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Capitolo 1: Bar Mario
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La prima vacanza trasgressiva - Introduzione
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<blockquote data-quote="selpot" data-source="post: 17031780" data-attributes="member: 283814"><p>Quanta rabbia all'idea di dover ripartire in una giornata perfetta: a passi lenti, verso l'auto, con le valigie tra le mani, pensai amaramente che avvertire il calore di un sole pieno, accompagnato da una brezza leggera sotto un cielo mai così limpido, a poche ore dalla fine della vacanza, aveva tutta l'aria di una beffa.</p><p></p><p>Il camping prometteva di rianimarsi, a giudicare dalle facce nuove che mi salutarono durante le mie operazioni di carico ed anche dal numero delle vetture parcheggiate, che occupavano posti rimasti desolatamente vuoti per tutta la settimana. Diana nel frattempo aveva provveduto a radunare il resto dei suoi bagagli in un angolino, appoggiando fuori dalla porta il solito equipaggiamento per la spiaggia: prima di affidarmi le chiavi del bungalow e di allontanarsi lungo il viottolo che conduceva ai bagni, mi rammentò che anche la borsa frigo poteva essere riposta in macchina, possibilmente in ombra: avevamo deciso di sgranocchiare qualcosa all'area ristoro del bar del campeggio per il pranzo, evitando la sera precedente di impelagarci nella spesa alimentare ad un solo giorno dalla partenza. Entro le 10 avremmo dovuto liberare la struttura per l'arrivo di altre persone: tutti i minuti persi ad individuare faticosamente un posticino per ogni bagaglio mi convinsero di aver commesso un errore madornale quando avevo optato per viaggiare con la piccola utilitaria diesel di Diana, che mi aveva permesso di risparmiare molto in termini di carburante, senza però consentirmi di lesinare su alcuna imprecazione nel dover incastrare al millimetro ogni borsa.</p><p></p><p>Spostai l'auto in un piccolo spiazzo ombreggiato dagli alberi; di ritorno verso il bungalow, avvertivo già una certa carenza di energie, ma riuscii comunque a notare che, a differenza dell'ombrellone ben visibile nel piccolo cortile, il borsone che conteneva il necessario per il mare era scomparso: "mai lasciare qualcosa di incustodito, di questi tempi, maledizione... e ora come glielo dico che torneremo a casa senza la sua fedelissima crema solare, le carte da gioco ed il suo asciugamano nuovo?" Per fortuna che almeno l'accortezza di chiudere a chiave la porta del bungalow non era venuta meno. Aprii comunque con terrore, velocemente e mi consolai nel vedere la custodia della mia fotocamera sul tavolo, al suo posto... meglio che sparissero gli asciugamani piuttosto che un portafogli, un cellulare e una macchina fotografica... si, non mancava nulla, attivai il telefono e vidi un sms non letto, era di Diana: "Ti aspetto in spiaggia, ho preso io la borsa, l'ombrellone puoi caricarlo in macchina se vuoi": esultai al pensiero di essere scampato ad un furto e soprattutto ad un immancabile e collerico rimprovero della mia "dolce" metà.</p><p></p><p>Confortato dal falso allarme, iniziai le pulizie, partendo dal pavimento. Frattanto il lato peccaminoso del mio cervello cominciò a macinare ragionamenti: dapprima mi interrogai sul perché Diana non avesse portato l'ombrellone con sé, ma arrivai in fretta alla logica conclusione che l'ombra non sarebbe servita, in assenza della borsa frigo. Subito dopo, però, il gusto di giocare con la mia immaginazione prese il sopravvento: mi sentivo arrapato al pensiero che Diana potesse aver incontrato, da sola, qualcuno in spiaggia, magari i ragazzi di Napoli del giorno prima o i bagnini, o si fosse imbattuta in nuove interessanti conoscenze... la mia eccitazione salì sempre di più: aveva tenuto il reggiseno in mia assenza o aveva scelto nuovamente il topless, anche senza di me? In quel momento avrei pagato a peso d'oro chiunque avesse potuto occuparsi delle pulizie al mio posto e sentii forte la tentazione di lasciar perdere tutto e di catapultarmi sulla spiaggia a vedere... ma non potevo, avevo preso un impegno anche con lei, entro mezz'ora avrei dovuto riconsegnare le chiavi del bungalow ed ero molto indietro. Accelerai i ritmi a scapito della regola d'arte, terminai di spazzare in fretta e poi passai ad una rapida pulizia del bagno e dell'angolo cottura, prima di lavare il pavimento... ed alle dieci in punto entrai nell'ufficio della segreteria del camping, evidenziando di aver provveduto alla pulizia del bungalow, per ricambiare in minima parte il loro gesto di cortesia e di generosità che non avremmo mai dimenticato. Mi precipitai di nuovo verso il parcheggio per caricare anche l'ombrellone e qualche altro piccolo bagaglio e poi raggiunsi l'entrata della spiaggia a tempo di record, prima di percorrere a passo lento gli ultimi metri per tentare di scorgere Diana senza essere osservato, ma di lei nessuna traccia. Iniziai una ricerca più approfondita, cercando di notare almeno il posizionamento del suo asciugamano, anche in lontananza, niente da fare. Diedi un'occhiata anche in acqua, pur sapendo che difficilmente Diana avrebbe fatto il suo primo bagno così presto: tuttavia il caldo era ormai notevole, quindi non lo escludevo. La spiaggia era già abbastanza affollata e molti nuovi arrivati avevano subito trovato un posto per una prima abbronzatura della loro pelle ancora cadaverica: qualche famiglia tedesca con bambini, fortunatamente silenziosi, molte giovani coppie e un paio di comitive miste, oltre ai pochi stoici superstiti dalle piogge e dal vento dei giorni precedenti. Un solo bagnino era regolarmente al suo posto, mentre non mi sembrò di notare nessuno tra Ciro, Antonio e Raffaele, pensai che sicuramente avevano fatto tardi. Avanzai di qualche metro, per sperare di inquadrare Diana da un'angolazione diversa, allungai lo sguardo anche in profondità, ma la spiaggia sembrava come al solito deserta dopo i primi 200 metri. Prima di tornare in campeggio per cercarla, presi il telefono e la chiamai. Rispose al terzo squillo anticipando la mia domanda: "Scommetto che non mi trovi, vero? Immaginavo... Non preoccuparti: ho fatto una lunga passeggiata e ho incontrato Andrea e Valerio, i pescatori. Non ci avevo pensato: oggi è Sabato e avevano detto che sarebbero tornati. Mi sono appena fermata qui con loro e ne approfitto per riposarmi, dicono che non disturbo, ti mandano un saluto". Mi tremavano le gambe e mi mancava il respiro , non riuscivo a risponderle in alcun modo: "Ci sei? Mi hai capito?" "Risposi affannosamente che avevo sentito e contraccambiavo il loro saluto, ma dovevo chiederle qualcosa di importante a cui bastava rispondere solo con un si o con un no: "Sei in topless?" "Si, certo. A proposito, mi sono sistemata allo stabilimento, quello che ti serve vedere è sul lettino... e metti subito la crema: il sole scotta oggi. Io mi fermo un po' qui perché sono esausta, ricarico le pile e pian piano ritorno, ci vediamo dopo". Ci salutammo e riattaccò. Raggiunsi il bagnasciuga, dal quale effettivamente si scorgevano a distanza siderale alcune "virgole" in movimento, impossibili da distinguere meglio.</p><p></p><p>Mi avvicinai allo stabilimento per individuare il nostro ombrellone: Matteo, il bagnino presente, mi riconobbe dalla sua postazione e con la mano mi fece segno di raggiungerlo "Siete proprio qui a fianco" Notai l'asciugamano di Diana sistemato sul lettino confinante con il loro posto di guardia e ripiegato su se stesso in un angolo lasciato scoperto, in cui giaceva il suo reggiseno ad asciugare, ciò che mi serviva vedere.... e non era un reggiseno qualunque, bensì quello a righe bianche e blu abbinato al suo perizoma. Avvertii il cuore esplodere e venni invaso da un'eccitazione incontrollabile, mi tolsi la maglietta ed i bermuda e, nel riporli nella borsa, controllai se Diana stava bluffando di nuovo come il secondo giorno, ma stavolta il perizoma non c'era, il costume di ricambio era composto sia da un reggiseno sia da uno slip gialli, abbastanza sottili, niente male. "Inizialmente vi avevo sistemato in prima fila, ma poi quando ho visto che lei, dopo il bagno, si è... beh, insomma, ho voluto spostarla: sai, spesso arrivano le vecchie bacchettone o le mamme con i bimbi piccoli e sarebbe stata troppo bersagliata". Avevo capito perfettamente a cosa stesse alludendo nonostante il suo evidente imbarazzo, ma finsi di non afferrare e sorridendo lo invitai a spiegarsi: "La tua ragazza, dopo il bagno, ha tolto il reggiseno per strizzarlo ma poi è rimasta in topless ed in prima fila non potevo lasciarla, mi fanno storie, alcuni clienti in passato si sono lamentati con la direzione... e da allora ho disposizioni di non vietare i topless ma, per quieto vivere, di mantenere le distanze tra le ragazze in topless e queste moraliste del cavolo che si scandalizzano tanto. Sono clienti abituali e in pratica comandano loro. Scusami: so che è discriminante, ma non decido io. Magari queste babbione neanche verranno, ma purtroppo devo fare così. Poi, non so, alcune persone là in fondo mi hanno chiamato e mi sono assentato un attimo e l'ho vista da lontano che andava a fare una passeggiata da quella parte". Malgrado non fossi del tutto convinto di ciò che stavo per affermare, gli rivelai senza vergognarmi troppo che avevo persuaso io Diana a stare in topless durante la vacanza perché volevo provare a condividere con altri il mio piacere di guardarla e che quindi la "colpa" era mia, ma si sarebbe potuta ricoprire se creava problemi al suo lavoro: lui rispose che comprendeva la mia esigenza: aveva sempre sognato che la sua ragazza facesse altrettanto ma lei non aveva mai voluto saperne, nonostante le sue continue insistenze: poi ribadì che l'intolleranza di qualcuno era dovuta solo all'invidia e non c'era assolutamente alcun divieto di stare a seno nudo: rimanendo accanto allo spazio degli addetti al salvataggio, inoltre, nessuno avrebbe protestato. Volli un pochino stuzzicarlo per capire cosa pensasse delle tette di Diana "Cogli il lato positivo: oggi hai un bel panorama proprio vicino a te, non capita tutti i giorni" "Eh si, diciamo pure che non capita quasi mai, quindi hai fatto benissimo a convincerla, ogni tanto vedere qualcosa di bello ti fa amare questo mestiere, altro che vecchie acide". Risposi che peraltro il seno prorompente di Diana non le permetteva di passare inosservata e lui annuì "Non dovrei parlarne a un cliente, un po' mi imbarazza,ma... insomma...ho capito che io e ti ci assomigliamo nelle nostre piccole trasgressioni, quindi se ti fa piacere saperlo, a me fa altrettanto piacere dirtelo senza mezzi termini: ovviamente qualche topless l'ho visto con interesse facendo il bagnino da tre anni, ma uno spettacolo del genere non mi era ancora capitato, veramente!". Eccitato ed inorgoglito, morivo dalla voglia di capire se Diana avesse messo la crema e soprattutto con quale atteggiamento e con quali modalità... pensai a come scoprirlo senza esagerare: "Speriamo che si sia ricordata della protezione, oggi il sole è rovente." Lui mi rispose che si era occupato personalmente di cospargerla sulla schiena, non di sua iniziativa ma su richiesta di Diana e che "al resto" aveva pensato da sola. "Quindi l'ha messa, l'hai visto tu?" "Si si, ero qui con lei, ho visto benissimo, era inevitabile, capisci...". Finsi di rasserenarmi ma in realtà il mio cervello era impazzito, completamente preso d'assalto da un turbine di scene in contemporanea, una più provocante e disinibita dell'altra, che spesso si sovrapponevano nei miei pensieri: immaginai il suo "spogliarello" con cui scopriva per la prima volta il suo sedere, i pochi passi in perizoma verso il bagnasciuga prima di tuffarsi, pensai al modo con cui potesse essersi liberata del reggiseno dopo il bagno, fantasticai sul primo incontro " tête-à-tête " tra lei in topless ed il bagnino che le proponeva di spostarsi, poi comparvero le sue tettone al sole che si asciugavano sdraiate sul lettino con gli occhi di Matteo addosso, dopo ancora provai ad indovinare mentalmente in quale posizione avesse permesso al ragazzo di spalmarle la crema sulla schiena, magari rimanendo in piedi oppure sdraiata sul lettino: in entrambi i casi avrebbe finalmente esibito una prospettiva generosa e spudorata anche del suo bel culo scoperto, baciato dal sole ed incorniciato solo da qualche sottile strisciolina di stoffa. A seguire vedevo la danza di quelle tettone palpate dalle mani di Diana e imbiancate di protezione solare proprio in faccia al bagnino, chissà se aveva usato moderazione o se le era piaciuto farlo impazzire con i suoi soliti magistrali movimenti di spalmatura. Dovevo assolutamente calmarmi, non potevo andare avanti in quel modo e cercai distrazioni, voltando lo sguardo verso il lato sinistro dello sterminato arenile, ma fu inutile: la spiaggia si andava ulteriormente riempiendo e anche questa banale considerazione continuò ad eccitarmi: scrutavo il viso ed i comportamenti di ogni persona, conteggiando quanti uomini potenzialmente l'avevano osservata camminare in topless e perizoma proprio davanti ai loro ombrelloni: ne contai almeno 30, chissà se erano già tutti presenti al momento della passeggiata o se erano arrivati più tardi, quando lei era già lontana, forse no... mi sforzai di ricordare i volti che avevo notato al mio arrivo in spiaggia, di sicuro una decina di maschietti l'avevano vista perfettamente, oltre a Matteo ed a qualche cliente dello stabilimento... ma speravo che fossero molti di più... e riflettei che il suo ritorno sarebbe stato imperdibile, in particolar modo nel momento del suo passaggio negli ultimi 200 metri di spiaggia ormai affollatissimi anche di ragazzi e uomini di ogni età... contemplavo il bagnasciuga fin dove lo sguardo poteva arrivare e seguivo, uno per uno, migliaia di passi che Diana aveva percorso da sola, con le tette al vento ed il culo di fuori, fino ad arrivare dai suoi indimenticati pescatori: già, proprio loro: si era allontanata quasi nuda per sperare di ritrovarli o li aveva incontrati per caso, senza volerlo? Chissà cosa stavano facendo in quel momento...Guardavano soltanto o approfittavano della sua solitudine per proporre qualcos'altro? E lei come si comportava nei loro confronti, specie davanti a quel giovanotto così sconvolto dall'esplosione delle sue tettone? Oggi avevano anche il suo culo da fissare, si saranno complimentati anche per il suo perizoma? Magari lei lo avrebbe valorizzato con qualche movimento sexy, apparentemente casuale... quanto avrei voluto essere laggiù!</p><p></p><p>Fu una sensazione ubriacante, di una potenza inaudita, poter vagare con la mente così a lungo pensando alle sue trasgressioni, avrei voluto continuare a immaginarla per ore, ma non resistevo più, desideravo spiarla, esaminare i suoi comportamenti, le sue mosse, i suoi sguardi, le sue posizioni, dovevo vederla mostrare senza pudore quelle tettone davanti ad Andrea e Valerio e avvertivo una frenesia incontrollabile di guardare per la prima volta il suo culo al sole in bella mostra, a due passi da loro.</p><p></p><p>Frettolosamente mi spalmai la crema fin dove potevo arrivare, comunicai a Matteo che stavo per allontanarmi, indossai le mie infradito e dopo aver preso la borsa iniziai una lunga e naturalistica escursione nella pineta della Feniglia retrostante le dune, in direzione Diana...</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="selpot, post: 17031780, member: 283814"] Quanta rabbia all'idea di dover ripartire in una giornata perfetta: a passi lenti, verso l'auto, con le valigie tra le mani, pensai amaramente che avvertire il calore di un sole pieno, accompagnato da una brezza leggera sotto un cielo mai così limpido, a poche ore dalla fine della vacanza, aveva tutta l'aria di una beffa. Il camping prometteva di rianimarsi, a giudicare dalle facce nuove che mi salutarono durante le mie operazioni di carico ed anche dal numero delle vetture parcheggiate, che occupavano posti rimasti desolatamente vuoti per tutta la settimana. Diana nel frattempo aveva provveduto a radunare il resto dei suoi bagagli in un angolino, appoggiando fuori dalla porta il solito equipaggiamento per la spiaggia: prima di affidarmi le chiavi del bungalow e di allontanarsi lungo il viottolo che conduceva ai bagni, mi rammentò che anche la borsa frigo poteva essere riposta in macchina, possibilmente in ombra: avevamo deciso di sgranocchiare qualcosa all'area ristoro del bar del campeggio per il pranzo, evitando la sera precedente di impelagarci nella spesa alimentare ad un solo giorno dalla partenza. Entro le 10 avremmo dovuto liberare la struttura per l'arrivo di altre persone: tutti i minuti persi ad individuare faticosamente un posticino per ogni bagaglio mi convinsero di aver commesso un errore madornale quando avevo optato per viaggiare con la piccola utilitaria diesel di Diana, che mi aveva permesso di risparmiare molto in termini di carburante, senza però consentirmi di lesinare su alcuna imprecazione nel dover incastrare al millimetro ogni borsa. Spostai l'auto in un piccolo spiazzo ombreggiato dagli alberi; di ritorno verso il bungalow, avvertivo già una certa carenza di energie, ma riuscii comunque a notare che, a differenza dell'ombrellone ben visibile nel piccolo cortile, il borsone che conteneva il necessario per il mare era scomparso: "mai lasciare qualcosa di incustodito, di questi tempi, maledizione... e ora come glielo dico che torneremo a casa senza la sua fedelissima crema solare, le carte da gioco ed il suo asciugamano nuovo?" Per fortuna che almeno l'accortezza di chiudere a chiave la porta del bungalow non era venuta meno. Aprii comunque con terrore, velocemente e mi consolai nel vedere la custodia della mia fotocamera sul tavolo, al suo posto... meglio che sparissero gli asciugamani piuttosto che un portafogli, un cellulare e una macchina fotografica... si, non mancava nulla, attivai il telefono e vidi un sms non letto, era di Diana: "Ti aspetto in spiaggia, ho preso io la borsa, l'ombrellone puoi caricarlo in macchina se vuoi": esultai al pensiero di essere scampato ad un furto e soprattutto ad un immancabile e collerico rimprovero della mia "dolce" metà. Confortato dal falso allarme, iniziai le pulizie, partendo dal pavimento. Frattanto il lato peccaminoso del mio cervello cominciò a macinare ragionamenti: dapprima mi interrogai sul perché Diana non avesse portato l'ombrellone con sé, ma arrivai in fretta alla logica conclusione che l'ombra non sarebbe servita, in assenza della borsa frigo. Subito dopo, però, il gusto di giocare con la mia immaginazione prese il sopravvento: mi sentivo arrapato al pensiero che Diana potesse aver incontrato, da sola, qualcuno in spiaggia, magari i ragazzi di Napoli del giorno prima o i bagnini, o si fosse imbattuta in nuove interessanti conoscenze... la mia eccitazione salì sempre di più: aveva tenuto il reggiseno in mia assenza o aveva scelto nuovamente il topless, anche senza di me? In quel momento avrei pagato a peso d'oro chiunque avesse potuto occuparsi delle pulizie al mio posto e sentii forte la tentazione di lasciar perdere tutto e di catapultarmi sulla spiaggia a vedere... ma non potevo, avevo preso un impegno anche con lei, entro mezz'ora avrei dovuto riconsegnare le chiavi del bungalow ed ero molto indietro. Accelerai i ritmi a scapito della regola d'arte, terminai di spazzare in fretta e poi passai ad una rapida pulizia del bagno e dell'angolo cottura, prima di lavare il pavimento... ed alle dieci in punto entrai nell'ufficio della segreteria del camping, evidenziando di aver provveduto alla pulizia del bungalow, per ricambiare in minima parte il loro gesto di cortesia e di generosità che non avremmo mai dimenticato. Mi precipitai di nuovo verso il parcheggio per caricare anche l'ombrellone e qualche altro piccolo bagaglio e poi raggiunsi l'entrata della spiaggia a tempo di record, prima di percorrere a passo lento gli ultimi metri per tentare di scorgere Diana senza essere osservato, ma di lei nessuna traccia. Iniziai una ricerca più approfondita, cercando di notare almeno il posizionamento del suo asciugamano, anche in lontananza, niente da fare. Diedi un'occhiata anche in acqua, pur sapendo che difficilmente Diana avrebbe fatto il suo primo bagno così presto: tuttavia il caldo era ormai notevole, quindi non lo escludevo. La spiaggia era già abbastanza affollata e molti nuovi arrivati avevano subito trovato un posto per una prima abbronzatura della loro pelle ancora cadaverica: qualche famiglia tedesca con bambini, fortunatamente silenziosi, molte giovani coppie e un paio di comitive miste, oltre ai pochi stoici superstiti dalle piogge e dal vento dei giorni precedenti. Un solo bagnino era regolarmente al suo posto, mentre non mi sembrò di notare nessuno tra Ciro, Antonio e Raffaele, pensai che sicuramente avevano fatto tardi. Avanzai di qualche metro, per sperare di inquadrare Diana da un'angolazione diversa, allungai lo sguardo anche in profondità, ma la spiaggia sembrava come al solito deserta dopo i primi 200 metri. Prima di tornare in campeggio per cercarla, presi il telefono e la chiamai. Rispose al terzo squillo anticipando la mia domanda: "Scommetto che non mi trovi, vero? Immaginavo... Non preoccuparti: ho fatto una lunga passeggiata e ho incontrato Andrea e Valerio, i pescatori. Non ci avevo pensato: oggi è Sabato e avevano detto che sarebbero tornati. Mi sono appena fermata qui con loro e ne approfitto per riposarmi, dicono che non disturbo, ti mandano un saluto". Mi tremavano le gambe e mi mancava il respiro , non riuscivo a risponderle in alcun modo: "Ci sei? Mi hai capito?" "Risposi affannosamente che avevo sentito e contraccambiavo il loro saluto, ma dovevo chiederle qualcosa di importante a cui bastava rispondere solo con un si o con un no: "Sei in topless?" "Si, certo. A proposito, mi sono sistemata allo stabilimento, quello che ti serve vedere è sul lettino... e metti subito la crema: il sole scotta oggi. Io mi fermo un po' qui perché sono esausta, ricarico le pile e pian piano ritorno, ci vediamo dopo". Ci salutammo e riattaccò. Raggiunsi il bagnasciuga, dal quale effettivamente si scorgevano a distanza siderale alcune "virgole" in movimento, impossibili da distinguere meglio. Mi avvicinai allo stabilimento per individuare il nostro ombrellone: Matteo, il bagnino presente, mi riconobbe dalla sua postazione e con la mano mi fece segno di raggiungerlo "Siete proprio qui a fianco" Notai l'asciugamano di Diana sistemato sul lettino confinante con il loro posto di guardia e ripiegato su se stesso in un angolo lasciato scoperto, in cui giaceva il suo reggiseno ad asciugare, ciò che mi serviva vedere.... e non era un reggiseno qualunque, bensì quello a righe bianche e blu abbinato al suo perizoma. Avvertii il cuore esplodere e venni invaso da un'eccitazione incontrollabile, mi tolsi la maglietta ed i bermuda e, nel riporli nella borsa, controllai se Diana stava bluffando di nuovo come il secondo giorno, ma stavolta il perizoma non c'era, il costume di ricambio era composto sia da un reggiseno sia da uno slip gialli, abbastanza sottili, niente male. "Inizialmente vi avevo sistemato in prima fila, ma poi quando ho visto che lei, dopo il bagno, si è... beh, insomma, ho voluto spostarla: sai, spesso arrivano le vecchie bacchettone o le mamme con i bimbi piccoli e sarebbe stata troppo bersagliata". Avevo capito perfettamente a cosa stesse alludendo nonostante il suo evidente imbarazzo, ma finsi di non afferrare e sorridendo lo invitai a spiegarsi: "La tua ragazza, dopo il bagno, ha tolto il reggiseno per strizzarlo ma poi è rimasta in topless ed in prima fila non potevo lasciarla, mi fanno storie, alcuni clienti in passato si sono lamentati con la direzione... e da allora ho disposizioni di non vietare i topless ma, per quieto vivere, di mantenere le distanze tra le ragazze in topless e queste moraliste del cavolo che si scandalizzano tanto. Sono clienti abituali e in pratica comandano loro. Scusami: so che è discriminante, ma non decido io. Magari queste babbione neanche verranno, ma purtroppo devo fare così. Poi, non so, alcune persone là in fondo mi hanno chiamato e mi sono assentato un attimo e l'ho vista da lontano che andava a fare una passeggiata da quella parte". Malgrado non fossi del tutto convinto di ciò che stavo per affermare, gli rivelai senza vergognarmi troppo che avevo persuaso io Diana a stare in topless durante la vacanza perché volevo provare a condividere con altri il mio piacere di guardarla e che quindi la "colpa" era mia, ma si sarebbe potuta ricoprire se creava problemi al suo lavoro: lui rispose che comprendeva la mia esigenza: aveva sempre sognato che la sua ragazza facesse altrettanto ma lei non aveva mai voluto saperne, nonostante le sue continue insistenze: poi ribadì che l'intolleranza di qualcuno era dovuta solo all'invidia e non c'era assolutamente alcun divieto di stare a seno nudo: rimanendo accanto allo spazio degli addetti al salvataggio, inoltre, nessuno avrebbe protestato. Volli un pochino stuzzicarlo per capire cosa pensasse delle tette di Diana "Cogli il lato positivo: oggi hai un bel panorama proprio vicino a te, non capita tutti i giorni" "Eh si, diciamo pure che non capita quasi mai, quindi hai fatto benissimo a convincerla, ogni tanto vedere qualcosa di bello ti fa amare questo mestiere, altro che vecchie acide". Risposi che peraltro il seno prorompente di Diana non le permetteva di passare inosservata e lui annuì "Non dovrei parlarne a un cliente, un po' mi imbarazza,ma... insomma...ho capito che io e ti ci assomigliamo nelle nostre piccole trasgressioni, quindi se ti fa piacere saperlo, a me fa altrettanto piacere dirtelo senza mezzi termini: ovviamente qualche topless l'ho visto con interesse facendo il bagnino da tre anni, ma uno spettacolo del genere non mi era ancora capitato, veramente!". Eccitato ed inorgoglito, morivo dalla voglia di capire se Diana avesse messo la crema e soprattutto con quale atteggiamento e con quali modalità... pensai a come scoprirlo senza esagerare: "Speriamo che si sia ricordata della protezione, oggi il sole è rovente." Lui mi rispose che si era occupato personalmente di cospargerla sulla schiena, non di sua iniziativa ma su richiesta di Diana e che "al resto" aveva pensato da sola. "Quindi l'ha messa, l'hai visto tu?" "Si si, ero qui con lei, ho visto benissimo, era inevitabile, capisci...". Finsi di rasserenarmi ma in realtà il mio cervello era impazzito, completamente preso d'assalto da un turbine di scene in contemporanea, una più provocante e disinibita dell'altra, che spesso si sovrapponevano nei miei pensieri: immaginai il suo "spogliarello" con cui scopriva per la prima volta il suo sedere, i pochi passi in perizoma verso il bagnasciuga prima di tuffarsi, pensai al modo con cui potesse essersi liberata del reggiseno dopo il bagno, fantasticai sul primo incontro " tête-à-tête " tra lei in topless ed il bagnino che le proponeva di spostarsi, poi comparvero le sue tettone al sole che si asciugavano sdraiate sul lettino con gli occhi di Matteo addosso, dopo ancora provai ad indovinare mentalmente in quale posizione avesse permesso al ragazzo di spalmarle la crema sulla schiena, magari rimanendo in piedi oppure sdraiata sul lettino: in entrambi i casi avrebbe finalmente esibito una prospettiva generosa e spudorata anche del suo bel culo scoperto, baciato dal sole ed incorniciato solo da qualche sottile strisciolina di stoffa. A seguire vedevo la danza di quelle tettone palpate dalle mani di Diana e imbiancate di protezione solare proprio in faccia al bagnino, chissà se aveva usato moderazione o se le era piaciuto farlo impazzire con i suoi soliti magistrali movimenti di spalmatura. Dovevo assolutamente calmarmi, non potevo andare avanti in quel modo e cercai distrazioni, voltando lo sguardo verso il lato sinistro dello sterminato arenile, ma fu inutile: la spiaggia si andava ulteriormente riempiendo e anche questa banale considerazione continuò ad eccitarmi: scrutavo il viso ed i comportamenti di ogni persona, conteggiando quanti uomini potenzialmente l'avevano osservata camminare in topless e perizoma proprio davanti ai loro ombrelloni: ne contai almeno 30, chissà se erano già tutti presenti al momento della passeggiata o se erano arrivati più tardi, quando lei era già lontana, forse no... mi sforzai di ricordare i volti che avevo notato al mio arrivo in spiaggia, di sicuro una decina di maschietti l'avevano vista perfettamente, oltre a Matteo ed a qualche cliente dello stabilimento... ma speravo che fossero molti di più... e riflettei che il suo ritorno sarebbe stato imperdibile, in particolar modo nel momento del suo passaggio negli ultimi 200 metri di spiaggia ormai affollatissimi anche di ragazzi e uomini di ogni età... contemplavo il bagnasciuga fin dove lo sguardo poteva arrivare e seguivo, uno per uno, migliaia di passi che Diana aveva percorso da sola, con le tette al vento ed il culo di fuori, fino ad arrivare dai suoi indimenticati pescatori: già, proprio loro: si era allontanata quasi nuda per sperare di ritrovarli o li aveva incontrati per caso, senza volerlo? Chissà cosa stavano facendo in quel momento...Guardavano soltanto o approfittavano della sua solitudine per proporre qualcos'altro? E lei come si comportava nei loro confronti, specie davanti a quel giovanotto così sconvolto dall'esplosione delle sue tettone? Oggi avevano anche il suo culo da fissare, si saranno complimentati anche per il suo perizoma? Magari lei lo avrebbe valorizzato con qualche movimento sexy, apparentemente casuale... quanto avrei voluto essere laggiù! Fu una sensazione ubriacante, di una potenza inaudita, poter vagare con la mente così a lungo pensando alle sue trasgressioni, avrei voluto continuare a immaginarla per ore, ma non resistevo più, desideravo spiarla, esaminare i suoi comportamenti, le sue mosse, i suoi sguardi, le sue posizioni, dovevo vederla mostrare senza pudore quelle tettone davanti ad Andrea e Valerio e avvertivo una frenesia incontrollabile di guardare per la prima volta il suo culo al sole in bella mostra, a due passi da loro. Frettolosamente mi spalmai la crema fin dove potevo arrivare, comunicai a Matteo che stavo per allontanarmi, indossai le mie infradito e dopo aver preso la borsa iniziai una lunga e naturalistica escursione nella pineta della Feniglia retrostante le dune, in direzione Diana... [/QUOTE]
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