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<blockquote data-quote="Lee-san" data-source="post: 18483963" data-attributes="member: 275696"><p>Restai fisso in quella posizione per qualche minuto, tenendole lo sguardo e sorridendo, mentre sentivo i suoi caldi umori bagnarmi la parte superiore del pantalone, sotto al quale il mio cazzo faceva sentire tutte le sue pulsazioni come un toro che sbatte con la testa contro il cancello di legno dopo aver visto il torero.</p><p></p><p>Avrei voluto prenderla e dar finalmente adito alla mia passione, sbatterla sul tavolo e penetrarla avidamente,mentre avrei continuato a gustarmi i suoi capezzoli e stretto i suoi voluminosi capelli neri in un pugno, ma non volevo finire quella cena in un modo così diretto, non avrei voluto darle ciò che voleva già da adesso.</p><p></p><p>La afferrai serratamente e facendomi forza sulle gambe la rimisi seduta sul tavolo. Appena si sentìi avvinghiata a me, emise un gemito ed affondò un morso sul mio collo, così ricambiai usando la mia lingua per giocare con la sua.</p><p></p><p>Mentre esplorai la sua bocca, sfiorando i suoi denti ed assaporando la sua saliva, la mia mano sinistra scese tra le sue gambe e si protrasse tra le sue labbra bagnatissime e calde. Al contatto con esse, le mie dita scivolarono tra di loro creando dei movimenti repentini vicino al clitoride prima, e all’interno della sua fica dopo.</p><p></p><p>Le vibrazioni provenienti dalla sua bocca non lasciarono spazio all’immaginazione, il mio pantalone continuò ad essere sempre più bagnato e stavolta non per colpa sua. Decisi di liberare almeno il mio cazzo da quel posto angusto che erano diventati i miei boxer e decisi di strusciarlo avidamente sulla sua fica. </p><p></p><p>Di questo passo non avrei resistito molto a lungo dalla voglia di possederla sul tavolo, dal penetrare quel posto così accogliente e bramoso di sesso. Ma quante altre possibilità avrei avuto nel ritrovarla così vogliosa e così desiderosa di essere scopata, di desiderare il mio cazzo ma sopratutto di realizzare anche il mio desiderio.</p><p></p><p>Faccio per inserire il glande tra le sue labbra. Lei lo percepì ricambiando con un gemito smorzato mordendosi le labbra ed aiutandomi ad assestare il colpo stringendo i miei fianchi con le sue gambe, ma per fortuna, non caddi nella tentazione.</p><p></p><p>La presi per i capelli con la mano sinistra, abbastanza forte da farle alzare lo sguardo al soffitto e portandola a guardarmi come una preda ormai consapevole di essere diventata il pasto del suo predatore, ansimante e con il battito accellerato: “Cosa aspetti, stronzo”</p><p></p><p>“Ti ricordi il boccone migliore lasciato per ultimo? Come ho detto, sono ancora all’antipasto”</p><p></p><p>Le presi il seno e la spinsi sul tavolo sdraiandola, volevo darle piacere prima di scoparla avidamente, ed iniziai a riprendere il ritmo veloce nella sua fica con le mie dita.</p><p></p><p>Il gesto fu molto apprezzato, lei continuò a tenersi il seno e stringersi i capezzoli, mentre aprì la bocca e mi mostrò tutto il suo piacere, servito tra i bicchieri sporchi di sake ed i piatti inutilizzati. Mentre le mie dita continuarono a grondare umori, anche il mio cazzo iniziò a lasciar colare dalla punta tutta la sua voglia, repressa da una mente tanto sadica quanto galante. Per un attimo ebbi paura di venire senza neanche averla penetrata, ma rinsavii all’istante quando sentii i suoi piedi appoggarsi all’asta umida del mio cazzo strusciandolo con movimenti interrotti.</p><p></p><p>Vedevo gemerla, presa dal piacere che le davo io, ma non si era arresa nel tenermi testa, mentre ero lì a sditalinarla aveva trovato il modo per riprendersi un minimo di controllo della situazione afferrando il mio cazzo con i suoi piedi. </p><p></p><p>Avevo fatto bene ad aspettare ancora un po’, a darle modo di controbattere alla mia ennesima provocazione. </p><p></p><p>Decisi di aumentare il ritmo, di non arrendermi nonostante la mia eccitazione aveva ormai superato il limite della razionalità , ma dopo qualche istante lei mollò la presa con i piedi e portando le mani dal suo petto al tavolo si lasciò andare in un gemito più forte degli altri, mentre alzando il bacino sentìì delle fantastiche vibrazioni provenire dal suo basso ventre.</p><p></p><p>I suoi occhi stralunati ed il suo respiro affannoso mi suggerirono che mai aveva provato una sensazione così forte, forse neanche quando maltrattava i suoi utensili da cucina o la sua scorta di banane. </p><p></p><p>Era fantastico vedere il suo corpo rilassarsi dopo l’orgasmo ed il suo volto estasiato ma a tratti confuso.</p><p></p><p>La mia mano era zuppa, così come il mio cazzo. Per un istante, ero riuscito a farla mia, a tenerla letteralmente con due dita, a darle prova della mia devozione per il suo corpo e per quella serata. Ma sapevo che non sarebbe finita lì, mi fissava, sapevo che ora toccava a lei “farmela pagare”, e la cosa mi provocò un sorriso di impazienza e curiosità .</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Lee-san, post: 18483963, member: 275696"] Restai fisso in quella posizione per qualche minuto, tenendole lo sguardo e sorridendo, mentre sentivo i suoi caldi umori bagnarmi la parte superiore del pantalone, sotto al quale il mio cazzo faceva sentire tutte le sue pulsazioni come un toro che sbatte con la testa contro il cancello di legno dopo aver visto il torero. Avrei voluto prenderla e dar finalmente adito alla mia passione, sbatterla sul tavolo e penetrarla avidamente,mentre avrei continuato a gustarmi i suoi capezzoli e stretto i suoi voluminosi capelli neri in un pugno, ma non volevo finire quella cena in un modo così diretto, non avrei voluto darle ciò che voleva già da adesso. La afferrai serratamente e facendomi forza sulle gambe la rimisi seduta sul tavolo. Appena si sentìi avvinghiata a me, emise un gemito ed affondò un morso sul mio collo, così ricambiai usando la mia lingua per giocare con la sua. Mentre esplorai la sua bocca, sfiorando i suoi denti ed assaporando la sua saliva, la mia mano sinistra scese tra le sue gambe e si protrasse tra le sue labbra bagnatissime e calde. Al contatto con esse, le mie dita scivolarono tra di loro creando dei movimenti repentini vicino al clitoride prima, e all’interno della sua fica dopo. Le vibrazioni provenienti dalla sua bocca non lasciarono spazio all’immaginazione, il mio pantalone continuò ad essere sempre più bagnato e stavolta non per colpa sua. Decisi di liberare almeno il mio cazzo da quel posto angusto che erano diventati i miei boxer e decisi di strusciarlo avidamente sulla sua fica. Di questo passo non avrei resistito molto a lungo dalla voglia di possederla sul tavolo, dal penetrare quel posto così accogliente e bramoso di sesso. Ma quante altre possibilità avrei avuto nel ritrovarla così vogliosa e così desiderosa di essere scopata, di desiderare il mio cazzo ma sopratutto di realizzare anche il mio desiderio. Faccio per inserire il glande tra le sue labbra. Lei lo percepì ricambiando con un gemito smorzato mordendosi le labbra ed aiutandomi ad assestare il colpo stringendo i miei fianchi con le sue gambe, ma per fortuna, non caddi nella tentazione. La presi per i capelli con la mano sinistra, abbastanza forte da farle alzare lo sguardo al soffitto e portandola a guardarmi come una preda ormai consapevole di essere diventata il pasto del suo predatore, ansimante e con il battito accellerato: “Cosa aspetti, stronzo” “Ti ricordi il boccone migliore lasciato per ultimo? Come ho detto, sono ancora all’antipasto” Le presi il seno e la spinsi sul tavolo sdraiandola, volevo darle piacere prima di scoparla avidamente, ed iniziai a riprendere il ritmo veloce nella sua fica con le mie dita. Il gesto fu molto apprezzato, lei continuò a tenersi il seno e stringersi i capezzoli, mentre aprì la bocca e mi mostrò tutto il suo piacere, servito tra i bicchieri sporchi di sake ed i piatti inutilizzati. Mentre le mie dita continuarono a grondare umori, anche il mio cazzo iniziò a lasciar colare dalla punta tutta la sua voglia, repressa da una mente tanto sadica quanto galante. Per un attimo ebbi paura di venire senza neanche averla penetrata, ma rinsavii all’istante quando sentii i suoi piedi appoggarsi all’asta umida del mio cazzo strusciandolo con movimenti interrotti. Vedevo gemerla, presa dal piacere che le davo io, ma non si era arresa nel tenermi testa, mentre ero lì a sditalinarla aveva trovato il modo per riprendersi un minimo di controllo della situazione afferrando il mio cazzo con i suoi piedi. Avevo fatto bene ad aspettare ancora un po’, a darle modo di controbattere alla mia ennesima provocazione. Decisi di aumentare il ritmo, di non arrendermi nonostante la mia eccitazione aveva ormai superato il limite della razionalità , ma dopo qualche istante lei mollò la presa con i piedi e portando le mani dal suo petto al tavolo si lasciò andare in un gemito più forte degli altri, mentre alzando il bacino sentìì delle fantastiche vibrazioni provenire dal suo basso ventre. I suoi occhi stralunati ed il suo respiro affannoso mi suggerirono che mai aveva provato una sensazione così forte, forse neanche quando maltrattava i suoi utensili da cucina o la sua scorta di banane. Era fantastico vedere il suo corpo rilassarsi dopo l’orgasmo ed il suo volto estasiato ma a tratti confuso. La mia mano era zuppa, così come il mio cazzo. Per un istante, ero riuscito a farla mia, a tenerla letteralmente con due dita, a darle prova della mia devozione per il suo corpo e per quella serata. Ma sapevo che non sarebbe finita lì, mi fissava, sapevo che ora toccava a lei “farmela pagare”, e la cosa mi provocò un sorriso di impazienza e curiosità . [/QUOTE]
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