PrincipeGoloso
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Purtroppo a 14 anni io(Marco) e mia sorella(Claudia) - di 16 anni - avemmo un brutto incidente con il motorino e lei resto paralizzata, obbligata sulla sedia a rotelle.
Mi senti sempre responsabile di quel brutto incidente in quanto insistetti molto per guidare il motorino e l’inesperienza causò quella tragedia; mia sorella mi consolò spesso dicendo che non era colpa di nessuno e che sarebbe accaduto lo stesso pur se fosse stata lei a guidare. Ma io conoscevo la verità ed il mio senso di colpa non mi abbandonava.
Da quando accadde l’incidente diventai praticamente l’ombra di mia sorella, ci separavamo solo durante le lezioni a scuola, quando lei studiava con la sua migliore amica o la notte quando si dormiva.
La nostra vita sociale era molto limitata, chiaramente non facevamo le stesse cose dei nostri coetanei. Quando si usciva ero io a spingere la carrozzina, la portavo ovunque e lei era molto contenta di questa mia attenzione; con i suoi compagni di scuola non si sentiva a proprio agio, capiva che la sua condizione limitava lo svago del gruppo.
Anche la sfera sessuale degli anni adolescianziali fu molto trascurata; i primi due anni dopo l’incidente furono per mia sorella molto duri, sia psicologicamente che fisicamente. Aveva spesso dolori agli arti, faceva terapia, ed io ero sempre al suo fianco. Insomma non ci pensavamo più di tanto.
Lei spesso mi invitava ad uscire con gli amici, a frequentare qualche ragazza, ma io non mi sentivo di iniziare un rapporto troppo vincolante. Con qualche ragazza molto audace, avevo avuto qualche esperienza di pompini in qualche aula della scuola fortunatamente inutilizzata. O qualche scopata con una vicina di casa che la notte passando dal balcone entrava in camera mia.
Passavano gli anni e la nostra vita correva su unico binario; il momento più significativo fu quando presi la patente e papà ci regalò l’auto, una bellissima Mercedes station wagon, adatta a poter caricare facilmente la carrozzina e comoda per i passeggeri.
Fortunatamente mia sorella con il tempo stava molto meglio, le terapie erano sempre meno frequenti, ero io che le facevo giornalmente dei massaggi alle gambe con delle creme particolari ed esercizi passivi alle articolazioni. Ci iscrivemmo anche in una palestra, in modo che anch’io facessi attività fisica.
Iniziammo a conoscere e frequentare persone diverse, organizzare gite fuori porta, uscire la sera per andare nei vari locali, al cinema o al teatro: insomma dopo 6 anni circa da quel tragico incidente e periodi abbastanza complicati, tutto sembrava andare finalmente nella giusta direzione.
Un ragazzo - Giacomo - dimostrava interesse per mia sorella, la invitava ad uscire da soli, ma lei trovava sempre scuse; dopo un po sembrava depressa e ne parlammo:
io: Claudia cosa ti succede,ultimamente ti vedo strana, triste o nervosa;
Claudia: Hai ragione, Giacomo sta diventando troppo insistente, ed io non mi sento pronta a conoscerlo in modo approfondito;
io: Ma come, Giacomo è un bravissimo ragazzo, simpatico, premuroso ed anche di bell’aspetto;
Claudia: Lo so, ma prima o poi tenterĂ approcci intimi ed io mi sento a disagio in questa condizione. Penso che tu lo capisca da solo cosa intendo;
io: No, non lo capisco, tu stai mettendo dei paletti a ciò che viene naturale, e non è certamente una carrozzina che potrebbe ostacolare un rapporto o un sentimento d’amore;
Claudia: Fratello, ti ringrazio, ma al momento non mi sento di iniziare un rapporto, chiudiamo l’argomento per favore;
io: Ok, al momento lo chiudiamo ma lo riprenderemo,ok?
Claudia: Ok, dammi un bacione.
Passarono i mesi ed un bel giorno mia sorella mi comunicò di aver deciso di uscire con Giacomo; io ne ero felice, le dissi che quel giorno potevano prendere l’auto e le diedi un forte abbraccio e bacione.
Uscirono insieme un quattro, cinque volte. Io nel mentre la notte mi scopavo sempre la vicina di casa(Rosa), che si era pure fidanzata.
Una mattina andando a fare il controllo annuale di mia sorella, le chiesi:
io: Come va con Giacomo?
Claudia:Tutto bene, lo sto conoscendo meglio, è veramente simpatico;
io: Sono contento sorellina, vi siete dati un bacetto?
Claudia: Si, ma lui prova a fare altro e io non voglio!
io: In che senso prova?
Claudia:Quando ci baciamo allunga le mani, cerca di toccare i seni o scende con le mani fino a giĂą;
io: Ma insiste troppo?
Claudia: Nooo, è un galantuomo, ma ci prova. Io lo lascio fare ma quando esagera lo blocco!
io: Esagera?
Claudia: Si, quando tenta di toccare i seni dall’interno dei vestiti o toccare la patatina scostando gli slip. Io lo blocco, mi blocco e voglio rientrare a casa;
io: Ma è tutto normale sorellina, perchè reagisci cosi, non provi niente?
Claudia: Si che provo qualcosa, ma con lui al momento non mi sento di andare avanti. E poi fatti i cazzi tuoi(e ride);
io: Ok sorellina(ridendo e dandole un bacione come nostra abitudine).
Facciamo la visita, il dottore ci dice che tutto procede bene, i muscoli sono tonici, di continuare con i massaggi e gli esercizi passivi, che le visite periodiche si possono organizzare ogni 24 mesi.
Continuiamo la nostra vita serenamente, ma una notte accade ciò che avrei voluto evitare.
Stavo scopando con Rosa, tentando di non fare rumore per non svegliare mia sorella nella stanza accanto, ma mentre la scopavo a pecorina e stavamo per venire sento bussare alla parete; era mia sorella.
Io, in estasi non riuscivo a fermarmi, metto le mani in bocca a Rosa per evitare di far sentire i gemiti, e veniamo entrambi; nel mentre sento bussare una seconda volta, metto velocemente il boxer(era estate inoltrata), busso ed entro da mia sorella:
io: Sorella, che hai, stai male?
Claudia: Io starei male? Sei tu che parli o fai strani suoni;
io: In effetti stavo facendo un brutto sogno, forse mi lamentavo, scusami tanto;
Claudia: Ma nooo, mi stavo preoccupando;
io: No tranquilla, tutto bene;
Claudia: Fratellino, scusa se approfitto, ho crampi alla gamba, mi faresti i massaggi con la crema?
io: Certo sorellina.
CONTINUA..
Mi senti sempre responsabile di quel brutto incidente in quanto insistetti molto per guidare il motorino e l’inesperienza causò quella tragedia; mia sorella mi consolò spesso dicendo che non era colpa di nessuno e che sarebbe accaduto lo stesso pur se fosse stata lei a guidare. Ma io conoscevo la verità ed il mio senso di colpa non mi abbandonava.
Da quando accadde l’incidente diventai praticamente l’ombra di mia sorella, ci separavamo solo durante le lezioni a scuola, quando lei studiava con la sua migliore amica o la notte quando si dormiva.
La nostra vita sociale era molto limitata, chiaramente non facevamo le stesse cose dei nostri coetanei. Quando si usciva ero io a spingere la carrozzina, la portavo ovunque e lei era molto contenta di questa mia attenzione; con i suoi compagni di scuola non si sentiva a proprio agio, capiva che la sua condizione limitava lo svago del gruppo.
Anche la sfera sessuale degli anni adolescianziali fu molto trascurata; i primi due anni dopo l’incidente furono per mia sorella molto duri, sia psicologicamente che fisicamente. Aveva spesso dolori agli arti, faceva terapia, ed io ero sempre al suo fianco. Insomma non ci pensavamo più di tanto.
Lei spesso mi invitava ad uscire con gli amici, a frequentare qualche ragazza, ma io non mi sentivo di iniziare un rapporto troppo vincolante. Con qualche ragazza molto audace, avevo avuto qualche esperienza di pompini in qualche aula della scuola fortunatamente inutilizzata. O qualche scopata con una vicina di casa che la notte passando dal balcone entrava in camera mia.
Passavano gli anni e la nostra vita correva su unico binario; il momento più significativo fu quando presi la patente e papà ci regalò l’auto, una bellissima Mercedes station wagon, adatta a poter caricare facilmente la carrozzina e comoda per i passeggeri.
Fortunatamente mia sorella con il tempo stava molto meglio, le terapie erano sempre meno frequenti, ero io che le facevo giornalmente dei massaggi alle gambe con delle creme particolari ed esercizi passivi alle articolazioni. Ci iscrivemmo anche in una palestra, in modo che anch’io facessi attività fisica.
Iniziammo a conoscere e frequentare persone diverse, organizzare gite fuori porta, uscire la sera per andare nei vari locali, al cinema o al teatro: insomma dopo 6 anni circa da quel tragico incidente e periodi abbastanza complicati, tutto sembrava andare finalmente nella giusta direzione.
Un ragazzo - Giacomo - dimostrava interesse per mia sorella, la invitava ad uscire da soli, ma lei trovava sempre scuse; dopo un po sembrava depressa e ne parlammo:
io: Claudia cosa ti succede,ultimamente ti vedo strana, triste o nervosa;
Claudia: Hai ragione, Giacomo sta diventando troppo insistente, ed io non mi sento pronta a conoscerlo in modo approfondito;
io: Ma come, Giacomo è un bravissimo ragazzo, simpatico, premuroso ed anche di bell’aspetto;
Claudia: Lo so, ma prima o poi tenterĂ approcci intimi ed io mi sento a disagio in questa condizione. Penso che tu lo capisca da solo cosa intendo;
io: No, non lo capisco, tu stai mettendo dei paletti a ciò che viene naturale, e non è certamente una carrozzina che potrebbe ostacolare un rapporto o un sentimento d’amore;
Claudia: Fratello, ti ringrazio, ma al momento non mi sento di iniziare un rapporto, chiudiamo l’argomento per favore;
io: Ok, al momento lo chiudiamo ma lo riprenderemo,ok?
Claudia: Ok, dammi un bacione.
Passarono i mesi ed un bel giorno mia sorella mi comunicò di aver deciso di uscire con Giacomo; io ne ero felice, le dissi che quel giorno potevano prendere l’auto e le diedi un forte abbraccio e bacione.
Uscirono insieme un quattro, cinque volte. Io nel mentre la notte mi scopavo sempre la vicina di casa(Rosa), che si era pure fidanzata.
Una mattina andando a fare il controllo annuale di mia sorella, le chiesi:
io: Come va con Giacomo?
Claudia:Tutto bene, lo sto conoscendo meglio, è veramente simpatico;
io: Sono contento sorellina, vi siete dati un bacetto?
Claudia: Si, ma lui prova a fare altro e io non voglio!
io: In che senso prova?
Claudia:Quando ci baciamo allunga le mani, cerca di toccare i seni o scende con le mani fino a giĂą;
io: Ma insiste troppo?
Claudia: Nooo, è un galantuomo, ma ci prova. Io lo lascio fare ma quando esagera lo blocco!
io: Esagera?
Claudia: Si, quando tenta di toccare i seni dall’interno dei vestiti o toccare la patatina scostando gli slip. Io lo blocco, mi blocco e voglio rientrare a casa;
io: Ma è tutto normale sorellina, perchè reagisci cosi, non provi niente?
Claudia: Si che provo qualcosa, ma con lui al momento non mi sento di andare avanti. E poi fatti i cazzi tuoi(e ride);
io: Ok sorellina(ridendo e dandole un bacione come nostra abitudine).
Facciamo la visita, il dottore ci dice che tutto procede bene, i muscoli sono tonici, di continuare con i massaggi e gli esercizi passivi, che le visite periodiche si possono organizzare ogni 24 mesi.
Continuiamo la nostra vita serenamente, ma una notte accade ciò che avrei voluto evitare.
Stavo scopando con Rosa, tentando di non fare rumore per non svegliare mia sorella nella stanza accanto, ma mentre la scopavo a pecorina e stavamo per venire sento bussare alla parete; era mia sorella.
Io, in estasi non riuscivo a fermarmi, metto le mani in bocca a Rosa per evitare di far sentire i gemiti, e veniamo entrambi; nel mentre sento bussare una seconda volta, metto velocemente il boxer(era estate inoltrata), busso ed entro da mia sorella:
io: Sorella, che hai, stai male?
Claudia: Io starei male? Sei tu che parli o fai strani suoni;
io: In effetti stavo facendo un brutto sogno, forse mi lamentavo, scusami tanto;
Claudia: Ma nooo, mi stavo preoccupando;
io: No tranquilla, tutto bene;
Claudia: Fratellino, scusa se approfitto, ho crampi alla gamba, mi faresti i massaggi con la crema?
io: Certo sorellina.
CONTINUA..