Esperienza reale Racconto di fantasia La commessa va dal dottore

Lucaspk

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Lei è una commessa di Pavia. L'ho conosciuta quattro anni fa tramite un annuncio, dove si proponeva per incontri.
Lo stipendio era quello che era e in questo modo poteva togliersi qualche sfizio.
Già dal primo incontro ho capito che poteva essere la persona giusta. Timidina, tutto sommato con poca esperienza, ma curiosa.
Le ho proposto di fare giochi di dominazione/sottomissione già al secondo incontro. Cose soft, sculacciate, mollette ai capezzoli, essere bendata e legata.
Fisicamente è minuta, con un bel culetto strettissimo.
Poco alla volta, con molto lubrificante, prima un dito e poi un piccolo butt plug sono entrati.
La prima volta con il plug pensavo che svenisse per l'agitazione.
Ormai il culo è una delle tante "punizioni" nei nostri giochi di ruolo, ma ogni volta è una fatica, perché si blocca se cerco di usare un plug di un diametro appena un po' più grande (ho un set di plug con tre misure).
Il mese scorso però abbiamo parlato, mentre la sculacciavo più duramente del solito. Le ho dato un ultimatum: la prossima volta dobbiamo far entrare il plug più grosso, altrimenti dovrò cercarmi un'altra schiavetta. Così mi ha confessato che in realtà anche a lei piacerebbe, che comunque essere penetrata lì la eccita e vorrebbe, prima o poi, che la scopassi anche nel culo.
E così ieri è arrivato il momento. Le ho proposto il gioco del dottore, che non è un gioco nuovo per noi, però sono stato perentorio fin da subito: "Oggi giocherò con il tuo culetto, ma devi dirmi che subirai tutto quello che ti farò, non mi fermerò nemmeno se mi implorerai di smettere. Ti va bene? Siamo d'accordo?". "Va bene, mi fido di te". Era quello che volevo sentire. "La safeword te la ricordi vero?". Non l'avevamo mai usata, ma fin da quando le avevo spiegato il funzionamento degli incontri di dominazione/sottomissione avevamo concordato la modalità per uscire dal gioco.
Una doccetta veloce ed eravamo pronti.
"Buongiorno signorina, mi dia cortesemente i suoi dati, poi cominciamo con la visita"
"Grazie dottore, ecco la mia tessera sanitaria"
"Mi racconti quali sono i sintomi"
"Spesso ho dei dolori alla pancia, ma non sono collegati al ciclo"
"Ho capito, ma si scarica regolarmente?"
"Non sempre purtroppo, temo di essere un po' stitica"
"E' tipico nelle ragazze, succede spesso. Ora si spogli, che la visito"
"Ma mi tolgo tutto?"
"Certo, ovviamente. E poi si sdrai"
Mentre si spogliava con quell'intimo di pizzo color lilla stavo già fantasticando.
Ogni volta che la vedo nuda con quelle tettine e quel culetto mi si rizza all'istante. La voglia di incularla ce l'ho dal primo giorno che la conosco.
Mentre le palpavo la pancia, la sua mano mi sfiorava il cazzo duro dentro i pantaloni. Conoscendola, sapevo che avrebbe voluto prenderlo in bocca, ma non faceva parte del gioco, almeno non per il momento.
"Allora signorina, in effetti sento qualcosa, dobbiamo fare un'indagine con una sonda interna"
"Ma come funziona? Farà male?"
"Non si preoccupi, stia rilassata che andrà tutto bene e non sentirà nulla". Avrei dovuto dire quasi nulla, ma l'ho detto solo nella mia mente, mentre le sorridevo.
"Va bene dottore"
"Ecco, si metta sul lettino in ginocchio, poi appoggi la testa e tenga il sedere in alto"
"E' una posizione un po' scomoda dottore"
"Lo so, ma è necessario. Cerchi di tenere le gambe un po' più aperte"
"Faccio il possibile dottore"
"Non è abbastanza signorina. Deve stare immobile con le gambe aperte, altrimenti l'esame non lo riesco a fare bene. Facciamo così, la immobilizzo un attimo, così anche lei fa meno fatica a tenere la posizione".
Avevo fatto un piccolo investimento per una spreader bar. Quell'attrezzo non l'aveva mai visto e lo osservava preoccupata, ma mentre la legavo in quella posizione oscena ho notato che si stava già bagnando. Continuava a guardarmi mentre indossavo i guanti di lattice.
"Ecco signorina, ora sentirà freddo" era il lubrificante, con il quale le preparavo il buchetto.
Poi tutto successe in un attimo. Prima le dita, poi il plug di dimensioni medie che entra deciso, lei che urla.
"Signorina, stia tranquilla. Non è successo niente, vede? Era solo lo strumento che entrava, ma ora non sente nulla vero?"
"E' vero dottore, mi scusi, è che mi sono un po' agitata, ma è uno strumento un po' grosso"
"Ora si rilassi che devo fare l'esame". Ho cominciato a muovere il plug, lateralmente, più in fondo, facendolo quasi uscire per poi farlo rientrare. Le espressioni del suo viso mi stavano facendo esplodere il cazzo.
"Va bene signorina, abbiamo finito"
"E va tutto bene dottore?"
"E' tutto a posto, lei ha solo bisogno di un clistere"
"Un clistere dottore? Ma sarà doloroso?"
"Basta signorina con queste domande! Mi sta innervosendo"
"Mi spiace dottore, non volevo innervosirla, posso fare qualcosa per rimediare?"
"No, ma posso fare qualcosa io per insegnarle a dare ascolto di più al suo corpo. Se nota che il suo intestino ha problemi, non deve far finta di nulla. E mangi più sano, con più verdure!"
"Ha ragione dottore, mangio troppo spesso al fast food del centro commerciale dove lavoro... forse è quello"
Mentre dicevo "Male, molto male" ho cominciato a sculacciarla "ecco, una piccola punizione per farle ricordare di mangiare sano"
Una dopo l'altra le sculacciate cominciavano a fare il loro effetto sul suo bel culetto e i gemiti ad ogni colpo mi mandavano fuori di testa.
Con la mano mi sono accorto che in mezzo alle gambe era fradicia.
"Signorina, vedo che apprezza il trattamento"
"E' giusto che mi punisca dottore, me lo sono meritato"
Quando le ho spinto il cazzo in bocca avrei voluto farglielo sentire fino in gola, ma già faticava a farlo entrare tutto senza farmi sentire i denti.
Mentre mi spompinava, la stimolavo con due dita infilate nella patatina allagata.
"Ha proprio ragione signorina, se l'è meritato il mio cazzone" lei succhiava e mi guardava con quegli occhioni pieni di voglia.
"Ora signorina però dobbiamo tornare al nostro esame e alla terapia che è necessaria"
La sacca per l'enteroclisma era un'altra cosa che non aveva mai visto. In effetti mette un po' di soggezione anche a me.
"Useremo dell'acqua tiepidina, così sarà piacevole"
La cannula era entrata facilmente e l'acqua scorreva dentro il suo intestino, mentre il suo faccino lasciava trasparire un po' di fastidio.
"Dottore, non ce la faccio più"
"Cerchi di resistere signorina, ora il clistere che è finito deve trattenerlo per 5 minuti almeno, nel frattempo la libero dalla barra che la tiene immobilizzata"
"Dottore mi scusi, ma non ce la faccio, devo andare in bagno"
Dopo 15 minuti la vedo ricomparire, con il viso arrossato.
"Tutto bene signorina? Come si sente?"
"Bene, dottore, mi sembra meglio"
"Venga qui, che verifichiamo ancora con lo strumento"
"Ma è proprio necessario?"
"Certo, stessa procedura di prima, guanti, lubrificante e strumento, ormai dovrebbe essere abituata"
"Va bene dottore"
Questa volta però il plug era quello grande e credevo che avrebbe urlato un po' istericamente, come al solito quando la penetravo dietro.
Invece sospirava mentre la aprivo e il plug si faceva strada dentro di lei.
"Dottore la prego stia fermo un attimo, non tutto dentro la prego"
"Non si preoccupi signorina, l'esame sta andando bene, devo solo spingere lo strumento fino in fondo, poi fuori, poi ancora dentro, così..."
La stavo scopando nel culo con un plug di dimensioni doppie rispetto a quello piccolo che usavamo di solito. E non si lamentava più di tanto. Il suo buchetto era bello dilatato dal plug precedente e dal clistere. Il lubrificante poi faceva bene il suo lavoro.
"Ora tenga il plug con le mani, perché vedo che tende a scivolare fuori e nel frattempo riprendiamo da dove eravamo rimasti"
Il cazzo era sempre più duro e lei spompinava avidamente. Sembrava assatanata. Me lo voleva mangiare.
Mi spompinava, mentre si teneva il plug infilato dentro il culo e io le stringevo forte i capezzoli tra le dita. Che troietta, finalmente si era lasciata andare.
Non ce la facevo più. Era il momento di provare.
Preservativo indossato, fuori il plug e dentro il cazzo nel suo culetto. Senza darle il tempo di pensare troppo.
Un urlo forte, questa volta sincero. Sono più grosso del plug, lei lo sapeva e se ne stava accorgendo.
La inculavo con forza, tenendole i fianchi ben saldi, impedendole di scivolare in avanti sotto la spinta dei colpi, sempre più profondi, sempre più forti.
Sospirava e gemeva, ma neanche una parola, e tantomeno la temuta safeword con la quale avrebbe fermato tutto.
"Ti sto inculando signorina, lo senti come ti sto aprendo per bene il culetto?"
"Sì dottore, me lo merito, com'è grosso mamma mia, mi sta sfondando tutta, mi sento aperta in due"
Stavo per venire, ma volevo farlo sul suo viso, per vederla con le guance tutte rosse e lo sguardo voglioso sul mio cazzo.
Le stavo spruzzando il viso mentre la sua lingua cercava di ingoiare quanto riusciva.
Che puttanella la commessa. E, finalmente, che inculata!!!
 

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