Ho fatto un sogno...e in questo sogno c'eri tu.

cipolla65

"Level 1"
Messaggi
721
Punteggio reazione
50
Punti
54
Era periodo di vacanze. Come ogni anno decido con gli amici il da farsi. Di solito optiamo per il mare ma stavolta uno del gruppo ha avanzato una nuova proposta: montagna, precisamente Ortisei in Val Gardena. L'idea non mi convinceva un granchè ma iniziò a dirci che suo zio aveva una casa in un posto molto caratteristico, che quest'anno non l'avrebbe usata, che il panorama è qualcosa che lascia il segno e vista la ristrettezza economica dell'ultimo periodo non potevamo lasciarci sfuggire l'occasione.

Accantonate le altre scelte decidiamo per Ortisei.
Siamo in sei con bagagli al seguito; due auto, la mia e quella del nipote dello zio proprietario della casa.
Arrivati sul posto, non senza fare qualche tappa per spuntini e sgranchimenti vari, noto con piacere che aveva ragione: il posto è meraviglioso, circondati da maestose montagne rocciose talmente alte da farci sentire minuscoli esseri insignificanti.
La casa è molto bella. Legno e pietre ne formano l'insieme. E' divisa in due piani. Al piano terra entrata con soggiorno e camino, cucina, bagno e disbrigo. Al piano superiore le camere e un'altro bagno.
Sistemate le cose in qualche maniera, tipico dei maschi, andiamo in centro curiosi di ammirare il posto.
E' un caratteristico paese di montagna affollato di turisti e molto accogliente.

I giorni passano in allegria. Non mancano le passeggiate e le escursioni come non mancano le abbuffate di tipici dolci del posto seguite da grappini vari.
Il tempo è sempre stato clemente tranne ieri quando in escursione, non essendo proprio attrezzato da montanaro, mi sono completamente inzuppato comprese le scarpe ginniche che indossavo. Urgeva nuovo acquisto di altro paio più adeguato.
E fu così che propongo, all'indomani, di fare tappa in centro. Mi blocca l'amico dicendomi che suo zio aveva parlato di un'altra città molto bella da visitare, non molto lontana da qui, e visto le previsioni meteo poco lusinghiere era il caso di andarci: Bolzano. L'acquisto l'avrei fatto là.

Effettivamente la scelta di negozi è molto più ampia essendo una città e guardando un po' qua un po' là mi soffermo davanti a una vetrina. Le vedo, mi piacciono e decido di entrare. Gli amici optano per la continuazione della passeggiata.
All'interno del negozio chiedo informazioni e il titolare mi dice che doveva assentarsi e di pazientare un attimo che avrebbe chiamato la nipote molto più brava di lui.
Mi siedo in un divanetto quando vedo aprirsi una porta interna e uscire una meravigliosa creatura.
Alta all'incirca un metro e settanta, longilinea, capelli fino alle spalle castani e ricci, molto voluminosi, viso angelico. Indossava un paio di jeans aderenti che evidenziavano le sue forme perfette. Una maglietta scollata quel po' da intravvedere la forma del seno. Ai piedi tacchi alti e non potevo non notare una cavigliera. Molto sensuale.
Sorridendo mi dice: "Prego, posso esserti utile in qualcosa?"
Mi guardo intorno con stupore ed esclamo: "Ma sono passato a miglior vita e sono in Paradiso o sono solo in un negozio di scarpe?"
"A guardare gli articoli direi in un negozio di scarpe", il suo sorriso si trasforma in risata.
Inizia a farmi vedere qualche articolo esponendone le caratteristiche. Noto però che l'accento non è proprio quello di una ragazza nata a nord dell'Italia e parte la domanda: "Mi sbaglio o non sei proprio di Bolzano?"
"Vero...sono del Sud. Sono qui per lavoro".
Inizia una conversazione senza tralasciare il vero motivo per qui ero lì.
Individuato il modello più adatto a me, ci avviamo alla cassa. Sto per pagare quando la domanda sorge spontanea: "Non mi fai uno sconticino?" e lei: "Non sono la titolare ma l'equivalente di un caffè te lo potrei lasciare".
Azzardo: "E se il caffè te lo offrissi io?...è anche l'ora giusta!". Presa in contropiede mi dice di non potersi allontanare vista l'assenza di suo zio e che magari sarebbe stata per un'altra volta.
Azzardo di nuovo: "Bene, vada per un'altra volta...quando stacchi?"
Sperando di non essere troppo insistente mi dice: "Forse stacco alle 12,30" e io: "Ok, forse ci sarò anch'io". Pago ed esco.
Sono le 10 e 30 e mancherebbero 2 ore ma se raggiungo i miei amici addio caffè.
Decido quindi di visitare Bolzano da solo previo stacco del cellulare per non essere rintracciato.

Manca poco. Mi avvicino al negozio e scorgo lei mentre sta chiudendo.
"Arrivato in tempo", esclamo.
"Ma io scherzavo?".
"Vuoi lasciare un cliente soddisfatto dell'acquisto e non del trattamento?", ovviamente in tono scherzoso.
"Tu sei fuori" mi risponde stupefatta ma sorridente..."Ok, e che dopo non si dica che tratto male i clienti".
Strada facendo sparo l'ultima...o la va o la spacca..."Ma vista l'ora non sarebbe meglio un qualcosa di commestibile prima del caffè?"
"Inutile dirti di no visto che non ti arrenderesti mai".

Tra un panino e una patatina fritta le parole tra noi non mancano e nemmeno le risate. Ci raccontiamo di noi, dei nostri sogni, delle nostre aspettative quando: "Vorresti dirmi che il tuo cuore non batte per nessuno?".
"No, dopo qualche delusione sono in pausa...meglio sola che male accompagnata, no?"
Con la faccia da paraculo che mi contraddistingue in queste situazioni lancio la proposta: "E' la prima volta che vengo a Bolzano e avendo poco tempo mi piacerebbe visitarla...ti andrebbe di farmi da Cicerone? Visto che ci abiti e la conosci bene!"
Mi aspetto un no sonante e invece odo un sibilare di poche parole che mi riempiono di felicità: "Perchè no...e oggi sei anche fortunato...pomeriggio di chiusura quindi sono libera". Quando si dice "oggi è il mio giorno fortunato".

Iniziamo la visita guidata non prima di aver preso il caffè tanto menzionato.
Da Piazza Walther a Via dei Portici passando per Via Argentieri.
E' solare, spensierata e molto divertente. Con lei il tempo vola tanto che si è fatto tardi.
Rammento di avere ancora il cellulare spento. Lo accendo trovandomi diverse chiamate non effettuate: i miei amici che mi avranno dato per disperso. Li richiamo scoprendo che sono già rientrati e un po' scocciati per la mia assenza. Mi scuso spiegando qualcosa e chiudo.
Lei è lì vicino a me e sentendo mi chiede se va tutto bene.
"Non proprio...dovrei rientrare...prima di entrare in negozio ero con degli amici e penso se la siano presa"
"Siamo vicini al mio appartamento...mi accompagni, beviamo qualcosa e dopo te ne vai...tanto mezzora in più cosa conta?!".
Ci avviamo verso casa sua.

Entrando noto la bellezza dell'appartamento. Piccolino ma molto grazioso. Mi accomodo sul divano fin che lei prende qualcosa da bere.
La sua bellezza non comune, il suo carattere e modo di fare ancora una volta rapiscono il mio sguardo.
Seduti, mentre stiamo parlando, la mia attenzione ricade su un oggetto sopra il tavolino. Lo prendo in mano. Ci gioco quando accidentalmente mi scivola cadendo sul tappetto sotto i nostri piedi. In simbiosi ci muoviamo per raccoglierlo quando le nostre labbra si trovano a una distanza molto pericolosa.
Che fare? Fare finta di nulla? E' forse troppo audace provare a baciarla?
Sono troppo attratto da lei. Mi avvicino sempre di più. Il cuore batte a mille. Non resisto. La bacio.
Qualche secondo e mi stacco subito balbettando qualche frase: "Scusa, non dovevo...non so cosa mi sia preso...forse è meglio che vada"
Penso sia offesa quando: "Fermati qui stanotte".
Nella confusione mentale nella quale mi trovo penso di aver capito male quando avvicinandomi a lei le nostre labbra si appiccicano e le lingue si intrecciano in un bacio struggente, infiammato dal desiderio di possederla in quel momento.
Ci stacchiamo, ci guardiamo...sorridiamo un po' imbarazzati.
La scena classica del dopo sarebbe quella di finire a letto e invece: "Hai fame?...Dovrei avere qualcosa per ricavarne una cenetta", e così fu.
Pasta con funghi e panna accompagnato da un buon vino nero e tante chiacchiere senza mai fare riferimento al bacio.

La stanchezza inizia a farsi sentire. Ci vorrebbe una doccia anche se con me non ho indumenti di ricambio. Chiedo gentilmente. Insiste nel volerla fare prima lei per dare una sistemata alla confusione che solitamente lascia. Essendo ospite non posso che accondiscendere.
La voglia di sbirciare è tanta ma devo frenare gli istinti per non rovinare tutto.
Eccola, ha finito. Se ne esce avvolta in un accappatoio colorato tenendolo un po' aperto ed è inevitabile che la vista ricada proprio lì per poi alzarla, fissarla e sorridere.
Finalmente è il mio turno. Ci voleva proprio per ricaricare le pile.
Esco in asciugamano, ovviamente prestato da lei, e sembra sparita. Vado in cucina e non c'è. Vuoi vedere che...
Apro piano la porta della camera. Luce soffusa. Un profumo inebriante avvolge la stanza. Lei è lì. Sdraiata sul letto indossa un completino nero, reggiseno e perizoma, che esalta le sue forme. Qualcosa avevo immaginato ma mai che la perfezione potesse raggiungere quel livello. Fisico snello e forme ben definite.
Rimango estasiato da tanta bellezza.
Senza dire nulla mi avvicino. Mi sdraio vicino a lei. La fisso negli occhi passando la mano tra i suoi capelli morbidi e voluminosi. Con l'indice ripasso i tratti del volto quasi a volerlo disegnare. Mi soffermo sulle labbra morbide. Avvicino le mie. Una vampata di calore mi avvolge. La sdraio sopra di me e prendendole la testa fra le mani ci baciamo. L'eccitazione sale. Le mani scivolano alla scoperta del suo corpo. Spalle, schiena...sedere. Lo accarezzo e lo stringo notando nel suo volto una piacevole sensazione. Ma la mia curiosità è vedere quel seno libero da ogni indumento.
Apro un gancio alla volta per togliere il reggiseno e finalmente posso ammirare la mia più grande ossessione in un corpo femminile...le tette.
A mani aperte le afferro stringendole delicatamente. I capezzoli si inturgidiscono al mio stimolo. Nel mentre la ribacio risucchiandole la lingua, mordendole il mento. Lecco e bacio il collo senza tralasciare l'orecchio.
La rigiro. Ora sono io sopra di lei. A fatica trattengo la voglia di strapparle il perizoma e penetrarla senza perdere altro tempo ma la sua dolcezza fa si che non si tratti di una semplice notte di sesso con la prima che capita. Ed è così che inizio dolcemente, tra baci e leccate, a percorrere i centimetri di pelle che mi separano dalla sua intimità.
Mi soffermo sul seno mordendole i capezzoli. Sospiri flebili confermano la sua eccitazione. Scendo ancora. I fianchi, l'ombelico, il pancino piatto.
Ci sono. La lecco sopra il perizoma. Ne avverto il calore. Con la mano lo scosto e noto la cura del pelo e l'abbondanza del suo umore. Profuma di buono. Il suo gusto è un po' salato. La lingua si fa strada in lei intervallando piccoli morsi alle labbra e risucchi del clitoride.
Voglio farla arrivare al limite del godimento anche se non so se gradirà quello che sto per fare.
Via il perizoma. Le apro bene le gambe afferrandole sotto le cosce per inarcarla un po'. E' un movimento di lingua che va dal buchetto del culo al clitoride. Si dimena e si contorce stringendosi i seni e mordendosi le labbra...le piace.
Non resisto più. Voglio entrare in lei. Tolgo l'asciugamano. Ho il membro duro, lo sento pulsare. Lo prendo in mano per dirigerlo lì. Bagno la punta strofinandola sulle labbra e con movimenti delicati entro. Aumento il ritmo, su e giù, ancora, sempre più forte. Afferra il cuscino sopra la sua testa e si lascia andare ad un orgasmo esplosivo.
Anch'io sto per godere. Mi aiuto con la mano................

Driiiiiin...driiiiiin...driiiiiin...
Spalanco gli occhi. La sveglia. Sono le 6. Mi ritrovo nudo coperto solo dal lenzuolo e con il pene duro e umido. Frastornato allungo il braccio per accertarmi della sua presenza. Non c'è.
Mi connetto con la realtà scoprendo di essere in camera mia e potendo solo terminare quello che la sveglia ha bruscamente interrotto pensando a lei: un sogno!!!
 

vahirua24

"Level 0"
Messaggi
249
Punteggio reazione
13
Punti
44
Socino.....gira e rigira ti devi sempre consolare con Federica...🤭 🤭 🤭

Comunque sei sempre un grande (sognatore) a scrivere :vicini: :heart:
 
OP
cipolla65

cipolla65

"Level 1"
Messaggi
721
Punteggio reazione
50
Punti
54
Socino.....gira e rigira ti devi sempre consolare con Federica...🤭 🤭 🤭

Comunque sei sempre un grande (sognatore) a scrivere :vicini: :heart:

Grazie...dopo 438 visualizzazioni, un thank e un commento...quasi quasi mi commuovo :cry2: 🤭
 
Ultima modifica:

topiste

Utente Inattivo da oltre 365 giorni
Messaggi
6
Punteggio reazione
1
Punti
0
Spero che Cip non se la prenda per l'intromissione nel suo thread (nel caso rimuovo il post e chiedo scusa), ma leggendo il suo bel racconto ho pensato di proporvi una storiella ispirata alle foto della bellissima Lilli e quelle vincitrici del concorso che le avevo mandato qualche mese fà ...


Era un pomeriggio di fine settembre, uno di quei giorni che non si vogliono arrendere all’autunno, con un sole insistente, di tanto in tanto velato da poche nuvole portate da un vento insolente. Liam stava camminando su un sentiero nella campagna di un paesino della costa meridionale della Sicilia. Ma cosa ci faceva Liam in quel paese di cui non ricordava nemmeno il nome? Dopo una notte di pensieri, quella mattina si era svegliato presto nella sua casa di Bologna, aveva scritto un breve biglietto ai suoi cari per tranquillizzarli, era andato in aeroporto e aveva cercato il primo aereo che lo portasse lontano. Aveva quindi acquistato un biglietto per Trapani, era salito sull’aereo e non appena atterrato aveva preso il primo bus, senza nemmeno leggere la destinazione. Sceso al capolinea, era entrato nel bar della piazza e aveva chiesto dove avrebbe potuto trovare in paese una camera per la notte. Il barista, spiazzato, gli aveva risposto che non c’era in paese alcun albergo, ma che avrebbe potuto chiedere alla signora Nerina Bacarrà, in fondo alla via. In estate affittava alcune camere e forse avrebbe potuto ospitarlo. Sebbene nessuna delle camere fosse in ordine, la signora Bacarrà gli aveva offerto di dormire nella camera di sua figlia Lilli che ormai da qualche mese si era trasferita a Bolzano per lavoro.

Una volta posati i pochi bagagli, Liam era uscito e aveva iniziato a camminare, incurante della direzione. Attento solo ai suoi pensieri, per poco non si scontrò con una ragazza di cui notò solo una cascata di ricci castani. Pochi minuti dopo raggiunse una bellissima insenatura. Lì, sdraiata su degli scogli, rivide la stessa ragazza di prima, inconfondibili i suoi capelli. Aveva tolto lo scialle di lana che indossava prima e si era messa a prendere l’ultimo sole dell’anno. Oltre a un bikini bianco, Liam notò che indossava un braccialetto alla caviglia destra. Si tolse le scarpe, arrotolò i pantaloni e si mise a camminare sulla battigia, assolto nei suoi pensieri. Questo paesaggio, così diverso da quello di tutte le sue giornate, gli regalava un senso di pace che da tempo, oramai, non conosceva più. Riappacificato con sé stesso, ritornò sui suoi passi. Giunto quindi all’imbocco del sentiero che l’aveva portato all’insenatura, rivide la stessa ragazza che si era tolta il top del bikini ma per un eccesso di pudore aveva coperto i suoi capezzoli con due gusci di ricci. Come lei lo vide, si girò e, indossato velocemente lo scialle di lana e un paio di jeans, si allontanò. Incuriosito, Liam raggiunse gli scogli, raccolse uno dei due gusci e se lo mise in tasca. Perché? Nemmeno lui lo sapeva, ma quella ragazza l’aveva colpito.

Rientrato, chiese alla signora Bacarrà dove potesse mangiare del buon pesce in paese e, avute le indicazioni, salì le scale per darsi una rinfrescata e cambiarsi. Entrò in bagno: con grande stupore vide la ragazza degli scogli nella doccia. Imbarazzato, chiese scusa, ma la ragazza non sembrò infastidita. Anzi, continuò la sua doccia e dietro il vetro appannato Liam poté intuire la bellezza del suo corpo. Gambe perfette che terminavano con due natiche tonde e sode. E poi? Proporzioni perfette, dai fianchi ai seni. Liam si trattenne qualche secondo di più del necessario, poi rientrò nella sua stanza.

Pochi minuti dopo decise di uscire per cena e al fondo del corridoio vide la ragazza con un corto vestito bianco che esaltava la sua abbronzatura e mostrava senza alcun pudore le sue magnifiche gambe. Fu solo un attimo, ma a Liam sembrò che il vestito si alzasse leggermente, e lo colpì l’assenza degli slip.

Dopo una tranquilla cena in compagnia del suo inseparabile libro, Liam rientrò. Salutò la signora Bacarrà, salì le scale e aprì la porta della sua stanza. Nella penombra della fioca luce di un’abatjour, la vide, seduta sul suo letto, in un semplice negligé nero. Liam non disse una parola, le si avvicinò e iniziò a baciarla sul collo, non più nascosto dalla cascata di ricci, raccolti in uno chignon. La bocca di lui non poteva fermarsi, non riusciva a staccarsi da quella pelle. Scese quindi ai suoi seni, giocò con i suoi capezzoli che, tra le sue labbra sembrarono prendere vita. Deciso a baciare ogni angolo del corpo di lei, giunse infine al monte di venere. Lei non poté resistere, le sue gambe si aprirono all’insistenza della bocca di lui. Liam si dedicò a quelle morbide e calde labbra e la sua lingua si mosse sempre più velocemente, fino a quando non la sentì inarcare la schiena e un lieve tremore delle sue gambe tradì uno spasmo di piacere. Liam non seppe resistere, si sentiva esplodere. La girò e la prese da dietro. I capelli di lei si sciolsero, la sua fiera criniera nascose il suo volto, ma non fu difficile per Liam capire i messaggi che il corpo di lei gli lanciava. Al culmine del piacere esplosero insieme in un orgasmo unico, assoluto. Crollarono sul letto, madidi di sudore, incapaci di muovere un solo muscolo o di dire una parola.

Nella notte, gli eventi della giornata si trasformarono in uno strano sogno popolato dalla ragazza trasformata in un angelo. Al mattino Liam si svegliò solo, scese e trovò in cucina la signora Bacarrà che gli offri un caffè. Lui le chiese chi altro abitasse in quella casa, ma lei gli rispose che, da quando sua figlia Lilli era partita per Bolzano, lei viveva sola in quella casa.

Liam non volle sapere nulla di più, riprese il bus in direzione dell’aeroporto, dove prese il primo aereo per Bologna. In volo si chiese se non fosse stato tutto un sogno, ma in una tasca trovò il guscio del riccio e nell’altra il braccialetto che la ragazza portava alla caviglia. Rientrato a casa, non volle raccontare nulla ai suoi cari, che si accontentarono di ritrovare un nuovo Liam, non più inquieto. E lui? Aspettava la notte, sperando che il suo angelo tornasse a scrivere un’altra pagina della loro storia. Un giorno, seduto alla sua scrivania cercò anche di raccogliere tutti gli indizi che conosceva sulla ragazza della spiaggia, riempiendo fogli di sospetti, idee e castelli di pensieri.
 
OP
cipolla65

cipolla65

"Level 1"
Messaggi
721
Punteggio reazione
50
Punti
54
Spero che Cip non se la prenda per l'intromissione nel suo thread (nel caso rimuovo il post e chiedo scusa), ma leggendo il suo bel racconto ho pensato di proporvi una storiella ispirata alle foto della bellissima Lilli e quelle vincitrici del concorso che le avevo mandato qualche mese fà ...

Nessun problema Topiste...però ad un patto: se mai dovessimo incontrarci in sogno...a te la signora Nerina Baccarà e a me la bellissima Lilli :pernac:
 

topiste

Utente Inattivo da oltre 365 giorni
Messaggi
6
Punteggio reazione
1
Punti
0
Nessun problema Topiste...però ad un patto: se mai dovessimo incontrarci in sogno...a te la signora Nerina Baccarà e a me la bellissima Lilli :pernac:

Hmmm ... nel caso lasciamo scegliere Lilli, ti va? Nulla contro la stimatissima sig.ra Baccarà, ma la Lilli è sempre la Lilli :fiufiu:
 
C

ceraceleb

Guest
Era periodo di vacanze. Come ogni anno decido con gli amici il da farsi. Di solito optiamo per il mare ma stavolta uno del gruppo ha avanzato una nuova proposta: montagna, precisamente Ortisei in Val Gardena. L'idea non mi convinceva un granchè ma iniziò a dirci che suo zio aveva una casa in un posto molto caratteristico, che quest'anno non l'avrebbe usata, che il panorama è qualcosa che lascia il segno e vista la ristrettezza economica dell'ultimo periodo non potevamo lasciarci sfuggire l'occasione.

Accantonate le altre scelte decidiamo per Ortisei.
Siamo in sei con bagagli al seguito; due auto, la mia e quella del nipote dello zio proprietario della casa.
Arrivati sul posto, non senza fare qualche tappa per spuntini e sgranchimenti vari, noto con piacere che aveva ragione: il posto è meraviglioso, circondati da maestose montagne rocciose talmente alte da farci sentire minuscoli esseri insignificanti.
La casa è molto bella. Legno e pietre ne formano l'insieme. E' divisa in due piani. Al piano terra entrata con soggiorno e camino, cucina, bagno e disbrigo. Al piano superiore le camere e un'altro bagno.
Sistemate le cose in qualche maniera, tipico dei maschi, andiamo in centro curiosi di ammirare il posto.
E' un caratteristico paese di montagna affollato di turisti e molto accogliente.

I giorni passano in allegria. Non mancano le passeggiate e le escursioni come non mancano le abbuffate di tipici dolci del posto seguite da grappini vari.
Il tempo è sempre stato clemente tranne ieri quando in escursione, non essendo proprio attrezzato da montanaro, mi sono completamente inzuppato comprese le scarpe ginniche che indossavo. Urgeva nuovo acquisto di altro paio più adeguato.
E fu così che propongo, all'indomani, di fare tappa in centro. Mi blocca l'amico dicendomi che suo zio aveva parlato di un'altra città molto bella da visitare, non molto lontana da qui, e visto le previsioni meteo poco lusinghiere era il caso di andarci: Bolzano. L'acquisto l'avrei fatto là.

Effettivamente la scelta di negozi è molto più ampia essendo una città e guardando un po' qua un po' là mi soffermo davanti a una vetrina. Le vedo, mi piacciono e decido di entrare. Gli amici optano per la continuazione della passeggiata.
All'interno del negozio chiedo informazioni e il titolare mi dice che doveva assentarsi e di pazientare un attimo che avrebbe chiamato la nipote molto più brava di lui.
Mi siedo in un divanetto quando vedo aprirsi una porta interna e uscire una meravigliosa creatura.
Alta all'incirca un metro e settanta, longilinea, capelli fino alle spalle castani e ricci, molto voluminosi, viso angelico. Indossava un paio di jeans aderenti che evidenziavano le sue forme perfette. Una maglietta scollata quel po' da intravvedere la forma del seno. Ai piedi tacchi alti e non potevo non notare una cavigliera. Molto sensuale.
Sorridendo mi dice: "Prego, posso esserti utile in qualcosa?"
Mi guardo intorno con stupore ed esclamo: "Ma sono passato a miglior vita e sono in Paradiso o sono solo in un negozio di scarpe?"
"A guardare gli articoli direi in un negozio di scarpe", il suo sorriso si trasforma in risata.
Inizia a farmi vedere qualche articolo esponendone le caratteristiche. Noto però che l'accento non è proprio quello di una ragazza nata a nord dell'Italia e parte la domanda: "Mi sbaglio o non sei proprio di Bolzano?"
"Vero...sono del Sud. Sono qui per lavoro".
Inizia una conversazione senza tralasciare il vero motivo per qui ero lì.
Individuato il modello più adatto a me, ci avviamo alla cassa. Sto per pagare quando la domanda sorge spontanea: "Non mi fai uno sconticino?" e lei: "Non sono la titolare ma l'equivalente di un caffè te lo potrei lasciare".
Azzardo: "E se il caffè te lo offrissi io?...è anche l'ora giusta!". Presa in contropiede mi dice di non potersi allontanare vista l'assenza di suo zio e che magari sarebbe stata per un'altra volta.
Azzardo di nuovo: "Bene, vada per un'altra volta...quando stacchi?"
Sperando di non essere troppo insistente mi dice: "Forse stacco alle 12,30" e io: "Ok, forse ci sarò anch'io". Pago ed esco.
Sono le 10 e 30 e mancherebbero 2 ore ma se raggiungo i miei amici addio caffè.
Decido quindi di visitare Bolzano da solo previo stacco del cellulare per non essere rintracciato.

Manca poco. Mi avvicino al negozio e scorgo lei mentre sta chiudendo.
"Arrivato in tempo", esclamo.
"Ma io scherzavo?".
"Vuoi lasciare un cliente soddisfatto dell'acquisto e non del trattamento?", ovviamente in tono scherzoso.
"Tu sei fuori" mi risponde stupefatta ma sorridente..."Ok, e che dopo non si dica che tratto male i clienti".
Strada facendo sparo l'ultima...o la va o la spacca..."Ma vista l'ora non sarebbe meglio un qualcosa di commestibile prima del caffè?"
"Inutile dirti di no visto che non ti arrenderesti mai".

Tra un panino e una patatina fritta le parole tra noi non mancano e nemmeno le risate. Ci raccontiamo di noi, dei nostri sogni, delle nostre aspettative quando: "Vorresti dirmi che il tuo cuore non batte per nessuno?".
"No, dopo qualche delusione sono in pausa...meglio sola che male accompagnata, no?"
Con la faccia da paraculo che mi contraddistingue in queste situazioni lancio la proposta: "E' la prima volta che vengo a Bolzano e avendo poco tempo mi piacerebbe visitarla...ti andrebbe di farmi da Cicerone? Visto che ci abiti e la conosci bene!"
Mi aspetto un no sonante e invece odo un sibilare di poche parole che mi riempiono di felicità: "Perchè no...e oggi sei anche fortunato...pomeriggio di chiusura quindi sono libera". Quando si dice "oggi è il mio giorno fortunato".

Iniziamo la visita guidata non prima di aver preso il caffè tanto menzionato.
Da Piazza Walther a Via dei Portici passando per Via Argentieri.
E' solare, spensierata e molto divertente. Con lei il tempo vola tanto che si è fatto tardi.
Rammento di avere ancora il cellulare spento. Lo accendo trovandomi diverse chiamate non effettuate: i miei amici che mi avranno dato per disperso. Li richiamo scoprendo che sono già rientrati e un po' scocciati per la mia assenza. Mi scuso spiegando qualcosa e chiudo.
Lei è lì vicino a me e sentendo mi chiede se va tutto bene.
"Non proprio...dovrei rientrare...prima di entrare in negozio ero con degli amici e penso se la siano presa"
"Siamo vicini al mio appartamento...mi accompagni, beviamo qualcosa e dopo te ne vai...tanto mezzora in più cosa conta?!".
Ci avviamo verso casa sua.

Entrando noto la bellezza dell'appartamento. Piccolino ma molto grazioso. Mi accomodo sul divano fin che lei prende qualcosa da bere.
La sua bellezza non comune, il suo carattere e modo di fare ancora una volta rapiscono il mio sguardo.
Seduti, mentre stiamo parlando, la mia attenzione ricade su un oggetto sopra il tavolino. Lo prendo in mano. Ci gioco quando accidentalmente mi scivola cadendo sul tappetto sotto i nostri piedi. In simbiosi ci muoviamo per raccoglierlo quando le nostre labbra si trovano a una distanza molto pericolosa.
Che fare? Fare finta di nulla? E' forse troppo audace provare a baciarla?
Sono troppo attratto da lei. Mi avvicino sempre di più. Il cuore batte a mille. Non resisto. La bacio.
Qualche secondo e mi stacco subito balbettando qualche frase: "Scusa, non dovevo...non so cosa mi sia preso...forse è meglio che vada"
Penso sia offesa quando: "Fermati qui stanotte".
Nella confusione mentale nella quale mi trovo penso di aver capito male quando avvicinandomi a lei le nostre labbra si appiccicano e le lingue si intrecciano in un bacio struggente, infiammato dal desiderio di possederla in quel momento.
Ci stacchiamo, ci guardiamo...sorridiamo un po' imbarazzati.
La scena classica del dopo sarebbe quella di finire a letto e invece: "Hai fame?...Dovrei avere qualcosa per ricavarne una cenetta", e così fu.
Pasta con funghi e panna accompagnato da un buon vino nero e tante chiacchiere senza mai fare riferimento al bacio.

La stanchezza inizia a farsi sentire. Ci vorrebbe una doccia anche se con me non ho indumenti di ricambio. Chiedo gentilmente. Insiste nel volerla fare prima lei per dare una sistemata alla confusione che solitamente lascia. Essendo ospite non posso che accondiscendere.
La voglia di sbirciare è tanta ma devo frenare gli istinti per non rovinare tutto.
Eccola, ha finito. Se ne esce avvolta in un accappatoio colorato tenendolo un po' aperto ed è inevitabile che la vista ricada proprio lì per poi alzarla, fissarla e sorridere.
Finalmente è il mio turno. Ci voleva proprio per ricaricare le pile.
Esco in asciugamano, ovviamente prestato da lei, e sembra sparita. Vado in cucina e non c'è. Vuoi vedere che...
Apro piano la porta della camera. Luce soffusa. Un profumo inebriante avvolge la stanza. Lei è lì. Sdraiata sul letto indossa un completino nero, reggiseno e perizoma, che esalta le sue forme. Qualcosa avevo immaginato ma mai che la perfezione potesse raggiungere quel livello. Fisico snello e forme ben definite.
Rimango estasiato da tanta bellezza.
Senza dire nulla mi avvicino. Mi sdraio vicino a lei. La fisso negli occhi passando la mano tra i suoi capelli morbidi e voluminosi. Con l'indice ripasso i tratti del volto quasi a volerlo disegnare. Mi soffermo sulle labbra morbide. Avvicino le mie. Una vampata di calore mi avvolge. La sdraio sopra di me e prendendole la testa fra le mani ci baciamo. L'eccitazione sale. Le mani scivolano alla scoperta del suo corpo. Spalle, schiena...sedere. Lo accarezzo e lo stringo notando nel suo volto una piacevole sensazione. Ma la mia curiosità è vedere quel seno libero da ogni indumento.
Apro un gancio alla volta per togliere il reggiseno e finalmente posso ammirare la mia più grande ossessione in un corpo femminile...le tette.
A mani aperte le afferro stringendole delicatamente. I capezzoli si inturgidiscono al mio stimolo. Nel mentre la ribacio risucchiandole la lingua, mordendole il mento. Lecco e bacio il collo senza tralasciare l'orecchio.
La rigiro. Ora sono io sopra di lei. A fatica trattengo la voglia di strapparle il perizoma e penetrarla senza perdere altro tempo ma la sua dolcezza fa si che non si tratti di una semplice notte di sesso con la prima che capita. Ed è così che inizio dolcemente, tra baci e leccate, a percorrere i centimetri di pelle che mi separano dalla sua intimità.
Mi soffermo sul seno mordendole i capezzoli. Sospiri flebili confermano la sua eccitazione. Scendo ancora. I fianchi, l'ombelico, il pancino piatto.
Ci sono. La lecco sopra il perizoma. Ne avverto il calore. Con la mano lo scosto e noto la cura del pelo e l'abbondanza del suo umore. Profuma di buono. Il suo gusto è un po' salato. La lingua si fa strada in lei intervallando piccoli morsi alle labbra e risucchi del clitoride.
Voglio farla arrivare al limite del godimento anche se non so se gradirà quello che sto per fare.
Via il perizoma. Le apro bene le gambe afferrandole sotto le cosce per inarcarla un po'. E' un movimento di lingua che va dal buchetto del culo al clitoride. Si dimena e si contorce stringendosi i seni e mordendosi le labbra...le piace.
Non resisto più. Voglio entrare in lei. Tolgo l'asciugamano. Ho il membro duro, lo sento pulsare. Lo prendo in mano per dirigerlo lì. Bagno la punta strofinandola sulle labbra e con movimenti delicati entro. Aumento il ritmo, su e giù, ancora, sempre più forte. Afferra il cuscino sopra la sua testa e si lascia andare ad un orgasmo esplosivo.
Anch'io sto per godere. Mi aiuto con la mano................

Driiiiiin...driiiiiin...driiiiiin...
Spalanco gli occhi. La sveglia. Sono le 6. Mi ritrovo nudo coperto solo dal lenzuolo e con il pene duro e umido. Frastornato allungo il braccio per accertarmi della sua presenza. Non c'è.
Mi connetto con la realtà scoprendo di essere in camera mia e potendo solo terminare quello che la sveglia ha bruscamente interrotto pensando a lei: un sogno!!!

bravo bravo
bello
ben scritto
per nulla banale e con una bella storia

(e poi ho immaginato bene anche la tua musa ispiratrice ... ed è stato davvero piacevole !! )
 

Yessa!

Utente Inattivo da oltre 365 giorni
Messaggi
124
Punteggio reazione
72
Punti
0
Bellissimo racconto, come sempre! Fantastico il modo in cui sei riuscito a rendere dolcissimo l'incontro (anche e soprattutto quello fisico) tra due sconosciuti!

Bravissimo Cipollino!!!! :kiss:
 
OP
cipolla65

cipolla65

"Level 1"
Messaggi
721
Punteggio reazione
50
Punti
54
Bellissimo racconto, come sempre! Fantastico il modo in cui sei riuscito a rendere dolcissimo l'incontro (anche e soprattutto quello fisico) tra due sconosciuti!

Bravissimo Cipollino!!!! :kiss:

Mi stai abituando troppo bene...e non mi dispiace affatto :kiss:
 

LiveStorenet

"Level 5"
Messaggi
560
Punteggio reazione
1,222
Punti
94
Age
40
Come spesso già raccontato qui su Phica ho un sogno erotico da sempre per mia zia, e questo pomeriggio ho (purtroppo) sognato ciò che immagino da una vita, sarà l'inconscio che lavora per me...
Comunque eravamo io e lei nella mia casa e le stavo facendo vedere le varie nuove cose comprate, girando ci ritroviamo in uno stanzone ancora da arredare e mentre insieme pensiamo a come poter sistemare per il meglio quella stanza vuota, lei si volta e alla vista di quel bel panettone che si ritrova bello pieno, me l'abbraccio da dietro e comincio a toccarla da per tutto.
Lei era bellissima, come nella realtà... truccata, rossetto rosso, capelli lunghi lisci che le arrivano su quel sedere che desidero mangiare... toccandola sulla fica, riesco a sentire quel bel ruvido che solo i peli rasati ti sanno dare, mentre con due dita entro all'interno delle sue labbra mentre la bacio sul collo... con mia grande sorpresa lei acconsente senza dire una parola, e allora le abbasso i pantaloni e cominciò a pomparla in quel culo stupendo... sento ed immagino ancora i colpi come se fossero reali ed i suoi gemiti di piacere sono ancora nella mia testa...
Mi sveglio durissimo, con il solo pensiero di volerla sempre di più scopare anche nella realtà e di condividere con voi questo fantastico, ma ahimè, solo sogno...
 

Top Bottom