ottimo racconto,aspettiamo il seguito
Spenta, un momento intimoA luce spenta o accesa?
Alla fine le tettone le ha liberate anche se non completamente ma quel tanto che bastava per farti impazzire.Le nostre serate continuavano più o meno come al solito e sempre nel più totale silenzio. Lei temeva di essere scoperta dal marito o da qualche vicino pettegolo. .Mi intrattenevo con lei sempre più a lungo, cercando di smuoverla in modo da superare la sua timidezza e ritrosia, ma non andava oltre al tirare giù la zip della tuta, anche se ormai la tirava giù completamente, rivelando reggiseni che contenevano a fatica quel ben di Dio.
A volte, mi sembrava di intravvedere tra il tessuto i capezzoli, che mi sembravano larghi e abbastanza scuri, ma nella luce soffusa che arrivava dai lampioni della strada, non ero certo che non fosse il parto della mia fantasia.
Ero arrivato al punto che desideravo così tanto di poter vedere il suo seno totalmente libero che una sera, all'improvviso tentai il tutto per tutto.
Era estate e sotto il pantaloncino del pigiama non portavo nulla, così mentre con lo sguardo la pregavo di mostrarsi di più e avendo ricevuto un suo dispiaciuto rifiuto, senza pensarci mi tirai fuori il cazzo in piena erezione guardandola fissa negli occhi, come per dire "guarda come mi hai ridotto, guarda che effetto mi fai".
A quel punto, improvvisamente il suo atteggiamento cambiò: mi fece cenno con una mano di aspettare e chiuse la finestra.
La luce si accese, mi sembrava di vedere del movimento, qualche ombra e preoccupato rimisi l'aggeggio nei pantaloncini, cercando di dissimulare il mio stato. Ero terrorizzato che dalla finestra si affacciasse il marito, invece che lei.
Però mi aveva chiesto di aspettare e nonostante un po' di paura restai lì fuori, sul balcone, pronto a rientrare in camera se le cose si mettevano male.
Ad un tratto la luce dietro la finestra si spense e dopo poco lei si affacciò nuovamente... non capivo cosa fosse successo e le feci il cenno con il pollice alzato per capire se fosse tutto ok.
Le mi sorrise dolcemente e restò lì affacciata guardandomi e facendo di nuovo quell'espressione come a significare "ah però".
A quel punto la mia erezione era andata a farsi benedire, per la preoccupazione che ho descritto, ma il solo fattto che fosse di nuovo lì a guardarmi fisso mi portò a massaggiarmi il cazzo da sopra i pantaloncini, in breve (magia dei vent'anno) il mio arnese guadagnò nuovamente un vigore notevole.
Tenete conto che queste "esibizioni" erano da entrambi portate avanti in un misto di di eccitazione e paura che qualche altra finestra dei vicini di casa si aprisse o qualche automobile passasse nella strada sottostante.
Notai che lei, mentre io mi massaggiavo il cazzo aveva iniziato ad abbassare la zip della tuta; a quel punto, la incitai a gesti di continuare e lei... lo fece.
Lentamente, la zip scendeva e il mio cazzo si ergeva sempre di più... ormai era gonfio e pieno e svettava sotto i pantaloncini leggeri.
La zip scese ancora rivelando che sotto la tuta non portava più niente!
Praticamente la pausa in cui aveva chiuso la finestra e aveva acceso la luce le era servita per togliere il reggiseno e rimettere la giacca della tuta sulle tette nude. Questa premeditazione mi lusingò e mi intrigò moltissimo.
Lo so che sembra una cazzata e che per molti non c'è nulla di eccitante né di trasgressivo in tutto questo. Ma ho già descritto che tipo di ragazzo fossi e che tipo di donna fosse lei.
In ogni caso a me quella situazione eccitava terribilmente.
Il solco fra le mammelle era ormai evidente e potevo indovinare piuttosto chiaramente la forma delle stesse.
Era al minimo una quinta, ma tendente a una taglia superiore, forse anche di più.
A quel punto tirai fuori di nuovo il cazzo e lei ebbe un sobbalzo.
Le feci cenno di tirarle fuori, con poca convinzione, conoscendo la sua timidezza e ritrosia.
Fui sorpreso quando con una mano scostò di lato il lembo della tutta e con l'altra tirò fuori un tettone da competizione, sul quale svettava un gran bel capezzolo, non molto scuro ma con una bella areola, piuttosto larga.
Il cazzo mi esplodeva e la testa mi girava, ma nonostante avessi iniziato anche un po'a tremare sulle gambe la incitai a liberare anche l'altro seno.
Con un gesto praticamente identico al precedente fece quello che le avevo chiesto a gesti...
E dopo di questo, stringendo con le braccia i seni, forse per dar loro un vigore che i suoi 47 anni non consentivano più, allargò le mani come per dire "è tutto qua"; d'un tratto si ricompose e chiuse la finestra... lasciandomi con un palmo di cazzo.
Continua...