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<blockquote data-quote="Crazydiamond" data-source="post: 18464259" data-attributes="member: 450463"><p>Aspettammo, piu ché altro per capire come meglio fare. Era chiaro: approfittando dell'assenza del collega, il bruto si poteva sbattere la padrona di casa. Tutto ben organizzato, ancora meglio con chi ti guarda le spalle.</p><p>Quando la musica della radio sparì era il chiaro segno, mi attivai per uscire dopo aver detto a Virginia di aspettare il mio segno una volta arrivato su.</p><p>Arrivato su, molto cautamente, dato che non sentivo nessun rumore o voci, motivo in più per essere titubante e rimanere dietro la spalla d'ingresso senza vedere ed essere visto. Voltandomi alle scale Virginia mi osservava, aspettando un mio cenno.</p><p>Una sorta di grugnito e dei sciacquettii. Aspettai ancora, immaginavo cosa stessero facendo. Ma solo dopo aver sentito " ohhh signo'... Che bocca...mmm" diedi un occhiata dentro: non li vedevo ma li sentivo chiaramente. Mi incamminai sempre più dentro, evitando di far rumore: pannelli di cartongesso poggiati a un lato coprirono la visuale fino all'ultimo e fui fortunato perché nella stanza c'era un vecchio armadio con le ante a specchio, vedendo riflesso i due senza che fossi scoperto. Avendo via libera, feci marcia indietro per chiamare la cugina, ma era già dietro di me. Doveroso segno di stare muti e anche lei ebbe modo di vedere ciò che gli specchi rifraevano: la zia, seduta sulla sedia che spompinava tranquillamente l'omone. Già in tiro, mostrando anche di essere ben fornito, sia per lunghezza che circonferenza. Con una mano sul suo fianco e l'altra sulla testa di zia Sara si godeva la bocca in evidente difficoltà a tenersi dentro la sostanziosa verga: i metri che ci dividevano erano sufficienti per capire e vedere chiaramente i dettagli, compreso quello dei testicoli, quando si calo'completamente i pantaloni ai piedi e che zia di tanto in tanto li massaggiava, quasi come due palle da tennis.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Crazydiamond, post: 18464259, member: 450463"] Aspettammo, piu ché altro per capire come meglio fare. Era chiaro: approfittando dell'assenza del collega, il bruto si poteva sbattere la padrona di casa. Tutto ben organizzato, ancora meglio con chi ti guarda le spalle. Quando la musica della radio sparì era il chiaro segno, mi attivai per uscire dopo aver detto a Virginia di aspettare il mio segno una volta arrivato su. Arrivato su, molto cautamente, dato che non sentivo nessun rumore o voci, motivo in più per essere titubante e rimanere dietro la spalla d'ingresso senza vedere ed essere visto. Voltandomi alle scale Virginia mi osservava, aspettando un mio cenno. Una sorta di grugnito e dei sciacquettii. Aspettai ancora, immaginavo cosa stessero facendo. Ma solo dopo aver sentito " ohhh signo'... Che bocca...mmm" diedi un occhiata dentro: non li vedevo ma li sentivo chiaramente. Mi incamminai sempre più dentro, evitando di far rumore: pannelli di cartongesso poggiati a un lato coprirono la visuale fino all'ultimo e fui fortunato perché nella stanza c'era un vecchio armadio con le ante a specchio, vedendo riflesso i due senza che fossi scoperto. Avendo via libera, feci marcia indietro per chiamare la cugina, ma era già dietro di me. Doveroso segno di stare muti e anche lei ebbe modo di vedere ciò che gli specchi rifraevano: la zia, seduta sulla sedia che spompinava tranquillamente l'omone. Già in tiro, mostrando anche di essere ben fornito, sia per lunghezza che circonferenza. Con una mano sul suo fianco e l'altra sulla testa di zia Sara si godeva la bocca in evidente difficoltà a tenersi dentro la sostanziosa verga: i metri che ci dividevano erano sufficienti per capire e vedere chiaramente i dettagli, compreso quello dei testicoli, quando si calo'completamente i pantaloni ai piedi e che zia di tanto in tanto li massaggiava, quasi come due palle da tennis. [/QUOTE]
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