Esperienza reale Botta e risposta

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rosebud2

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PARTE 7
"Perché, vorresti già andare a dormire?" gli chiesi sorridendo. Sentivo il suo sperma caldo colarmi lungo le coscie e mescolarsi con i miei umori. Mi sentivo ribollire e ormai non avevo più bisogno di fingere che non fosse così. La mia figa pulsava furiosamente, come a pretendere di avere la sua parte, vorace. Mi tirai su dal tavolo, le gambe un po' indolenzite, e mi girai verso di lui. "Allora le mostro la sua stanza, sir" lo canzonai, ma non ero troppo credibile finché continuavo a grondare liquidi da ogni buco. Ad ogni modo gli feci segno di seguirmi e dopo avermi baciata si alzò in piedi. Lo condussi nella camera da letto, e non appena varcammo la soglia sentii arrivare una pacca sul culo che fece un rumore sordo, amplificato anche dalla natica bagnata. Mi girai alzando gli occhi al cielo e sogghigliando un "che porco" divertita. Proprio non gli andava giù quando gli davo un ordine, suppongo quella fosse stata la punizione. Rallentò il passo, apparentemente per sfilarsi del tutto la camicia che gettó a terra, ma in realtà sapevo benissimo che ne stesse approfittando per osservare la manata rossa che stava prendendo forma sulla mia pelle così chiara e delicata. Lo feci sedere sul letto mentre io mi accomodai su una poltroncina disposta di fronte.

"Il letto è di tuo gradimento?"

"Si si" mi guardava corrucciato nel tentativo di capire dove stessi andando a parare.

"E questo è sempre di tuo gradimento?" dissi con tono più basso, mentre divaricai le gambe e con la mano iniziai ad accarezzare la figa.

"Anche questo, si…"

La mia figa era morbida e calda, così bagnata che le dita scorrevano leggere nei cerchi che stavo tracciando. Alternavo il mio sguardo tra il suo volto rapito dai miei movimenti e il mio clitoride che si stava lentamente gonfiando. Era il momento di infilare le dita. Affondarono dolcemente e dopo qualche secondo le feci riemergere piene di filamenti biancastri. Leccai uno delle due dita, poi mi alzai e gli feci succhiare l'altro. Mi sedetti a cavalcioni sulle sue gambe e lo baciai con passione. Volevo sentire il mio sapore nella sua saliva. Mi prese la testa con una mano e con l'altra strinse forte un seno. Quando lo liberò,fece un leggero sobbalzo, per poi tornare bello sodo al suo posto, ma con i segni rossi della sua presa. Con la mano bagnata mi allungai leggermente indietro per accarezzargli le palle. Nonostante la sborrata di poco prima le sentii ancora piuttosto gonfie, e mi eccitò ancora di più stringerle e massaggiarle. Anche il suo cazzo si stava di nuovo gonfiando, e fremente com'ero mi calai giù. Prima continuai a dedicarmi alle palle con la lingua, dando leggeri colpetti alternati a leccate da cima a fondo. Quando furono abbastanza bagnate, ci passai le tette sopra e continuando a massaggiarle in questo modo, con la lingua potei finalmente dedicarmi al suo cazzo. Lo leccai lungo tutta l'asta, alternando le labbra alla lingua,finché non lo sentii indurirsi al punto giusto. La mia figa aveva percepito il richiamo e non resisteva più. Mi alzai da terra e mi sedetti sopra di lui, affondando il suo cazzo dentro di me. Facemmo entrambi un sussulto. Mi appoggiai a lui per risalire lentamente e poi affondai di nuovo, fino in fondo. Un brivido mi pervase e non riuscii a trattenere un gemito. Questo non mi fermó anzi, ne volevo sempre di più, e il ritmo si fece più incalzante. Continuai a cavalcarlo sempre più velocemente, facendo appena riemergere la sua cappella per poi tornare ad affondare fino a sentire le palle. I miei seni sbattevano tra loro finché non me li fermò con le mani e iniziò a leccarli. Rallentai e dopo un'ultima penetrazione, mi alzai in piedi. Vidi il suo cazzo scorrere fuori completamente bagnato. Mi girai di spalle e mi sedetti nuovamente sopra di lui, infilandolo ancora. Da questa posizione lo sentivo ancora più in profondità e ricominciai a muovermi. Era così duro che ogni affondo mi procurava un intenso gemito di piacere. Stavo per aumentare il ritmo quando mi sentii afferrare il collo e trascinare giù, stesa sul suo petto. Iniziò lui a spingere, e i suoi colpi erano molto più vigorosi dei miei affondi. Decisi e rapidi, non mi lasciavano via di scampo. Le mie gambe iniziarono a tremare ed irrigidirsi. Se ne accorse e poggiò una mano sul mio fianco come sostegno. Con l'altra però iniziò a toccarmi il clitoride ormai gonfio e lì non potei più resistere. Inarcai la schiena ed esplosi in un orgasmo dirompente. Un brivido partì dal mio basso ventre e mi pervase tutto il corpo, e con un grido lo liberai. Dopodiché sentii ogni muscolo rilassarsi e rimasi adagiata sul suo petto. Non aveva mai smesso di scoparmi, ma non so per quanto avrebbe resistito sotto al peso del mio corpo ora che non mi reggevo più con le gambe. Ma non me ne importava gran che, perché nella mia mente annebbiata dalla soddisfazione in quel momento avrebbe potuto farmi qualsiasi cosa.
 

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PARTE 7
"Perché, vorresti già andare a dormire?" gli chiesi sorridendo. Sentivo il suo sperma caldo colarmi lungo le coscie e mescolarsi con i miei umori. Mi sentivo ribollire e ormai non avevo più bisogno di fingere che non fosse così. La mia figa pulsava furiosamente, come a pretendere di avere la sua parte, vorace. Mi tirai su dal tavolo, le gambe un po' indolenzite, e mi girai verso di lui. "Allora le mostro la sua stanza, sir" lo canzonai, ma non ero troppo credibile finché continuavo a grondare liquidi da ogni buco. Ad ogni modo gli feci segno di seguirmi e dopo avermi baciata si alzò in piedi. Lo condussi nella camera da letto, e non appena varcammo la soglia sentii arrivare una pacca sul culo che fece un rumore sordo, amplificato anche dalla natica bagnata. Mi girai alzando gli occhi al cielo e sogghigliando un "che porco" divertita. Proprio non gli andava giù quando gli davo un ordine, suppongo quella fosse stata la punizione. Rallentò il passo, apparentemente per sfilarsi del tutto la camicia che gettó a terra, ma in realtà sapevo benissimo che ne stesse approfittando per osservare la manata rossa che stava prendendo forma sulla mia pelle così chiara e delicata. Lo feci sedere sul letto mentre io mi accomodai su una poltroncina disposta di fronte.

"Il letto è di tuo gradimento?"

"Si si" mi guardava corrucciato nel tentativo di capire dove stessi andando a parare.

"E questo è sempre di tuo gradimento?" dissi con tono più basso, mentre divaricai le gambe e con la mano iniziai ad accarezzare la figa.

"Anche questo, si…"

La mia figa era morbida e calda, così bagnata che le dita scorrevano leggere nei cerchi che stavo tracciando. Alternavo il mio sguardo tra il suo volto rapito dai miei movimenti e il mio clitoride che si stava lentamente gonfiando. Era il momento di infilare le dita. Affondarono dolcemente e dopo qualche secondo le feci riemergere piene di filamenti biancastri. Leccai uno delle due dita, poi mi alzai e gli feci succhiare l'altro. Mi sedetti a cavalcioni sulle sue gambe e lo baciai con passione. Volevo sentire il mio sapore nella sua saliva. Mi prese la testa con una mano e con l'altra strinse forte un seno. Quando lo liberò,fece un leggero sobbalzo, per poi tornare bello sodo al suo posto, ma con i segni rossi della sua presa. Con la mano bagnata mi allungai leggermente indietro per accarezzargli le palle. Nonostante la sborrata di poco prima le sentii ancora piuttosto gonfie, e mi eccitò ancora di più stringerle e massaggiarle. Anche il suo cazzo si stava di nuovo gonfiando, e fremente com'ero mi calai giù. Prima continuai a dedicarmi alle palle con la lingua, dando leggeri colpetti alternati a leccate da cima a fondo. Quando furono abbastanza bagnate, ci passai le tette sopra e continuando a massaggiarle in questo modo, con la lingua potei finalmente dedicarmi al suo cazzo. Lo leccai lungo tutta l'asta, alternando le labbra alla lingua,finché non lo sentii indurirsi al punto giusto. La mia figa aveva percepito il richiamo e non resisteva più. Mi alzai da terra e mi sedetti sopra di lui, affondando il suo cazzo dentro di me. Facemmo entrambi un sussulto. Mi appoggiai a lui per risalire lentamente e poi affondai di nuovo, fino in fondo. Un brivido mi pervase e non riuscii a trattenere un gemito. Questo non mi fermó anzi, ne volevo sempre di più, e il ritmo si fece più incalzante. Continuai a cavalcarlo sempre più velocemente, facendo appena riemergere la sua cappella per poi tornare ad affondare fino a sentire le palle. I miei seni sbattevano tra loro finché non me li fermò con le mani e iniziò a leccarli. Rallentai e dopo un'ultima penetrazione, mi alzai in piedi. Vidi il suo cazzo scorrere fuori completamente bagnato. Mi girai di spalle e mi sedetti nuovamente sopra di lui, infilandolo ancora. Da questa posizione lo sentivo ancora più in profondità e ricominciai a muovermi. Era così duro che ogni affondo mi procurava un intenso gemito di piacere. Stavo per aumentare il ritmo quando mi sentii afferrare il collo e trascinare giù, stesa sul suo petto. Iniziò lui a spingere, e i suoi colpi erano molto più vigorosi dei miei affondi. Decisi e rapidi, non mi lasciavano via di scampo. Le mie gambe iniziarono a tremare ed irrigidirsi. Se ne accorse e poggiò una mano sul mio fianco come sostegno. Con l'altra però iniziò a toccarmi il clitoride ormai gonfio e lì non potei più resistere. Inarcai la schiena ed esplosi in un orgasmo dirompente. Un brivido partì dal mio basso ventre e mi pervase tutto il corpo, e con un grido lo liberai. Dopodiché sentii ogni muscolo rilassarsi e rimasi adagiata sul suo petto. Non aveva mai smesso di scoparmi, ma non so per quanto avrebbe resistito sotto al peso del mio corpo ora che non mi reggevo più con le gambe. Ma non me ne importava gran che, perché nella mia mente annebbiata dalla soddisfazione in quel momento avrebbe potuto farmi qualsiasi cosa.
Trovo molto emozionante il passaggio del pene tra i seni. Adoro le spagnole, sono uno dei giochi più stimolanti che si possano fare nell'intimità. Sei straordinariamente credibile nel descrivere il flusso delle sensazioni e i movimenti del corpo. La scena è chiara e netta. L'eccitazione si sente ed è, effettivamente come vedervi.
 

Lee-san

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Tutto ad un tratto sentii il mio cazzo diventare più scivoloso, i suoi umori colavano percorrendo le mie palle fino a cadere sul letto, bagnando le lenzuola. Sentire il suo orgasmo accompagnato dal suo gemito mi fece assaporare orgogliosamente il momento. Sentirla in preda al piacere, rilassare il corpo, mi eccitò ancora di più e decisi che quella serata non sarebbe finita lì.

La scostai mettendola sul fianco e mi alzai dal letto, lei mi fissava tenendo le gambe aperte e respirando mi sorrise:
“Hai cambiato idea? Vai via?”

“Assolutamente no. Devo prendere una cosa”. Estrassi la cintura dalla vita del pantalone e la strinsi al braccio portando la fibbia al buco più stretto.

“E’ arrivato il momento di sculacciarmi?”

“Dipende da come ti comporti.”

“Molto male, se quella è l’intenzione”

“Allora non ti servirà molta fantasia”
Risalii a cavalcioni sul letto e con forza la sdraiai a pancia in giù. Mi portai di peso sopra il suo culo e mentre il mio cazzo ancora intriso dei suoi umori pulsava voracemente tra le sue natiche, incrociai le sue braccia dietro la schiena e strinsi i suoi polsi con la cintura.

Assicurandomi che la presa fosse ben stretta, mi alzai in piedi sul letto e per qualche secondo godetti della visione di lei nuda con le mani legate. I suoi piedi dondolavano , compiaciuta per ciò che le stava accadendo.

La afferrai su per la vita e la portai a pecorina con la faccia appoggiata sul cuscino. I suoi buchetti in aria pronti per essere ancora penetrati e le sue braccia serrate sulla schiena non la mettevano a disagio, attendeva impaziente.

Riscesi dal letto con aria investigativa. Lei ancora in quella posizione cercava di seguirmi con lo sguardo finchè potesse:
“Hai perso qualcosa o vuoi ammirarmi così?”
Mettendomi proprio dietro di lei, decisi di fermarmi per qualche secondo:
“Guarda che da qui c’è proprio un bel panorama. Peccato tu non possa vederlo, e peccato non potrai vedere altro”
Uscito vittorioso dalla mia ricerca, mi avvicinai a lei e la bendai con una sciarpa che avevo trovato in camera sua.

Feci un nodo abbastanza forte da tenere su la benda e feci ricadere il suo volto sul cuscino. Non disse niente, sorrideva, si godeva il momento o al massimo immaginava già il seguito. Ciò che mi rassicurava, è che quella benda da un momento all’altro avrebbe acutizzato gli altri sensi , e la dimostrazione giunse quando iniziai a leccarle il suo buchetto che portò ad un suo sussulto. Lo lubrificai per bene, aggiungendo saliva di tanto in tanto e premendo la punta della lingua dentro, mentre il mio cazzo bramava di nuovo per entrare dentro di lei.

Mentre la sua fica continuava a grondare lentamente umori, mi piegai su di lei ed allargai le sue natiche, puntando il mio cazzo nel suo buchetto ed entrando più facilmente della volta precedente. Gli scricchiolii del letto ripresero di nuovo a farsi sentire, il mio cazzo era avvolto nel calore del suo corpo e gradualmente aumentava il ritmo che aveva fatto iniziare quella serata.

Scoparla da dietro era una cosa fantastica. Sentirla gemere ad ogni mio colpo e guardare le sue labbra aprirsi sotto a quella benda era uno spettacolo molto invitante. Pensai che lo avrei fatto per tutta la notte, per giorni, continuavo a penetrarla e portai il ritmo ad una cadenza davvero sostenuta. Mentre la sentivo urlare e le stringevo i polsi per darmi slancio ed affondare il mio cazzo sempre più profondamente dentro di lei, sentivo di essere quasi al limite. Presi tempo.

Estrassi lentamente il mio cazzo dal suo culetto e puntai alla sua fica ancora bagnata. Poggiai la punta tra le labbra, e con movimenti lenti massaggiavo il suo clitoride, su e giù. Massaggiavo e mi allontanavo un po’, mi riavvicinavo ed entravo per qualche centimentro.

Volevo gustarmi ancora per un po’ la sua fica, prima di venirle dentro il suo buchetto. Era così stretto da farmi durare meno del solito o almeno, era la scusa che mi davo per aver provato tutta quell’eccitazione che quella serata mi aveva dato fino ad allora.

Finchè tra un gemito e l’altro, mi biascicò qualcosa:

“Vienimi dentro”

“Cosa?”

“Prendo la pillola,vienimi dentro” gemendo.

L’effetto che mi fece quella richiesta fu molto simile all’incrocio dei nostri sguardi mentre vedevo il mio cazzo scomparire tra le sue labbra, seduti al tavolo.

Ero spacciato, avrei voluto tanto non soddisfare così facilmente la sua richiesta, farle desiderare ancora per un po’ il mio cazzo, ma non potei assecondare ancora per molto la mia vena autoritaria. Decisi di godermi il momento, di giocare d’istinto, lasciai da parte la mia razionalità e diedi sfogo assoluto ai miei sensi.

La penetrai all’istante e ripresi il ritmo precedente, affondavo sempre più a fondo, fino a sentire la cervice del suo utero con la punta del mio cazzo pulsante. Ero estasiato nel sentirla ancora così bagnata e grondante di umori, la presi per il petto e mentre con una mano le tenevo il seno , con l’altra le stringevo il collo, la penetrai così violentemente da sentire la rete del letto sbattere contro il muro.

Una, due, tre volte.

Emisi un gemito forte e compiaciuto mentre riempivo la sua fica di tutto il mio caldo sperma. Avevo ancora una mano che stringeva il suo collo e potevo sentire tranquillamente il suo battito accellerato ed il suo respiro.

Ripresi fiato anch’io, stralunato. Estasiato.

Restai con il mio cazzo pulsante dentro di lei ancora per qualche secondo. Volevo godermi il momento. Quel momento che andava oltre tutte le mie aspettative, che avrei ricordato per molto tempo.
 

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Vi siete davvero superati (in tutti i sensi). Emergono due personalità diverse che s'incontrano e danno vita a un fuoco che non si può spegnere. Rileggendo quanto letto finora faccio fatica a trovare il punto più eccitante, ce ne sono troppi.
 

Stradotato

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Alzo gli occhi al cielo. Ad averlo saputo prima avrei posticipato il ritiro,invece ormai sono le 8 in punto e sono dinnanzi al locale. Apro lo sportello, appoggio il primo tacco fuori e scosto il vestito per non farlo toccare a terra.
Questo passaggio iniziale è molto eccitante. Non è ancora successo niente, però il tacco che si appoggia a terra e il movimento del vestito già sono un segnale. Un segnale soprattutto di femminilità.
 

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