Esperienza reale "La RuBriCa di GiOv". L' inaspettata mossa della collega.

giov1985

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Ciao a tutti. Amo scrivere, per quanto non sia laureato in lettere e non lo faccia per lavoro, ma è uno dei miei hobby preferiti, mi scarica, mi isola e mi permette per un attimo di abbandonare le faccende e gli stress della routine.
Vorrei dedicarmi uno spazio tutto mio qui sul forum, raccontando alcune esperienze realmente accadutemi nel corso dei miei 35 anni, con l'intento di regalarvi qualche momento di svago e perché no, magari aiutarvi ad aggiungere un po' di sana eccitazione, che sia essa solitaria o con la/il partner.
Nel chiudere questa doverosa prefazione vi anticipo che il primo racconto della neonata rubrica tratterà un episodio avvenuto con una mia ex collega, una ragazza davvero graziosa, che ha contribuito tantissimo alla mia maturità, sia sessuale che mentale.
Lei è Paola...
 
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giov1985

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Paola è una mia collega, diciamo così, "saltuaria". Si perché per arrotondare un pochino entrambi lavoriamo in un bar il sabato sera, un locale con un'atmosfera che sa di rock e che fa musica live dalle 23 all'1. Io allora avevo 20 anni e lei 23, vivevamo le ore del servizio in piena armonia, con continue risate e anche qualche sana birretta, complice la giovane età e il proprietario di manica larga, che pretendeva si lavoro, ma che ci lasciava fare praticamente ciò che volevamo. Ormai erano 3 anni che ogni sabato ci impegnavamo con lui, quella fiducia era guadagnata sul campo. Per quanto scemi, siamo sempre stati dei professionisti.
Per quanto la nostra sintonia fosse forte, mai avevo pensato che essa potesse travalicare il contesto bar, tanto che io su di lei non ci avevo mai fantasticato. Era solo una collega con cui andavo molto d'accordo, stop.
Per farvi capire, noi al termine di ogni servizio andavamo sempre ad un locale che faceva il post serata con un paio di dj locali. Sempre e solo bevute insieme e tante risate, ma mai oltre, fino ad una precisa occasione però...
Paola è una ragazza che piace, ha un sacco di pretendenti che le ronzano attorno. Non è una bellezza oggettiva, perché è piccoletta, ha una prima di seno, neanche un sedere altissimo, eppure ha un sex appeal che fa diventare matti. Il viso è certamente il suo punto di forza. I suoi occhi grandi e castani riempiono il suo viso tondo, a cui fanno da cornice dei bei capelli neri e lisci, il tutto completato da un sorriso fantastico. Ha due fossette di cui ti innamori per forza, uno sguardo malandrino e una risata contagiosa. Il suo essere è ciò che la rende un tesoro. Ecco perché è molto ambita, nel suo insieme posso dire che Paola è figa. Eccome se lo è...
 
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giov1985

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Quell'anno il 26 Dicembre cadeva di sabato e le feste natalizie praticamente non avevano stop. Ricordo di aver passato tutte le ferie a lavorare al bar, buono perché di fatto accumulavo un altro stipendio, ma al 7 Gennaio son arrivato praticamente sfatto e li mi aspettava il rientro al mio vero lavoro, ufficio geometri.
Per quel giorno era stata organizzata una rassegna rock a cui avevano aderito 5 gruppi locali, un seratone bomba che partiva dalle 20 e terminava alle 24. Quei ritmi potevano spezzare tutti, ma non me e Paola. Considerato che il locale aveva 150 posti a sedere, io e lei unici banconisti, il boss in cassa e 3 in sala, capite perché il buon Gianni ci concedeva le birrette, quello staff era il suo tesoro.
Poco prima che finisse l'ultimo gruppo Paola mi fa: "oh oggi dobbiamo volare, è già tardi, siamo stanchi, ma non voglio perdermi il post serata, ho bisogno di svagarmi e tu non puoi mancare!". "Ovvio", rispondo io "barcollo ma non mollo ", senza esserne troppo convinto. Ero distrutto.
Quella frase avrebbe già dovuto farmi puzzare qualcosa, ma come vi ho già detto, in lei non vedevo altro che una collega.
Finisce il gruppo, laviamo i bicchieri, sistemiamo il banco e via. Cenno d'intesa: "Vado a cambiarmi, passo a prenderti tra dieci minuti a casa tua, muoviti!". "Agli ordini dico" e scappo a cambiarmi.
Si, in barba alle regole del galateo, passava lei a prendermi perché io ancora non avevo la patente.
Dopo dieci minuti esatti lei è sotto casa, io infilo la giacca a razzo e mi fiondo in macchina e cazzo se è figa stasera! Tacco, collant scuro, minigonna in jeans e top nero con una giacca panna. Mamma se sta bene Paola.
Li non ero più spontaneo come sempre, avvertivo disagio, quasi come fosse un segnale premonitore...
 
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Parcheggiamo, paghiamo l'ingresso e via dritti a cambiare le consumazioni. Partenza bomba, due vodka tonic a testa, giusto per recuperare il terreno perso.
Balliamo un'oretta, salutiamo un po' di persone e via altri due vodka tonic. Tra me e me pensavo che cavolo di sete avesse lei quella sera, si perché il ritmo lo dettava lei.
Arriva così il momento che ha cambiato tutto, mentre parlavo ai bordi della pista con una mia amica, mi arraffa alla cintura, mi trascina verso il bancone e mi dice: "Adesso finiamo questa consumazione, poi tu rincasi con me!". Io son rimasto impietrito, mentre venivo tirato come un cucciolo al guinzaglio verso la zona mescita. Giuro, abbiam bevuto l'ultimo drink con lei che mi teneva la cintura e tutti che ci guardavano. Solo dopo ho pensato a quanto potessi aver suscitato invidia. In un paesino di 3000 anime ci si conosce, e sicuramente sarà sembrato strano che proprio io avessi conquistato Paola. Sono un bel ragazzo, così almeno dicono, ma comunque più piccolo e lei aveva mezzo mondo appresso, certamente tra questi vi erano uomini fatti e finiti molto più di me. Ho sorseggiato il bicchiere vivendo tra il desiderio di portarla via e smontarla o scappare via come un coglione. La mia insicurezza ha finito per farmi stare completamente pietrificato, alla sua totale mercé. Io ero suo, punto.
Usciamo, di corsa in macchina, una Micra nuova del 2005, accende l'aria calda a palla e via nel primo punto riservato. Giuro, non ho avuto nemmeno il tempo di chiedere che intenzioni avesse che mi zompa sopra e inizia a baciarmi come per divorarmi. Mi leccava il collo, sulle labbra e poi di nuovi il collo. Tira la camicia facendo partire un paio di bottoni e comincia a passare la lingua pure sul mio petto. Io ero totalmente vittima, cioè non realizzavo, mentre quella gnocchetta mi stava di fatto stuprando la mia poca autostima mi faceva domandare perché ci fossi proprio io su quel sedile. Col senno di poi ho pensato a che figura avessi fatto.
Nel mentre che baciava il petto continuava a sbottonare , fin quando la sua calda mano non arriva ai jeans, massaggia, muove da vera esperta, mentre il mio membro ha molta più autostima di me ed è già duro tanto da farmi male dentro i boxer.
Apre, allarga la cinta e tira giù i pantaloni. Lo stringe forte, ma con i boxer addosso, vuole gustare ancora un po' l'attesa. Io fremo, sto diventando matto, lei ansima, è in completa trance, gode senza che io la sfiori, si ferma, guarda dritta il mio pacco e tira giù lentamente. Il mio cazzo sbuca fuori duro come poche volte in vita sua, lo accarezza, lo stringe forte, mi guarda, quegli occhi vogliono dirmi solo una cosa, penso che stia per accadere, si ci siamo, ci siamo. Avvicina il suo viso al mio membro, avverto le sue calde labbra sfiorare la mia cappella, volo, sogno...
Spero vi sia piaciuta questa prima parte, continuerò la prossima volta. Fatemi sapere se apprezzate, cosa vi piace o cosa non vi piace del mio modo di raccontare. Un saluto.
 
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Buonasera a tutti, dopo una devastante giornata di lavoro mi dedico qualche minuto ad aggiornare il racconto, davanti ad una fumante tisana e pronto per andare a letto. Dov'eravamo rimasti?
Paola poggia le labbra sulla mia cappella enorme, mi sembra di sognare. Alla radio passano "Run to you" di Bryan Adams, io però non ho bisogno di correre da nessuna parte, sono già da lei, dentro lei, riesco a staccare finalmente ogni freno inibitore e mi concedo anima e corpo. Mi faccio avvolgere da un abbraccio erotico che mai avevo provato prima, chiudo gli occhi e per un attimo mi gira anche la testa, sono andato letteralmente, non capisco più nulla. Dopo un paio di minuti di estasi totale torno sulla Terra e Paola è li, che si gode il mio membro ormai fradicio, ficcandoselo tutto fino alla gola. La sua bocca è talmente calda che quasi mi scotta, è lussuria, è godimento, è vita!
Sa a che punto fermarsi, come se sentisse quando son sul punto di venire, fa abbassare le pulsazioni e poi riprende. "Così muoio!" penso. Sudo, fremo, mi sta devastando, mentre lei è ancora fresca come una rosa.
Fuori fa freddissimo, la macchina segna -2 e io le imploro comunque di staccare tutto. Cazzo, quell'abitacolo è diventato un bagno turco! "Hai caldo perché?" mi chiede mentre mi guarda con quel suo sorrisino da teppista, "brutta stronza" penso "Cristo se ho caldo, stacca quell' aria o stanotte a casa mi ci accompagna l'ambulanza" le dico ridendo.
In quella piccola pausa ho focalizzato quanto fosse effettivamente forte la nostra complicità, un legame assoluto tra due ragazzi che da quel preciso momento oltrepassava ogni barriera.
Io e lei, due perfetti colleghi che la notte di Santo Stefano avevano fatto una splendida scoperta...
Per oggi basta, perdonatemi ma ho bisogno di andare a letto.
Aspetto come sempre commenti, che essi siano apprezzamenti o critiche. Spero che la mia storia vi stia prendendo.
Un saluto
 
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