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<blockquote data-quote="Ce-ci" data-source="post: 18444197" data-attributes="member: 312713"><p><strong>Lidia e Francesca sono donne molto diverse; probabilmente sono anche in momenti diversi di vita.</strong></p><p><strong></strong></p><p><strong>Con Francesca le cose scorrono in una tranquilla consuetudine. Da tempo abita vicino al mare circa 100 km da me, dove il clima è migliore; si è spostata per stare vicino al suo babbo che aveva problemi di salute, ha avuto prima il trasferimento temporaneo, poi il definitivo e di tornare, dopo che il papà ha risolto, non ne ha mai più accennato. Insegna e si dedica a questo a tempo pieno, il resto della vita la dedica alle mostre, scultura e pittura poi alle figlie. Salvo cambiamenti dovuti ad impegni vari vado da loro ogni domenica mentre vengono loro da me il sabato.</strong></p><p><strong></strong></p><p><strong>Arrivano prima di mezzogiorno, andiamo a fare la spesa per me e per loro, cuciniamo qualcosa in fretta ed abbiamo il pomeriggio libero per i compiti e giocare, oppure andiamo in centro, saltuariamente in piscina o al cinema. Per non cambiare troppo le abitudini delle bimbe,ripartono nel tardo pomeriggio prima o dopo cena a seconda della stagione e del tempo che fa.</strong></p><p><strong></strong></p><p><strong>Il giorno successivo parto prestissimo in modo da uscire dal casello autostradale prima delle 6 per evitare il traffico, mi fermo in un posto che conosco, bevo un espresso prendo la brioche e le frolle fresche da portare per la colazione quindi vado da loro. Entro e preparo il caffé leggero con la moka come piace a Francesca e riscaldo il latte quindi le vado a svegliare. Le bimbe o dormono o stanno gia giocando, lei dorme o finge di farlo. La ritrovo come sempre, la faccia sprofondata nel cuscino, i capelli sparsi e il corpo rannicchiato sotto il piumone; apro le ante e socchiudo la finestra fra le sue proteste di rito. Con calma si mette a sedere nel letto e mi sorprendo sempre a studiarla, è affascinante con il viso pallido, gli occhi pesti di sonno e il corpo protetto unicamente dalle culotte. Mi intriga la sua tenuta notturna sarei felice se mi invitasse nel letto ad assaporare il suo tepore, ma non lo fa mai. Facciamo colazione tutti insieme quindi ci prepariamo per uscire; a seconda della stagione si va al parco Nervi, o all’acquario, posti preferiti dalle figlie se invece riusciamo a prevalere noi genitori andiamo visitare un posto, un paese o al mare. Mangiamo fuori, se è compatibile in un agriturismo dove ci sono gli asinelli che le bambine adorano; insomma,nei limiti com’è ragionevole e accettabile, ci tiranneggiano. Qui riusciamo a parlare tranquillamente delle nostre cose (bollette, pagamenti, gestioni) e a prendere le decisioni (linee guida di come agire educativamente); finite queste cose se rimane tempo chiacchieriamo della sua scuola, del mio lavoro, e qualche pettegolezzo. Rientriamo nel pomeriggio inoltrato, con calma; ci sono ancora i compiti o i giochi per loro, la correzione delle verifiche o la preparazione delle lezioni per lei, un riposino o una riparazione di casa per me. Riparto quando è ora di mandarle a letto domani inizia un’altra settimana di scuola o lavoro. Ci sono periodi dell’anno dove qualcosa cambia, mi riferisco ai ponti per le festività , Natale, Pasqua e, naturalmente le vacanze estive; Sarà perché abbiamo maggior tempo a disposizione, o siamo meno stressati dal lavoro, ma ritroviamo, almeno in parte, l’intesa e complicità sessuale che ci soddisfaceva inizialmente,in special modo prima di separarci. Per comprendere a pieno magari in seguito scriverò dei brevi episodi (non lunghi come <<moglie per una sera>> )successivi rispetto a quelli di cui ho gia scritto.</strong></p><p><strong></strong></p><p> <strong></strong></p><p><strong></strong></p><p><strong>Nadia è e rimane un rebus irrisolto; molto è dovuto alla differenza di cultura e in parte anche a me che quando la situazione non è limpida, o almeno non torbida, preferisco non rischiare e stare accorto. Diciamo subito che non c’è mai stato nulla di significativo fra noi. E’ chiaro che lei avesse bisogno, così come è esplicito che nella cultura di provenienza la donna sta sottomessa al padre e successivamente al marito come fossero padroni della loro stessa vita. Si è trovata catapultata nel nostro paese con il marito con problemi e la suocera; se la situazione economica era triste, con il marito dedito al gioco, è precipitata quando ha lasciato le donne per rincorrere le chimere del gran guadagno. Bella come lo sono le slave, giovane e carina aveva molta attrattiva, ed era in una posizione debole. Mi piaceva averla intorno mentre faceva le pulizie in ufficio, quando non ho più avuto l’attività l’ho aiutata prendendola per rigovernare la casa. Devo dire che nonostante l’impegno, i risultati lasciavano a desiderare; non di meno le facevo trovare la busta con il dovuto ogni venerdì. Poteva essere una “preda” facile, ma io sono complicato, non caccio gli animali che non sono liberi nelle decisioni. Devono avere le mie stesse possibilità , combattere, difendersi e magari contrattaccare, o, perché no, ribaltare la situazione. Non ho mai fatto la prima mossa, un gesto non corretto o equivocabile; il timore concreto è che potesse venire interpretato come un’imposizione, insomma un rapporto padrone schiavo. </strong></p><p><strong></strong></p><p><strong>Si è trasferita in Germania, all’indirizzo che ha indicato ho inviato dei documenti e gli auguri Natalizi e Pasquali sempre senza nessun riscontro.</strong></p><p></p><p>Quando ho tempo continuo con Lidia e un po di aggiornamenti.</p><p></p><p>Come sempre liberi di commentare.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Ce-ci, post: 18444197, member: 312713"] [B]Lidia e Francesca sono donne molto diverse; probabilmente sono anche in momenti diversi di vita. Con Francesca le cose scorrono in una tranquilla consuetudine. Da tempo abita vicino al mare circa 100 km da me, dove il clima è migliore; si è spostata per stare vicino al suo babbo che aveva problemi di salute, ha avuto prima il trasferimento temporaneo, poi il definitivo e di tornare, dopo che il papà ha risolto, non ne ha mai più accennato. Insegna e si dedica a questo a tempo pieno, il resto della vita la dedica alle mostre, scultura e pittura poi alle figlie. Salvo cambiamenti dovuti ad impegni vari vado da loro ogni domenica mentre vengono loro da me il sabato. Arrivano prima di mezzogiorno, andiamo a fare la spesa per me e per loro, cuciniamo qualcosa in fretta ed abbiamo il pomeriggio libero per i compiti e giocare, oppure andiamo in centro, saltuariamente in piscina o al cinema. Per non cambiare troppo le abitudini delle bimbe,ripartono nel tardo pomeriggio prima o dopo cena a seconda della stagione e del tempo che fa. Il giorno successivo parto prestissimo in modo da uscire dal casello autostradale prima delle 6 per evitare il traffico, mi fermo in un posto che conosco, bevo un espresso prendo la brioche e le frolle fresche da portare per la colazione quindi vado da loro. Entro e preparo il caffé leggero con la moka come piace a Francesca e riscaldo il latte quindi le vado a svegliare. Le bimbe o dormono o stanno gia giocando, lei dorme o finge di farlo. La ritrovo come sempre, la faccia sprofondata nel cuscino, i capelli sparsi e il corpo rannicchiato sotto il piumone; apro le ante e socchiudo la finestra fra le sue proteste di rito. Con calma si mette a sedere nel letto e mi sorprendo sempre a studiarla, è affascinante con il viso pallido, gli occhi pesti di sonno e il corpo protetto unicamente dalle culotte. Mi intriga la sua tenuta notturna sarei felice se mi invitasse nel letto ad assaporare il suo tepore, ma non lo fa mai. Facciamo colazione tutti insieme quindi ci prepariamo per uscire; a seconda della stagione si va al parco Nervi, o all’acquario, posti preferiti dalle figlie se invece riusciamo a prevalere noi genitori andiamo visitare un posto, un paese o al mare. Mangiamo fuori, se è compatibile in un agriturismo dove ci sono gli asinelli che le bambine adorano; insomma,nei limiti com’è ragionevole e accettabile, ci tiranneggiano. Qui riusciamo a parlare tranquillamente delle nostre cose (bollette, pagamenti, gestioni) e a prendere le decisioni (linee guida di come agire educativamente); finite queste cose se rimane tempo chiacchieriamo della sua scuola, del mio lavoro, e qualche pettegolezzo. Rientriamo nel pomeriggio inoltrato, con calma; ci sono ancora i compiti o i giochi per loro, la correzione delle verifiche o la preparazione delle lezioni per lei, un riposino o una riparazione di casa per me. Riparto quando è ora di mandarle a letto domani inizia un’altra settimana di scuola o lavoro. Ci sono periodi dell’anno dove qualcosa cambia, mi riferisco ai ponti per le festività , Natale, Pasqua e, naturalmente le vacanze estive; Sarà perché abbiamo maggior tempo a disposizione, o siamo meno stressati dal lavoro, ma ritroviamo, almeno in parte, l’intesa e complicità sessuale che ci soddisfaceva inizialmente,in special modo prima di separarci. Per comprendere a pieno magari in seguito scriverò dei brevi episodi (non lunghi come <<moglie per una sera>> )successivi rispetto a quelli di cui ho gia scritto. Nadia è e rimane un rebus irrisolto; molto è dovuto alla differenza di cultura e in parte anche a me che quando la situazione non è limpida, o almeno non torbida, preferisco non rischiare e stare accorto. Diciamo subito che non c’è mai stato nulla di significativo fra noi. E’ chiaro che lei avesse bisogno, così come è esplicito che nella cultura di provenienza la donna sta sottomessa al padre e successivamente al marito come fossero padroni della loro stessa vita. Si è trovata catapultata nel nostro paese con il marito con problemi e la suocera; se la situazione economica era triste, con il marito dedito al gioco, è precipitata quando ha lasciato le donne per rincorrere le chimere del gran guadagno. Bella come lo sono le slave, giovane e carina aveva molta attrattiva, ed era in una posizione debole. Mi piaceva averla intorno mentre faceva le pulizie in ufficio, quando non ho più avuto l’attività l’ho aiutata prendendola per rigovernare la casa. Devo dire che nonostante l’impegno, i risultati lasciavano a desiderare; non di meno le facevo trovare la busta con il dovuto ogni venerdì. Poteva essere una “preda” facile, ma io sono complicato, non caccio gli animali che non sono liberi nelle decisioni. Devono avere le mie stesse possibilità , combattere, difendersi e magari contrattaccare, o, perché no, ribaltare la situazione. Non ho mai fatto la prima mossa, un gesto non corretto o equivocabile; il timore concreto è che potesse venire interpretato come un’imposizione, insomma un rapporto padrone schiavo. Si è trasferita in Germania, all’indirizzo che ha indicato ho inviato dei documenti e gli auguri Natalizi e Pasquali sempre senza nessun riscontro.[/B] Quando ho tempo continuo con Lidia e un po di aggiornamenti. Come sempre liberi di commentare. [/QUOTE]
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