di libri che posso prestarti."
"Ti ringrazio, ma preferisco passeggiare. Ci vediamo piĂą tardi". La saluto anche se mi verrebbe la voglia di rimanere li a osservare il suo corpo in ogni dettaglio e ogni suo movimento nella speranza di poter vedere meglio il seno che sembra meraviglioso.

Nella hall dell'hotel e vedo che mettono a disposizione dei clienti gli scooter. Ho trovato come trascorrere le giornate divertendomi alla scoperta dell'isola. Passo qualche ora a sfrecciare sulle strade deserte dell'isola rientrando per ora del pranzo. Trovo zia seduta al tavolo e mi siedo con lei. Sembra meno strafottente più serena. Forse si sta rilassando. Riusciamo anche a scherzare sulla vacanza forzata. Ha un vestito copricostume bianco molto corto, lavorato ad uncinetto tutto traforato e con una profonda scolatura davanti che arriva fino all'ombelico, tenuta bloccata da un cordoncino anch'esso bianco che si intreccia sul petto come i laccio nelle scarpe. E' senza reggiseno. Lo noto subito osservando i capezzoli che spingono contro il sottile tessuto. Cerco di non fissarla ma controllo con attenzione ogni suo minimo movimento nella speranza di riuscire a scorgere tra la scollatura sempre qualche millimetro in più della coppa del seno magari fino al capezzolo. Ho una erezione che non riesco a controllare e che senza farmi notare sistemo con la mano nascosta alla vista della zia dal tavolo. Appena finito il caffè per non far notare l'erezione fingo di ricevere una telefonata, saluto e velocemente mi alzo di scatto voltando la schiena, ma temo di non essere riuscito a nasconderla.
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sormarco

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Come annuciato un po' di tempo fa. Ecco un breve racconto sempre del viaggio con zia in cui la protagonista è:

Vittoria la rossa

Tornati in camera dopo una doccia, io sono molto silenzioso cosi è zia a prendere l’iniziativa: “Adiamo in paese a mangiare qualcosa!”. Io non ho proprio voglia, ma zia insiste: “Se vuoi la paghetta concordata devi esaudire ogni mio desiderio” La voglia manca ma il pensiero di poter almeno racimolare un po’ di soldi riesce a farmi alzare dal letto e partire.
Prima tappa un bar per i cocktail di inizio serata. Prendiamo posto presso il bancone del bar. Zia si siede sullo sgabello, io mi posiziono in piedi vicino a lei. Abbiamo tempo di parlare e zia è curiosa di sapere quali sono le caratteristiche della mia donna ideale. Descrivo la mia donna ideale con caratteristiche simili al corpo di zia che da molti giorni mi fa impazzire. Lei non è stupida e capisce, ma è altrettanto furba e cambia discorso proponendo un gioco: cominciamo scrutare le donne attorno a noi e cerchiamo qualcuna che rientri nei canoni di bellezza di mio gusto.
Mi guardo attorno. Noto seduta ad un tavolo una coppia. Lei ha una folta chioma rossa, due gambe molto slanciate e un seno proporzionato alle sue sinuose curve. Mi rivolgo a zia mostrandole una preda che ritengo interessante: "La rossa seduta potrebbe fare al caso mio!"
Zia osserva e annuisce: “Buona scelta peccato non sia sola!". I due sono seduti ad un divanetto e sembrano annoiati. Lui sembra avere qualche anno più della donna.
Ad un certo punto l’accompagnatore della rossa si alza e viene verso di noi e chiede il conto. Zia improvvisamente con un sorriso lo fissa e gli chiede: “Il locale è ancora vuoto e già te ne vai? Noi siamo appena arrivati e ci chiedevamo come mai non c’è nessuno? Abbiamo sbagliato serata? E’ meglio che cambiamo locale?”
Zia quasi non lascia neanche il tempo al signore di parlare, lo sommerge di parole e domande, facendo gli occhi dolci, ma lui senza perdere la calma con un gesto della mano quasi la incanta e con estrema calma risponde: “Noi torniamo all’hotel, ma tra un po’ il locale si riempirà non temete”. Lo dice mentre la signora dai capelli rossi sta arrivando verso di noi. Ha un portamento regale. I capelli lunghi sulle spalle fino a coprire parte del busto e i seni. Il vestito è lungo e si snoda lungo un corpo che sembra ben proporzionato. Appena si avvicina, molto educatamente mi porge la mano e si presenta. Ha gli occhi color azzurro cielo, le labbra pronunciate dipinte con uno smalto rosso fuoco, le guance ricoperte da lentiggini. Mentre zia continua a parlare con quello che scopriamo essere Giorgio ovvero il marito io inizio a parlare con lei, Vittoria. Sono in vacanza con i figli, ma questa sera in occasione del loro anniversario di matrimonio, li hanno lasciati con una baby-sitter per dedicarsi una serata solo per loro. Adesso dopo la cena un po’ stanchi stanno per ritornare all’albergo. La conversazione continua, il locale si riempie piano piano e sembra nascere un buon feeling sia tra me e la rossa, ma anche tra zia e Giorgio. Improvvisamente zia propone un brindisi per festeggiare l’anniversario di matrimonio di Vittoria e Giorgio. Dopo aver alzato i calici al cielo, come tra vecchi amici zia bacia Giorgio e io ho il piacere di baciare sulle guance Vittoria e soprattutto ho la possibilità di abbracciarla. Ottime le sensazioni di questo contatto: le guance sono morbide, la pelle profumata. Il corpo tonico, nonostante le gravidanze: Vittoria presenta qualche rotondità che la rende ancora più affascinante. Zia sembra stia facendo tutto il possibile per trattenere i due e lasciare a me la possibilità di conversare con Vittoria. Il locale ormai è stracolmo e cominciano a ridursi gli spazi tra le persone. Ci troviamo in piedi appoggiati al bancone. Le due donne sono appoggiate l’una all’altra con la schiena. Il mio corpo è sempre più vicino a quello di Vittoria. Lei scossa dal trambusto poggia il palmo della sua mano sulla mia spalla e poi lo ritrae. Io ho il gomito appoggiato sul bancone che ormai avvolge il suo fianco. Ora Vittoria appoggia in modo continuativo il palmo alla mia spalla per mantenere l’equilibrio, anzi, lentamente sposta la mano a saggiare la consistenza dei miei pettorali. Il suo sguardo magnetico sembra apprezzare. Mi rivela che lei e il marito avevano proprio bisogno di una serata senza figli per riassaporare le gioie della vita abbandonando per un momento la noia della quotidianità di coppia. Non capisco molto il significato di questo ultimo discorso, così Vittoria accarezzandomi il viso, mi dice: “Sei giovane, molto carino e questi discorsi forse li capirai tra qualche anno. Ricordati che la vita di copia qualche volta ha bisogno di essere ravvivata.” Dopo essersi girata per un momento a controllare il marito, mentre con la mano si sposta a saggiare la consistenza anche dei miei bicipiti, si avvicina con il viso e mi stampa un bacio, non molto lontano dalla bocca, probabilmente lasciando il segno del rossetto. Quindi sorridendo con la mano velocemente toglie il rossetto a lato della mia bocca, scusandosi dicendo: “Voleva solo essere un bacetto sulle guance, ma con questo confusione ho sbagliato bersaglio”. Ormai i nostri corpi sono a stretto contatto. Il mio braccio dal bancone piano piano è arrivato ad abbracciare con forza il fianco di Vittoria, la mia mano si appoggia alla sua schiena accarezzandola proprio in prossimità della fascia del reggiseno. Il mio bicipite ora è appoggiato al suo seno. Sorrido e ribatto:” Posso ricambiare il bacetto o tuo marito è geloso?”. Vittoria scuote le spalle e, mi invita a procedere con uno sguardo che denota gradimento per l’iniziativa. Nascosto dalla folta chioma rossa, la bacio proprio sull’estremità della bocca e mentre mi ritraggo aggiungo:” Scusami ma i tuoi bellissimi capelli offuscano la vista e anch’io temo di aver sbagliato obiettivo”. Vittoria ride, ma intanto appoggia con vigore il seno al mio bicipite. Mentre ormai i nostri corpi hanno infranto le distanze minime previste dal galateo, racconto a Vittoria della parentela con zia, del motivo del viaggio e del rammarico per come stanno trascorrendo queste vacanze all’insegna dell’astinenza da ogni forma di piacere. Vittoria sempre più avvinghiata a me ascolta le mie parole e sembra quasi si senta in colpa per non riuscire ad allietare i miei bisogni.
Ma ecco che zia rompe l’Idilio dicendo a Vittoria: “Che palle! Ho invitato tuo marito a ballare, ma non riesco a smuoverlo”. Vittoria balza in piedi e dice: “Veniamo anche noi a ballare. Spingi mio marito verso la pista” Zia esegue. Abbraccia Vittorio strusciandosi attorno al suo corpo e pizzicandolo e palpeggiandolo sul culo in qualche modo riesce a dirigerlo verso la pista. Vittoria mi prende per mano obbligandomi a seguirla dicendo: “Tua zia sa essere molto convincente, credo che mio marito apprezzi questi palpeggiamenti, magari riesce a risvegliare in lui un po’ di passione. Vedrò più tardi a casa se ci sarà riuscita”. C’è molta confusione, mi trovo dietro a Vittoria con le mani sui suoi fianchi, lei rallenta e prende le mie mani e le cinge sul ventre. Il mio bacino si trova a contatto con il culo di Vittoria. Appoggio l’asta del pene che immediatamente prende vigore e si adagia tra le sue natiche. La rossa si gira, ride, strizza l’occhio e mi dice: “Ho sempre apprezzato i giovani vigorosi ed intraprendenti, anche se raramente ho avuto occasione di averne uno vicino! Ma ora questa occasione non me la lascio sfuggire”. Tenendomi stretto a lei inizia una danza latina con grandi movimenti di culo. Io la seguo cercando di muovermi a tempo sfacciatamente appoggiato.
Arriviamo in pista e alla vista del marito e di zia siamo obbligati ad allentare la presa, anche se ci accorgiamo che Vittorio ammaliato dalle sensuali mosse e abbracci di zia sembra in estasi. Vittoria accortasi che il marito è distratto come una furia si scatena. Si gira e mi invita ad una danza di copia. Solleva un po’ la gonna sopra il ginocchio per agevolare i passi di danza. Con una mano mi avvinghia una chiappa e mi attira a sé; appoggia una gamba tra le mie. La mia asta appoggia tra la sua coscia e il suo fianco. Una delle mie gambe si appoggia al suo pube. Vittoria appena sente il contatto apre leggermente le gambe, inarca la schiena per appoggiare con forza il suo pube al mio quadricipite. Ora alza la sua mano dal mio sedere verso la schiena. Io avvolgo il braccio al suo fianco e scendo con la mano lungo la schiena fino ad arrivare a palpeggiare il suo sedere. In mezzo a tuta questa confusione in pochi si accorgono di questo abbraccio intimo. Il culo di Vittoria sembra più in carne di quello di zia: è più morbido ma pur sempre tonico. Lo massaggio, ne saggio la consistenza con attenzione, percepisco chiaramente il limite coperto dall’elastico degli slip che sembrano essere striminziti e molto vicini al solco tra le natiche, percorro l’intera superficie fino quasi a far scomparire la mia mano in basso verso il pube. Vittoria mi guarda con stupore sembra stia aspettando di conoscere il mio parere dopo questa, prolungata e inattesa perlustrazione. Per farle capire quanto approvi questa situazione a tempo di musica assesto un deciso colpo di bacino contro il corpo di Vittoria come a simulare una penetrazione. Vittoria sorride scuote la testa e dice “Voi giovani puntate subito al bersaglio grosso”, poi astrae la lingua, mi lecca le labbra e aggiunge: “Sarei molto felice di assecondare le tue voglie”. Vittoria si dimostra essere molto calorosa. Ma proprio in quel momento mentre assaporo il piacere provocato da questa donna voluttuosa, ecco comparire al nostro fianco altrettanto avvinghiati, zia con Giorgio. Giorgio allenta l’abbraccio e strattona la moglie che si allontana da me, mentre vengo abbracciato da zia che mi dice: “Non ho potuto fare altro. Giorgio ha voluto a tutti i costi tornare dalla moglie. I due coniugi parlano e gesticolano vigorosamente per un po’, quindi si avvicinano salutano e se ne vanno. Sono incredulo. Improvvisamente Vittoria ritorna si intromette tra me e zia e mi abbraccia. Mi sussurra nell’orecchio:” Scusami, ma devo abbandonarti. Avrei voluto poter continuare per conoscerti meglio”. Intanto con una mano scende fino ad accarezzare il mio pube e stringere tra le sue mani l’asta del pene, mentre infila la sua lingua nella mia bocca per un ultimo saluto. Poi scappa ringraziando, sicura che questa sera passerà momenti indimenticabili con il marito … grazie a me e alla zia.
Ancora una volta una serata si spegne senza successo. Cerco sostegno e piacere nel contatto con il corpo di zia che però intuisce quanto io sia eccitato e pericoloso, così blocca, mi in malo modo mi allontana. Torniamo in hotel. Ho voglia di stare solo e vado da solo nella sala proiezioni a guardare un film.
Altro che vacanza questa è una tortura obbligata.
 
D

dingo00

Guest
Come annuciato un po' di tempo fa. Ecco un breve racconto sempre del viaggio con zia in cui la protagonista è:

Vittoria la rossa

Tornati in camera dopo una doccia, io sono molto silenzioso cosi è zia a prendere l’iniziativa: “Adiamo in paese a mangiare qualcosa!”. Io non ho proprio voglia, ma zia insiste: “Se vuoi la paghetta concordata devi esaudire ogni mio desiderio” La voglia manca ma il pensiero di poter almeno racimolare un po’ di soldi riesce a farmi alzare dal letto e partire.
Prima tappa un bar per i cocktail di inizio serata. Prendiamo posto presso il bancone del bar. Zia si siede sullo sgabello, io mi posiziono in piedi vicino a lei. Abbiamo tempo di parlare e zia è curiosa di sapere quali sono le caratteristiche della mia donna ideale. Descrivo la mia donna ideale con caratteristiche simili al corpo di zia che da molti giorni mi fa impazzire. Lei non è stupida e capisce, ma è altrettanto furba e cambia discorso proponendo un gioco: cominciamo scrutare le donne attorno a noi e cerchiamo qualcuna che rientri nei canoni di bellezza di mio gusto.
Mi guardo attorno. Noto seduta ad un tavolo una coppia. Lei ha una folta chioma rossa, due gambe molto slanciate e un seno proporzionato alle sue sinuose curve. Mi rivolgo a zia mostrandole una preda che ritengo interessante: "La rossa seduta potrebbe fare al caso mio!"
Zia osserva e annuisce: “Buona scelta peccato non sia sola!". I due sono seduti ad un divanetto e sembrano annoiati. Lui sembra avere qualche anno più della donna.
Ad un certo punto l’accompagnatore della rossa si alza e viene verso di noi e chiede il conto. Zia improvvisamente con un sorriso lo fissa e gli chiede: “Il locale è ancora vuoto e già te ne vai? Noi siamo appena arrivati e ci chiedevamo come mai non c’è nessuno? Abbiamo sbagliato serata? E’ meglio che cambiamo locale?”
Zia quasi non lascia neanche il tempo al signore di parlare, lo sommerge di parole e domande, facendo gli occhi dolci, ma lui senza perdere la calma con un gesto della mano quasi la incanta e con estrema calma risponde: “Noi torniamo all’hotel, ma tra un po’ il locale si riempirà non temete”. Lo dice mentre la signora dai capelli rossi sta arrivando verso di noi. Ha un portamento regale. I capelli lunghi sulle spalle fino a coprire parte del busto e i seni. Il vestito è lungo e si snoda lungo un corpo che sembra ben proporzionato. Appena si avvicina, molto educatamente mi porge la mano e si presenta. Ha gli occhi color azzurro cielo, le labbra pronunciate dipinte con uno smalto rosso fuoco, le guance ricoperte da lentiggini. Mentre zia continua a parlare con quello che scopriamo essere Giorgio ovvero il marito io inizio a parlare con lei, Vittoria. Sono in vacanza con i figli, ma questa sera in occasione del loro anniversario di matrimonio, li hanno lasciati con una baby-sitter per dedicarsi una serata solo per loro. Adesso dopo la cena un po’ stanchi stanno per ritornare all’albergo. La conversazione continua, il locale si riempie piano piano e sembra nascere un buon feeling sia tra me e la rossa, ma anche tra zia e Giorgio. Improvvisamente zia propone un brindisi per festeggiare l’anniversario di matrimonio di Vittoria e Giorgio. Dopo aver alzato i calici al cielo, come tra vecchi amici zia bacia Giorgio e io ho il piacere di baciare sulle guance Vittoria e soprattutto ho la possibilità di abbracciarla. Ottime le sensazioni di questo contatto: le guance sono morbide, la pelle profumata. Il corpo tonico, nonostante le gravidanze: Vittoria presenta qualche rotondità che la rende ancora più affascinante. Zia sembra stia facendo tutto il possibile per trattenere i due e lasciare a me la possibilità di conversare con Vittoria. Il locale ormai è stracolmo e cominciano a ridursi gli spazi tra le persone. Ci troviamo in piedi appoggiati al bancone. Le due donne sono appoggiate l’una all’altra con la schiena. Il mio corpo è sempre più vicino a quello di Vittoria. Lei scossa dal trambusto poggia il palmo della sua mano sulla mia spalla e poi lo ritrae. Io ho il gomito appoggiato sul bancone che ormai avvolge il suo fianco. Ora Vittoria appoggia in modo continuativo il palmo alla mia spalla per mantenere l’equilibrio, anzi, lentamente sposta la mano a saggiare la consistenza dei miei pettorali. Il suo sguardo magnetico sembra apprezzare. Mi rivela che lei e il marito avevano proprio bisogno di una serata senza figli per riassaporare le gioie della vita abbandonando per un momento la noia della quotidianità di coppia. Non capisco molto il significato di questo ultimo discorso, così Vittoria accarezzandomi il viso, mi dice: “Sei giovane, molto carino e questi discorsi forse li capirai tra qualche anno. Ricordati che la vita di copia qualche volta ha bisogno di essere ravvivata.” Dopo essersi girata per un momento a controllare il marito, mentre con la mano si sposta a saggiare la consistenza anche dei miei bicipiti, si avvicina con il viso e mi stampa un bacio, non molto lontano dalla bocca, probabilmente lasciando il segno del rossetto. Quindi sorridendo con la mano velocemente toglie il rossetto a lato della mia bocca, scusandosi dicendo: “Voleva solo essere un bacetto sulle guance, ma con questo confusione ho sbagliato bersaglio”. Ormai i nostri corpi sono a stretto contatto. Il mio braccio dal bancone piano piano è arrivato ad abbracciare con forza il fianco di Vittoria, la mia mano si appoggia alla sua schiena accarezzandola proprio in prossimità della fascia del reggiseno. Il mio bicipite ora è appoggiato al suo seno. Sorrido e ribatto:” Posso ricambiare il bacetto o tuo marito è geloso?”. Vittoria scuote le spalle e, mi invita a procedere con uno sguardo che denota gradimento per l’iniziativa. Nascosto dalla folta chioma rossa, la bacio proprio sull’estremità della bocca e mentre mi ritraggo aggiungo:” Scusami ma i tuoi bellissimi capelli offuscano la vista e anch’io temo di aver sbagliato obiettivo”. Vittoria ride, ma intanto appoggia con vigore il seno al mio bicipite. Mentre ormai i nostri corpi hanno infranto le distanze minime previste dal galateo, racconto a Vittoria della parentela con zia, del motivo del viaggio e del rammarico per come stanno trascorrendo queste vacanze all’insegna dell’astinenza da ogni forma di piacere. Vittoria sempre più avvinghiata a me ascolta le mie parole e sembra quasi si senta in colpa per non riuscire ad allietare i miei bisogni.
Ma ecco che zia rompe l’Idilio dicendo a Vittoria: “Che palle! Ho invitato tuo marito a ballare, ma non riesco a smuoverlo”. Vittoria balza in piedi e dice: “Veniamo anche noi a ballare. Spingi mio marito verso la pista” Zia esegue. Abbraccia Vittorio strusciandosi attorno al suo corpo e pizzicandolo e palpeggiandolo sul culo in qualche modo riesce a dirigerlo verso la pista. Vittoria mi prende per mano obbligandomi a seguirla dicendo: “Tua zia sa essere molto convincente, credo che mio marito apprezzi questi palpeggiamenti, magari riesce a risvegliare in lui un po’ di passione. Vedrò più tardi a casa se ci sarà riuscita”. C’è molta confusione, mi trovo dietro a Vittoria con le mani sui suoi fianchi, lei rallenta e prende le mie mani e le cinge sul ventre. Il mio bacino si trova a contatto con il culo di Vittoria. Appoggio l’asta del pene che immediatamente prende vigore e si adagia tra le sue natiche. La rossa si gira, ride, strizza l’occhio e mi dice: “Ho sempre apprezzato i giovani vigorosi ed intraprendenti, anche se raramente ho avuto occasione di averne uno vicino! Ma ora questa occasione non me la lascio sfuggire”. Tenendomi stretto a lei inizia una danza latina con grandi movimenti di culo. Io la seguo cercando di muovermi a tempo sfacciatamente appoggiato.
Arriviamo in pista e alla vista del marito e di zia siamo obbligati ad allentare la presa, anche se ci accorgiamo che Vittorio ammaliato dalle sensuali mosse e abbracci di zia sembra in estasi. Vittoria accortasi che il marito è distratto come una furia si scatena. Si gira e mi invita ad una danza di copia. Solleva un po’ la gonna sopra il ginocchio per agevolare i passi di danza. Con una mano mi avvinghia una chiappa e mi attira a sé; appoggia una gamba tra le mie. La mia asta appoggia tra la sua coscia e il suo fianco. Una delle mie gambe si appoggia al suo pube. Vittoria appena sente il contatto apre leggermente le gambe, inarca la schiena per appoggiare con forza il suo pube al mio quadricipite. Ora alza la sua mano dal mio sedere verso la schiena. Io avvolgo il braccio al suo fianco e scendo con la mano lungo la schiena fino ad arrivare a palpeggiare il suo sedere. In mezzo a tuta questa confusione in pochi si accorgono di questo abbraccio intimo. Il culo di Vittoria sembra più in carne di quello di zia: è più morbido ma pur sempre tonico. Lo massaggio, ne saggio la consistenza con attenzione, percepisco chiaramente il limite coperto dall’elastico degli slip che sembrano essere striminziti e molto vicini al solco tra le natiche, percorro l’intera superficie fino quasi a far scomparire la mia mano in basso verso il pube. Vittoria mi guarda con stupore sembra stia aspettando di conoscere il mio parere dopo questa, prolungata e inattesa perlustrazione. Per farle capire quanto approvi questa situazione a tempo di musica assesto un deciso colpo di bacino contro il corpo di Vittoria come a simulare una penetrazione. Vittoria sorride scuote la testa e dice “Voi giovani puntate subito al bersaglio grosso”, poi astrae la lingua, mi lecca le labbra e aggiunge: “Sarei molto felice di assecondare le tue voglie”. Vittoria si dimostra essere molto calorosa. Ma proprio in quel momento mentre assaporo il piacere provocato da questa donna voluttuosa, ecco comparire al nostro fianco altrettanto avvinghiati, zia con Giorgio. Giorgio allenta l’abbraccio e strattona la moglie che si allontana da me, mentre vengo abbracciato da zia che mi dice: “Non ho potuto fare altro. Giorgio ha voluto a tutti i costi tornare dalla moglie. I due coniugi parlano e gesticolano vigorosamente per un po’, quindi si avvicinano salutano e se ne vanno. Sono incredulo. Improvvisamente Vittoria ritorna si intromette tra me e zia e mi abbraccia. Mi sussurra nell’orecchio:” Scusami, ma devo abbandonarti. Avrei voluto poter continuare per conoscerti meglio”. Intanto con una mano scende fino ad accarezzare il mio pube e stringere tra le sue mani l’asta del pene, mentre infila la sua lingua nella mia bocca per un ultimo saluto. Poi scappa ringraziando, sicura che questa sera passerà momenti indimenticabili con il marito … grazie a me e alla zia.
Ancora una volta una serata si spegne senza successo. Cerco sostegno e piacere nel contatto con il corpo di zia che però intuisce quanto io sia eccitato e pericoloso, così blocca, mi in malo modo mi allontana. Torniamo in hotel. Ho voglia di stare solo e vado da solo nella sala proiezioni a guardare un film.
finisce qui? non continui piĂą?
 

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