Esperienza reale Racconto di fantasia Il richiamo dell'est

pete.g

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Questo ultimo fine settimana io e mia moglie abbiamo deciso di raggiungere una nostra coppia di amici che vive in provincia di Modena. Scopo della gita fuori porta, festeggiare il compleanno delle piccola Matilde. Il pensiero di essere circondato da piccole pesti di età compresa tra i due e i sette anni, mi faceva stare veramente male ma per cortesia accettammo comunque l'invito. Una volta arrivati nella casa di Federico e Serena, ecco la scena che si presenta: bambini che corrono a destra e sinistra, urla, liti per un giocattolo e qualche pianto per incomprensioni tra infanti; gruppetto dei padri annoiati e svogliati nel vigilare la loro prole, gruppetto di mamme di varie età. Mia moglie inizia a chiacchierare col gruppetto delle mogli capeggiato dalla padrona di casa, Serena. Io nel disinteresse più totale e con un principio di mal di testa causato dalle urla, inizio ad ammazzare il tempo scrutando le mamme, ponendo maggiore attenzione su quelle di più giovane età. La mia attenzione viene facilmente catturata da Madiana, donna moldava sui 35, bionda occhi verdi, non bellissima, un culetto discreto e due tette spropositate rispetto al suo fisico e vittime della spietata forza di gravità.
Presto capì i motivi del seno abbondante e caduto.
Madiana venne richiamata dal pianto di un bimbo sui due anni, corse verso di lui lo prese in braccio e iniziò a coccolarlo per cercare di calmare il suo pianto; di tutto inutile, lei allora prese suo figlio, si sedette sulla panca in legno di fronte a me e in totale disinvoltura alzò mezza maglia, abbassò il reggiseno in cotone bianco e tiro fuori uno dei suoi seni, stringendo delicatamente il capezzolo turgido. Bastò quella scena per raddrizzare la mia giornata. Iniziai a controllare se Madiana fosse lì da sola o i compagnia del padre del bimbo ma di lui nessuna traccia. Da quel momento non smisi di togliere il mio sguardo su di lei, ma senza esagerare per non creare sospetti per mia moglie. La scena del capezzolo offerto al bimbo ed alla mia vista si ripetè nuovamente nel giro di mezz'ora, e questa volta provocò in me una reazione più accesa: il mio membro cominciò a gonfiarsi. A peggiorare la situazione, ci pensarono i suoi jeans a vita bassa che mostravano quasi metà della linea che separava i suoi glutei ogni qual volta che cercava di abbassarsi per dare assistenza al proprio bimbo.
La goccia che fece traboccare il vaso arrivò poco dopo. Il bimbo di Madiana, rincorso da altri bimbi, lasciò cadere involontariamente dalle sue mani un pezzo di focaccia che stava ciucciando da ore. Io, seduto sulla panca tentai di prendere il pezzetto da terra ma fui anticipato da Madiana che si chinò subito di fronte a me, lasciando intravedere il suo abbondante seno attraverso la scollatura della maglia che indossava. Preso il pezzo da terra, nel tentativo di rialzarsi velocemente, perse l'equilibrio e nel tentativo di non cadere, trovò appoggio tra le mie gambe. Fortunatamente nella confusione, forse nessuno si era accorto dell'incidente, sei si rialzò subito mi chiese scusa quasi sottovoce per non attirare l'attenzione del resto della gente e col viso rosso come il fuoco si allontanò verso il sacco dei rifiuti dove gettò il pezzetto di cibo.
Io preso dall'eccitazione non sentii più le gambe, fui preso dalla tachicardia. Sentii la necessità di chiudermi in bagno, per calmare le mie fantasie avevo bisogno di una sega.
Raggiunsi il bagno, entrai ma mi resi conto che la mia idea poteva morire lì. I padroni di casa per evitare che qualcuno dei piccoli si chiudesse in bagno, avevano tolto le chiavi. Deluso aprii la porta del bagno ma trovai Madiana davanti. Appurato che non ci fosse nessuno ad assistere alla scena, la presi per un polso e la tirai dentro al bagno. Usai il mio peso per serrare la porta, afferrai Madiana per i fianchi e la baciai ficcandole subito la lingua dentro la bocca. Il bacio durò trenta secondi, bloccato dalla sensibilità della mia cappella che aumentava a dismisura, infilai le mani dentro la sua maglia, trovai subito la strada sotto al reggiseno che mi portò sulle sue tette grandi ma un po' morbide. Forse per via delle mani un po' fredde lei ebbe un brivido, le mie dita strinsero i suoi capezzoli da cui uscì qualche goccia di un liquido caldo: tirai fuori le mani e mi leccai le mie dita bagnate da un liquido bianco e un po' dolciastro, lei mise la mia mano sui pantaloni, ero al limite della mia eccitazione. Sapevo di avere poco tempo a disposizione, forse anche lei ne era consapevole; aprii i miei jeans quel tanto che bastava per tirarlo fuori, le sue mani scoprirono il mio glande che scomparve dentro la sua bocca. Furono necessari pochi secondi prima che la sua bocca fu riempita dal mio sperma, lei non ne fece uscire nemmeno una goccia dalla sua bocca, sentii il mio sapore sulle sue labbra, mi fece spostare per controllare attraverso il buco della serratura che la via fosse libera ed uscì rapidamente dal bagno.
Io chiusi i miei pantaloni ed uscii per raggiungere la festa anche da la mia festa l'avevo già ricevuta.

Buona parte del racconto è reale, una piccola parte, compresi i nomi, è di fantasia.
 

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