Esperienza reale La cugina appena maggiorenne

Ho tanti episodi in ballo da raccontare. Quale volete per primi? Max 2 risposte


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Gino784

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PROSSIMO CAPITOLO: ANNIENTAMENTO TOTALE
Finalmente sono riuscito a leggere tutto, purtroppo non ho ancora visto una foto delle ragazze perché non volevo perdermi nessun capitolo, che dire, complimenti riesci a far eccitare solo raccontando e non immaginavo che a quei tempi ci fossero tutte queste perversioni, un bel tuffo nel passato che fa anche divertire. Complimenti ancora non vedo l’ora di leggere il continuo… grazie Tanacca
 
OP
T

Tanacca71

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PROSSIMO CAPITOLO: ANNIENTAMENTO TOTALE

IMPORTANTE. Questo capitolo, contiene descrizioni di scene che potrebbero urtare la sensibità di alcuni di voi. Se siete tra quelli che non reggono certi argomenti e vi sentite sensibili, andate oltre.


La cugina iniziava ad avere alcuni segni di cedimento.

Mi assicurai personalmente di effettuare la preparazione anale.

I ragazzi ripresero da dove avevano finito, ma questa volta l’attacco veniva da più fronti.

Uno dietro la penetrava a scelta tra culo e fica, l’altro la scopava in bocca

Anche i ragazzi stavano rallentando il ritmo, un po’ perché stanchi, un po perché “dispiaciuti” da quel trattamento. Il maestro però li richiamava all’ordine, e allora ripartivano con più veemenza.

La penetrazione orale fece il suo effetto, Michela iniziava a cedere fisicamente e anche mentalmente.

Mentre prima incitava i ragazzi a scoparla, ora quasi non parlava, emetteva comunque dei gemiti di godimento, ma erano molto meno.

Toccava a Joe e questa volta andò meglio, anche se il dolore si fece sentire.

Joe rimase su Michela molto più tempo di altri e la scopò velocemente

Comunque il suo corpo non era indifferente a quel missile, infatti le gambe iniziarono a tremare e la fica schizzò.

Gli occhi della cugina erano quasi ribaltati, un gemito incredibile gli uscì dalla bocca

L’orgasmo fu potente.

Joe era vicino a venire, il maestro l’invitò a schizzare in una tazza.

Poi entrò in scena il dildo del professore. Che fu posizionato sotto Michela. Fu abbondantemente lubrificato.

Era veramente largo e lungo.

Il maestro liberò dalla stretta al collo Michela , era rimasta legata solo con le braccia e con le caviglie

La cugina stava cedendo con le gambe e da quella posizione si accovacciò pian piano per riposarsi.

Il maestro con fare svelto, mirò il culo con il dildo gigante e la cugina si sedette su di esso. Appena senti che c’era qualcosa di veramente grosso, con tutta la forza che gli era rimasta si rimise in piedi, era arrivata a nemmeno metà dildo.

Era un atleta, faceva atletica e aveva le gambe forti, ma era arrivata al limite. E ogni volta che ritornava su.i ragazzi rimasti che non erano arrivati continuavano a chiavarla.

Un paio di loro vennero, ma sempre dentro il contenitore.

Iniziavo a non digerire più quella pratica. Presi il maestro da una parte

A: credo che sia venuto il momento di smettere, non riesco più a vederla così sofferente.

M: ti capisco perfettamente, ma se vuoi avere anche una minima possibilità per far odiare questa cosa a lei, bisogna continuare. Oltretutto te la vedi così, ma cinque minuti fa ha goduto con un orgasmo incredibile.

Aveva ragione, dovevo far odiare quella pratica a Michela, dovevo inculcare in testa della cugina che il professore non era innamorato ma aveva l’intenzione di esporla come trofeo in tutti i suoi tour. E sopratutto facendoli odiare questo trattamento il prof non poteva più proporle questo tipo di pratica.

Ritornai nella penombra della stanza.

Man mano i ragazzi aumentarono il ritmo della scopata.

All’improvviso Michela iniziò a non averne più. E lentamente si accovacciò sempre di più, fintanto che non fece più resistenza al dildo, che entrò nella quasi totalità nel culo.

Michela rimase a bocca aperta , gli mancava il fiato anche solo per gridare. I restanti ragazzi venirono, uno di loro non fece a tempo a centrare il barattolo e la inondò sul viso ormai provatissimo.

M: Antonio, manca solo una cosa e poi lascio libera Michela.

Mi aspettavo cosa potesse succedere dopo, ma non a quei livelli.

Il maestro liberò anche mani e caviglie di Michela, ma era talmente stanca che non riuscì ad alzarsi dal dildo gigante

Mio malgrado dovetti continuare l’opera di demolizione mentale.

A: com’è il tuo culo ora?

M: spaccato, mi sembra si averlo in gola.

Mi rispose a pezzi di discorso

A: Pensa te, il tuo amore voleva far fare questa pratica a Laura che era vergine di culo. Si può essere malati? Lo capisci ora?

Michela mi guardò e con la testa annui.

Il maestro preparò la ciotola del cane, la riempi di biscotti e li sbriciolò. Poi aggiunse lo sperma dei ragazzi nel pentolino. Dentro c’e ne era altrettanto , ma molto di più.

Lo aggiunse ai biscotti. E ne fece una piccola zuppa.

Il tanfo di quel piatto era nauseabondo .

Io e Riccardo vomitammo ai margini della stalla.

M: se la mangi tutta si finisce qui, sennò ti lascio ancora per un po’ su questo cazzo gigante.

Avevo i crampi allo stomaco.

Dopo i primi bocconi, Michela vomitò.

Michela: basta basta, non voglio, basta

Il maestro smise, con i ragazzi aiutammo Michi a rimettersi in piedi.

Continuò a vomitare anche fuori dalla stalla.

Avevo il cuore a pezzi nel vederla così. Ma era un male necessario.

Conoscendo il professore, le lo avrebbe fatto fare praticamente sempre e lei soggiogata da lui, non avrebbe nemmeno protestato.

Per tutto il viaggio di ritorno non riusciva nemmeno a sedersi . Se ne stava sdraiata sulle gambe dei ragazzi.

A: come ti senti?

M: mi brucia l’entrata del culo. Non fa male ma brucia.

Me lo disse praticamente ad occhi chiusi, era distrutta.

Arrivati all’albergo la accompagnai direttamente nella sua stanza. Naturalmente c’era lo stronzo ad aspettarla.

Dopo essersi lavata in bagno si sdraiò sul letto vestita.

A: prof la lasci riposare tutta la notte ne ha bisogno.

Volle sapere nel dettaglio cosa era successo.

Io lo informai ma a grandi linee. Non volevo condividere con lui più niente. Lo feci solo per far capire che stanotte non era il caso di farci niente.

Fece un sorriso sardonico.

Non mi piacque per niente.

Il piccolo ingresso che dava la camera era fatto ad angolo e approfittai di far finta di uscire e chiudere la porta. Rimasi dentro e scorsi appena la testa per capire le intenzioni del prof. Ero strasicuro di quello che avevo detto a Michela durante la serata.

Michela era in posizione prona, il bruciore non gli permetteva di poggiare il sedere sul materasso. Era in una specie di dormiveglia. Il prof era in piedi e si stava segando.

Si spogliò completamente e molto lentamente divaricò le gambe di Michela, poi si mise dietro di lei sul materasso e provò ad incularla.

Michela con le ultime forze che gli erano rimaste , fece un urlo e poi lo spinse prima con le braccia e poi con le gambe fuori dal letto. Il prof cadde andando a sbattere la faccia sul comodino. Gli colava sangue dal naso.

M: sei uno stronzo, Antonio ti ha anche detto cosa mi era successo e di farmi riposare. Non mi ha nemmeno chiesto come stavo, se mi servisse qualcosa. Niente

Fammi dormire e lasciami stare.

P: scusa scusa amore mio, è che mentre Antonio mi raccontava della serata, mi sono eccitato tanto e poi ho visto il tuo buco provato e ho avuto voglia di incularti anche io. Almeno fammi una pompa e fammi venire, sono troppo eccitato.

M: fatti una sega in bagno, voglio che tu mi lasci in pace stanotte.

Il prof venne dalla mia parte e io al volo sgattaiolai fuori dalla porta a tempo. Una volta arrivato in stanza mi lavai, specialmente i denti , sentivo sempre in gola il vomito.

Mi sdraiai sul letto.

Le mie ragazzine dormivano beate, chissà se avevano fatto qualcosa senza di me pensai

Ma si svegliarono quasi subito. La mia agilità per evitare che si svegliassero, era identica ad un elefante dentro una cristalleria.

Mi strinsero subito a loro, erano curiose di come si era svolta la serata.

Non ero dell’umore di raccontare niente, ma insistettero.

Quando parlavo di che cosa era successo , ascoltavano ma avevano lo sguardo abbassato. Rabbrividirono a certi particolari, ma capirono che era un male necessario.

S: che ti avevo detto? Spero che tutto questo sia servito.

Ci addormentammo

Durante la notte Simona mi svegliò

A: che hai fatto?

Hanno bussato alla porta, è Michela , la faccio entrare.

Michela entrò in pigiama , ci fu una breve chiacchierata tra loro. Io e Laura eravamo in camera e osservavamo.

Simona abbracciò Michela , che contraccambio subito

S: il prof ci ha riprovato qualche minuto fa, voleva sapere se poteva stare qui con noi.

Laura prese subito la crema lenitiva e la spalmò con estrema delicatezza dietro a Michela.

Per ringraziarla Michi la baciò sulla guancia. Poi mi guardò come per chiedere il permesso di starmi vicino. Simona mi fece cenno di si.

Quello che era successo, ci compattò quella notte come non mai. Strinsi a me Michela accarezzandola continuamente sul viso. Le ragazze fecero lo stesso.

Eravamo un tutt’uno.

Sarebbe bastato per convincere Michela di lasciar perdere il professore?
 

Ghost141-94

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PROSSIMO CAPITOLO: ANNIENTAMENTO TOTALE

IMPORTANTE. Questo capitolo, contiene descrizioni di scene che potrebbero urtare la sensibità di alcuni di voi. Se siete tra quelli che non reggono certi argomenti e vi sentite sensibili, andate oltre.


La cugina iniziava ad avere alcuni segni di cedimento.

Mi assicurai personalmente di effettuare la preparazione anale.

I ragazzi ripresero da dove avevano finito, ma questa volta l’attacco veniva da più fronti.

Uno dietro la penetrava a scelta tra culo e fica, l’altro la scopava in bocca

Anche i ragazzi stavano rallentando il ritmo, un po’ perché stanchi, un po perché “dispiaciuti” da quel trattamento. Il maestro però li richiamava all’ordine, e allora ripartivano con più veemenza.

La penetrazione orale fece il suo effetto, Michela iniziava a cedere fisicamente e anche mentalmente.

Mentre prima incitava i ragazzi a scoparla, ora quasi non parlava, emetteva comunque dei gemiti di godimento, ma erano molto meno.

Toccava a Joe e questa volta andò meglio, anche se il dolore si fece sentire.

Joe rimase su Michela molto più tempo di altri e la scopò velocemente

Comunque il suo corpo non era indifferente a quel missile, infatti le gambe iniziarono a tremare e la fica schizzò.

Gli occhi della cugina erano quasi ribaltati, un gemito incredibile gli uscì dalla bocca

L’orgasmo fu potente.

Joe era vicino a venire, il maestro l’invitò a schizzare in una tazza.

Poi entrò in scena il dildo del professore. Che fu posizionato sotto Michela. Fu abbondantemente lubrificato.

Era veramente largo e lungo.

Il maestro liberò dalla stretta al collo Michela , era rimasta legata solo con le braccia e con le caviglie

La cugina stava cedendo con le gambe e da quella posizione si accovacciò pian piano per riposarsi.

Il maestro con fare svelto, mirò il culo con il dildo gigante e la cugina si sedette su di esso. Appena senti che c’era qualcosa di veramente grosso, con tutta la forza che gli era rimasta si rimise in piedi, era arrivata a nemmeno metà dildo.

Era un atleta, faceva atletica e aveva le gambe forti, ma era arrivata al limite. E ogni volta che ritornava su.i ragazzi rimasti che non erano arrivati continuavano a chiavarla.

Un paio di loro vennero, ma sempre dentro il contenitore.

Iniziavo a non digerire più quella pratica. Presi il maestro da una parte

A: credo che sia venuto il momento di smettere, non riesco più a vederla così sofferente.

M: ti capisco perfettamente, ma se vuoi avere anche una minima possibilità per far odiare questa cosa a lei, bisogna continuare. Oltretutto te la vedi così, ma cinque minuti fa ha goduto con un orgasmo incredibile.

Aveva ragione, dovevo far odiare quella pratica a Michela, dovevo inculcare in testa della cugina che il professore non era innamorato ma aveva l’intenzione di esporla come trofeo in tutti i suoi tour. E sopratutto facendoli odiare questo trattamento il prof non poteva più proporle questo tipo di pratica.

Ritornai nella penombra della stanza.

Man mano i ragazzi aumentarono il ritmo della scopata.

All’improvviso Michela iniziò a non averne più. E lentamente si accovacciò sempre di più, fintanto che non fece più resistenza al dildo, che entrò nella quasi totalità nel culo.

Michela rimase a bocca aperta , gli mancava il fiato anche solo per gridare. I restanti ragazzi venirono, uno di loro non fece a tempo a centrare il barattolo e la inondò sul viso ormai provatissimo.

M: Antonio, manca solo una cosa e poi lascio libera Michela.

Mi aspettavo cosa potesse succedere dopo, ma non a quei livelli.

Il maestro liberò anche mani e caviglie di Michela, ma era talmente stanca che non riuscì ad alzarsi dal dildo gigante

Mio malgrado dovetti continuare l’opera di demolizione mentale.

A: com’è il tuo culo ora?

M: spaccato, mi sembra si averlo in gola.

Mi rispose a pezzi di discorso

A: Pensa te, il tuo amore voleva far fare questa pratica a Laura che era vergine di culo. Si può essere malati? Lo capisci ora?

Michela mi guardò e con la testa annui.

Il maestro preparò la ciotola del cane, la riempi di biscotti e li sbriciolò. Poi aggiunse lo sperma dei ragazzi nel pentolino. Dentro c’e ne era altrettanto , ma molto di più.

Lo aggiunse ai biscotti. E ne fece una piccola zuppa.

Il tanfo di quel piatto era nauseabondo .

Io e Riccardo vomitammo ai margini della stalla.

M: se la mangi tutta si finisce qui, sennò ti lascio ancora per un po’ su questo cazzo gigante.

Avevo i crampi allo stomaco.

Dopo i primi bocconi, Michela vomitò.

Michela: basta basta, non voglio, basta

Il maestro smise, con i ragazzi aiutammo Michi a rimettersi in piedi.

Continuò a vomitare anche fuori dalla stalla.

Avevo il cuore a pezzi nel vederla così. Ma era un male necessario.

Conoscendo il professore, le lo avrebbe fatto fare praticamente sempre e lei soggiogata da lui, non avrebbe nemmeno protestato.

Per tutto il viaggio di ritorno non riusciva nemmeno a sedersi . Se ne stava sdraiata sulle gambe dei ragazzi.

A: come ti senti?

M: mi brucia l’entrata del culo. Non fa male ma brucia.

Me lo disse praticamente ad occhi chiusi, era distrutta.

Arrivati all’albergo la accompagnai direttamente nella sua stanza. Naturalmente c’era lo stronzo ad aspettarla.

Dopo essersi lavata in bagno si sdraiò sul letto vestita.

A: prof la lasci riposare tutta la notte ne ha bisogno.

Volle sapere nel dettaglio cosa era successo.

Io lo informai ma a grandi linee. Non volevo condividere con lui più niente. Lo feci solo per far capire che stanotte non era il caso di farci niente.

Fece un sorriso sardonico.

Non mi piacque per niente.

Il piccolo ingresso che dava la camera era fatto ad angolo e approfittai di far finta di uscire e chiudere la porta. Rimasi dentro e scorsi appena la testa per capire le intenzioni del prof. Ero strasicuro di quello che avevo detto a Michela durante la serata.

Michela era in posizione prona, il bruciore non gli permetteva di poggiare il sedere sul materasso. Era in una specie di dormiveglia. Il prof era in piedi e si stava segando.

Si spogliò completamente e molto lentamente divaricò le gambe di Michela, poi si mise dietro di lei sul materasso e provò ad incularla.

Michela con le ultime forze che gli erano rimaste , fece un urlo e poi lo spinse prima con le braccia e poi con le gambe fuori dal letto. Il prof cadde andando a sbattere la faccia sul comodino. Gli colava sangue dal naso.

M: sei uno stronzo, Antonio ti ha anche detto cosa mi era successo e di farmi riposare. Non mi ha nemmeno chiesto come stavo, se mi servisse qualcosa. Niente

Fammi dormire e lasciami stare.

P: scusa scusa amore mio, è che mentre Antonio mi raccontava della serata, mi sono eccitato tanto e poi ho visto il tuo buco provato e ho avuto voglia di incularti anche io. Almeno fammi una pompa e fammi venire, sono troppo eccitato.

M: fatti una sega in bagno, voglio che tu mi lasci in pace stanotte.

Il prof venne dalla mia parte e io al volo sgattaiolai fuori dalla porta a tempo. Una volta arrivato in stanza mi lavai, specialmente i denti , sentivo sempre in gola il vomito.

Mi sdraiai sul letto.

Le mie ragazzine dormivano beate, chissà se avevano fatto qualcosa senza di me pensai

Ma si svegliarono quasi subito. La mia agilità per evitare che si svegliassero, era identica ad un elefante dentro una cristalleria.

Mi strinsero subito a loro, erano curiose di come si era svolta la serata.

Non ero dell’umore di raccontare niente, ma insistettero.

Quando parlavo di che cosa era successo , ascoltavano ma avevano lo sguardo abbassato. Rabbrividirono a certi particolari, ma capirono che era un male necessario.

S: che ti avevo detto? Spero che tutto questo sia servito.

Ci addormentammo

Durante la notte Simona mi svegliò

A: che hai fatto?

Hanno bussato alla porta, è Michela , la faccio entrare.

Michela entrò in pigiama , ci fu una breve chiacchierata tra loro. Io e Laura eravamo in camera e osservavamo.

Simona abbracciò Michela , che contraccambio subito

S: il prof ci ha riprovato qualche minuto fa, voleva sapere se poteva stare qui con noi.

Laura prese subito la crema lenitiva e la spalmò con estrema delicatezza dietro a Michela.

Per ringraziarla Michi la baciò sulla guancia. Poi mi guardò come per chiedere il permesso di starmi vicino. Simona mi fece cenno di si.

Quello che era successo, ci compattò quella notte come non mai. Strinsi a me Michela accarezzandola continuamente sul viso. Le ragazze fecero lo stesso.

Eravamo un tutt’uno.

Sarebbe bastato per convincere Michela di lasciar perdere il professore?
chi sa se ha imparato qualcosa... continua che e un botto bello alcune parti un casino crudeli da accapponare la pelle (non sto dicendo che non dovessi metterle)
 

sormarco

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IMPORTANTE. Questo capitolo, contiene descrizioni di scene che potrebbero urtare la sensibità di alcuni di voi. Se siete tra quelli che non reggono certi argomenti e vi sentite sensibili, andate oltre.


La cugina iniziava ad avere alcuni segni di cedimento.

Mi assicurai personalmente di effettuare la preparazione anale.

I ragazzi ripresero da dove avevano finito, ma questa volta l’attacco veniva da più fronti.

Uno dietro la penetrava a scelta tra culo e fica, l’altro la scopava in bocca

Anche i ragazzi stavano rallentando il ritmo, un po’ perché stanchi, un po perché “dispiaciuti” da quel trattamento. Il maestro però li richiamava all’ordine, e allora ripartivano con più veemenza.

La penetrazione orale fece il suo effetto, Michela iniziava a cedere fisicamente e anche mentalmente.

Mentre prima incitava i ragazzi a scoparla, ora quasi non parlava, emetteva comunque dei gemiti di godimento, ma erano molto meno.

Toccava a Joe e questa volta andò meglio, anche se il dolore si fece sentire.

Joe rimase su Michela molto più tempo di altri e la scopò velocemente

Comunque il suo corpo non era indifferente a quel missile, infatti le gambe iniziarono a tremare e la fica schizzò.

Gli occhi della cugina erano quasi ribaltati, un gemito incredibile gli uscì dalla bocca

L’orgasmo fu potente.

Joe era vicino a venire, il maestro l’invitò a schizzare in una tazza.

Poi entrò in scena il dildo del professore. Che fu posizionato sotto Michela. Fu abbondantemente lubrificato.

Era veramente largo e lungo.

Il maestro liberò dalla stretta al collo Michela , era rimasta legata solo con le braccia e con le caviglie

La cugina stava cedendo con le gambe e da quella posizione si accovacciò pian piano per riposarsi.

Il maestro con fare svelto, mirò il culo con il dildo gigante e la cugina si sedette su di esso. Appena senti che c’era qualcosa di veramente grosso, con tutta la forza che gli era rimasta si rimise in piedi, era arrivata a nemmeno metà dildo.

Era un atleta, faceva atletica e aveva le gambe forti, ma era arrivata al limite. E ogni volta che ritornava su.i ragazzi rimasti che non erano arrivati continuavano a chiavarla.

Un paio di loro vennero, ma sempre dentro il contenitore.

Iniziavo a non digerire più quella pratica. Presi il maestro da una parte

A: credo che sia venuto il momento di smettere, non riesco più a vederla così sofferente.

M: ti capisco perfettamente, ma se vuoi avere anche una minima possibilità per far odiare questa cosa a lei, bisogna continuare. Oltretutto te la vedi così, ma cinque minuti fa ha goduto con un orgasmo incredibile.

Aveva ragione, dovevo far odiare quella pratica a Michela, dovevo inculcare in testa della cugina che il professore non era innamorato ma aveva l’intenzione di esporla come trofeo in tutti i suoi tour. E sopratutto facendoli odiare questo trattamento il prof non poteva più proporle questo tipo di pratica.

Ritornai nella penombra della stanza.

Man mano i ragazzi aumentarono il ritmo della scopata.

All’improvviso Michela iniziò a non averne più. E lentamente si accovacciò sempre di più, fintanto che non fece più resistenza al dildo, che entrò nella quasi totalità nel culo.

Michela rimase a bocca aperta , gli mancava il fiato anche solo per gridare. I restanti ragazzi venirono, uno di loro non fece a tempo a centrare il barattolo e la inondò sul viso ormai provatissimo.

M: Antonio, manca solo una cosa e poi lascio libera Michela.

Mi aspettavo cosa potesse succedere dopo, ma non a quei livelli.

Il maestro liberò anche mani e caviglie di Michela, ma era talmente stanca che non riuscì ad alzarsi dal dildo gigante

Mio malgrado dovetti continuare l’opera di demolizione mentale.

A: com’è il tuo culo ora?

M: spaccato, mi sembra si averlo in gola.

Mi rispose a pezzi di discorso

A: Pensa te, il tuo amore voleva far fare questa pratica a Laura che era vergine di culo. Si può essere malati? Lo capisci ora?

Michela mi guardò e con la testa annui.

Il maestro preparò la ciotola del cane, la riempi di biscotti e li sbriciolò. Poi aggiunse lo sperma dei ragazzi nel pentolino. Dentro c’e ne era altrettanto , ma molto di più.

Lo aggiunse ai biscotti. E ne fece una piccola zuppa.

Il tanfo di quel piatto era nauseabondo .

Io e Riccardo vomitammo ai margini della stalla.

M: se la mangi tutta si finisce qui, sennò ti lascio ancora per un po’ su questo cazzo gigante.

Avevo i crampi allo stomaco.

Dopo i primi bocconi, Michela vomitò.

Michela: basta basta, non voglio, basta

Il maestro smise, con i ragazzi aiutammo Michi a rimettersi in piedi.

Continuò a vomitare anche fuori dalla stalla.

Avevo il cuore a pezzi nel vederla così. Ma era un male necessario.

Conoscendo il professore, le lo avrebbe fatto fare praticamente sempre e lei soggiogata da lui, non avrebbe nemmeno protestato.

Per tutto il viaggio di ritorno non riusciva nemmeno a sedersi . Se ne stava sdraiata sulle gambe dei ragazzi.

A: come ti senti?

M: mi brucia l’entrata del culo. Non fa male ma brucia.

Me lo disse praticamente ad occhi chiusi, era distrutta.

Arrivati all’albergo la accompagnai direttamente nella sua stanza. Naturalmente c’era lo stronzo ad aspettarla.

Dopo essersi lavata in bagno si sdraiò sul letto vestita.

A: prof la lasci riposare tutta la notte ne ha bisogno.

Volle sapere nel dettaglio cosa era successo.

Io lo informai ma a grandi linee. Non volevo condividere con lui più niente. Lo feci solo per far capire che stanotte non era il caso di farci niente.

Fece un sorriso sardonico.

Non mi piacque per niente.

Il piccolo ingresso che dava la camera era fatto ad angolo e approfittai di far finta di uscire e chiudere la porta. Rimasi dentro e scorsi appena la testa per capire le intenzioni del prof. Ero strasicuro di quello che avevo detto a Michela durante la serata.

Michela era in posizione prona, il bruciore non gli permetteva di poggiare il sedere sul materasso. Era in una specie di dormiveglia. Il prof era in piedi e si stava segando.

Si spogliò completamente e molto lentamente divaricò le gambe di Michela, poi si mise dietro di lei sul materasso e provò ad incularla.

Michela con le ultime forze che gli erano rimaste , fece un urlo e poi lo spinse prima con le braccia e poi con le gambe fuori dal letto. Il prof cadde andando a sbattere la faccia sul comodino. Gli colava sangue dal naso.

M: sei uno stronzo, Antonio ti ha anche detto cosa mi era successo e di farmi riposare. Non mi ha nemmeno chiesto come stavo, se mi servisse qualcosa. Niente

Fammi dormire e lasciami stare.

P: scusa scusa amore mio, è che mentre Antonio mi raccontava della serata, mi sono eccitato tanto e poi ho visto il tuo buco provato e ho avuto voglia di incularti anche io. Almeno fammi una pompa e fammi venire, sono troppo eccitato.

M: fatti una sega in bagno, voglio che tu mi lasci in pace stanotte.

Il prof venne dalla mia parte e io al volo sgattaiolai fuori dalla porta a tempo. Una volta arrivato in stanza mi lavai, specialmente i denti , sentivo sempre in gola il vomito.

Mi sdraiai sul letto.

Le mie ragazzine dormivano beate, chissà se avevano fatto qualcosa senza di me pensai

Ma si svegliarono quasi subito. La mia agilità per evitare che si svegliassero, era identica ad un elefante dentro una cristalleria.

Mi strinsero subito a loro, erano curiose di come si era svolta la serata.

Non ero dell’umore di raccontare niente, ma insistettero.

Quando parlavo di che cosa era successo , ascoltavano ma avevano lo sguardo abbassato. Rabbrividirono a certi particolari, ma capirono che era un male necessario.

S: che ti avevo detto? Spero che tutto questo sia servito.

Ci addormentammo

Durante la notte Simona mi svegliò

A: che hai fatto?

Hanno bussato alla porta, è Michela , la faccio entrare.

Michela entrò in pigiama , ci fu una breve chiacchierata tra loro. Io e Laura eravamo in camera e osservavamo.

Simona abbracciò Michela , che contraccambio subito

S: il prof ci ha riprovato qualche minuto fa, voleva sapere se poteva stare qui con noi.

Laura prese subito la crema lenitiva e la spalmò con estrema delicatezza dietro a Michela.

Per ringraziarla Michi la baciò sulla guancia. Poi mi guardò come per chiedere il permesso di starmi vicino. Simona mi fece cenno di si.

Quello che era successo, ci compattò quella notte come non mai. Strinsi a me Michela accarezzandola continuamente sul viso. Le ragazze fecero lo stesso.

Eravamo un tutt’uno.

Sarebbe bastato per convincere Michela di lasciar perdere il professore?
Sarebbe bastato per convincere Michela di lasciar perdere il professore?

con questa chiusa ci fai pensare che a michela non è bastata la lezione e il professore l'ha raggirata ancora......
Ps. Chissà col marito cosa avra fatto la prima volta, cosa diranno a vedere dei porno, se li hanno visti di particolarmente forti ? Sai nulla di questo.
 

popp

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IMPORTANTE. Questo capitolo, contiene descrizioni di scene che potrebbero urtare la sensibità di alcuni di voi. Se siete tra quelli che non reggono certi argomenti e vi sentite sensibili, andate oltre.


La cugina iniziava ad avere alcuni segni di cedimento.

Mi assicurai personalmente di effettuare la preparazione anale.

I ragazzi ripresero da dove avevano finito, ma questa volta l’attacco veniva da più fronti.

Uno dietro la penetrava a scelta tra culo e fica, l’altro la scopava in bocca

Anche i ragazzi stavano rallentando il ritmo, un po’ perché stanchi, un po perché “dispiaciuti” da quel trattamento. Il maestro però li richiamava all’ordine, e allora ripartivano con più veemenza.

La penetrazione orale fece il suo effetto, Michela iniziava a cedere fisicamente e anche mentalmente.

Mentre prima incitava i ragazzi a scoparla, ora quasi non parlava, emetteva comunque dei gemiti di godimento, ma erano molto meno.

Toccava a Joe e questa volta andò meglio, anche se il dolore si fece sentire.

Joe rimase su Michela molto più tempo di altri e la scopò velocemente

Comunque il suo corpo non era indifferente a quel missile, infatti le gambe iniziarono a tremare e la fica schizzò.

Gli occhi della cugina erano quasi ribaltati, un gemito incredibile gli uscì dalla bocca

L’orgasmo fu potente.

Joe era vicino a venire, il maestro l’invitò a schizzare in una tazza.

Poi entrò in scena il dildo del professore. Che fu posizionato sotto Michela. Fu abbondantemente lubrificato.

Era veramente largo e lungo.

Il maestro liberò dalla stretta al collo Michela , era rimasta legata solo con le braccia e con le caviglie

La cugina stava cedendo con le gambe e da quella posizione si accovacciò pian piano per riposarsi.

Il maestro con fare svelto, mirò il culo con il dildo gigante e la cugina si sedette su di esso. Appena senti che c’era qualcosa di veramente grosso, con tutta la forza che gli era rimasta si rimise in piedi, era arrivata a nemmeno metà dildo.

Era un atleta, faceva atletica e aveva le gambe forti, ma era arrivata al limite. E ogni volta che ritornava su.i ragazzi rimasti che non erano arrivati continuavano a chiavarla.

Un paio di loro vennero, ma sempre dentro il contenitore.

Iniziavo a non digerire più quella pratica. Presi il maestro da una parte

A: credo che sia venuto il momento di smettere, non riesco più a vederla così sofferente.

M: ti capisco perfettamente, ma se vuoi avere anche una minima possibilità per far odiare questa cosa a lei, bisogna continuare. Oltretutto te la vedi così, ma cinque minuti fa ha goduto con un orgasmo incredibile.

Aveva ragione, dovevo far odiare quella pratica a Michela, dovevo inculcare in testa della cugina che il professore non era innamorato ma aveva l’intenzione di esporla come trofeo in tutti i suoi tour. E sopratutto facendoli odiare questo trattamento il prof non poteva più proporle questo tipo di pratica.

Ritornai nella penombra della stanza.

Man mano i ragazzi aumentarono il ritmo della scopata.

All’improvviso Michela iniziò a non averne più. E lentamente si accovacciò sempre di più, fintanto che non fece più resistenza al dildo, che entrò nella quasi totalità nel culo.

Michela rimase a bocca aperta , gli mancava il fiato anche solo per gridare. I restanti ragazzi venirono, uno di loro non fece a tempo a centrare il barattolo e la inondò sul viso ormai provatissimo.

M: Antonio, manca solo una cosa e poi lascio libera Michela.

Mi aspettavo cosa potesse succedere dopo, ma non a quei livelli.

Il maestro liberò anche mani e caviglie di Michela, ma era talmente stanca che non riuscì ad alzarsi dal dildo gigante

Mio malgrado dovetti continuare l’opera di demolizione mentale.

A: com’è il tuo culo ora?

M: spaccato, mi sembra si averlo in gola.

Mi rispose a pezzi di discorso

A: Pensa te, il tuo amore voleva far fare questa pratica a Laura che era vergine di culo. Si può essere malati? Lo capisci ora?

Michela mi guardò e con la testa annui.

Il maestro preparò la ciotola del cane, la riempi di biscotti e li sbriciolò. Poi aggiunse lo sperma dei ragazzi nel pentolino. Dentro c’e ne era altrettanto , ma molto di più.

Lo aggiunse ai biscotti. E ne fece una piccola zuppa.

Il tanfo di quel piatto era nauseabondo .

Io e Riccardo vomitammo ai margini della stalla.

M: se la mangi tutta si finisce qui, sennò ti lascio ancora per un po’ su questo cazzo gigante.

Avevo i crampi allo stomaco.

Dopo i primi bocconi, Michela vomitò.

Michela: basta basta, non voglio, basta

Il maestro smise, con i ragazzi aiutammo Michi a rimettersi in piedi.

Continuò a vomitare anche fuori dalla stalla.

Avevo il cuore a pezzi nel vederla così. Ma era un male necessario.

Conoscendo il professore, le lo avrebbe fatto fare praticamente sempre e lei soggiogata da lui, non avrebbe nemmeno protestato.

Per tutto il viaggio di ritorno non riusciva nemmeno a sedersi . Se ne stava sdraiata sulle gambe dei ragazzi.

A: come ti senti?

M: mi brucia l’entrata del culo. Non fa male ma brucia.

Me lo disse praticamente ad occhi chiusi, era distrutta.

Arrivati all’albergo la accompagnai direttamente nella sua stanza. Naturalmente c’era lo stronzo ad aspettarla.

Dopo essersi lavata in bagno si sdraiò sul letto vestita.

A: prof la lasci riposare tutta la notte ne ha bisogno.

Volle sapere nel dettaglio cosa era successo.

Io lo informai ma a grandi linee. Non volevo condividere con lui più niente. Lo feci solo per far capire che stanotte non era il caso di farci niente.

Fece un sorriso sardonico.

Non mi piacque per niente.

Il piccolo ingresso che dava la camera era fatto ad angolo e approfittai di far finta di uscire e chiudere la porta. Rimasi dentro e scorsi appena la testa per capire le intenzioni del prof. Ero strasicuro di quello che avevo detto a Michela durante la serata.

Michela era in posizione prona, il bruciore non gli permetteva di poggiare il sedere sul materasso. Era in una specie di dormiveglia. Il prof era in piedi e si stava segando.

Si spogliò completamente e molto lentamente divaricò le gambe di Michela, poi si mise dietro di lei sul materasso e provò ad incularla.

Michela con le ultime forze che gli erano rimaste , fece un urlo e poi lo spinse prima con le braccia e poi con le gambe fuori dal letto. Il prof cadde andando a sbattere la faccia sul comodino. Gli colava sangue dal naso.

M: sei uno stronzo, Antonio ti ha anche detto cosa mi era successo e di farmi riposare. Non mi ha nemmeno chiesto come stavo, se mi servisse qualcosa. Niente

Fammi dormire e lasciami stare.

P: scusa scusa amore mio, è che mentre Antonio mi raccontava della serata, mi sono eccitato tanto e poi ho visto il tuo buco provato e ho avuto voglia di incularti anche io. Almeno fammi una pompa e fammi venire, sono troppo eccitato.

M: fatti una sega in bagno, voglio che tu mi lasci in pace stanotte.

Il prof venne dalla mia parte e io al volo sgattaiolai fuori dalla porta a tempo. Una volta arrivato in stanza mi lavai, specialmente i denti , sentivo sempre in gola il vomito.

Mi sdraiai sul letto.

Le mie ragazzine dormivano beate, chissà se avevano fatto qualcosa senza di me pensai

Ma si svegliarono quasi subito. La mia agilità per evitare che si svegliassero, era identica ad un elefante dentro una cristalleria.

Mi strinsero subito a loro, erano curiose di come si era svolta la serata.

Non ero dell’umore di raccontare niente, ma insistettero.

Quando parlavo di che cosa era successo , ascoltavano ma avevano lo sguardo abbassato. Rabbrividirono a certi particolari, ma capirono che era un male necessario.

S: che ti avevo detto? Spero che tutto questo sia servito.

Ci addormentammo

Durante la notte Simona mi svegliò

A: che hai fatto?

Hanno bussato alla porta, è Michela , la faccio entrare.

Michela entrò in pigiama , ci fu una breve chiacchierata tra loro. Io e Laura eravamo in camera e osservavamo.

Simona abbracciò Michela , che contraccambio subito

S: il prof ci ha riprovato qualche minuto fa, voleva sapere se poteva stare qui con noi.

Laura prese subito la crema lenitiva e la spalmò con estrema delicatezza dietro a Michela.

Per ringraziarla Michi la baciò sulla guancia. Poi mi guardò come per chiedere il permesso di starmi vicino. Simona mi fece cenno di si.

Quello che era successo, ci compattò quella notte come non mai. Strinsi a me Michela accarezzandola continuamente sul viso. Le ragazze fecero lo stesso.

Eravamo un tutt’uno.

Sarebbe bastato per convincere Michela di lasciar perdere il professore?
Forte, ma un ottimo racconto, scrivi così bene, che ho assistito alla scena con te....👍👍👍👍
 

PornoSide

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PROSSIMO CAPITOLO: ANNIENTAMENTO TOTALE

IMPORTANTE. Questo capitolo, contiene descrizioni di scene che potrebbero urtare la sensibità di alcuni di voi. Se siete tra quelli che non reggono certi argomenti e vi sentite sensibili, andate oltre.


La cugina iniziava ad avere alcuni segni di cedimento.

Mi assicurai personalmente di effettuare la preparazione anale.

I ragazzi ripresero da dove avevano finito, ma questa volta l’attacco veniva da più fronti.

Uno dietro la penetrava a scelta tra culo e fica, l’altro la scopava in bocca

Anche i ragazzi stavano rallentando il ritmo, un po’ perché stanchi, un po perché “dispiaciuti” da quel trattamento. Il maestro però li richiamava all’ordine, e allora ripartivano con più veemenza.

La penetrazione orale fece il suo effetto, Michela iniziava a cedere fisicamente e anche mentalmente.

Mentre prima incitava i ragazzi a scoparla, ora quasi non parlava, emetteva comunque dei gemiti di godimento, ma erano molto meno.

Toccava a Joe e questa volta andò meglio, anche se il dolore si fece sentire.

Joe rimase su Michela molto più tempo di altri e la scopò velocemente

Comunque il suo corpo non era indifferente a quel missile, infatti le gambe iniziarono a tremare e la fica schizzò.

Gli occhi della cugina erano quasi ribaltati, un gemito incredibile gli uscì dalla bocca

L’orgasmo fu potente.

Joe era vicino a venire, il maestro l’invitò a schizzare in una tazza.

Poi entrò in scena il dildo del professore. Che fu posizionato sotto Michela. Fu abbondantemente lubrificato.

Era veramente largo e lungo.

Il maestro liberò dalla stretta al collo Michela , era rimasta legata solo con le braccia e con le caviglie

La cugina stava cedendo con le gambe e da quella posizione si accovacciò pian piano per riposarsi.

Il maestro con fare svelto, mirò il culo con il dildo gigante e la cugina si sedette su di esso. Appena senti che c’era qualcosa di veramente grosso, con tutta la forza che gli era rimasta si rimise in piedi, era arrivata a nemmeno metà dildo.

Era un atleta, faceva atletica e aveva le gambe forti, ma era arrivata al limite. E ogni volta che ritornava su.i ragazzi rimasti che non erano arrivati continuavano a chiavarla.

Un paio di loro vennero, ma sempre dentro il contenitore.

Iniziavo a non digerire più quella pratica. Presi il maestro da una parte

A: credo che sia venuto il momento di smettere, non riesco più a vederla così sofferente.

M: ti capisco perfettamente, ma se vuoi avere anche una minima possibilità per far odiare questa cosa a lei, bisogna continuare. Oltretutto te la vedi così, ma cinque minuti fa ha goduto con un orgasmo incredibile.

Aveva ragione, dovevo far odiare quella pratica a Michela, dovevo inculcare in testa della cugina che il professore non era innamorato ma aveva l’intenzione di esporla come trofeo in tutti i suoi tour. E sopratutto facendoli odiare questo trattamento il prof non poteva più proporle questo tipo di pratica.

Ritornai nella penombra della stanza.

Man mano i ragazzi aumentarono il ritmo della scopata.

All’improvviso Michela iniziò a non averne più. E lentamente si accovacciò sempre di più, fintanto che non fece più resistenza al dildo, che entrò nella quasi totalità nel culo.

Michela rimase a bocca aperta , gli mancava il fiato anche solo per gridare. I restanti ragazzi venirono, uno di loro non fece a tempo a centrare il barattolo e la inondò sul viso ormai provatissimo.

M: Antonio, manca solo una cosa e poi lascio libera Michela.

Mi aspettavo cosa potesse succedere dopo, ma non a quei livelli.

Il maestro liberò anche mani e caviglie di Michela, ma era talmente stanca che non riuscì ad alzarsi dal dildo gigante

Mio malgrado dovetti continuare l’opera di demolizione mentale.

A: com’è il tuo culo ora?

M: spaccato, mi sembra si averlo in gola.

Mi rispose a pezzi di discorso

A: Pensa te, il tuo amore voleva far fare questa pratica a Laura che era vergine di culo. Si può essere malati? Lo capisci ora?

Michela mi guardò e con la testa annui.

Il maestro preparò la ciotola del cane, la riempi di biscotti e li sbriciolò. Poi aggiunse lo sperma dei ragazzi nel pentolino. Dentro c’e ne era altrettanto , ma molto di più.

Lo aggiunse ai biscotti. E ne fece una piccola zuppa.

Il tanfo di quel piatto era nauseabondo .

Io e Riccardo vomitammo ai margini della stalla.

M: se la mangi tutta si finisce qui, sennò ti lascio ancora per un po’ su questo cazzo gigante.

Avevo i crampi allo stomaco.

Dopo i primi bocconi, Michela vomitò.

Michela: basta basta, non voglio, basta

Il maestro smise, con i ragazzi aiutammo Michi a rimettersi in piedi.

Continuò a vomitare anche fuori dalla stalla.

Avevo il cuore a pezzi nel vederla così. Ma era un male necessario.

Conoscendo il professore, le lo avrebbe fatto fare praticamente sempre e lei soggiogata da lui, non avrebbe nemmeno protestato.

Per tutto il viaggio di ritorno non riusciva nemmeno a sedersi . Se ne stava sdraiata sulle gambe dei ragazzi.

A: come ti senti?

M: mi brucia l’entrata del culo. Non fa male ma brucia.

Me lo disse praticamente ad occhi chiusi, era distrutta.

Arrivati all’albergo la accompagnai direttamente nella sua stanza. Naturalmente c’era lo stronzo ad aspettarla.

Dopo essersi lavata in bagno si sdraiò sul letto vestita.

A: prof la lasci riposare tutta la notte ne ha bisogno.

Volle sapere nel dettaglio cosa era successo.

Io lo informai ma a grandi linee. Non volevo condividere con lui più niente. Lo feci solo per far capire che stanotte non era il caso di farci niente.

Fece un sorriso sardonico.

Non mi piacque per niente.

Il piccolo ingresso che dava la camera era fatto ad angolo e approfittai di far finta di uscire e chiudere la porta. Rimasi dentro e scorsi appena la testa per capire le intenzioni del prof. Ero strasicuro di quello che avevo detto a Michela durante la serata.

Michela era in posizione prona, il bruciore non gli permetteva di poggiare il sedere sul materasso. Era in una specie di dormiveglia. Il prof era in piedi e si stava segando.

Si spogliò completamente e molto lentamente divaricò le gambe di Michela, poi si mise dietro di lei sul materasso e provò ad incularla.

Michela con le ultime forze che gli erano rimaste , fece un urlo e poi lo spinse prima con le braccia e poi con le gambe fuori dal letto. Il prof cadde andando a sbattere la faccia sul comodino. Gli colava sangue dal naso.

M: sei uno stronzo, Antonio ti ha anche detto cosa mi era successo e di farmi riposare. Non mi ha nemmeno chiesto come stavo, se mi servisse qualcosa. Niente

Fammi dormire e lasciami stare.

P: scusa scusa amore mio, è che mentre Antonio mi raccontava della serata, mi sono eccitato tanto e poi ho visto il tuo buco provato e ho avuto voglia di incularti anche io. Almeno fammi una pompa e fammi venire, sono troppo eccitato.

M: fatti una sega in bagno, voglio che tu mi lasci in pace stanotte.

Il prof venne dalla mia parte e io al volo sgattaiolai fuori dalla porta a tempo. Una volta arrivato in stanza mi lavai, specialmente i denti , sentivo sempre in gola il vomito.

Mi sdraiai sul letto.

Le mie ragazzine dormivano beate, chissà se avevano fatto qualcosa senza di me pensai

Ma si svegliarono quasi subito. La mia agilità per evitare che si svegliassero, era identica ad un elefante dentro una cristalleria.

Mi strinsero subito a loro, erano curiose di come si era svolta la serata.

Non ero dell’umore di raccontare niente, ma insistettero.

Quando parlavo di che cosa era successo , ascoltavano ma avevano lo sguardo abbassato. Rabbrividirono a certi particolari, ma capirono che era un male necessario.

S: che ti avevo detto? Spero che tutto questo sia servito.

Ci addormentammo

Durante la notte Simona mi svegliò

A: che hai fatto?

Hanno bussato alla porta, è Michela , la faccio entrare.

Michela entrò in pigiama , ci fu una breve chiacchierata tra loro. Io e Laura eravamo in camera e osservavamo.

Simona abbracciò Michela , che contraccambio subito

S: il prof ci ha riprovato qualche minuto fa, voleva sapere se poteva stare qui con noi.

Laura prese subito la crema lenitiva e la spalmò con estrema delicatezza dietro a Michela.

Per ringraziarla Michi la baciò sulla guancia. Poi mi guardò come per chiedere il permesso di starmi vicino. Simona mi fece cenno di si.

Quello che era successo, ci compattò quella notte come non mai. Strinsi a me Michela accarezzandola continuamente sul viso. Le ragazze fecero lo stesso.

Eravamo un tutt’uno.

Sarebbe bastato per convincere Michela di lasciar perdere il professore?
Sono veramente basito dal comportamento del prof, Michela aveva il culo distrutto e lui nonostante tutto provo due volte a scoparglielo fregandosene di lei.
Vediamo se la lezione è sufficiente….
Bello comunque il finale con tutti e 4, tenendola quasi a proteggerla nonostante le cattiverie che ha fatto a tutti
 

Bubetto

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Incredibile racconto ... inimmaginabile ...
Solo una domanda...riesci a postare una foto di un dildo delle dimensioni di quello usato su Michela ?
Tanti per capire di cosa si è trattato...
 

sormarco

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taranto
Sono veramente basito dal comportamento del prof, Michela aveva il culo distrutto e lui nonostante tutto provo due volte a scoparglielo fregandosene di lei.
Vediamo se la lezione è sufficiente….
Bello comunque il finale con tutti e 4, tenendola quasi a proteggerla nonostante le cattiverie che ha fatto a tutti
Che il professore fosse tutto mio tutto mio era risaputo, che fosse uno stronzo menefreghista risaputo anche quello, che coccolassero michela alla fine dei conti ci stava era una di loro che per fare la grande, c'ha rimesso il culo quasi irreparabilmente e antonio il cugino non poteva non stare dalla sua parte perché nonostante fosse stato maltrattato da michela c'era sempre il richiamo della consanguneità.
Così ho finito l'arringa
 

giopisca

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Posso definire il professore una bestia ?
Ma cosa gli diceva il cervello?
Arriva in stanza devastata e lui vuole farsela?
Si sarebbe meritato lo stesso trattamento da joe
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Posso definire il professore una bestia ?
Ma cosa gli diceva il cervello?
Arriva in stanza devastata e lui vuole farsela?
Si sarebbe meritato lo stesso trattamento da joe
 

Nastrin2

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Mi piacerebbe conoscere le tue emozioni di quella notte. Ti sei mai sentito in colpa per quel trattamento? Nel qual caso hai mai superato la cosa? Per quanto “necessario” sinceramente questa volta mi dispiace per Michela, non dimentichiamo che parliamo di una diciannovenne o forse era ancora diciottenne? Secondo me il professore tra poco esce di scena, anche se ricordo che hai detto che con lui hai passato varie serate o sbaglio?
 

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