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<blockquote data-quote="selpot" data-source="post: 17010075" data-attributes="member: 283814"><p>Cercai di rilassarmi con un lungo respiro, mi stavo eccitando ancor prima che Diana si spogliasse. Intanto lei andò a sentire quanto fosse gelida l'acqua, senza liberarsi dei suoi vestiti: si girò verso di me, sorpresa dalla temperatura più che accettabile per un bagno: avevamo camminato molto, anzi troppo ed il caldo iniziava a farsi sentire. Si tolse la maglietta ed uno dei capezzoli ovviamente faceva capolino, ma stavolta se ne accorse subito e annodò il laccio al collo con più energia.</p><p></p><p>Finalmente arrivò il momento che attendevo tanto: abbassò i pantaloncini guardandomi negli occhi e li tolse ma... lo slip mi sembrava troppo grande per essere un perizoma ed era anche a tinta unita blu, contrariamente al reggiseno che era a righe bianche e blu; si piegò per riporre i vestiti nella borsa e si girò di schiena, mostrandomi il sedere interamente coperto da uno dei soliti mutandoni inguardabili. Stavo per esplodere di rabbia, se ne accorse ma mi fece cenno di tacere: "adesso ci facciamo un bagno e poi ne parliamo". Risposi che il bagno poteva farselo anche senza di me, non ne avevo voglia. Ma lei non si scompose affatto: "Allora ne parliamo quando esco" e si buttò in acqua. Avrei voluto lasciarla da sola ed andarmene, ci ero rimasto troppo male, che delusione! Se fossimo stati vicini al campeggio lo avrei fatto di sicuro, conoscendomi. Aspettai che si allontanasse dalla riva, mi girai di spalle e rovistai nella sua borsa: il perizoma era presente, insieme al reggiseno dell'altro costume. Tirai un parziale sospiro di sollievo ma il nervosismo non passava, presi il mio asciugamano e lo posizionai sotto l'ombrellone, non mi andava di averla vicino ma non ne volevo sapere nemmeno di rimanere ad aspettarla come un idiota. Così, mentre la furbacchiona sguazzava in alto mare, optai per una passeggiata solitaria "di protesta" verso la zona nudisti, che magari servisse a calmarmi nel vedere le tette o il culo di qualcun altra. In un paio di minuti raggiunsi i pescatori, che nel frattempo si erano divisi in due gruppi: due di loro, infatti, si erano avvicinati di qualche metro alla nostra postazione, un uomo di mezza età piuttosto atletico ed un ragazzo tra i 16 ed i 18 anni, anche lui già prestante: padre e figlio probabilmente. Invece altri 5 di loro non si erano mossi, ma ora li vedevo molto meglio: tre uomini sempre sulla cinquantina o poco meno e due ragazzi forse leggermente più grandi del primo che avevo notato. Salutai i due che si erano staccati dal gruppo: mi risposero con garbo e simpatia, contrariamente alla maggior parte della "categoria pescatori", schiva e poco propensa al dialogo con chi invade il loro territorio: erano locali, con accento marcatamente toscano. Pensai quindi che non stessi disturbando e chiesi se avevano pescato qualcosa e quali tipi di pesce fossero maggiormente presenti in quelle acque. Mi risposero che stavano pescando dall'alba e che finora avevano catturato solo 2 spigole di 3 etti l'una, decisamente poco rispetto a quanto pensavano: forse dipendeva dal troppo caldo perché la zona di solito è molto pescosa e proficua. Prevalevano le spigole, le orate ed altri nomi di pesci mai sentiti prima, forse dialettali. Notarono che il mio accento era molto diverso dal loro e iniziarono a darmi anche qualche indicazione turistica, dopo aver sentito che era la prima volta che mettevamo piede all'Argentario. Curiosamente il ragazzo mi domandò con una certa disinvoltura se fossimo nudisti, mi venne da ridere e spiegai che era già la seconda volta che ci veniva chiesto nella stessa giornata. Anche a loro confidai che amavamo semplicemente la tranquillità e poi, con una malcelata rabbia addosso, puntai il dito verso il nostro ombrellone ed esclamai che la mia compagna non era disposta a mostrarmi nemmeno le chiappe in una parte di spiaggia deserta, figuriamoci un suo nudo integrale... scoppiarono a ridere e chiarirono che i nudisti occupavano da molti anni la parte conclusiva della spiaggia, (indicandomi proprio la zona finale in cui erano piantati gli ombrelloni che vedevo in lontananza appena arrivati), ma anche quella in cui eravamo noi, nei periodi di maggiore affollamento. Mi rivelò con estrema schiettezza che la maggior parte dei nudisti abituali erano uomini anziani oppure ambosessi obesi e che solo di Sabato o di Domenica "si vedeva qualcosa di decente". L'uomo annuì e rincarò la dose affermando seppur con meno irruenza che quando era possibile, loro preferivano tenersi a distanza dai nudisti ma che comunque si era creato un rapporto di civile e rispettosa convivenza, com'era giusto che fosse. Poi mi consigliarono molti altri posti della zona che rispondevano alla nostra semplice esigenza di isolarci dalla massa. Devo ammettere che mi ero molto divertito in quei 20 minuti di conversazione, ma la voglia di raggiungere i nudisti mi era passata in fretta, visto il sesso, la corporatura e l'età media predominante. Tornai indietro congedandomi cordialmente.</p><p></p><p>Mentre mi riavvicinavo, Diana usciva dall'acqua, i nostri sguardi si incontrarono per un secondo ma abbassai la testa per evitarla. Mi sdraiai sul mio asciugamano, sotto l'ombrellone, lei rimase in piedi per sgocciolare ed iniziò ironicamente anche a rimproverarmi per essere andato dai pescatori: "bravo, abbiamo camminato per chilometri inutilmente, adesso non potremo stare in pace neanche qui". Risposi che la cosa era del tutto irrilevante ormai, visto che non c'era nulla da vedere; aggiunsi poi che, in cuor mio, speravo che venissero a cimentarsi proprio davanti a noi, almeno avrei trascorso il tempo a seguire le loro tecniche di pesca.</p><p></p><p>Si offese, rivelando che la sua intenzione era quella di indossare il perizoma dopo aver fatto il bagno, anche per cambiare lo slip bagnato con uno asciutto con l'occasione, ma ribattei che era una sciocchezza bella e buona, perché se l'acqua fosse stata gelida come gli altri giorni, il bagno non l'avrebbe mai fatto e quindi sarebbe rimasta con il mutandone tutto il giorno. Non voleva indossarlo, ne ero certo, altrimenti lo avrebbe messo subito, prima di andare in spiaggia. Insomma, iniziò una discussione piuttosto animata, nel corso della quale si dedicò ad una operazione alquanto insolita, che non avevo mai visto fare a nessun altra prima di allora: quando le donne strizzano i loro reggiseni dopo il bagno, li stringono al petto con le mani per far gocciolare l'acqua: Diana, invece, tirò in avanti uno dei triangoli staccandolo dal seno, lo strinse sulla mano e lo strizzò, lasciando la tettona scoperta durante l'operazione: dopo averlo riposizionato , fece lo stesso con l'altro triangolino, scoprendo l'altro seno. Una mossa arrapante, ma non volevo dargliela vinta così facilmente...</p><p></p><p>Troncai la discussione dicendole che dopo pranzo avrei fatto la valigia e me ne sarei tornato a casa in treno. "Preferisco andare a lavorare piuttosto che perdere tempo a farmi prendere per i fondelli da te. Non sei di parola ed io non mi faccio prendere in giro da nessuno. Quando tornerò a casa, mi cercherò una persona affidabile e che sappia essere donna... almeno su una spiaggia deserta"; nel frattempo miravo verso i pescatori per evitare il suo sguardo e notai che i due con i quali avevo parlato si erano avvicinati ancora un pochino a noi, evidentemente cambiavano zona di pesca per cercare maggior fortuna, visto il misero bottino che avevano accumulato dall'alba.</p><p></p><p>Quest'ultima sfuriata fece il suo effetto, la cresta di Diana si abbassò di molto, ma ricominciò il solito patetico discorso sul suo senso di inferiorità che avevo sentito fino alla nausea per tutto l'inverno: "sono brutta, troppo bassa, mi trascuro ma se non mi trascurassi sarei brutta comunque, la gente è pettegola e maligna, avverto le critiche e i giudizi delle persone, qualunque cosa indosso mi sta male, se mi trucco sembro un pagliaccio, non esiste un taglio di capelli che mi sta bene, mi sento ridicola con una minigonna, con un babydoll, persino con un perizoma. Non ho un corpo slanciato, non è adatto per queste cose, non c'è niente da fare, sarei ridicola. A volte penso che vorrei superare queste barriere mentali, vestendomi e curandomi come tutte le altre ma poi non riesco a farlo e torno a sentirmi inferiore". Mi arrabbiai ancora di più perché le sue fissazioni non sono mai state veritiere, non era una top model, ma non era nemmeno la figlia di Fantozzi... e soprattutto mi arrabbiai perché così dicendo dimostrava di fregarsene di me e di non considerare i miei apprezzamenti, quelli cioè di una persona che l'ha sempre ritenuta graziosa ed arrapante, fin da subito. Rimarcai con molta veemenza quest'ultimo concetto, rafforzandolo con un elenco di tutti i ragazzi che in due giorni avevano visto ed apprezzato le sue tette ribelli: il ragazzo che camminava sul bagnasciuga il primo giorno, i due ragazzi di Napoli mentre giocavamo a carte il giorno precedente, i bagnini al bar la mattina stessa. "Evidentemente non sei così da buttare, altrimenti non ti avrebbero guardato di certo". Non replicò ma fece una smorfia di poca convinzione.</p><p></p><p>Azzardai a proporle un test: "vogliamo fare una prova? La spiaggia è deserta, ci sono solo quei pescatori laggiù, nessun altro potrebbe vederti, giudicarti o spettegolare, soltanto loro: mettiti in topless e cerca di capire se si accorgono di te, se ti apprezzano o no, non serve che ti metti il perizoma, se non ci riesci, ma queste tette così libertine ed indisciplinate come tu le definisci... qualcuno le ha già viste, in minima parte, in questi due giorni, quindi sono state in qualche modo... violate. Ormai dovresti avere meno problemi a mostrarle, giusto? Dai, a questo punto slaccia il reggiseno e toglilo, falle respirare per una volta...e se i pescatori gradiranno la scena, smetterai almeno di sentirti il perenne brutto anatroccolo del cavolo"</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="selpot, post: 17010075, member: 283814"] Cercai di rilassarmi con un lungo respiro, mi stavo eccitando ancor prima che Diana si spogliasse. Intanto lei andò a sentire quanto fosse gelida l'acqua, senza liberarsi dei suoi vestiti: si girò verso di me, sorpresa dalla temperatura più che accettabile per un bagno: avevamo camminato molto, anzi troppo ed il caldo iniziava a farsi sentire. Si tolse la maglietta ed uno dei capezzoli ovviamente faceva capolino, ma stavolta se ne accorse subito e annodò il laccio al collo con più energia. Finalmente arrivò il momento che attendevo tanto: abbassò i pantaloncini guardandomi negli occhi e li tolse ma... lo slip mi sembrava troppo grande per essere un perizoma ed era anche a tinta unita blu, contrariamente al reggiseno che era a righe bianche e blu; si piegò per riporre i vestiti nella borsa e si girò di schiena, mostrandomi il sedere interamente coperto da uno dei soliti mutandoni inguardabili. Stavo per esplodere di rabbia, se ne accorse ma mi fece cenno di tacere: "adesso ci facciamo un bagno e poi ne parliamo". Risposi che il bagno poteva farselo anche senza di me, non ne avevo voglia. Ma lei non si scompose affatto: "Allora ne parliamo quando esco" e si buttò in acqua. Avrei voluto lasciarla da sola ed andarmene, ci ero rimasto troppo male, che delusione! Se fossimo stati vicini al campeggio lo avrei fatto di sicuro, conoscendomi. Aspettai che si allontanasse dalla riva, mi girai di spalle e rovistai nella sua borsa: il perizoma era presente, insieme al reggiseno dell'altro costume. Tirai un parziale sospiro di sollievo ma il nervosismo non passava, presi il mio asciugamano e lo posizionai sotto l'ombrellone, non mi andava di averla vicino ma non ne volevo sapere nemmeno di rimanere ad aspettarla come un idiota. Così, mentre la furbacchiona sguazzava in alto mare, optai per una passeggiata solitaria "di protesta" verso la zona nudisti, che magari servisse a calmarmi nel vedere le tette o il culo di qualcun altra. In un paio di minuti raggiunsi i pescatori, che nel frattempo si erano divisi in due gruppi: due di loro, infatti, si erano avvicinati di qualche metro alla nostra postazione, un uomo di mezza età piuttosto atletico ed un ragazzo tra i 16 ed i 18 anni, anche lui già prestante: padre e figlio probabilmente. Invece altri 5 di loro non si erano mossi, ma ora li vedevo molto meglio: tre uomini sempre sulla cinquantina o poco meno e due ragazzi forse leggermente più grandi del primo che avevo notato. Salutai i due che si erano staccati dal gruppo: mi risposero con garbo e simpatia, contrariamente alla maggior parte della "categoria pescatori", schiva e poco propensa al dialogo con chi invade il loro territorio: erano locali, con accento marcatamente toscano. Pensai quindi che non stessi disturbando e chiesi se avevano pescato qualcosa e quali tipi di pesce fossero maggiormente presenti in quelle acque. Mi risposero che stavano pescando dall'alba e che finora avevano catturato solo 2 spigole di 3 etti l'una, decisamente poco rispetto a quanto pensavano: forse dipendeva dal troppo caldo perché la zona di solito è molto pescosa e proficua. Prevalevano le spigole, le orate ed altri nomi di pesci mai sentiti prima, forse dialettali. Notarono che il mio accento era molto diverso dal loro e iniziarono a darmi anche qualche indicazione turistica, dopo aver sentito che era la prima volta che mettevamo piede all'Argentario. Curiosamente il ragazzo mi domandò con una certa disinvoltura se fossimo nudisti, mi venne da ridere e spiegai che era già la seconda volta che ci veniva chiesto nella stessa giornata. Anche a loro confidai che amavamo semplicemente la tranquillità e poi, con una malcelata rabbia addosso, puntai il dito verso il nostro ombrellone ed esclamai che la mia compagna non era disposta a mostrarmi nemmeno le chiappe in una parte di spiaggia deserta, figuriamoci un suo nudo integrale... scoppiarono a ridere e chiarirono che i nudisti occupavano da molti anni la parte conclusiva della spiaggia, (indicandomi proprio la zona finale in cui erano piantati gli ombrelloni che vedevo in lontananza appena arrivati), ma anche quella in cui eravamo noi, nei periodi di maggiore affollamento. Mi rivelò con estrema schiettezza che la maggior parte dei nudisti abituali erano uomini anziani oppure ambosessi obesi e che solo di Sabato o di Domenica "si vedeva qualcosa di decente". L'uomo annuì e rincarò la dose affermando seppur con meno irruenza che quando era possibile, loro preferivano tenersi a distanza dai nudisti ma che comunque si era creato un rapporto di civile e rispettosa convivenza, com'era giusto che fosse. Poi mi consigliarono molti altri posti della zona che rispondevano alla nostra semplice esigenza di isolarci dalla massa. Devo ammettere che mi ero molto divertito in quei 20 minuti di conversazione, ma la voglia di raggiungere i nudisti mi era passata in fretta, visto il sesso, la corporatura e l'età media predominante. Tornai indietro congedandomi cordialmente. Mentre mi riavvicinavo, Diana usciva dall'acqua, i nostri sguardi si incontrarono per un secondo ma abbassai la testa per evitarla. Mi sdraiai sul mio asciugamano, sotto l'ombrellone, lei rimase in piedi per sgocciolare ed iniziò ironicamente anche a rimproverarmi per essere andato dai pescatori: "bravo, abbiamo camminato per chilometri inutilmente, adesso non potremo stare in pace neanche qui". Risposi che la cosa era del tutto irrilevante ormai, visto che non c'era nulla da vedere; aggiunsi poi che, in cuor mio, speravo che venissero a cimentarsi proprio davanti a noi, almeno avrei trascorso il tempo a seguire le loro tecniche di pesca. Si offese, rivelando che la sua intenzione era quella di indossare il perizoma dopo aver fatto il bagno, anche per cambiare lo slip bagnato con uno asciutto con l'occasione, ma ribattei che era una sciocchezza bella e buona, perché se l'acqua fosse stata gelida come gli altri giorni, il bagno non l'avrebbe mai fatto e quindi sarebbe rimasta con il mutandone tutto il giorno. Non voleva indossarlo, ne ero certo, altrimenti lo avrebbe messo subito, prima di andare in spiaggia. Insomma, iniziò una discussione piuttosto animata, nel corso della quale si dedicò ad una operazione alquanto insolita, che non avevo mai visto fare a nessun altra prima di allora: quando le donne strizzano i loro reggiseni dopo il bagno, li stringono al petto con le mani per far gocciolare l'acqua: Diana, invece, tirò in avanti uno dei triangoli staccandolo dal seno, lo strinse sulla mano e lo strizzò, lasciando la tettona scoperta durante l'operazione: dopo averlo riposizionato , fece lo stesso con l'altro triangolino, scoprendo l'altro seno. Una mossa arrapante, ma non volevo dargliela vinta così facilmente... Troncai la discussione dicendole che dopo pranzo avrei fatto la valigia e me ne sarei tornato a casa in treno. "Preferisco andare a lavorare piuttosto che perdere tempo a farmi prendere per i fondelli da te. Non sei di parola ed io non mi faccio prendere in giro da nessuno. Quando tornerò a casa, mi cercherò una persona affidabile e che sappia essere donna... almeno su una spiaggia deserta"; nel frattempo miravo verso i pescatori per evitare il suo sguardo e notai che i due con i quali avevo parlato si erano avvicinati ancora un pochino a noi, evidentemente cambiavano zona di pesca per cercare maggior fortuna, visto il misero bottino che avevano accumulato dall'alba. Quest'ultima sfuriata fece il suo effetto, la cresta di Diana si abbassò di molto, ma ricominciò il solito patetico discorso sul suo senso di inferiorità che avevo sentito fino alla nausea per tutto l'inverno: "sono brutta, troppo bassa, mi trascuro ma se non mi trascurassi sarei brutta comunque, la gente è pettegola e maligna, avverto le critiche e i giudizi delle persone, qualunque cosa indosso mi sta male, se mi trucco sembro un pagliaccio, non esiste un taglio di capelli che mi sta bene, mi sento ridicola con una minigonna, con un babydoll, persino con un perizoma. Non ho un corpo slanciato, non è adatto per queste cose, non c'è niente da fare, sarei ridicola. A volte penso che vorrei superare queste barriere mentali, vestendomi e curandomi come tutte le altre ma poi non riesco a farlo e torno a sentirmi inferiore". Mi arrabbiai ancora di più perché le sue fissazioni non sono mai state veritiere, non era una top model, ma non era nemmeno la figlia di Fantozzi... e soprattutto mi arrabbiai perché così dicendo dimostrava di fregarsene di me e di non considerare i miei apprezzamenti, quelli cioè di una persona che l'ha sempre ritenuta graziosa ed arrapante, fin da subito. Rimarcai con molta veemenza quest'ultimo concetto, rafforzandolo con un elenco di tutti i ragazzi che in due giorni avevano visto ed apprezzato le sue tette ribelli: il ragazzo che camminava sul bagnasciuga il primo giorno, i due ragazzi di Napoli mentre giocavamo a carte il giorno precedente, i bagnini al bar la mattina stessa. "Evidentemente non sei così da buttare, altrimenti non ti avrebbero guardato di certo". Non replicò ma fece una smorfia di poca convinzione. Azzardai a proporle un test: "vogliamo fare una prova? La spiaggia è deserta, ci sono solo quei pescatori laggiù, nessun altro potrebbe vederti, giudicarti o spettegolare, soltanto loro: mettiti in topless e cerca di capire se si accorgono di te, se ti apprezzano o no, non serve che ti metti il perizoma, se non ci riesci, ma queste tette così libertine ed indisciplinate come tu le definisci... qualcuno le ha già viste, in minima parte, in questi due giorni, quindi sono state in qualche modo... violate. Ormai dovresti avere meno problemi a mostrarle, giusto? Dai, a questo punto slaccia il reggiseno e toglilo, falle respirare per una volta...e se i pescatori gradiranno la scena, smetterai almeno di sentirti il perenne brutto anatroccolo del cavolo" [/QUOTE]
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