Esperienza reale “LA BOCCA SOLLEVÒ DAL FIERO CAZZO!”

tomgh

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La bocca sollevò dal fiero caxxo!

Aspé, che scrivo, non è così!

Il passo giusto è: “La bocca sollevò dal fiero pasto”...

Ma che cacchio sto narrando? Mica devo scrivere la storia del Conte Ugolino, ma le avventure che mi sono accadute! Fermati un attimo T., lascia andare ed ardere il Conte Ugolino tra le fiamme del 33° canto dell'Inferno, costretto a sbranare il cranio dei propri figlie, e concentrati su una narrazione più piacevole e sicuramente più adeguata alle pagine di phica.eu

Ma andiamo al racconto: l'aggettivo “fiero” non è da intendersi nel senso dantesco di “bestiale” “animalesco”, anche perché di “ferino” c'era solo la voglia di E. che si stava spolpando letteralmente l'organo genitale, ma di “fiero”, da intendersi come orgoglioso.

Sì,quella sera il caxxo era proprio”fiero” di ricevere la più bella e superba pompa della sua vita.

Quando capitano tali avvenimenti, tocchi il cielo con un dito, ti sembra di raggiungere il Nirvana e la catarsi sembra sempre più vicina. La tua vita diventa immediatamente più leggiadra e, cosa da non poco, ti svuoti le palle in maniera incredibile!

Ma, come ogni storia, che si rispetti, bisogna partire dall'inizio del racconto e non dal momento “momento culminante del finale travolgente”...

Ed allora, riavvolgiamo il nastro e partiamo dall'inizio!

Mi chiamo T. e ho sempre avuto una vita abbastanza tranquilla, senza forti emozioni, trascorsa nella propria “comfort zone”. Le donne, sì, mi son sempre piaciute, ma abitando in un paesino sperduto di una regione meridionale, “battuto” da ragazzine che avano sempre la “puzza sotto il naso” e che se la tiravano, come se l'avessero solo loro, ho deciso, da sempre, di non buttarmi mai nella mischia.

Ho fatto mia, metabolizzandola, la pubblicità degli anni 80 del famoso after shave: “Per l'uomo che non deve chiedere mai!

Così non mi sono mai spinto “oltre”, rimanendo sulle mie, non provandoci con nessuna ragazza, nemmeno con le più carine, nemmeno con quelle che mi facevano impazzire.

Eppure, dalle esperienze avute, le ragazze non mi hanno mai definito come un brutto ragazzo, anzi... mi descrivevano come un uomo “piacione”, dai bei lineamenti, con un viso dolce, una serietà e compostezza oltre il comune, spalle e fondoschiena da “discobolo”.

Ed il “trallalero”?
Beh, una ragazza romana, venuta in ferie, che si trastullava, facendomi gioire con una sega, con pompa incorporata, mi disse: “Complimenti, hai un bel cazzo!

Avevo tutti gli elementi per poter fare bene, ma il mio orgoglio, forse un po' troppo accentuato, la mia idea insistente del non chiedere niente, di non importunare o provarci con nessuna, ha spento il mio istinto di predatore e mi ha trasformato in preda. Per questa “passività”, credo di aver perso molte, anche troppe, occasioni nella mia vita.

Ma come si dice:”Finché c'è vita c'è speranza!



Ditemi, vi sto annoiando o volete che continui?
 

magilla gorilla

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La bocca sollevò dal fiero caxxo!

Aspé, che scrivo, non è così!

Il passo giusto è: “La bocca sollevò dal fiero pasto”...

Ma che cacchio sto narrando? Mica devo scrivere la storia del Conte Ugolino, ma le avventure che mi sono accadute! Fermati un attimo T., lascia andare ed ardere il Conte Ugolino tra le fiamme del 33° canto dell'Inferno, costretto a sbranare il cranio dei propri figlie, e concentrati su una narrazione più piacevole e sicuramente più adeguata alle pagine di phica.eu

Ma andiamo al racconto: l'aggettivo “fiero” non è da intendersi nel senso dantesco di “bestiale” “animalesco”, anche perché di “ferino” c'era solo la voglia di E. che si stava spolpando letteralmente l'organo genitale, ma di “fiero”, da intendersi come orgoglioso.

Sì,quella sera il caxxo era proprio”fiero” di ricevere la più bella e superba pompa della sua vita.

Quando capitano tali avvenimenti, tocchi il cielo con un dito, ti sembra di raggiungere il Nirvana e la catarsi sembra sempre più vicina. La tua vita diventa immediatamente più leggiadra e, cosa da non poco, ti svuoti le palle in maniera incredibile!

Ma, come ogni storia, che si rispetti, bisogna partire dall'inizio del racconto e non dal momento “momento culminante del finale travolgente”...

Ed allora, riavvolgiamo il nastro e partiamo dall'inizio!

Mi chiamo T. e ho sempre avuto una vita abbastanza tranquilla, senza forti emozioni, trascorsa nella propria “comfort zone”. Le donne, sì, mi son sempre piaciute, ma abitando in un paesino sperduto di una regione meridionale, “battuto” da ragazzine che avano sempre la “puzza sotto il naso” e che se la tiravano, come se l'avessero solo loro, ho deciso, da sempre, di non buttarmi mai nella mischia.

Ho fatto mia, metabolizzandola, la pubblicità degli anni 80 del famoso after shave: “Per l'uomo che non deve chiedere mai!

Così non mi sono mai spinto “oltre”, rimanendo sulle mie, non provandoci con nessuna ragazza, nemmeno con le più carine, nemmeno con quelle che mi facevano impazzire.

Eppure, dalle esperienze avute, le ragazze non mi hanno mai definito come un brutto ragazzo, anzi... mi descrivevano come un uomo “piacione”, dai bei lineamenti, con un viso dolce, una serietà e compostezza oltre il comune, spalle e fondoschiena da “discobolo”.

Ed il “trallalero”?
Beh, una ragazza romana, venuta in ferie, che si trastullava, facendomi gioire con una sega, con pompa incorporata, mi disse: “Complimenti, hai un bel cazzo!

Avevo tutti gli elementi per poter fare bene, ma il mio orgoglio, forse un po' troppo accentuato, la mia idea insistente del non chiedere niente, di non importunare o provarci con nessuna, ha spento il mio istinto di predatore e mi ha trasformato in preda. Per questa “passività”, credo di aver perso molte, anche troppe, occasioni nella mia vita.

Ma come si dice:”Finché c'è vita c'è speranza!



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timassaggio

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Ma che cacchio sto narrando? Mica devo scrivere la storia del Conte Ugolino, ma le avventure che mi sono accadute! Fermati un attimo T., lascia andare ed ardere il Conte Ugolino tra le fiamme del 33° canto dell'Inferno, costretto a sbranare il cranio dei propri figlie, e concentrati su una narrazione più piacevole e sicuramente più adeguata alle pagine di phica.eu

Ma andiamo al racconto: l'aggettivo “fiero” non è da intendersi nel senso dantesco di “bestiale” “animalesco”, anche perché di “ferino” c'era solo la voglia di E. che si stava spolpando letteralmente l'organo genitale, ma di “fiero”, da intendersi come orgoglioso.

Sì,quella sera il caxxo era proprio”fiero” di ricevere la più bella e superba pompa della sua vita.

Quando capitano tali avvenimenti, tocchi il cielo con un dito, ti sembra di raggiungere il Nirvana e la catarsi sembra sempre più vicina. La tua vita diventa immediatamente più leggiadra e, cosa da non poco, ti svuoti le palle in maniera incredibile!

Ma, come ogni storia, che si rispetti, bisogna partire dall'inizio del racconto e non dal momento “momento culminante del finale travolgente”...

Ed allora, riavvolgiamo il nastro e partiamo dall'inizio!

Mi chiamo T. e ho sempre avuto una vita abbastanza tranquilla, senza forti emozioni, trascorsa nella propria “comfort zone”. Le donne, sì, mi son sempre piaciute, ma abitando in un paesino sperduto di una regione meridionale, “battuto” da ragazzine che avano sempre la “puzza sotto il naso” e che se la tiravano, come se l'avessero solo loro, ho deciso, da sempre, di non buttarmi mai nella mischia.

Ho fatto mia, metabolizzandola, la pubblicità degli anni 80 del famoso after shave: “Per l'uomo che non deve chiedere mai!

Così non mi sono mai spinto “oltre”, rimanendo sulle mie, non provandoci con nessuna ragazza, nemmeno con le più carine, nemmeno con quelle che mi facevano impazzire.

Eppure, dalle esperienze avute, le ragazze non mi hanno mai definito come un brutto ragazzo, anzi... mi descrivevano come un uomo “piacione”, dai bei lineamenti, con un viso dolce, una serietà e compostezza oltre il comune, spalle e fondoschiena da “discobolo”.

Ed il “trallalero”?
Beh, una ragazza romana, venuta in ferie, che si trastullava, facendomi gioire con una sega, con pompa incorporata, mi disse: “Complimenti, hai un bel cazzo!

Avevo tutti gli elementi per poter fare bene, ma il mio orgoglio, forse un po' troppo accentuato, la mia idea insistente del non chiedere niente, di non importunare o provarci con nessuna, ha spento il mio istinto di predatore e mi ha trasformato in preda. Per questa “passività”, credo di aver perso molte, anche troppe, occasioni nella mia vita.

Ma come si dice:”Finché c'è vita c'è speranza!



Ditemi, vi sto annoiando o volete che continui?
Complimenti.
Grande padronanza della penna, della grammatica e della sintassi, oltre a possedere una solida cultura.
Non vedo l’ora di leggere il seguito.
Bravo!!!

E non ti curare di chi si annoia alle prime tre righe. Per loro ci sono sempre Lando e Il montatore…rigorosamente a fumetti…
 

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