Innamorato di A

f.decatald

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I fatti che sto per narrare risalgono agli anni 85/90, così tanto per essere generico e sviare qualcuno in caso si riconoscesse negli avvenimenti.

Dopo aver fatto sesso per la prima volta ( qui il racconto ), la mia voglia era insaziabile.
Ammetto che ho cominciato a cercare sesso ovunque collezionando poche prede e molte figuracce. Ma andiamo avanti.

Ormai la cugina più grande aveva fatto affiorare in me un vero maiale.

Dopo l'estate in cui avevo perso la verginità, ritorna la vita di sempre fatta di scuola e compiti.
Come la precedente stagione scolastica io e A ci incontravamo all'uscita per andare a casa mia o a casa sua. I nostri genitori ci avevamo abituato a fare in compiti insieme.
Ma quello che ignoravano era che ormai a 14 anni gli ormoni galoppavano. E il sottoscritto aveva intrapreso la strada della porcaggiane da poco!

I primi giorni di scuola faceva ancora caldo, quindi in casa A in casa si vestiva con i soliti pantaloncini e magliettine leggere.
Da qualche giorno sentivo una profonda attrazione verso la cuginetta e mi rendevo conto che non era solo fisica. Sentivo dentro di me qualcosa che andava oltre.

Mentre facevamo i compliti sbirciavo tra le gambe e cercavo di intravedere la fica.
I primi giorni lei se ne accorgeva e chiudeva quelle fantastiche gambe.
A proposito, vorrei far capire a chi legge che tipo di Femmina era: longilinea ma con 2 gambe perfette da show girl. Un culetto che parlava da solo, una pancia piatta e con una seconda di seno fatta benissimo. Facile poi, a quell'età! Ma credetemi che è rimasta tale e quale per tanti anni. Anzi, forse è anche migliorata.

Dopo qualche giorno il mio scrutare non era più fastidioso ma le provocava una qualche reazione piacevole. Cominciava a sorridermi. Bene!

Un pomeriggio, mentre ci incamminavamo verso casa le dico "A, ma tu sei fidanzata?". Lei ribatte con un "no, ma c'è uno che mi piace ma non potrò mai fidanzarmi con lui".
Pensieroso aggiungo "Strano, è capitata la stessa cosa a me". Era lei la persona oggetto delle mie attenzioni. Ma chi era questo fortunato ragazzino?

Nei giorni a venire riprendo il discorso "A, senti..." non avevo il coraggio di dirglielo "Io credo... prendimi per pazzo... ma io... credo di amarti".
Lei si mise a ridere e io rosso dalla vergogna. A divenne seria "Ora è tutto più facile. Solo che non potremmo mai fidanzarci, lo sai? Siamo cugini e il ragazzo di cui ti parlavo... be' sei proprio tu!".
In quel momento è calato il silenzio fino a casa e nella mia testa mi chiedevo se fosse un sogno o mi stesse prendendo in giro.

Qualche ora dopo eravamo nella solita stanza a studiare.
I miei zii uscirono per andare a lavorare. Quando si chiuse la porta la mia testa smise di farsi domande.

Lei era seduta sul divano. Mi alzo e mi avvicino. Le sfilo le pantofole rosse a cuoricini bianchi. Ancora le ricordo!!!
Comincio a leccarle le gambe partendo dai polpacci. Sentivo la pelle liscia e il suo profumo. Le chiedo "Mi fermo?" e socchiudendo gli occhi mi fa un cenno con la testa che stava a indicare un no.
Le sfilo i pantaloncini, poi le mutandine... e qualche istante dopo il reggiseno.

Era bellissima. La creatura più dolce, romantica e assolutamente non volgare che io abbia mai visto. Anche la sua vagina era delicata.
Notai subito che le labbra non avevano peli.
Le schiusi con i pollici e una goccia del suo umore fece capolino su un mio dito.

Mi spogliai e lei guardò il mio pene durissimo e lei accennò ad un "mamma...".
Poco dopo ero tra le sue braccia e le sue gambe. Le baciavo le labbra e poi il collo.
Poi il seno bellissimo con i suoi capezzoli piccoli quando una moneta da 1€ e abbastanza chiari.

Qualche secondo dopo le toccai le labbra: erano un lago!
La guardai negli occhi. Il suo sguardo languido lasciò il posto ad una espressione di stupore: ero dentro di lei!
Mi stringeva fortissimo i bicipiti. "Ti faccio male" le chiesi? Mi sussurrò "no, non ti fermare amore... ti prego, continua".

Il ritmo divenne più serrato e lei gemeva come mai avevo sentito in vita mia.
Pochi minuti dopo le sue mani raccoglievano il mio seme e lei rideva "come è caldo!".

Era stranissimo: eravamo cugini e la cosa ci spaventava. Ma è stato dolce e bello. Insomma, un sogno.

Io le chiesi, quando ci vestimmo, se fosse stata la sua prima volta e lo era, infatti. Barando affermai "anche per me".
Mi rispose in modo secco "bugiardo! L'estate scorsa ti ho sentito con mia sorella! Fate schifo... be ok, anche io a questo punto!"
E il pomeriggio si chiuse tra le risate, per fortuna.

Meno fortunati il giorno dopo quando il professore mi chiese "allora, ieri a che gioco abbiamo giocato invece di studiare?"
Non risposi. Avevo un sorriso unico!

FINE

Grazie per avermi letto!
 

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