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Capitolo 1: Bar Mario
Racconti Erotici
Con impegno e Costanza si ottieni qualsiasi cosa
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<blockquote data-quote="Tubamascherata" data-source="post: 19747492" data-attributes="member: 615622"><p><strong><span style="font-size: 18px">8. Occhio per occhio, ginocchio per ginocchio</span></strong></p><p></p><p>Rimasi in doccia per qualche altro minuto, mentre l’acqua mi scorreva addosso insieme ai pensieri. Ancora con la maglietta addosso, fradicio ed intontito, ammirai le forme sinuose di Costanza uscire dal box ed infilarsi l’accappatoio.</p><p></p><p>Lei cominciò ad asciugarsi con il phon, mentre cercavo di capire come giustificare con Marta la mia maglietta zuppa, oppure se fosse il caso di andarmene a casa e di tornare solo più tardi. Non feci né l’una né l’altra cosa, mi levai istintivamente la maglia mettendola a stendere a cavallo della doccia, senza minimamente pensare a cosa eventualmente dire a Marta nel caso l'avesse notata. Poi mi infilai il suo accappatoio rosa ed un enorme peso mi di depositò sullo stomaco sotto forma di senso di colpa.</p><p></p><p>Ma durò pochi secondi: di nuovo, fui attratto prepotentemente dal corpo nudo di Costanza. Rinfrancato dal suo modo di farmi concludere, meno dittatoriale del solito, presi coraggio e la cinsi da dietro unendo le mie mani sul suo ventre.</p><p></p><p>Lei non si scompose e continuò ad asciugarsi. I suoi capelli veleggiavano sotto il vento rovente dell’elettrodomestico, solleticandomi il collo. Ne approfittai per abbassare il raggio d’azione delle mie mani finendo sul suo pube ed accarezzando con le dita il suo monte di Venere appena ispido. Lei rimase inerme anche quando iniziai a massaggiare delicatamente le parti più lisce della sua zona intima.</p><p></p><p>Il primo dito andò in avanscoperta oltrepassando l’apertura, lei reagì soltanto con un respiro più profondo degli altri. Mi tornò in mente, come un’illuminazione divina, un particolare a cui prima non avevo fatto molto caso. Costanza sembrava particolarmente sensibile a tocchi e carezze sulla zona del ginocchio. L’avevo notato qualche minuto prima ed anche in occasione della mia prima esplorazione su di lei.</p><p></p><p>Una zona erogena apparentemente neutra ed inusuale che sembrava però suscitare in lei qualcosa di molto eccitante in aggiunta ai classici punti di piacere. Così, la mia mano destra lasciò il suo tiepido cunicolo per andarsi a concentrare nella suddetta zona. A quel punto, lei ebbe un vero e proprio sussulto.</p><p></p><p>“Che fai?” mi disse stizzita girandosi verso di me, forse conscia di essere stata colpita nel suo punto debole.</p><p>Bingo. Forse avevo trovato qualcosa che la faceva andare fuori di testa, ed avrei potuto ristabilire un rapporto paritario.</p><p>Non le dissi niente e proseguii nella mia azione di scardinamento, unendo all’azione combinata delle mie mani dei leggeri morsi sul collo.</p><p>Costanza iniziò ad inarcare la sua schiena all’indietro, facendola aderire al mio petto.</p><p>“Smettila…Ah!” esclamò mentre ogni segnale del suo corpo mi dimostrava l’esatto contrario.</p><p></p><p>Preso dalla veemenza, la rigirai e la spinsi schiena al muro per cominciare a baciarla. Lei quasi fece cadere il phon e si lasciò andare per la prima volta alle mie attenzioni. La sua mano si allungò verso il mio inguine dove qualcosa aveva ripreso immediatamente vita. Proseguii a baciarla, tastarla, e massaggiarla. Il profumo di pulito ed il suo corpo liscio stavano facendo il resto. Tra un bacio e l’altro, finalmente mi propose: “Andiamo in camera!”</p><p></p><p>Io aprii la porta praticamente con i piedi, non staccandomi neanche per mezzo secondo da tutte la parti di lei che stavo assaggiando, assaporando, esplorando, accarezzando. Continuai spingendola leggermente in linea retta per raggiungere la sua camera, posta esattamente di fronte al bagno. Lei mi stoppò.</p><p></p><p>“Facciamolo in camera di Marta!” mi propose.</p><p>“Ma perché?” risposi io allibito.</p><p>“Mi eccita…” rispose lei.</p><p>Inutile dire che, già il fatto che lei mi comunicasse il suo essere eccitata, suscitò in me una reazione a catena facendomi eccitare ancora di più. Ero pieno di sensi di colpa, ma ormai avevo anche varcato la soglia della dignità da parecchio, per cui non opposi troppa resistenza. Mi limitai a non dire niente.</p><p>“Se non vuoi però, no…” sussurrò lei con malizia.</p><p>Non era più dittatoriale. Aveva cambiato strategia, forse anche a causa del suo essere più eccitata e quindi più fragile, ma mi provocava comunque subdolamente con queste domande retoriche, alle quali sapeva che non avrei potuto rispondere di no.</p><p></p><p>Aprii la porta della stanza di Marta ancora una volta con i piedi, facendo indietreggiare Costanza fino a spingerla di schiena sul letto. Qui, le tolsi l’accappatoio e lo scaraventai per terra ed in un attimo fui sopra di lei. Mi svuotai frettolosamente le tasche sul comodino, estraendo cellulare e portafoglio, alla ricerca di un preservativo che non sembrava esserci. Lei lo intuì e afferrò la preoccupazione nei miei occhi.</p><p></p><p>“Cazzo!” esclamai quasi sottovoce.</p><p>Lei si fermò.</p><p>“Non ce l’hai?” mi domandò.</p><p>Scossi la testa.</p><p>“A me non importa.” disse lei. “Ma se non vuoi però…”</p><p>Ancora la sua maledetta tattica. Aveva cambiato strategia ma finiva sempre per mettermi in difficoltà . Se avesse detto così ad ogni ragazzo con cui andava, non ci sarebbe stato da stare granché sicuri. Ma in quella situazione, non potevo farmi scrupoli. Acconsentii. Le allargai leggermente le gambe, piegandogliele all’indietro ed avvicinai il mio bacino al suo. Entrai.</p><p></p><p>L’istante successivo al mio ingresso dentro di lei, ogni ipotetico pensiero su malattie, gravidanze e compagnia cantante sparì come per magia. Ero carico, e finalmente stavo facendo sesso con Costanza: trasferii tutto il mio impeto nei movimenti, muovendo forsennatamente il mio bacino come un danzatore del ventre. Il suo ginocchio destro, alla portata della mia mano, fu nuovamente bersaglio delle mie attenzioni, con conseguente godimento da parte sua.</p><p></p><p>Era la scena che mi stavo sognando da mesi: io sopra di lei, il contatto dei nostri genitali caldi ed umidi gli uni sugli altri, il suo seno che ondeggiava delicatamente seguendo l’andamento del mio incedere. Costanza che finalmente, complice il mio minuzioso lavoro sul suo ginocchio, si stava lasciando andare ad una sana eccitazione non inquinata dalle sue strategie tiranniche. Tutto sembrava perfetto, fino a quando il mio cellulare cominciò a vibrare rumorosamente sul comodino. Era Marta.</p><p></p><p><strong>[CONTINUA...]</strong></p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Tubamascherata, post: 19747492, member: 615622"] [B][SIZE=5]8. Occhio per occhio, ginocchio per ginocchio[/SIZE][/B] Rimasi in doccia per qualche altro minuto, mentre l’acqua mi scorreva addosso insieme ai pensieri. Ancora con la maglietta addosso, fradicio ed intontito, ammirai le forme sinuose di Costanza uscire dal box ed infilarsi l’accappatoio. Lei cominciò ad asciugarsi con il phon, mentre cercavo di capire come giustificare con Marta la mia maglietta zuppa, oppure se fosse il caso di andarmene a casa e di tornare solo più tardi. Non feci né l’una né l’altra cosa, mi levai istintivamente la maglia mettendola a stendere a cavallo della doccia, senza minimamente pensare a cosa eventualmente dire a Marta nel caso l'avesse notata. Poi mi infilai il suo accappatoio rosa ed un enorme peso mi di depositò sullo stomaco sotto forma di senso di colpa. Ma durò pochi secondi: di nuovo, fui attratto prepotentemente dal corpo nudo di Costanza. Rinfrancato dal suo modo di farmi concludere, meno dittatoriale del solito, presi coraggio e la cinsi da dietro unendo le mie mani sul suo ventre. Lei non si scompose e continuò ad asciugarsi. I suoi capelli veleggiavano sotto il vento rovente dell’elettrodomestico, solleticandomi il collo. Ne approfittai per abbassare il raggio d’azione delle mie mani finendo sul suo pube ed accarezzando con le dita il suo monte di Venere appena ispido. Lei rimase inerme anche quando iniziai a massaggiare delicatamente le parti più lisce della sua zona intima. Il primo dito andò in avanscoperta oltrepassando l’apertura, lei reagì soltanto con un respiro più profondo degli altri. Mi tornò in mente, come un’illuminazione divina, un particolare a cui prima non avevo fatto molto caso. Costanza sembrava particolarmente sensibile a tocchi e carezze sulla zona del ginocchio. L’avevo notato qualche minuto prima ed anche in occasione della mia prima esplorazione su di lei. Una zona erogena apparentemente neutra ed inusuale che sembrava però suscitare in lei qualcosa di molto eccitante in aggiunta ai classici punti di piacere. Così, la mia mano destra lasciò il suo tiepido cunicolo per andarsi a concentrare nella suddetta zona. A quel punto, lei ebbe un vero e proprio sussulto. “Che fai?” mi disse stizzita girandosi verso di me, forse conscia di essere stata colpita nel suo punto debole. Bingo. Forse avevo trovato qualcosa che la faceva andare fuori di testa, ed avrei potuto ristabilire un rapporto paritario. Non le dissi niente e proseguii nella mia azione di scardinamento, unendo all’azione combinata delle mie mani dei leggeri morsi sul collo. Costanza iniziò ad inarcare la sua schiena all’indietro, facendola aderire al mio petto. “Smettila…Ah!” esclamò mentre ogni segnale del suo corpo mi dimostrava l’esatto contrario. Preso dalla veemenza, la rigirai e la spinsi schiena al muro per cominciare a baciarla. Lei quasi fece cadere il phon e si lasciò andare per la prima volta alle mie attenzioni. La sua mano si allungò verso il mio inguine dove qualcosa aveva ripreso immediatamente vita. Proseguii a baciarla, tastarla, e massaggiarla. Il profumo di pulito ed il suo corpo liscio stavano facendo il resto. Tra un bacio e l’altro, finalmente mi propose: “Andiamo in camera!” Io aprii la porta praticamente con i piedi, non staccandomi neanche per mezzo secondo da tutte la parti di lei che stavo assaggiando, assaporando, esplorando, accarezzando. Continuai spingendola leggermente in linea retta per raggiungere la sua camera, posta esattamente di fronte al bagno. Lei mi stoppò. “Facciamolo in camera di Marta!” mi propose. “Ma perché?” risposi io allibito. “Mi eccita…” rispose lei. Inutile dire che, già il fatto che lei mi comunicasse il suo essere eccitata, suscitò in me una reazione a catena facendomi eccitare ancora di più. Ero pieno di sensi di colpa, ma ormai avevo anche varcato la soglia della dignità da parecchio, per cui non opposi troppa resistenza. Mi limitai a non dire niente. “Se non vuoi però, no…” sussurrò lei con malizia. Non era più dittatoriale. Aveva cambiato strategia, forse anche a causa del suo essere più eccitata e quindi più fragile, ma mi provocava comunque subdolamente con queste domande retoriche, alle quali sapeva che non avrei potuto rispondere di no. Aprii la porta della stanza di Marta ancora una volta con i piedi, facendo indietreggiare Costanza fino a spingerla di schiena sul letto. Qui, le tolsi l’accappatoio e lo scaraventai per terra ed in un attimo fui sopra di lei. Mi svuotai frettolosamente le tasche sul comodino, estraendo cellulare e portafoglio, alla ricerca di un preservativo che non sembrava esserci. Lei lo intuì e afferrò la preoccupazione nei miei occhi. “Cazzo!” esclamai quasi sottovoce. Lei si fermò. “Non ce l’hai?” mi domandò. Scossi la testa. “A me non importa.” disse lei. “Ma se non vuoi però…” Ancora la sua maledetta tattica. Aveva cambiato strategia ma finiva sempre per mettermi in difficoltà . Se avesse detto così ad ogni ragazzo con cui andava, non ci sarebbe stato da stare granché sicuri. Ma in quella situazione, non potevo farmi scrupoli. Acconsentii. Le allargai leggermente le gambe, piegandogliele all’indietro ed avvicinai il mio bacino al suo. Entrai. L’istante successivo al mio ingresso dentro di lei, ogni ipotetico pensiero su malattie, gravidanze e compagnia cantante sparì come per magia. Ero carico, e finalmente stavo facendo sesso con Costanza: trasferii tutto il mio impeto nei movimenti, muovendo forsennatamente il mio bacino come un danzatore del ventre. Il suo ginocchio destro, alla portata della mia mano, fu nuovamente bersaglio delle mie attenzioni, con conseguente godimento da parte sua. Era la scena che mi stavo sognando da mesi: io sopra di lei, il contatto dei nostri genitali caldi ed umidi gli uni sugli altri, il suo seno che ondeggiava delicatamente seguendo l’andamento del mio incedere. Costanza che finalmente, complice il mio minuzioso lavoro sul suo ginocchio, si stava lasciando andare ad una sana eccitazione non inquinata dalle sue strategie tiranniche. Tutto sembrava perfetto, fino a quando il mio cellulare cominciò a vibrare rumorosamente sul comodino. Era Marta. [B][CONTINUA...][/B] [/QUOTE]
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