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Capitolo 1: Bar Mario
Racconti Erotici
La prima vacanza trasgressiva - Introduzione
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<blockquote data-quote="selpot" data-source="post: 17513772" data-attributes="member: 283814"><p>Il mesto e rassegnato ricomporsi di Luca non placò gli intenti peccaminosi e spumeggianti di Diana, che sfoggiava con assoluta disinvoltura il suo nudo integrale con tanto di gambe spalancate davanti agli sguardi avviliti ed arrendevoli del giovanotto, in palese soggezione per la brutta figura rimediata, che sentiva gravare addosso come il più insopportabile e disonorevole dei macigni.</p><p></p><p>Avvertivo dentro di me il dovere di incoraggiare il ragazzo visibilmente in difficoltà, minimizzando l'accaduto, ma temevo allo stesso tempo che, in un momento così frustrante per lui, qualunque parola consolatoria provocasse l'effetto contrario, amplificando il suo abbattimento ed il suo disappunto. Mi trattenni ancora, nel tentativo di individuare il giusto approccio che potesse scatenare una reazione d'orgoglio e un deciso e stimolante desiderio di rivincita.</p><p></p><p>Per la prima volta in assoluto fui io ad accennare a Diana di allontanarsi da sola. Le sue perplessità mi costrinsero ad insistere con almeno tre identici e reiterati gesti della mano. Senza comprenderne il motivo, infilò nuovamente il suo micro perizoma dopo essersi sollevata dall'asciugamano con palpabile titubanza: sorrise amabilmente a Luca e si avviò verso la riva per immergere i piedi in acqua, prestando attenzione a non inciampare: la vista del suo profilo nudo, eccezion fatta per quella strisciolina di stoffa posteriore pressochè invisibile, mi distolse dai miei propositi di incitamento a favore del giovane. Dopo alcuni istanti di pura ed imbambolata venerazione, mi avvicinai a Luca, che osservava le sensuali movenze di Diana con dispiaciuto rimpianto.</p><p></p><p>Si avvide della mia presenza, seduto al suo fianco e mi evitò un esordio incerto: "Non potevo che fallire, non ero pronto ad una giornata simile: mi aspettavo tutt'altro sinceramente, non pensavo che foste così... particolari, ecco. Lei è uno spettacolo, è davvero disarmante. Non mi era mai capitata un'esperienza del genere e ancora non riesco a realizzare cosa stia succedendo"</p><p></p><p>"Come ti capisco!! Mi hai fatto tornare in mente tutte le volte in cui mi è successa la stessa cosa: provavo una rabbia quasi violenta verso me stesso: non sono mai riuscito a comprendere perché accadeva sempre nelle migliori occasioni, o nei momenti più intriganti... mah, è davvero difficile da spiegare. Ogni tanto mi capita ancora. Per quanto le donne ti dicano che non fa nulla e che sono soddisfatte lo stesso, non riesco mai a perdonarmi e le consolazioni mi fanno innervosire ancora di più... Comunque sappi che hai tutto il giorno per riscattarti, ma non trasformare la tua voglia di riscossa in una questione di principio o in un'ossessione, altrimenti rischi di fallire di nuovo... purtroppo parlo per esperienza personale: i meccanismi della mente umana a volte sono misteriosi e inspiegabili. Cerca semplicemente di divertirti e vedrai che Diana apprezzerà moltissimo: non fa che parlarmi di te, da quando ti ha conosciuto... Luca di qua, Luca di là... menomale che non sono geloso!!"</p><p></p><p>Finalmente Il ragazzo sorrise, scrollandosi di dosso il peso dei suoi insuccessi: "Che tu non sia geloso è evidente! Non è facile capirti, ma devo ammettere che mi piacerebbe una mente aperta come la tua. Vi vedo complici e felici e secondo me è proprio questo che conta, a prescindere dall'origine e dalle fonti della vostra complicità".</p><p></p><p>Diana si rinfrescò rapidamente, dapprima gettandosi addosso delle copiose manciate d'acqua, per poi massaggiare sensualmente i suoi seni mentre tornava ad avvicinarsi a noi: giunse a destinazione, quasi soffocando i nostri volti con la sua fica. Mozzafiato la prospettiva dal basso verso l'alto: le labbra della patatina in primo piano fuoriuscivano vistosamente dai bordi del perizoma e la perfetta e giunonica rotondità delle tettone era resa ancor più maestosa dalla postura impettita che aveva assunto: inevitabile alzare la testa verso i suoi capezzoli turgidi e sporgenti, che liberavano di tanto in tanto qualche gocciolina d'acqua a precipitare cadenzatamente sui nostri piedi.</p><p></p><p>Si girò, regalandoci la magnificenza del suo sedere carnoso e spudorato, che teneva nascosta anche l'unica sottile striscia di tessuto distinguibile. Luca sembrava inebriato dal panorama, lo stesso panorama che istintivamente mi faceva perdere quel minimo barlume di ragione residuo: l'immagine di quel perizoma che Diana lasciava scomparire senza il minimo ritegno tra le sue natiche nude mi arrapava sfrenatamente: iniziai a tastare con entrambe le mani il suo sedere, stringendo quel fantastico e sottilissimo filo interdentale con tutta la smania possibile di strapparlo: trasferii le mie dita ad assalire con slancio la sua passerina, esortando con uno sguardo d'intesa il ragazzo ad emularmi. L'inaspettato e voglioso sentore di quattro mani sul suo corpo eccitò repentinamente la mia Dea, che si voltò con impeto, afferrò una mano ciascuno, appoggiandole con vigore sui suoi seni. Poi spostò su un lato il suo perizoma, scoprendo interamente la sua fica davanti ai nostri occhi sgranati. La direzionò frontalmente alla bocca di Luca, avvicinandosi pressappoco al millimetro. Il ragazzo non potè fare altro che baciarla per poi iniziare a leccare con decisione, a ritmi dapprima compassati, poi via via più intensi e veloci.</p><p></p><p>Mi alzai d'improvviso, posizionandomi alle spalle di Diana: abbrancai le sue tettone da dietro, stampando il mio pene eretto sul suo sedere. Luca continuava a dedicarsi a coccolare la sua passerina con sempre maggiore impegno ed energia. Le sue mani cingevano vita e fianchi, con qualche occasionale palpata sulle cosce. Non tardarono ad arrivare i primi gemiti di apprezzamento e di libidine, i primi movimenti bruschi ed involontari, le prime smorfie di goduria. Diana accarezzò i capelli di Luca, incollando il viso del ragazzo alla fica, ai limiti dell'asfissia. Socchiuse gli occhi, sollevando il suo volto verso il cielo. I suoi denti mordicchiavano le labbra, sospinti da un desiderio sempre meno controllabile</p><p></p><p>I gemiti divennero urla di piacere, che incentivarono il giovanotto ad aumentare ulteriormente l'intensità delle operazioni: strizzai con foga le tette pressando veementemente sulle natiche. Istinto, sregolatezza, rabbia, delirio a cielo aperto: ormai fuori controllo, Diana raggiunse il suo orgasmo tanto voluto e sognato, senza badare a trattenere grida o impulsi.</p><p></p><p>"Sei stato fantastico, Luca, devi continuare così: adesso siamo uno pari, palla al centro, vediamo chi vincerà.."</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="selpot, post: 17513772, member: 283814"] Il mesto e rassegnato ricomporsi di Luca non placò gli intenti peccaminosi e spumeggianti di Diana, che sfoggiava con assoluta disinvoltura il suo nudo integrale con tanto di gambe spalancate davanti agli sguardi avviliti ed arrendevoli del giovanotto, in palese soggezione per la brutta figura rimediata, che sentiva gravare addosso come il più insopportabile e disonorevole dei macigni. Avvertivo dentro di me il dovere di incoraggiare il ragazzo visibilmente in difficoltà, minimizzando l'accaduto, ma temevo allo stesso tempo che, in un momento così frustrante per lui, qualunque parola consolatoria provocasse l'effetto contrario, amplificando il suo abbattimento ed il suo disappunto. Mi trattenni ancora, nel tentativo di individuare il giusto approccio che potesse scatenare una reazione d'orgoglio e un deciso e stimolante desiderio di rivincita. Per la prima volta in assoluto fui io ad accennare a Diana di allontanarsi da sola. Le sue perplessità mi costrinsero ad insistere con almeno tre identici e reiterati gesti della mano. Senza comprenderne il motivo, infilò nuovamente il suo micro perizoma dopo essersi sollevata dall'asciugamano con palpabile titubanza: sorrise amabilmente a Luca e si avviò verso la riva per immergere i piedi in acqua, prestando attenzione a non inciampare: la vista del suo profilo nudo, eccezion fatta per quella strisciolina di stoffa posteriore pressochè invisibile, mi distolse dai miei propositi di incitamento a favore del giovane. Dopo alcuni istanti di pura ed imbambolata venerazione, mi avvicinai a Luca, che osservava le sensuali movenze di Diana con dispiaciuto rimpianto. Si avvide della mia presenza, seduto al suo fianco e mi evitò un esordio incerto: "Non potevo che fallire, non ero pronto ad una giornata simile: mi aspettavo tutt'altro sinceramente, non pensavo che foste così... particolari, ecco. Lei è uno spettacolo, è davvero disarmante. Non mi era mai capitata un'esperienza del genere e ancora non riesco a realizzare cosa stia succedendo" "Come ti capisco!! Mi hai fatto tornare in mente tutte le volte in cui mi è successa la stessa cosa: provavo una rabbia quasi violenta verso me stesso: non sono mai riuscito a comprendere perché accadeva sempre nelle migliori occasioni, o nei momenti più intriganti... mah, è davvero difficile da spiegare. Ogni tanto mi capita ancora. Per quanto le donne ti dicano che non fa nulla e che sono soddisfatte lo stesso, non riesco mai a perdonarmi e le consolazioni mi fanno innervosire ancora di più... Comunque sappi che hai tutto il giorno per riscattarti, ma non trasformare la tua voglia di riscossa in una questione di principio o in un'ossessione, altrimenti rischi di fallire di nuovo... purtroppo parlo per esperienza personale: i meccanismi della mente umana a volte sono misteriosi e inspiegabili. Cerca semplicemente di divertirti e vedrai che Diana apprezzerà moltissimo: non fa che parlarmi di te, da quando ti ha conosciuto... Luca di qua, Luca di là... menomale che non sono geloso!!" Finalmente Il ragazzo sorrise, scrollandosi di dosso il peso dei suoi insuccessi: "Che tu non sia geloso è evidente! Non è facile capirti, ma devo ammettere che mi piacerebbe una mente aperta come la tua. Vi vedo complici e felici e secondo me è proprio questo che conta, a prescindere dall'origine e dalle fonti della vostra complicità". Diana si rinfrescò rapidamente, dapprima gettandosi addosso delle copiose manciate d'acqua, per poi massaggiare sensualmente i suoi seni mentre tornava ad avvicinarsi a noi: giunse a destinazione, quasi soffocando i nostri volti con la sua fica. Mozzafiato la prospettiva dal basso verso l'alto: le labbra della patatina in primo piano fuoriuscivano vistosamente dai bordi del perizoma e la perfetta e giunonica rotondità delle tettone era resa ancor più maestosa dalla postura impettita che aveva assunto: inevitabile alzare la testa verso i suoi capezzoli turgidi e sporgenti, che liberavano di tanto in tanto qualche gocciolina d'acqua a precipitare cadenzatamente sui nostri piedi. Si girò, regalandoci la magnificenza del suo sedere carnoso e spudorato, che teneva nascosta anche l'unica sottile striscia di tessuto distinguibile. Luca sembrava inebriato dal panorama, lo stesso panorama che istintivamente mi faceva perdere quel minimo barlume di ragione residuo: l'immagine di quel perizoma che Diana lasciava scomparire senza il minimo ritegno tra le sue natiche nude mi arrapava sfrenatamente: iniziai a tastare con entrambe le mani il suo sedere, stringendo quel fantastico e sottilissimo filo interdentale con tutta la smania possibile di strapparlo: trasferii le mie dita ad assalire con slancio la sua passerina, esortando con uno sguardo d'intesa il ragazzo ad emularmi. L'inaspettato e voglioso sentore di quattro mani sul suo corpo eccitò repentinamente la mia Dea, che si voltò con impeto, afferrò una mano ciascuno, appoggiandole con vigore sui suoi seni. Poi spostò su un lato il suo perizoma, scoprendo interamente la sua fica davanti ai nostri occhi sgranati. La direzionò frontalmente alla bocca di Luca, avvicinandosi pressappoco al millimetro. Il ragazzo non potè fare altro che baciarla per poi iniziare a leccare con decisione, a ritmi dapprima compassati, poi via via più intensi e veloci. Mi alzai d'improvviso, posizionandomi alle spalle di Diana: abbrancai le sue tettone da dietro, stampando il mio pene eretto sul suo sedere. Luca continuava a dedicarsi a coccolare la sua passerina con sempre maggiore impegno ed energia. Le sue mani cingevano vita e fianchi, con qualche occasionale palpata sulle cosce. Non tardarono ad arrivare i primi gemiti di apprezzamento e di libidine, i primi movimenti bruschi ed involontari, le prime smorfie di goduria. Diana accarezzò i capelli di Luca, incollando il viso del ragazzo alla fica, ai limiti dell'asfissia. Socchiuse gli occhi, sollevando il suo volto verso il cielo. I suoi denti mordicchiavano le labbra, sospinti da un desiderio sempre meno controllabile I gemiti divennero urla di piacere, che incentivarono il giovanotto ad aumentare ulteriormente l'intensità delle operazioni: strizzai con foga le tette pressando veementemente sulle natiche. Istinto, sregolatezza, rabbia, delirio a cielo aperto: ormai fuori controllo, Diana raggiunse il suo orgasmo tanto voluto e sognato, senza badare a trattenere grida o impulsi. "Sei stato fantastico, Luca, devi continuare così: adesso siamo uno pari, palla al centro, vediamo chi vincerà.." [/QUOTE]
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