Esperienza reale Covid stories - Come una pandemia globale può aiutare a scopare

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Ciao a tutti, dopo tanto tempo a leggere e godere delle vostre esperienze da esterno, ho deciso di mettere sul piatto anche qualcosa di mio.
Non me ne vogliate per la mia assenza di partecipazione, ma ho sempre pensato che, di fronte alle grandi storie da voi raccontate, dal basso della mia ordinarietà non ho mai pensato di avere voce in capitolo.
Eppure eccomi qua, pronto a mettere nero su bianco alcune delle esperienze vissute in questi anni di Covid, esperienze che fino a ora sono rimaste tra me e le ragazze in questione, non avendo mai avuto la voglia (o lo "stomaco") di raccontarle ai soliti amici, che mi hanno sempre reputato molto tranquillo e poco "latin lover".
Faccio una ulteriore piccola premessa, per spiegare perché sto provando a condividere le mie esperienze: fino a qualche anno fa ero più vergine dell'olio, ma una serie di fortunati eventi mi hanno portato finalmente a saltare l'ostacolo.
Perché ci tengo a sottolineare questa cosa? Perché mi piacerebbe fare da faro per tutti quelli come me (Sfigati? Timidi? Scegliete voi la definizione) che leggono questo blog solamente fantasticando e senza vivere il tutto in prima persona.
Vi dico: ce la si può fare!
"È come nelle grandi storie", aggiungerei 😉
Iniziamo!
 

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1. Il durello in viaggio

(Ps. La storia è vera, credeteci o meno, ma è romanzata e con una serie di variazioni, necessarie per la privacy delle persone. Non metterò foto, non metterò screenshot delle chat. Punto)

Tutti abbiamo iniziato a "godere della vita" da qualche parte, ma devo ammettere di aver iniziato molto in ritardo il mio percorso.
Ma andiamo con ordine!
Non sono mai riuscito a definirmi bello, nemmeno ora a conti fatti, anche se ho scoperto di essere un tipo che può piacere. Ho 29 anni e vivo nella grande città del nord (pheega). Abbastanza in carne, barba, occhi tra l'azzurro e il verde (grande aggancio che ho imparato a sfruttare) e un bel cazzo tozzo e largo (anche qui una cosa che si scoprirà utile più avanti nel tempo)
A 24 anni (dopo -addirittura- tre anni dal primo bacio) finalmente ho trovato la mia prima ragazza: due anni passati, nel bene o nel male, nella normalità.
Il Covid, però, ha cambiato tutto.
Tornata nel suo paesello in quel famoso giorno di marzo di fuggi-fuggi generale (sicuramente lo ricorderete bene), le cose sono andate a perdersi, fino ad arrivare a una rottura totalmente annunciata.

In quel momento sembrava tutto finito.
Chissà quanto tempo sarebbe passato, memore delle esperienze del vecchio me, prima di ripucciare il biscottone.

Eppure...

Dopo un paio di mesi dalla rottura, a fine estate, mi sono ritrovato invitato a un evento fuori regione, in Veneto, a un paio di ore di distanza in treno da casa (le regioni erano ancora aperte per l'estate).
Avevo accettato l'invito con poca voglia di questa amica, la quale mi aveva invitato a restare a dormire da lei e dal suo fidanzato, trattandosi di un evento fino a tarda notte. Avevo accettato a patto (che pigro, lo ammetto) di farmi scarrozzare dopo essere arrivato in treno nella città vicina. Scendiamo a patti e arriva il giorno, seppur di corsa e a rischio di perdere il treno.
Non sarà lei la protagonista, anche se inizialmente la mente aveva viaggiato su possibili orgioni per festeggiare...
Mi ritrovo quindi in mezzo a persone sconosciute, trascinato da un'amicizia un po' ammiccante nata sui social.
Si inizia con un aperitivo e si procede, fortunatamente, a bere e a rendermi abbastanza "allegro", ma non troppo. Il giusto.
Faccio amicizia con un paio di persone e chiacchiero del più e del meno, fino a quando non mi si presenta una ragazza, che da principio mi aveva incuriosito, ma che avevo lasciato da parte ritenendola fuori portata.
Tre anni in meno di me, alta come me, capelli castani, pelle candida pallida e delle leggere lentiggini sul naso a punta all'insù. Il corpo un po' a pera, ma con delle pere notevoli e ben mostrate a tutti con una scollatura abbastanza profonda.
Non essendo nel mood, inizialmente non ho prestato tanta attenzione, nonostante le sua curiosità verso di me e sul motivo della mia presenza come "ospite misterioso".
La serata procede, lei (che chiameremo Monica) torna a casa e io con gli altri amici continuiamo a festeggiare a casa di questa coppia.
Il risveglio è ovviamente traumatico, mi aspetta un veloce viaggio verso la stazione con loro e poi il ritorno a casa.

A - Comunque ti sei divertito? Dai alla fine hai visto che ti ci voleva una seratona con noi?
Io - Si si grazie mille, lo sapete bene che dopo che P mi ha mollato non ho più fatto molto... però ieri sera mi aspettavo di più! (Dico scherzando)
G - E che ti aspettavi? Che ti scopassimo? (occhiolino)
A - Dai che hai visto tante tette ieri!
G - A proposito di tette, ma lo sai che Monica mi ha chiesto se sei single?

La lampadina si accende, l'attenzione torna alla scollatura di ieri sera e un durello timido si fa sentire.

Io - Maaaa ricordatemi come fa di cognome...
G - Guarda che è una facile, te la consiglio per dimenticare ma non per altro!
Io - Si si tranquilla, è per pura ricerca scientifica...

Nel giro di pochi secondi, mente il breve viaggio continuava, la trovo su instagram e la aggiungo, con una flebile speranza nel cuore.

Li saluto e salgo sul treno di ritorno, ancora mezzo addormentato. Metto le cuffiette, scelgo la musica e si parte.
Una notifica arriva: Monica ha chiesto di seguirti.
Accetto, e le scrivo.

Io - Ehy ciao! Visto che non ti ho dimenticata? 😉
Monica - Hahaha ho visto. Meno male, perchè non ti ho dimenticata nemmeno io...

To be continued...
 
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La chat non ce l'ho più, quindi non posso riportarvi perfettamente quello che ci siamo detti, ma all'incirca credo sia andata così:

Io - Hey ciao! Visto che non ti ho dimenticata? 😉
Monica - Hahaha ho visto. Meno male, perchè non ti ho dimenticata nemmeno io...
Io - E come posso dimenticarti? Era difficile non notarti ieri
Monica - Vedi che alla fine scrivete per primi sempre voi ragazzi?
Io - Beh se dovessimo sempre aspettare voi ragazze... non succederebbe mai nulla!

E qui segue una serie di battutine ammiccanti, occhiolini e doppi sensi velati, misti a un finto pudore.

Monica - Eppure ieri sembravi così riservato... non si direbbe da quello che mi dici 😉
Io - Beh dai ieri ero misterioso per attirarti, ora piano piano mi sto scaldando... vedrai poi quando sarò lì con te...
Monica - Se la metti così ti aspetto, accendo il camino che fa scena... Così tu che sei Babbo Natale non puoi più scendere 😜
Io - Vedrai che scendo lo stesso e ti pulisco anche la canna fumaria 🤭

E una serie abbastanza semi-spinta di allusioni, finché:

Io - Quindi quando mi aspetti? Ci facciamo un giro romantico mano nella mano nel tuo paesello, a far invidia ai vecchietti?
Monica - Settimana prossima sono libera, di giorno, ti aspetto.

Il cervello ormai era in affanno, mancando del tutto l'afflusso di sangue, impegnato a fluire altrove.
Di seguito, finalmente, riesco anche a farmi dare il suo numero e ci spostiamo su whatsapp, a ulteriore segno del fatto che stesse facendo sul serio.

Il giorno dopo, proseguendo le nostre chat con doppi sensi sempre più avanzati e complessi (nonché una serie di "manipolazioni" aiutato anche dalle foto in costume dell'estate prima), d'improvviso mi dice:

Monica - Io domani sera sono qui da sola, mamma fa il turno di notte fino a mattina...

A quel punto faccio un po' lo gnorri, controllo l'agenda che era più immacolata di un angioletto e accetto, a patto di darmi un angolino di divano per dormire un po' fino a mattina.

Monica - Però non farti strane idee eh? È solo perché mi preoccupo a farti fare tanta strada di notte da solo...
Io - Si si tranquilla, mi basta un cuscino e dormo anche per terra

Sapevamo entrami che mentivamo.

La fatidica sera arriva, non potevo crederci che stesse succedendo e nemmeno che stessi per fare un viaggio in macchina di due ore in autostrada per una scopata, sempre con una piccola chance che fosse una enorme fregatura.
Rincuorato dal fatto che non avevo nulla da perdere e che in fondo era una gitarella, mi sono messo in viaggio con un evidente durello, rimasto per buona parte del viaggio, nella speranza che la polizia non mi fermasse per porto d'armi illegale.
Dovevo calmarmi, il viaggio era lungo e ho iniziato a pensare alla vita e a tutto il resto.
Arrivo al punto di attesa concordato, le scrivo.
La mamma è ancora a casa, devo aspettare ancora un attimo prima che esca. Mezz'oretta passa, l'ansia del momento si inizia a far sentire. In fondo era la mia prima vera botta e via.

Il cellulare vibra:

Monica - Puoi salire

Scendo dalla macchina, citofono, entro. Il durello persiste.

Mi apre la porta e la vedo in un pigiama leggero (faceva ancora abbastanza caldo), shorts corti e i capelli sciolti.
Devo ammettere di aver balbettato qualcosa nel vederla davanti a me sorridere e a sporgersi per salutarmi con due baci sulle guance, accarezzandole le braccia nel mentre. Mi riprendo subito, continuando a parlarle con lo stesso stile ammiccante.

Io - Hai visto che non mi sono perso? So che ci speravi, ma sono qui invece! Povera te
Monica - Eh si ci speravo, ora sarei già nel lettuccio a dormire, visto che domani si studia.

Nel frattempo entro in casa sua e ci dirigiamo verso il salotto, sedendoci sul suo divano.

Io - Dai che vecchia che sei però! Meno male che ci sono io a tenerti un po' viva!

Nel frattempo le mie mani iniziavano timidamente ad accarezzarle il braccio e la mano, per prendere contatto fisico con lei.

Monica - Si si ora si dice tenermi viva?
Io - E come si dovrebbe dire? Dai che almeno con me qua non sembri una pensionata.
Monica - Ehi non sono una vecchia! Dovresti vedere che numeri posso fare...

A quel punto ormai ero completamente su di lei, il mio corpo attaccato al suo e le mie mani a stringerla.
Non avevo considerato però la sua giocosità, infatti velocemente scivolò sul divano, cercando di sgusciare via, ma furbamente la feci scivolare con la sua testa sulle mie gambe e iniziai a coccolarla. Ora era sdraiata sul divano con la sua testa a pochi centimetri dal mio pacco duro.

Io - Ehy che fai? Scappi?
Monica - Che pensavi? Devi sudarti tutto, mica puoi averla così facile eh (occhiolino)

Le mie mani continuavano ad accarezzarla, tra coccole e molto altro, iniziando a muoversi verso il seno, dove la camicetta leggera iniziava a lasciar intravedere due puntini duri. Con la testa si muove verso il mio pacco, sfiorandolo.

Monica - Ma senti qua che qualcuno si è svegliato! Ma ciao piccolo
Io - Parli te? Guarda qua!

Con le mani inizio a giocare con i suoi capezzoli, mentre fa dei versettini compiaciuti.
Non ce la faccio più, scendo verso di lei e provo a baciarla. Per un secondo si ritrae, poi si avventa su sulle mie labbra mettendomi una mano sul collo e inizio a baciarla, in una posizione scomodissima. La mia lingua tocca la sua e sento il suo profumo dolce farmi perdere l'ultimo freno inibitore...

To be continued
 
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Non ricordo con precisione quanto ci è voluto, ricordo solo che un attimo prima eravamo trasportari da un bacio caldo e passionale, avvinghiati sul suo divano, e un attimo dopo mi ritrovavo a osservare e accarezzare la sua bella figa. Ben curata, rossa e gonfia dopo tutte le stimolazioni da sopra i pantaloncini. Era già bagnata e aperta, pronta per essere assaggiata.
Mi guardava con occhi di fuoco, lasciandomi intendere che non attendeva altro che tenere la mia testa tra le sue gambe, e io l'ho accontentata.
Calda e profumata, mi sono trovato subito a massaggiarle il suo clitoride con la mia lingua, mentre il mio dito (subito diventate due dita, a notte inoltrata saranno tre) si facevano largo dentro di lei con movimenti prima circolari, poi scendendo nel profondo a stimolare dove sentivo che gemeva di più.
Subito l'ho confrontata con quella della mia ex, unica che avevo mai assaggiato e che sinceramente non avevo mai avuto tanto piacere di leccare, per via di un forte sapore pungente che non diminuiva mai. Questa invece era dolce e con la lingua non smettevo di assaporare tutto quel ben di dio di succo.
Gemeva sempre di più e le mie mani erano completamente impegnate su di lei: una dentro di lei, l'altra a far diventare i suoi capezzoli duri come la roccia. Capezzoli piccoli, ma molto molto reattivi e duri.
Non potevo non continuare, il sapore era troppo buono e i suoi mugolii sembravano fusa di un gatto (la sua erre moscia rendeva tutto molto eccitante).
Inarcò la schiena, fece dei piccoli urletti mentre affondava le sue dita tra i miei capelli e venne. Era talmente bagnata a quel punto da aver infradiciato la mia barba.
Ma era il mio momento ora. Dopo averla spogliata anche della camicetta, che mancava ancora all'appello vista la voglia di leccarla, si dedica a spogliarmi. La cintura restava l'ultimo scoglio, subito superato con il mio aiuto, per farle finalmente trovare a pelo del naso il mio cazzo duro, finalmente libero.

Monica - Ma io non so se riesco a prenderlo tutto in bocca...
Io - Proviamo...

Non posso vantarmi, non sono Rocco e non mi hanno mai contattato per un provino hard, ma posso dire di avere un bel fungo porcino tozzo e largo che, per quanto ahimè mi è stato quasi sempre stato rifiutato l'anale, ha sempre creato delle belle voragini.

Inizia a prenderlo in mano, lentamente, e con la lingua inizia a leccare la punta, scendendo a tratti verso l'attaccatura, lasciando una scia fresca di saliva. Mentre massaggiava le mie palle, inizia a farlo scendere in bocca, con un tripudio di saliva che iniziava a ricoprirlo e che esce ai lati della sua bocca. Il movimento si fa più intenso, il rumore del mio cazzo che scende nella sua bocca è divino e piano piano scende più a fondo. Dal non sapere se passava, ora lo stava facendo scendere tutto in gola fino all'attaccatura del cazzo, che effettivamente la stava mettendo in difficoltà, tanto che la saliva iniziava a scendere anche sul suo seno.
Che visione divina.
Procede così, mantenendo un'andatura non esagerata (anche guidata da me per evitare di riempirla subito) con una mia mano sul suo collo e una sulla sua nuca, di tanto in tanto per soffocarla e farla godere di questo momento che stava oltremodo apprezzando.
Il momento arriva, non ce la faccio più ad aspettare, la alzo da terra e la metto sul divano a gambe aperte, prendo il preservativo e inizio a massaggiarla con il mio cazzo.
È fradicia, il mio cazzo scivola dentro quasi senza volerlo. Inizia ad ansimare facendo le fusa mentre piano piano le allargo la figa scendendo in profondità. Le tengo le gambe aperte mentre dalle caviglie mentre inizio a muovermi più velocemente, dandole dei decisi colpi di bacino per farle sentire fin dove possiamo arrivare.
I momenti sono concitati, i suoi gemiti si fanno sempre più forti, continuiamo così finche non mi stanco della posizione e la metto a pecorina.
Ha un bellissimo culo sodo e grande, le lascio una manata rossa che apprezza.
Prima di rimetterlo dentro di lei, decido di riassaggiarla e la mia faccia sprofonda nella sua figa sempre più calda e bagnata. Geme.

To be continued...
 
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Mi ritrovo nuovamente con i suoi succhi sulla mia faccia, anche se con l'aggiunta di quel saporino plasticoso del preservativo che ti rimane tra i denti come dopo la visita dal dentista.
Dopo aver mangiato ben bene, torno a rimetterglielo dentro a pecorina, non prima di averle fatto assaporare con un bacio profondo i suoi umori.
La cavalcata è intensa, credo che a questo punti i vicini si siano preoccupati, tra grida di piacere e schiaffi sul culo.
Le stringo i fianchi mentre sento i nostri corpi sbattere l'uno contro l'altro con sonori schiocchi di pelle sudata. Le mie mani scorrono sul suo seno, a giocare e stringerlo sentendo i capezzoli duri come dall'inizio.
Mi fermo, ci fermiamo stanchi per questo inizio. Fortunatamente mia vita sono venuto poche volte ai primi colpi, solo in rari casi. Generalmente, dopo un primo slancio dove devo trattenermi un po', arrivo al punto in cui l'attività fisica e "l'abituarsi" all'accoglienza della nuova figa, mi permette di continuare all'infinito, infarto permettendo.
Monica mi guarda con la faccia e il seno tutti rossi, quel rosso da orgasmo che solamente le ragazze veramente pallide riescono a mantenere.

Monica - Dammelo ancora, distruggimi

A quelle parole la prendo quasi in braccio (dico quaso perché, pur non essendo grossa, aveva una fisicità da valchiria) e ci spostiamo sul suo letto e, quasi tirandola per i capelli, la faccio scendere ancora a prendere il mio cazzo in gola.
Questa volta l'azione è più concitata e scomposta rispetto a prima, mangia il mio cazzo come se avesse un ghiacciolo, segandolo con una mano e succhiandolo con sonori schiocchi di saliva.
Non mi fermo a descrivere la quantità di saliva che colava, non so a voi ma a me questa cosa ha fatto sempre impazzire.

Da qui in poi abbiamo continuato ad alternare posizioni, per prendere fiato di volta in volta e per limonare come due scolaretti arrapati.

Sudati, coperti di vari umori dalla testa ai piedi e con poco fiato, dopo averla vista venire svariate volte (il fatto che tremasse e arrossisse sempre di più mi aiutava a "tenere il conto") decido che è il momento di prendere una pausa.

Sfilo il preservativo, la riprendo per i capelli e la faccio fiondare sul cazzo, arrivandole nuovamente in gola. Qualche colpo di lingua, un veloce aiuto con la mia mano e ci siamo quasi.

Io - Sto venendo
Monica - Porco coprimi tutta

A queste parole esondo sul suo seno, con vari schizzi che partono sulla sua faccia e tra i suoi capelli.

Ci guardiamo, lei tutta rossa e coperta del mio seme bianco, con le lentiggini che risaltano i questo quadretto. Ansima e continua a muovere lentamente le sue mani sul mio cazzo che resta duro e pulsante. Mi siedo, la abbraccio e le do un bacio che ricambia con passione, restando in questa posizione per qualche minuto.

Si alza e va verso il bagno per ripulirsi, con un occhiolino. La guardo andare verso il bagno con quel culetto bello tondo e un nuovo durello si fa strada...

(Ps per quanto le tempistiche possano sembrare poco realistiche, viste le descrizioni fisiche, posso ammettere che ero veramente distrutto e accaldato)

To be continued...
 
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Se qualcuno nel frattemo avesse domande, provate a farmele e vedrò se e quanto profondamente posso rispondervi 😁
 
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Se pensate che possa essere finita qua, vi sbagliate di grosso.
Quel culetto sculettante che se ne andava a lavarsi via il mio seme dal suo corpo, ha ricominciato a farmi ribollire il sangue. Quella sera notte (perché ormai non era più sera, era notte inoltrata e io sarei dovuto scappare alle 5 per non incrociare la madre, sicuramente non felice di vedere sua figlia piena di sborra) abbiamo continuato un numero indefinito di volte, per cogliere a pieno questa scappatella fuori porta.
Ogni volta diventava sempre più rossa sul viso e in seno, venendo tante e tante volte. Infatti mi spiegherà che, se la si prende bene, ha una serie di orgasmi infiniti da farla impazzire.

Monica - Si perché insomma a me piace fare sesso, ma devi saperlo fare bene altrimenti è inutile
Io - Si beh guarda qua comunque che ti ho combinato - le dico io infilandole 3 dita dentro senza problemi
Monica - Ma tu sei pazzo, no no con te basta sennò poi faccio la pipì a secchiate
Io - Basta? Sicura?

Le mie mani continuavano a toccarla, anche se piano piano iniziava a seccarsi purtroppo.

Monica - Mi sa che è il preservativo, però non ho lubrificanti per continuare...

Il sangue scende nuovamente e una idea poco brillante si fa strada tra i miei pantaloni. Ricominci a leccarla, ormai il suo sapore è talmente sulla mia barba che non fa differenza leccare o no. Geme ancora, mi alzo e le apro nuovamente le gambe, sputo e inizio a massaggiarle la figa col cazzo senza protezione (mea culpa, poi ho controllato e sono rimasto sano)
Lei mi guarda e torna tutta rossa in viso, si lecca le labbra e mi fa segno di entrare, il mio cazzo scivola dentro di lei libero di sentire la sua carne calda abbracciare il mio salsicciotto. Che sensazione immensa! Inizia a bagnarsi come se fosse ancora la prima volta quella notte.
I colpi sono sempre duri e profondi, il calore emanato dai nostri corpi riempie ancora la stanza, come il nostro odore muschiato di sesso interrotto.

Geme, spingo, viene ancora un paio di volte.

Voglio finire anch'io, ancora qualche colpo e lo sposto nella sua bocca nuovamente e con qualche colpo di lingua vengo, questa volta direttamente nella sua gola. Anche se ormai il mio seme è poco più che acqua, lei lo ingoia compiaciuta, anche se con un po' di sforzo per il sapore che non apprezza.

Ci mettiamo stretti stretti nel suo letto a una piazza, tanto che posso ancora sentire i suoi capezzoli duri e lei il mio ultimo barlume di durello.

Monica - E tu che mi stavi ignorando l'altroieri, vedi?

Dopo quella volta sono andato da lei ancora un paio di volte, ripetendo il tutto e traumatizzando il povero gatto che guardava questi due animali avvinghiati.
Com'è finita? Hanno chiuso le regioni e abbiamo deciso di rivedere in futuro, cosa che non è successa per mancanza di tempo, nuovi lidi e dopo aver visto quanto ho speso di benzina e caselli...
Ma Badoo e Tinder avrebbero presto riempito le mie settimane successive con interessanti avventure...

Nei prossimi giorni scriverò il secondo capitolo, nel mentre commentate pure, resto a disposizione per rispondere dove e come posso.
Mi scuso per eventuali errori o altro che possono nuocere all'esperienza di lettura.
 

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