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La prima vacanza trasgressiva - Introduzione
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<blockquote data-quote="selpot" data-source="post: 17093066" data-attributes="member: 283814"><p>Minuscoli lembi di stoffa che rappresentavano un tesoro dal valore inestimabile. In attesa del week-end, il momento più piacevole della giornata era diventato, nel corso della settimana, quello del ritiro nella mia camera, dopo cena. Aprire l'armadio, cercare nascosta tra le mie magliette la busta dei nuovi bikini di Diana, estrarli lentamente, appoggiarli sul mio letto e sfiorarne i bordi con l'indice della mano destra, quasi a solleticarli. Queste insensate operazioni abitudinarie riuscivano da sole ad eccitarmi: immaginavo quei triangolini ridottissimi incorniciare il suo sedere, su spiagge libertine, oppure deserte, o semplicemente condivise con "affinità elettive" a noi dedicate.</p><p></p><p>Raccontai a Diana di essermi assicurato a fatica, ma con un'immensa soddisfazione, dei nuovi costumi per lei. Continuavo a temere le sue reazioni rispetto a notizie del genere, non riuscivo ancora a dimenticare il recente passato, nel quale ero stato marchiato quasi come un violentatore di anime solo per non aver resistito allo slancio di azzardare a donarle un comune paio di autoreggenti. Avvertivo una ferita ancora aperta e sgorgante, non era così semplice superare e cancellare un autentico trauma che mi induceva a misurare ancora le parole, il timbro della voce o l'acutezza delle mie esclamazioni nell'affrontare il tema della sua femminilità.</p><p></p><p>Mi considerai graziato nel sentirla, al contrario, raggiante ed elettrizzata dai miei acquisti: volle ascoltare incuriosita una descrizione più dettagliata dei bikini: cercai di delinearli il meglio possibile nella sua mente, senza esagerare in commenti soggettivi troppo enfatici o appassionati, limitandomi ad un fedele ed essenziale ritratto delle mie compere. Il suo entusiasmo e la sua riconoscenza non crollarono nemmeno dopo aver appreso le dimensioni degli slip: anzi, fioccarono complimenti e manifestazioni di meraviglia nella consapevolezza che fossi riuscito a trovare degli articoli rarissimi, tenendo conto delle mode del momento ben più castigate e del contesto sociale bigotto che ci attorniava.</p><p></p><p>Quasi alla fine della conversazione, Diana rivelò di aver già provveduto a disfarsi di ben cinque dei suoi costumi più vecchi, malridotti e morigerati, più della metà e che quindi i miei nuovi acquisti erano divenuti quasi indispensabili, oltre che compensativi. Sollevato e quasi incredulo dall'andamento della telefonata appena conclusa, presi coraggio e sospinto da un impulso irrefrenabile di trovare ulteriori preziose alternative, mi immersi in un'approfondita navigazione in Internet, con una chiave di ricerca costante: "bikini perizoma".</p><p></p><p>Constatai un altro motivo per il quale mi ritenevo sfortunato a vivere in Italia: la carenza deprimente di siti nazionali specializzati in moda mare sexy, a parte qualche rarissima ma costosa eccezione: provai una profonda tristezza nello scorrere centinaia di foto di modelle bellissime, con sederi marmorei e seni mozzafiato, che indossavano dei veri e propri scafandri di licra o di elastene.</p><p></p><p>In compenso appurai che in Spagna, in America e persino in Germania ed in Inghilterra le dimensioni di parecchi bikini corrispondevano perfettamente alle nostre particolari ed insolite esigenze. In pochi istanti il carrello di una delle maggiori piattaforme fu riempito delle varianti più bizzarre, poi iniziai una sofferta e travagliata cernita, prediligendo modelli di sicuro gradimento e colori che non ricordavo nell' assortimento di Diana o che erano stati appena gettati nella spazzatura. Rimaneva saldamente inamovibile il mio pupillo: un succinto e policromo capolavoro, un tripudio di colori dell'arcobaleno a righe orizzontali su un fondo turchese. Lo affiancai a tre semplici e sensuali modelli in tinta unita arancio, rosa e nero, appena più coprenti rispetto al mio preferito ma comunque rigorosamente perizomati con laccetti sui fianchi. Finalmente mi sentii soddisfatto, oltre che arrapato perso: il parco costumi di Diana era stato drasticamente rinnovato e rivoluzionato a mio piacimento.</p><p></p><p>Cause di forza maggiore prettamente femminili negarono emozioni balneari sulle quali avevo fantasticato per tutta la settimana. Nel week-end Diana non dimostrò di essere in vena neppure di sbirciare nella busta dei primi tre bikini acquistati in negozio, tanto meno di indossarli per testarne la misura. Ne rimandammo la visione e la prova alla settimana successiva: "Verrò io da te Sabato e Domenica prossimi, almeno potrò trascorrere un pò di tempo anche con i tuoi genitori, non li vedo da troppi giorni".</p><p></p><p>La pianificazione della sua visita aprì nuovi scenari e variazioni di programma: di certo non avremmo potuto recarci di nuovo presso la spiaggia della zona militare, troppo distante da casa mia... era quindi necessario ripiegare su un posto imprevisto, nel caso Diana avvertisse il desiderio di qualche ora di mare, idea che avrei sicuramente proposto e sponsorizzato in assenza di sue iniziative. La scelta non poteva che ricadere tra le due spiagge da me ispezionate la settimana precedente, che mi avevano maggiormente convinto: quella colonizzata da pescatori anche giovani, pur se circondata dal degrado più desolante, oppure quella avvolta in un contesto più curato e piacevole, ricca di localini a ridosso dell'arenile e frequentata da molti ragazzi.</p><p></p><p>Bel dilemma!!!</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="selpot, post: 17093066, member: 283814"] Minuscoli lembi di stoffa che rappresentavano un tesoro dal valore inestimabile. In attesa del week-end, il momento più piacevole della giornata era diventato, nel corso della settimana, quello del ritiro nella mia camera, dopo cena. Aprire l'armadio, cercare nascosta tra le mie magliette la busta dei nuovi bikini di Diana, estrarli lentamente, appoggiarli sul mio letto e sfiorarne i bordi con l'indice della mano destra, quasi a solleticarli. Queste insensate operazioni abitudinarie riuscivano da sole ad eccitarmi: immaginavo quei triangolini ridottissimi incorniciare il suo sedere, su spiagge libertine, oppure deserte, o semplicemente condivise con "affinità elettive" a noi dedicate. Raccontai a Diana di essermi assicurato a fatica, ma con un'immensa soddisfazione, dei nuovi costumi per lei. Continuavo a temere le sue reazioni rispetto a notizie del genere, non riuscivo ancora a dimenticare il recente passato, nel quale ero stato marchiato quasi come un violentatore di anime solo per non aver resistito allo slancio di azzardare a donarle un comune paio di autoreggenti. Avvertivo una ferita ancora aperta e sgorgante, non era così semplice superare e cancellare un autentico trauma che mi induceva a misurare ancora le parole, il timbro della voce o l'acutezza delle mie esclamazioni nell'affrontare il tema della sua femminilità. Mi considerai graziato nel sentirla, al contrario, raggiante ed elettrizzata dai miei acquisti: volle ascoltare incuriosita una descrizione più dettagliata dei bikini: cercai di delinearli il meglio possibile nella sua mente, senza esagerare in commenti soggettivi troppo enfatici o appassionati, limitandomi ad un fedele ed essenziale ritratto delle mie compere. Il suo entusiasmo e la sua riconoscenza non crollarono nemmeno dopo aver appreso le dimensioni degli slip: anzi, fioccarono complimenti e manifestazioni di meraviglia nella consapevolezza che fossi riuscito a trovare degli articoli rarissimi, tenendo conto delle mode del momento ben più castigate e del contesto sociale bigotto che ci attorniava. Quasi alla fine della conversazione, Diana rivelò di aver già provveduto a disfarsi di ben cinque dei suoi costumi più vecchi, malridotti e morigerati, più della metà e che quindi i miei nuovi acquisti erano divenuti quasi indispensabili, oltre che compensativi. Sollevato e quasi incredulo dall'andamento della telefonata appena conclusa, presi coraggio e sospinto da un impulso irrefrenabile di trovare ulteriori preziose alternative, mi immersi in un'approfondita navigazione in Internet, con una chiave di ricerca costante: "bikini perizoma". Constatai un altro motivo per il quale mi ritenevo sfortunato a vivere in Italia: la carenza deprimente di siti nazionali specializzati in moda mare sexy, a parte qualche rarissima ma costosa eccezione: provai una profonda tristezza nello scorrere centinaia di foto di modelle bellissime, con sederi marmorei e seni mozzafiato, che indossavano dei veri e propri scafandri di licra o di elastene. In compenso appurai che in Spagna, in America e persino in Germania ed in Inghilterra le dimensioni di parecchi bikini corrispondevano perfettamente alle nostre particolari ed insolite esigenze. In pochi istanti il carrello di una delle maggiori piattaforme fu riempito delle varianti più bizzarre, poi iniziai una sofferta e travagliata cernita, prediligendo modelli di sicuro gradimento e colori che non ricordavo nell' assortimento di Diana o che erano stati appena gettati nella spazzatura. Rimaneva saldamente inamovibile il mio pupillo: un succinto e policromo capolavoro, un tripudio di colori dell'arcobaleno a righe orizzontali su un fondo turchese. Lo affiancai a tre semplici e sensuali modelli in tinta unita arancio, rosa e nero, appena più coprenti rispetto al mio preferito ma comunque rigorosamente perizomati con laccetti sui fianchi. Finalmente mi sentii soddisfatto, oltre che arrapato perso: il parco costumi di Diana era stato drasticamente rinnovato e rivoluzionato a mio piacimento. Cause di forza maggiore prettamente femminili negarono emozioni balneari sulle quali avevo fantasticato per tutta la settimana. Nel week-end Diana non dimostrò di essere in vena neppure di sbirciare nella busta dei primi tre bikini acquistati in negozio, tanto meno di indossarli per testarne la misura. Ne rimandammo la visione e la prova alla settimana successiva: "Verrò io da te Sabato e Domenica prossimi, almeno potrò trascorrere un pò di tempo anche con i tuoi genitori, non li vedo da troppi giorni". La pianificazione della sua visita aprì nuovi scenari e variazioni di programma: di certo non avremmo potuto recarci di nuovo presso la spiaggia della zona militare, troppo distante da casa mia... era quindi necessario ripiegare su un posto imprevisto, nel caso Diana avvertisse il desiderio di qualche ora di mare, idea che avrei sicuramente proposto e sponsorizzato in assenza di sue iniziative. La scelta non poteva che ricadere tra le due spiagge da me ispezionate la settimana precedente, che mi avevano maggiormente convinto: quella colonizzata da pescatori anche giovani, pur se circondata dal degrado più desolante, oppure quella avvolta in un contesto più curato e piacevole, ricca di localini a ridosso dell'arenile e frequentata da molti ragazzi. Bel dilemma!!! [/QUOTE]
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