Esperienza reale La mia collega perfettina

Astiort

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153
Punti
33
Voglio rendervi partecipi di questa mia avventura, molto particolare e molto “surreale” in alcune circostanze.
Ebbene, parto da qui.
Dopo tanti anni da pendolare, tra la mia città di residenza e quelle dove, di volta in volta, veniva ubicata la mia sede lavorativavenivo, finalmente, trasferito a pochi passi da casa.
Nella stanza affianco alla mia, c’è una donna di cui ricordo vagamente qualcosa.
Cominciamo a parlare e ci ricordiamo che, quando eravamo molto più giovani, per qualche volta siamo usciti nello stesso gruppo di amicizie.
Ricordo, alla fine, chi è, dopo un notevole sforzo e collegamenti di amicizie oramai perse nel tempo.
Era la classica ragazza con la puzza sotto al naso, saccente, quella che sapeva tutto lei, la migliore nel suo corso di studio, quella che credeva di essere la principessa del gruppo.
Dopo tanti anni, nulla è cambiato, mi racconta con dovizia di particolari del suo percorso lavorativo, dei premi, dei riconoscimenti, della sua relazione sentimentale da favola con il suo compagno e che, anche lei, dopo anni lontana dalla nostra città, era riuscita ad avere l’avvicinamento per motivi familiari.
La sopportavo poco quando era giovane, la sopportavo ancora meno adesso.
Comunque, un giorno, mi serviva un piacere urgente che avrebbe potuto farmi il suo compagno.
Dal momento che chiedo, lei corre verso la porta, la chiude e si mette a piangere disperata, raccontandomi che la sua relazione era finita da poco in malo modo.
Non avevamo un particolare rapporto amicale e questa sua reazione nei miei confronti mi stupì alquanto.
Da quel momento, nei mesi che seguirono, abbiamo iniziato asentirci spesso, lei veniva a cena a casa mia, io da lei.
Sempre vestiti in maniera informale, con tute o abiti da “combattimento”.
In pratica eravamo diventati amici, persi nella solitudine delle nostre vite di persone non più giovani.
Nel corso dei mesi, avevamo parlato di tutto, anche delle nostre storie passate, del sesso, di alcune fantasie e qualche situazione piccante che avevamo vissuto.
Mi raccontò, in particolare, che una volta con un suo ex, era andata in un centro termale/massaggi, fuori dall’Italia, per nudisti e che lei si era molto eccitata vedendo tutti quei cazzi scoperti ed alcuni anche in erezione.
Posso affermare, comunque, che non avevo alcun interesse sessuale nei confronti della mia amica/collega e non mi era capitato, neanche distrattamente, di masturbarmi pensando a lei.
E’ una donna di una bellezza normale, niente di che, diciamo un 5,5, non una rizzacazzi, in pratica.
Algida e sempre distante, anche se mi aveva più volte detto che le piaceva molto scopare con i suoi partner.
Dopo il preambolo, lungo, arriviamo alla serata “incriminata”.
Eravamo a casa mia, avevamo ordinato due pizze e dopo ci eravamo messi sul divano per guardare un film.
Lei ha il telecomando in mano, e gira tra le varie piattaforme di streaming.
Si trova su Amazon Prime e scopre che tra i film da continuare a vedere c’è “Monella” di Tinto Brass.
Me lo fa notare, divertita, e mi dice che non le è mai capitato di vedere un film del “maestro” e di essere curiosa sul tipo di sensualità proposta in queste pellicole.
Mi chiede di rivederlo insieme.
Un po' sbigottito ed anche eccitato, le dico che per me non ci sono problemi.
Spegniamo le luci ed iniziamo.
Dopo circa 40/45 minuti, sempre con un cazzo durissimo per me, inizio a sentirla piangere sempre più forte.
Accendo le luci e le chiedo che cosa stesse succedendo, completamente interdetto dalla sua reazione.
Lei mi dice che sono 10 mesi che non scopa e che, anche se a casa ha due vibratori, da sola non riesce a masturbarsi, lo ha sempre fatto fare ai suoi partner.
A questo punto mi chiede se voglio masturbarla, se per me non è un problema, che ha notato la mia erezione dalla tuta, che dopo avrebbe ricambiato facendomi un pompino, attività nella quale riteneva di esser molto brava.
Come detto, non avevo mai pensato a lei in quel modo, ma il pensiero di metterle il mio cazzo in bocca mi fece perdere ogni freno inibitorio.
Ci dirigiamo in camera da letto, ci spogliamo.
Come immaginavo da quello che mi aveva detto, effettivamente era chiaro che non stava con un uomo da un po'.
I peli della fica erano di quella lunghezza intermedia di chi non è “attenta” a possibili evenienze sessuali.
Il mio cazzo è durissimo, ho in mente solo il pensiero di metterglielo in bocca.
Lei si mette a pecora, con la faccia contro il cuscino.
Dice che non vuole che la guardi mentre gode e non vuole farmi sentire neanche la sua voce.
Noto che non ho bisogno di inumidirmi le dita.
La sua fica è già completamente bagnata ed aperta, con delle belle labbra gonfie e la clitoride che spunta sbarazzina.
Utilizzo il medio e l’anulare per masturbarla meglio.
Dopo un po' ricordo che mi aveva detto che lei raggiungeva l’orgasmo con lentezza…
Cerco di utilizzare tutte le mie tecniche.
Sposto le dita per cercare un punto che le desse maggiore piacere, utilizzo anche l’altra mano per stimolare la clitoride.
Finalmente sento che comincia a perdere forza nelle gambe e che i mugolii, anche se attutiti dalla faccia contro il cuscino, salgono di volume ed intensità.
Vedo che comincia a stringere violentemente il cuscino, c’è quasi, ed infatti me lo dice anche lei.
“Ci sono quasi, ci sono quasi”, fino a cederle le gambe e rimanere supina sul letto con le mie dita nella fica.
A questo punto, con il cazzo che sta per scoppiare, so che finalmente è arrivato il mio turno.
Sono consapevole che riuscirò a durare pochissimo, dopo tutto questo tempo con il cazzo in erezione.
Subentra il mio lato dominante e voglio prendere in mano la situazione.
Le dico di mettersi in ginocchio sotto di me e prendere il mio cazzo duro e crepitante in bocca.
Non se lo fa ripetere due volte e comincia a farmi un pompino eccezionale.
Capisco che di cazzi ne ha faticati.
Con le mani, senza, leccando e prendendolo in bocca tutto, sino alle palle.
Capisco che vuole far finire subito tutto.
So che sto per sborrare.
A questo punto, la prendo per i capelli e le dico di levare le mani.
Sono io a voler dettare il ritmo.
Così le faccio prendere il cazzo in bocca con più lentezza, mentre afferrandole i capelli, glielo spingo lentamente sino in gola.
Lei non dice nulla, non protesta, compie con diligenza il compito che le ho assegnato.
A differenza sua, godo ad alta voce, le dico che è una pompinara fantastica, che è uno dei migliori chinotti mai ricevuti, le dico che è un vero troione.
Anche rallentando, ahimè, ci sono quasi ed in poco tempo.
Le stringo ancora di più i capelli e le faccio prendere tutto il cazzo sempre più veloce in bocca.
Tutto questo senza che lei mi guardasse mai in faccia.
Senza dirle nulla, lo tiro fuori e sempre tenendola bene per i capelli, in modo che non possa muoversi, mi do due, tre colpi veloci con la mano e le sborro violentemente su tutta la faccia.
Quello è stato uno dei momenti più appaganti della mia vita.
Vedere il suo sguardo incredulo e schifato su quel viso da donna perfettina, ricoperto di calda sborra.
Non si aspettava neanche lontanamente che arrivassi a tanto.
Eppure, è rimasta in silenzio mentre le dicevo che era una vera pompinara da strada.
Dopo di questo si è alzata, sempre con la sborra in faccia e si è avviata verso il bagno per pulirsi.

la serata non é finita così…
alcune eventi sono stati raddensati per comodità di narrazione
 

Vins1978

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Voglio rendervi partecipi di questa mia avventura, molto particolare e molto “surreale” in alcune circostanze.
Ebbene, parto da qui.
Dopo tanti anni da pendolare, tra la mia città di residenza e quelle dove, di volta in volta, veniva ubicata la mia sede lavorativavenivo, finalmente, trasferito a pochi passi da casa.
Nella stanza affianco alla mia, c’è una donna di cui ricordo vagamente qualcosa.
Cominciamo a parlare e ci ricordiamo che, quando eravamo molto più giovani, per qualche volta siamo usciti nello stesso gruppo di amicizie.
Ricordo, alla fine, chi è, dopo un notevole sforzo e collegamenti di amicizie oramai perse nel tempo.
Era la classica ragazza con la puzza sotto al naso, saccente, quella che sapeva tutto lei, la migliore nel suo corso di studio, quella che credeva di essere la principessa del gruppo.
Dopo tanti anni, nulla è cambiato, mi racconta con dovizia di particolari del suo percorso lavorativo, dei premi, dei riconoscimenti, della sua relazione sentimentale da favola con il suo compagno e che, anche lei, dopo anni lontana dalla nostra città, era riuscita ad avere l’avvicinamento per motivi familiari.
La sopportavo poco quando era giovane, la sopportavo ancora meno adesso.
Comunque, un giorno, mi serviva un piacere urgente che avrebbe potuto farmi il suo compagno.
Dal momento che chiedo, lei corre verso la porta, la chiude e si mette a piangere disperata, raccontandomi che la sua relazione era finita da poco in malo modo.
Non avevamo un particolare rapporto amicale e questa sua reazione nei miei confronti mi stupì alquanto.
Da quel momento, nei mesi che seguirono, abbiamo iniziato asentirci spesso, lei veniva a cena a casa mia, io da lei.
Sempre vestiti in maniera informale, con tute o abiti da “combattimento”.
In pratica eravamo diventati amici, persi nella solitudine delle nostre vite di persone non più giovani.
Nel corso dei mesi, avevamo parlato di tutto, anche delle nostre storie passate, del sesso, di alcune fantasie e qualche situazione piccante che avevamo vissuto.
Mi raccontò, in particolare, che una volta con un suo ex, era andata in un centro termale/massaggi, fuori dall’Italia, per nudisti e che lei si era molto eccitata vedendo tutti quei cazzi scoperti ed alcuni anche in erezione.
Posso affermare, comunque, che non avevo alcun interesse sessuale nei confronti della mia amica/collega e non mi era capitato, neanche distrattamente, di masturbarmi pensando a lei.
E’ una donna di una bellezza normale, niente di che, diciamo un 5,5, non una rizzacazzi, in pratica.
Algida e sempre distante, anche se mi aveva più volte detto che le piaceva molto scopare con i suoi partner.
Dopo il preambolo, lungo, arriviamo alla serata “incriminata”.
Eravamo a casa mia, avevamo ordinato due pizze e dopo ci eravamo messi sul divano per guardare un film.
Lei ha il telecomando in mano, e gira tra le varie piattaforme di streaming.
Si trova su Amazon Prime e scopre che tra i film da continuare a vedere c’è “Monella” di Tinto Brass.
Me lo fa notare, divertita, e mi dice che non le è mai capitato di vedere un film del “maestro” e di essere curiosa sul tipo di sensualità proposta in queste pellicole.
Mi chiede di rivederlo insieme.
Un po' sbigottito ed anche eccitato, le dico che per me non ci sono problemi.
Spegniamo le luci ed iniziamo.
Dopo circa 40/45 minuti, sempre con un cazzo durissimo per me, inizio a sentirla piangere sempre più forte.
Accendo le luci e le chiedo che cosa stesse succedendo, completamente interdetto dalla sua reazione.
Lei mi dice che sono 10 mesi che non scopa e che, anche se a casa ha due vibratori, da sola non riesce a masturbarsi, lo ha sempre fatto fare ai suoi partner.
A questo punto mi chiede se voglio masturbarla, se per me non è un problema, che ha notato la mia erezione dalla tuta, che dopo avrebbe ricambiato facendomi un pompino, attività nella quale riteneva di esser molto brava.
Come detto, non avevo mai pensato a lei in quel modo, ma il pensiero di metterle il mio cazzo in bocca mi fece perdere ogni freno inibitorio.
Ci dirigiamo in camera da letto, ci spogliamo.
Come immaginavo da quello che mi aveva detto, effettivamente era chiaro che non stava con un uomo da un po'.
I peli della fica erano di quella lunghezza intermedia di chi non è “attenta” a possibili evenienze sessuali.
Il mio cazzo è durissimo, ho in mente solo il pensiero di metterglielo in bocca.
Lei si mette a pecora, con la faccia contro il cuscino.
Dice che non vuole che la guardi mentre gode e non vuole farmi sentire neanche la sua voce.
Noto che non ho bisogno di inumidirmi le dita.
La sua fica è già completamente bagnata ed aperta, con delle belle labbra gonfie e la clitoride che spunta sbarazzina.
Utilizzo il medio e l’anulare per masturbarla meglio.
Dopo un po' ricordo che mi aveva detto che lei raggiungeva l’orgasmo con lentezza…
Cerco di utilizzare tutte le mie tecniche.
Sposto le dita per cercare un punto che le desse maggiore piacere, utilizzo anche l’altra mano per stimolare la clitoride.
Finalmente sento che comincia a perdere forza nelle gambe e che i mugolii, anche se attutiti dalla faccia contro il cuscino, salgono di volume ed intensità.
Vedo che comincia a stringere violentemente il cuscino, c’è quasi, ed infatti me lo dice anche lei.
“Ci sono quasi, ci sono quasi”, fino a cederle le gambe e rimanere supina sul letto con le mie dita nella fica.
A questo punto, con il cazzo che sta per scoppiare, so che finalmente è arrivato il mio turno.
Sono consapevole che riuscirò a durare pochissimo, dopo tutto questo tempo con il cazzo in erezione.
Subentra il mio lato dominante e voglio prendere in mano la situazione.
Le dico di mettersi in ginocchio sotto di me e prendere il mio cazzo duro e crepitante in bocca.
Non se lo fa ripetere due volte e comincia a farmi un pompino eccezionale.
Capisco che di cazzi ne ha faticati.
Con le mani, senza, leccando e prendendolo in bocca tutto, sino alle palle.
Capisco che vuole far finire subito tutto.
So che sto per sborrare.
A questo punto, la prendo per i capelli e le dico di levare le mani.
Sono io a voler dettare il ritmo.
Così le faccio prendere il cazzo in bocca con più lentezza, mentre afferrandole i capelli, glielo spingo lentamente sino in gola.
Lei non dice nulla, non protesta, compie con diligenza il compito che le ho assegnato.
A differenza sua, godo ad alta voce, le dico che è una pompinara fantastica, che è uno dei migliori chinotti mai ricevuti, le dico che è un vero troione.
Anche rallentando, ahimè, ci sono quasi ed in poco tempo.
Le stringo ancora di più i capelli e le faccio prendere tutto il cazzo sempre più veloce in bocca.
Tutto questo senza che lei mi guardasse mai in faccia.
Senza dirle nulla, lo tiro fuori e sempre tenendola bene per i capelli, in modo che non possa muoversi, mi do due, tre colpi veloci con la mano e le sborro violentemente su tutta la faccia.
Quello è stato uno dei momenti più appaganti della mia vita.
Vedere il suo sguardo incredulo e schifato su quel viso da donna perfettina, ricoperto di calda sborra.
Non si aspettava neanche lontanamente che arrivassi a tanto.
Eppure, è rimasta in silenzio mentre le dicevo che era una vera pompinara da strada.
Dopo di questo si è alzata, sempre con la sborra in faccia e si è avviata verso il bagno per pulirsi.

la serata non é finita così…
alcune eventi sono stati raddensati per comodità di narrazione
Aspetto la continuazione con curiosità
 

supercico4

"Level 6"
5 Anni di Phica.net
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Voglio rendervi partecipi di questa mia avventura, molto particolare e molto “surreale” in alcune circostanze.
Ebbene, parto da qui.
Dopo tanti anni da pendolare, tra la mia città di residenza e quelle dove, di volta in volta, veniva ubicata la mia sede lavorativavenivo, finalmente, trasferito a pochi passi da casa.
Nella stanza affianco alla mia, c’è una donna di cui ricordo vagamente qualcosa.
Cominciamo a parlare e ci ricordiamo che, quando eravamo molto più giovani, per qualche volta siamo usciti nello stesso gruppo di amicizie.
Ricordo, alla fine, chi è, dopo un notevole sforzo e collegamenti di amicizie oramai perse nel tempo.
Era la classica ragazza con la puzza sotto al naso, saccente, quella che sapeva tutto lei, la migliore nel suo corso di studio, quella che credeva di essere la principessa del gruppo.
Dopo tanti anni, nulla è cambiato, mi racconta con dovizia di particolari del suo percorso lavorativo, dei premi, dei riconoscimenti, della sua relazione sentimentale da favola con il suo compagno e che, anche lei, dopo anni lontana dalla nostra città, era riuscita ad avere l’avvicinamento per motivi familiari.
La sopportavo poco quando era giovane, la sopportavo ancora meno adesso.
Comunque, un giorno, mi serviva un piacere urgente che avrebbe potuto farmi il suo compagno.
Dal momento che chiedo, lei corre verso la porta, la chiude e si mette a piangere disperata, raccontandomi che la sua relazione era finita da poco in malo modo.
Non avevamo un particolare rapporto amicale e questa sua reazione nei miei confronti mi stupì alquanto.
Da quel momento, nei mesi che seguirono, abbiamo iniziato asentirci spesso, lei veniva a cena a casa mia, io da lei.
Sempre vestiti in maniera informale, con tute o abiti da “combattimento”.
In pratica eravamo diventati amici, persi nella solitudine delle nostre vite di persone non più giovani.
Nel corso dei mesi, avevamo parlato di tutto, anche delle nostre storie passate, del sesso, di alcune fantasie e qualche situazione piccante che avevamo vissuto.
Mi raccontò, in particolare, che una volta con un suo ex, era andata in un centro termale/massaggi, fuori dall’Italia, per nudisti e che lei si era molto eccitata vedendo tutti quei cazzi scoperti ed alcuni anche in erezione.
Posso affermare, comunque, che non avevo alcun interesse sessuale nei confronti della mia amica/collega e non mi era capitato, neanche distrattamente, di masturbarmi pensando a lei.
E’ una donna di una bellezza normale, niente di che, diciamo un 5,5, non una rizzacazzi, in pratica.
Algida e sempre distante, anche se mi aveva più volte detto che le piaceva molto scopare con i suoi partner.
Dopo il preambolo, lungo, arriviamo alla serata “incriminata”.
Eravamo a casa mia, avevamo ordinato due pizze e dopo ci eravamo messi sul divano per guardare un film.
Lei ha il telecomando in mano, e gira tra le varie piattaforme di streaming.
Si trova su Amazon Prime e scopre che tra i film da continuare a vedere c’è “Monella” di Tinto Brass.
Me lo fa notare, divertita, e mi dice che non le è mai capitato di vedere un film del “maestro” e di essere curiosa sul tipo di sensualità proposta in queste pellicole.
Mi chiede di rivederlo insieme.
Un po' sbigottito ed anche eccitato, le dico che per me non ci sono problemi.
Spegniamo le luci ed iniziamo.
Dopo circa 40/45 minuti, sempre con un cazzo durissimo per me, inizio a sentirla piangere sempre più forte.
Accendo le luci e le chiedo che cosa stesse succedendo, completamente interdetto dalla sua reazione.
Lei mi dice che sono 10 mesi che non scopa e che, anche se a casa ha due vibratori, da sola non riesce a masturbarsi, lo ha sempre fatto fare ai suoi partner.
A questo punto mi chiede se voglio masturbarla, se per me non è un problema, che ha notato la mia erezione dalla tuta, che dopo avrebbe ricambiato facendomi un pompino, attività nella quale riteneva di esser molto brava.
Come detto, non avevo mai pensato a lei in quel modo, ma il pensiero di metterle il mio cazzo in bocca mi fece perdere ogni freno inibitorio.
Ci dirigiamo in camera da letto, ci spogliamo.
Come immaginavo da quello che mi aveva detto, effettivamente era chiaro che non stava con un uomo da un po'.
I peli della fica erano di quella lunghezza intermedia di chi non è “attenta” a possibili evenienze sessuali.
Il mio cazzo è durissimo, ho in mente solo il pensiero di metterglielo in bocca.
Lei si mette a pecora, con la faccia contro il cuscino.
Dice che non vuole che la guardi mentre gode e non vuole farmi sentire neanche la sua voce.
Noto che non ho bisogno di inumidirmi le dita.
La sua fica è già completamente bagnata ed aperta, con delle belle labbra gonfie e la clitoride che spunta sbarazzina.
Utilizzo il medio e l’anulare per masturbarla meglio.
Dopo un po' ricordo che mi aveva detto che lei raggiungeva l’orgasmo con lentezza…
Cerco di utilizzare tutte le mie tecniche.
Sposto le dita per cercare un punto che le desse maggiore piacere, utilizzo anche l’altra mano per stimolare la clitoride.
Finalmente sento che comincia a perdere forza nelle gambe e che i mugolii, anche se attutiti dalla faccia contro il cuscino, salgono di volume ed intensità.
Vedo che comincia a stringere violentemente il cuscino, c’è quasi, ed infatti me lo dice anche lei.
“Ci sono quasi, ci sono quasi”, fino a cederle le gambe e rimanere supina sul letto con le mie dita nella fica.
A questo punto, con il cazzo che sta per scoppiare, so che finalmente è arrivato il mio turno.
Sono consapevole che riuscirò a durare pochissimo, dopo tutto questo tempo con il cazzo in erezione.
Subentra il mio lato dominante e voglio prendere in mano la situazione.
Le dico di mettersi in ginocchio sotto di me e prendere il mio cazzo duro e crepitante in bocca.
Non se lo fa ripetere due volte e comincia a farmi un pompino eccezionale.
Capisco che di cazzi ne ha faticati.
Con le mani, senza, leccando e prendendolo in bocca tutto, sino alle palle.
Capisco che vuole far finire subito tutto.
So che sto per sborrare.
A questo punto, la prendo per i capelli e le dico di levare le mani.
Sono io a voler dettare il ritmo.
Così le faccio prendere il cazzo in bocca con più lentezza, mentre afferrandole i capelli, glielo spingo lentamente sino in gola.
Lei non dice nulla, non protesta, compie con diligenza il compito che le ho assegnato.
A differenza sua, godo ad alta voce, le dico che è una pompinara fantastica, che è uno dei migliori chinotti mai ricevuti, le dico che è un vero troione.
Anche rallentando, ahimè, ci sono quasi ed in poco tempo.
Le stringo ancora di più i capelli e le faccio prendere tutto il cazzo sempre più veloce in bocca.
Tutto questo senza che lei mi guardasse mai in faccia.
Senza dirle nulla, lo tiro fuori e sempre tenendola bene per i capelli, in modo che non possa muoversi, mi do due, tre colpi veloci con la mano e le sborro violentemente su tutta la faccia.
Quello è stato uno dei momenti più appaganti della mia vita.
Vedere il suo sguardo incredulo e schifato su quel viso da donna perfettina, ricoperto di calda sborra.
Non si aspettava neanche lontanamente che arrivassi a tanto.
Eppure, è rimasta in silenzio mentre le dicevo che era una vera pompinara da strada.
Dopo di questo si è alzata, sempre con la sborra in faccia e si è avviata verso il bagno per pulirsi.

la serata non é finita così…
alcune eventi sono stati raddensati per comodità di narrazione
bel racconto... spero in un continuo
 
OP
A

Astiort

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Comunque il racconto e la storia sono reali.
ho saltato, per comodità del racconto, come siamo arrivati dalle lacrime alla masturbazione.
l’abbiamo parlato per oltre 30 minuti.
riportare tutto il discorso, mi é sembrato inutile.
appena ho tempo concludo il racconto della serata.
 

sormarco

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taranto
Comunque il racconto e la storia sono reali.
ho saltato, per comodità del racconto, come siamo arrivati dalle lacrime alla masturbazione.
l’abbiamo parlato per oltre 30 minuti.
riportare tutto il discorso, mi é sembrato inutile.
appena ho tempo concludo il racconto della serata.
Spero sia nata una scopamicizia com si deve.
 

popp

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Voglio rendervi partecipi di questa mia avventura, molto particolare e molto “surreale” in alcune circostanze.
Ebbene, parto da qui.
Dopo tanti anni da pendolare, tra la mia città di residenza e quelle dove, di volta in volta, veniva ubicata la mia sede lavorativavenivo, finalmente, trasferito a pochi passi da casa.
Nella stanza affianco alla mia, c’è una donna di cui ricordo vagamente qualcosa.
Cominciamo a parlare e ci ricordiamo che, quando eravamo molto più giovani, per qualche volta siamo usciti nello stesso gruppo di amicizie.
Ricordo, alla fine, chi è, dopo un notevole sforzo e collegamenti di amicizie oramai perse nel tempo.
Era la classica ragazza con la puzza sotto al naso, saccente, quella che sapeva tutto lei, la migliore nel suo corso di studio, quella che credeva di essere la principessa del gruppo.
Dopo tanti anni, nulla è cambiato, mi racconta con dovizia di particolari del suo percorso lavorativo, dei premi, dei riconoscimenti, della sua relazione sentimentale da favola con il suo compagno e che, anche lei, dopo anni lontana dalla nostra città, era riuscita ad avere l’avvicinamento per motivi familiari.
La sopportavo poco quando era giovane, la sopportavo ancora meno adesso.
Comunque, un giorno, mi serviva un piacere urgente che avrebbe potuto farmi il suo compagno.
Dal momento che chiedo, lei corre verso la porta, la chiude e si mette a piangere disperata, raccontandomi che la sua relazione era finita da poco in malo modo.
Non avevamo un particolare rapporto amicale e questa sua reazione nei miei confronti mi stupì alquanto.
Da quel momento, nei mesi che seguirono, abbiamo iniziato asentirci spesso, lei veniva a cena a casa mia, io da lei.
Sempre vestiti in maniera informale, con tute o abiti da “combattimento”.
In pratica eravamo diventati amici, persi nella solitudine delle nostre vite di persone non più giovani.
Nel corso dei mesi, avevamo parlato di tutto, anche delle nostre storie passate, del sesso, di alcune fantasie e qualche situazione piccante che avevamo vissuto.
Mi raccontò, in particolare, che una volta con un suo ex, era andata in un centro termale/massaggi, fuori dall’Italia, per nudisti e che lei si era molto eccitata vedendo tutti quei cazzi scoperti ed alcuni anche in erezione.
Posso affermare, comunque, che non avevo alcun interesse sessuale nei confronti della mia amica/collega e non mi era capitato, neanche distrattamente, di masturbarmi pensando a lei.
E’ una donna di una bellezza normale, niente di che, diciamo un 5,5, non una rizzacazzi, in pratica.
Algida e sempre distante, anche se mi aveva più volte detto che le piaceva molto scopare con i suoi partner.
Dopo il preambolo, lungo, arriviamo alla serata “incriminata”.
Eravamo a casa mia, avevamo ordinato due pizze e dopo ci eravamo messi sul divano per guardare un film.
Lei ha il telecomando in mano, e gira tra le varie piattaforme di streaming.
Si trova su Amazon Prime e scopre che tra i film da continuare a vedere c’è “Monella” di Tinto Brass.
Me lo fa notare, divertita, e mi dice che non le è mai capitato di vedere un film del “maestro” e di essere curiosa sul tipo di sensualità proposta in queste pellicole.
Mi chiede di rivederlo insieme.
Un po' sbigottito ed anche eccitato, le dico che per me non ci sono problemi.
Spegniamo le luci ed iniziamo.
Dopo circa 40/45 minuti, sempre con un cazzo durissimo per me, inizio a sentirla piangere sempre più forte.
Accendo le luci e le chiedo che cosa stesse succedendo, completamente interdetto dalla sua reazione.
Lei mi dice che sono 10 mesi che non scopa e che, anche se a casa ha due vibratori, da sola non riesce a masturbarsi, lo ha sempre fatto fare ai suoi partner.
A questo punto mi chiede se voglio masturbarla, se per me non è un problema, che ha notato la mia erezione dalla tuta, che dopo avrebbe ricambiato facendomi un pompino, attività nella quale riteneva di esser molto brava.
Come detto, non avevo mai pensato a lei in quel modo, ma il pensiero di metterle il mio cazzo in bocca mi fece perdere ogni freno inibitorio.
Ci dirigiamo in camera da letto, ci spogliamo.
Come immaginavo da quello che mi aveva detto, effettivamente era chiaro che non stava con un uomo da un po'.
I peli della fica erano di quella lunghezza intermedia di chi non è “attenta” a possibili evenienze sessuali.
Il mio cazzo è durissimo, ho in mente solo il pensiero di metterglielo in bocca.
Lei si mette a pecora, con la faccia contro il cuscino.
Dice che non vuole che la guardi mentre gode e non vuole farmi sentire neanche la sua voce.
Noto che non ho bisogno di inumidirmi le dita.
La sua fica è già completamente bagnata ed aperta, con delle belle labbra gonfie e la clitoride che spunta sbarazzina.
Utilizzo il medio e l’anulare per masturbarla meglio.
Dopo un po' ricordo che mi aveva detto che lei raggiungeva l’orgasmo con lentezza…
Cerco di utilizzare tutte le mie tecniche.
Sposto le dita per cercare un punto che le desse maggiore piacere, utilizzo anche l’altra mano per stimolare la clitoride.
Finalmente sento che comincia a perdere forza nelle gambe e che i mugolii, anche se attutiti dalla faccia contro il cuscino, salgono di volume ed intensità.
Vedo che comincia a stringere violentemente il cuscino, c’è quasi, ed infatti me lo dice anche lei.
“Ci sono quasi, ci sono quasi”, fino a cederle le gambe e rimanere supina sul letto con le mie dita nella fica.
A questo punto, con il cazzo che sta per scoppiare, so che finalmente è arrivato il mio turno.
Sono consapevole che riuscirò a durare pochissimo, dopo tutto questo tempo con il cazzo in erezione.
Subentra il mio lato dominante e voglio prendere in mano la situazione.
Le dico di mettersi in ginocchio sotto di me e prendere il mio cazzo duro e crepitante in bocca.
Non se lo fa ripetere due volte e comincia a farmi un pompino eccezionale.
Capisco che di cazzi ne ha faticati.
Con le mani, senza, leccando e prendendolo in bocca tutto, sino alle palle.
Capisco che vuole far finire subito tutto.
So che sto per sborrare.
A questo punto, la prendo per i capelli e le dico di levare le mani.
Sono io a voler dettare il ritmo.
Così le faccio prendere il cazzo in bocca con più lentezza, mentre afferrandole i capelli, glielo spingo lentamente sino in gola.
Lei non dice nulla, non protesta, compie con diligenza il compito che le ho assegnato.
A differenza sua, godo ad alta voce, le dico che è una pompinara fantastica, che è uno dei migliori chinotti mai ricevuti, le dico che è un vero troione.
Anche rallentando, ahimè, ci sono quasi ed in poco tempo.
Le stringo ancora di più i capelli e le faccio prendere tutto il cazzo sempre più veloce in bocca.
Tutto questo senza che lei mi guardasse mai in faccia.
Senza dirle nulla, lo tiro fuori e sempre tenendola bene per i capelli, in modo che non possa muoversi, mi do due, tre colpi veloci con la mano e le sborro violentemente su tutta la faccia.
Quello è stato uno dei momenti più appaganti della mia vita.
Vedere il suo sguardo incredulo e schifato su quel viso da donna perfettina, ricoperto di calda sborra.
Non si aspettava neanche lontanamente che arrivassi a tanto.
Eppure, è rimasta in silenzio mentre le dicevo che era una vera pompinara da strada.
Dopo di questo si è alzata, sempre con la sborra in faccia e si è avviata verso il bagno per pulirsi.

la serata non é finita così…
alcune eventi sono stati raddensati per comodità di narrazione
Bella situazione, ma se vuoi, descrivala un po età.....capelli ....seno ....culo......
 
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Avete ragione, ho fornito pochi particolari sulla mia collega.
Chiarisco subito che è stato un “one night only”, non si è ripetuto più nulla, soprattutto per mio volere, come detto precedentemente, non mi attirava fisicamente più di tanto, è stato spinto tutto dalla “perversione” di fare certe cose con una collega, con un carattere,a dire poco, impossibile.
Comunque lei aveva (quando ho avuto il rapporto) 43 anni.
Alta, oltre 1,70 cm. Gambe lunghe, magra, capelli neri sino al collo.
Seno, molto brutto, piatto e sceso, con un unico punto positivo i capezzoli piccoli e scuri e sempre turgidi.
La fica bella umida, con dei bei labbroni pieni.
Il sedere, niente di eccezionale, con il buco del culo che mi sembra sia stato usato.
Come detto, donna abbastanza anonima.
Dal punto di vista complessivo, senza voler apparire immodesto, lei si è goduta la situazione molto più di me.
Mi sfondo in palestra quasi ogni giorno (nonostante i miei quasi 50 anni), alternando esercizi cardio a quelli di potenza in sala attrezzi.
Non sono sicuramente “Rocco” ma del mio cazzo nessuna si è mai lamentata.
Sono 18 cm di mazza dura, con la particolarità di avere una cappella molto grande (siamo sui 14 cm di diametro) che alle donne piace molto quando inizio la penetrazione.

Comunque, è ora di continuare il racconto.
Mentre era in bagno a lavarsi, ho pensato che arrivato a questo punto, le volevo e dovevo mettere il cazzo nella fica.
Situazione difficile, visto che ero appena arrivato ed avevo bisogno di un po' di tempo per recuperare.
Inizio a toccarmi il cazzo, cercando di rianimarlo e soprattutto pensando che dovevo fare di tutto per arrivare all’obiettivo finale della scopata.
Lei ritorna in camera da letto, è alta e magra e questo rende possibile vedere bene la sua fica anche mentre è in pedi.
Noto che è ancora bella umida e con qualche gocciolina in torno.
Lei mi guarda con il cazzo in mano e mi chiede “cosa pensi di fare?”.
Le dico, direttamente e senza preamboli inutili, che, arrivati a quel punto, volevo scoparmela forte, volevo vedere la sua faccia mentre godeva e volevo sentirla gemere di piacere a voce alta e ben chiara.
Lei ci pensa un po' su e mi dice che non le sembra possibile che ci riesca con il mio arnese moscio ma che le avrebbe fatto immensamente piacere prendere il cazzo duro che aveva preso tutto in bocca, sino alla gola, nella sua fica.
Le dico che non ho preservativi, al momento, e che posso scendere a prenderli in farmacia.
Mi risponde che non le sembra il caso di interrompere la cosa e farla “asciugare”.
Mi chiede, però di farmi il bidè, per sicurezza, per levare qualsiasi eventuale traccia di sperma.
In effetti aveva ragione, essendo arrivato in faccia e lei non avendo pulito bene tutta la cappella con la bocca.
Le chiedo di aiutarmi a lavarlo.
Non rifiuta, anzi le piace prendere in mano il mio cazzo mentre lo lava per bene e, dopo lo asciuga anche.
Ho avuto un po' di tempo per recuperare e sono abbastanza barzotto con l’eccitazione della prossima scopata che sale.
Mi dice che vuole stare sopra.
La accontento.
Utilizzando un po' anche le mani per spingerlo dentro la sua fica, riesco a penetrarla.
La sua fica è umidissima, calda ed accogliente.
Si vede che le piace il cazzo.
Si muove lentamente aspettando che raggiuga la massima erezione.
Vedo che, al momento, è insoddisfatta e mi aiuto con le dita per stimolarle anche la clitoride.
A questo punto subentra la parte veramente piacevole della serata.
Comincia a godere.
La sua faccia comincia a cambiare espressione.
Le smorfie di piacere sono stupende, si trasforma da donna “perfettina” a scopatrice che si gode un cazzo.
Finalmente il mio cazzo è completamente duro, al suo massimo.
Posso utilizzare entrambe le mani per prenderla bene sul sedere ed aiutarla a sbattersi sul mio cazzo.
Lei perde, finalmente, qualsiasi freno inibitorio.
Comincia a godere ed a ringraziarmi per il cazzo duro nella sua fica.
Ogni tanto mentre sale e scende, faccio scivolare un dito nel buco del culo.
Lei gode sempre di più, la sua faccia è trasformata in quella di una vera troia da monta.
Le dico che adesso è arrivato il mio momento.
La metto sotto di me, le alzo le gambe per bene, operazione semplice perché è alta, e le faccio appoggiare sulle mie spalle.
Utilizzo una tecnica che piaceva tantissimo ad una donna di cui sono stato l’amante.
Con tutto il peso del mio corpo, le sbatto il cazzo dentro, come uno stantuffo, un martello pneumatico, senza sosta e senza pietà.
Le dico di farmi vedere per bene la sua faccia da zoccola e che la voglio sentirla godere forte ed intensamente.
La sua fica è in fiamme, completamente scivolosa.
Vado avanti così per buoni 5 minuti perché questa è una sfida con me stesso.
Voglio devastare quella collega sempre altera e distaccata.
Lei stringe forte le lenzuola con le mani e gode con voce sempre più alta.
Mi dice che le mancava essere scopata così intensamente e che è una porca assetata di cazzo.
Ad un certo punto, comincia solo a dire “si, si, si” a ritmo continuo.
Sto aspettando che abbia il suo orgasmo, perché ci sono quasi e non so quanto possa resistere ancora.
Finalmente, mi chiede di essere ancora più violento.
Appoggio le mie braccia all’altezza del suo viso, quasi come se fossi nella posizione del plank.
Lei mi pianta le dita e le unghie all’altezza dei tricipiti ed ha un orgasmo violentissimo, da farla vibrare e scuotere.
Posso sborrare anche io.
Le chiedo, con ansia, dove vuole che arrivi.
Mi dici, con aria incazzosa “veloce, veloce, sbattimelo in bocca e sborrami che voglio bere tutto”.
Velocissimo, mi metto in ginocchio all’altezza del suo viso, le do uno schiaffo sul viso e le dico “apri la bocca, zoccola e bevi tutto”.
Lei, apre la bocca, questa volta guardandomi bene in faccia mentre mi spompina e con aria felice continua a guardarmi mentre le sborro in bocca e lei beve, golosa, tutto il mio seme.
Che immagine spettacolare, insieme a quella della sborra in faccia, non le scorderò mai.
Stanchi e devastati ci mettiamo sotto le coperte, nudi.
Abbiamo anche il tempo di farci un po' di coccole, di rimanere abbracciati e sfiorarci dolcemente.
Mi ha confessato, alla fine, che era da tempo che voleva farsi un giro sul mio cazzo, in quanto un’amica in comune le aveva detto che con me a letto si era divertita molto.
Ha confessato di avermi voluto mostrare il suo lato timido e quello da troia, nella stessa serata di sesso.
Ogni mattina, quando passa davanti alla mia stanza e mi saluta, penso sempre alla sua faccia inondata di sborra ed a come ha bevuto tutto il mio seme.
Tra me e me penso, fai anche la “perfettina” in ufficio ma ti conosco bene per la grande zoccola che sei.
 

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