CosmicWalker

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"qui" per i pensieri (solo del protagonista)
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Sono Ksante, questa è la mia storia e quella di Vanessa.
Sono un ragazzo di 34 anni, 187 cm, magro ma ben piazzato, senegalese di origini, ma italiano di nascita. I miei si sono trasferiti qui quando non ero ancora nato. Ho fatto alcune scelte sbagliate durante la mia vita, ma nulla di irrecuperabile o illegale. Non ho mai avuto una stabilità economica, ma ultimamente ho voluto alzarmi le maniche e dare una svolta alla mia vita. Ho iniziato a frequentare un corso di formazione regionale di informatica. Non mi è mai interessata granché la tecnologia, ma dicono che è il futuro, quindi perché non provare? Passai tranquillamente i test d'ingresso e poco prima di questi ebbi modo di conoscere un po' quelli che sarebbero stati i miei futuri colleghi di corso. Tra di loro e tra quelli che non passarono, la persona che più mi colpì fu Vanessa, ragazza italiana di 22 anni con un fisico incredibile. I capelli ondulati e biondo scuri le cadevano sulla schiena arrivando quasi a toccarle il sedere, aveva due occhi grandi e azzurri, un viso angelico ma con uno sguardo accattivante. Le labbra erano quasi rosse, senza alcun tipo di cosmetico addosso, e molto carnose. Era alta poco più di 160 cm, normopeso, un culetto sodo a mandolino stretto da un leggings nero ed un seno che cercava di uscire da un top bianco che doveva essere almeno una quinta coppa d. Iniziai subito ad immaginarmi la forma e la grandezza dei suoi capezzoli, così come anche la larghezza ed il colore delle areole. Inizia quasi ad eccitarmi ma cercai di mantenere un certo decoro. Doveva comunque avere un reggiseno a fascia sotto quel top, perché comunque tutto quel ben di dio stava su molto bene. Poco prima dei test non ebbi modo di parlarci e non vi riuscì neanche dopo. Dovetti invece aspettare l'inizio del corso, dopo 2 settimane dall'evento, per iniziare a parlarle. Non avevo nessuna informazione e non mi piace fare lo stalker, quindi per forza maggiore dovetti aspettare.
Il primo giorno di corso fu abbastanza noioso, un professore ci fece presentare, la tutor del corso ci indicò il patto d'aula e ci spiegò a grandi linee il percorso che avremmo fatto. Quasi 1000 ore di corso. Quasi mille ore in cui avrei avuto modo di provarci e scoparmi Vanessa. Il lungo discorso di tutor e professore terminò, così come anche le nostre presentazioni e finalmente arrivò la pausa. Non aspettai un secondo. Vanessa stava parlando con un ragazzo, poi scoprì essere un suo conoscente abbastanza sfigato, infatti non ebbi difficoltà ad insinuarmi nella conversazione con un pretesto quasi banale, ma sincero.
K. << Ciao, scusate se vi interrompo, ma sai che assomigli tantissimo ad una ragazza che conosco? Non è di queste parti, però sei la sua copia, anche se decisamente migliorata. >>
Le dissi facendo un po' il provolone. Come dicevo però, era vero, Vanessa infatti assomigliava molto a Caterina, una mia lontana amica più grande, in carne e sposata. Per il resto erano simili, anche lei rimane stupita dalla cosa. Iniziammo quindi a parlare del più e del meno, ignorando lo sfigato lì accanto. C'era sintonia, ci fu un feeling quasi immediato, lei rideva alle mie battute, io la ascolta con piacere, nonostante fosse un po' una capra, non era molto acculturata, ma per nulla stupida. Era interessante. Tutto quanto però iniziò a svanire quando guardò il telefono chiedendomi di aspettare un attimo perchè doveva rispondere al fidanzato. "Cazzo" pensai, era fidanzata, questo era un problema. Mentre pensavo a questo e a lasciar perdere tutto lei riniziò a parlare dicendo
V. << Senti, a che ho il telefono in mano, dammi il tuo numero, così possiamo messaggiare un po'.>>
"Ah però, diretta la giovanotta" pensai e mi accorsi soltanto in quel momento che effettivamente ci toglievamo qualche anno. Ero già stato con ragazze più giovani, ma anche fidanzate, l'ho già detto che era un problema? Sta di fatto che le diedi il numero e ritornammo alla lezione, la pausa di 15 minuti era volata come se nulla fosse. Così fece anche la lezione intera. Finimmo la giornata, ci salutammo tutti quanti, salutai lei e andammo tutti quanti ognuno per la propria strada.
Durante la stessa serata mi arrivò un messaggio. Era Vanessa, mi chiedeva cosa stessi facendo. In quel momento io ero in bagno ad espletare qualche bisogno fisiologico, ma risposi che ero a letto a leggere un po'. Mi inviò una sua foto, lei era distesa sulla schiena a letto, si riprendeva dall'alto, aveva addosso il pigiama ma era evidente che non indossasse reggiseno, quelle belle tettone infatti si vedevano quasi perfettamente tra la piega della maglietta. Si vedeva solo mezzo volto ed aveva la lingua di fuori chiusa tra le labbra, pare sia un modo di fotografarsi del momento, ma questo particolare lo notai dopo circa 2 minuti che le fissavo le tettone. Più guardavo e più notavo ed una cosa che notai subito era la sporgenza quasi esagerata di quelli che sicuramente erano i suoi capezzoli turgidi. Non avevo più sangue al cervello e non lo avreste avuto neanche voi davanti una foto simile, sta di fatto che dovetti prendermi qualche minuto per ristabilirmi. Le risposi, chiedendole come mai era a letto senza far nulla, mi rispose che stava aspettando il fidanzato. "Quel bastardo fortunato, chissà da quanto stanno insieme e se stanno bene" Lo pensai e glielo chiesi.
K. \ da quanto state insieme? Non so manco come si chiama. \
V. \ si chiama Paolo, stiamo insieme da quasi 4 anni. \
"Cazzo, sono tanti 4 anni. Però aspetta, perchè mi manda queste foto da mignottone? Vuoi vedere che sotto sotto..."
K. \ e va tutto bene tra di voi? \
V. \ sì sì, alla grande, tra poco organizziamo pure qualcosa per l'anniversario, non vedo l'ora. \
Qualcosa non mi quadrava, ma lasciai correre. Volevo fare qualche test, così cambiai discorso e le dissi che il pigiama che indossava era molto carino, aveva Stich di Lilo e Stich stampato in mezzo alle tettone. Mi disse grazie e mi mandò una nuova foto, stavolta però allungo di più le braccia verso l'alto, come a mostrare bene tutto quanto il corpo e signori miei, la fisica la conosciamo tutti, se allunghi le braccia la maglietta che indossi si alza e non so per quanti cm, ma saranno sicuramente stati pochissimi, quelle enormi tettone non le uscirono di fuori. Andai di nuovo in corto e la conversazione terminò poco dopo perchè il fidanzato, evidentemente, arrivò.
Il giorno dopo ci fu la seconda lezione e fu una lezione indimenticabile.

Qui finisce il racconto. Se avete gradito l'inizio e volete il seguito, sono più che felice di continuare.
 

Scalty

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Sono Ksante, questa è la mia storia e quella di Vanessa.
Sono un ragazzo di 34 anni, 187 cm, magro ma ben piazzato, senegalese di origini, ma italiano di nascita. I miei si sono trasferiti qui quando non ero ancora nato. Ho fatto alcune scelte sbagliate durante la mia vita, ma nulla di irrecuperabile o illegale. Non ho mai avuto una stabilità economica, ma ultimamente ho voluto alzarmi le maniche e dare una svolta alla mia vita. Ho iniziato a frequentare un corso di formazione regionale di informatica. Non mi è mai interessata granché la tecnologia, ma dicono che è il futuro, quindi perché non provare? Passai tranquillamente i test d'ingresso e poco prima di questi ebbi modo di conoscere un po' quelli che sarebbero stati i miei futuri colleghi di corso. Tra di loro e tra quelli che non passarono, la persona che più mi colpì fu Vanessa, ragazza italiana di 22 anni con un fisico incredibile. I capelli ondulati e biondo scuri le cadevano sulla schiena arrivando quasi a toccarle il sedere, aveva due occhi grandi e azzurri, un viso angelico ma con uno sguardo accattivante. Le labbra erano quasi rosse, senza alcun tipo di cosmetico addosso, e molto carnose. Era alta poco più di 160 cm, normopeso, un culetto sodo a mandolino stretto da un leggings nero ed un seno che cercava di uscire da un top bianco che doveva essere almeno una quinta coppa d. Iniziai subito ad immaginarmi la forma e la grandezza dei suoi capezzoli, così come anche la larghezza ed il colore delle areole. Inizia quasi ad eccitarmi ma cercai di mantenere un certo decoro. Doveva comunque avere un reggiseno a fascia sotto quel top, perché comunque tutto quel ben di dio stava su molto bene. Poco prima dei test non ebbi modo di parlarci e non vi riuscì neanche dopo. Dovetti invece aspettare l'inizio del corso, dopo 2 settimane dall'evento, per iniziare a parlarle. Non avevo nessuna informazione e non mi piace fare lo stalker, quindi per forza maggiore dovetti aspettare.
Il primo giorno di corso fu abbastanza noioso, un professore ci fece presentare, la tutor del corso ci indicò il patto d'aula e ci spiegò a grandi linee il percorso che avremmo fatto. Quasi 1000 ore di corso. Quasi mille ore in cui avrei avuto modo di provarci e scoparmi Vanessa. Il lungo discorso di tutor e professore terminò, così come anche le nostre presentazioni e finalmente arrivò la pausa. Non aspettai un secondo. Vanessa stava parlando con un ragazzo, poi scoprì essere un suo conoscente abbastanza sfigato, infatti non ebbi difficoltà ad insinuarmi nella conversazione con un pretesto quasi banale, ma sincero.
K. << Ciao, scusate se vi interrompo, ma sai che assomigli tantissimo ad una ragazza che conosco? Non è di queste parti, però sei la sua copia, anche se decisamente migliorata. >>
Le dissi facendo un po' il provolone. Come dicevo però, era vero, Vanessa infatti assomigliava molto a Caterina, una mia lontana amica più grande, in carne e sposata. Per il resto erano simili, anche lei rimane stupita dalla cosa. Iniziammo quindi a parlare del più e del meno, ignorando lo sfigato lì accanto. C'era sintonia, ci fu un feeling quasi immediato, lei rideva alle mie battute, io la ascolta con piacere, nonostante fosse un po' una capra, non era molto acculturata, ma per nulla stupida. Era interessante. Tutto quanto però iniziò a svanire quando guardò il telefono chiedendomi di aspettare un attimo perchè doveva rispondere al fidanzato. "Cazzo" pensai, era fidanzata, questo era un problema. Mentre pensavo a questo e a lasciar perdere tutto lei riniziò a parlare dicendo
V. << Senti, a che ho il telefono in mano, dammi il tuo numero, così possiamo messaggiare un po'.>>
"Ah però, diretta la giovanotta" pensai e mi accorsi soltanto in quel momento che effettivamente ci toglievamo qualche anno. Ero già stato con ragazze più giovani, ma anche fidanzate, l'ho già detto che era un problema? Sta di fatto che le diedi il numero e ritornammo alla lezione, la pausa di 15 minuti era volata come se nulla fosse. Così fece anche la lezione intera. Finimmo la giornata, ci salutammo tutti quanti, salutai lei e andammo tutti quanti ognuno per la propria strada.
Durante la stessa serata mi arrivò un messaggio. Era Vanessa, mi chiedeva cosa stessi facendo. In quel momento io ero in bagno ad espletare qualche bisogno fisiologico, ma risposi che ero a letto a leggere un po'. Mi inviò una sua foto, lei era distesa sulla schiena a letto, si riprendeva dall'alto, aveva addosso il pigiama ma era evidente che non indossasse reggiseno, quelle belle tettone infatti si vedevano quasi perfettamente tra la piega della maglietta. Si vedeva solo mezzo volto ed aveva la lingua di fuori chiusa tra le labbra, pare sia un modo di fotografarsi del momento, ma questo particolare lo notai dopo circa 2 minuti che le fissavo le tettone. Più guardavo e più notavo ed una cosa che notai subito era la sporgenza quasi esagerata di quelli che sicuramente erano i suoi capezzoli turgidi. Non avevo più sangue al cervello e non lo avreste avuto neanche voi davanti una foto simile, sta di fatto che dovetti prendermi qualche minuto per ristabilirmi. Le risposi, chiedendole come mai era a letto senza far nulla, mi rispose che stava aspettando il fidanzato. "Quel bastardo fortunato, chissà da quanto stanno insieme e se stanno bene" Lo pensai e glielo chiesi.
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V. \ si chiama Paolo, stiamo insieme da quasi 4 anni. \
"Cazzo, sono tanti 4 anni. Però aspetta, perchè mi manda queste foto da mignottone? Vuoi vedere che sotto sotto..."
K. \ e va tutto bene tra di voi? \
V. \ sì sì, alla grande, tra poco organizziamo pure qualcosa per l'anniversario, non vedo l'ora. \
Qualcosa non mi quadrava, ma lasciai correre. Volevo fare qualche test, così cambiai discorso e le dissi che il pigiama che indossava era molto carino, aveva Stich di Lilo e Stich stampato in mezzo alle tettone. Mi disse grazie e mi mandò una nuova foto, stavolta però allungo di più le braccia verso l'alto, come a mostrare bene tutto quanto il corpo e signori miei, la fisica la conosciamo tutti, se allunghi le braccia la maglietta che indossi si alza e non so per quanti cm, ma saranno sicuramente stati pochissimi, quelle enormi tettone non le uscirono di fuori. Andai di nuovo in corto e la conversazione terminò poco dopo perchè il fidanzato, evidentemente, arrivò.
Il giorno dopo ci fu la seconda lezione e fu una lezione indimenticabile.

Qui finisce il racconto. Se avete gradito l'inizio e volete il seguito, sono più che felice di continuare.
Intrigante... Certo... Continua!
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...ma è un racconto di fantasia o vero?
 
OP
CosmicWalker

CosmicWalker

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Alcune precisazioni non fatte in precedenza. Ci troviamo a gennaio, fa quindi abbastanza freddo. Nonostante questo Vanessa riusciva a resistere alle temperature basse, forse grazie al calore dell'età, ma aveva sempre almeno un cappotto o un giubbotto con lei.
L'aula in cui facevamo lezione non era grandissima, per fortuna non eravamo in molto, 13 persone esattamente. Le sedie, quelle con i tavolini laterali per poter scrivere (situati sul bracciolo destro), erano posizionate in 3 file, ogni fila aveva 5 sedie. Davanti, ovviamente, vi era la cattedra dove sedeva il docente. Io presi subito il posto ad angolo a sinistra, lo preferivo. Vanessa, il primo giorno, era più lontana, accanto all'amico sfigato.
Le lezioni duravano circa 4 ore, con una pausa di 15 minuti a metà.

Arrivò finalmente il secondo giorno di corso, oggi avremmo conosciuto un nuovo professore. Salutai tutti con un cenno non appena arrivai e Vanessa era già lì, mi salutò con molto entusiasmo, ero contento di ricevere certe attenzioni da lei. Ovviamente nel farle ignorò totalmente l'amico sfigato, che inizia a pensare ci stesse provando, nonostante fosse fidanzata. Lei comunque mi chiese subito.
V. <<Dove ti siedi? Mi metto accanto a te!>>
K. << Oh, beh, io mi metto sempre ad angolo, ho una visuale migliore della stanza.>>
Non mi diede modo di dire altro, andò a posizionare la sua borsetta accanto la mia sedia. Oggi era vestita in maniera abbastanza pudica, almeno così mi parve inizialmente. Un maglioncino bianco che NON esaltava le sue forme, purtroppo, rimasi un po' deluso, sopra indossava un montgomery nero. Aveva un bellissimo paio di leggins di leggings bianchi e quelli sì che le esaltavano le forme, doveva avere degli slip anch'essi bianchi, perchè qualsiasi altro colore si sarebbe notato. Sta di fatto che già così era incredibilmente eccitante.
Prendemmo posto, il docente era arrivato. Era di una noia incredibile, rischiai di addormentarmi almeno 2 volte nei primi 10 minuti. Per evitare di chiudere gli occhi davanti al professore e non fare la figura del fesso, iniziai a parlottare con Vanessa, complice anche il fatto che eravamo ben coperti dai colleghi posti nelle file davanti a noi. Le sedie, per me, erano abbastanza strette, non vi stavo molto comodo o composto. Nonostante parlassimo a bassa voce, quell'idiota del professore ci sentì e ci zittì. Volevo dirgli che se non fosse stato così noioso forse avremmo seguito con più trasporto, evitando di distrarci, ma sarebbe stato inutile. Dopo pochi secondi dal richiamo Vanessa, forse sbadatamente, forse volutamente, mi sfiorò la mano con le dita, accarezzandomele. Mi voltai a guardarla, lei aveva gli occhi fissi sul professore, come se quello che stava facendo era del tutto normale, come se evitasse di guardare me. Senza dire nulla, ne girarsi, si tolse il cappotto e se lo mise sulle gambe, la mano destra era sul tavolino della sedia, quella sinistra, che poco fa mi carezzava, era sotto il montgomery. Quest'ultimo le copriva parte delle gambe e sino a metà busto, era piccoletta d'altronde. Non appena si posizionò come stava più comoda, si girò verso di me, mi guardò negli occhi, poi guardo il cappotto sulle sue gambe, si voltò nuovamente verso di me, mi sorrise ed alzò le sopracciglia come ad indicarmi che dovevo capire cosa lei volesse.
"Credo di aver capito cosa vuoi, ma sarà davvero così? Non è possibile che tu sia così troia, sei fidanzata, siamo in pubblico, non puoi, non puoi assolutamente essere così puttana.
Provai ad imitarla quindi, mi tolsi il cappotto che avevo addosso, per fortuna non faceva così freddo in aula, e lo misi sulle mie gambe. Non volevo osare troppo, ero comunque molto più maturo di lei e torno a ribadire che era fidanzata, così le diedi possibilità di farmi capire. Non perse molto tempo prima di insinuare la sua mano sotto il mio cappotto, cercando la mia. Me la prese ed iniziò a massaggiarla. Era abile, non c'è neanche bisogno di dirvi che immaginai quella piccola mano massaggiarmi il cazzo allo stesso modo in cui mi stava massaggiando la mia di mano. Il tutto durò pochi secondi, poi rimise la sua mano sinistra sotto il suo cappotto, mi si avvicinò di poco e sottovoce mi parlò.
V. << Mi viene male col tavolino, metti tu la tua sotto il mio cappotto.>>
A quanto pare era davvero così troia. Non me lo feci ripetere due volte, infilai la mano sotto il suo cappotto, col palmo rivolto verso l'alto (senza quindi toccarle la coscia). Riniziò a massagiarmela, delicatamente, su e giù, come se mi stesse facendo una sega. Poi me la prese tutta e la girò, mi fece poggiare il palmo sulla sua coscia e mi strinse la mano, di conseguenza io le strinsi quella bella cosciotta carnosa che aveva. Era quello che voleva ed era quello che le diedi. Iniziai a massaggiarle la coscia, gliela stringevo e dio se era morbida, iniziai ad insinuarmi sempre più a destra, andando verso l'interno coscia. Per fortuna non si notava molto di quello che stavo facendo, le sedie piccole per me mi costringevano a stare un po' proteso in avanti, quindi arrivavo senza sforzi alle gambe di Vanessa. Continuai a toccarle le cosce e a stringerle, arrivando all'interno coscia. Col mignolo, mentre salivo e scendevo lungo la coscia, riuscivo a toccarle la parte del leggings, che le copriva la figa. Leggings sottilissimo. Non osai andare oltre prima di avere un consenso. Mi voltai verso di lei e la guardai. Lei continuava a guardare il professore che chissà che cazzo stava dicendo, avevo smesso di ascoltarlo da un pezzo. Senza mai voltarsi verso di me mi calò la testa, dandomi il consenso di inoltrarmi. Non aspettavo altro. Stando sempre sopra i leggings, inizia a spostare la mia intera mano sulla figa, nel momento in cui mi insinuai le allargò le gambe, dandomi libero accesso a quel ben di dio. Costatai con piacere che non indossava mutandine, perché non sentivo nulla oltre i leggings. Volli osare di più, iniziai ad andare poco più sopra, dove iniziava il pantalone e neanche lì mi fermò. Scostai il pantalone, andai sotto e più mi avvicinavo al suo buchino, più notavo delle cose. Non indossava realmente slip, quindi o per lei è naturale andare in giro senza intimo oppure aveva già premeditato tutto. Era completamente depilata, non un singolo pelo trovai durante il mio percorso. La terza cosa che notai è che era completamente bagnata. Arrivai all'altezza del clitoride, glielo stimolai lentamente con un dito, poi con due. La osservai, iniziò a diventare rossa, cercava di mantenere un contegno, assumendo una poker face, ma non riusciva benissimo, infatti quasi impercettibilmente, si stava mordendo il labbro inferiore. Andai ancora oltre, iniziai a toccarle le labbra, dal tatto sembrava avere delle belle labbra larghe e lunghe. Mentre ero in procinto di infilarle un dito in figa il professore guardò verso di noi e dovetti tornare indietro. Quell'idiota credo che notò qualcosa, infatti si alzò dalla sedia e si mise a sedere sulla scrivania, continuando la sua noiosa litania. Guardava troppo spesso in nostra direzione perchè io potessi continuare ad insinuarmi nella figa di Vanessa. Ma la lezione sarebbe finita ed ero sicuro che avrei potuto continuare in macchina quello che avevo iniziato a lezione.

Non è molto, ma devo fermarmi nuovamente. Possibilmente riprenderò stasera o domani. Continuate a darmi i vostri pareri e soprattutto se c'è qualcosa che vorreste leggere in particolare. Sappiate che ho molta carne al fuoco e che purtroppo, da ora in poi, sarà completamente un racconto di fantasia.
 
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Precisazione non fatta in precedenza. Le lezioni avvenivano di pomeriggio, iniziavano alle 15:00 e terminavano alle 19:00, quando il sole era già bello che andato a dormire.

La lezione era terminata. Durante i saluti e le chiacchiere finali, Vanessa mi chiese se avessi modo di darle un passaggio a casa. Certo che avevo modo e se non lo avessi avuto, lo avrei trovato. Dopo quella breve esplorazione avrei fatto di tutto per insinuarmi nelle sue mutande... che non aveva neanche addosso. Salutammo tutti, specialmente il suo amico sfigato che sembrava contrariato dalla cosa, e ci congedammo. Andammo in macchina, per fortuna avevo parcheggiato in un'area abbastanza isolata. Lei sembrava un po' imbarazzata, come se quello che avevamo fatto la preoccupasse.
K. <<Quindi Vanessa, cosa te ne è parso della lezione?>> provai a rompere il ghiaccio.
V. <<Beh, oddio, non è che ci abbia capito molto, non era molto attenta.>>
K. <<Ah non lo eri? Come mai?>> Feci lo gnorri, volevo capire dove volesse arrivare.
V. <<Eh, sai, avevo un piccolo disturbo, nulla di preoccupante, però non mi lasciava seguire bene la lezione.>>
K. <<Capisco, capisco. Certo, doveva essere fastidioso questo disturbo. Ma che tipo di disturbo era esattamente?>>
V. <<No dai, fastidioso no, anzi... Però era un disturbo sì. Era un disturbo in questa zona qui del corpo.>> Dicendo questo Vanessa mi prese la mano e me la mise in mezzo alle sue cosce. Avevo capito l'antifona.
K. <<Vediamo un po' se posso fare qualcosa per toglierti questo disturbo allora.>>
Infilai la mano sotto i leggings di Vanessa, era ancora bagnata, le dissi di far inclinare un po' il sedile verso il basso, per aiutarla meglio, ed eseguì subito i miei ordini. Ero così concentrato a pensare alla sua figa che non notai neanche quelle tettone enormi che avevo praticamente stampate in viso. Per adesso, però, non erano il mio obiettivo. Non appena fu inclinata a dovere iniziai a stimolarle il clitoride per qualche secondo, poi andai verso le grandi labbra e gliele massaggiai, passai prima uno, poi due dita sulla sua fessura, per infilargliele subito dopo dentro di lei. Era stretta, potevo sentirlo benissimo già soltanto con due dita, ed era molto, molto bagnata, spingi le dita verso l'alto, cercando di farla godere e le mossi lentamente avanti e indietro. Il leggings però limitavano i miei movimenti, quindi tolsi la mano dalla sua figa e la porta al naso per odorare i suoi umori, erano inebrianti. Mi avvicinai al suo collo ed iniziai a baciarla. Lei stava godendo, aveva gli occhi chiusi e si mordeva il labbro, senza più trattenersi. Per un attimo mi parlò.
V. <<Non lasciarmi segni.>>
Non le risposi, mi limitai a smettere di baciarle il collo e tornai a pensare alla sua figa. Con molta nonchalance le tolsi i leggings senza che lei opponesse resistenza. Ebbi finalmente la possibilità di vedere il suo posto magico, quello in cui ero sicuro che ogni uomo sulla faccia della terra sarebbe voluto entrare. Era depilatissima, come avevo già potuto constatare dal tatto, ma rimasi piacevolmente stupito quando notai che le piccole labbra erano molto sporgenti, nonostante sembrasse avere una fichetta bella stretta. Senza dirle nulla la presi in potere e la spostai verso di me, con le sue spalle quindi contro il finestrino e la figa diretta verso di me. Mi chinai, ero un po' scomodo nel sedile anteriore, ma poco mi importava, andai con la bocca verso la sua natura ed iniziai ad assaporarla. Aveva un gusto dolce, delicato, per nulla pungente. La leccai con così tanto trasporto che iniziò a gemere di piacere, intanto iniziai anche a penetrarla con un paio di dita, provai anche con 3, ma era davvero molto stretta ed ebbi subito un paio di pensieri. "Il tuo ragazzo non deve essere dotato e non appena sarò io a scoparti col mio cazzo nero vedrai che non tornerai più indietro, puttana." Mi alzai, la guardai fissa in viso, teneva gli occhi chiuse e gemeva mentre con la mano continuavo a sditalinarla con la mano destra. Con la sinistra iniziai a sollevare il maglioncino che le copriva le tettone sino a scoprirgliene una, gliela strizzai da sopra il reggisneo, poi però non resistetti più e gliela uscì. Era una tetta enorme come l'avevo immaginata, bianchissima con un'areola scura, molto larga ed un capezzolo grande e spesso almeno due cm, turgidissimo e pronto per essere succhiato. Retto dal reggiseno stava su molto bene, ma si notava che era un leggermente cadente, portato verso il basso dalla gravità, era una cosa che però a me piaceva tantissimo. Gliela strizzai ancora un po' e poi gliela succhiai mentre continuavo a infilarle un paio di dita in figa. Lei era totalmente assoggettata a me, quasi succube. Il mio cazzo stava esplodendo nei pantaloni. Decisi quindi di fermarmi dal provocargli piacere e le mostrai la mia grande minchia da 22 cm. Non era lunghissimo per gli standard della mia gente, ma era molto molto largo. Lei rimase attonita per qualche secondo, a bocca aperta. Bocca che avrei riempito subito, approfittandone, se fossi stato in una situazione più comoda, ma i miei movimenti era decisamente limitati. Provò a prenderlo con le sue piccole e tenere mani che lo facevano sembrare ancora più grosso e lei riuscì a sussurrare soltanto un flebile.
V. <<Ma è enorme...>>
Ero molto orgoglioso del mio cazzo, in molte si erano divertite grazie a lui. Sta di fatto che senza dirle nulla mi sedetti comodo sul sedile, che era già alla massima estensione, la presi per il collo e la avvicinai al mio amico. Per qualche momento fu indecisa sul da farsi, poi iniziò a leccarmi la cappella, succhiò la sua parete e provò a metterlo in bocca ma con scarsi risultati. Io la presi per la testa e la spinsi in giù, affondandole il cazzo in bocca con alcuni colpi di reni, riuscì a farlo entrare un poco, le tenni la testa giù per qualche secondo, cercando di spingerglielo sempre più in fondo alla gola ma poi dovetti demordere. Aveva bisogno di pratica la puttanella. Quel bellissimo, ma ancora spratico, pompino mi venne eseguito mentre Vanessa era figa all'aria contro il vetro della mia macchina ed una delle sue tettone penzolanti. Lei sembrò prenderci gusto, così andò nuovamente all'attacco succhiandolo con vigore e segandomi con le sue manine. Ogni tanto davo qualche colpo di rene per cercare di arrivare a toccarle la gola. Avevo sempre avuto una predilizione per le gola profonda, quindi cercavo sempre di crearne delle nuove e Vanessa era sulla buona strada. Mentre lei succhiava energicamente la mia cappella io le uscì anche l'altra tettona dal reggiseno ed iniziai a mungerla, gliela strizzavo con decisione e le giravo il capezzolo scatenandole dei gemiti di piacere misti a dolore. Mentre continuava a succhiare io non resistetti più, le presi la testa con entrambe le mani, la spinsi più a fondo possibile sul mio cazzo e la tenni ferma, schizzandole tutta la mia sborra in gola che fu costretta ad ingoiare per buona quantità. Ero soddisfattissimo e Vanessa la troia si era rivelata per quello che era. Felice e beato, notando che anche lei sembrava piena di brio, le parlai.
K. <<Vanessa, sei fantastica, era il primo cazzo nero che prendevi in gola?>>
V. <<Sì e sappi che era anche la prima volta che ingoiavo... un po' forzata la cosa, ma mi è piaciuto.>>
K. <<Mi spiace, prossima volta chiederò il permesso. Adesso forza, dimmi dove abiti che ti riporto a casa.>>
V. <<No, non devi accompagnarmi a casa mia, ma dal mio ragazzo, Paolo, stasera dormo da lui.>>
"Sei proprio una puttana Vanessa, un'incredibile puttana.
La accompagnai dal fidanzato, scese dalla macchina ma non prima di farmi un occhiolino e di dirmi che ci saremmo visti domani. Andò via sculettando e mentre osservavo con meraviglia quel bel culo che aveva, mi ripromisi che se nessuno lo aveva ancora fatto, sarei stato il primo a romperglielo.
 

plcrtt

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Precisazione non fatta in precedenza. Le lezioni avvenivano di pomeriggio, iniziavano alle 15:00 e terminavano alle 19:00, quando il sole era già bello che andato a dormire.

La lezione era terminata. Durante i saluti e le chiacchiere finali, Vanessa mi chiese se avessi modo di darle un passaggio a casa. Certo che avevo modo e se non lo avessi avuto, lo avrei trovato. Dopo quella breve esplorazione avrei fatto di tutto per insinuarmi nelle sue mutande... che non aveva neanche addosso. Salutammo tutti, specialmente il suo amico sfigato che sembrava contrariato dalla cosa, e ci congedammo. Andammo in macchina, per fortuna avevo parcheggiato in un'area abbastanza isolata. Lei sembrava un po' imbarazzata, come se quello che avevamo fatto la preoccupasse.
K. <<Quindi Vanessa, cosa te ne è parso della lezione?>> provai a rompere il ghiaccio.
V. <<Beh, oddio, non è che ci abbia capito molto, non era molto attenta.>>
K. <<Ah non lo eri? Come mai?>> Feci lo gnorri, volevo capire dove volesse arrivare.
V. <<Eh, sai, avevo un piccolo disturbo, nulla di preoccupante, però non mi lasciava seguire bene la lezione.>>
K. <<Capisco, capisco. Certo, doveva essere fastidioso questo disturbo. Ma che tipo di disturbo era esattamente?>>
V. <<No dai, fastidioso no, anzi... Però era un disturbo sì. Era un disturbo in questa zona qui del corpo.>> Dicendo questo Vanessa mi prese la mano e me la mise in mezzo alle sue cosce. Avevo capito l'antifona.
K. <<Vediamo un po' se posso fare qualcosa per toglierti questo disturbo allora.>>
Infilai la mano sotto i leggings di Vanessa, era ancora bagnata, le dissi di far inclinare un po' il sedile verso il basso, per aiutarla meglio, ed eseguì subito i miei ordini. Ero così concentrato a pensare alla sua figa che non notai neanche quelle tettone enormi che avevo praticamente stampate in viso. Per adesso, però, non erano il mio obiettivo. Non appena fu inclinata a dovere iniziai a stimolarle il clitoride per qualche secondo, poi andai verso le grandi labbra e gliele massaggiai, passai prima uno, poi due dita sulla sua fessura, per infilargliele subito dopo dentro di lei. Era stretta, potevo sentirlo benissimo già soltanto con due dita, ed era molto, molto bagnata, spingi le dita verso l'alto, cercando di farla godere e le mossi lentamente avanti e indietro. Il leggings però limitavano i miei movimenti, quindi tolsi la mano dalla sua figa e la porta al naso per odorare i suoi umori, erano inebrianti. Mi avvicinai al suo collo ed iniziai a baciarla. Lei stava godendo, aveva gli occhi chiusi e si mordeva il labbro, senza più trattenersi. Per un attimo mi parlò.
V. <<Non lasciarmi segni.>>
Non le risposi, mi limitai a smettere di baciarle il collo e tornai a pensare alla sua figa. Con molta nonchalance le tolsi i leggings senza che lei opponesse resistenza. Ebbi finalmente la possibilità di vedere il suo posto magico, quello in cui ero sicuro che ogni uomo sulla faccia della terra sarebbe voluto entrare. Era depilatissima, come avevo già potuto constatare dal tatto, ma rimasi piacevolmente stupito quando notai che le piccole labbra erano molto sporgenti, nonostante sembrasse avere una fichetta bella stretta. Senza dirle nulla la presi in potere e la spostai verso di me, con le sue spalle quindi contro il finestrino e la figa diretta verso di me. Mi chinai, ero un po' scomodo nel sedile anteriore, ma poco mi importava, andai con la bocca verso la sua natura ed iniziai ad assaporarla. Aveva un gusto dolce, delicato, per nulla pungente. La leccai con così tanto trasporto che iniziò a gemere di piacere, intanto iniziai anche a penetrarla con un paio di dita, provai anche con 3, ma era davvero molto stretta ed ebbi subito un paio di pensieri. "Il tuo ragazzo non deve essere dotato e non appena sarò io a scoparti col mio cazzo nero vedrai che non tornerai più indietro, puttana." Mi alzai, la guardai fissa in viso, teneva gli occhi chiuse e gemeva mentre con la mano continuavo a sditalinarla con la mano destra. Con la sinistra iniziai a sollevare il maglioncino che le copriva le tettone sino a scoprirgliene una, gliela strizzai da sopra il reggisneo, poi però non resistetti più e gliela uscì. Era una tetta enorme come l'avevo immaginata, bianchissima con un'areola scura, molto larga ed un capezzolo grande e spesso almeno due cm, turgidissimo e pronto per essere succhiato. Retto dal reggiseno stava su molto bene, ma si notava che era un leggermente cadente, portato verso il basso dalla gravità, era una cosa che però a me piaceva tantissimo. Gliela strizzai ancora un po' e poi gliela succhiai mentre continuavo a infilarle un paio di dita in figa. Lei era totalmente assoggettata a me, quasi succube. Il mio cazzo stava esplodendo nei pantaloni. Decisi quindi di fermarmi dal provocargli piacere e le mostrai la mia grande minchia da 22 cm. Non era lunghissimo per gli standard della mia gente, ma era molto molto largo. Lei rimase attonita per qualche secondo, a bocca aperta. Bocca che avrei riempito subito, approfittandone, se fossi stato in una situazione più comoda, ma i miei movimenti era decisamente limitati. Provò a prenderlo con le sue piccole e tenere mani che lo facevano sembrare ancora più grosso e lei riuscì a sussurrare soltanto un flebile.
V. <<Ma è enorme...>>
Ero molto orgoglioso del mio cazzo, in molte si erano divertite grazie a lui. Sta di fatto che senza dirle nulla mi sedetti comodo sul sedile, che era già alla massima estensione, la presi per il collo e la avvicinai al mio amico. Per qualche momento fu indecisa sul da farsi, poi iniziò a leccarmi la cappella, succhiò la sua parete e provò a metterlo in bocca ma con scarsi risultati. Io la presi per la testa e la spinsi in giù, affondandole il cazzo in bocca con alcuni colpi di reni, riuscì a farlo entrare un poco, le tenni la testa giù per qualche secondo, cercando di spingerglielo sempre più in fondo alla gola ma poi dovetti demordere. Aveva bisogno di pratica la puttanella. Quel bellissimo, ma ancora spratico, pompino mi venne eseguito mentre Vanessa era figa all'aria contro il vetro della mia macchina ed una delle sue tettone penzolanti. Lei sembrò prenderci gusto, così andò nuovamente all'attacco succhiandolo con vigore e segandomi con le sue manine. Ogni tanto davo qualche colpo di rene per cercare di arrivare a toccarle la gola. Avevo sempre avuto una predilizione per le gola profonda, quindi cercavo sempre di crearne delle nuove e Vanessa era sulla buona strada. Mentre lei succhiava energicamente la mia cappella io le uscì anche l'altra tettona dal reggiseno ed iniziai a mungerla, gliela strizzavo con decisione e le giravo il capezzolo scatenandole dei gemiti di piacere misti a dolore. Mentre continuava a succhiare io non resistetti più, le presi la testa con entrambe le mani, la spinsi più a fondo possibile sul mio cazzo e la tenni ferma, schizzandole tutta la mia sborra in gola che fu costretta ad ingoiare per buona quantità. Ero soddisfattissimo e Vanessa la troia si era rivelata per quello che era. Felice e beato, notando che anche lei sembrava piena di brio, le parlai.
K. <<Vanessa, sei fantastica, era il primo cazzo nero che prendevi in gola?>>
V. <<Sì e sappi che era anche la prima volta che ingoiavo... un po' forzata la cosa, ma mi è piaciuto.>>
K. <<Mi spiace, prossima volta chiederò il permesso. Adesso forza, dimmi dove abiti che ti riporto a casa.>>
V. <<No, non devi accompagnarmi a casa mia, ma dal mio ragazzo, Paolo, stasera dormo da lui.>>
"Sei proprio una puttana Vanessa, un'incredibile puttana.
La accompagnai dal fidanzato, scese dalla macchina ma non prima di farmi un occhiolino e di dirmi che ci saremmo visti domani. Andò via sculettando e mentre osservavo con meraviglia quel bel culo che aveva, mi ripromisi che se nessuno lo aveva ancora fatto, sarei stato il primo a romperglielo.
Bella storia, un’ottima narrazione. Un solo suggerimento per la prossima parte: potresti allegare delle foto? non ti sto chiedendo di allegare foto di Vanessa, ci mancherebbe, ma un qualcosa che ci dia l’idea di che tette stai parlando, che vestiti indossava, … perchè a me aiuta ad eccitarmi maggiormente. Non so se altri del forum sono d’accordo, fatemi sapere
 
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Bella storia, un’ottima narrazione. Un solo suggerimento per la prossima parte: potresti allegare delle foto? non ti sto chiedendo di allegare foto di Vanessa, ci mancherebbe, ma un qualcosa che ci dia l’idea di che tette stai parlando, che vestiti indossava, … perchè a me aiuta ad eccitarmi maggiormente. Non so se altri del forum sono d’accordo, fatemi sapere

Ho modificato una foto di Vanessa per permette a tutti di immergersi meglio nella storia. Spero sia cosa gradita. Prossimamente scriverò il seguito e proverò ad inserire qualche foto esempio
 

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Ho modificato una foto di Vanessa per permette a tutti di immergersi meglio nella storia. Spero sia cosa gradita. Prossimamente scriverò il seguito e proverò ad inserire qualche foto esempio
Wow, grazie mille! Ha davvero un bel corpo e delle belle labbra. Non vedo l’ora che venga pubblicato il continuo della storia 😄
 
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Il giorno seguente, purtroppo, la lezione saltó, il professore che doveva presenziare si prese il covid, quindi tutto annullato ed i giorni seguenti furono quelli del week end. Tre giorni quindi in cui non avrei rivisto Vanessa. Ripensare alla sua bocca calda che stringeva il mio cazzo, alla sua meravigliosa e succosa fichetta che non avevo ancora avuto modo di sfondare e a quelle morbide tettone che si strizzavano con piacere, per non parlare dei grossi capezzoli... Stavo uscendo fuori di testa. Non resistevo piú dal desiderio e lei non si fece sentire, possibilmente era col suo fidanzato. Chissà se dopo aver ingoiato tutto quanto il mio seme era andata a baciarlo... Poco importava, sta di fatto che non resistetti piú e la contattai.
K. Ehi Vanessa, ciao, come va?
V. Ciao Ksante, tutto ok. Stavo per entrare in doccia. Vuoi venire a darmi un aiuto a lavare la schiena? :p
K. Se proprio devo mi sacrifico, ma credo tu abbia piú bisogno di aiuto col davanzale, o sbaglio?
V. Dici questo? Riesco da sola!
Con questo ultimo messaggio mi invio anche una sua foto a scomparsa pre doccia.
Screenshot_20240105-152002.png
Il cazzo mi diventò immediatamente di marmo e me lo presi in mano pronto a segarmi, ma un'idea malsana mi venne in mente, quindi le risposi immediatamente.
K. Beh allora dimmi pure dove venire che ancora non so dove abiti effettivamente. Mi sento un po' uno stalker a chiederlo, ma l'invito è tuo ;)
V. Ahahah, non sentirti uno stalker ma non c'è bisogno che ti dica dove abito perché conosci il luogo in cui mi trovo. Sono dal mio ragazzo.
"Dal tuo ragazzo? E mandi ste foto ad altri ragazzi? Sei piú troia di quel che pensassi Vanessa e farò capire anche a te stessa, se non lo sai già, quanto tu lo sia."
Le risposi
K. Beh, allora può darti lui una mano, o hai bisogno di altro lì dietro come aiuto?
V. Ahahah forse ;)
Quel forse mi fece ben presagire.
K. Hai mai concesso il tuo bel culetto a qualcuno Vanessa?
Fui diretto, dovevo sapere.
V. No, un mio ex ci provò ma non riuscimmó.
K. Come mai?
V. Era troppo grosso! Non come il tuo, ma troppo e non riprovai piú.
"Non era troppo grosso Vanessa, era lui un coglione. Vedrai se non sarò il primo a romperti il culo"
K. Vedremo ;)
V. Ahahah fammi lavare va!
Ero certo che Vanessa, quella troia, era disposta a farsi usare da me come meglio credevo, non so cosa le fosse scattato, ma non avrei assolutamente perso l'occasione di godere e di farla godere in ogni modo possibile.

Passò qualche giorno, ci vedemmo a lezione, ci toccavamo sotto i cappotti, lei a me ed io a lei, ma non ci spingevamo mai oltre per paura d'essere beccati ed ammetto che le lezioni stavano anche iniziando ad interessarmi. Purtroppo durante quella settimana Vanessa fu impegnata e non poté fermarsi con me in macchina ma oer scusarsi mi disse che sabato sarebbe andata al sushi col fidanzato e che siccome non lo avevo mai provato, potevo andare con loro. Non mi sembrava proprio un'ottima idea, ma chi sono io per rifiutare un invito ed avere la possibilità di far passare il suo fidanzato per un perfetto coglione?
K. Ci sarò Vanessa, contami pure!
 

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Sono Ksante, questa è la mia storia e quella di Vanessa.
Sono un ragazzo di 34 anni, 187 cm, magro ma ben piazzato, senegalese di origini, ma italiano di nascita. I miei si sono trasferiti qui quando non ero ancora nato. Ho fatto alcune scelte sbagliate durante la mia vita, ma nulla di irrecuperabile o illegale. Non ho mai avuto una stabilità economica, ma ultimamente ho voluto alzarmi le maniche e dare una svolta alla mia vita. Ho iniziato a frequentare un corso di formazione regionale di informatica. Non mi è mai interessata granché la tecnologia, ma dicono che è il futuro, quindi perché non provare? Passai tranquillamente i test d'ingresso e poco prima di questi ebbi modo di conoscere un po' quelli che sarebbero stati i miei futuri colleghi di corso. Tra di loro e tra quelli che non passarono, la persona che più mi colpì fu Vanessa, ragazza italiana di 22 anni con un fisico incredibile. I capelli ondulati e biondo scuri le cadevano sulla schiena arrivando quasi a toccarle il sedere, aveva due occhi grandi e azzurri, un viso angelico ma con uno sguardo accattivante. Le labbra erano quasi rosse, senza alcun tipo di cosmetico addosso, e molto carnose. Era alta poco più di 160 cm, normopeso, un culetto sodo a mandolino stretto da un leggings nero ed un seno che cercava di uscire da un top bianco che doveva essere almeno una quinta coppa d. Iniziai subito ad immaginarmi la forma e la grandezza dei suoi capezzoli, così come anche la larghezza ed il colore delle areole. Inizia quasi ad eccitarmi ma cercai di mantenere un certo decoro. Doveva comunque avere un reggiseno a fascia sotto quel top, perché comunque tutto quel ben di dio stava su molto bene. Poco prima dei test non ebbi modo di parlarci e non vi riuscì neanche dopo. Dovetti invece aspettare l'inizio del corso, dopo 2 settimane dall'evento, per iniziare a parlarle. Non avevo nessuna informazione e non mi piace fare lo stalker, quindi per forza maggiore dovetti aspettare.
Il primo giorno di corso fu abbastanza noioso, un professore ci fece presentare, la tutor del corso ci indicò il patto d'aula e ci spiegò a grandi linee il percorso che avremmo fatto. Quasi 1000 ore di corso. Quasi mille ore in cui avrei avuto modo di provarci e scoparmi Vanessa. Il lungo discorso di tutor e professore terminò, così come anche le nostre presentazioni e finalmente arrivò la pausa. Non aspettai un secondo. Vanessa stava parlando con un ragazzo, poi scoprì essere un suo conoscente abbastanza sfigato, infatti non ebbi difficoltà ad insinuarmi nella conversazione con un pretesto quasi banale, ma sincero.
K. << Ciao, scusate se vi interrompo, ma sai che assomigli tantissimo ad una ragazza che conosco? Non è di queste parti, però sei la sua copia, anche se decisamente migliorata. >>
Le dissi facendo un po' il provolone. Come dicevo però, era vero, Vanessa infatti assomigliava molto a Caterina, una mia lontana amica più grande, in carne e sposata. Per il resto erano simili, anche lei rimane stupita dalla cosa. Iniziammo quindi a parlare del più e del meno, ignorando lo sfigato lì accanto. C'era sintonia, ci fu un feeling quasi immediato, lei rideva alle mie battute, io la ascolta con piacere, nonostante fosse un po' una capra, non era molto acculturata, ma per nulla stupida. Era interessante. Tutto quanto però iniziò a svanire quando guardò il telefono chiedendomi di aspettare un attimo perchè doveva rispondere al fidanzato. "Cazzo" pensai, era fidanzata, questo era un problema. Mentre pensavo a questo e a lasciar perdere tutto lei riniziò a parlare dicendo
V. << Senti, a che ho il telefono in mano, dammi il tuo numero, così possiamo messaggiare un po'.>>
"Ah però, diretta la giovanotta" pensai e mi accorsi soltanto in quel momento che effettivamente ci toglievamo qualche anno. Ero già stato con ragazze più giovani, ma anche fidanzate, l'ho già detto che era un problema? Sta di fatto che le diedi il numero e ritornammo alla lezione, la pausa di 15 minuti era volata come se nulla fosse. Così fece anche la lezione intera. Finimmo la giornata, ci salutammo tutti quanti, salutai lei e andammo tutti quanti ognuno per la propria strada.
Durante la stessa serata mi arrivò un messaggio. Era Vanessa, mi chiedeva cosa stessi facendo. In quel momento io ero in bagno ad espletare qualche bisogno fisiologico, ma risposi che ero a letto a leggere un po'. Mi inviò una sua foto, lei era distesa sulla schiena a letto, si riprendeva dall'alto, aveva addosso il pigiama ma era evidente che non indossasse reggiseno, quelle belle tettone infatti si vedevano quasi perfettamente tra la piega della maglietta. Si vedeva solo mezzo volto ed aveva la lingua di fuori chiusa tra le labbra, pare sia un modo di fotografarsi del momento, ma questo particolare lo notai dopo circa 2 minuti che le fissavo le tettone. Più guardavo e più notavo ed una cosa che notai subito era la sporgenza quasi esagerata di quelli che sicuramente erano i suoi capezzoli turgidi. Non avevo più sangue al cervello e non lo avreste avuto neanche voi davanti una foto simile, sta di fatto che dovetti prendermi qualche minuto per ristabilirmi. Le risposi, chiedendole come mai era a letto senza far nulla, mi rispose che stava aspettando il fidanzato. "Quel bastardo fortunato, chissà da quanto stanno insieme e se stanno bene" Lo pensai e glielo chiesi.
K. \ da quanto state insieme? Non so manco come si chiama. \
V. \ si chiama Paolo, stiamo insieme da quasi 4 anni. \
"Cazzo, sono tanti 4 anni. Però aspetta, perchè mi manda queste foto da mignottone? Vuoi vedere che sotto sotto..."
K. \ e va tutto bene tra di voi? \
V. \ sì sì, alla grande, tra poco organizziamo pure qualcosa per l'anniversario, non vedo l'ora. \
Qualcosa non mi quadrava, ma lasciai correre. Volevo fare qualche test, così cambiai discorso e le dissi che il pigiama che indossava era molto carino, aveva Stich di Lilo e Stich stampato in mezzo alle tettone. Mi disse grazie e mi mandò una nuova foto, stavolta però allungo di più le braccia verso l'alto, come a mostrare bene tutto quanto il corpo e signori miei, la fisica la conosciamo tutti, se allunghi le braccia la maglietta che indossi si alza e non so per quanti cm, ma saranno sicuramente stati pochissimi, quelle enormi tettone non le uscirono di fuori. Andai di nuovo in corto e la conversazione terminò poco dopo perchè il fidanzato, evidentemente, arrivò.
Il giorno dopo ci fu la seconda lezione e fu una lezione indimenticabile.

Qui finisce il racconto. Se avete gradito l'inizio e volete il seguito, sono più che felice di continuare.
puoi pubblicare le due foto in pigiama che menzioni qui (oscurando il volto se si vede)? mi interessano molto
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Il giorno seguente, purtroppo, la lezione saltó, il professore che doveva presenziare si prese il covid, quindi tutto annullato ed i giorni seguenti furono quelli del week end. Tre giorni quindi in cui non avrei rivisto Vanessa. Ripensare alla sua bocca calda che stringeva il mio cazzo, alla sua meravigliosa e succosa fichetta che non avevo ancora avuto modo di sfondare e a quelle morbide tettone che si strizzavano con piacere, per non parlare dei grossi capezzoli... Stavo uscendo fuori di testa. Non resistevo piú dal desiderio e lei non si fece sentire, possibilmente era col suo fidanzato. Chissà se dopo aver ingoiato tutto quanto il mio seme era andata a baciarlo... Poco importava, sta di fatto che non resistetti piú e la contattai.
K. Ehi Vanessa, ciao, come va?
V. Ciao Ksante, tutto ok. Stavo per entrare in doccia. Vuoi venire a darmi un aiuto a lavare la schiena? :p
K. Se proprio devo mi sacrifico, ma credo tu abbia piú bisogno di aiuto col davanzale, o sbaglio?
V. Dici questo? Riesco da sola!
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Il cazzo mi diventò immediatamente di marmo e me lo presi in mano pronto a segarmi, ma un'idea malsana mi venne in mente, quindi le risposi immediatamente.
K. Beh allora dimmi pure dove venire che ancora non so dove abiti effettivamente. Mi sento un po' uno stalker a chiederlo, ma l'invito è tuo ;)
V. Ahahah, non sentirti uno stalker ma non c'è bisogno che ti dica dove abito perché conosci il luogo in cui mi trovo. Sono dal mio ragazzo.
"Dal tuo ragazzo? E mandi ste foto ad altri ragazzi? Sei piú troia di quel che pensassi Vanessa e farò capire anche a te stessa, se non lo sai già, quanto tu lo sia."
Le risposi
K. Beh, allora può darti lui una mano, o hai bisogno di altro lì dietro come aiuto?
V. Ahahah forse ;)
Quel forse mi fece ben presagire.
K. Hai mai concesso il tuo bel culetto a qualcuno Vanessa?
Fui diretto, dovevo sapere.
V. No, un mio ex ci provò ma non riuscimmó.
K. Come mai?
V. Era troppo grosso! Non come il tuo, ma troppo e non riprovai piú.
"Non era troppo grosso Vanessa, era lui un coglione. Vedrai se non sarò il primo a romperti il culo"
K. Vedremo ;)
V. Ahahah fammi lavare va!
Ero certo che Vanessa, quella troia, era disposta a farsi usare da me come meglio credevo, non so cosa le fosse scattato, ma non avrei assolutamente perso l'occasione di godere e di farla godere in ogni modo possibile.

Passò qualche giorno, ci vedemmo a lezione, ci toccavamo sotto i cappotti, lei a me ed io a lei, ma non ci spingevamo mai oltre per paura d'essere beccati ed ammetto che le lezioni stavano anche iniziando ad interessarmi. Purtroppo durante quella settimana Vanessa fu impegnata e non poté fermarsi con me in macchina ma oer scusarsi mi disse che sabato sarebbe andata al sushi col fidanzato e che siccome non lo avevo mai provato, potevo andare con loro. Non mi sembrava proprio un'ottima idea, ma chi sono io per rifiutare un invito ed avere la possibilità di far passare il suo fidanzato per un perfetto coglione?
K. Ci sarò Vanessa, contami pure!
un bel continuo, hai tanto da dire su questa vanessa eh? 😉
 
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Arrivò il fatidico giorno. Il giorno del sushi. Mi preparai di tutto punto, mi profumai per bene e partì. Mi ero da poco sentito con Vanessa, mi aveva chiesto di parcheggiare la macchina sotto casa del fidanzato, così da andare al ristorante solo con una, quella del cornuto. Risparmio benzina mi dissi, nonostante fossi un po' titubante. Poco importava comunque. Andai.
Non appena parcheggiai, le mandai un messaggio, scese subito da casa del fidanzato, lui arrivò poco dopo. Vanessa mi si gettò praticamente in braccio, mi diede un rumoroso bacio sulla guancia e poi fece una piroetta su se stessa chiedendomi come stesse. Beh, mi provocava un misto di eccitazione e meraviglia che non so spiegarvi. Un vestito a fiori molto attillato le abbracciava il corpo, mostrando per bene quelle fantastiche forme che mi facevano girare la testa. Non portava reggiseno e quel ben di dio che aveva sotto il mento era alla mercé di tutti, i capezzoli erano ben visibili sotto il vestito, turgidi per via del freddo che una ragazza della sua età ancora non soffriva.
Screenshot_20240106-235107.png
Le sarei saltato addosso seduta stante, davanti a tutti i passanti, davanti anche a quel cornuto del fidanzato che purtroppo arrivò prima che io potessi dare un parere su quando mi facesse rizzare il cazzo. Vi furono i normali e banali convenevoli di presentazione col fidanzato. Era la prima volta che lo vedevo ma l'impressione iniziale fu pessima ma corretta. Era il classico ragazzo belloccio, col capello laccato, i vestiti firmati e le sopracciglia ad ali di gabbiano che se la crede, il tuttologo della situazione, quello che pensa di essere il centro dell'universo, anche un po' razzista e sessista (come constatai in seguito) ignaro, nonostante tutto questo, che la ragazza era una troia che mandava foto in topless a persone che conosceva da neanche 1 settimana.
Salimmo in macchina, andammo a questo ristorante di sushi all you can eat. Non male come cibo, qualità accettabile ma non mi colpì particolarmente, quindi non mangiai molto. Vanessa si tenne leggera, sapete come sono alcune donne, devono mantenere la linea a loro dire (io con qualche chilo in piú le preferisco, ma stiamo divagando). Il cornuto invece si strafogó come un maiale, come un galeotto appena uscito di galera che non vede buon cibo da anni. Un animale praticamente e se i modi a tavola erano pessimi, quelli col personale erano anche peggiore. Un perfetto coglione. Anche mentre provavo ad intavolare una discussione faceva la figura del pirla, un concentrato di frasi fatte e luoghi comuni. Una noia incredibile che per fortuna riuscivo a sopportare grazie alle tettone di Vanessa che quasi uscivano dal reggiseno. Ogni tanto mi faceva anche il piedino la troia, era proprio spudorata.
La cena durò all'incirca un paio d'ore, piú per volere del maiale che nostro. Finimmo finalmente e Vanessa propose di andare a prendere un drink da qualche parte, erano le 23 di sera, il sabato sera era appena iniziato, era un'ottima idea se solo non fosse che il sapientone volle prima passare da casa perché si sentiva poco bene, evidentemente tutto quello che aveva mangiato stava sortendo qualche effetto. Salimmo in macchina, guidava lui in maniera del tutto spericolata, d'altronde, parlandoci chiaro, ero sicuro che si stesse cacando addosso. Arrivammo, salimmo in casa insieme a lui, viveva da solo. Corse in bagno. Ci lasciò solo senza dire nulla. "Che situazione strana, come ci sono finito qui?" Pensai. Tutti avrei pensato meno che questo risvolto. Vanessa mi fece vedere casa, facendomi da Cicerone. Una casa che rispecchiava il padrone, banale, scontata, noiosa. Unica eccezione il letto in camere, grande, molto grande e soprattutto lontano dal bagno usato dal cornuto.
K. <<È qui che ti scopa il cornuto?>>
V. <<Non è cornuto, Ksante, non essere volgare.>>
K.<<Per carità, non sia mai. Ma è morbido almeno?>>
V. <<Oh sì, molto. Guarda.>>
Disse Vanessa gettandosi di peso sul letto che, con mio incredibile piacere, non emise alcun rumore. Mi gettai accanto a lei, sul letto. Ero pronto a tutto.
K. <<Molto morbido effettivamente. Però fa attenzione a rimbalzare perché hai una tetta quasi di fuori.>>
Lei si guardò il seno, notò che effettivamente entrambe le tettone erano quasi fuori dal vestito e si girò sul letto, sdraiata sulla pancia. Ne approfittai e mi ci misi sopra. Avevo dei pantaloni elegenti ma molto sottili, nonostante il freddo, sapevo mi sarebbero tornati utili. Il mio cazzo era già di marmo e glielo stavo praticamente appoggiando in mezzo al culo.
V. <<Fai piano che può sentirci.>>
"Faccio piano che può sentirci? Ma allora vuoi essere scopata a secco Vanessa mia. E sia."
Non mi aspettavo assolutamente questo risvolto ed il sangue, dopo le sue parole, non era piú da nessun'altra parte che nel cazzo, smisi di ragionare. Mi alzai, mi spogliai e poi le tolsi il vestito, scesi verso le sue parti intime e senza indugio le strappai le mutandine all'altezza del buco del culo.
preview.jpg
Lei a bassa voce, un po' infastidita disse.
V. <<Ma che fai? Bastava che me li togliessi!"
Per me era come se non stesse parlando, il mio cazzo guidava le mie azioni, ero nudo, con lei a culo all'aria, le mutande strappate all'altezza del buco del culo e pronta ad essere sfondate. Non esitai un attimo. Mi avvicinai alla sua bocca, glielo infilai dentro piú possibile per inumidirlo, ritornai al suo culo, le dissi di allargare le natiche altrimenti si sarebbe fatta male. Le allargò per bene ma le dissi di allargare di piú. Mi obbedì. Era completamente dilatata. Forse pensava che volessi scoparla in figa, non si era accorta di quale parte delle mutande le strappai. Col mio cazzo ben inumidito dalla sua saliva e le sue chiappe allargate da lei stessa, non mi restó altro da fare che prendere piú saliva possibile e sputarle nel buco del culo. Lo puntai bene, cercando di non farle accorgere il mio reale obiettivo e mi chinai col busto su di lei sussurrandole.
K.<<vedrai che ti piacerà, ma sta in silenzio.>>
Lo puntai nel suo buco di culo dilatato dalle sue mani. Ebbe un attimo prima di accorgersi di cosa stesse realmente accadendo ma era troppo tardi. Con un colpo velocissimo 3 deciso di reni le affondai il cazzo in culo. Entrò almeno metà e lei subito cercò di dimenarsi per scappare dalla mia presa. La agganciai a me ed iniziai ad affondarle il cazzo nel culo piú a fondo che potevo.
Interracial-Porn-porn-porn-sandbox--3309487.gif
Era in mio potere. Non ero mai entrato dentro un culo così stretto e piú la scopavo piú il suo buco, ormai non piú vergine, diventava stretto.

Ps. Continuo in seguito
 
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Non resistetti molto e mi svuotai dentro di lei, senza ritegno ma non prima di avvertirla. Soddisfatto e beato sono uscito dal suo culo mentre lei era come svenuta.
Si riprese poco dopo, esausta. Le dissi di ricomporsi e se avesse bisogno di qualcosa. Non mi rispose. Soltanto il giorno dopo mi disse che era in estasi per la moltitudine di orgasmi che ebbe. Andai via.
 
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Non vidi Vanessa per qualche giorno. Non venne neanche. La contattai per chiederle se stesse bene e mi scrisse che non riusciva a camminare bene per via di un certo suo conoscente che le aveva rotto il culo. Forse fui un po' irruento nello sverginarle il buchino di dietro, ma non potevo fare altrimenti. Essere delicato sarebbe stato peggio e adesso sono sicuro che se dovessi ripassarci di nuovo, o se dovesse farlo qualcun'altro, avrebbe la strada spianata. Mi comunicò comunque che sarebbe ritornata a breve al corso, quindi nessun problema. Il fatto che non si fosse arrabbiata per aver preso la sua verginità anale in quel modo, mi faceva ben presupporre su come si sarebbe potuto evolvere il prossimo futuro. Ero eccitato al riguardo, chissà sino a dove si sarebbe spinta. Volevo scoprirlo a tutti i costi.
Eravamo al corso, Vanessa era nuovamente accanto a me, pronta a farmi rizzare il cazzo come solo lei sapeva fare. Durante le lezioni non mancavano mai le toccatine sotto i cappotti, giusto per scaldarci un po'. Purtroppo però, a parte quello, non accadde nulla per qualche giorno sino a quando, tramite messaggio, lei mi comunicò che il ragazzo sarebbe dovuto partire per qualche settimana e che quindi non aveva nessuno con cui passare il tempo o uscire la sera. Mi stava rendendo le cose davvero facilissime le ragazza. Le chiesi se nei prossimi giorni aveva qualche programma ed effettivamente il giorno seguente, prima dell'inizio del corso, doveva andare a fare compere al centro commerciale. Mi offrii di accompagnarle e lei accettò.
Era mattina, mi preparai per l'occasione ed aspettai venisse a prendermi con la macchina, continuava a non volermi dire dove abitasse, quindi preferì lei fare da autista, poco male per me. Arrivò, scese dalla macchina e mi salutò molto contenta, mettendomi le braccia attorno al collo e stampandomi un enorme bacio sulla guancia, molto vicino alle labbra. Era vestita in maniera molto casual, un jeans, un maglioncino ed un cappotto che arrivava alle ginocchia, era completamente abbottonato ma si vedevano subito le due enormi tettone che facevano pressione per uscire. Quando mi abbracciò, per altro, mi si spiaccicarono addosso e tanto mi bastò per farmi rizzare il cazzo. Convenevoli a parte, salimmo in macchina e ci dirigemmo al centro commerciale.
K. <<Cos'è che devi comprare quindi?>>
V. <<Soltanto un paio di scarpe e se trovo qualche pantalone che mi piace, prendo anche quello.>>
Beh, nulla di che, speravo dovesse comprare qualche completino intimo e speravo anche di poterla chiavare in qualche camerino, ma mi sarei soltanto dovuto limitare ad accompagnarla. Almeno non guidavo io. Arrivati al centro commercial, come sempre, trovare parcheggio fu difficoltoso (e non per alimentare stereotipi, ma Vanessa non era proprio pratica nel parcheggio, quindi alcuni parcheggi fece finta di non vederli). Si parcheggiò in un'area molto lontana dall'entrata del centro. Avremmo dovuto camminare un po'. Sceso dalla macchina la presi un po' in giro, lei mi fece qualche smorfia e continuammo a camminare. Dopo pochi passi notammo un barbone per terra, barba e capelli lunghi e grigio, neanche tanto sporco per vivere per strada, insieme a lui un cane al guinzaglio che dormiva. Non so perchè si trovasse proprio in quel punto, ma ci chiese qualche spicciolo. Io con me avevo soltanto la carta e Vanessa gli diede un euro, lui ringraziò. Prima di riprendere a camminare mi avvicinai a Vanessa e le sussurrai.
K. <<Sai cos'è che potresti fare per farlo stare meglio? Mostragli le tue tettone, chissà da quanto tempo non ne vede un bel paio, specialmente come le tue.>>
V. <<Ma sei scemo? Smettila dai.>>
Non potevo dire di averci provato, l'idea che facesse la troia anche con i barboni mi eccitava, ma non era quello il casso, peccato.
Entrammo al centro, girammo per un po', mangiammo anche qualcosa e lei prese un paio di scarpe. Nulla di particolare in realtà successe, davanti a molta gente era molto più pudica, nonostante qualche battutina e qualche sguardo da troia me lo lanciava sempre. Uscimmo quindi dopo un paio di orette e andammo di nuovo verso la macchina. Il barbone era ancora lì, ci domandò nuovamente dei soldi. O non ci aveva riconosciuto o faceva finta. Sta di fatto che io continuavo ad avere soltanto soltanto la carta e Vanessa, non volendogli dare altri soldi, si girò verso di me e disse.
V.<<Sai cosa? Va bene.>>
Prima che potessi chiederle cosa le andasse bene, Vanessa aprì il cappotto e si tirò giù reggiseno e maglioncino, mostrando quelle sue belle tettone al barbone, che rimase a bocca aperta, sbavando anche un poco.
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Ero felicissimo, Vanessa era una vera troia! Avevo tra le mani un gioiellino che non dovevo ne potevo farmi scappare, le cose che potevo fare con lei sarebbero state fuori ogni limite, sapevo che quella semplice azione significava molto di più.
Il barbone si alzò e chiese se potesse toccarle, Vanessa fece per ritrarsi ma io le toccai la schiena, fermandola e dicendole.
K.<<Tranquilla, ci sono io, che vuoi che succeda?>>
Vanessa tacque, si limitò a girare il viso verso di me ed il barbone non esitò un attimo, si avvicinò e con entrambe le mani iniziò a palpare le tettone di Vanessa, gliele strizzò così forte che lei fece anche un urletto che per fortuna non sentì nessuno, essendo praticamente da soli in quel punto del parcheggio. Iniziò a giocarci, le tirò i capezzoli e velocemente portò la sua bocca verso di loro, iniziando a ciucciargliele come se fosse la sua unica ragione di vita. Io ero eccitatissimo ed anche se volevo non darlo a vedere, sotto quell'aria un po' preoccupata, Vanessa si stava eccitando a sua volta. Ero concentrato sull'espressione proprio di quest'ultima, che ad occhi chiusi e cercando di non mordersi le labbra che avrebbero mostrato la sua eccitazione, non mi fece notare che il barbone, senza neanche tanti problemi, si era tirato fuori il cazzo e se lo stava menando mentre ciucciava le tettone della mia troia. Il signore aveva un cazzo di tutto rispetto, avrei tanto voluto vedere Vanessa scopata da lui, ma era troppo. Era troppo, per ora. Avrei fatto divertire ancora il barbone che dopo qualche altra ciucciata, senza tante remore, iniziò a sborrare Vanessa sui jeans. Lei, sentito il liquido caldo, non si offese per la sborrata, ma perchè le aveva sporcato i pantaloni.
V. <<Dai che palle, potevi avvertirmi!>>
Si allontanò dalla presa famelica del barbone e rinfoderò le sue armi di eccitazione di massa.
V. <<Andiamocene dai.>>
K.<<Sì, andiamo.>>
Dissi a Vanessa, poi rivolgendomi al barbone gli chiesi come si chiamasse e se stesse sempre in quel punto. Mi rispose Mario e che o stava lì oppure alla stazione. Conservai l'informazione e la custodì gelosamente, mi sarebbe tornata utile in futuro.
 
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CosmicWalker

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Passò qualche giorno, non successe nulla di speciale. Eravamo a lezione, durante la pausa e stavo messaggiando con alcuni amici per organizzare un poker in serata, eravamo già in 3. Questi due miei amici erano ragazzi che avevo conosciuto da piccolo, anche loro senegalesi, ci trovavano spesso a giocare o per andare a prendere qualche birra insieme, erano bravi ragazzi, uno di loro mi aveva consigliato di fare questo corso, considerato che era un programmatore informatico. Mentre messaggiavo, leggermente appartato, Vanessa mi venne vicino.
V. << Che fai? Messaggi con qualche ragazza?>>
K. << Perchè? Sei gelosa? Comunque no, stiamo organizzando un poker per stasera.>>
V. << Oh figo, vengo pure io, vi straccio tutto, sono troppo brava a poker.>>
K. << Posso chiedere, ma noi giochiamo a soldi, sei sicura?>>
V. <<Sì sì, deciso.>>
K. <<E il tuo fidanzatino che dice?>>
V. <<È partito ieri per lavoro e poi posso fare quello che mi pare.>>
"Se lo dici tu. Vediamo se ti organizzo una serata diversa dal poker."
K. << Ok, adesso dico che ci sei anche tu.>>
Il messaggio che scrissi ai ragazzi fu sincero.
\ Ragazzi, stasera porto un'amica a giocare con noi. Vi spiace? No perchè se così fosse, vi avverto subito che è una troia emergente, quindi si prospetta una bella serata. Che ne dite? \
Non ebbi problemi a ricevere i due consensi. Lo riferì a Vanessa che fu entusiasta. Non quanto me, nel pensare a ciò che le avrei fatto passare quella sera.
Continuò a non volermi dire dove abitasse, quindi fu lei a passare a prendermi. Credo fosse la prima volta che una ragazza mi passasse a prendere, ma se lei era contenta, chi ero io per dissentire? Andammo all'appuntamento, a casa di uno dei miei due amici, erano entrambi già lì. Entrammo e feci le presentazioni.
K. <<Ragazzi, lei è Vanessa. Vanessa, loro sono Jamal E Moussa.>>
Jamal era il padrone di casa e fece un baciamano a Vanessa che rimase piacevolmente stupita. Avevano entrambi più o meno la mia età, nessuno dei due era fidanzato o sposato e lavoravano tranquillamente, incassando, da quel che sapevo, anche un bel gruzzoletto dai loro lavori. Da tradizione, prima di iniziare, parlavamo un po' e bevevamo un bicchiere di cognac, oltre a quello che avremmo bevuto in seguito durante la serata. Vanessa volle unirsi alla tradizione, ma non reggette benissimo il primo sorso, quindi non lo finì.
V. <<Scusate ma non mi piace, non reggo molto l'alcool ma non volevo fare la guastafeste.>>
J. <<Non devi mica sentirti male solo per seguire delle usanze cara, se non ti va di bere non devi. Piuttosto, quanti anni hai? Sei piccolina.>>
A Jamal piacevano molto le biondine minute e poco più che ventenni.
V. << Ho 22 anni, a breve ne faccio 23.>>
M. <<Ci inviti al compleanno vero? Io voglio esserci.>>
Esordì Moussa che tracanno il suo cognac in un sorso. Era il più piccolo del trio, non aveva ancora capito come gustare il cognac, lo scambiava ancora per alcool da shot. Facemmo qualche altra chiacchiera e poi ci dirigemmo al tavolo da gioco. Mi rivolsi a Vanessa.
K. <<Allora, senti due cose importanti. La prima è che giochiamo a texas holdem. La seconda è sulle fish, hanno dei numeri, 1, 5, 10, 25 e 50. Vedi, noi...>>
Non mi fece finire di parlare e mi tacciò.
V. <<Non sono mica scema, so quanto vale una fish.>>
K. <<Sì ok, ma non capisci che noi...>>
V. <<No no, fa silenzio, non mi interessa. Giochiamo!
Volevo dirle che noi moltiplicavamo per 10 il valore delle fish e che quindi quella da 50 valeva 500€. Ma se non voleva saperlo, meglio per noi.
Iniziammo. Come si era dichiarata inizialmente, Vanessa era effettivamente molto brava, vince tranquillamente i primi giri. C'è da dire che aveva anche tantissima fortuna. Le capitarono mani iniziali con 2 assi ed altri 2 per terra. Riuscì a fare colore mentre noi neanche un full. Insomma, le girò bene, sino a quanto la fortuna cambiò, iniziò a perdere, anche se iniziò a fare delle chiamate strane, come se a volte perdere di proposito. Dopo circa mezzoretta era sotto di 235, numero indicativo sulle fish, quindi immaginate la reale perdita.
V. <<Ok, mi sa che io mi fermo qui, avevo portato qualche soldo, ma non pensavo di spendere più di 250 euro.>>
J. <<Tesoro, ma non stai perdendo quella cifra. Se prima di iniziare avessi fatto parlare Ksante, sapresti che noi moltiplichiamo il valore delle fish per 10. Sei sotto di più di 2 mila euro.>>
Vanessa sgranò gli occhi ed aprì la bocca, provò a balbettare qualcosa ma era scioccata.
V. <<Ma io non ho tutti questi soldi... Non possiamo fare che per questa volta.>>
Questa volta fu Vanessa a non riuscire a terminare la frase, tacciata da Jamal.
j. <<No tesoro, non possiamo farti sconti. Però se vuoi un altro modo c'è.>>
Non era di certo nostra intenzione approfittare di Vanessa, ma ero abbastanza sicuro che era quello che voleva anche lei.
V. <<Cioè? Che altro metodo?>>
J. <<Se tutti sono d'accordo... Beh, potremmo usarti a nostro piacere tutta la notte, o devi tornare dal fidanzatino?>>
Non fu entusiasta della proposta, anzi, sembrava quasi sconvolta dal dire di Jamal, ma notavo nei suoi occhietti visti da ragazzina finta innocente una nota di malizia da vera puttana. Dopo pochissimi secondi replicò.
V. <<Se non ci sono altri modi, non posso fare altro che acconsentire...>>
Non so perchè, ma ero sicuro che sarebbe andata a finire così e la velocità con cui Vanessa ha accettato la situazione mi fece capire che anche per lei era la stessa cosa. Era come se stesse fingendo la parte della povera vittima, ma dentro di lei desiderava accadesse quello che stava per succedere.
V. <<Cosa devo fare adesso quindi?>>
M. <<Io dire di mostrarci quelle belle tettone che hai intanto.>>
Moussa non esitò un attimo. Vanessa eseguì. Tolse il maglincino bianco che aveva in dosso, mostrandoci il suo reggiseno nero e poi si tolse anche quello.
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J. <<Vanessa, sei una latteria ambulante, è incredibile. Ma dove le nascondevi queste bellissime tettone? Comunque sia, non voglio protrarmi troppo nei complimenti, voglio scoparti subito.>>
Jamal non perse tempo, si spogliò e andò dietro Vanessa, le fece togliere pantaloni e mutande e la sdraiò a pancia sotto sul tavolo.
J. <<Ksante, se mi permetti, le scopo subito questa bella fichetta bianca.>>
K. <<Fai pure, sarai il primo cazzo nero che prende in figa, io le ho scopato soltanto il culo vergine.>>
J. <<Che onore che hai avuto amico mio. E quale onore ho io, il primo cazzo nero di questa troietta, sono quasi commosso. Allarga bene il buchino tesoro, te lo metto dentro tutto in un colpo. Sentirai tutti i miei 26 cm in una volta sola, preparati.>>
Detto questo si sputò sul cazzo, se lo massaggiò un po' e poi prese Vanessa per le spalle. Le pianto il cazzo davanti l'entrata della figa, mentre lei si apriva completamente a lui. Il cazzo di Jamal non era largo quanto il mio, ma era decisamente più lungo. Il mio amico prese bene le misure, le mise dentro piano piano la cappella, fece dei movimenti circolare e poi con un velocissimo e fortissimo colpo di reni la penetrò sino in fondo. Notai che il cazzo non entrò completamente, la nostra troietta doveva ancora abituarsi a quelle misure, Jamal però non desistette e continuò a martellarla senza sosta.
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I colpi di cazzo erano ritmici e ben assestati con l'unico scopo di sfondare la fichetta di Vanessa e arrivare ad infilarle tutto quanto il cazzo dentro. Intanto Moussa aveva tirato fuori il cazzo ed ammetto che rimasi esterrefatto anche io. Era la prima volta che gli vedevo il membro ed era davvero impressionante, un cazzo grosso anche per noi neri, lungo quasi quanto quello di Jamal ma più spesso addirittura del mio, Vanessa non sarebbe più stata la stessa. Il nostro mandingo personale iniziò a menarselo energicamente incitando Jamal di sbrigarsi che anche lui voleva divertirsi. Anche io tirai fuori l'attrezzo ed iniziai a segarmi. Ero sicuro che dopo quella serata Vanessa non sarebbe più riuscita a camminare per qualche giorno, figuriamoci riaccompagnarmi a casa in macchina.
Jamal smise di stantuffarla messa a pecora e la liberò dalla sua presa. A lei tremavano le gambe, credo che il cazzo le fosse arrivato sino all'utero. Si reggeva in piedi a malapena, così Moussa la prese per i capelli, facendola stare sulle ginocchia, per poi sbatterle il cazzo sulla guancia. Vanessa stava ancora riprendendo respiro ma il ragazzo non aveva tutta questa pazienza, così le tappò il naso obbligandola ad aprire la bocca per respirare. Moussa provò ad infilarle il suo grosso membro in bocca, ma con scarsi risultati, era troppo largo per infilarglielo senza che lei fosse coinvolta nella cosa, oltre alla cappella, il cazzo di Moussa non proseguì oltre.
M. <<Che troia inutile che è però, non posso scoparle la gola, che senso ha tutto questo? Jamal, passami il lubrificante che la faccio nuova.>>
Mentre Jamal eseguiva l'ordine di Moussa, quest'ultimo prese in potere Vanessa, caricandosela sulla schiena, e la portò sul divano. Vanessa era completamente nuda, con la sua fragile vagina che sicuramente le dolorava ed alla mercè di due maiali (anzi tre, non vorrei escludermi) pronti a farle ogni cosa possibile. La ragazza era sdraiata sul divano, Moussa le si avvicinò da davanti e si diresse subito verso il suo culetto, mentre Jamal, col lubrificante pronto, iniziò a spruzzarglielo in tutte le zone intime. Il nostro caro superdotato non attese lubrificò per nulla la zona e decise di entrare subito e prepotentemente. La afferrò per le spalle, così che non potesse tirarsi indietro ed aiutato dal lubrificante Moussa le sfondò il culo con colpi secchi e forti, penetrandola completamente.
M. <<In culo lo prendi bene rispetto alla bocca, mi sa che dovevo mettertelo subito in culo. Sei anche strettissima, il mio cazzo è avvolto dal tuo sfintere tesoro, davvero complimenti.>>
Il ragazzo non riuscì a dire molto altro che, col cazzo avvolto dal culo di Vanessa, la inondò dentro. Intanto Jamal, anche lui eccitatissimo, le aveva infilato il cazzo in bocca, sborrandola sia dentro, che su tutto il viso. Non appena fu libera da entrambi, io mi limitai a sbatterle il cazzo sulle sue belle tettone per poi sborrarle addosso, quello che avevo visto mi aveva eccitato come non mai e nonostante non l'avessi scopata, riuscì a venire copiosamente su di lei.
I miei due amici si complimentarono con me per la merce fresca che gli avevo portato, Vanessa era come in una sorta di trance, distrutta da Jamal e Moussa ma in estasi. Era infatti bagnatissima e non ho idea di quante volte sia potuta venire sotto i colpi di cazzo dei miei bro. Non appena riuscì a riprendersi, senza dire nulla, ma con un sorrisetto beffardo in viso, si rivestì per andare via.
Guidai io sino a casa mia, poi aspettai un po' che si riprendesse e che avesse le capacità per tornare a casa. Mi disse che fu un'esperienza unica e che forse, in futuro, avrebbe replicato. Che troia.
 

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