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Capitolo 1: Bar Mario
Racconti Erotici
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<blockquote data-quote="Ripper79" data-source="post: 17567254" data-attributes="member: 352608"><p>Passata la notte con katia. </p><p>La mattina mi riaccompagno' nei pressi del mio alloggio, sarebbe rimasta anche in mattinata a Roma per altri affari: ci salutammo e andò via. Rapidamente salì a casa e scendere subito dopo: c'era lezione ed era abbastanza tardi.</p><p>Tornai solo nel pomeriggio. Appena rientrato squillo il cellulare: era Lea. " Che fai di bello?"disse. Ci scambiammo qualche parola e senza girarci intorno disse che era in stazione Tiburtina, era passata a trovarmi ma non ricordava esattamente dove vivessi. Dissi che l'avrei raggiunta io, avevo solo 5 minuti di strada da fare a piedi.</p><p>Una volta ritrovati, facemmo la strada di ritorno per casa: aveva una valigia piena, ma prevalentemente di cibo che hli fiede la mamma,per arricchire la mia dispensa, che da studente tende sembra ad essere scarsa. Sarebbe rimasta la notte, per ripartire il giorno dopo: non c'era nessuno problema ad ospitarla. </p><p>La presenza di Lea in casa passò tutt' altro che inosservata: i tre coinquilini, aguzzarono gli occhi, specie alle sue forme. Infatti, già entrati in sintonia, non persero tempo a fare gli sboroni intorno a lei. </p><p>Comunque decisi di uscire fuori a cena con Lea per una pizza. Così facemmo.</p><p>Ad una certa si tornò a casa, serata piovosa, non indicata per stare fuori e non si aveva voglia di ficcarci dentro qualche locale.</p><p>Lea avrebbe dormito nella mia camera, sul l'unico letto a disposizione: per questo gonfiai uno dei classici materassini da campeggio, appoggiato per terra lo sistemai per addormertamici, mentre Lea approfitto per la doccia. Uscì dal bagno in pigiama per tornare da noi in cucina. Era senza intimo sotto e si notava benissimo in quanto le tettone ci ballonzolavano sotto in piena libertà: ovvio che lo notò il mio coinquilino, Daniele, spalancando gli occhi . Gli altri due non c'erano in casa: avrebbero sicuramente reagito nello stesso modo. La seguii con gli occhi: voleva essere osservata, stava tirando fuori il suo lato da troia, probabilmente Daniele gli piaceva, ero curioso se si fosse spinta oltre.</p><p>Decisi anche io di andare a fare una doccia, lasciandoli soli. Anche dentro il bagno, cercavo di captare se ipoteticamente potessero aprofittare della mia assenza. Fui rapido a tornare da loro: stavano discutendo di qualcosa ma sentivo, a senso, che fosse successo qualcosa. Daniele si alzò per andare a letto: notai l'evidente pacco in bella mostra. Cosa che fece anche Lea, quando mi girai a guardarla. </p><p>" che vorresti combinare?" Gli sussurrai.</p><p>"...niente di che...ma se capitasse... Non mi dispiacerebbe "</p><p>Rise quando le dissi maiala.</p><p>Andammo in camera. Ognuno al suo posto. Gli avrei confessato del fatto di essermi visto con la cugina ma non lo feci.</p><p>Spenta la luce ci addormetammo. </p><p>Persi il sonno per l'inevitabile cigolio della porta della camera: Lea era uscita. Mi alzai anche io per capire dove fosse andata. Non era in bagno: davo per scontato che fosse andata a fare visita sicuramente a Daniele. Gli altri due ancora non rientravano. Pensai di andare a origliare ma ci ripensai, tornando al lettino.</p><p>Non passarono neanche 5 minuti e tornò. Mi feci trovare sveglio e accesi la luce appena chiuse la porta.</p><p>" dove sei andata?"</p><p>" niente...di là..."</p><p>" lo so...ho sentito..."</p><p>Rise. " guarda che non è successo nulla...purtroppo!"</p><p>"Cioè?"</p><p>Rise di nuovo sdraiandosi a letto, accarezzandosi tra le coscie " uccello moscio...tutti bravi a parlare...e poi?".</p><p>Daniele ha fatto cilecca, con enorme dispiacere della sorellona.</p><p>"Aspetta gli altri due allora!"Dissi</p><p>"Seeee...magari tornano pure brilli...sarà peggio!" Alla cosa ci ridemmo tutti e due. </p><p>Di nuovo spensi la luce cercando di addormentarci, io sicuro che lo feci. Lea non provo' per certo a fare la vacca con i miei coinquilini. </p><p>Ero solito dormire nudo sotto le coperte, da tanto tempo lo facevo, così feci anche quella notte.</p><p>Stavo sognando, cosa non ricordo ma d'un tratto l'immagine di katia intenta a farmi un pompino. Era bello, surreale, sembrava che ci godessi in sogno: aprii gli occhi che guardavano il soffitto. Non era un sogno, la sensazione era realissima: Lea mi stava facendo un pompino</p><p>[automerge]1611325317[/automerge]</p><p>"...ma che cazzo fai?" Reagii di soprassalto. Lea continuò impassibile a pomparmi: la bloccai spostandola con una mano in fronte. </p><p>"Sei matta..."</p><p>"Dai...che è fantastico..."</p><p>"Ma cosa ti salta in mente...e abbassa la voce, potrebbero sentirci di la..."</p><p>Rispose con un uff, alzandosi e sedendosi sul letto. </p><p>"Scema...psicopatica..."</p><p>"... ma se piace anche a te..." disse osservandomi il cazzo in tiro e umido della sua saliva. Poteva essere naturale, classico alzabandiera mattutino. </p><p>Aggiunse con un filo di tristezza:"è tanto che non faccio sesso...peccato...".</p><p>"Tanto...perché?...e la checca? dissi</p><p>"L'hai detto te... fa la checca!". Ci rifevivamo al suo compagno, che con il passare del tempo si scoprì di avere abitudini bisessuali: si erano mollati da pochissimo e Lea tornò a casa dai nostri, motivo in più per farmi visita e sfagarsi un po'. </p><p>"Tra tanti...proprio a me!"glielo sussurrai con la speranza di non essere sentito dai coinquilini dall'altra parte della casa.</p><p>Lea si distese sul letto sfilandosi il pantalone del pigiama e le mutandine, e allargando le gambe si sgrilletto' la passera. </p><p>"...ancora continui...dai smettila"</p><p>"Ho voglia..."</p><p>"Smettila di fare la scema" dissi alzandomi per vestirmi mentre lei impassibile si menava energicamente due dita tra le labbra della fica. La lasciai in quel modo in camera per andare in cucina. </p><p>Trovai Daniele a far colazione, mi attivai per prepararmi la nostra, sempre con la speranza che Lea tornasse con i piedi per terra. </p><p>Stavo per tornare in camera per chiamarla dicendole che la colazione era pronta, ma lo anticipò. Speravo che si fosse tolto il pigiama che favoriva non poco pensieri straordinari. Fu peggio: si presentò in accappatoio, nonostante la doccia l'avesse fatta la notte prima. Dubitavo di un motivo giusto.</p><p>Come si presentò Lea, Daniele dava l'impressione che volesse scomparire: immaginavo questo sapendo della figuraccia che gli successe. Risultato che Lea fosse più provocante del solito: l'accappatoio non proprio stretto dava modo che le tette ondeggiassero a ogni movimento. </p><p>Chi prima, chi dopo, anche gli altri due coinquilini ci raggiunsero, con aria di sbandamento dovuto alla notte passata. Evidente era che alla vista della sorellona si riattivarono completamente .</p><p>Mi salì un leggero senso di gelosia, specie quando Lea si alzò per andare in camera con gli occhi attenti dei presenti a non perdersi un minimo suo movimento: notai che si fissò più con interesse a Piero che ricambio'.</p><p>Era troppo spudorata, avevo comunque una sorte di dignità e rispetto da mantenere. L'idea che loro si facessero del fratello di una zoccola non mi piacque per niente.</p><p>Per calmare i bollenti spiriti, decisi di andare a fare una passeggiata, prima di riprendere il pulman di ritorno, con Lea avvisandola di prepararsi. Solo allora mi disse se poteva rimanere ancora qualche giorno da me. La guardai con aria seria dicendo comunque che non c'era nessuno problema. </p><p>A turno i coinquilini tornarono nelle loro rispettive camere, mentre io aspettavo Lea che finiva di prepararsi: fu allora che L'idea del fratello geloso si anniento'.</p><p>La raggiunsi in camera. Si stava finendo di truccare. Glielo feci fare, avvicinandomi e osservarla in silenzio. </p><p>"Che c'è?"</p><p>"Puoi fare quello che vuoi... Non me la prendo!"dissi</p><p>" cosa dovrei fare...con il tuo consenso...io"</p><p>" vuoi fare sesso? Ci sono tre tipi di là... fai tu!?"</p><p>Sorrise con malizia. " davvero non ti darebbe fastidio?"</p><p>" te lo detto "</p><p>" Non mi interessano...li ho provocati tanto per... che si ammazzassero di seghe".</p><p>Quando fu pronta uscimmo per un lungo giro nella capitale. </p><p>Tornammo a casa per pranzo. C'era solo Piero chiuso nella sua camera. Ci salutò appena sentì la nostra presenza. Lea avrebbe preparato il pranzo e invitammo Piero a unirsi a noi.</p><p>Si sentiva che tra i due ci fosse qualcosa: cercai sempre di non essere invadente, di lasciarli fare. Diedi loro possibilità, dopo finito di mangiare, chiudendomi in camera mia con la scusa di una lunga telefonata. Solo in un caso sentii una presenza di loro due dietro la porta: capii che ci si doveva accertare di me chiuso dentro in camera, che facevo finta di comunicare con un immaginario amico dall' altra parte. Si sarebbero attivati per qualcosa, sicuramente e glielo feci fare. Con l'orecchio attento sentii una porta chiudersi, accertandomi, dopo uscito che i due si erano effettivamente chiusi nella camera di Piero, come immaginavo. Avvicinandomi alla porta li sentii ansimare. Provai a spiare dal buco della chiave ma a malapena mi sembrava di vedere la schiena di Lea è da ciò che si udiva sembrò che gli stesse facendo un pompino. Non disturbai e pensando di tornare in camera aspettando che finissero, cambiai idea andando in cucina. Non tardarono a tornare anche loro, approfittarono solo di una svetina: lui si meraviglio' quando mi vide arrossendo e abbassando lo sguardo. Lea invece ci sorrise su' con la sua classica strafottenza. </p><p>Silenzio dovuto all' imbarazzo, specie di Piero. Ruppi il ghiaccio: " mo'...già fatto?"</p><p>Il ragazzo muto come una statua: non se lo aspettava quella partecipazione e complicità, sfido chi avesse fatto il contrario. </p><p>"Tra me e mio fratello non ci sono segreti" Lea cercò di rincuorarlo aggiungendo " anzi... Non gli dispiacerebbe se continuassimo, vero?"</p><p>Lo affermai.</p><p>Piero non ci stava capendo niente, rimanendo in piedi cercando di sorseggiare un bicchiere d'acqua.</p><p>Lea prese l'iniziativa di avvicinarsi a lui afferrandolo per la cinta e sciogliersi continuando con lo sbottonargli il jeans e infilandoci una mano. Piero, poveretto, era sempre più confuso, specie della mia presenza. Con energia la sorella completò ad abbassargli i pantaloni, liberando il cazzo e inginocchiandosi lo ingoio'. </p><p>" scopami, qui davanti a lui... dopo averlo incappucciato però " gli disse Lea e lui si precipitò nella sua camera per prendere un preservativo. Appena tornato, solo allora la sorella si abbassò il pantalone e si appoggiò al tavolo mostrandosi a pecora verso di lui che nervosamente si infilava il preservativo. Se fosse rientrato qualcuno sarebbe stato un disastro: nessuno dei tre ci curammo della cosa.</p><p>Piero la penetro' concentrandosi ad osservarsi a trapanarla con le mani ben piazzate sulle chiappe. Lea ci godeva , forse più per il fatto che fosse osservata da me, da come ci guardavamo. </p><p>Piero venne e non perse tempo a risistemarsi, cosa che Lea fece con più lentezza.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Ripper79, post: 17567254, member: 352608"] Passata la notte con katia. La mattina mi riaccompagno' nei pressi del mio alloggio, sarebbe rimasta anche in mattinata a Roma per altri affari: ci salutammo e andò via. Rapidamente salì a casa e scendere subito dopo: c'era lezione ed era abbastanza tardi. Tornai solo nel pomeriggio. Appena rientrato squillo il cellulare: era Lea. " Che fai di bello?"disse. Ci scambiammo qualche parola e senza girarci intorno disse che era in stazione Tiburtina, era passata a trovarmi ma non ricordava esattamente dove vivessi. Dissi che l'avrei raggiunta io, avevo solo 5 minuti di strada da fare a piedi. Una volta ritrovati, facemmo la strada di ritorno per casa: aveva una valigia piena, ma prevalentemente di cibo che hli fiede la mamma,per arricchire la mia dispensa, che da studente tende sembra ad essere scarsa. Sarebbe rimasta la notte, per ripartire il giorno dopo: non c'era nessuno problema ad ospitarla. La presenza di Lea in casa passò tutt' altro che inosservata: i tre coinquilini, aguzzarono gli occhi, specie alle sue forme. Infatti, già entrati in sintonia, non persero tempo a fare gli sboroni intorno a lei. Comunque decisi di uscire fuori a cena con Lea per una pizza. Così facemmo. Ad una certa si tornò a casa, serata piovosa, non indicata per stare fuori e non si aveva voglia di ficcarci dentro qualche locale. Lea avrebbe dormito nella mia camera, sul l'unico letto a disposizione: per questo gonfiai uno dei classici materassini da campeggio, appoggiato per terra lo sistemai per addormertamici, mentre Lea approfitto per la doccia. Uscì dal bagno in pigiama per tornare da noi in cucina. Era senza intimo sotto e si notava benissimo in quanto le tettone ci ballonzolavano sotto in piena libertà: ovvio che lo notò il mio coinquilino, Daniele, spalancando gli occhi . Gli altri due non c'erano in casa: avrebbero sicuramente reagito nello stesso modo. La seguii con gli occhi: voleva essere osservata, stava tirando fuori il suo lato da troia, probabilmente Daniele gli piaceva, ero curioso se si fosse spinta oltre. Decisi anche io di andare a fare una doccia, lasciandoli soli. Anche dentro il bagno, cercavo di captare se ipoteticamente potessero aprofittare della mia assenza. Fui rapido a tornare da loro: stavano discutendo di qualcosa ma sentivo, a senso, che fosse successo qualcosa. Daniele si alzò per andare a letto: notai l'evidente pacco in bella mostra. Cosa che fece anche Lea, quando mi girai a guardarla. " che vorresti combinare?" Gli sussurrai. "...niente di che...ma se capitasse... Non mi dispiacerebbe " Rise quando le dissi maiala. Andammo in camera. Ognuno al suo posto. Gli avrei confessato del fatto di essermi visto con la cugina ma non lo feci. Spenta la luce ci addormetammo. Persi il sonno per l'inevitabile cigolio della porta della camera: Lea era uscita. Mi alzai anche io per capire dove fosse andata. Non era in bagno: davo per scontato che fosse andata a fare visita sicuramente a Daniele. Gli altri due ancora non rientravano. Pensai di andare a origliare ma ci ripensai, tornando al lettino. Non passarono neanche 5 minuti e tornò. Mi feci trovare sveglio e accesi la luce appena chiuse la porta. " dove sei andata?" " niente...di là..." " lo so...ho sentito..." Rise. " guarda che non è successo nulla...purtroppo!" "Cioè?" Rise di nuovo sdraiandosi a letto, accarezzandosi tra le coscie " uccello moscio...tutti bravi a parlare...e poi?". Daniele ha fatto cilecca, con enorme dispiacere della sorellona. "Aspetta gli altri due allora!"Dissi "Seeee...magari tornano pure brilli...sarà peggio!" Alla cosa ci ridemmo tutti e due. Di nuovo spensi la luce cercando di addormentarci, io sicuro che lo feci. Lea non provo' per certo a fare la vacca con i miei coinquilini. Ero solito dormire nudo sotto le coperte, da tanto tempo lo facevo, così feci anche quella notte. Stavo sognando, cosa non ricordo ma d'un tratto l'immagine di katia intenta a farmi un pompino. Era bello, surreale, sembrava che ci godessi in sogno: aprii gli occhi che guardavano il soffitto. Non era un sogno, la sensazione era realissima: Lea mi stava facendo un pompino [automerge]1611325317[/automerge] "...ma che cazzo fai?" Reagii di soprassalto. Lea continuò impassibile a pomparmi: la bloccai spostandola con una mano in fronte. "Sei matta..." "Dai...che è fantastico..." "Ma cosa ti salta in mente...e abbassa la voce, potrebbero sentirci di la..." Rispose con un uff, alzandosi e sedendosi sul letto. "Scema...psicopatica..." "... ma se piace anche a te..." disse osservandomi il cazzo in tiro e umido della sua saliva. Poteva essere naturale, classico alzabandiera mattutino. Aggiunse con un filo di tristezza:"è tanto che non faccio sesso...peccato...". "Tanto...perché?...e la checca? dissi "L'hai detto te... fa la checca!". Ci rifevivamo al suo compagno, che con il passare del tempo si scoprì di avere abitudini bisessuali: si erano mollati da pochissimo e Lea tornò a casa dai nostri, motivo in più per farmi visita e sfagarsi un po'. "Tra tanti...proprio a me!"glielo sussurrai con la speranza di non essere sentito dai coinquilini dall'altra parte della casa. Lea si distese sul letto sfilandosi il pantalone del pigiama e le mutandine, e allargando le gambe si sgrilletto' la passera. "...ancora continui...dai smettila" "Ho voglia..." "Smettila di fare la scema" dissi alzandomi per vestirmi mentre lei impassibile si menava energicamente due dita tra le labbra della fica. La lasciai in quel modo in camera per andare in cucina. Trovai Daniele a far colazione, mi attivai per prepararmi la nostra, sempre con la speranza che Lea tornasse con i piedi per terra. Stavo per tornare in camera per chiamarla dicendole che la colazione era pronta, ma lo anticipò. Speravo che si fosse tolto il pigiama che favoriva non poco pensieri straordinari. Fu peggio: si presentò in accappatoio, nonostante la doccia l'avesse fatta la notte prima. Dubitavo di un motivo giusto. Come si presentò Lea, Daniele dava l'impressione che volesse scomparire: immaginavo questo sapendo della figuraccia che gli successe. Risultato che Lea fosse più provocante del solito: l'accappatoio non proprio stretto dava modo che le tette ondeggiassero a ogni movimento. Chi prima, chi dopo, anche gli altri due coinquilini ci raggiunsero, con aria di sbandamento dovuto alla notte passata. Evidente era che alla vista della sorellona si riattivarono completamente . Mi salì un leggero senso di gelosia, specie quando Lea si alzò per andare in camera con gli occhi attenti dei presenti a non perdersi un minimo suo movimento: notai che si fissò più con interesse a Piero che ricambio'. Era troppo spudorata, avevo comunque una sorte di dignità e rispetto da mantenere. L'idea che loro si facessero del fratello di una zoccola non mi piacque per niente. Per calmare i bollenti spiriti, decisi di andare a fare una passeggiata, prima di riprendere il pulman di ritorno, con Lea avvisandola di prepararsi. Solo allora mi disse se poteva rimanere ancora qualche giorno da me. La guardai con aria seria dicendo comunque che non c'era nessuno problema. A turno i coinquilini tornarono nelle loro rispettive camere, mentre io aspettavo Lea che finiva di prepararsi: fu allora che L'idea del fratello geloso si anniento'. La raggiunsi in camera. Si stava finendo di truccare. Glielo feci fare, avvicinandomi e osservarla in silenzio. "Che c'è?" "Puoi fare quello che vuoi... Non me la prendo!"dissi " cosa dovrei fare...con il tuo consenso...io" " vuoi fare sesso? Ci sono tre tipi di là... fai tu!?" Sorrise con malizia. " davvero non ti darebbe fastidio?" " te lo detto " " Non mi interessano...li ho provocati tanto per... che si ammazzassero di seghe". Quando fu pronta uscimmo per un lungo giro nella capitale. Tornammo a casa per pranzo. C'era solo Piero chiuso nella sua camera. Ci salutò appena sentì la nostra presenza. Lea avrebbe preparato il pranzo e invitammo Piero a unirsi a noi. Si sentiva che tra i due ci fosse qualcosa: cercai sempre di non essere invadente, di lasciarli fare. Diedi loro possibilità, dopo finito di mangiare, chiudendomi in camera mia con la scusa di una lunga telefonata. Solo in un caso sentii una presenza di loro due dietro la porta: capii che ci si doveva accertare di me chiuso dentro in camera, che facevo finta di comunicare con un immaginario amico dall' altra parte. Si sarebbero attivati per qualcosa, sicuramente e glielo feci fare. Con l'orecchio attento sentii una porta chiudersi, accertandomi, dopo uscito che i due si erano effettivamente chiusi nella camera di Piero, come immaginavo. Avvicinandomi alla porta li sentii ansimare. Provai a spiare dal buco della chiave ma a malapena mi sembrava di vedere la schiena di Lea è da ciò che si udiva sembrò che gli stesse facendo un pompino. Non disturbai e pensando di tornare in camera aspettando che finissero, cambiai idea andando in cucina. Non tardarono a tornare anche loro, approfittarono solo di una svetina: lui si meraviglio' quando mi vide arrossendo e abbassando lo sguardo. Lea invece ci sorrise su' con la sua classica strafottenza. Silenzio dovuto all' imbarazzo, specie di Piero. Ruppi il ghiaccio: " mo'...già fatto?" Il ragazzo muto come una statua: non se lo aspettava quella partecipazione e complicità, sfido chi avesse fatto il contrario. "Tra me e mio fratello non ci sono segreti" Lea cercò di rincuorarlo aggiungendo " anzi... Non gli dispiacerebbe se continuassimo, vero?" Lo affermai. Piero non ci stava capendo niente, rimanendo in piedi cercando di sorseggiare un bicchiere d'acqua. Lea prese l'iniziativa di avvicinarsi a lui afferrandolo per la cinta e sciogliersi continuando con lo sbottonargli il jeans e infilandoci una mano. Piero, poveretto, era sempre più confuso, specie della mia presenza. Con energia la sorella completò ad abbassargli i pantaloni, liberando il cazzo e inginocchiandosi lo ingoio'. " scopami, qui davanti a lui... dopo averlo incappucciato però " gli disse Lea e lui si precipitò nella sua camera per prendere un preservativo. Appena tornato, solo allora la sorella si abbassò il pantalone e si appoggiò al tavolo mostrandosi a pecora verso di lui che nervosamente si infilava il preservativo. Se fosse rientrato qualcuno sarebbe stato un disastro: nessuno dei tre ci curammo della cosa. Piero la penetro' concentrandosi ad osservarsi a trapanarla con le mani ben piazzate sulle chiappe. Lea ci godeva , forse più per il fatto che fosse osservata da me, da come ci guardavamo. Piero venne e non perse tempo a risistemarsi, cosa che Lea fece con più lentezza. [/QUOTE]
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