Un post gia' inserito in fotoracconti erotici.
Anche dopo il passaggio al digitale sono uno dei pochi che ancora stampa le foto e che non le stampa tramite servizi online. Ormai da tempo mi appoggio ad un piccolo laboratorio a conduzione familiare vicino casa, gestito da un uomo sui 40 anni con cui ormai siamo entrati in confidenza.
La prima volta che sono andato ho portato una pen drive, il tizio ha copiato i file sul computer del negozio davanti a me, nella cartella c’erano le anteprime attivate e ha fatto alcuni commenti tipo “bel posto, dov’era?”. Le volte successive ha cominciato a dirmi cose come “lei fa sempre delle belle foto, dov’e’ andato questa volta” e in pratica senza nessuna vergogna e molto candidamente mi ha fatto capire che si era guardato le mie foto. E’ chiaro che se ci si appoggia ad un qualunque laboratorio o servizio online le nostre foto finiscono in mano ad estranei, in questo caso pero’ il tizio piu’ o meno mi conosce ed io non sono un perfetto estraneo, oltretutto il laboratorio non credo abbia molti clienti.
Detto questo io avrei potuto offendermi per la violazione della mia privacy, arrabbiarmi, andarmene o altro invece ho visto una opportunita’. Le mie sono foto di vacanze, il tizio non mi sembra un omosessuale (senza offese) e a questo punto aveva gia’ visto decine di foto di mia moglie in bikini che credo abbia gradito. Da allora ho iniziato a inserire nei pacchetti di foto da stampare alcuni upskirt (alcuni poi mostrati anche ad amici e parenti) e qualche bikini di mia moglie piu’ spinto (trasparenze evidenti, perizomi, mezzi scapezzolamenti etc.), sapendo che restavano sul suo PC e che se le sarebbe guardate.
Non ho il coraggio di andare oltre e portargli foto piu’ spinte anche perche’ mia moglie non gradirebbe.