c'era quello che mi invitava da lui in sardegna (abbastanza vicino alla villa del berlusca, fra l'altro), talora assieme ad altri come me. io ero - così diceva lui - il suo preferito, e voleva che non mi vestissi mai. ….mai. mi voleva nudo, nudo tutto il tempo, completamente nudo, voleva addirittura che mi togliessi catenina, orecchino, voleva che stessi nudo anche al cospetto di quella che lui chiamava “servitù”, gente oramai avvezza a vedere le cose più strane. la prima volta rimasi da lui una settimana, e la passai completamente nudo, pensando che potevo anche risparmiarmi di portarmi tutta quell'enorme valigia di roba che mi ero portato dietro. sulle prime la cosa mi piacque: lui mi voleva nudo perché voleva avere sempre sotto gli occhi ogni centimetro del mio corpo: era un modo per dirmi che mi desiderava. voleva mostrarmi, vantarsi di me, espormi. un pomeriggio diede un party in piscina, e chiunque arrivava dovette per forza notare un ragazzo magro con i capelli lunghi totalmente nudo su una sdraio, intento a leggere. io mi alzavo, mi avvicinavo all'ospite e mi presentavo, dando la mano agli uomini o baciandola alle signore. a lui piaceva la presenza del suo gentleman nudo. tra gli invitati riconobbi una famosa cantante, che si avvicinò a me e mi diede il suo numero di telefono: “sei carino, chiamami quando vuoi”. non la chiamai mai. lui sessualmente era un disastro: bastava che glielo toccassi, e veniva. riuscii così a non farmi penetrare mai. un giorno me ne uscii nell'enorme giardino per andare a fare un tuffo in piscina e - nudo come un canguro - mi ritrovai davanti sua figlia. “oh, salve”, riuscii a dire, fingendo indifferenza. quella mi fermò: “aspetta un po’? sei il nuovo giocattolino di mio padre?” “no”, risposi io. “è LUI il mio.” sessualmente era assai migliore di suo padre.
ci fu quello che si innamorò di me. mi mandava messaggi romanticissimi che ai primi tempi leggevo assieme allo zio e agli amici, ma che poi iniziarono a diventare preoccupanti: insisteva col vedermi quando pareva a lui e voleva pure scoparmi gratis et amore. temetti seriamente che iniziasse a “stalkerarmi”. sparì nel nulla quando gli dissi che avevo contratto l'epatite c (il che non è vero per un cazzo, ovviamente)
ci fu quello che mi “noleggiò” perché gli seducessi (leggi: portassi a letto) la figlia. che non ne volle sapere, essendo leggermente lesbica. ma fu molto carina, finse per una settimana intera di stare con me, così io ebbi i miei soldi.
ci fu quello che mi pagava solo perché lo filmassi e lo fotografassi mentre si masturbava e soprattutto mentre si infilava nel sedere oggetti di ogni tipo, cartucce per la stampante comprese. diceva che foto e video gli servivano per il suo sito. pensate: un sito di uno che si infila qualsiasi cosa nel culo. oh beh, che ne sappiamo, magari è il WIN del millennio.
ci fu l'americano, anzi, l'ammeregano. mi diceva “baby”. e la cosa me lo fece odiare. già era d'una bruttezza feroce, e con un cazzetto che non si rizzava decentemente: colpa, diceva lui, della pornodipendenza: mi raccontò di essere capace di passare anche ventiquattro ore di seguito davanti a siti porno. secondo me era colpa di quei suoi “uh baby”, “uh fuck me baby”, “don’t stop fucking me, baby”: lo facevano ammosciare anche a me. una volta finsi l'orgasmo, pur di finire quella lagna. e no, non se ne accorse. nessun uomo se ne accorge, mai.
ci fu la coppia di mezza età. mi si scopavano entrambi e, devo ammetterlo, ci sapevano fare. tutti e due molto belli, molto sofisticati e interessanti. la cosa strana: loro due mi scopavano e si lasciavano scopare da me, in tutte le maniere e in tutti i modi, ma tra di loro non si toccavano con un dito. non ebbi il coraggio di chiedere loro perché.
ci fu l'attore famoso. sì, famoso, ma famoso sul serio. mi volle incontrare tre volte prima di scopare con me. una sera con altre persone (famose come e forse anche più di lui) in un ristorante a roma, mi parlò tutta la sera dello stress del suo lavoro, dell'ambiente di merda che frequentava (incurante del fatto che l'ambiente di merda ci stesse circondando in quel preciso istante) e mi fece un sacco di domande: chi ero, cosa studiavo, dove vivevo, chi erano i miei genitori, eccetera. la seconda volta volle vedermi a firenze, a una mostra. tra un quadro e l'altro mi spiegò cosa voleva da me. stando ben attento a ripetermi più e più volte “ti dico, io non sono frocio, non equivocare, eh? mi raccomando. sono solo curioso” descrisse esattamente come sarebbe andata tra me e lui, come si sarebbe comportato, cosa si sarebbe lasciato fare e cosa mi avrebbe fatto. io, con aria annoiata, gli rispondevo: “ok”, “sì”, “d'accordo”. la terza volta fu a casa dei suoi genitori, persone molto carine - mi chiedo ancora perché abbia voluto che mi conoscessero. per un attimo pensai volesse fidanzarsi con me! eppure lui non era frocio, giusto? era solo curioso - e finalmente la quarta volta mi invitò a casa sua. secondo i patti, dovevo fargli una specie di show, eccitarlo e guardarlo masturbarsi. quel che accadde è che si fece inculare ed eiaculare in bocca. mi chiese pure di fargli un fisting, ma vedendo le dimensioni delle mie mani rinunciò. non era frocio, eh?, mi raccomando. era solo curioso.
ci fu il distinto professore d'università (NON della mia facoltà, ci tengo a specificarlo) il cui sogno inconfessabile era fare pompini a un ragazzo magro e con i capelli lunghi. facevo al caso suo. arrivavo da lui, mi tiravo giù i pantaloni e lui si attaccava come un vitellino si attacca alla mammella della madre. devo ammetterlo, era davvero bravo.
ci fu la pittrice: con la scusa di ritrarmi nudo assieme ad altri ragazzi o ragazze ci faceva scopare l'uno con l'altro, per poi spogliarsi anche lei e farsi scopare. era piuttosto anzianotta e sciupata, ma aveva due gambe talmente belle che, mentre ero sul letto con il mio occasionale compagno (o compagna) di sesso, mi giravo a guardarla - era sempre e dico sempre in minigonna - e mi bastava guardarle le gambe per far arrivare la mia eccitazione al massimo. e devo aggiungere, la sua era la vagina col miglior sapore al mondo. non sono però mai riuscito a vedere un suo quadro fatto e finito.
dulcis in fundo, il fotografo pornofetish: mi assoldò per un set porno per un sito internet allora in costruzione. che per un certo tempo è rimasto online e sul quale avreste potuto vedermi mentre mi scopavo sua moglie. foto bruttissime, tutte uguali e pure un po’ sfuocate. il set fu una roba tristissima. tra me e sua moglie, invece, la cosa continuò a lungo, a sua insaputa s'intende.
- in molte di queste occasioni - feste e alle orge a pagamento, set fotografici, pose di nudo etc - ebbi modo di incontrare, conoscere e far amicizia con altri ragazzi e ragazze che, come me, si prostituivano. mi ero reso rapidamente conto che eravamo sempre gli stessi. un mondo incredibile. ragazzi e ragazze “della porta accanto”, alcuni più belli, altri meno belli, tutti piuttosto giovani, in un range d'età che andava dai venti ai trenta, quasi nessuno indigente o con un bisogno estremo di guadagnare soldi, ma tutti interessati a sperimentare, a osare, a buttarsi via un po’ “per capire che succede”. e nessuno, ripeto nessuno di loro, minimamente imbarazzato dal doversi spogliare di fronte ad estranei, eccitarsi, penetrare e farsi penetrare, leccare, succhiare, bere l'altrui sperma, farsi infilare dita e oggetti dappertutto, farsi fotografare e filmare. da allora mi chiedo, e continuo a chiedermi, se non sia così che alla fin fine funziona nel mondo della pornografia, nel quale peraltro fui lì lì per mettere entrambi i piedi: un giorno mi offrirono soldi per un film gay. pensai che fosse troppo anche per me, e rifiutai. e feci bene: leo poi mi disse che su quei set porno molti suoi amici si erano presi scolo e sifilide. ed era già andata loro bene, assai bene.