Esperienza reale Racconto di fantasia Il diciottesimo compleanno

Timido1994

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La notte del pompino rimase impressa per settimane nella mia testa. La speranza, ovviamente, era che tra me a Valeria non fosse finita lì ma per tutta l’estate lei non si fece più sentire.

Zero messaggi, zero foto. Niente di niente. Non mi restò che tornare a segarmi quasi giornalmente pensando al mio cazzo tra le sue labbra. Alla sua bocca piena del mio seme.

Finalmente però arrivò settembre. E con esso la riapertura dello studio che condividevo con Vittorio. Una sera, mentre scorrevo distrattamente lo smartphone sul divano per controllare le ultime mail di lavoro, sullo schermo comparve un messaggio.

“Devo parlarti”, scriveva Valeria.

Sbiancai, il cuore inizio a battermi all’impazzata mentre sentivo il cazzo muoversi sotto i pantaloni. La sbandata per quella ragazzina non mi era passata. Anzi. Cosa vorrà ancora da me? Qualsiasi cosa fosse non vedevo l’ora di scoprirlo, mi risposi.

“Passa domani in ufficio dopo le 18, saremo soli”.

“Ok….a domani”.

Nessun insulto, nessuna provocazione. Il tono dei messaggi di Valeria stavolta sembrava serio. Doveva essere successo qualcosa. Ovviamente non chiusi occhio tutta la notte ed il giorno dopo andai avanti a forza di caffè. Lavorai freneticamente, quasi se in quel modo il tempo potesse scorrere più velocemente.

Finalmente arrivarono le 18, Vittorio era andato via già da un’oretta. Quando sentì suonare il citofono aprì senza neppure chiedere chi fosse. Eccola, Valeria.

Soliti capelli ricci e ribelli lunghi sulla schiena, qualche colpo di sole. Trucco leggero, un miniabito bianco che faceva risaltare ancora di più il nero della sua pelle abbronzata. Ai piedi un paio di sandaletti alla schiava.

Si fermò un attimo sulla porta guardandomi, quasi imbarazzata. Poi si avvicinò e mi stampò un tenero bacio sulla guancia. La feci accomodare nel mio ufficio. Mi bastò che si sedesse di fronte a me sulla poltroncina accavallando le gambe per non capire più nulla.

“Ti ho pensata tanto, sai…” mi lasciai sfuggire.

Valeria abbassò gli occhi e sorrise. Era davvero diversa rispetto alla ragazzina che me lo aveva succhiato qualche mese fa nell’ascensore.

“Che c’è? Cosa volevi dirmi?” provai a chiederle.

Valeria mi guardò dritto negli occhi: “Scusami”.

“Per cosa?” chiesi incredulo.

“Non mi sono comportata bene con te. Lo sai…”.

Mentre pronunciava quella frase vidi una scintilla nei suoi occhi. Stava recitando. Era solo una messinscena per ottenere ciò che desiderava. Ancora una volta.

“Cosa vuoi da me?” chiesi diretto.

“Ok ok…andrò dritta al punto allora. Ho bisogno che parli con mio padre”.

“Di cosa?”

“Vuole obbligarmi a frequentare Economia e Commercio, ma io non ho alcuna intenzione di continuare a studiare” sbottò.

La guardai perplesso: “E che vorresti fare?”

“Sai, in questi mesi ho fatto alcuni casting per i vari talent. Tutti mi dicono che ho la stoffa per diventare una cantante. Ora ho trovato un’ottima scuola a Milano ma papà non vuole saperne” mi spiegò sbattendo le ciglia dei suoi occhi da gattina.

Ero perplesso: “Capisco, ma io cosa c’entro in tutto questo?”

“Tu puoi convincerlo!”

“Valeria….ma che dici? Qui parliamo del futuro di sua figlia, abbiamo un solido rapporto di amicizia che dura da anni, è vero. Ma questa è tutta un’altra storia…”

Improvvisamente vidi il suo sguardo cambiare: “Non vuoi aiutarmi quindi?”

“Non saprei come fare…” provai a giustificarmi.

Valeria prese la borsetta e si alzò di scatto dalla poltroncina: “Bene, allora gli spiegherai perché mandavi foto porno a sua figlia e te lo sei fatto succhiare dalla sua bambina”.

Mi alzai di scatto anche io e la raggiunsi: “Che stai dicendo?”

Si voltò verso di me, ora eravamo a pochi centimetri l’uno dall’altra: “Sto dicendo che se non mi aiuti gli mostrerò la nostra chat e gli racconto anche il resto. Lui si fida solo di te, sono sicura che puoi convincerlo”.

La guardai: “E se dovessi riuscirci cosa otterrei in cambio?”

Avvicinò le sue labbra al mio orecchio sussurrando: “Quello che hai sognato per tutta l’estate…. Pensaci…”

Mi stampò un altro bacio sulla guancia, ma molto diverso rispetto a quello con cui mi aveva salutato poco prima appena arrivata. Quindi si voltò ed uscì dal mio ufficio lasciando dietro di sé la solita scia di profumo.
wow davvero eccitante
 
OP
Alessio Lucci

Alessio Lucci

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Convincere il mio socio Vittorio a mandare la figlia a Milano per studiare canto invece di Economia e Commercio non sarebbe stato affatto semplice.

Lui si fidava ciecamente di me, è vero, ma trovare un modo per fargli cambiare idea in questo caso mi sembrava quasi impossibile. E probabilmente lo era.

Una sera lo invitai a cena in uno dei migliori ristoranti della città con la scusa di festeggiare un importante contratto che avevamo chiuso qualche giorno prima. L’obiettivo era ovviamente introdurre il discorso.

Mangiammo tanto e Vittorio alzò anche parecchio il gomito. Arrivati al caffè cercai di sondare il terreno: “Vitto, ma come va con Valeria?”

“In che senso?” mi chiese guardingo.

“Ho notato che c’è un po’ di tensione tra voi, anche in studio si fa vedere molto meno…” provai a insistere.

Vittorio si fece serio e sbottò alzando la voce: “E come deve andare Ale…va di merda. Quella si è messa in testa di andare a fare la troia”.

Sbiancai: “Vitto, ma che dici…è tua figlia”.

“Eh, anche le figlie possono fare le troie, sai?” rispose tra l’incazzato ed il rassegnato.

Il tono di voce era troppo alto per un ristorante stellato, quindi pagai il conto e accompagnai Vittorio a smaltire la bevuta sul lungomare.

Scendemmo dall’auto e ci sedemmo su una panchina. Quindi ripresi il discorso interrotto poco prima: “Allora? Mi spieghi perché sei così preoccupato per Valeria?”

Vittorio prese lo smartphone che teneva in tasca, smanettò un attimo e me lo passò: “Guarda, guarda tu stesso…”.

Sullo schermo c’era Valeria, in minigonna e truccatissima, che ballava sensuale. Era un video che aveva postato su TikTok come tante ragazzine di oggi. E che ovviamente aveva fatto il pieno di like.

“Ecco cosa vuole andare a fare a Milano. La troia” ripeteva come un disco rotto Vittorio.

Guardare quel video in cui Valeria ammiccava seducente stava finendo con l’eccitarmi, dunque passai rapidamente lo smartphone a suo padre: “Ma dai, sai come sono le ragazzine di oggi…”

“Sì, tutte troie” completò la frase Vittorio…che poi mi guardò dritto negli occhi quasi in lacrime: “Ma se qualche volta me la sono segata pure io, pensa gli altri!”

Rimasi a fissarlo senza parole. Non credevo a ciò che avevo sentito. Vittorio mi aveva davvero confessato di essersi segato per sua figlia?

“Ma….”

Vittorio abbassò lo sguardo e scoppiò a piangere: “Lo so, lo so…sono un porco, un maiale, un depravato, un pervertito”.

Non sapevo davvero cosa dire o fare. La sua confessione mi aveva completamente spiazzato.

“Senti, io ho parlato con lei…non vuole fare la troia…vuole solo diventare una cantante. Sai ha trovato una scuola a Milano….” cercai di spiegargli.

Vittorio si voltò di nuovo verso di me, con le mani nei capelli: “Allora non hai capito….non mi interessa cosa vuole fare. Io la voglio qui con me”.

Forse la cosa era ancora più seria di quanto temessi. “Sei geloso?” gli chiesi a bruciapelo.

“Da impazzire. Se solo penso a quanti si saranno segati guardando i video che posta…Immagina se la mando a Milano dove farebbero di tutto per portarsela a letto”, mi rispose sincero.

Se solo avesse saputo che qualche mese prima Valeria mi aveva fatto un pompino nell’ascensore del suo palazzo, pensai.

“Perché? Tu non te la sei mai segata?” mi chiese all’improvviso.

Lo guardai: “Io?!? Ma che dici…”

“Non dire cazzate al tuo migliore amico…lo vedo come la guardi ogni volta”.

“Beh, è sicuramente una bellissima ragazza, molto sexy…” risposi balbettando.

“Te la scoperesti, vero?”

“Vitto, dai….stiamo parlando di tua figlia”.

“Rispondi!” urlò disperato.

Lo guardai dritto negli occhi: “Sì, me la scoperei”.
 

sormarco

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Convincere il mio socio Vittorio a mandare la figlia a Milano per studiare canto invece di Economia e Commercio non sarebbe stato affatto semplice.

Lui si fidava ciecamente di me, è vero, ma trovare un modo per fargli cambiare idea in questo caso mi sembrava quasi impossibile. E probabilmente lo era.

Una sera lo invitai a cena in uno dei migliori ristoranti della città con la scusa di festeggiare un importante contratto che avevamo chiuso qualche giorno prima. L’obiettivo era ovviamente introdurre il discorso.

Mangiammo tanto e Vittorio alzò anche parecchio il gomito. Arrivati al caffè cercai di sondare il terreno: “Vitto, ma come va con Valeria?”

“In che senso?” mi chiese guardingo.

“Ho notato che c’è un po’ di tensione tra voi, anche in studio si fa vedere molto meno…” provai a insistere.

Vittorio si fece serio e sbottò alzando la voce: “E come deve andare Ale…va di merda. Quella si è messa in testa di andare a fare la troia”.

Sbiancai: “Vitto, ma che dici…è tua figlia”.

“Eh, anche le figlie possono fare le troie, sai?” rispose tra l’incazzato ed il rassegnato.

Il tono di voce era troppo alto per un ristorante stellato, quindi pagai il conto e accompagnai Vittorio a smaltire la bevuta sul lungomare.

Scendemmo dall’auto e ci sedemmo su una panchina. Quindi ripresi il discorso interrotto poco prima: “Allora? Mi spieghi perché sei così preoccupato per Valeria?”

Vittorio prese lo smartphone che teneva in tasca, smanettò un attimo e me lo passò: “Guarda, guarda tu stesso…”.

Sullo schermo c’era Valeria, in minigonna e truccatissima, che ballava sensuale. Era un video che aveva postato su TikTok come tante ragazzine di oggi. E che ovviamente aveva fatto il pieno di like.

“Ecco cosa vuole andare a fare a Milano. La troia” ripeteva come un disco rotto Vittorio.

Guardare quel video in cui Valeria ammiccava seducente stava finendo con l’eccitarmi, dunque passai rapidamente lo smartphone a suo padre: “Ma dai, sai come sono le ragazzine di oggi…”

“Sì, tutte troie” completò la frase Vittorio…che poi mi guardò dritto negli occhi quasi in lacrime: “Ma se qualche volta me la sono segata pure io, pensa gli altri!”

Rimasi a fissarlo senza parole. Non credevo a ciò che avevo sentito. Vittorio mi aveva davvero confessato di essersi segato per sua figlia?

“Ma….”

Vittorio abbassò lo sguardo e scoppiò a piangere: “Lo so, lo so…sono un porco, un maiale, un depravato, un pervertito”.

Non sapevo davvero cosa dire o fare. La sua confessione mi aveva completamente spiazzato.

“Senti, io ho parlato con lei…non vuole fare la troia…vuole solo diventare una cantante. Sai ha trovato una scuola a Milano….” cercai di spiegargli.

Vittorio si voltò di nuovo verso di me, con le mani nei capelli: “Allora non hai capito….non mi interessa cosa vuole fare. Io la voglio qui con me”.

Forse la cosa era ancora più seria di quanto temessi. “Sei geloso?” gli chiesi a bruciapelo.

“Da impazzire. Se solo penso a quanti si saranno segati guardando i video che posta…Immagina se la mando a Milano dove farebbero di tutto per portarsela a letto”, mi rispose sincero.

Se solo avesse saputo che qualche mese prima Valeria mi aveva fatto un pompino nell’ascensore del suo palazzo, pensai.

“Perché? Tu non te la sei mai segata?” mi chiese all’improvviso.

Lo guardai: “Io?!? Ma che dici…”

“Non dire cazzate al tuo migliore amico…lo vedo come la guardi ogni volta”.

“Beh, è sicuramente una bellissima ragazza, molto sexy…” risposi balbettando.

“Te la scoperesti, vero?”

“Vitto, dai….stiamo parlando di tua figlia”.

“Rispondi!” urlò disperato.

Lo guardai dritto negli occhi: “Sì, me la scoperei”.
Quindi adesso Ve la scoperte a sandwich!
😂😂😂
 

Timido1994

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Convincere il mio socio Vittorio a mandare la figlia a Milano per studiare canto invece di Economia e Commercio non sarebbe stato affatto semplice.

Lui si fidava ciecamente di me, è vero, ma trovare un modo per fargli cambiare idea in questo caso mi sembrava quasi impossibile. E probabilmente lo era.

Una sera lo invitai a cena in uno dei migliori ristoranti della città con la scusa di festeggiare un importante contratto che avevamo chiuso qualche giorno prima. L’obiettivo era ovviamente introdurre il discorso.

Mangiammo tanto e Vittorio alzò anche parecchio il gomito. Arrivati al caffè cercai di sondare il terreno: “Vitto, ma come va con Valeria?”

“In che senso?” mi chiese guardingo.

“Ho notato che c’è un po’ di tensione tra voi, anche in studio si fa vedere molto meno…” provai a insistere.

Vittorio si fece serio e sbottò alzando la voce: “E come deve andare Ale…va di merda. Quella si è messa in testa di andare a fare la troia”.

Sbiancai: “Vitto, ma che dici…è tua figlia”.

“Eh, anche le figlie possono fare le troie, sai?” rispose tra l’incazzato ed il rassegnato.

Il tono di voce era troppo alto per un ristorante stellato, quindi pagai il conto e accompagnai Vittorio a smaltire la bevuta sul lungomare.

Scendemmo dall’auto e ci sedemmo su una panchina. Quindi ripresi il discorso interrotto poco prima: “Allora? Mi spieghi perché sei così preoccupato per Valeria?”

Vittorio prese lo smartphone che teneva in tasca, smanettò un attimo e me lo passò: “Guarda, guarda tu stesso…”.

Sullo schermo c’era Valeria, in minigonna e truccatissima, che ballava sensuale. Era un video che aveva postato su TikTok come tante ragazzine di oggi. E che ovviamente aveva fatto il pieno di like.

“Ecco cosa vuole andare a fare a Milano. La troia” ripeteva come un disco rotto Vittorio.

Guardare quel video in cui Valeria ammiccava seducente stava finendo con l’eccitarmi, dunque passai rapidamente lo smartphone a suo padre: “Ma dai, sai come sono le ragazzine di oggi…”

“Sì, tutte troie” completò la frase Vittorio…che poi mi guardò dritto negli occhi quasi in lacrime: “Ma se qualche volta me la sono segata pure io, pensa gli altri!”

Rimasi a fissarlo senza parole. Non credevo a ciò che avevo sentito. Vittorio mi aveva davvero confessato di essersi segato per sua figlia?

“Ma….”

Vittorio abbassò lo sguardo e scoppiò a piangere: “Lo so, lo so…sono un porco, un maiale, un depravato, un pervertito”.

Non sapevo davvero cosa dire o fare. La sua confessione mi aveva completamente spiazzato.

“Senti, io ho parlato con lei…non vuole fare la troia…vuole solo diventare una cantante. Sai ha trovato una scuola a Milano….” cercai di spiegargli.

Vittorio si voltò di nuovo verso di me, con le mani nei capelli: “Allora non hai capito….non mi interessa cosa vuole fare. Io la voglio qui con me”.

Forse la cosa era ancora più seria di quanto temessi. “Sei geloso?” gli chiesi a bruciapelo.

“Da impazzire. Se solo penso a quanti si saranno segati guardando i video che posta…Immagina se la mando a Milano dove farebbero di tutto per portarsela a letto”, mi rispose sincero.

Se solo avesse saputo che qualche mese prima Valeria mi aveva fatto un pompino nell’ascensore del suo palazzo, pensai.

“Perché? Tu non te la sei mai segata?” mi chiese all’improvviso.

Lo guardai: “Io?!? Ma che dici…”

“Non dire cazzate al tuo migliore amico…lo vedo come la guardi ogni volta”.

“Beh, è sicuramente una bellissima ragazza, molto sexy…” risposi balbettando.

“Te la scoperesti, vero?”

“Vitto, dai….stiamo parlando di tua figlia”.

“Rispondi!” urlò disperato.

Lo guardai dritto negli occhi: “Sì, me la scoperei”.
Bella piega
 

dc68

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Convincere il mio socio Vittorio a mandare la figlia a Milano per studiare canto invece di Economia e Commercio non sarebbe stato affatto semplice.

Lui si fidava ciecamente di me, è vero, ma trovare un modo per fargli cambiare idea in questo caso mi sembrava quasi impossibile. E probabilmente lo era.

Una sera lo invitai a cena in uno dei migliori ristoranti della città con la scusa di festeggiare un importante contratto che avevamo chiuso qualche giorno prima. L’obiettivo era ovviamente introdurre il discorso.

Mangiammo tanto e Vittorio alzò anche parecchio il gomito. Arrivati al caffè cercai di sondare il terreno: “Vitto, ma come va con Valeria?”

“In che senso?” mi chiese guardingo.

“Ho notato che c’è un po’ di tensione tra voi, anche in studio si fa vedere molto meno…” provai a insistere.

Vittorio si fece serio e sbottò alzando la voce: “E come deve andare Ale…va di merda. Quella si è messa in testa di andare a fare la troia”.

Sbiancai: “Vitto, ma che dici…è tua figlia”.

“Eh, anche le figlie possono fare le troie, sai?” rispose tra l’incazzato ed il rassegnato.

Il tono di voce era troppo alto per un ristorante stellato, quindi pagai il conto e accompagnai Vittorio a smaltire la bevuta sul lungomare.

Scendemmo dall’auto e ci sedemmo su una panchina. Quindi ripresi il discorso interrotto poco prima: “Allora? Mi spieghi perché sei così preoccupato per Valeria?”

Vittorio prese lo smartphone che teneva in tasca, smanettò un attimo e me lo passò: “Guarda, guarda tu stesso…”.

Sullo schermo c’era Valeria, in minigonna e truccatissima, che ballava sensuale. Era un video che aveva postato su TikTok come tante ragazzine di oggi. E che ovviamente aveva fatto il pieno di like.

“Ecco cosa vuole andare a fare a Milano. La troia” ripeteva come un disco rotto Vittorio.

Guardare quel video in cui Valeria ammiccava seducente stava finendo con l’eccitarmi, dunque passai rapidamente lo smartphone a suo padre: “Ma dai, sai come sono le ragazzine di oggi…”

“Sì, tutte troie” completò la frase Vittorio…che poi mi guardò dritto negli occhi quasi in lacrime: “Ma se qualche volta me la sono segata pure io, pensa gli altri!”

Rimasi a fissarlo senza parole. Non credevo a ciò che avevo sentito. Vittorio mi aveva davvero confessato di essersi segato per sua figlia?

“Ma….”

Vittorio abbassò lo sguardo e scoppiò a piangere: “Lo so, lo so…sono un porco, un maiale, un depravato, un pervertito”.

Non sapevo davvero cosa dire o fare. La sua confessione mi aveva completamente spiazzato.

“Senti, io ho parlato con lei…non vuole fare la troia…vuole solo diventare una cantante. Sai ha trovato una scuola a Milano….” cercai di spiegargli.

Vittorio si voltò di nuovo verso di me, con le mani nei capelli: “Allora non hai capito….non mi interessa cosa vuole fare. Io la voglio qui con me”.

Forse la cosa era ancora più seria di quanto temessi. “Sei geloso?” gli chiesi a bruciapelo.

“Da impazzire. Se solo penso a quanti si saranno segati guardando i video che posta…Immagina se la mando a Milano dove farebbero di tutto per portarsela a letto”, mi rispose sincero.

Se solo avesse saputo che qualche mese prima Valeria mi aveva fatto un pompino nell’ascensore del suo palazzo, pensai.

“Perché? Tu non te la sei mai segata?” mi chiese all’improvviso.

Lo guardai: “Io?!? Ma che dici…”

“Non dire cazzate al tuo migliore amico…lo vedo come la guardi ogni volta”.

“Beh, è sicuramente una bellissima ragazza, molto sexy…” risposi balbettando.

“Te la scoperesti, vero?”

“Vitto, dai….stiamo parlando di tua figlia”.

“Rispondi!” urlò disperato.

Lo guardai dritto negli occhi: “Sì, me la scoperei”.
e ora???
 
OP
Alessio Lucci

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Quella sera riaccompagnai Vittorio a casa senza dire più nulla. Entrambi restammo in silenzio durante il tragitto in auto. Era troppo provato ed evidentemente fuori di sé.

Chissà da quanto provava questa strana attrazione per sua figlia, mi chiedevo mentre guidavo veloce sulle strade deserte. Arrivati davanti casa scese dall’auto quasi senza salutarmi.

L’indomani lo aspettai invano in studio, quando non lo vidi arrivare provai a chiedere. “Ha preso qualche giorno di ferie, le ha firmato la delega per rappresentarlo alle prossime riunioni” mi rispose la sua segretaria personale.

Vittorio non ce l’aveva con me, quindi. Probabilmente ce l’aveva solo con se stesso. Non riusciva ad accettare quello che sentiva nei confronti di Valeria. Ma oltre ad essere il mio socio, Vittorio era il mio migliore amico. Dovevo trovare un modo per aiutarlo.

Provai a chiamarlo, ma ovviamente non mi rispose. Quindi gli inviai un messaggio: “Vediamoci, dobbiamo parlare”. Finalmente dopo qualche ora vidi il suo nome comparire sul display dello smartphone: “E di cosa dovremmo parlare? Lasciami stare…”.

In fondo aveva ragione, pensai, come avrei potuto aiutarlo? Qualcosa dovevo pur fare, mi dissi. Uscì dallo studio in leggero anticipo e mi presentai sotto casa sua. Suonai. Fortunatamente era solo. Mi aprì in vestaglia, spettinato e con la barba incolta.

Dopo avermi guardato per un attimo, mi lasciò entrare nel salone e si riempì un bicchiere di whisky.

“Cosa sei venuto a fare?”

“Te l’ho detto, siamo amici da sempre, voglio aiutarti”

Vittorio si voltò verso di me, rabbioso.

“Nessuno può aiutarmi! Chi può aiutare un padre che desidera sessualmente sua figlia?”.

Non sapevo rispondere a quella domanda così cruda. Rimasi a guardarlo qualche secondo senza parole.

Vittorio si accomodò sul divano di fronte a me: “Ieri sera mi hai confessato che vorresti scoparti Valeria, avrei dovuto picchiarti e invece sai cosa ho fatto appena mi hai lasciato?”

“Cosa?”.

“Mi sono fatto una sega immaginando come ti saresti scopato la mia bambina…” mi rispose a bruciapelo guardandomi negli occhi.

“Vedrai che col tempo…” provai a rincuorarlo senza crederci nemmeno io.

“Col tempo cosa Ale, dai cazzo… sono mesi che vado avanti così”, quindi mi guardò di nuovo dritto negli occhi: “Aspetta…ma se lo facessi davvero?!?”.

“Cosa dovrei fare?” gli chiesi.

“Scoparti mia figlia”.

Non potevo credere a quello che stava dicendo: “Non sei lucido Vitto, dai, lasciamo stare” gli dissi facendo per alzarmi.

Vittorio mi afferrò per le braccia, scuotendomi: “Invece sono lucidissimo Ale, questa è l’unica soluzione!”.

“Ma che stai dicendo?”

“Te lo sto chiedendo io e tu stesso mi hai confessato che vorresti farlo, perché adesso ti tiri indietro?”

Vero, sognavo di scoparmi Valeria da mesi ma non avevo mai lontanamente immaginato di farlo con la benedizione di suo padre.

Mi sedetti un attimo a pensare: “E come dovrei fare secondo te?”, gli chiesi.
 

Paripari

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Convincere il mio socio Vittorio a mandare la figlia a Milano per studiare canto invece di Economia e Commercio non sarebbe stato affatto semplice.

Lui si fidava ciecamente di me, è vero, ma trovare un modo per fargli cambiare idea in questo caso mi sembrava quasi impossibile. E probabilmente lo era.

Una sera lo invitai a cena in uno dei migliori ristoranti della città con la scusa di festeggiare un importante contratto che avevamo chiuso qualche giorno prima. L’obiettivo era ovviamente introdurre il discorso.

Mangiammo tanto e Vittorio alzò anche parecchio il gomito. Arrivati al caffè cercai di sondare il terreno: “Vitto, ma come va con Valeria?”

“In che senso?” mi chiese guardingo.

“Ho notato che c’è un po’ di tensione tra voi, anche in studio si fa vedere molto meno…” provai a insistere.

Vittorio si fece serio e sbottò alzando la voce: “E come deve andare Ale…va di merda. Quella si è messa in testa di andare a fare la troia”.

Sbiancai: “Vitto, ma che dici…è tua figlia”.

“Eh, anche le figlie possono fare le troie, sai?” rispose tra l’incazzato ed il rassegnato.

Il tono di voce era troppo alto per un ristorante stellato, quindi pagai il conto e accompagnai Vittorio a smaltire la bevuta sul lungomare.

Scendemmo dall’auto e ci sedemmo su una panchina. Quindi ripresi il discorso interrotto poco prima: “Allora? Mi spieghi perché sei così preoccupato per Valeria?”

Vittorio prese lo smartphone che teneva in tasca, smanettò un attimo e me lo passò: “Guarda, guarda tu stesso…”.

Sullo schermo c’era Valeria, in minigonna e truccatissima, che ballava sensuale. Era un video che aveva postato su TikTok come tante ragazzine di oggi. E che ovviamente aveva fatto il pieno di like.

“Ecco cosa vuole andare a fare a Milano. La troia” ripeteva come un disco rotto Vittorio.

Guardare quel video in cui Valeria ammiccava seducente stava finendo con l’eccitarmi, dunque passai rapidamente lo smartphone a suo padre: “Ma dai, sai come sono le ragazzine di oggi…”

“Sì, tutte troie” completò la frase Vittorio…che poi mi guardò dritto negli occhi quasi in lacrime: “Ma se qualche volta me la sono segata pure io, pensa gli altri!”

Rimasi a fissarlo senza parole. Non credevo a ciò che avevo sentito. Vittorio mi aveva davvero confessato di essersi segato per sua figlia?

“Ma….”

Vittorio abbassò lo sguardo e scoppiò a piangere: “Lo so, lo so…sono un porco, un maiale, un depravato, un pervertito”.

Non sapevo davvero cosa dire o fare. La sua confessione mi aveva completamente spiazzato.

“Senti, io ho parlato con lei…non vuole fare la troia…vuole solo diventare una cantante. Sai ha trovato una scuola a Milano….” cercai di spiegargli.

Vittorio si voltò di nuovo verso di me, con le mani nei capelli: “Allora non hai capito….non mi interessa cosa vuole fare. Io la voglio qui con me”.

Forse la cosa era ancora più seria di quanto temessi. “Sei geloso?” gli chiesi a bruciapelo.

“Da impazzire. Se solo penso a quanti si saranno segati guardando i video che posta…Immagina se la mando a Milano dove farebbero di tutto per portarsela a letto”, mi rispose sincero.

Se solo avesse saputo che qualche mese prima Valeria mi aveva fatto un pompino nell’ascensore del suo palazzo, pensai.

“Perché? Tu non te la sei mai segata?” mi chiese all’improvviso.

Lo guardai: “Io?!? Ma che dici…”

“Non dire cazzate al tuo migliore amico…lo vedo come la guardi ogni volta”.

“Beh, è sicuramente una bellissima ragazza, molto sexy…” risposi balbettando.

“Te la scoperesti, vero?”

“Vitto, dai….stiamo parlando di tua figlia”.

“Rispondi!” urlò disperato.

Lo guardai dritto negli occhi: “Sì, me la scoperei”.
Non so perché ma all'ultima battuta mi immaginavo una reazione tipo Zidane Materazzi
 

Gabrinico

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