La chat non ce l'ho più, quindi non posso riportarvi perfettamente quello che ci siamo detti, ma all'incirca credo sia andata così:
Io - Hey ciao! Visto che non ti ho dimenticata? 😉
Monica - Hahaha ho visto. Meno male, perchè non ti ho dimenticata nemmeno io...
Io - E come posso dimenticarti? Era difficile non notarti ieri
Monica - Vedi che alla fine scrivete per primi sempre voi ragazzi?
Io - Beh se dovessimo sempre aspettare voi ragazze... non succederebbe mai nulla!
E qui segue una serie di battutine ammiccanti, occhiolini e doppi sensi velati, misti a un finto pudore.
Monica - Eppure ieri sembravi così riservato... non si direbbe da quello che mi dici 😉
Io - Beh dai ieri ero misterioso per attirarti, ora piano piano mi sto scaldando... vedrai poi quando sarò lì con te...
Monica - Se la metti così ti aspetto, accendo il camino che fa scena... Così tu che sei Babbo Natale non puoi più scendere 😜
Io - Vedrai che scendo lo stesso e ti pulisco anche la canna fumaria 🤭
E una serie abbastanza semi-spinta di allusioni, finché:
Io - Quindi quando mi aspetti? Ci facciamo un giro romantico mano nella mano nel tuo paesello, a far invidia ai vecchietti?
Monica - Settimana prossima sono libera, di giorno, ti aspetto.
Il cervello ormai era in affanno, mancando del tutto l'afflusso di sangue, impegnato a fluire altrove.
Di seguito, finalmente, riesco anche a farmi dare il suo numero e ci spostiamo su whatsapp, a ulteriore segno del fatto che stesse facendo sul serio.
Il giorno dopo, proseguendo le nostre chat con doppi sensi sempre più avanzati e complessi (nonché una serie di "manipolazioni" aiutato anche dalle foto in costume dell'estate prima), d'improvviso mi dice:
Monica - Io domani sera sono qui da sola, mamma fa il turno di notte fino a mattina...
A quel punto faccio un po' lo gnorri, controllo l'agenda che era più immacolata di un angioletto e accetto, a patto di darmi un angolino di divano per dormire un po' fino a mattina.
Monica - Però non farti strane idee eh? È solo perché mi preoccupo a farti fare tanta strada di notte da solo...
Io - Si si tranquilla, mi basta un cuscino e dormo anche per terra
Sapevamo entrami che mentivamo.
La fatidica sera arriva, non potevo crederci che stesse succedendo e nemmeno che stessi per fare un viaggio in macchina di due ore in autostrada per una scopata, sempre con una piccola chance che fosse una enorme fregatura.
Rincuorato dal fatto che non avevo nulla da perdere e che in fondo era una gitarella, mi sono messo in viaggio con un evidente durello, rimasto per buona parte del viaggio, nella speranza che la polizia non mi fermasse per porto d'armi illegale.
Dovevo calmarmi, il viaggio era lungo e ho iniziato a pensare alla vita e a tutto il resto.
Arrivo al punto di attesa concordato, le scrivo.
La mamma è ancora a casa, devo aspettare ancora un attimo prima che esca. Mezz'oretta passa, l'ansia del momento si inizia a far sentire. In fondo era la mia prima vera botta e via.
Il cellulare vibra:
Monica - Puoi salire
Scendo dalla macchina, citofono, entro. Il durello persiste.
Mi apre la porta e la vedo in un pigiama leggero (faceva ancora abbastanza caldo), shorts corti e i capelli sciolti.
Devo ammettere di aver balbettato qualcosa nel vederla davanti a me sorridere e a sporgersi per salutarmi con due baci sulle guance, accarezzandole le braccia nel mentre. Mi riprendo subito, continuando a parlarle con lo stesso stile ammiccante.
Io - Hai visto che non mi sono perso? So che ci speravi, ma sono qui invece! Povera te
Monica - Eh si ci speravo, ora sarei già nel lettuccio a dormire, visto che domani si studia.
Nel frattempo entro in casa sua e ci dirigiamo verso il salotto, sedendoci sul suo divano.
Io - Dai che vecchia che sei però! Meno male che ci sono io a tenerti un po' viva!
Nel frattempo le mie mani iniziavano timidamente ad accarezzarle il braccio e la mano, per prendere contatto fisico con lei.
Monica - Si si ora si dice tenermi viva?
Io - E come si dovrebbe dire? Dai che almeno con me qua non sembri una pensionata.
Monica - Ehi non sono una vecchia! Dovresti vedere che numeri posso fare...
A quel punto ormai ero completamente su di lei, il mio corpo attaccato al suo e le mie mani a stringerla.
Non avevo considerato però la sua giocosità, infatti velocemente scivolò sul divano, cercando di sgusciare via, ma furbamente la feci scivolare con la sua testa sulle mie gambe e iniziai a coccolarla. Ora era sdraiata sul divano con la sua testa a pochi centimetri dal mio pacco duro.
Io - Ehy che fai? Scappi?
Monica - Che pensavi? Devi sudarti tutto, mica puoi averla così facile eh (occhiolino)
Le mie mani continuavano ad accarezzarla, tra coccole e molto altro, iniziando a muoversi verso il seno, dove la camicetta leggera iniziava a lasciar intravedere due puntini duri. Con la testa si muove verso il mio pacco, sfiorandolo.
Monica - Ma senti qua che qualcuno si è svegliato! Ma ciao piccolo
Io - Parli te? Guarda qua!
Con le mani inizio a giocare con i suoi capezzoli, mentre fa dei versettini compiaciuti.
Non ce la faccio più, scendo verso di lei e provo a baciarla. Per un secondo si ritrae, poi si avventa su sulle mie labbra mettendomi una mano sul collo e inizio a baciarla, in una posizione scomodissima. La mia lingua tocca la sua e sento il suo profumo dolce farmi perdere l'ultimo freno inibitore...
To be continued